Lorenzo Rai: “Invito Levoni a Spazio 2”
Continuano a far discutere le prese di posizione in Consiglio Comunale di Antonio Levoni e della Lega Nord, che hanno previsto una revisione dei bilanci stanziati per la sussistenza di Spazio 2, Spazio 4 e della manifestazione Pulcheria, con 19 voti a favore, 9 contrari e 3 astenuti. Levoni presentando il suo documento ha fatto leva su un finanziamento a sostegno della Caritas inserito dall’amministrazione in uno degli ultimi provvedimenti economici del 2017, chiedendo di utilizzare i fondi destinati ai centri di aggregazione e a Pulcheria (85 mila euro) proprio a favore di Caritas. Il dibattito attorno a questa decisione, per ora solo una dichiarazione di intenti, si è spostata dalla Sala di Palazzo Mercanti alla carta stampata e ai social network, fino ai diretti interessati.
Lorenzo Rai, presidente dell’associazione Sputnik, realtà che ha come propria casa Spazio 2, precisa : “Siamo consapevoli che cambiando amministrazione anche l’ottica, prospettiva sulle cose abbia una revisione, soprattutto sugli spazi comunali che sono molto sensibili”. “A caldo – continua – la reazione è stata quantomeno di sconcerto, soprattutto alla luce del fatto che personalmente Antonio Levoni a Spazio 2 non l’ho mai visto. Fa specie sentire parlare di tagli senza pensare alle conseguenze delle proprie azioni, facendo più i sarti che gli amministratori e senza conoscere le realtà di cui si sta discutendo. Sarei comunque felice di conoscerlo, di fargli vedere le nostre attività e i nostri eventi”. L’associazione è presente sul territorio grazie agli investimenti fatti da soggetti come Officine Gutenberg, Consorzio Sol.co e L’Arco. “Grazie a loro stiamo facendo molto, purtroppo però vediamo un’amministrazione che ad esempio fatica nell’aiutarci a trovare un luogo chiuso per i nostri eventi. Sarebbe molto utile un bel tavolo di lavoro con tutte le associazioni per trovare centri di aggregazione del genere”.
Rai propone anche una soluzione: L’ex biglietteria in Piazza Cittadella. “
Il Teatro Gioco Vita ritorna a New York. Dopo quasi 10 anni il New Victory Theatre sulla 42° strada a Broadway, la più importante sala dedicata al teatro ragazzi e giovani nella metropoli statunitense, torna ad ospitare uno spettacolo d’ombre del Centro di produzione teatrale piacentino diretto da Diego Maj. In cartellone dal 25 ottobre al 5 novembre “Il cielo degli orsi” nella versione in lingua inglese “A Sy for the bears”, con la regia e le scene di Fabrizio Montecchi. La produzione, che ha debuttato a Piacenza nell’aprile 2014, ha avuto e continua ad avere un grande successo anche a livello internazionale con il cast formato dagli attori Andrea Coppone e Deniz Azhar Azari e dal tecnico luci Anna Adorno, che sono arrivati a New York nella giornata di domenica insieme al regista Fabrizio Montecchi e all’organizzatrice di compagnia Helena Tirèn. Per tutto il pubblico rappresentazioni nei weekend di sabato 28 e domenica 29 ottobre e sabato 4 e domenica 5 novembre, sempre con doppie recite la mattina alle ore 11 e nel pomeriggio alle ore 15. Per le scuole “Il cielo degli orsi” è in cartellone invece da mercoledì 25 a venerdì 27 e da mercoledì 1 a venerdì 3 novembre sempre la mattina alle ore 11. Teatro Gioco Vita era già stato ospite al New Victory Theatre di New York nel 1998 con “L’uccello di fuoco”. Allora la presenza della compagnia piacentina era inserita nel programma dell’International Festival of Puppet Theatre organizzato dalla prestigiosa “The Jim Henson Foundation”. La prima volta a New York , sempre per il festival della fondazione intitolata al creatore dei muppets, risale al 1994 con gli spettacoli “Pescetopococcodrillo” e “Peter tra il qua e il là”. “Il cielo degli orsi”, presentato a un pubblico dai 4 ai 7 anni, si compone di due storie, che affrontano temi delicati e profondi con leggerezza e tatto. La prima racconta di un orso che svegliatosi da un lungo letargo si mette a pensare a come sarebbe bello essere un papà e dopo un lungo cercare sembra capire che la soluzione stia in cielo. La seconda ci racconta invece di un orsetto che è molto triste per la morte del nonno e, quando la mamma gli spiega che il nonno era molto stanco ed ora è felice nel cielo degli