Rigiocattoliamo, un’idea per non buttare i vecchi giochi

Si terrà giovedì 19 e sabato 21 ottobre, presso il Punto prestito Besurica in via Perfetti 2, l’iniziativa rivolta alle fasce d’età 0-6 e 7-14 anni “Rigiocattoliamo”, un’idea per non buttare i giocattoli usati e per rendere nuovi quelli vecchi. Giovedì 19, dalle 15.30 alle 18.30, i bambini e i ragazzi potranno consegnare i loro giocattoli usati (massimo 3) in buono stato, puliti e funzionanti, in cambio dei quali riceveranno un gettone per ritirare altrettanti giochi sabato 21 ottobre, dalle 10.30 alle 12.30.

Potranno essere oggetto di scambio le seguenti tipologie di giocattoli: giochi e puzzle in scatola, domino, piste complete per macchinine o trenini, legnetti da costruzione tipo kapla, scatole di lego per costruzione, puzzle di legno ad incastro, animali di vario genere, fattorie, cubi-puzzle, casette delle forme, abachi di vario genere, batti batti, piccoli giochi da trascinare, piccoli strumenti musicali tipo xilofono, pianole e altri simili, giochi da spiaggia, carte da gioco di vario genere e giochi di società e di ruolo.




Riunione del Comitato no al bitume. Intanto la Lega definisce il bitumificio un “mostro ecologico”

Domani mercoledì 18 Ottobre 2017 alle ore 21, presso la sala parrocchiale della chiesa di San Quintino a Gossolengo si terrà l’Assemblea Pubblica dal “Comitato no al bitume sì al parco del Trebbia” al fine di aggiornare la popolazione circa gli ultimi sviluppi del Ricorso al TAR avverso alla autorizzazione del mega impianto di produzione Conglomerati Bituminosi in località Pontenuovo.
Oltre all’aggiornamento sul ricorso la serata sarà l’occasione per discutere circa la nuova richiesta di autorizzazione per l’espansione la Mega Cava del Molinazzo Sud, proprio di fronte al Castello di Rivalta, e le osservazioni presentate dal Comitato oltre a illustrare le nuove iniziative in programma a difesa del Parco del Trebbia. Tutta la Cittadinanza è invitata a partecipare.

Sullo stesso argomento oggi la Lega Nord ha diffuso un comunicato stampa che pubblichiamo qui di seguito.

Difendere il territorio significa, in primo luogo, diferderne la popolazione e la sua qualità della vita.
Oggi riteniamo doveroso, da parte di Lega Nord, schierarci con tutte le nostre forze a difesa della Val Trebbia, minacciata nella sua parte terminale, ma con questo non meno degna di essere apprezzata e conservata il più possibile intatta, da uno sciagurato insediamento industriale.
Il nuovo impianto di produzione del bitume che sta entrando in questi giorni in produzione tra Gossolengo e Rivergaro, pur formalmente conforme a Leggi e regolamenti vigenti (fatta salva la sentenza che deve essere ancora pronunciata dalla Corte Europea), è in realtà un vero e proprio “mostro ecologico”.
E’ evidente infatti come non solo si stia parlando di una delle tipologie di impianti a più alto tasso di inquinamento atmosferico, ma pure tale da indurre un ulteriore inquinamento da parte della logistica correlata.
Con l’impianto a regime, infatti, al fiume di autocarri che giornalmente si riversa sulle strade da e per l’adiacente cava, si andrà ad aggiungere il notevole apporto degli altri mezzi che movimenteranno verso l’esterno il prodotto del nuovo stabilimento.
Quindi, oltre all’inquinamento atmosferico prodotto (i documenti autorizzativi si riferiscono sempre e solo ai livelli di inquinamento dell’impianto, mai a quelli dell’indotto, da considerarsi “danno collaterale” e pertanto trascurabile), la popolazione si troverà a soffrire di un sempre maggiore inquinamento acustico, dell’appesantimento del traffico e di tutte le negatività conseguenti.
E’ lecito a questo punto chiedersi: in un’ottica economica territoriale, e non meramente aziendale, com’è il bilancio vantaggi/svantaggi per la Comunità?
Su un piatto della bilancia metteremo i nuovi posti di lavoro creati (che si contano sulle punte delle dita) e le imposte locali pagate dall’Azienda; sull’altro piatto, invece, dovremo porre il danno sociale prodotto dal peggioramento delle condizioni dell’aria con il conseguente peggiorare delle condizioni di salute dei cittadini, a cominciare dai più deboli (bambini e anziani), il danno economico provocato ad una economia della valle basata su agricoltura e turismo, oltre alla ferita incurabile provocata ad una zona del Trebbia che, a parte il ponte di Tuna, sembra aver attraversato i secoli senza snaturarsi, dominata dalla torre del Castello di Rivalta.
E’ evidente da quale parte penda la bilancia: per questa ragione Lega Nord Media Valtrebbia intende fare proprie tutte le ragioni del territorio e della sua popolazione e dare inizio ad una opposizione dura all’impianto, perché non possono essere le ragioni del profitto aziendale (ma non dovrebbero essere altre le motivazioni dell’esistenza delle Cooperative rosse?) a prevalere sulla vita della Valle e dei suoi abitanti.




