Secondo Confedilizia “Le case da investimento sono diventate un incubo” per le troppe tasse

L’immobile non è più considerato un “bene rifugio” a tutela dei risparmi, ma è stato ridotto a un investimento da cui fuggire.

A sostenerlo è Confedilizia Piacenza secondo cui la situazione è dovuta ad una tassazione smisurata. Questo unito agli alti costi di gestione e manutenzione delle abitazioni, sta distruggendo la proprietà.

Tutto – spega la Associazione dei proprietari di casa – ha iniziato a peggiorare con l’avvento del governo Monti, le cui manovre hanno appesantito gli oneri per i proprietari e abbattuto il valore dei beni (creando altresì l’ingessatura delle economie locali che si fondano anche sull’edilizia). La percentuale di chi è proprietario di abitazione continua a scendere: ci sono persone che vendono la casa perché non ne riescono a sostenere i costi. E non stiamo parlando di grandi proprietari, ma di semplici famiglie colpite dalla tassazione sugli immobili che – come detto – è assolutamente esagerata.
Secondo i dati del ministero delle Finanze il gettito Imu complessivo per il 2016 della regione Emilia-Romagna (ammontate a un miliardo e 363 milioni di euro) incide sul totale nazionale per l’8,60%, che colloca la nostra regione tra le peggiori in Italia, seconda solo a Lombardia e Lazio.

La provincia di Piacenza ha contribuito per oltre 90 milioni di euro, di cui 33 milioni circa riferiti al solo Comune capoluogo.
Confedilizia di Piacenza ha inoltre calcolato nel 9,8 per mille la media della somma delle aliquote Imu e Tasi deliberate dai Comuni della nostra provincia per immobili locati a canone “libero”, nel 9,7 per mille la media delle aliquote deliberate per immobili locati a canone “concordato” (agevolati, transitori e universitari) e nel 10,1 per mille la media delle aliquote ordinarie per gli immobili. La differenza fra i dati è minima in quanto nella gran parte dei casi nelle delibere Imu adottate dagli stessi Comuni non è stata differenziata l’aliquota prevista per le case tenute a disposizione da quella da applicare agli immobili locati.

I soli Comuni della provincia che hanno previsto aliquote specifiche per gli immobili locati sono Piacenza (7,6 per mille per i locati con contratto libero, c.d. 4+4, e 4,0 per mille per quelli con contratto a canone “concordato”), Carpaneto (8,1 per mille per i locati con contratto libero e 6,6 per mille per quelli a canone “concordato”), Coli (6,6 sia per i locati con contratto libero che per quelli con canone “concordato”), Fiorenzuola (8,6 per i locati con contratto libero e 5,6 per i locati con canone “concordato”) e Pianello (8,6 sia per i locati a canone libero che per quelli a canone “concordato”).

Per tutti gli altri Comuni che non hanno fissato aliquote specifiche per gli immobili locati si deve fare riferimento alle aliquote fissate per le case a disposizione, che in molti casi sono elevatissime. In alcuni Comuni si arriva addirittura a dover applicare, sempre in relazione agli immobili locati, l’aliquota massima del 10,6 per mille.

I Comuni quindi prevedono solo raramente aliquote agevolate per le abitazioni locate, rendendosi corresponsabili dell’affossamento del settore della locazione, con conseguenze sociali pesantissime; pertanto è auspicabile che si cambi al più presto la tendenza e che tutti i Comuni – anche i più piccoli – inizino a praticare agevolazioni per gli immobili locati, sia a canone “libero” che, soprattutto, a canone “concordato”.
Per questi ultimi in particolare, come più volte ha sottolineato Confedilizia, è indispensabile poi che venga introdotta dall’alto la fissazione per legge di una misura massima della somma delle aliquote Imu -Tasi, che potrebbe essere individuata ad esempio nel 4 per mille.
Nell’affitto non abitativo la situazione è ancora più grave. I Comuni non prevedono mai aliquote specifiche per la locazione di locali commerciali per cui in questi casi viene sempre applicata l’aliquota ordinaria, che in media – come abbiamo visto – è pari al 10,1 per mille. In questo ambito, oggi, nel complesso, le imposte, statali e locali, arrivano ad erodere fino all’80% del canone di locazione, anche per via della irrisoria deduzione Irpef per le spese, pari al 5%. Anche qui ovviamente urgono correttivi e, oltre a quelli auspicabili dei Comuni, fondamentale sarà – se attuata – l’introduzione anche nel settore non abitativo di una tassazione sostitutiva dei redditi da locazione, la c.d. “cedolare secca”.