orsi, parte per il mondo alla sua ricerca. Per entrambi i protagonisti l’infinità del cielo sembra essere l’unico luogo in cui le loro domande possono essere soddisfatte. Ma si accorgono, alla fine del loro cercare, che è sulla terra, vicino a loro, che si trova la risposta. Infatti l’orso della prima storia la trova in una bella orsa che gli compare al fianco e che indovina in un attimo i suoi pensieri: insieme si pensa sempre meglio che da soli e così, all’approssimarsi della primavera, una soluzione la troveranno. Piccolo Orso della seconda storia, invece, trova la risposta nelle rassicuranti certezze rappresentate dagli affetti familiari: nei genitori che si prendono cura di lui affinché superi il suo dolore e si convinca che la vita è, davvero, il suo più bel cielo. «Interessante – sono parole del direttore Diego Maj – il complesso piano di comunicazione che il New Victory Theatre ha attuato relativamente allo spettacolo, che ha dato spazio non solo agli elementi artistici ma anche alla città di Piacenza e alle sue peculiarità, come si può vedere ad esempio dal sito internet del teatro. Le ombre di Teatro Gioco Vita, quindi, diventano ancora una volta occasione per far conoscere meglio il nostro territorio in ogni parte del mondo». Tratto dall’opera di Dolf Verroen & Wolf Erlbruch, “Il cielo degli orsi” è interpretato da Deniz Azhar Azari e Andrea Coppone, con le luci di Anna Adorno. La regia e le scene sono di Fabrizio Montecchi, le sagome di Nicoletta Garioni e Federica Ferrari sono tratte dai disegni di Wolf Erlbruch. Hanno collaborato alla creazione Valerio Longo (coreografie) Alessandro Nidi (musiche), Tania Fedeli (costumi), Sergio Bernasani (costruzione scene). «Lo spettacolo – a parlare è ancora Diego Maj – si avvia a diventare uno dei “classici” del Centro di produzione teatrale piacentino. Nella passata stagione “Il cielo degli orsi” ha superato quota 300 repliche e dal debutto è stato rappresentato sempre con successo sia in Italia sia all’estero. È del novembre scorso una lunga tournée in Canada, nella regione del Québec, con quasi quaranta recite a Montréal, Beloeil, Saguenay e Les Gros Becs. Dopo New York, in questo intenso 2017, ci aspetta il ritorno a Parigi dove a La Villette in dicembre saremo in scena con lo spettacolo “Moun”. Per il 2018, ancora tournée in Italia e all’estero, anche fuori Europa». Il Teatro Gioco Vita ritorna a New York dopo 10 anni
Lettera aperta del sindacato della Polizia locale al Sindaco Barbieri
Riceviamo e pubblichiamo una lettera aperta inviata al sindaco di Piacenza Patrizia Barbieri da parte di Miriam Palumbo, Coordinatore Area Territoriale Vasta di Piacenza e Parma DICCAP SULPL.
Ieri il S.U.L.P.L. ha indetto l’Assemblea dei Lavoratori della Polizia Locale; ciò che è emerso non è purtroppo un bilancio positivo con riferimento all’attenzione che questa nuova Amministrazione ha dedicato alla Polizia Locale dal giorno del suo insediamento ad oggi.
Quando si parlava di #arianuova, in periodo pre elettorale, tanti appartenenti alla Polizia Locale e in primis chi scrive ora in esecuzione del mandato conferitomi da molti Colleghi, eravamo rimasti accattivati da quell’hashtag che rispecchiava la nostra necessità di mettere una pietra sopra su anni e anni in cui la Polizia Locale era stata lasciata abbandonata a se stessa da un’Amministrazione che non ha mai investito in sicurezza e mai ha saputo valorizzare la Polizia Locale.
Quindi questa stessa organizzazione sindacale ha sostenuto il Sindaco Barbieri, ha sperato e ci ha creduto. Ma a distanza di mesi, quelle speranze iniziano a scemare, a causa di risposte non pervenute, di mancanza di cambiamento, di attenzione, di valorizzazione. Forse le aspettative erano troppo alte? Non crediamo. Forse speravamo che l’attenzione del periodo pre elettorale mantenesse lo stesso tenore anche nei mesi post elezioni? Probabile. Ci aspettavamo un cambio epocale in positivo dopo anni di oscurantismo? Certo.
Il Sindaco è responsabile della Sicurezza dei propri Cittadini, di quegli stessi elettori (una parte dei quali risiede anche all’interno del Comando) che hanno riposto in lei la loro fiducia e le loro speranze per un cambio di rotta epocale, un’inversione di tendenza in positivo tangibile.
