Iniziativa benefica alla casa del “Giovane Verdi”

Il pittore Gianfranco Asveri, originario della Val d’Arda, è stato ospite d’onore di un’iniziativa benefica che si è svolta nella  Casa del Giovane Giuseppe Verdi, a Busseto, dove il maestro visse dai 10 ai 18 anni. Asveri per l’occasione ha anche donato una sua opera alla Casa del Giovane Verdi. L’artista davanti ad un numeroso pubblico, ha raccontato l’emozione di scoprire che due sue opere sono fra quelle acquistate dal Premio Nobel per la letteratura Kazuo Ishiguro, “una soddisfazione che vale come e più di un premio” ha detto.

All’Avis sono stati donati 100 volumi di rare edizioni verdiane non in commercio, della Casa Edistrice Sichel, che verranno vendute per sostenere l’associazione, la quale per l’occasione ha ricevuto anche una donazione privata.

L’incontro è stato caratterizzato dalle esecuzioni verdiane del Maestro Matteo Cavicchini, intervallate da interventi dell’esperto di cose verdiane Corrado Mingardi, che ha illustrato ai presenti particolari poco noti relativi al Cigno di Busseto. Meri Rizzi, ricercatrice verdiana e medico, è intervenuta rivelando alcune parti di una sua recente ricerca relativa ai medici che hanno curato Verdi nel corso della sua vita. Al temine dell’evento si è svolto un rinfresco con prodotti tipici.




Partono i lavori per la riqualificazione dell’ex chiesa del Carmine

Si è tenuta oggi, in Municipio, la conferenza stampa di presentazione dell’intervento di riqualificazione della ex chiesa del Carmine. Nell’occasione si è anche tenuta la consegna uffiiciale dei lavori alla ditta aggiudicataria. E’ poi seguito un sopralluogo all’area esterna del cantiere.

Laboratorio aperto
I lavori serviranno per realizzare un “Laboratorio aperto” che – come si legge nel progetto – sarà «uno spazio urbano fruibile dai cittadini e dalle imprese, che vedrà la coesistenza di servizi di informazione su ambiente, mobilità, turismo ed eventi cittadini e di spazi attrezzati con tecnologia informatica avanzata, nel segno dell’innovazione e della sostenibilità».
Si tratta di uno dei primi cantieri in Emilia-Romagna per la realizzazione dei Laboratori Aperti che nasceranno in dieci città grazie a interventi finanziati dalla Regione e dall’Unione europea con i fondi del PorFesr 2014-2020.

Finanziamenti dal fondo Dup
L’intervento di restauro conservativo verrà realizzato con i fondi DUP, mentre con i fondi Asse Urbano la struttura verrà completata con la predisposizione degli spazi e delle aree per le funzioni previste. Nella ex chiesa troveranno posto anche attività di ristorazione, negozi temporanei, sale eventi e sale mostre i grado di produrre reddito e di sostenere parte dei costi della struttura.

Il progetto
Il progetto esecutivo di restauro, riuso, strutture e miglioramento sismico è stato assegnato al raggruppamento Temporaneo di professionisti costituito da: arch. Claudio Montagni (capogruppo), ing. Stefano Podestà, Modus Srl, dott. geologo Roberto Ricci, ing. Alessia Dal Bo’, CO.ART.SNC, arch. Giovanni Merialdo.
In sintesi il progetto di restauro prevede la demolizione delle tamponature del cleristorio, la riapertura delle due porte minori, dei finestroni e degli occhi sul prospetto principale, il rifacimento della scalinata di accesso sul prospetto principale di via Borghetto, il rifacimento della pavimentazione interna, da eseguirsi in pianelle in cotto, come i lacerti ancora esistenti, il recupero degli stucchi e dell’apparato pittorico, consolidamento e restauro delle volte e dei costoloni nelle varietà di fogge e forme caratterizzanti i diversi secoli cui appartengono. Ogni fase progettuale è stata concordata con la Soprintendenza Archeologia e Belle Arti di Parma, soprattutto il progetto di riuso che ha dovuto conciliare le peculiarità della fabbrica e nuove esigenze. Gli spazi necessari alla nuova destinazione d’uso sono stati individuati mediante la realizzazione di un soppalco e la chiusura delle cappelle laterali.