Confedilizia Piacenza nei giorni scorsi – anche in vista della prossima adozione dei tributi locali per il 2018 il cui termine per il momento è fissato al 31.12.2017 – ha inviato una lettera a tutti i Comuni della provincia invitandoli ad attuare una azione di riduzione e contenimento delle aliquote e delle tariffe appunto dei tributi locali sugli immobili. Nella comunicazione è stato altresì richiesto ai Comuni di porre particolare attenzione alle locazioni (abitative e non) ma anche di prevedere, soprattutto ai fini del contenimento del fenomeno migratorio, l’esonero dall’Imu e dalla Tasi – o in subordine a fissare aliquote particolarmente agevolate – per gli immobili non abitati e non allacciati ad alcuna utenza (come avviene già per la Tari, dalla quale sono esentati).

La facoltà dei Comuni di prevedere aliquote inferiori ai limiti di legge, fino all’azzeramento (modificando il regolamento vigente), è sancita dall’art. 52, comma 1, del del Decreto Legislativo n. 446 del 15 dicembre 1997.
Qualora però non si dovesse attuare la politica di riduzione e contenimento della tassazione sugli immobili auspicata da Confedilizia andremo incontro a conseguenze – per quanto possibile – ancora peggiori rispetto alla tragica situazione attuale.
I provvedimenti e le misure summenzionati – sia quelli da prendersi a livello locale che quelli a livello nazionale – rappresenterebbero quindi una boccata d’ossigeno per i proprietari di immobili in questo particolare momento in cui – come abbiamo potuto vedere – la pressione fiscale è divenuta insostenibile e in cui la casa è ormai concepita non più come un investimento ma come un incubo.




Diego Maria Gradali: “Per l’ex biglietteria in Piazza Cittadella un presidio per giovani artisti”

Lo “Splendido Contrasto” di Piazza Cittadella è visibile a occhio nudo. Da un lato la ex biglietteria degli autobus (ora lasciata all’incuria) che in passato accoglieva frotte di studenti, dall’altro uno dei simboli della bellezza e dell’arte a Piacenza, Palazzo Farnese. Nella loro staticità si osservano, in attesa di un punto d’incontro.

Diego Maria Gradali è un pittore iperrealista piacentino che espone i propri lavori con il collettivo “Imprevedibile” nella mostra “Splendido Contrasto” di Palazzo Farnese (visitabile fino al 12 novembre), ha studiato all’Istituto Toschi di Parma, dove consegue la Maturità d’Arte Applicata nel 1987. Imprevedibilmente, ci dice che la ex biglietteria degli autobus, lui la trova bellissima. “Me l’immagino non vandalizzata, con i vetri a posto, ricolorato, rivestita con materiali moderni. Mi ha ricordato lo stile di Berlino, dove si usa recuperare luoghi anziché abbandonarli. Soprattutto è talmente ortogonale che è come una scatola, purtroppo vuota”.

Da qui nasce l’idea. “A Palazzo Farnese abbiamo tre musei: la Pinacoteca, il Museo Archeologico e quello delle Carrozze. Un ambiente espositivo per chi ha già esperienza di organizzazione di eventi. Dall’altra parte della strada quel luogo sarebbe ideale per i giovani artisti come grafici, fotografi, pittori, designer, videomaker, tutto ciò che può rientrare nelle arti visive. Essendo uno spazio grande si potrebbero consorziare a gruppi di 3 o 4 per volta a costo zero o simbolico, perché loro ci mettono già la passione, bisogna dare loro la possibilità di mostrare le opere e basta”.

