Erba gialla secca alla fermata del bus

A Whistle Stop della fermata del treno era rimasto soltanto il nome sbiadito sull’insegna all’ingresso della stazione. Il treno si fermava lì soltanto per caso o perché qualcosa era andato storto, di certo non per raccogliere qualche passeggero.

In via Manzoni di Spazio 4 era rimasto soltanto il nome tracciato sulla recinzione. C’erano dei ragazzi e delle ragazze che non si fermavano lì soltanto per caso e adesso non ci sono più. Per la scelta che qualcun altro aveva preso al loro posto.

A Spazio 4 non è rimasto più nemmeno il bus che probabilmente deturpava in modo insopportabile la vista su quel cumulo di cemento che una volta era il Consorzio Agrario e sul parcheggio del ristorante cinese. Al suo posto un cumulo di erba gialla secca sul quale non batteva il sole da quando qualcuno aveva pensato di ricavare da quella carcassa di lamiera un piccolo angolo dove esporre foto e organizzare una Ciclofficina.

Per il nuovo bando di Spazio 4 ci sarà ancora da aspettare, per spostare un bus arancione non c’era nemmeno un minuto da perdere. Quasi come se l’aria nuova della giunta Barbieri cozzasse sulla carrozzeria prendendo la via della mai amata Cremona. Magari se al suo posto ci fosse stata una jeep americana della Seconda guerra mondiale nessuno avrebbe avuto da ridire.

Erba gialla secca dove si costruivano mattoni di speranza.

E dove la stazione chissà se avrà ancora un nome. Di certo i bus, lì, non fermeranno più.




Moni Ovadia porta in scena il Casellante di Camilleri

Moni Ovadia, affiancato da Valeria Contadino e Mario Incudine, colma lo spazio scenico immedesimandosi in sei personaggi dalle sfaccettature contrastanti, dimostrando la complessità del suo talento e la sua poliedricità. Lo spettacolo è “Il Casellante”, dall’omonimo romanzo di Andrea Camilleri, con la regia di Giuseppe Dipasquale, in scena al Teatro Municipale di Piacenza martedì 23 e mercoledì 24 gennaio alle ore 21, primo atteso appuntamento del 2018 della Stagione di Prosa “Tre per Te” 2017/2018 proposta da Teatro Gioco Vita, direzione artistica di Diego Maj, con la Fondazione Teatri di Piacenza, il Comune di Piacenza e il sostegno di Fondazione di Piacenza e Vigevano, con Crédit Agricole – Cariparma main sponsor di Fondazione Teatri.

La versione teatrale de “Il casellante” vede la scrittura dello stesso Camilleri insieme al regista Dipasquale. Accanto al trio di protagonisti Moni Ovadia, Valeria Contadino e Mario Incudine, vedremo in scena Sergio Seminara e Giampaolo Romania, con i musicisti Antonio Vasta (che ha collaborato con Mario Incudine alla composizione delle musiche originali) e Antonio Putzu. Lo spettacolo, prodotto da Promo Music – Corvino Produzioni / Centro d’Arte Contemporanea Teatro Carcano / Comune di Caltanissetta, vede il ritorno di Moni Ovadia al Teatro Municipale dopo diversi anni: risale alla prima Stagione di Prosa “Tre per Te” proposta da Teatro Gioco Vita la sua presenza, nel  novembre 2003, con “Konamija – L’armata a cavallo”, dal romanzo di Isaac Babel’, realizzato con Nuova Scena – Arena del Sole.

Un ritorno sulla scena del Municipale è anche quello di un testo di Camilleri: nell’aprile 2008 Teatro Gioco Vita aveva ospitato infatti, sempre per la Prosa, “La concessione del telefono”, sempre con la regia di Dipasquale.

“Il casellante” è, fra i libri di Andrea Camilleri, uno dei più struggentemente divertenti del ciclo cosiddetto “mitologico”. Dopo Maruzza Musumeci e prima de “Il sonaglio”, l’opera disegna i tratti di una Sicilia arcaica e moderna, comica e tragica, ferocemente logica e paradossale a un tempo.

Il filo conduttore del racconto, ambientato negli anni ’40 del Novecento, si aggroviglia quindi tra realtà e mito, favola e tragedia, amore e guerra, lasciando al pubblico l’occasione di lasciarsi coinvolgere nell’intricata azione scenica.