La Sicurezza è un bene primario e un Sindaco può preservarlo solo grazie alla Polizia Locale che è Polizia di Prossimità. Le Forze dell’Ordine dislocate sul territorio sono un patrimonio inestimabile, ma il Sindaco deve puntare in primis sulla Polizia Locale ed investire su di essa come Comando e sugli Agenti particolarmente preparati e professionali.
La Polizia Locale è la Polizia territoriale, dunque quella che conosce in modo capillare la città e i suoi componenti, per cui dobbiamo essere impiegati al meglio e non solo per VISIBILITA’ magari sotto il Palazzo di città e non certo per FARE o NON FARE quello che viene indicato o suggerito da alcuni vertici delle FF.OO. La Polizia Locale non vuole ingerenze di nessun tipo, poiché noi non ci permettiamo mai di entrare nel merito dell’organizzazione o nell’utilizzo o dislocazione di Colleghi delle altre Forze di Polizia. Un conto è la collaborazione con le altre Forze dell’Ordine presenti sul territorio, altro è farsi dire cosa e come fare. Vorremmo che questo messaggio fosse ben chiaro.
Ricordiamo che quei vertici sono NOMINATI, il Sindaco invece è ELETTO dai cittadini, e la differenza è sostanziale; l’essere eletti è un valore aggiunto, che sottende FIDUCIA.
E’ probabile che nel leggere questa lettera aperta, ma scritta perché sentita, sulle prime il Sindaco non la prenderà di buon grado. Ma personalmente ho conosciuto nei mesi addietro una donna tenace, con le idee chiare, sicura di se e intelligente che sicuramente saprà cogliere il senso della stessa e convocherà quanto prima il S.U.L.P.L., congiuntamente con l’Assessore alla Sicurezza Zandonella (rimasto sempre uguale a se stesso e sempre positivo, propositivo e disponibile all’ascolto, che dimostra ogni giorno di adoperarsi per realizzare una Polizia Locale moderna e di crederci), per un confronto costruttivo nell’interesse della Categoria, dei Cittadini e dell’Amministrazione.
Ieri l’Assemblea all’unanimità, condivisa anche da molti che non hanno potuto prendervi parte, ha richiesto questa lettera prima di arrivare ad uno stato di agitazione, per problemi sia chiaro, irrisolti da anni di incuria.
Avendo appreso anche questa volta da un quotidiano on line che il Comandante Vergante andrà via (sesto cambio al vertice della Polizia Locale dal 2009 ad oggi, quasi un guinnes world record! Ma ci siamo abituati, noi siamo il convento, i frati vanno e vengono…), a maggior ragione ricerchiamo nella nostra Amministrazione e nel nostro Sindaco un interlocutore attento e sensibile, gli unici in grado di poter garantire con le loro scelte e le loro linee guida stabilità. (su questo punto leggete la notizia della smentita giunta da Monza).
Zandonella: “Nessuno pensa di chiudere i Centri di aggregazione giovanile”
Vuole fare chiarezza sui centri di aggregazione giovanile “Spazio 2” e “Spazio 4”, l’assessore alle Politiche giovanili Luca Zandonella e precisa quanto segue: “L’ordine del giorno approvato dal Consiglio comunale nell’ambito della discussione sul bilancio, impegna la Giunta a riconsiderare i fondi destinati alle attività dei centri di aggregazione giovanile, non certamente a penalizzare le politiche per i giovani. Un’indicazione, quella emersa durante l’assise cittadina, di cui la Giunta dovrà comunque tenere conto nella valutazione futura dei progetti di questi due centri”. Prosegue l’assessore: “Va precisato poi che la concessione al soggetto gestore di Spazio 2 è vincolata fino al 2020, mentre quella relativa a Spazio 4 scadrà il prossimo 31 dicembre. Stiamo quindi valutando le nuove azioni che portino a una progettualità che sia il più rispondente possibile alle istanze del mondo giovanile“.
Conclude Zandonella: “Gli obiettivi dell’Amministrazione comunale, su questo come sugli altri aspetti programmatici, saranno in ogni caso condivisi con il Consiglio quando presenteremo le linee di mandato. Sarà quella la sede opportuna per assumere decisioni in merito”.