Diego Maria Gradali

“So per certo – prosegue – che a Piacenza ci siano tantissimi talenti, che però non hanno la capacità organizzativa o economica per portare avanti i loro progetti. Penso a me e ai miei colleghi 25 anni fa. A Piacenza ci sono diverse centinaia di artisti pronti che non aspettano altro che uno spazio dove mostrare il proprio talento”. Il passo successivo di Gradali è stato scrivere su un gruppo Facebook riguardante Piacenza il proprio dispiacere per questa situazione, proponendo la stesura di una lettera aperta al Sindaco perché si potesse fare qualcosa in merito, con una sottoscrizione. “Ho visto un entusiasmo che non mi aspettavo, Piacenza è pronta ad abbracciare l’arte, c’è competenza per creare qualcosa di bello, di più rispetto a città storicamente più blasonate come Venezia o Firenze, che vivono soprattutto del turismo proveniente dall’estero”.  

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Il Comune stanzia 22 mila euro per il Natale e il Capodanno in centro storico

Animazione del centro storico nei weekend di dicembre e festa di Capodanno, approvato il bando per l’acquisizione delle proposte artistiche

 Nei giorni scorsi, la Giunta comunale ha approvato il bando per l’acquisizione di proposte artistico – culturali per animare il centro storico nei weekend di dicembre e per la realizzazione di un evento la sera di Capodanno, con termine ultimo fissato alle ore 12 del 20 novembre 2017.

I soggetti interessati potranno presentare proposte distinte per uno o più dei tre lotti da assegnare: “Animazione piazza Cavalli”, “Animazione piazza Duomo” e “Capodanno, New Year’s Eve”. L’assegnazione avverrà tramite valutazione della proposta qualitativa per singolo lotto e uno stesso soggetto potrà essere assegnatario di più lotti. Potranno partecipare al bando persone fisiche, società, associazioni, enti, fondazioni, cooperative, consorzi, anche temporanei, e istituzioni pubbliche o private.

A carico del Comune è fissato un corrispettivo pari a 3500 euro per le proposte relative ai lotti 1 e 2 e a 15 mila euro per la proposta 3 (per un totale di 22 mila euro). Tale importo comprende tutti gli aspetti organizzativi, oltre al cachet e alle eventuali spese di viaggio e di ospitalità per artisti e organizzatori non residenti, le voci inerenti la produzione, l’allestimento, la sicurezza, la comunicazione e ogni altro onere collegato all’evento. I soggetti partecipanti potranno integrare i suddetti corrispettivi con sponsorizzazioni, contributi da privati e da altri enti.

Per i lotti 1 e 2 le manifestazioni si svolgeranno nelle giornate di sabato 2 e domenica 3, sabato 9 e domenica 10, sabato 16 e domenica 17 dicembre.

Per quanto concerne l’animazione di piazza Cavalli, le manifestazioni dovranno realizzarsi attraverso attività di animazione quali, a titolo di esempio: attività ludiche per bambini, musica dal vivo, esibizioni artistiche e di intrattenimento (giocolieri, clown, cantastorie, mimi) e mestieri artistici (ritrattisti, truccatori e altri).

Per quanto riguarda invece piazza Duomo, i candidati dovranno presentare un programma in grado di animare il centro storico, approfondendo i motivi della tradizione, sia dal punto di vista enogastronomico, che attraverso visite guidate, attività ludiche per i bambini, esibizioni di soggetti di fantasia.

Il soggetto partecipante, con la propria proposta, potrà sostituire o integrare le suddette iniziative con altre di contenuto analogo, che dovranno comunque essere approvate dagli uffici comunali competenti. Il Comune di Piacenza metterà a disposizione gratuitamente palco, praticabili, tavoli, sedie, panche e allaccio all’energia elettrica.

