Alla scoperta dell’Atlas Major a Palazzo Galli

Lunedì prossimo (30 ottobre) presso la Sala Panini di Palazzo Galli, alle ore 18, la Banca di Piacenza ha organizzato un incontro dal titolo: “Atlas Major: un capolavoro cartografico a Palazzo Galli” che vedrà il relatore, ing. Gigi Rizzi, illustrare un prezioso documento cartografico, custodito a Palazzo Galli. Dono munifico alla Banca di Piacenza della Signora Annarosa Mars Torretta nel settembre 2010, esso rappresenta il vertice dell’editoria cartografica che caratterizzò la ricchezza culturale di quel Paese, l’Olanda, che nella metà del Seicento attraversò un periodo di tale floridezza nelle scienze, nelle arti e nei commerci che venne, a ragione, definito “l’età d’oro”. L’attenzione del relatore si concentrerà sull’importanza della cartografia quale scienza fondamentale del progresso umano e quale strumento di conservazione e fruizione delle conoscenze relative al mondo che ci circonda, di quella cioè che dai tempi di Claudio Tolomeo conosciamo come Geografia nel suo ultimo significato di “immagine”, “disegno” della terra. Al proposito, verrà esposto un sintetico excursus storico che, partendo dalle prime testimonianze su papiro o su terracotta dell’antichità e passando attraverso le opere di impianto tolemaico ci hanno portato al periodo di massimo progresso nella cartografia, cioè il secolo XVI, con le sue grandi e rivoluzionarie scoperte geografiche. Da qui arriviamo a quell’età particolarmente felice che vide, come detto, l’assoluta prevalenza dell’Olanda delle Sette Province sull’intera Europa, nelle scienze e nelle arti e quindi anche nella cartografia. Dal continuo confronto delle “officine” Hondius-Janssonius e Blaeu nacquero i più prestigiosi “Atlanti”, opere grandiose contese dalle clientele più facoltose del tempo. Di questi certamente il più famoso fu l’Atlas Major di Johannes Blaeu, del quale un esemplare si trova proprio a Palazzo Galli e che sarà possibile visionare alla fine dell’incontro.
Ingresso libero con precedenza per i prenotati (email relaz.esterne@bancadipiacenza.it, tf 0523-542357).




Sindacati: legittimità del decreto Poletti ennesima beffa per i pensionati

“Dopo la decisione della Consulta di ritenere legittimo il Dl Poletti riguardante la rivalutazione delle pensioni, ci tocca prendere atto della scarsa considerazione che questo nostro Paese ha per i pensionati, penalizzati ancora una volta da una sentenza che non riconosce quanto loro indegnamente e impropriamente tolto sul piano delle risorse”.
E’ un commento amaro ma nello stesso tempo risoluto quello delle segreterie confederali dei pensionati di Cgil, Cisl e Uil sulla sentenza della Corte Costituzionale che si è espressa sulla mancata perequazione dei trattamenti pensionistici, oggetto già di un ricorso che nel 2015 ha portato a un rimborso, il cosiddetto “bonus Poletti”. Un mini rimborso, una misura considerata troppo parziale dai ricorrenti, che lamentano penalizzazioni per sei milioni di pensionati.
Quindi la situazione attuale è di fatto penalizzante.“Si tratta di una patrimoniale sui pensionati. Ne prendiamo atto, ma siamo molto curiosi di leggere il dispositivo della sentenza della Suprema Corte, che nella nota che informa della sentenza parla di “disciplina temporanea” per la mancata perequazione delle pensioni oltre tre volte il minimo. Ecco, ci chiediamo quando finirà, e se finirà, questa situazione straordinaria che porta ancora una volta i pensionati, come i lavoratori dipendenti, ad essere i “bancomat” del Governo. Soldi andati per coprire il debito pubblico invece che per i giovani. Il giudizio negativo su questa “patrimoniale” resta”.
E’ quanto dichiarato dei Segretari Confederali dei Pensionati, Cgil-Cisl-Uil di Piacenza, dopo la deliberazione della Corte Costituzionale sul Dl Poletti. “Nella sentenza della Consulta si parla di ‘bilanciamento non irragionevole tra i diritti dei pensionati e le esigenze della finanza pubblica’. A noi pare, invece, – continuano Spi-Fnp-Uilp – che si siano difese solo queste ultime, a scapito di quelle dei nostri pensionati che sono stati privati di un loro diritto. Per quanto ci riguarda – concludono il segretari Baldini-Ferrari-Cella – proseguiremo nella nostra battaglia per chiedere, come abbiamo fatto finora, di introdurre un nuovo meccanismo di rivalutazione delle pensioni che permetta ai pensionati di recuperare il potere d’acquisto perso in questi anni e nel bloccare ogni automatismo di innalzamento dell’età pensionabile uguale per tutti i lavori”.
Il problema del reddito dei pensionati, che in questi ultimi anni ha perso sensibilmente di valore e non è stato degnamente rivalutato, è del tutto irrisolto, spiegano i sindacati dei pensionati piacentini. Un nuovo meccanismo di rivalutazione che sostenga il potere d’acquisto dei pensionati è necessario, a partire dall’abbattimento del carico fiscale pesantissimo.