I lavori
I lavori sono stati consegnati oggi ed avranno una durata di 390 giorni, mentre la piena funzionalità dell’immobile è prevista per la primavera 2019. L’importo dei lavori a seguito del ribasso offerto in sede di gara è pari ad € 4.633675,08 (IVA compresa). Complessivamente l’impegno finanziario del Comune è pari al 24% dell’importo complessivo (pari a 1 271 835,54), il restante 76% è dato da finanziamenti pubblici.

La chiesa di Santa Maria del Carmine
La chiesa di Santa Maria del Carmine, fondata a Piacenza nel 1334 dai Padri Carmelitani, sorge tra le odierne via Borghetto e piazza Casali. Il complesso nasce in forme semplici rispecchiando la tipica architettura degli ordini mendicanti. In seguito alla soppressione degli ordini nel 1805 la chiesa viene prima adibita ad ospedale e poi a magazzino mentre il vicino convento diventa prima caserma e, dal 1807, Pubblico Macello. Dal 1923 il convento diviene sede della organizzazione del Partito nazionale fascista e dagli anni ’50 ospita uffici statali fino al 2006, anno in cui l’intero complesso viene abbandonato. Nasce già in zona strategica rispetto agli altri ordini mendicanti perché viene realizzata nei pressi di “Porta Milanesa” e continua a mantenere una posizione nevralgica rispetto alla città ossia ai bordi del centro
storico e all’interno del Comparto Nord dove si concentrano scelte importanti per l’Amministrazione Comunale, ovvero il recupero delle aree militari.




Due motociclisti infortunati a Tradoni di Travo. Intervenuto l’elisoccorso

Due motociclisti sono rimasti infortunati nella tarda mattinata di oggi in località Tradoni di Travo.
I due, un uomo e una donna, viaggiavano bordo di moto enduro su una strada carraia quando, per cause ancora da chiarire, hanno perso il controllo dei mezzi cadendo a terra e procurandosi diversi traumi.
Sono subito stati allertati i soccorsi. Sul posto sono confluiti i tecnici della Stazione “Monte Alfeo” della Soccorso Alpino di Piacenza, i vigili del fuoco e l’ambulanza di Bobbio, mentre da Pavullo nel Frignano si è alzato in volo l’elisoccorso abilitato per recuperi in ambienti montani ed impervi. Arrivati sul posto, i soccorritori hanno stabilizzato e messo in sicurezza i due centauri; la donna ha riportato alcune contusioni non gravi ed è stata caricata sull’ambulanza mentre per l’uomo si è reso necessario il trasporto all’ospedale maggiore di Parma con l’eliambulanza.