Dopo il successo ottenuto dalle trasposizioni per il teatro de “Il birraio di Preston”, “La concessione del telefono”, che insieme a “La cattura”, “Troppu trafficu ppi nenti”, “La Signora Leuca”, “Cannibardo e la Sicilia”, Camilleri e Dipasquale tornano nuovamente insieme per riproporre al pubblico teatrale nazionale una nuova avventura tratta dai racconti del popolare scrittore siciliano.

Affogato nel mondo mitologico di Camilleri, costellato di personaggi reali fantasiosamente trasfigurati, “Il casellante” parla di una metamorfosi che passa attraverso il dolore della maternità negata e della guerra, ma è anche una narrazione in musica divertita e irridente del periodo fascista nella Sicilia degli anni Quaranta.

Personale, originalissima e sperimentale, la lingua di Camilleri calca e ricalca, in una teatralissima sinfonia di parlate, una meravigliosa “sicilitudine”, tra neologismi e modi di dire mutuati dal dialetto e rielaborati in chiave colta.

Al debutto nazionale al 59° Festival dei Due Mondi di Spoleto di giugno 2016, il pubblico del Teatro San Nicolò ha applaudito con calore tutta la compagnia e specialmente Moni Ovadia (disinvolto nel passare dal ruolo centrale di narratore a ruoli secondari come quelli della buffa mammana, del giudice e del barbiere), Valeria Contadino (intensa Minica), e Mario Incudine (al cui estro compositivo si devono le incalzanti musiche di scena).

La trasposizione del testo in scena si è tradotta in un grande affresco, o meglio in un “cunto”, antica arte che unisce narrazione e musica (cuntare e cantare), dove il “cantastorie” in questo caso è Moni Ovadia, eclettico artista, cantante e compositore, appassionato dei dialetti in via d’estinzione. Siamo in un paesino immaginario della Sicilia degli anni Quaranta, tra Vigàta e Castelvetrano, lungo la linea ferroviaria dove transitano i treni a scartamento ridotto. Siamo alla viglia dello sbarco degli alleati. La storia del casellante Nino, interpretato dal bravo Mario Incudine, e di sua moglie Minica, portata in scena da Valeria Contadino, si sviluppa fra guerra, fascismo, brutalità e disperazione. Lo spazio del palcoscenico diventa piazza aperta di paese, sul grande fondale si alternano i protagonisti e lo spettatore si immerge nell’atmosfera dell’isola

 




Si alza il sipario sulla stagione del Teatro Municipale

Il tema del coinvolgimento del pubblico attraverso differenti progetti e spettacoli, anche con l’obiettivo dell’inclusione sociale. Questa in sintesi la linea progettuale della stagione 2017/2018 di Teatro Danza a Piacenza.

Un intenso programma, che si articola tra spettacoli e laboratori, è quello del cartellone curato da Roberto De Lellis nell’ambito della Stagione di Prosa 2017/2018 “Tre per Te” del Teatro Municipale di Piacenza, la quindicesima proposta da Teatro Gioco Vita, direzione artistica di Diego Maj, con la Fondazione Teatri di Piacenza, il Comune di Piacenza e il sostegno di Fondazione di Piacenza e Vigevano.

Quattro serate in calendario da gennaio ad aprile 2018 al Teatro Filodrammatici e al Teatro Gioia con i coreografi Marco Chenevier, Enzo Cosimi, Silvia Gribaudi e Riccardo Buscarini. Le creazioni di Enzo Cosimi e Sivia Gribaudi saranno il risultato di altrettante esperienze laboratoriali di danza e movimento corporeo che coinvolgeranno alcune realtà locali e realizzate in collaborazione rispettivamente con la Caritas Diocesana di Piacenza-Bobbio e la Palestra LeClub, proposte in partnership con l’Associazione Amici del Teatro Gioco Vita e il sostegno della Fondazione di Piacenza e Vigevano nell’ambito del programma “InFormazione Teatrale”. Attenzione alla valorizzazione dei giovani artisti da parte di Teatro Gioco Vita attraverso la produzione di un nuovo spettacolo/evento del coreografo e danzatore Riccardo Buscarini, piacentino di origine e londinese d’adozione.