Infine, l’evento relativo al Capodanno, finalizzato all’intrattenimento delle famiglie e a far rivivere lo spazio pubblico di piazza Cavalli, verrà realizzato nella serata del 31 dicembre dalle ore 20 alle ore 2 del 1 gennaio 2018 e dovrà prevedere il seguente programma di massima: proposta di food and drink incentrata sulle eccellenze enogastronomiche locali allestita sotto i portici di palazzo Gotico che, per l’occasione dovrà essere riscaldato con appositi corpi riscaldanti e allestito con illuminazione, impianto sonoro e ledwall a proiettare un sottofondo musicale e di immagini, previo il coinvolgimento, ove possibile, degli operatori commerciali presenti in loco; dalle 20 alle 22, intrattenimento con spettacolo di animazione e cabaret; dalle 23 alle 0.30, musica dal vivo con gruppo musicale e dalle ore 0.30 alle 2 intrattenimento musicale con dj.

I soggetti concorrenti dovranno far pervenire per mezzo del servizio postale di Stato o di terze persone, oppure anche a mano, all’Ufficio Protocollo del Comune di Piacenza in viale Beverora 57, non più tardi delle ore 12 del 20 novembre 2017, un plico chiuso, sigillato e controfirmato sui lembi di chiusura contenente la documentazione amministrativa, l’offerta qualitativa e il piano delle spese.

Tutte le informazioni in merito alle modalità di adesione al bando sono reperibili sul sito www.comune.piacenza.it, in home page e nella sezione “Lavora con il Comune”. Per eventuali ragguagli è possibile contattare l’ufficio Acquisti e gare al numero 0523-492030, mentre ogni quesito tecnico dovrà essere posto all’ufficio Marketing territoriale (tel. 0523-432477).




Rancan (LN): “troppo alti i costi per curare gli immigrati dei centri di accoglienza”

Il consigliere regionale Matteo Rancan della Lega Nord interviene duramente contro i costi sostenuti dalle singole Aziende Usl per la cura degli immigrati ospitati nelle strutture di accoglienza presenti in Emilia-Romagna. Stando ai dati forniti all’Assemblea legislativa dal servizio regionale Sanità e Politiche sociali per l’integrazione, ammonta infatti a 8 milioni e 332mila euro la somma investita dalla fine del 2014, cioè dall’inizio della legislatura, al primo semestre del 2017.

«Solo nei primi sei mesi di quest’anno – insiste l’esponente del Carroccio – sono stati impegnati 2 milioni e 124mila 900 euro, cioè quasi l’intero costo sostenuto nel 2015, che sfiorava i 3 milioni e 100mila euro.  Nello stesso periodo l’Azienda Usl di Piacenza ha speso 227mila e 150 euro. Sono cifre estranee ad ogni logica. È evidente che è proprio questa concezione deviata dell’immigrazione, per la quale si è pronti ad offrire qualunque servizio agli stranieri, a richiamare quei flussi di clandestini che a qualcuno paiono inarrestabili. Basterebbe impegnare le risorse pubbliche per i piacentini e gli emiliano-romagnoli, sempre più in difficoltà, per contribuire all’estinzione del fenomeno».




Il servizio Tagesmutter L’Arco arriva a Pontenure

Da Cooperativa L’Arco

Da ottobre 2017 il gruppo di Tagesmutter della cooperativa piacentina L’Arco si è allargato: dopo 250 ore di formazione, conclusa a settembre, dieci nuove Tagesmutter (dal tedesco “mamma di giorno”) sono pronte a iniziare a Piacenza e provincia come operatrici formate e a prendersi cura di bambini e ragazzi 0-14, in piccoli gruppi, nella propria casa, con il coordinamento dell’ente gestore L’Arco.