L’Emilia Romagna vieta l’uso dei caminetti

L’Emilia Romagna, come fece Londra nel 1956 Londra (attraverso il Clean Air Act) vieta l’uso di caminetti. E’ infatti operativa la disposizione del Piano Aria Integrato Regionale (PAIR 2020) che stabilisce il divieto di utilizzo di combustibili solidi (legna, etc.) per riscaldamento domestico negli impianti con efficienza energetica inferiore al 75% e nei focolari (ossia nei caminetti) aperti o che possono funzionare aperti, siti in unità immobiliari dotate di sistema multi-combustibile ubicati nei comuni della regione i cui territori sono interamente siti a quota altimetrica inferiore ai 300 metri. Questo fino al 31 marzo dell’anno prossimo.
La normativa regionale stabilisce che nei comuni che abbiano territori posti ad altitudini anche in parte superiori a 300 metri i sindaci debbano, con propria ordinanza, individuare le zone situate al di sotto di tale quota ed alle quali si applica il divieto di cui abbiamo detto. Ove i comuni non provvedano nel senso anzidetto, il divieto si applica a tutto il territorio comunale.
La normativa è stata varata per ridurre l’inquinamento e non risulta che in provincia di Piacenza qualche comune abbia adottato l’ordinanza di cui alla legge. Ne consegue che il divieto opera nell’intero territorio di tutti i comuni che abbiano anche solo una parte del proprio territorio superiore ai 300 metri.
Il PAIR2020 prevede inoltre, in applicazione del DPR 74/2013, di regolamentare le modalità di installazione, manutenzione e controllo degli impianti di combustione a biomassa legnosa destinati al riscaldamento ad uso civile, nonché di implementare un sistema informativo regionale, il “catasto degli impianti termici”, per censire la tipologia di impianti per la climatizzazione invernale ed estiva degli edifici presenti sul territorio regionale.
A completamento del sistema di gestione e controllo dei dispositivi suddetti, il Piano regionale prevede l’attuazione del decreto del Ministero dell’Ambiente, previsto dal decreto legislativo n. 152/2006, in materia di certificazione ambientale dei generatori di calore, in fase di approvazione.