Secondo la Lega i dati evidenziano un collegamento fra immigrazione e criminalità

«Se il 49,4% dei reati più comuni a Piacenza sono commessi da stranieri, significa che nel nostro territorio l’immigrazione non si è rivelata essere quella risorsa tanto enfatizzata dai sostenitori dell’apertura a tutti i costi delle frontiere. Al contrario, i dati danno ragione alla Lega Nord sul collegamento tra l’accoglienza non selezionata e la delinquenza, un binomio troppo a lungo ignorato e ora convalidato dai dati».

Così il segretario provinciale del Carroccio, Pietro Pisani, ed il consigliere regionale Matteo Rancan in riferimento alle statistiche presenti nella banca dati delle forze di polizia italiane (SDI), che evidenziano l’incidenza della criminalità straniera a Piacenza nei primi mesi del 2017, periodo nel quale la metà degli arrestati è risultata provenire da altri paesi.

«Ai paladini dell’immigrazione indiscriminata – attaccano – non resta che prendere atto di come la loro politica delle porte aperte si sia convertita in un sistema per l’importazione di malviventi. Fenomeno, questo, di cui il nostro paese non ha assolutamente bisogno. Quello di cui i cittadini avvertono la necessità è invece un fermo cambiamento, a partire dalle regole sull’immigrazione che stanno trasformando l’Italia in una terra di conquista per delinquenti d’ogni tipo. Non possiamo più permettere – insistono Pisani e Rancan – che nei nostri territori, già oppressi da un’invasione senza precedenti, certe etnie si mettano negativamente in luce per l’elevata frequenza nei crimini commessi. Senza costoro avremmo il 50% in meno dei crimini e la possibilità di investire per i nostri cittadini bisognosi le risorse che oggi vengono destinate a fronteggiare la delinquenza».




Una studentessa piacentina a Cork, in mezzo alla tempesta Ophelia

La tempesta Ophelia ha raggiunto oggi le coste irlandesi con venti che soffiavano a oltre 130 chilometri all’ora. La popolazione era stata ampiamente allertata e l’esercito in stato di mobilitazione. Nel pomeriggio di ieri era stata decisa, dal governo, la chiusura di scuole ed università e gli abitanti erano stati invitati a non uscire di casa se non per emergenze.

Bloccati i trasporti, cancellati oltre centocinquanta voli fra Dublino e Cork. Ci sono anche state vittime. Tre quelle accertate al momento.

Migliaia le famiglie rimaste senza elettricità in varie aree del paese. Particolarmente colpito il sud ovest dell’isola di smeraldo, come è soprannominata l’Irlanda. Nella zona di Cork scoperchiate una scuola ed uno stadio. Proprio a Cork si trova una diciassettenne piacentina, Francesca, che sta frequentando un anno di studi all’estero come “exchange student”.