Anche a Pontenure è ora possibile usufruire del servizio, con Pamela Piazza, che accoglie i bimbi nella sua casa di Via Papa Giovanni XXIII, e che insieme alla coordinatrice del servizio Monica Francani sarà a disposizione delle famiglie mercoledì 8 novembre dalle 18.15 al Bar Il Baracchino di via Dante Sivelli 1 a Pontenure, per rispondere a tutte le loro domande e richieste di informazioni.

Abbiamo citato l’abitazione di Pamela Piazza perchè una delle particolarità di questo servizio, nato da un’esperienza ampiamente collaudata in Europa e diffusa in Italia a partire dall’esempio del Trentino, con lo scopo di offrire risposte flessibili e differenziate alle famiglie, è proprio quella di accogliere i bimbi in una dimensione domestica, permettendo al contempo alla Tagesmutter di conciliare la propria vita lavorativa e famigliare.  

I bambini accolti, inoltre, non sono più di cinque, compresi i figli delle Tagesmutter: le attività che li coinvolgono sono ritagliate sulle loro specifiche esigenze, proposte in un ambiente sicuro, in cui trovano il calore di una casa e giochi e stimoli mirati, oltre che un gruppo di diverse età con cui confrontarsi. La rete di Tagesmutter presenti a Piacenza e in altre dieci località della provincia, inoltre, viene coordinata dall’ ente gestore Cooperativa L’Arco, che si occupa dell’organizzazione, del supporto psicopedagogico e della ricezione delle richieste delle famiglie, oltre che della formazione continua delle Tagesmutter.

tagesmutter@arcopiacenza.it

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“Modern Family 1.0”, il Teatro San Matteo racconta la famiglia oggi

Il Teatro San Matteo arricchisce la propria offerta per il finire del 2017 con lo spettacolo “Modern Family 1.0”, che andrà in scena il 15 novembre alle ore 21, con ingresso a 12 euro.

Una produzione Le Brugole

Drammaturgia di Giovanna Donini, Annagaia Marchioro e Virginia Zini

con Annagaia Marchioro e Virginia Zini

Scene e costumi di Federica Pellati

Contributo fotografico di Mario Tedeschi

Light Design di Roberta Faiolo

in collaborazione con Trieste34 e PKD

“Racconta tante famiglie – spiegano gli organizzatori -, non sempre felici, ma il più delle volte si. Le due attrici sono partite dalle proprie famiglie di origine, una veneta e quindi pratica, autonoma e latifondista. L’altra milanese, frammentata, multitasking e all’avanguardia. Modern Family inizia come una serata in famiglia a guardare le diapositive di famiglia con tutta la famiglia presente, ritrovo quanto mai in disuso così come l’uso delle diapostive. E quasi senza accorgersene si entra nel vivo, in casa delle due protagoniste. Modern Family 1.0 è uno spettacolo comico che racconta la storia di una donna che ama le donne, ma che ama anche l’idea di avere un figlio con la propria compagna. Anzi, con lei non vuole un figlio ma proprio una famiglia, che significa anche nonni, zii, cani, gatti, mutui, viaggi, liti, tradimenti, amore e lotta, colloqui con i prof, vaccinazioni, biciclette e rotelle, lezioni di guida, notti insonni e vita quotidiana”.

Per prenotazioni scrivere a a.c.crisalidi@gmail.com oppure contattare i numeri 339 6634890/ 339 3429652 (dopo le 19)

Ogni famiglia ha un segreto, e il segreto è che non è come le altre famiglie”. Alan Bennet  

https://www.trieste34.com/

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“La prima guerra mondiale ad un secolo dal cruciale anno 1917”, convegno con l’ANPI

100 anni sono passati ma il ricordo fatica ad andarsene. L’ANPI Piacenza ricorda la Grande Guerra con una conferenza pubblica sabato 11 novembre dalle ore 9.30 nella Sala Consiliare della Provincia, in via Garibaldi 21. Relazioneranno il dott. Romano Repetti, della presidenza proviciale e ricercatore storico su “Dalle illusioni degli interventisti all’inferno delle trincee e alle società delle masse e dei regimi politici totalitari”, seguiranno gli interventi delle dott.sse Anna Riva e Patrizia Anselmi, dell’Archivio di Stato con “La valorizzazione dei fondi documentari relativi alla Grande Guerra. Metodi ed esempi” la prima e con “Diamo un nome ai piacentini – Il contributo di sangue e sofferenze della comunità piacentina” la seconda. A presiede l’incontro Stefano Pronti, presidente provinciale ANPI.