Perché Piacenza, salvo miracoli, non diventerà Capitale della Cultura 2020

Per spiegare come mai Piacenza, difficilmente, potrà diventare Capitale Italiana della cultura 2020, partiamo da un’indiscrezione.
Sembra che a Roma, al Ministero dei beni culturali, non sia ancora stata nominata la commissione dei sette esperti che dovrebbero decidere (entro il 15 novembre) quali saranno le città italiane ammesse nella lista ristretta, da cui, alla fine, uscirà il nome del vincitore. Fatto tutto da confermare ma che, se fosse vero, sarebbe quantomeno curioso.
Fra gli addetti ai lavori c’è chi sostiene (ovviamente off-records) che -commissione o no – la decisione sia sempre un atto estremamente “politico”, ispirato dai piani alti di Via Del Collegio. Per questo si ritiene difficile che a vincere siano città “non allineate” con il governo. Quantomeno non sembrerebbero esservi mai stati precedenti in questo senso.
In ballo c’è un contributo di un milione di euro ma soprattutto l’enorme visibilità che la città prescelta ottiene. Spesso i budget ipotizzati superano di gran lunga i fondi messi a disposizione dal Governo ma il ritorno in termini di visibilità del territorio, le ricadute turistiche, valgono decisamente l’investimento.
I pretendenti sono una pletora di città, 31 per l’esattezza: Agrigento, Bellano, Benevento, Bitonto, Casale Monferrato, Ceglie Messapica, Cuneo, Fasano, Foligno, Gallipoli, Lanciano, Macerata, Merano, Messina, Montepulciano, Noto, Nuoro, Oristano, Parma, Piacenza, Pietrasanta, Pieve di Cadore, Prato, Ragusa, Ravello, Reggio Emilia, Scandiano, Telese Terme, Teramo, Treviso e Vibo Valentia.
La capitale della cultura 2016 è Mantova (Nord), quella del 2017 Pistoia (centro), quella del 2018 Palermo (Sud). Quindi il ritorno al nord, in Emilia, nel 2020, potrebbe anche starci. Le pretendenti nella nostra regione sono, come si diceva, quattro, tra l’altro tutte appartenenti alla stessa “Area Vasta”(una sorta di alleanza amministrativa) .
C’è innanzitutto Reggio Emilia, politicamente molto vicina a Palazzo Chigi essendo Graziano Del Rio, Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, un reggiano doc, nonché ex sindaco della città. E’ però vero che Reggio ha già avuto tanto in passato, a partire dalla stazione Mediopadana dell’alta velocità.
Quanto a Parma il sindaco e la giunta non hanno veri e propri punti di riferimento politici nazionali visto che Federico Pizzarotti, dall’estate 2016, ha rotto con i Cinque Stelle e si è presentato alle elezioni comunali sostenuto da una civica. Nonostante abbia inflitto una sonora sconfitta alla sinistra cittadina, sotto sotto non dispiace all’intellighenzia nazionale del Pd. Ci sono stati ripetuti segnali che sanno tanto di corteggiamento (non rifiutato) da parte dei Dem. Ad esempio gli inviti (accettati) a svariate Feste dell’Unità, in giro per l’Italia. Parma insomma potrebbe essere la scelta giusta per conquistare, un domani, alla sinistra un uomo forte come il “Pizza”. Sarebbe anche utile per dimostrare che a vincere non sono sempre amministrazioni filo-governative.
Tralasciando la piccola Scandiano, Piacenza fra i tre capoluoghi parrebbe la più sfavorita. A governare, da giugno, è una giunta di centro-destra e quindi certamente molto distante da Roma. Volendo una mano potrebbe arrivare dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Paola De Micheli, ammesso che possa e voglia spendere una parola buona verso un’amministrazione che ha sfrattato da Palazzo dei Mercanti i suoi compagni di partito.
Il cuore batte decisamente a sinistra anche per altri due “big” concittadini. Pierluigi Bersani, che peraltro è uscito dalla compagine del PD fondando Articolo 1, e Roberto Reggi che invece se ne sta bello tranquillo nel suo riconfermato ruolo di direttore del Catasto, lontano dalla politica attiva.
Per chi invece resta convinto che più delle pressioni politiche sul ministro Franceschini conti il famoso dossier … Piacenza paga il fatto di aver vissuto un delicatissimo passaggio di consegne da parte dell’amministrazione Dosi. L’attenzione della giunta, appena insediata, più che sulla cultura si è dovuta concentrare sulla vicenda dei dipendenti comunali assenteisti. A lungo si è pensato di rinunciare alla candidatura salvo poi gettarsi in una meritevole corsa contro il tempo, scritturando un mago del settore quale Paolo Verri, già direttore del Comitato Matera 2019. Reggerà il confronto con gli altri il dossier di Piacenza, preparato in quattro e quattr’otto?
Intanto chi avesse voglia di approfondire un po’ meglio le linee chiave del progetto, fin qui presentate i maniera molto generica, domani (sabato 28 ottobre 2017) ci sarà l’opportunità di ascoltare Paolo Verri alle 10.30, all’auditorium Sant’Ilario, in un incontro pubblico nel corso del quale illustrerà il dossier presentato in risposta al bando del Mibact. «L’incontro – recita un comunicato del Comune – è aperto a tutta la cittadinanza e sarà occasione per ripercorrere il cammino intrapreso congiuntamente da istituzioni, associazioni e da tutti i soggetti che hanno aderito alla stesura del dossier, nonché per condividere i prossimi passi volti a portare avanti, insieme, i principali progetti previsti di qui al 2020».
Il lato positivo infatti è che nonostante a Piacenza serva un miracolo, non solo per vincere ma anche per entrare a far parte della “lista ristretta” delle dieci città finaliste, … parafrasando lo slogan a San Remo “comunque vada potrebbe essere un successo”.
Perché, volendolo, tante delle idee ipotizzate nel dossier potrebbero comunque essere messe in campo. Dipenderà da banche, fondazioni, curia, comune etc.
Se per caso a vincere dovessero essere Parma o Reggio un po’ di gioco di squadra farebbe comodo a tutte e tre le città, concretizzando nei fatti quella Area Vasta virtuale che per ora è molto teorica e meno pratica.
Le emiliane escluse farebbero bene a stringere un patto con l’eventuale (o le eventuali) vicine finaliste, supportandone la candidatura e costruendo assieme un’offerta complessiva che porti l’Emilia occidentale, tutta, ad essere Capitale “estesa” della Cultura 2020.
E comunque a volte i miracoli accadono!