Gli effetti dalla tempesta Ophelia

Come state vivendo l’emergenza?
«Non siamo andati a scuola e siamo rimasti barricati in casa. C’è stato vento molto, molto forte, ma da qui, onestamente, non si percepiva una vera situazione di pericolo. Sarà che siamo in un quartiere residenziale recente e gli alberi sono ancora piccoli.  Anche il mare, davanti a casa era agitato ma non in tempesta (la città sorge su una sorta di grande baia, quasi un lago ndr).  Sui canali televisivi nazionali abbiamo visto scene ben diverse con onde altissime, alberi divelti, tetti scoperchiati. Alcune mie amiche, che sono in zone diverse del paese, più rurali, sono rimaste senza acqua e senza elettricità. A noi è andata bene ».

Cosa avete fatto tutto il giorno?
«Oltre a rimanere incollati alle news, con la mamma che mi ospita e i due bambini abbiamo preparato le decorazioni di halloween, che in Irlanda è una festa molto sentita, essendo nata proprio qui».

 L’allarme è rientrato?
«In realtà no, almeno non completamente. Anche domani le scuole resteranno chiuse».

Altre cup-cake a forma di teschio e strega allora …
«Può essere. Al momento, sempre per restare in tema, sto preparando un bel risotto alla zucca. E’ la prima volta che lo cucino e spero che non venga … mostruoso. Sto ricevendo istruzioni da mio padre via Whatsapp».

Erano preoccupati i tuoi, a Piacenza?
Non più di tanto. Ci siamo tenuti in contatto via messaggi e gli ho girato qualche immagine sul gruppo di famiglia.

Ti saresti aspettata di trovarti nel bel mezzo di una tempesta?
«Sinceramente no. In realtà io sarei voluta andare negli Stati Uniti ma i miei mi hanno convinto a scegliere l’Irlanda. “L’America è piena di pericoli – mi dicevano – ci sono tempeste uragani, sparatorie”. Beh in Irlanda certamente è più facile essere investiti da una pecora … che incappare in un uomo armato. Però la tempesta, alla fine … la abbiamo avuta anche qui!».




Emergenza smog ormai cronica secondo Legambiente

Legambiente interviene sullo sforamento delle PM10 che, anche a Piacenza, ha portato al blocco parziale del traffico (da domani).

L’emergenza smog, sempre più cronica, non conosce stagioni. Quest’anno il picco di polveri sottili nell’aria non ha aspettato il rigido inverno, anzi è arrivato con largo anticipo, prima in primavera e poi in autunno, complici i cambiamenti climatici e la mancanza di interventi strutturali da parte di Regioni e Sindaci per arginare il problema.
Con un autunno quasi estivo e l’assenza di piogge, da gennaio a metà ottobre sono ben 4 i capoluoghi dell’Emilia Romagna che hanno superato il limite di 35 giorni con una media giornaliera oltre i 50 microgrammi per metro cubo previsto per le polveri sottili (PM10): Piacenza, Parma, Reggio Emilia e Modena.
Da domani inoltre, a seguito del superamento del limite per 4 giorni consecutivi, saranno attive le misure emergenziali di primo livello in 9 comuni della regione, tra cui Piacenza, Reggio Emilia, Modena e Ferrara oltre a Carpi, Castelfranco Emilia, Formigine, Sassuolo e Cento. Misure che prevedono, oltre al blocco di tutti i diesel euro 4 (e precedenti) ed il potenziamento dei controlli sulla circolazione, anche la riduzione delle temperature a 19° nelle case.
Problematico il recepimento delle norme contenute nel Piano Aria da parte dei Comuni: se tutti i Sindaci recepiscono nelle loro ordinanze i limiti alla circolazione, non si può dire lo stesso per le limitazioni alle temperature degli edifici. Dei 30 Comuni che aderiscono al PAIR, solo 24 hanno adottato nelle delibere le norme che prevedono il controllo delle temperature degli edifici.
Per quanto riguarda la norma che prevede l’obbligo di tenere le porte chiuse degli esercizi pubblici per evitare sprechi energetici, solo il Comune di Reggio Emilia ha recepito l’indicazione, definendo anche sanzioni pecuniarie per il mancato rispetto dell’ordinanza.
Caso opposto quello del Comune di Sasso Marconi, che ad oggi non risulta aver recepito nessuna misura del Piano Aria, rimandando ad una trattativa diretta con la Regione per misure ad hoc da attuare sul territorio.