Primo appuntamento in cartellone venerdì 19 gennaio al Teatro Filodrammatici: “Quintetto”, di e con Marco Chenevier, produzione Aldes e Tida che ha vinto diversi premi internazionali in Inghilterra, Bosnia e Italia. Uno spettacolo divertente che riflette in maniera ironica e diretta sui tagli che dal 2008 ad oggi hanno diminuito di netto i finanziamenti per lo spettacolo: in tempi di crisi come quelli in cui stiamo vivendo ora, risulta necessario ottimizzare il più possibile le risorse e arrangiarsi con le forze che si hanno a disposizione… E così se “Quintetto” doveva essere composto da cinque artisti, con un taglio dell’80% rimane, per forza, un solo danzatore. E allora, come nella migliore tradizione italiana del sapersi arrangiare, si trova una soluzione servendosi di ciò che si ha a disposizione: il pubblico.

Venerdì 23 e sabato 24 febbraio al Teatro Gioia sarà la volta della Compagnia Enzo Cosimi con la performance/installazione “La bellezza ti stupirà”, regia, video, coreografia di Enzo Cosimi, con la partecipazione di persone senza fissa dimora coinvolte, grazie alla collaborazione della Caritas Diocesana di Piacenza-Bobbio, in un laboratorio per tutta la settimana precedente all’andata in scena. La creazione, di natura coreografica/performativa e installativa, nasce da una indagine e riflessione sui temi della marginalità sociale, sulla figura dell’homeless e sulla sua regale solitudine nella società contemporanea. L’esperienza di vita degli homeless rappresenta il fulcro drammaturgico del lavoro, ispirato dall’opera di Joseph Beuys. Il progetto vede la collaborazione per i costumi del fashion designer Antonio Marras, tra i più interessanti e innovativi stilisti del design contemporaneo.

Venerdì 30 marzo al Teatro Filodrammatici appuntamento con Silvia Gribaudi e la performance comunità e arte “#oggièilmiogiorno”: un racconto fatto di immagini di movimento in cui ogni partecipante coglie l’attimo, invitando il pubblico stesso ad “osare” all’azione. Una performance che conclude un articolato laboratorio condotto dalla Gribaudi che prevede la partecipazione soprattutto di donne “over 60”. Della durata di un mese, sarà realizzato grazie alla collaborazione della Palestra LeClub. Il gruppo dei partecipanti andrà in scena con Silvia Gribaudi e Rosaria Vendittelli. L’ironia come strada intima e condivisa per cercare una comunità complice. La complicità come strada intima e condivisa per cercare una comunità dinamica. Il dinamismo come strada intima e condivisa per cercare una comunità consapevole. La consapevolezza come strada intima e condivisa per cercare una comunità danzante.

La programmazione si chiuderà al Teatro Gioia venerdì 20 e sabato 21 aprile con una novità firmata dal coreografo e danzatore piacentino Riccardo Buscarini a cui Teatro Gioco Vita ha chiesto di realizzare uno spettacolo/evento a base di cinema e ballo: “Io vorrei che questo ballo non finisse mai”. Una nuova creazione che nasce a Piacenza grazie al Centro di produzione teatrale diretto da Diego Maj e che vedrà Buscarini in scena con Sabrina Fontanella e Vincenzo Verdesca. L’anima del cinema italiano degli anni ‘50 e ‘60 colora di un’atmosfera onirica “Io vorrei che questo ballo non finisse mai”, in cui tre performer invitano il pubblico a partecipare, attraverso il movimento, a famose scene di ballo tratte da celeberrime pellicole di Luchino Visconti, Federico Fellini, Vittorio De Sica e altri: una festa dedicata al grande cinema italiano.

Gli spettacoli iniziano sempre alle ore 21. Al Teatro Filodrammatici i posti sono numerati, al Teatro Gioia posti non numerati.

INFO

Gli abbonamenti di Teatro Danza costano 45 euro (intero) e 40 euro (ridotto). Per gli studenti e le scuole di danza prezzo promozionale a 25 euro. I biglietti per gli spettacoli costano 15 euro (intero) e 13 (ridotto), per gli studenti e le scuole di danza biglietto scontato a 10 euro. La prevendita è in corso alla biglietteria di Teatro Gioco Vita in via San Siro 9, aperta dal martedì al venerdì ore 10-16. Il giorno dello spettacolo il servizio funziona unicamente nella sede della rappresentazione dalle ore 19. Teatro Comunale Filodrammatici via Santa Franca 33 (tel. 0523.315578). Teatro Gioia via Melchiorre Gioia 20/a (tel. 0523.1860191).