Due giorni di festa alla Cantina Valtidone

Due giorni all’insegna dello stare insieme, del divertimento, della cultura e della solidarietà.
Cantina Valtidone celebra nel fine settimana del 4 e 5 novembre il primo vino della vendemmia 2017, il Picchio Rosso, con un calendario di eventi che è stato presentato nel corso di un’affollata conferenza stampa introdotta dal Vice Presidente di Cantina Valtidone, Graziano Alberti, il quale ha portato i saluti del Presidente Gianpaolo Fornasari e di tutto il consiglio di amministrazione: “Siamo molto orgogliosi di questa nostra festa – ha detto – anche perché siamo tra i pochi in Italia a produrre il vino novello, unici a produrre un novello frizzante. Ci auguriamo che anche quest’anno siano due giorni di divertimento, allegria, voglia di stare insieme e solidarietà”.

Prima di addentrarsi nel programma della due giorni, il direttore di Cantina Valtidone, Mauro Fontana, ha voluto sottolineare come “l’azienda abbia sempre puntato molto sul vino novello, che noi produciamo da uva Pinot nero, cosa che ci permette di avere un vino da degustare intatto nei suoi sapori e colori anche per diversi mesi, anche fino all’estate”. “E’ una festa del Picchio Rosso importante – ha proseguito Fontana – perché quest’anno più che mai occorre verificare il lavoro in Cantina dopo una vendemmia che è stata sicuramente impegnativa, a causa del calo della quantità delle uve dovuto alla siccità estiva e alle gelate dello scorso inverno. La qualità delle uve è alta e quindi siamo molto fiduciosi per la nostra produzione, a partire dal vino novello Picchio Rosso”.

Gli appuntamenti della due giorni si apriranno sabato 4 novembre, alle ore 10.30, con le premiazioni della seconda edizione del concorso promosso da Cantina Valtidone per tutte le scuole piacentine, chiamate quest’anno a realizzare uno spot o uno slogan capace di esaltare la produzione vitivinicola della cooperativa valtidonese. Le 15 classi finaliste, dopo aver presentato i propri elaborati davanti alla giuria lo scorso settembre, scopriranno la classifica finale e si vedranno attribuite il contributo che Cantina Valtidone stanzia come sostegno alle attività didattiche.