Mentre le caratteristiche della Seconda guerra mondiale, anche per merito delle frequenti iniziative organizzate dall’Anpi e da altri soggetti, sono abbastanza note ai cittadini, riguardo agli aspetti barbarici di quella guerra, alle responsabilità dei regimi politici che la generarono e agli effetti storici che produsse, per la Prima guerra mondiale restano generalmente sedimentate nella mente delle persone le reminiscenze scolastiche della sua rappresentazione quale evento molto sanguinoso ma infine portatore di una vittoria che ha permesso all’Italia di  completare il suo Risorgimento, la sua unità territoriale. Ma almeno in occasione di questo centenario è opportuno avere presente che anche la Prima è stata una guerra “totale” che ha prodotto fra gli italiani addirittura più vittime della Seconda – circa 650.000 morti rispetto ai 450.000, fra militari e civili, della Seconda – più soldati morti per deperimento nella prigionia in Austria, circa 100.000, rispetto ai 50.000 morti in Germania durante la Seconda, ed ha visto perfino l’utilizzo criminale dei gas asfissianti. E se è vero che in Europa i vecchi domini imperiali sono stati sostituiti nel 1919 da otto nuovi Stati costituiti sul principio di nazionalità, la Prima guerra mondiale, con i suoi processi di massificazione e assuefazione alla violenza, ha poi dato origine a quei movimenti sociali e politici che hanno avuto sbocco nei regimi
politici totalitari promotori fra l’altro, a solo 20 anni di distanza, della Seconda guerra mondiale. Questa conferenza dell’Anpi intende dunque offrire significativi elementi d’informazione e di riflessione su una guerra che ha segnato il XX Secolo e che propone tuttora lezioni da non dimenticare .

 Link alla pagina web http://bit.ly/2hi8564

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“Orti Spaziali”: aperte le iscrizioni gratuite per il laboratorio di progettazione e costruzione di un orto urbano a Spazio 2

Da Spazio 2 

A pochi giorni dal lancio di “Be concrete! Make your own bar”, il laboratorio che andrà a creare una postazione bar mobile, è arrivato il momento di presentare anche il secondo workshop di questo novembre a Spazio2: “Orti spaziali _ Make your own garden”, per cui sono aperte le iscrizioni.

Nato da un’idea dell’associazione Rivularia e del Collettivo Praxis, che sfrutteranno gli spazi messi a disposizione da Spazio 2 – cittadella del lavoro e della creatività giovanile – l’inedito progetto si presenta come un laboratorio gratuito di co- progettazione e costruzione di un orto urbano condiviso.

Le iscrizioni sono aperte a giovani coppie under 40, coppie che possono anche essere composte da amici o parenti, (max 9 posti) le quali a partire da Sabato 18 novembre presso Spazio 2, potranno essere protagoniste dell’intero processo di progettazione e costruzione di circa 10 appezzamenti di terra.

L’intero laboratorio si strutturerà in tre fasi. Una prima fase, che si svolgerà durante novembre e dicembre 2017, sarà destinata alla co-progettazione (18-11 / 25-11 / 02-12 / 16-12 dalle 15.00 alle 18.00); la seconda fase (marzo 2018) è pensata per la costruzione; mentre la terza ed ultima fase (da aprile 2018) sarà riservata alla gestione dell’orto.