 

 

Per informazioni: Teatro Gioco Vita, Biglietteria 0523.315578 – Uffici 0523.332613, info@teatrogiocovita.it.

 




Banche Popolari, a fine 2017 ripresa diffusa degli impieghi nelle regioni italiane

Nell’anno appena concluso il credito all’economia delle Banche Popolari ha raggiunto la cifra di 200 miliardi di euro, con una crescita di quasi il 2% in un solo mese, interessando gran parte del territorio nazionale. Dall’esame dei dati a livello geografico emerge che a trainare la ripresa sono le regioni del Nord Ovest che concentrano il 48% dei finanziamenti, seguite da quelle del Nord Est con il 18%; il 22% del credito si concentra nelle regioni centrali e il 12% nel Sud e Isole del Paese. Circa il 25% dei prestiti è affluito alle famiglie consumatrici, mentre il 60% è stato assorbito dalle imprese, delle quali il 40% aziende di dimensioni medio piccole che rappresentano la maggior quota della clientela di riferimento del Credito popolare.

Per il Segretario Generale di Assopopolari Giuseppe De Lucia Lumeno: “Le informazioni elaborate per ripartizione territoriale indicano come le Banche Popolari stiano svolgendo un ruolo attivo e capillare per favorire quella ripresa economica di cui si riscontrano segni evidenti nelle statistiche ufficiali. Sebbene ancora molta strada dovrà essere fatta per considerare superata la crisi economica e finanziaria, risulta evidente come il legame tra banca del territorio e realtà economica sia essenziale per migliorare la competitività e modernizzare la nostra struttura produttiva”.




Comitato No al Bitume: “Il Parco del Trebbia e il territorio meritano un altro futuro, scelte antistoriche”

Riceviamo e riportiamo il comunicato del Comitato No al Bitume – Si al Parco del Trebbia, in merito alla decisione del Tar sul ricorso presentato dal Comitato stesso.

E’ di alcuni giorni fa la sentenza del Tribunale Amministrativo Regionale avversa al ricorso da noi presentato contro l’autorizzazione alla installazione di un Mega Impianto di Produzione Conglomerati Bituminosi in località Ponte Nuovo in pieno Parco del Trebbia.

Uno scempio che andiamo a denunciare e contro il quale ci stiamo opponendo da oltre due anni.

Purtroppo non possiamo, almeno per il momento, che prendere atto con profonda amarezza di quanto espresso dalla sentenza che sembrerebbe far proprie le ragioni della controparte.

Ci confortano in questi giorni i tanti messaggi di solidarietà, alcuni dei quali inaspettati, che stiamo ricevendo e che ci incitano a proseguire la lotta per salvaguardare il territorio e per far valere il diritto di noi cittadini a vivere in un ambiente salubre, senza andare ad aggiungere ulteriori elementi di inquinamento in un’area, quella della pianura padana e di Piacenza e Provincia in particolare, già da tempo in situazione emergenziale.

Il Comitato conferma pertanto la propria determinazione a proseguire la lotta sia in ambito amministrativo, valutando la possibilità di impugnare davanti al Consiglio di Stato la sentenza emessa, sia continuando la propria azione di vigilanza e controllo sull’area del Parco del Basso Trebbia.

Attività di vigilanza e controllo che ricordiamo ha già consentito di segnalare diverse irregolarità nelle attività che vengono eseguite nell’area consentendo l’intervento degli Enti Preposti.

Oggi ci sentiamo più che mai orgogliosi di aver dato avvio, attraverso la lotta in corso, ad una presa di coscienza collettiva circa l’attacco indiscriminato che da decenni viene puntualmente attuato a danno del territorio e in particolare dell’area del Basso Trebbia.

Da quasi tre anni stiamo mettendo l’Amministrazione di Gossolengo e i suoi rappresentanti di fronte alle proprie responsabilità fatte di atti, autorizzazioni, delibere che vanno in direzione nettamente contraria alla salvaguardia del territorio. A nulla vale il tentativo maldestro di addossare la responsabilità a chi li ha preceduti.