Alle ore 12.00 il momento clou con il primo brindisi con il vino novello Picchio Rosso insieme ai 220 soci della Cantina, agli ospiti, agli amici e alla presenza del Prof. Luigi Cavanna di AMOP (Associazione Malato Oncologico di Piacenza) a cui anche quest’anno saranno devolute le offerte raccolte nel corso del fine settimana. Madrina d’eccezione del Picchio Rosso 2017 sarà la nutrizionista Evelina Flachi, presenza fissa tra l’altro della trasmissione “La prova del cuoco” su RAI 1.

Ancora tanti eventi nel pomeriggio – con il truccabimbi, i giochi di fantasia e la tombolata – e la domenica, quando sarà allestito negli spazi della cantina (dalle 10, con spettacoli ogni ora) il planetario didattico che permetterà a bambini e non di andare scoperta dell’universo. Alle 14.30, invece, sarà la volta del Comic Show, animazione interattiva per bambini grazie al Comic club e per finire, dalle ore 17.00 spazio all’aperitivo in musica con DJ Maurizio Popi.
Per entrambe le giornate sarà possibile degustare i piatti tradizionali della cucina locale, dai tortelli con la coda al batarò e visitare gli stabilimenti della Cantina Valtidone con un percorso guidato che terminerà con una degustazione di alcuni dei vini dell’azienda.

Oltre ai rappresentanti della Cantina, alla conferenza stampa sono intervenuti gli attori protagonisti degli eventi che animeranno la due giorni di festa, a partire da Graziano Arlenghi e Marco Burzi di Comic Show, i quali hanno ringraziato per l’invito annunciando “uno spettacolo di puro divertimento, sia per grandi che per bambini, con uno sketch-tormentone ideato appositamente per il Picchio Rosso”. Come appositamente per la festa di Cantina Valtidone saranno ideati i cocktail a base di vino novello serviti dal sommelier Abies de La Fenice di Castel San Giovanni, che dalle 17.00 di domenica 5 novembre accompagneranno la musica di DJ Popi: “Sarà uno spettacolo di musica e intrattenimento per tutti i gusti – ha annunciato il noto dj Maurizio Popi, collaboratore tra l’altro di Radio Deejay – Negli splendidi spazi della Cantina balleremo e canteremo con i ritmi della musica revival e contemporanea.

Sia il vino che la musica sono due elementi fondamentali di convivialità e di gioia di stare insieme, quindi invito tutti a venire in Cantina Valtidone, che è tendenza senza paragone”.
La festa del vino novello Picchio Rosso è gemellata quest’anno con Cioccolandia, la manifestazione dedicata al cioccolato che si tiene a Castel San Giovanni sabato 4 novembre. Presenti in conferenza stampa alcuni rappresentanti della Pro Loco di Castel San Giovanni che organizza l’evento, a partire dal Presidente Sergio Bertaccini: “La collaborazione con Cantina Valtidone diventa quest’anno ancora più stretta. Durante Cioccolandia, sabato 4, ci sarà la possibilità di degustare a Castel San Giovanni il vino novello e tutti i vini della Cantina, mentre qui a Borgonovo ci saranno anche alcune nostre delizie di cioccolato. Come Pro Loco puntiamo molto sulla promozione del territorio, cosa che si può fare unendo le forze di questa vallata, come stiamo cercando di fare in questa occasione”.