Christian Fiazza propone un mercato settimanale alla Veggioletta

«Propongo la sperimentazione temporanea di un mercato settimanale di qualità in zona Viggioletta, nel piazzale tra via Einaudi e via Pirandello». L’input arriva dal consigliere comunale Christian Fiazza, che ha raccolto le istanze dei cittadini e dei commercianti, proponendo una soluzione pratica «per sfruttare al meglio questo parcheggio riqualificato nell’autunno del 2016, dando spazio a banchi alimentari e non, come avviene in centro storico, in zona Farnesiana e nel quartiere Besurica. Si aggiorni la mappa dei mercati della città, offrendo nuovi punti di aggregazione e commercio per i piacentini».
«Sin dalla realizzazione e dalla successiva inaugurazione del parcheggio, i residenti hanno manifestato la richiesta di poter fruire di un piccolo mercato settimanale utile per permettere agli abitanti stessi di acquistare i generi di prima necessità e di consumo senza doversi munire di autoveicoli o di altri mezzi di trasporto. Dal 1976, quando vennero aperti i Consigli Circoscrizionali sul territorio, gli abitanti della Viggioletta manifestano questo bisogno, che non è più tempo di trascurare. Si coinvolgano tutte le associazioni di categoria e si avvii un bando comunale: dare ossigeno agli ambulanti – anche in termini di spazi – significa trasformare i paesaggi urbani, creare un presidio di vendita e di socialità tra pensionati, famiglie, bambini e giovani. È ciò che sta avvenendo a Borgotrebbia, dove dai primi mesi del 2017 ha preso avvio la sperimentazione di un piccolo mercato settimanale al lunedì. Proprio stamattina è avvenuto lo spostamento dell’attività nel parcheggio adiacente a via Ricchetti, in una nuova collocazione più consona e adatta, frutto del costante e proficuo confronto tra il Comitato di residenti della frazione e le istituzioni locali. Il mercato è un’istituzione viva, rimasta inalterata nel corso degli anni, che va incentivata con tutti gli strumenti amministrativi a disposizione».




Lavori in vicolo San Martino. Viabilità modificata per un anno

Per consentire i lavori di ristrutturazione e risanamento conservativo di uno stabile all’angolo tra via Verdi e vicolo San Martino, tale intersezione resterà chiusa al traffico per un intero anno (con divieto di circolazione e di sosta su entrambi i lati), da giovedì 26 ottobre al 26 ottobre 2018.

Nei restanti tratti di vicolo San Martino non interessati dal cantiere di lavoro, verrà revocato per i soli residenti in via Verdi il senso unico di circolazione.

Contestualmente, sarà istituito il divieto di sosta con rimozione forzata nel tratto di via Verdi compreso tra l’intersezione con vicolo San Martino e il civico 23. Verrà inoltre installato un dissuasore di sosta, per permettere la volta ai mezzi operativi di cantieri che, in uscita su via Verdi, potranno percorrerla con l’ausilio di movieri in senso opposto a quello di marcia, nel tratto compreso tra vicolo San Martino e piazza Sant’Antonino.




Inquinamento. Resta il blocco per le auto diesel pre Euro 5 fino a giovedì

Continua l’emergenza inquinamento e fino a giovedì 26 permane l’allerta di secondo livello.

Il bollettino Arpae emesso oggi, lunedì 23 ottobre, conferma sino a giovedì 26, incluso, l’allerta di 2° livello e le relative misure emergenziali previste dal Piano regionale integrato per la qualità dell’aria, a seguito del superamento continuativo dei valori limite di Pm10 sul territorio provinciale.

Pertanto, resta in vigore il divieto di circolazione, dalle 8.30 alle 18.30, non solo per i veicoli a benzina pre Euro ed Euro 1, diesel pre Euro, Euro 1, Euro 2 ed Euro 3, ma anche per i mezzi diesel Euro 4, oltre a ciclomotori e motocicli a due tempi pre Euro. Permane per tutti l’obbligo di spegnere il motore dei veicoli in sosta.

La fase di emergenza comporta inoltre il divieto assoluto di combustioni all’aperto di qualsiasi tipologia (falò, barbecue, fuochi d’artificio, ecc.), il divieto di spandimento di liquami zootecnici e di utilizzo di generatori domestici di calore alimentati a biomassa legnosa (in presenza di impianti di riscaldamento alternativo), aventi prestazioni energetiche ed emissive non in grado di rispettare i valori previsti almeno per la classe 4 stelle. Obbligatorio, infine, ridurre di almeno un grado centigrado le temperature negli ambienti riscaldati, fino a un massimo di 19° C nelle case, uffici, luoghi di culto, commerciali o ricreativi e di 17° C nelle sedi di attività industriali e artigianali (con esclusione degli ospedali e delle case di cura, delle scuole e dei luoghi che ospitano attività sportive).