Durante la prima fase, le coppie iscritte insieme ai coordinatori del progetto, si occuperanno di capire come organizzare al meglio lo spazio destinato alla costruzione mediante la progettazione degli elementi chiave da inserire all’interno dell’area, al fine di rendere lo spazio facilmente fruibile e pratico. Gli incontri di progettazione vedranno intervenire alcuni “esperti del mestiere” (Cascina Brontola, Alessandra Bonomini, Gaetano Gregori), che con brevi interventi e resoconti personali, potranno portare agli iscritti spunti e suggerimenti utili per lo sviluppo dell’intero progetto.

La seconda fase prevede l’auto-costruzione degli orti, sia degli appezzamenti rialzati di terra sia di tutte quelle strutture utili al buon funzionamento dello spazio: compost, capanno attrezzi, pergole, area relax.

La terza fase sarà quella della gestione. Ad ogni coppia partecipante sarà dato in gestione uno degli appezzamenti (10 mq c.a.)

Gli strumenti necessari saranno messi gentilmente a disposizione da Spazio2 (Via XXIV Maggio 51/53, Piacenza).

Posti disponibili: 18 (9 coppie)

Per ulteriori informazioni: +39 347 8087077 – ass.rivularia@gmail.com – www.spazio2.piacenza.it

LE ASSOCIAZIONI. Praxis e Rivularia sono due associazioni piacentine nate nel 2016 unite dall’obiettivo di mettere in atto un approccio creativo di rigenerazione urbana, mirante ad infondere rapidamente energia a singoli punti della città aprendoli a nuove possibilità attraverso la progettazione e costruzione partecipata. Tra i lavori più significativi realizzati dai due gruppi si segnala in particolare il progetto “Building Commun(c)ities”, workshop di progettazione e auto – costruzione di un’architettura errante, realizzato grazie alla vittoria del “Bando Giovani Progetti”, indetto dal comune di Piacenza.

https://www.facebook.com/spazio2piacenza/?fref=ts




Confedilizia chiede ai parlamentari la cedolare secca per i negozi

Introduzione di una cedolare secca per le locazioni di immobili commerciali e stabilizzazione (o prolungamento) dell’aliquota del 10% della cedolare per le abitazioni locate a canone calmierato. Sono queste le due priorità che Confedilizia ha rappresentato al Parlamento nel corso di un’audizione sulla manovra per il 2018 dinanzi alle Commissioni Bilancio del Senato e della Camera.

Per quanto riguarda gli affitti abitativi, il disegno di legge di bilancio prevede la proroga fino al 2019 della speciale aliquota del 10% della cedolare secca per le locazioni a canone calmierato, che era stata prevista per un quadriennio con scadenza al 31 dicembre 2017. “Proseguire con questo regime fiscale – ha detto in audizione il presidente di Confedilizia, Giorgio Spaziani Testa – è indispensabile per mantenere un minimo di attrattività ad una modalità di affitto che è stata mortificata dall’aumento di tassazione patrimoniale avviato nel 2012. Tuttavia, considerata la durata quinquennale dei contratti interessati, limitare la proroga a due anni rischia di impedire l’effetto incentivante dell’aliquota e il conseguente calmieramento dei canoni”.

Dall’esame parlamentare, poi, Confedilizia si aspetta l’elaborazione di una norma che – come richiesto dalla maggioranza e da gran parte dell’opposizione in sede di esame della nota di aggiornamento al Def – introduca anche nel settore non abitativo una tassazione sostitutiva dei redditi da locazione. “Si tratta – ha rilevato Spaziani Testa – di una misura strutturale e pro crescita. E la prova del nove della validità della proposta è data dal fatto che a sostenerla sono anche le controparti dei proprietari nei contratti di locazione, vale a dire le organizzazioni dei commercianti, consapevoli che la perdita di qualsiasi redditività dell’investimento in locali commerciali impedisce alle attività economiche di prossimità di uscire dalla crisi che le attanaglia”.