La guardia di finanza arresta pericoloso latitante albanese in centro città

I finanzieri del comando provinciale di Piacenza hanno localizzato e catturato, in pieno centro cittadino, un pericoloso latitante pluri-pregiudicato di nazionalità albanese, latitante da circa 6mesi.
L’uomo, senza fissa dimora e privo di un’occupazione stabile, doveva scontare una pena residua di 1 anno e 2 mesi di reclusione a seguito di una condanna di 6 anni inflitta dalla procura della Repubblica di Firenze per cumulo di pene derivanti da diverse condanne per i reati di tentato omicidio, sfruttamento della prostituzione e dell’immigrazione clandestina, violenza e minaccia a pubblico ufficiale, lesioni personali aggravate mediante utilizzo di armi, evasione e spaccio di sostanze stupefacenti.
L’arrestato era anche stato colpito da un provvedimento di espulsione, che aveva ignorato rientrando in Italia clandestinamente.
Nei giorni scorsi militari del nucleo di polizia tributaria, durante una lunga attività di appostamento, lo hanno atteso e fermato all’uscita di un’abitazione ove viveva con la compagna. Alla richiesta dei documenti l’uomo non opposto particolari resistenze, ma ha mostrato evidenti segni di insofferenza ed ansia. E’ stato così condotto in caserma dai “baschi verdi” per ulteriori riscontri e approfondimenti investigativi. Ll’esame delle impronte digitali ha confermato la sua identità ed è stato così arrestato e condotto in carcere. Si tratta del terzo latitante catturato dalle fiamme gialle piacentine dall’inizio dell’anno.




Anche a Piacenza le finte e-mail di Enel. Attenzione si tratta di una truffa

A seguito di segnalazioni di mail dal contenuto ingannevole anche a Piacenza, inviate da un indirizzo email solo all’apparenza riferito ad una società del gruppo Enel, l’azienda ha avviato tutte le azioni necessarie per la tutela dei clienti e delle società del gruppo.

Il destinatario riceve una finta bolletta apparentemente proveniente da “Enel Energia”, dall’indirizzo no_reply.enelenergia@enel.com. Le mail contengono in allegato un file che, se aperto, è in grado di scaricare e installare un software malevolo (malware) che può consentire agli attaccanti di prendere il controllo dei dispositivi infettati ed eventualmente di propagarsi, attraverso la rete, anche ad altri dispositivi interconnessi.

Queste e-mail non sono state inviate né da società del Gruppo Enel né da società da essa incaricate. Si tratta di un tentativo di raggiro simile a quelli più volte denunciati da altre aziende e istituti finanziari.

Le procedure aziendali non prevedono in alcun caso la richiesta di fornire o verificare dati bancari e/o codici personali attraverso link esterni.

Enel ha già informato le autorità competenti e richiesto la chiusura dei siti malevoli.

L’azienda invita chiunque riceva una e-mail sospetta a non cliccare i link presenti all’interno dei testi, a non scaricare ed aprire allegati ed a verificare l’autenticità della richiesta attraverso i consueti canali di contatto: Punti Enel presenti sul territorio o i numeri verdi 800 900 800 per Enel Servizio Elettrico e 800 900 860 per Enel Energia.

 

 




Appuntamento con la storia di Pietro Armani, 96enne piacentino sopravissuto ai Gulag

Eccezionale evento per venerdì prossimo 3 novembre, alle 17,30, a Palazzo Galli della Banca di Piacenza. Pietro Amani, piacentino scampato ai Gulag, oggi novantaseienne e unico reduce italiano tuttora vivente, parteciperà alla presentazione del libro “Diario di prigionia” (pubblicato dalla Banca), dove lui stesso racconta la tragica esperienza dei tre anni di prigionia in Russia. Moderati dal giornalista Rai Stefano Mensurati, interverranno Francesco Bigazzi, autore del saggio “Il primo Gulag: le isole Solovki” e Dario Fertilio, scrittore e giornalista del Corriere della Sera. Nel corso della presentazione, Nando Rabaglia leggerà alcuni passi del Diario. L’evento sarà impreziosito dalla proiezione – per la prima volta in Italia – di due filmati d’epoca sugli italiani nei Gulag.

Pietro Amani, che vive alla porte di Piacenza città, era un fante dell’82° Reggimento Fanteria, Divisione Torino (la famosa Taurinense). Fu catturato il giorno di Natale del 1942 e liberato – dopo cammini nella neve a non finire e lavori forzati – nel settembre del ’45. Il viaggio di ritorno a casa durò circa tre mesi (in treno, via Berlino, Francoforte e Brennero); nel tratto italiano il prigioniero fu assistito dalla Croce Rossa di Piacenza. Nel Diario, Amani parla di alcuni compagni di prigionia: tra gli altri, il “ten. Girometta” di Castelsangiovanni, Lodovico Botti di Piacenza, Alfredo Trabucchi di Pontedellolio.