Con il prossimo bollettino, giovedì 26 ottobre, Arpae comunicherà l’eventuale rientro a una situazione di normalità, il mantenimento dell’allerta di 2° livello o l’eventuale passaggio all’emergenza di 1° livello. Per ulteriori informazioni è possibile consultare la pagina web www.comune.piacenza.it/temi/muoversi/inauto/limitazioni.

 

 




Il PD interviene su Ztl e smog: a Piacenza “servono azioni drastiche e coraggiose”

Il gruppo consigliare del Pd nel consiglio comunale di Piacenza ha diffuso un comunicato sulla questione dell’inquinamento e della Ztl.

La pianura padana soffoca sotto livelli di polveri sottili da strabuzzare gli occhi, sforare i limiti è ormai prassi quotidiana e le mascherine bianche che ci facevano sorridere sulle bocche dei turisti cinesi incontrati nelle città d’arte o visti nei servizi televisivi da Pechino sono ormai familiari anche nelle nostre strade. Roba da lasciare i polmoni a casa prima di uscire al mattino.

Bene. Davanti a questo quadro funesto, succede che a Piacenza l’amministrazione Barbieri continua imperterrita la sua opera di demolizione di tutto ciò che ricorda chi li ha preceduti e, coerente con le promesse elettorali, prima revoca l’ordinanza che incentiva la circolazione delle biciclette e poi, con un tempismo davvero raro, annuncia l’idea di ridurre l’orario della ZTL.

Apriti cielo! I cittadini cominciano a lamentare l’insensatezza dell’idea, a mostrare le prime crepe della luna di miele che all’inizio accompagna i nuovi timonieri.

Meno male, si pensa in giro: vedrai che tornano sui loro passi. D’altronde la prima pagina di Libertà, con il nove colonne sull’isola pedonale accorciata e di fianco i piccoli scolari bardati come dei sommozzatori per andare a scuola pare un sufficiente ammonimento.

E invece no. Tra il taglio di un pioppo secolare e qualche decina di multe ai ciclisti del centro storico, arriva a stretto giro il tentativo di aggiustare il tiro tenendo insieme ZTL frustrate e pedonalizzazioni spinte.

“Io speriamo che me la cavo” é il titolo perfetto per uno scivolone amministrativo su cui insistere pare quanto meno avventato. La classica toppa peggiore del buco, che dimostra un momento di confusione, figlio di “vorrei ma non posso” che sono solo destinati ad aumentare col passare del tempo e di qualche “l’ho promesso e adesso?” di troppo. 

Sul tema ambientale, nessuna forza politica è in condizione di dare lezioni. Resta però il fatto che oggi sembrano farsi largo mere dichiarazioni d’intenti e scelte di scarso senso, che non solo non provano a migliorare l’eredità della passata amministrazione (che comunque qualcosa di dignitoso sul piatto può orgogliosamente mettere), ma vanno dritte nella direzione del peggioramento consapevole ed evitabile.

Altro che contentini ai sostenitori elettorali. Qui servono azioni drastiche e coraggiose, ma di segno clamorosamente opposto!

Mettiamo subito mano a un piano della salute rivoluzionario. Facciamoci insieme carico di scontentare qualcuno per il bene di tutti, specie i più piccoli, le generazioni a cui già lasciamo tanto schifo e che meritano più impegno da parte nostra.

Si attivi un organismo permanente di controllo con tutti i soggetti interessati perché la questione ambientale diventi davvero patrimonio condiviso, per arrivare a prendere decisioni capitali e mettere in atto un’inversione di rotta che non può più essere rimandata.

Il Partito Democratico di Piacenza, appena rinnovato nei suoi organismi e proiettato a profondi cambiamenti, conta su un gruppo di giovani che spinge per una maggiore sensibilità ambientale. Sappiamo di avere pure noi terreno da recuperare.