“E’ evidente – sottolinea Legambiente – come molti Sindaci abbiano deciso di abdicare al loro ruolo di primi responsabili della salute pubblica. Se le ordinanze di molti Comuni, spesso poco pubblicizzate, non recepiscono per intero le misure contenute nel Piano Aria Regionale, viene il dubbio che difficilmente le stesse saranno poi oggetto di controlli e sanzioni; con il rischio che gran parte delle misure per contenere l’inquinamento nelle nostre città siano completamente inefficaci.”

È quanto denuncia Legambiente che fa il punto sull’aria inquinata con i primi dati sul PM10, nel report nazionale “L’emergenza smog e le azioni (poche) in campo” (scaricabile dal sito www.legambiente.it). In Italia si continua a morire per l’aria inquinata con oltre 60mila morti l’anno nel nostro Paese a causa dell’esposizione ad inquinamento da polveri sottili (PM 2,5), ossidi d’azoto (NO2) e ozono (O3). Per questo Legambiente torna a ribadire che, per liberare le città dalla cappa dello smog, è fondamentale il ruolo delle Regioni e dei Sindaci nel predisporre piani e misure con nuovi fondi da destinare a progetti innovativi, a partire dal settore della mobilità.
Per l’associazione ambientalista non si può più perdere tempo ed è urgente che i Sindaci definiscano politiche che ridisegnano le città in maniera più sostenibile, mettendo a sistema quanto già è stato fatto di positivo nel Piano Aria dell’Emilia-Romagna.

Tra le altre questioni che Legambiente solleva nel report, c’è poi il blocco della circolazione dei diesel Euro 2 e delle auto a benzina Euro 1, e il problema dei riscaldamento negli edifici pubblici e privato. Nel primo caso l’associazione ambientalista lamenta la mancanza di controlli e multe nei confronti dei trasgressori. L’ANCI e i Comuni hanno chiesto da tempo alle Regioni e al governo di essere dotati di strumenti e modalità di controllo. Ad oggi sono pochi i comuni che fanno ciò, tra questi c’è ad esempio il comune di Bergamo che ha predisposto squadre di vigili che registrano i passaggi con telecamere e costosi software di riconoscimento validati dal Ministero dei Trasporti. Per quanto riguarda il riscaldamento degli edifici, ancora oggi un terzo delle abitazioni risulta non a norma con l’applicazione di strumenti automatici di controllo della temperatura.

“Le politiche contro l’inquinamento atmosferico e a favore della mobilità sostenibile – continua Legambiente – devono passare necessariamente anche su scelte coerenti in termini di infrastrutture ed investimenti. Su questo versante però le scelte di investimento attestate dai bilanci regionali continuano a privilegiare le infrastrutture autostradali a discapito di investimento in trasporto pubblico a servizio dei pendolari. In particolare nella Pianura Padana, centro dell’emergenza nazionale sull’aria si sprecano i progetti di ulteriori autostrade, bretelle e collegamenti per il traffico su gomma. Proposte infrastrutturali smodata e sbagliate per realizzare le quali si impiegano risorse politiche e finanziarie enormi, che poi mancano altrove.
Paradossale la situazione di questi mesi dell’attraversamento sul Po tra Casalmaggiore e Parma che unisce Emilia Romagna e Lombardia. Il ponte è chiuso dall’estate senza prospettive di aperture a breve perchè non ci sono i soldi per la manutenzione. E le linee ferroviarie esistenti sulla direttrici sono malridotte e con frequenze inadeguate a garantire i pendolari.
Anche sul versante delle merci le politiche nazionali hanno continuato a privilegiare il trasporto via camion, sia in termini di incentivi che di infrastrutture .




Il Centro regionale contro le discriminazioni nel mirino di Tommaso Foti

Il Centro regionale contro le discriminazioni nel mirino del consigliere regionale di Fratelli d’Italia-An Tommaso Foti, che ha presentato un’interrogazione alla Giunta. Il Centro, che è in capo all’assessorato alle Politiche sociali, è stato approvato con una delibera nel dicembre 2006.