Il 96enne piacentino è l’unico sopravvissuto degli italiani dell’Armir fatti prigionieri in Russia e internati nel campo di concentramento di Karaganda (oggi nel Kazakistan). Un gulag vasto come la Lombardia e il Piemonte messi insieme. Gli internati vivevano in baracche di venti metri quadri in cui dovevano stare fino in venti, dormendo a turno sedute per terra o ammucchiate sui letti. Nel gulag, tra il 1931 e il 1960, passarono circa due milioni di prigionieri di 40 diverse nazionalità e si calcola che ben 500mila siano morti in prigionia. A Karaganda finirono circa 20mila militari italiani catturati dall’Armata Rossa durante la disastrosa ritirata. In Italia furono considerati dispersi, a parte le poche centinaia di fortunati che riuscirono a tornare miracolosamente a casa, come il nostro Pietro Amani, che a distanza di settant’anni sarà a Palazzo Galli, eccezionale testimone di una tragedia sconosciuta e da alcuni dimenticata.

L’ingresso all’evento è libero, con precedenza a chi si prenota (relaz.esterne@bancadipiacenza.it – tf. 0523/542357). Ai prenotati sarà fatta consegna della pubblicazione.

 




Alessandro Jachetti di Medici senza frontiere “indignato per la conferenza di Fiato”

Sulla conferenza di Lorenzo Fiato riceviamo e pubblichiamo una lettera inviataci da Alessandro Jachetti, medico d’urgenza, che ha collaborato con Medici senza frontiere ed è stato sulla Vos Prudence, nave ammiraglia dell’organizzazione umanitaria di stanza nel Mediterraneo, che ha raccolto migranti e profughi.

Gentile Direttore,

Leggo con estremo dispiacere che Piacenza, città già medaglia d’oro per la Resistenza e da sempre terra di ospitalità e accoglienza, sia arrivata a sponsorizzare un incontro pubblico di un’associazione xenofoba e razzista. Offrendo lo spazio nella Casa delle Associazioni, area comunale che dovrebbe promuovere l’inclusione e l’aggregazione, a un’iniziativa di un movimento di così basso valore morale e così discutibile come quella del gruppo neofascista di Generazione Identitaria, si manda un chiaro messaggio politico che non può lasciare indifferenti. Nessuno mette in discussione che in una democrazia tutti abbiano diritto di parola, del resto è anche per questo che i nostri Padri aderenti alla resistenza hanno combattuto, ma arrivare a offrire uno spazio comunale e garantire visibilità con la partecipazione di un assessore quale Luca Zandonella oltrepassa un limite importante che, in un tale momento storico, lascia l’amaro in bocca. Le scrivo indignato sia come cittadino cresciuto a Piacenza, che come medico che ha partecipato direttamente, nella scorsa primavera, alle attività di soccorso con una importante ONG nel Mediterraneo. Non solo le missioni di soccorso, nonostante l’iniziale clamore politico e popolare, sono risultate del tutto legali ed estranee a dinamiche oscure, ma è proprio la missione della nave C-Star di Generazione Identitaria che è finita inquisita a Cipro per “traffico illegale di esseri umani” per aver imbarcato personale irregolare e non dichiarato. Nonostante il tono che usano e le bugie che dicono, la loro missione è stata un vero fallimento, non solo non hanno mai provato a ostacolare le operazioni di soccorso, che ricordo essere sempre coordinate dalla guardia costiera e quindi passibili di reato in caso di intralcio, ma in un solo mese di navigazione hanno solo collezionato un’avaria, controlli delle autorità e rifiuti di attraccare da quasi ogni porto del Mediterraneo. Non proprio un bel successo, a prescindere da qualsiasi bugia il Sig. Fiato racconterà, e i dati sono ampiamente verificabili nelle fonti giornalistiche. Mi chiedo quindi se non fosse stato il caso, per onestà e trasparenza, organizzare un dibattito vero con un contraddittorio e non appoggiare un manifesto politico. Non è forse questo il ruolo di un’amministrazione comunale?  Fino a quando l’amministrazione comunale di Piacenza appoggerà eventi così discutibili, invece che spingere verso una corretta informazione dei propri cittadini? Quando, nella nostra lunga e importante storia, abbiamo smesso di essere giusti?