Per questo ci mettiamo a disposizione, con sincero spirito propositivo. Abbiamo maturato competenze e nutriamo rinnovato interesse per essere al servizio di chi vorrà e saprà ascoltare tutti i contributi, senza pregiudizio.

Finora in Consiglio comunale ci hanno snobbato, con l’arroganza di chi dopo tanti anni vuole far vedere a tutti chi comanda. Pazienza. Per temi come questi non saremo certo permalosi. Guardiamo oltre, nell’interesse diffuso dei piacentini e tendiamo ancora una volta la mano. Uno scivolone capita a tutti gli amministratori. Si abbia ora la giusta dose di umiltà per ammetterlo e si raddrizzi il tiro in modo collegiale, partendo da quel che pensano i cittadini e le associazioni che di ambiente si occupano da sempre.

Gruppo Consiliare Partito Democratico 

Comune di Piacenza 




Alla Besurica installati i cartelli di controllo di vicinato

Sono stati installati alla Besurica dieci cartelli che recitano “Zona sottoposta a controllo di vicinato”ere Besurica. Lo comunica con soddisfazione il comitato di residenti “Besurica Sicura”: «Questo tipo di segnaletica era una delle richieste avanzate all’amministrazione comunale e alla Polizia Municipale, che dopo un sopralluogo nella zona hanno provveduto al collocamento. Non si fermano qui, chiaramente, le nostre necessità in merito al tema sicurezza e quieto vivere: da tempo chiediamo le telecamere di videosorveglianza e di lettura targhe agli accessi della Besurica, nonché un aumento delle forze dell’ordine nel quartiere. Auspichiamo che la giunta ci dia risposte soddisfacenti da questo punto di vista. Invitiamo tutti residenti a contattarci – conclude la nota – per entrare a far parte del gruppo WhatsApp di controllo di vicinato, contribuendo a mantenere gli occhi vigili sulle nostre strade e giardini, a riappropriarsi dell’ambiente in cui si vive, a collaborare con le Forze dell’ordine e a sventare i furti e gli atti vandalici. Nelle scorse settimane, per esempio, grazie alla chat è stata verificata una delle nostre segnalazioni relativa alla presenza di un veicolo sospetto, successivamente sequestrato per la mancata copertura assicurativa».




Oltre una tonnellata di alimenti raccolta dalla Croce Rossa per i poveri

La Croce Rossa Italiana, Comitato di Piacenza, ha effettuato ieri una raccolta di generi alimentari di prima necessità e prodotti per neonati e bambini, nei supermercati “Esselunga” di Via Conciliazione e di Via Manfredi. Insieme ai cinquanta volontari della Croce Rossa (coordinati da Clara Volta in via Manfredi e da Veronique Pichon in via Conciliazione) erano presenti negli stand le crocerossine e gli uomini dell’Associazione Nazionale Alpini di Piacenza.

«Quanto raccolto – ha spiegato Ivana Casotti, responsabile del servizio di raccolta alimentare per le famiglie – sarà destinato alle persone bisognose del territorio, assistite da Croce Rossa Italiana. Il contributo dei tanti piacentini che hanno partecipato sarà di grande aiuto per alleviare le situazioni di vulnerabilità». A metà pomeriggio nei magazzini erano già stoccati 350 kg di pasta, 100 kg di riso, zucchero, olio, biscotti, scatolame vario (tonno, legumi, passata di pomodoro), latte a lunga conservazione. Per i neonati sono stati raccolti omogeneizzati e biscotti.

Alessandro Guidotti, presidente del comitato di Piacenza di Croce Rossa, ha sottolineato come anche in questa occasione la comunità piacentina si sia dimostrata generosa e attenta alle esigenze delle famiglie in difficolta. Ha inoltre ringraziato Esselunga per la sensibilità dimostrata anche in questa circostanza.