Per prima cosa perché vari componenti dell’attuale amministrazione comunale ricoprivano ruoli di responsabilità anche nelle precedenti amministrazioni e risultano aver personalmente avvallato decisioni nefaste che oggi stanno consentendo ciò che si sta materializzando nel Parco del Trebbia.

In secondo luogo perché proprio in questi ultimi tre anni l’amministrazione invece di supportare i propri cittadini ha deciso di schierarsi con chi intende dare al Parco del Trebbia una connotazione industriale invece che naturalistica.

La cittadinanza di questo si ricorderà quando alle prossime occasioni costoro ricominceranno a promettere di far del Parco del Trebbia il “giardino” di Gossolengo.

Nelle prossime settimane verrà convocata una Assemblea Pubblica durante la quale oltre ad illustrare alla cittadinanza il contenuto della sentenza, daremo anche evidenza delle future azioni di lotta che si proporrà di intraprendere.

La lotta prosegue nella certezza che il nostro territorio e il Parco del Trebbia meritino ben altro futuro rispetto a quello che oggi gli si vuole riservare con scelte antistoriche e per niente rispettose del monito e auspicio che anche Papa Francesco ha più volte lanciato a difesa del Creato e a salvaguardia dell’ambiente.

Sarebbe bello e opportuno iniziare da casa nostra, da ciò che a noi è vicino e questo come Comitato ci stiamo impegnando a fare.

IL COMITATO “NO AL BITUME – SI AL PARCO DEL TREBBIA”




Non c’è strada dissestata che le sfugga. La Wonder Woman piacentina delle interrogazioni

Un armadio ricolmo di borsette? Troppo scontato.

Una stanza della casa destinata ad ospitare almeno un centinaio di scarpe? Un altro luogo comune.

Negli armadi di casa Zanardi non si nascondono tacchi vertiginosi e borsette per ogni occasione ma una collezione che non passa mai di moda. Primavera, estate, autunno ed inverno senza nemmeno preoccuparsi del cambio di stagione. Che arriva o sempre troppo tardi o sempre troppo presto.

In casa Zanardi si nascondono buche. E la sua collezione ha toccato ormai quota cento. Ce ne sono davvero di tutti i modelli: c’è la buca sulla strada di Pittolo per tutti i giorni, c’è quella da sera del Facsal dove le coppiette rischiano di inciampare dopo l’ennesimo limone.

Ci sono anche i faretti di piazzale Libertà: quelli che una sola persona (che preferisce restare anonima) ha confessato di aver visto integri almeno per una giornata. Una sola persona che era probabilmente ubriaca dopo aver alzato troppo il gomito.

Ma come si può abbinare al meglio una buca? Basta comprare nelle boutique di via Molinari ed Emilia Pavese un pizzico di illuminazione scarsa per ottenere l’accessorio perfetto. E trovare spazio anche per un anello in formato semaforo via Veneto. Uno di quelli dove i piacentini si ritrovano a sfogliare il manualetto della scuola guida per indovinare la precedenza quando la luce è lampeggiante.

Per Gloria l’acquisto giusto è un’interrogazione consiliare sui pericoli dell’attraversamento pedonale in via IV Novembre. Quella dove nascono parigine e la speranza che qualcuno rallenti. In tempo di saldi o meno non fa nessuna differenza: la borsa della consigliera (chissà se sarà biodegradabile) è sempre piena di spunti e di riflessioni.

Peccato che fosse troppo piccola per metterci dentro l’albero di Natale di Ottone, quel paesello dove si arriva dopo curve e tornanti. E dove Gloria ha lasciato un pezzo di cuore. Avrebbe lottato a spada tratta in piazza Cavalli con il fratello minore piacentino e sarebbe balzato agli onori della cronaca anche più del romano Spelacchio.

Chissà se nell’armadio di Gloria dietro il Codice civile si nasconde anche un mantello da super eroina. Una super eroina senza pozzanghera e senza paura che di notte sfida la scarsa manutenzione che attanaglia la città. Il suo nome è Super G e fa lo slalom tra le buche. Che provano a scappare ma essendo buche non si muovono di un passo.

Super G, siamo tutti con te.