“Da come risulta sul sito istituzionale – spiega il consigliere -, gli sportelli a cui segnalare un caso di discriminazione di cui si è stati vittime o testimoni sono 153 su tutto il territorio regionale e ogni sportello ha un referente”. Per quanto riguarda i casi segnalati, “purtroppo ad oggi – dice Foti – sono reperibili sul sito solo quelli che vanno dal 2008 al 2012 e da questi report risulta che in questo lasso di tempo sono stati trattati complessivamente 206 casi”. Praticamente, precisa Foti, “la media dei casi trattati da ciascun centro nei quattro anni presi in esame è di 1,3 utenti. Emblematico il caso di Piacenza dove nell’intera provincia si è avuto un unico caso”. Dunque, per l’esponente di Fdi-An, “non stupisce che dopo questi ‘successi’ non siano più stati diffusi i casi relativi agli anni successivi”.

Per questo, il consigliere interroga la giunta per sapere “quali siano le spese sostenute dalla Regione per il centro regionale contro le discriminazioni, dalla sua fondazione a oggi, in termini di personale, strutture, formazione, contributi, progetti e pubblicazioni. Per quali ragione siano stati sospesi i dati relativi al monitoraggio e quali siano – anno per anno e provincia per provincia – i numeri dei casi presi in carico dalla rete regionale tra il 2013 al 2017.




L’assessore Opizzi a pranzo alla mensa della Pezzani nella Giornata mondiale dell’Alimentazione

Il Comune di Piacenza, attraverso le proprie mense scolastiche, ha aderito anche quest’anno alla Giornata Mondiale dell’Alimentazione che si celebra oggi, lunedì 16 ottobre, in oltre 150 Paesi, per testimoniare l’impegno nella lotta alla fame, l’importanza di un’adeguata nutrizione e di un’equa distribuzione del cibo tra Nord e Sud del mondo. La ricorrenza è stata istituita dall’Onu per ricordare la nascita, nel 1945, della Fao, Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura: lo slogan scelto per il 2017 è “Cambiamo il futuro delle migrazioni. Investiamo nella sicurezza alimentare e nello sviluppo rurale”.
Per l’occasione, l’assessore alle Politiche scolastiche ed educative Erika Opizzi, insieme ai referenti di settore del Comune e ai partner tecnici nell’organizzazione della ristorazione scolastica, ha pranzato presso la mensa della scuola primaria Pezzani incontrando gli alunni, le insegnanti e il personale di cucina. “La Giornata odierna – sottolinea a questo proposito l’assessore – rappresenta anche per le nostre mense scolastiche un’occasione per ribadire i principi dell’educazione alimentare, di cui quotidianamente i bambini fanno esperienza a tavola grazie all’aiuto delle maestre e del personale ausiliario: il menù, redatto in collaborazione con l’Azienda Usl attraverso il gruppo ristorazione, è improntato all’alimentazione equilibrata, alla valorizzazione dei prodotti del territorio e dei produttori locali, a condivisione e convivialità, al contrasto allo spreco degli alimenti nonché al rispetto dei differenti stili alimentari, come quelli dei compagni che soffrono di allergie o hanno una diversa fede religiosa”.
“Da diversi anni – rimarca Erika Opizzi – le mense comunali, con il supporto delle ditte Elior e Cir titolari dell’appalto per le forniture e di Ul-Conal che garantisce il controllo qualità (mentre le verifiche igienico-sanitarie sono di competenza Ausl) dedicano particolare attenzione a questi aspetti, innanzitutto alla naturalità degli ingredienti, all’utilizzo del biologico e alla filiera corta, nella logica di una promozione dell’economia locale. Molto alta è la percentuale di prodotti del territorio nei menù serviti: tra questi, i latticini (latte, yogurt, formaggi, burro), parte dell’ortofrutta, le carni suine, bovine e di pollo, il pane, la passata di pomodoro. Sono inoltre presenti quattro prodotti Dop: coppa piacentina, grana padano, parmigiano reggiano e provolone Valpadana. Elementi che hanno contribuito in modo determinante, così come l’efficienza data dall’appalto congiunto per scuole e ospedale, all’ottenimento del premio MensaVerde attribuito al Comune di Piacenza venerdì scorso a Roma”.
La Giornata Mondiale dell’Alimentazione si focalizza, per il 2017, sul tema della sicurezza alimentare collegata allo sviluppo rurale e alle migrazioni, illustrato anche nell’opuscolo prodotto per l’occasione, che è scaricabile come materiale didattico al link http://www.miur.gov.it/documents/20182/572844/LibroAttivita_Italiano_a-i7323o.pdf/6af38e63-bbf8-4a77-8457-c6f517bbbe0c .
Alla Giornata è collegato anche un concorso per le scuole, i cui dettagli sono consultabili sul sito www.fao.org/WFD2017-contest .