Chiara Cetta è volata in Pennsylvania per studiare finanza. “Di Piacenza mi mancano le vasche con le amiche”

Ci sono luoghi e scenari che per quanto lontani migliaia di chilometri sono per noi famigliari, quasi si trovassero dietro l’angolo. Una suggestione possibile grazie alle centinaia di film americani che ci raccontano spaccati di vita oltreoceano, fra le fumose strade di New York piuttosto che su una spiaggia Californiana o in un campus universitario. Proprio in un college degli Stati Uniti si trova, al momento, Chiara Cetta, piacentina 20 anni (21 a breve) iscritta al terzo anno della laurea triennale in Economia e Finanza dell’Università di Parma.

Superata la differenza di fusi orari, parte la nostra chiacchierata a distanza facilitata da WhatsApp.

Che corso stai frequentando in America?
«Studio sempre economia e finanza per completare il mio ciclo italiano. Sostengo degli esami che avrei dovuto dare a casa e che l’Università di Parma mi riconoscerà. Una volta rientrata terminerò questa fase e poi mi iscriverò alla laurea magistrale».

Quanto tempo ti fermi negli Sati Uniti?
«Sono qui per un semestre. Le lezioni sono incominciate il 28 agosto e ritornerò prima di Natale, finiti gli ultimi esami».

Quali sono le differenze più evidenti fra l’Università italiana e quella americana?
«Pensavo non ce ne fossero molte. Invece, quando sono arrivata, mi sono stupita perché è tutto molto diverso, a partire dall’approccio alla materia, a come viene insegnata e come si deve studiare. La parte teorica è importante ma si dà enorme spazio alla parte pratica, quindi ti fanno fare tante esercitazioni. Ti forniscono strumenti per applicare ciò che hai studiato. A Parma si fa molta teoria, molte lezioni frontali. I professori spiegano alla lavagna e gli studenti prendono appunti e poi studiano sul libro e sugli appunti. Qui invece Si fanno parecchi laboratori, è una esercitazione continua. Vi faccio un esempio. Sto studiando finanza … gli investimenti. In Italia l’ho approcciata in maniera teorica, sui libri. In America sto iniziando ad investire in qualche azione, facendo delle simulazioni di gioco online, seguita dal docente. In aula il prof ci spiega come investire, quanto investire, il momento in cui farlo, come monitorare il proprio investimento, attraverso il computer. E’ un approccio estremamente pratico che mi piace molto».

Meglio della sola teoria italiana?
«Diciamo che combinare teoria e pratica sarebbe l’ideale».

Gli esami sono simili ai nostri?
«No, è molto diverso. Si usano tantissimo i test a scelta multipla, con le crocette. Un sistema più “sbrigativo” ed immediato rispetto all’esame orale italiano dove il professore interroga e tu rispondi. Gli esami invece si fanno periodicamente».

Ci sono le sessioni come da noi?
«Questa è una delle maggiori differenze. Non c’è un periodo di esami come da noi, la sessione estiva o invernale. Ogni settimana o ogni quindici giorni il professore fa un esame sul programma svolto fino a quel momento, ad esempio su determinati capitoli. Dopo di che prosegue nel programma. E’ molto diverso».

E’ quasi più simile ad una nostra scuola superiore?
«Abbastanza simile. Ci sono queste prove intermedie, periodiche e poi ci sono le esercitazioni ed i compiti da fare a casa per la lezione successiva. Sei più seguito».