Trasferimento Vergante a Monza. Il comune smentisce: “le selezioni sono ancora in corso”
Da Monza arriva una secca smentita alla notizia pubblicata questa mattina dal quotidiano online Nuova Brianza (vedi nostro articolo) secondo cui Piero Vergante sarebbe stato scelto come nuovo comandante della città brianzola. L’ufficio del personale – da noi interpellato – ha dichiarato che le selezioni sono ancora in corso e che dunque al momento non è stato scelto il nominativo di colui che andrà a sostituire Alessandro Casale, trasferitosi alcuni mesi fa a Firenze. Il che, ovviamente non esclude che in un prossimo futuro la scelta possa ricadere proprio su Vergante ma ad oggi i giochi sono ancora aperti.
Colpo di scena: Vergante potrebbe lasciare la Municipale di Piacenza e diventare comandante a Monza
Se la notizia diffusa questa mattina dal quotidiano online Nuova Brianza fosse confermata ci troveremmo davvero davanti ad un colpo di scena. Secondo i colleghi del giornale brianzolo infatti Piero Romualdo Vergante, comandante della Polizia Municipale lascerebbe la nostra città dopo nemmeno otto mesi dal suo insediamento a Piacenza (avvenuto il primo marzo di quest’anno).
Il comandante Vergante in questo periodo avrebbe partecipato ad alcune selezioni per posti vacanti in varie città più importanti di Piacenza.
A quanto riporta l’articolo, a firma di Marco Pirola, Vergante sarebbe stato scelto dal comune di Monza (122 mila abitanti) per ricoprire il posto lasciato vacante da Alessandro Casale, a sua volta divenuto comandante a Firenze, lo scorso giugno.
Sembra insomma che – a differenza di altri mestieri – i capi della Municipale godano di grande mobilità e di svariate opportunità. Nei giorni scorsi il comandante Municipale della vicina Parma, Gaetano Noè, arrivato nell’aprile 2014, ha annunciato, a sorpresa, il trasferimento a Torino (città da cui anche Vergante proveniva).
Il predecessore di Vergante a Piacenza, Stefano Poma aveva invece preferito traslocare nella vicina ma più grande Reggio Emilia. Se confermato sarebbe il sesto cambio al vertice della Polizia Locale dal 2009 ad oggi, tanto che qualcuno ora chiede di inserire una clausola vincolante – da inserire nella prossima selezione – per legare l’eventuale nuovo comandante per almeno un triennio a Piacenza.
Ma come si diceva quella di Vergante è al momento una indiscrezione giornalistica della quale lo stesso comandante non sarebbe stato informato in via ufficiale.
Nemmeno l’ufficio stampa del comune di Monza, da noi interpellato, ha avuto alcuna comunicazione al riguardo e non ci sarebbe, al momento neppure nessun atto amministrativo formale che ratifichi questa nomina. Potrebbe però essere una volontà della giunta trapelata all’esterno ma non ancora messa nero su bianco.
Poco fa l’ufficio stampa ha smentito la notizia. Leggi il nostro aggiornamento.
L’Erasmus del piacentino Nicolò Scaravaggi in Finlandia. “Mi aspettavo un paese molto più organizzato”
Quando si raccontano le esperienze di studio all’estero, come l’Erasmus, è normale che i toni siano entusiasti e si sottolineino gli aspetti positivi, tralasciando le eventuali criticità. Non tutto però fila sempre liscio o, per lo meno, rispecchia le aspettative che si avevano prima di partire. Lo dimostra l’esperienza di un giovane studente piacentino “finito” a cavallo del circolo polare artico, a Rovaniemi, capitale della Lapponia e paese di Babbo Natale. Una città di 60 mila abitanti (circa 8% dei quali universitari).
Nicolò Scaravaggi ha 21 anni, studia scienze politiche a Parma ed ha scelto di trascorrere un semestre nel nord della Finlandia. Le sfide difficili fanno del resto parte del suo DNA come quando, ancora giovanissimo, correva con i go-kart. Da un paio d’anni, terminate le superiori, ha deciso che voleva fare esperienze nel mondo e, supportato dai genitori, ha studiato inglese per alcuni mesi a Londra ed in America, ha viaggiato in India, ha imparato lo spagnolo nella penisola Iberica. L’ultima tappa, probabilmente la più impegnativa, la sta vivendo ora nel nord estremo dell’Europa.
Come è stato l’impatto quando sei arrivato a fine agosto?
«Non così negativo come capiterebbe invece a qualcuno che arrivasse qui a dicembre o gennaio. Però tutto è molto diverso rispetto a casa. Non sono in una capitale, in una grande città. Siamo più vicini alla dimensione di un grosso paese, in mezzo ai boschi. E’ un po’ duro viverci perché non c’è molto da fare. Inoltre la città, almeno dal mio punto di vista, è organizzata male. Le distanze sono grandi da coprire».
L’università è all’interno di Rovaniemi?