 




La mappa dei reati legati a furti, rapine e droga in Provincia e Regione

Inutile nascondersi dietro a un dito, siamo in campagna elettorale. Il 4 marzo si avvicina e le strategie di ogni parte sono già sul tavolo, così come i temi su cui puntare, come la sicurezza, che come un anziano parlamentare proprio non vuole saperne di lasciare la poltrona ad altri.

Ed ecco allora un aggiornamento Istat 2016 su furti, rapine e reati legati allo spaccio di stupefacenti, ripreso da Il Sole 24 Ore, provincia per provincia. I conti sono stati fatti ogni 10 mila abitanti con riferimento a persone denunciate, arrestate o fermate dalle forze dell’ordine per i crimini in questione. Va detto inoltre che il territorio in cui si commette il reato non è necessariamente quello in cui vengono messe le manette.

Per quanto concerne i furti, Piacenza in regione si colloca nella parte medio bassa della “classifica”, con 18 furti ogni 10 mila abitanti (media nazionale 19), peggio di noi Parma (21), Modena (21), Bologna (26), Ravenna (24), Ferrara (21) e Rimini (23). Meglio solo Forlì (17) e Reggio Emilia (17). Verbano-Cusio-Ossola spicca in negativo con 37,33.

Stesso discorso per i furti in abitazione, dove si registrano meno reati solo a Reggio Emilia e Modena. In generale la provincia di Aosta è quella in cui si registra il più alto tasso di persone denunciate o arrestate per aver commesso un furto in abitazione: oltre 12 ogni 10mila abitanti. Mentre la provincia nella quale questa fattispecie è meno diffusa è quella di Crotone, con appena 0,8 persone denunciate 

Per quanto concerne le rapine, siamo la sesta provincia in Regione per numero (3,243 ogni 10 mila abitanti). Svetta Rimini, che con 8 persone fermate si aggiudica la maglia nera in tutta Italia.

Capitolo stupefacenti: Piacenza è seconda, con 12 persone denunciate , fermate o arrestate per 10 mila residenti (in media col dato nazionale), peggio solo Rimini con 14. Anche Bologna fa registrare un dato leggermente inferiore, Parma e Reggio Emilia si fermano rispettivamente a 7 e 5.

Qui trovate i dati




Piacenza fra le dieci città finaliste per il titolo di Capitale Italiana della Cultura 2020

Piacenza ce l’ha fatta. Nonostante le incertezze iniziali, nonostante il dossier sia stato preparato in tempi record la nostra città è entrata a far parte della lista ristretta delle dieci città che si contenderanno il titolo di Città italiana della Cultura 2020.

Sarà una sfida giocata in buona parte con le vicine Parma e Reggio Emilia ed è comunque una soddisfazione sapere che tre città emiliane sono fra le possibili vincitrici.

A contendersi il titolo saranno dunque Agrigento, Bitonto, Casale Monferrato, Macerata, Merano, Nuoro, Parma, Piacenza, Reggio Emilia e Treviso. In palio, oltre alla visibilità che essere capitale della cultura regala c’è anche una dote di un milione di euro.

Come spiega una nota del Ministero dei Beni culturali le città della short list “sono arrivate in finale superando le altre 21 candidate al bando dello scorso maggio” (46 le città che avevano originariamente espresso interesse).

Adesso le finaliste dovranno presentare il proprio progetto (dettagliato) nel corso delle audizioni della Commissione presieduta da Stefano Baia Curioni (docente della Bocconi ed uomo di fiducia del ministro).

Entro il 31 gennaio la commissione sceglierà il progetto vincitore e lo sottoporrà al Ministero per la proclamazione di Capitale italiana della cultura 2020. Il titolo sarà assegnato con una cerimonia pubblica presso il Mibact, a Roma, il prossimo 16 febbraio alla presenza del ministro Dario Franceschini.

Onore al merito va soprattutto al sindaco Patrizia Barbieri che, nonostante si fosse insediata da poco e nonostante avesse dovuto affrontare gravi problemi (dipendenti comunali coinvolti nell’inchiesta dei “furbetti del cartellino”) decise comunque di presentare la candidatura e supportata dall’assessore Massimo Polledri (e dall’esperto Paolo Verri) diede impulso al  dossier in tempi record. Adesso, ovviamente il gioco si fa più duro e davanti alla commissione bisognerà dare concretezza alle tante idee (spesso un po’ fumose) che le dieci città avevano anticipato nel documento di candidatura. Guardando alla storia delle assegnazioni recenti questa volta potrebbe toccare ad una città del nord visto che gli ultimo titoli sono andati a Palermo – sud (2018), Pistoia – centro (2017), Mantova – nord (2016). Nel 2019 invece sarà Matera (sud) essere Capitale Europea della Cultura e quindi il titolo italiano slitta all’anno successivo proprio al 2020 per cui è in corsa Piacenza. Se toccasse nuovamente al nord sarebbe dunque una sfida a sei fra Casale Monferrato, Merano, Parma, Piacenza, Reggio Emilia e Treviso.