Il campus dove studi e vivi è simile a quelli che siamo abituati a vedere nei film hollywoodiani?
«Appena sono arrivata ho pensato esattamente questo, mi sembrava di essere in un film.  Io frequento la St. Francis University, che è in Pennsylvania. Questo campus, rispetto a molte altre università americane, è piccolo. Dal dormitorio arrivo all’edificio dove ci sono le aule di business a piedi, in cinque minuti. Magari in altri campus ci vuole il pullman perché sono molto più grandi. Questa università è immersa nel verde. E’ molto bella, c’è una pineta qui accanto e c’è molta campagna. Si respira aria pulita e per questo è bello stare fuori, all’aperto. Ci sono vari edifici per i dormitori. Altri ragazzi invece preferiscono affittarsi delle case esterne al campus. Ci sono le facoltà, scientifiche, economiche, letterarie. La mia ad esempio è ospitata in un palazzo antico. Poi c’è una grande mensa e varie caffetterie. Insomma proprio come si vede nei film».

Ci sono anche strutture dove fare attività sportiva?
«Certo! Questa è una Università che accoglie molti studenti atleti a cui attribuisce borse di studio. Si pratica quasi ogni sport immaginabile, dal calcio, al football, dal tennis al basket quindi ci sono tutti i campi ed in più la piscina e le palestre. Una palestra è per i ragazzi non atleti, attrezzata benissimo (dove andiamo noi) e poi ce ne è una dove si allenano gli atleti.

La vita sociale come è? Anche quella è come nei film con le sorority indicate dalle lettere dell’alfabeto greco come Zeta Phi Beta?
Ci sono tante sororities (sorellanze per le ragazze) o fraternities (fratellanze per i ragazzi). Organizzano varie attività soprattutto nei week-end. Durante la settimana c’è sempre e comunque qualcosa da fare, ma nei fine settimana si concentra la maggior parte di eventi. Puoi andare al bingo, a giocare a biliardo, a ping-pong, partecipare a tornei. Abbiamo anche un cinema interno all’Università».

Nessun party?
«Quelli vengono organizzati al di fuori, in case private (magari prese in affittato dagli studenti come alternativa ai dormitori). Se fai conoscenza con qualcuno ti invitano anche a queste feste ed incontri un sacco di persone. In generale c’è ampia scelta per come passare il tempo libero».

Il problema dell’alcolismo, delle bevute di gruppo smodate lo hai potuto vedere, toccare con mano?
«Sono stata a qualche party e l’alcool ovviamente c’è perché essendo ragazzi … non manca. Però sono molto attenti, rispettano le regole, contrariamente a quanto mi sarei aspettata, mi sono ricreduta! Gli alcolici sono vietati fino al compimento del ventunesimo anno di età.  Questo è un campus di studenti fino ai 25 anni, quindi molti studenti hanno meno di 21 anni. Anche nei party stanno molto attenti, cercano di non bere o bere poco. La polizia del campus fa tante ronde e controlla di continuo. Sono parecchio severi. Se anche ti pescano a trasportare alcol ancora chiuso in bottiglie e lattine ( e non hai 21 anni) vai a finire in guai seri. Sono molto più severi rispetto all’Italia, sia la polizia del campus sia quella della vicina cittadina e non solo per l’alcool, ma sotto ogni punto di vista. La polizia è sempre presente, fa continui giri. Ti senti molto sicura».

Una ragazza quindi, a differenza di quanto succede ormai anche a Piacenza, esce tranquilla di sera?
«Spesso capita che io mi trattenga nell’edificio di business fino a tardi, oltre mezzanotte. E’ sempre tutto aperto. Studio con dei mei amici in qualche aula e poi torno da sola, in dormitorio a piedi. Non ho nessun timore. E’ tutto molto controllato, vedo sempre la ronda della polizia interna».

I ragazzi sono mediamente molto impegnati nello studio?
«Dipende. Come dicevo ci sono molti atleti che devono far combaciare studio e sport. Loro è difficile vederli studiare insieme agli altri nelle aule. Lo fanno nei momenti in cui non hanno allenamento. Invece i ragazzi non atleti studiano spesso nelle aule comuni, nelle biblioteche. C’è molta gente che dedica tempo a prepararsi. Prendono sul serio l’Università.  Io, al pari di altri, non studio in dormitorio. La mia stanza è piccola e la condivido con un’altra ragazza. E’ più confortevole usare le sale apposite o anche le aule dove facciamo lezione che restano aperte 24 ore su 24».