«La città è suddivisa in tre zone. Da una parte c’è il centro, dall’altra, al di là del fiume, c’è l’università. In una terza area, in mezzo ad un bosco, ci sono la maggior parte degli alloggi degli studenti e soprattutto quelli degli studenti internazionali».
Per raggiungere l’università o la città come fai e quanto tempo ci metti?
«Può sembrare incredibile ma il mezzo più utilizzato è la bicicletta. Fa sorridere ma qui, al Polo Nord, freddo, pioggia, neve … usano comunque la bicicletta».
Come fanno ad andare in bici con la neve?
«Devo ancora capirlo! Hanno le ruote chiodate ma la vedo dura soprattutto adesso che è nevicato un po’ … e c’è già ghiaccio sulle strade, anche perché qui il sale non lo buttano. Non lo so e non lo voglio sapere. Io la bici l’ho abbandonata dopo le prime due settimane. Per me c’era davvero troppo freddo per usarla. Ho scelto di spostarmi con i pullman».
Come è il servizio?
«Pullman ce ne sono, ma non con la frequenza italiana o di una grande città. Passano un paio di bus ogni ora. Il problema è alla sera perché il servizio diventa quasi inesistente. Infatti devo lasciare l’università entro le cinque di pomeriggio, altrimenti mi tocca tornare a piedi … percorrendo parecchi chilometri».
Quindi tutta questa grande organizzazione nordica, di cui si favoleggia, ci sembra tu non l’abbia trovata?
«Dall’esperienza che sto vivendo non c’è per nulla … zero. Magari nelle grandi città, ad Helsinki, può darsi che le cose vadano meglio. Anche la telefonia e la rete wifi lasciano a desiderare».
Come! Nel paese della Nokia. Ci distruggi un mito!
«Ve lo garantisco. Il cellulare in molte zone non funziona bene … altro che il 4G a cui siamo abituati in Italia. Il wifi all’Università invece funziona bene così come quello della palestra, dove sono in questo momento. A casa, nei dormitori degli studenti, invece funziona malissimo, per non dire niente. Dipende dalle zone ma in generale siamo tutt’altro che all’avanguardia».
La palestra dove sei è una struttura universitaria?
«No. L’Università ha degli accordi, delle agevolazioni. Ti forniscono un pass, che costa 50 euro al semestre e che ti dà accesso ad un paio di palestre. Il problema è che la palestra convenzionata aperta 24 ore su 24 è in centro città, quindi difficoltosa da raggiungere. Quella che è vicina a dove abito invece la si può frequentare solo al mattino, quando si deve studiare. Per cui mi sono iscritto ad un altro centro sportivo non legato all’università. E’ vicino a casa ed è ben attrezzato. Ci sono anche un ristorante ed un bar».
L’appartamento in cui vivi come è?
«Sinceramente?».
Niente diplomazia. Dicci la verità
«Squallido! E’ minuscolo e ci viviamo in sei. Sono stato consigliato male da una ragazza che era stata qui e mi aveva suggerito di non prendere un appartamento da solo. Mi aveva detto che con il buio ed il freddo era meglio stare con altri, per non deprimersi. Invece gli spazi sono davvero ristretti. E’ pesante stare sempre con delle persone, 24 ore su 24. L’appartamento è davvero basic. Muri bianchi … e poco altro. In più la società che ha in gestione questi alloggi li fornisce vuoti, senza niente. Quando sono arrivato, ad agosto, mi sono ritrovato un letto ed un materasso e basta. Piatti, posate, padelle … nulla di nulla. Arrivi e ti devi arredare la casa. Io sono stato fortunato perché la mia tutor mi ha aiutato portandomi in giro in macchina. Se uno non ha altrettanta fortuna … deve andare a fare acquisti a piedi o in bicicletta e tornare con pacchi e pacchetti. Diventa davvero difficoltoso».
La casa come è? Avete una camera a testa e degli spazi comuni?
«Innanzitutto una cosa curiosa. La dimensione degli appartamenti, che tu sia solo od in sei è praticamente sempre uguale. Ci sono l’appartamento singolo e quello doppio, con due stanze singole ed un bagno. Nel nostro ci sono tre stanze doppie, due bagni (di cui solo uno con la doccia) e la cucina. Dopo di che la casa è finita. Non c’è nemmeno un soggiorno!».
Quindi sei in camera con un altro ragazzo. Come è la convivenza?
«Divido la stanza con un ragazzo croato. Culturalmente siamo molto distanti. Anche questo fa parte dell’esperienza. E’ un bravo ragazzo. L’unica vera pecca … il fatto che purtroppo russa come un trattore e quindi è difficile dormire».