Cordiali saluti

Alessandro Jachetti




Preceduta da feroci polemiche si è svolta senza sorprese la conferenza di Lorenzo Fiato

Grande spiegamento di forze dell’ordine questa sera in occasione della conferenza di Lorenzo Fiato, presidente di Generazione Identitaria. L’incontro si è tenuto in una gremita saletta presso la Casa delle Associazioni in via Musso, zona San Lazzaro. Per ragioni di sicurezza parecchie persone non hanno trovato posto all’interno della struttura (non essendoci sufficienti posti a sedere). Gli esclusi hanno seguito, all’esterno, lo streaming video proposto, su Facebook, dal consigliere regionale leghista Matteo Rancan. 

La serata era stata organizzata da Luca Zandonella segretario della sezione cittadina della Lega Nord nonché assessore alla sicurezza del comune di Piacenza. Come è noto tantissime le polemiche che hanno preceduto la conferenza con Lorenzo Fiato, sfociate poi – nella notte fra mercoledì e giovedì – nell’affissione di alcuni manifesti che ritraevano lo stesso Zandonella con una svastica disegnata in fronte.

Il segretario provinciale del partito di Salvini, Pietro Pisani, in apertura di serata (vedi video qui sotto) ha definito i manifesti «ignobili, appesi da dei vigliacchi che nell’oscurità hanno agito perché hanno paura di dire cosa pensano. Preferiscono attaccare le altre persone, le idee, in maniera ignobile».

Luca Zandonella ha spiegato di aver ascoltato Fiato circa un mese fa a Sant’Angelo Lodigiano ed avendo trovato interessante il convegno di aver proposto all’esponete di Generazione identitaria la serata piacentina. «Sottolineo – ha detto Zandonella – a differenza di tante falsità che sono circolate in questi giorni che l’attività di Defend Europe non è mai stata quella di andare ad ostacolare il soccorso di persone ma di andare a controllare le attività delle ONG. Abbiamo visto proprio in questi ultimi giorni, ed in questi mesi, che alcune di queste associazioni sono state indagate per traffico di esseri umani».

Dopo un breve saluto di Andrea Crippa, coordinatore federale Movimento Giovani Padani, ha preso la parola Lorenzo Fiato. Chi si attendeva un intervento dirompente sarà rimasto deluso. Fiato ha infatti raccontato, in maniera quasi didascalica, la nascita del suo movimento in Italia e la campagna “Defend Europe” nonché i tanti problemi incontrati dalla nave C-Star durante la sua navigazione ostacolata nei porti di varie nazioni. Fiato ha spiegato che quella sua e di altri otto ragazzi under 30, a bordo della nave, è stata più che altro un’azione di “intelligence” per capire come si muovevano ed agivano le navi delle Ong ed ha raccontato quelli che a suo giudizio sono stati comportamenti scorretti tenuti – sotto i loro occhi – da parte della nave di una Ong in acque libiche. Fiato ha sottolineato come siano probabili complicità fra alcune delle Ong e gruppi di trafficanti Libici e come vi sia ancora molto da scoprire al riguardo.

Lorenzo Fiato, Generazione identitaria, l’operazione “Defend Europe” possono essere, in piena legittimità, contestati e contestabili da parte di chi non ne condivide idee, pensieri e riferimenti culturali. Allo stesso modo per Fiano resta legittimo esprimere le sue idee.

Comunque sia quanto visto ed ascoltato a San Lazzaro non sembrerebbe sufficiente a spiegare la levata di scudi che ha preceduto l’incontro piacentino. Non per nulla delle conferenze tenute da Fiato, in altri città d’Italia, si trovano scarse tracce sui giornali e gli incontri non sembrano aver suscitato particolari polemiche.

Il video del segretario provinciale della Lega Pietro Pisani