C’è qualcosa che ti manca dell’Italia, di Piacenza?
«Svariate cose. Per esempio il cibo mi manca tanto. La mensa è ottima. Coltivano loro le verdure che sono a chilometri zero. Frutta e verdura sono freschissime. Però … mi manca la pasta … e tante cose buone. Mi mancano gli amici di Piacenza. Mi mancano i giri in centro. Qui sei sempre nel campus perché per raggiungere una qualunque città devi prendere la macchina. Mi manca la vita con le mie amiche … ma tornerò presto, quindi non ci penso più di tanto».

L’idea di rimanere a vivere per sempre, in un posto così, in America, ti ha sfiorato o sei contenta di questa esperienza ma anche di tornare a casa, a Natale?
«Per adesso sono contenta di rientrare e finire, a Parma, il mio corso di studi. A casa ho la famiglia, il fidanzato, gli amici a cui sono profondamente legata.  Mi ha sfiorato l’idea di poter magari fare un master o un domani di poter mandare curriculum sempre negli Stati Uniti a qualche azienda. Sono organizzati … c’è una qualità di vita alta. Mi piacerebbe mettermi in gioco anche in Americai, magari finita l’Università. Per adesso torno in Italia e continuo lì la mia vita».

Il fidanzato, a casa, è geloso?
«No, no. Abbiamo un buon rapporto. La distanza si sente … ma nel nostro caso un po’ meno perché lui sta facendo l’Erasmus in Lituania. Quindi anche lui è impegnato. E’ meno brutto di quanto non sarebbe se dovesse aspettarmi a casa. Va bene così. Siamo contenti entrambi».

E’ piacentino anche lui?
«No. E’ di La Spezia. Ci simo conosciuti in università a  Parma».

Come hai fatto ad accedere a questo programma.
Il programma si chiama Overworld e ti offre non solo questa destinazione ma tante altre nel mondo ed in America. Ogni università ospitante richiede degli standard, medie di un certo livello (la St. Francis ad esempio al di sopra del 25 e per economia sopra il 27). Io avevo fatto domanda per questa università e per un’altra in California.  Per economia e finanza erano le due destinazioni più appropriate. La St. Francis ha stipulato proprio una convenzione ed un programma con l’università di Parma per la parte economica. Ho fatto domanda, ho dovuto sostenere un test di inglese in Italia; hanno valutato il percorso di studi, la media. Ho dovuto scrivere una lettera motivazionale in cui spiegavo perché sarei voluta venire in America, quali erano le mie ambizioni e le mie aspettative. Una volta accettata a Parma la mia domanda è stata inoltrata alla St. Francis per una ulteriore valutazione alla fine della quale mi hanno accettato. Oltre a me è stato preso anche un altro studente di Parma che però frequenta la magistrale. Il percorso, prima di partire, è un po’ lungo. Comunque ne è valsa la pena. Anche perché se si tenta di entrare in una università americana, da zero, dopo aver ottenuto il diploma è molto più difficile. Se parti con l’appoggio di una università italiana e con un programma di scambio, diventa tutto più semplice».

Anche in termini di costi perché, nel tuo caso, ti paghi solo l’iscrizione a Parma giusto?
«Io pago le normali tasse a Parma e qui solo i costi di dormitorio e mensa».

A quanto ammontano più o meno?
«Intorno ai seimila euro, compreso il computer che mi hanno dato e l’assicurazione sanitaria. E’ molto ridotto rispetto ad un semestre fatto direttamente alla St. Francis che costa sui 23 mila dollari; un intero anno 46 mila dollari. E’ una università privata gestita da frati francescani, fra le più care. Sono fortunata perché devo pagare solo una piccola parte di questo costo».

Carlandrea Triscornia