Dal punto di vista dell’esperienza universitaria come vanno le cose? Gli insegnamenti sono in inglese?
«Sulla carta si vantano molto dell’organizzazione ma alla prova dei fatti le cose sono diverse. Moltissime delle materie presenti sul sito dell’università vengono date come disponibili in lingua inglese. Poi quando uno si presenta in classe … scopre che non lo sono. Il secondo problema è il modo in cui è strutturata l’università. E’ molto differente rispetto alla nostra. Personalmente credo che se uno fa l’università tutta qui … esce meno preparato rispetto a noi, in Italia».
Come mai, come è strutturata?
«La maggior parte dei corsi funziona così: si seguono sei, sette lezioni in aula. Durante queste lezioni uno deve presentare alla classe un tema da lui scelto, riguardante la materia. Dopo quella presentazione ha un mese, un mese e mezzo di tempo per sviluppare una tesina e discutere il suo argomento con circa cinquemila parole. Poi la si invia per email al professore che la giudica. Questa è la parte principale dell’esame. Mi lascia un po’ perplesso. Tra l’altro potrebbe averla scritta chiunque».
Probabilmente è legato alla mentalità nordica ed al fatto che sono meno abituati, rispetto a noi italiani, a trovare scorciatoie, a barare …
«Sicuramente. La mia sensazione però è che qui sia tutto molto … studio individuale. Presentarsi cinque volte in classe e scrivere una tesina … è molto diverso rispetto alle nostre lezioni frontali, con tanti studenti, con il confronto, lo scambio di appunti, lo studiare assieme. Un altro tipo di esame qui è … ti vai a prendere i libri in biblioteca e te li studi … non ci sono lezioni né niente. Alla fine sostieni l’esame».
Della serie … arrangiati …
Si. Ma c’è anche un problema aggiuntivo perché i libri qui non te li vendono, li prendi in prestito dalla biblioteca. Il che è assolutamente positivo. Peccato però che copie per ogni materia ce ne siano solo un paio. Quindi se due o tre persone studiano lo stesso esame, come si fa? Il libro lo puoi tenere solo due settimane. Se nessun altro lo richiede puoi rinnovare il prestito, altrimenti lo devi restituire … e non studi. E’ un sistema complicato. In più c’è il fatto degli orari con i pullman e tutto.
Ma gli altri ragazzi, quelli che si muovono in bici cosa fanno? Studiano fino a tardi in biblioteca?
L’unico momento in cui vedo il pienone, a dire il vero, è l’ora di pranzo. Intorno alle quattro l’università si svuota. Non vedo mai gente che “si spacca di studio”. In teoria l’università è aperta 24 ore su 24. Ma in inverno, con meno 20 come ci arrivi? In un ambiente del genere avrebbero, secondo me, dovuto fare stile campus americano con i dormitori vicini alle aule».
Visto che ne hai parlato … passiamo ad occuparci di cose fondamentali. Il cibo come è? Come te la cavi?
«Di giorno mangio sempre in mensa all’università. Si paga pochissimo, due euro e cinquanta e puoi prendere un piatto e la verdura. Come sempre all’estero, è un piatto unico. La quantità non è un problema. Cosa si mangia … meglio non chiederselo. Sono spesso dei “mischioni” difficili da decifrare ma nel complesso del cibo non mi lamento. Ci si adatta. Alla sera cucino a casa, cose semplici come le uova».
Cucini per conto tuo? Non mangiate assieme ai tuoi coinquilini?
«Abbiamo orari molto diversi. Il mio compagno croato ed un altro russo mangiano molto presto. Fanno una specie di merenda. Alle cinque cenano. Gli altri compagni, spagnoli, cenano a mezzanotte. Io sono la via di mezzo».
Vita sociale, divertimenti?
«La gente qui sta molto in casa. L’unica possibilità è andare in discoteca ma di nuovo o vai a piedi, o in bici o chiami un taxi. Le discoteche sono quel che sono. Meglio di niente; si fa quel che si può».
Fuori che temperatura c’è? Arriva buio presto?
«Il tramonto si anticipa di quaranta minuti a settimana. Io sono arrivato a fine agosto ed il sole sorgeva alle 6 e tramontava alle 22,30 adesso sorge quasi alle 9 e tramonta alle 17,15. A vederlo poi il sole …Da quando sono qua l’avrò intravisto sei volte. Normalmente è sempre grigio. Quanto a temperatura non mi lamento. Al momento siamo a meno due, meno tre. E’ stato più scioccante in agosto arrivare dai 35 e passa gradi italiani a cinque gradi; l’ho patito molto. E’ stata una settimana anomala poi la temperatura si è alzata un po’. Fino ad un paio di settimane fa siamo stati intorno ai sette gradi».