Workshop di creata modellata a Spazio 2 dal 28 gennaio

A Spazio2 il 2018 ha portato subito una novità, un altro corso che mette al centro l’arte e la manualità. A partire da domenica 28 gennaio, e per altre quattro domeniche, è in programmazione il workshop di creta modellata. Una giornata aperta a tutti, anche e soprattutto per chi è nuovo a questo materiale e alle sue tecniche di lavorazione, che si svolgerà dalle 10 alle 16 in uno dei laboratori di via XXIV Maggio. È possibile partecipare a una o più giornate di workshop.

Al centro dell’attenzione del corso tenuto dell’insegnante Paola Pacella verranno affrontate le tecniche di base per realizzare bassorilievi, altorilievi, particolari anatomici, ritratti; il tutto lasciando la massima libertà espressiva ai corsisti che decideranno di prendere parte a questo primo approccio con la lavorazione dell’argilla. Per le iscrizioni il numero che si può contattare è 339.7424807 oppure si può scrivere alla mail scultoriperungiorno@gmail.com.

Oltre a questa novità, continuano a rimanere vive le nuove proposte lanciate fra l’autunno e l’inverno scorso a Spazio2. Parliamo della possibilità di richiedere la sala da parte di giovani docenti per condurre corsi e workshop nella sala di Palazzina 5, un locale che si vuole proporre come casa per nuove idee e competenze.

Legato ancora al mondo della creta c’è Art Cooking, nello stesso locale che ospiterà il workshop di creta modellata, dove è possibile cuocere le proprie sculture e i propri oggetti in un nuovissimo forno professionale. A queste due nuove opportunità si unisce Before the show, il marchio sotto cui le compagnie teatrali under 35 possono utilizzare la sala “sotterranea” di Spazio2 per creare e provare i propri spettacoli teatrali. Per tutte le informazioni potete scrivere alla mail spazio2piacenza@gmail.com oppure andare sul sito alla pagina www.spazio2.piacenza.it

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Ausl: “piena operatività per il sistema di emergenza anche a Farini e Bobbio”

“Salvaguardare la piena funzionalità del sistema dell’Emergenza della provincia a garanzia della sicurezza dei cittadini è l’obbiettivo della Direzione dell’Azienda Usl di Piacenza.

Luca Baldino, Direttore Generale: “Rimarranno pienamente attive h24 e collegate in rete con i reparti di PS, le due postazioni territoriali della montagna di Farini e Bobbio, considerate strategiche per l’intero sistema”.

Le soluzioni messe in campo per affrontare questa fase è stata concordata già questa mattina in un incontro tra l’Azienda e i Sindaci dei comuni di Bettola Farini e Ferriere.

In particolare, a Farini, nella postazione ospitata nei locali della Casa Protetta Alta Valnure, continuerà ad  essere presente un medico specialista del soccorso che si avvarrà dei mezzi della Croce Rossa nelle ore diurne; la postazione sarà sede di un mezzo di soccorso avanzato, vicino e pronto ad intervenire sulle chiamate dei cittadini della vallata, ogni notte dalle 20 alle 8.

Per quanto riguarda il Punto di primo intervento di Bobbio posizionato nell’ospedale della cittadina, l’organizzazione rimane invariata.

“Gli uffici dell’Azienda hanno già attivato i procedimenti amministrativi necessari per attivare la sostituzione di quei medici che, avendo vinto concorsi in reparti di altre provincie, lasceranno il loro incarico nelle prossime settimane. Le procedure concorsuali e il bando per l’attivazione della mobilità da altre aziende di personale sanitario che potrebbe cogliere l’occasione per riavvicinarsi al proprio domicilio, permetteranno di superare questa fase transitoria”.