Per il resto, sono da considerarsi positivamente – a giudizio di Confedilizia – misure come la sterilizzazione degli aumenti delle aliquote Iva, che si sarebbero applicati a molti interventi sugli edifici; la proroga delle detrazioni per ristrutturazioni edilizie e acquisto di mobili, oltre al nuovo bonus verde, pur con necessità di modifiche migliorative su alcuni aspetti dei diversi incentivi per interventi sugli immobili; l’estensione dei piani individuali di risparmio (Pir) alle società immobiliari, che ne erano inspiegabilmente escluse; la previsione di una detrazione per i premi delle polizze catastrofali riguardanti le abitazioni.

 




Secondo la Commissione Tributaria la Ricci Oddi non deve versare contributi alla Bonifica

Il Consorzio di bonifica di Piacenza è stato condannato a restituire alla Galleria Ricci Oddi i contributi pagati per gli anni successivi al 2011, relativi all’immobile di via S. Siro.
La Commissione tributaria provinciale di Piacenza ha dichiarato questi contributi  “illegittimamente richiesti” in una causa nella quale la Galleria d’arte moderna è stata assistita dall’avv. Giacinto Marchesi del foro di Piacenza.

La sentenza spiega che l’obbligo contributivo della Galleria non sussiste non avendo il Consorzio provato che lo svolgimento della attività svolta dalla Bonifica producesse nei confronti dei beni di proprietà della contribuente vantaggi diretti e specifici ed il conseguente incremento di valore patrimoniale degli stessi (gli artt. 21 e 59 rd n. 215/33 richiedono che gli immobili traggano un vantaggio dimostrato e singolarmente proporzionato).

In sostanza – ha motivato la Commissione – «in difetto di un comprovato assolvimento delle finalità istituzionali (ovvero irrigazione, razionale uso dell’acqua, tutela dello sviluppo e della valorizzazione del territorio) assegnati dalla legge (rd n. 215/33) al Consorzio è inibita la possibilità di chiedere alla ricorrente il pagamento di somme (in termini Cass. sent. n. 11801/13 “Il beneficio è il presupposto costitutivo dell’obbligo contributivo e se talune opere producono effetti positivi solo su una parte dei consorziati è su essi che debbono ricadere gli obblighi contributivi”, “L’imposizione della contribuzione è subordinata alla duplice condizione: inserimento dei beni immobili nel comprensorio consortile ed effettivi vantaggi a favore degli immobili in conseguenza diretta ed immediata dei lavori espletati”)».
Dopo aver rilevato che «il mero inserimento degli immobili nel comprensorio del Consorzio non costituisce una prova a vantaggio del Consorzio (CTR Napoli sent. n. 302/15), sempre tenuto a fornire la prova della particolare “utilitas” conseguita dall’immobile non costituendo il detto inserimento una prova neppure a livello indiziario», la Commissione – a proposito della consulenza prodotta dal Consorzio – ha riconosciuto «valore di semplice allegazione difensiva, e non di prova, al predetto elaborato (peraltro non asseverato dal consulente) dalla cui lettura non emerge con sicurezza che dall’esecuzione delle opere gli immobili della Galleria d’Arte Moderna Ricci Oddi abbiano a ricevere un incremento di valore direttamente riconducibile alle anzidette opere (Cass. sent. n. 4671/12, sent. n. 2241/15)».
Da ultimo, la Commissione ha dichiarato nulle le cartelle esecutive impugnate confermando una precedente decisione e ciò «per carenza del potere impositivo (a mezzo ruoli) a seguito dell’abrogazione (art. 14 c. 14 ter L. 246/05) dell’art. 21 rd 215/33, a far data dal 16.12.2010, sicché il Consorzio di Bonifica non aveva il potere di iscrivere a ruolo e di riscuotere i crediti a mezzo ruolo (in termini, CTP Piacenza sent. n. 131/17)». In particolare, i giudici tributari hanno specificato che «la presente fattispecie può essere regolamentata dall’art. 2041 c.c. (azione di arricchimento senza causa, in termini, Cass. sent. n. 18432/05) o dall’art. 2033 c.c. (azione di ripetizione di indebito)” e che “entrambe le disposizioni fissano il termine di prescrizione di 10 anni per potere agire in giudizio».