Rientrerai prima di Natale?
«L’università chiude il 15 dicembre che è un venerdì ed il giorno dopo torno a casa».
Rientri felice …
«Per fortuna, … si».
Non ti chiedo nemmeno cosa ti manca di Piacenza, perché temo che la risposta sia … tutto!
«Diciamo gli amici … a volte anche un pochettino il cibo ed il sole. Il sole manca tanto. Però ci si adatta».
Sei pentito di aver scelto Rovaniemi e la Finlandia?
«Pentito no perché è sempre un’esperienza di vita. Anzi le esperienze pesanti e negative, sotto alcuni punti di vista, servono a crescere. Diciamo che mi è un po’ crollato il mito di questo paese. Ci si rende conto di quanto spesso si critichi l’Italia ma che poi, alla fine, … non è così male».
Sospettiamo che un’esperienza come la tua non la consiglieresti al tuo migliore amico.
«Decisamente no».
Carlandrea Triscornia
Come difendersi dai condòmini morosi
Sul numero di Confedilizia notizie di settembre si parla anche dei doveri dell’amministratore in materia di recupero delle spese condominiali non versate dai condòmini alla luce di quanto previsto sul tema dalla legge di riforma del condominio.
Infatti, in merito, la recente legge di riforma, oltre a prevedere a danno dei condòmini morosi la sospensione dei servizi comuni condominiali suscettibili di godimento separato, ha introdotto maggiori responsabilità ed obblighi in capo all’amministratore.
Quest’ultimo per recuperare le somme non corrisposte al condominio deve agire entro sei mesi dalla chiusura dell’esercizio nel quale il credito esigibile è compreso. Ciò gli consente, senza autorizzazione dell’assemblea, di ottenere un decreto ingiuntivo immediatamente esecutivo, nonostante opposizione del debitore.
Nel caso in cui l’assemblea non lo sollevi dal summenzionato obbligo, la mancata riscossione dei crediti del condominio può costituire per lo stesso amministratore grave irregolarità, al punto che per questo motivo anche un solo condòmino può richiederne la revoca all’Autorità Giudiziaria, con successiva richiesta anche dei danni.
Non esiste un limite sotto il quale l’amministratore può decidere di non attivarsi per il recupero, quindi l’obbligo nei suoi confronti – in mancanza di dispensa da parte dell’assemblea – vale sia per grandi somme che per somme irrisorie.
Pertanto, per una maggiore chiarezza nei rapporti tra condòmini e amministratore e per evitare contestazioni, sarebbe utile che l’assemblea stabilisse un tetto sotto il quale l’amministratore sia dispensato dall’azione di recupero; ciò costituirebbe anche una sorta di avvertimento nei confronti dei condòmini.
Maggiori informazioni – anche sulle maggioranze necessarie per le delibere dell’assemblea – sono reperibili presso l’Associazione Proprietari Casa-Confedilizia di Piacenza (Via Del Tempio n. 29 – Piazza della Prefettura -, tel. 0523.327273 – fax 0523.309214. Uffici aperti tutti i giorni dalle 9.00 alle 12.00, lunedì, mercoledì e venerdì anche dalle 16.00 alle 18.00; e-mail: info@confediliziapiacenza.it; sito Internet: www.confediliziapiacenza.it).
Iniziativa benefica alla casa del “Giovane Verdi”
Il pittore Gianfranco Asveri, originario della Val d’Arda, è stato ospite d’onore di un’iniziativa benefica che si è svolta nella Casa del Giovane Giuseppe Verdi, a Busseto, dove il maestro visse dai 10 ai 18 anni. Asveri per l’occasione ha anche donato una sua opera alla Casa del Giovane Verdi. L’artista davanti ad un numeroso pubblico, ha raccontato l’emozione di scoprire che due sue opere sono fra quelle acquistate dal Premio Nobel per la letteratura Kazuo Ishiguro, “una soddisfazione che vale come e più di un premio” ha detto.
All’Avis sono stati donati 100 volumi di rare edizioni verdiane non in commercio, della Casa Edistrice Sichel, che verranno vendute per sostenere l’associazione, la quale per l’occasione ha ricevuto anche una donazione privata.
L’incontro è stato caratterizzato dalle esecuzioni verdiane del Maestro Matteo Cavicchini, intervallate da interventi dell’esperto di cose verdiane Corrado Mingardi, che ha illustrato ai presenti particolari poco noti relativi al Cigno di Busseto. Meri Rizzi, ricercatrice verdiana e medico, è intervenuta rivelando alcune parti di una sua recente ricerca relativa ai medici che hanno curato Verdi nel corso della sua vita. Al temine dell’evento si è svolto un rinfresco con prodotti tipici.
Partono i lavori per la riqualificazione dell’ex chiesa del Carmine
Si è tenuta oggi, in Municipio, la conferenza stampa di presentazione dell’intervento di riqualificazione della ex chiesa del Carmine. Nell’occasione si è anche tenuta la consegna uffiiciale dei lavori alla ditta aggiudicataria. E’ poi seguito un sopralluogo all’area esterna del cantiere.
Laboratorio aperto
I lavori serviranno per realizzare un “Laboratorio aperto” che – come si legge nel progetto – sarà «uno spazio urbano fruibile dai cittadini e dalle imprese, che vedrà la coesistenza di servizi di informazione su ambiente, mobilità, turismo ed eventi cittadini e di spazi attrezzati con tecnologia informatica avanzata, nel segno dell’innovazione e della sostenibilità».
Si tratta di uno dei primi cantieri in Emilia-Romagna per la realizzazione dei Laboratori Aperti che nasceranno in dieci città grazie a interventi finanziati dalla Regione e dall’Unione europea con i fondi del PorFesr 2014-2020.
Finanziamenti dal fondo Dup
L’intervento di restauro conservativo verrà realizzato con i fondi DUP, mentre con i fondi Asse Urbano la struttura verrà completata con la predisposizione degli spazi e delle aree per le funzioni previste. Nella ex chiesa troveranno posto anche attività di ristorazione, negozi temporanei, sale eventi e sale mostre i grado di produrre reddito e di sostenere parte dei costi della struttura.
Il progetto
Il progetto esecutivo di restauro, riuso, strutture e miglioramento sismico è stato assegnato al raggruppamento Temporaneo di professionisti costituito da: arch. Claudio Montagni (capogruppo), ing. Stefano Podestà, Modus Srl, dott. geologo Roberto Ricci, ing. Alessia Dal Bo’, CO.ART.SNC, arch. Giovanni Merialdo.
In sintesi il progetto di restauro prevede la demolizione delle tamponature del cleristorio, la riapertura delle due porte minori, dei finestroni e degli occhi sul prospetto principale, il rifacimento della scalinata di accesso sul prospetto principale di via Borghetto, il rifacimento della pavimentazione interna, da eseguirsi in pianelle in cotto, come i lacerti ancora esistenti, il recupero degli stucchi e dell’apparato pittorico, consolidamento e restauro delle volte e dei costoloni nelle varietà di fogge e forme caratterizzanti i diversi secoli cui appartengono. Ogni fase progettuale è stata concordata con la Soprintendenza Archeologia e Belle Arti di Parma, soprattutto il progetto di riuso che ha dovuto conciliare le peculiarità della fabbrica e nuove esigenze. Gli spazi necessari alla nuova destinazione d’uso sono stati individuati mediante la realizzazione di un soppalco e la chiusura delle cappelle laterali.
I lavori
I lavori sono stati consegnati oggi ed avranno una durata di 390 giorni, mentre la piena funzionalità dell’immobile è prevista per la primavera 2019. L’importo dei lavori a seguito del ribasso offerto in sede di gara è pari ad € 4.633675,08 (IVA compresa). Complessivamente l’impegno finanziario del Comune è pari al 24% dell’importo complessivo (pari a 1 271 835,54), il restante 76% è dato da finanziamenti pubblici.
La chiesa di Santa Maria del Carmine
La chiesa di Santa Maria del Carmine, fondata a Piacenza nel 1334 dai Padri Carmelitani, sorge tra le odierne via Borghetto e piazza Casali. Il complesso nasce in forme semplici rispecchiando la tipica architettura degli ordini mendicanti. In seguito alla soppressione degli ordini nel 1805 la chiesa viene prima adibita ad ospedale e poi a magazzino mentre il vicino convento diventa prima caserma e, dal 1807, Pubblico Macello. Dal 1923 il convento diviene sede della organizzazione del Partito nazionale fascista e dagli anni ’50 ospita uffici statali fino al 2006, anno in cui l’intero complesso viene abbandonato. Nasce già in zona strategica rispetto agli altri ordini mendicanti perché viene realizzata nei pressi di “Porta Milanesa” e continua a mantenere una posizione nevralgica rispetto alla città ossia ai bordi del centro
storico e all’interno del Comparto Nord dove si concentrano scelte importanti per l’Amministrazione Comunale, ovvero il recupero delle aree militari.