In Val D’Aveto fotografato un puma ma molti credono sia solo una “bufala”

Era da un po’ di anni che il fantomatico puma disertava gli appennini fra l’Emilia e la Liguria. Questi felini, chissà perché sono soliti frequentare i boschi e le vallate appenniniche in particolare nella stagione dei funghi. Tanto che, qualcuno, pensa siano una invenzione fantastica, estratta periodicamente dal cilindro per tenere lontani i cercatori di porcini. Tanto più in una stagione scarsa come l’attuale.

Ad anni di distanza dall’ultima apparizione, un felino di grosse dimensioni sarebbe stato avvistato, nei giorni scorsi, in Val d’Aveto, nella zona di Rezzoaglio. Visto che siamo nell’epoca dei social questa volta sono spuntate anche alcune foto del presunto avvistamento subito rilanciate su Facebook. Immagini originariamente divulgate da Umberto Righi, del Centro operativo Levante di vigilanza ambientale della Fipsas (la federazione dei pescatori sportivi).

La segnalazione sarebbe stata fatta alle guardie dei pescatori da un abitante della zona di Sbarbari, in territorio di Rezzoaglio. Sarebbe stato l’uomo a  fotografare un grosso felino selvatico nei pressi del torrente Aveto. Una segnalazione che è ovviamente sotto indagine «Pur restando nel dubbio – ha riferito Righi – ci sembra corretto informare, in quanto anche in questa stagione la zona ed i boschi di contorno sono molto frequentati da fungaioli. Il nostro personale di vigilanza operante in zona, già avvertito, sta monitorando l’area».

Molti insomma temono di essere davanti non ad un puma … ma a una gigantesca “bufala”.




Torna Allegro con brio alla Sala dei Teatini. Aprono Ivan Calestani e l’Ensemble Barocco di Piacenza

Torna Allegro con brio, la consolidata rassegna di musica da camera alla Sala dei Teatini  divenuta ormai appuntamento tradizionale per la città di Piacenza. Sette concerti a ingresso gratuito, organizzati dalla Fondazione Teatri di Piacenza in collaborazione con il Conservatorio di Musica Nicolini, che vedranno protagonisti anche nel corso di questa nuova edizione i migliori docenti e allievi del Conservatorio piacentino.

Si parte mercoledì 18 ottobre alle ore 21, con il concerto inaugurale – eccezionalmente in orario serale – affidato al fagotto di Ivan Calestani e all’Ensemble Barocco di Piacenza. Programma suggestivo nel segno della musica da camera barocca, tra Seicento e Settecento, che spazierà dai compositori Georg Friedrich Händel a Girolamo Fantini, da Georg Philipp Telemann a Giovanni Benedetto Platti.

Il concerto, dal titolo Il Fondamento: costruire le passioni, si tiene in occasione della masterclass di Ivan Calestani, che con i suoi strumenti storici (fagotto barocco, classico e romantico) suona con i maggiori gruppi europei: Ensemble Matheus, Europa Galante, Accademia Bizantina, I Barocchisti, Freiburger Barockorchester, Les Musiciens du Louvre, Bach Consort Wien, e prossimamente con l’Ensemble Zefiro e col Concentus Musicus Wien. Nel 2010 è tra i fondatori del Quintetto di fiati Anemos, con il quale tiene regolarmente concerti in importanti sale europee.

L’Ensemble Barocco di Piacenza si è formato all’interno del Conservatorio Nicolini. E’ composto da Paola Poncet, Marco Decimo, Guido Campana, Alfredo Pedretti, docenti che svolgono attività concertistica con gli strumenti storici, e che vogliono portare queste competenze all’interno del Conservatorio, anche con il coinvolgimento sia a livello didattico che concertistico.

Paola Poncet è dal 2003 cembalista titolare dell’Orchestra barocca Europa Galante con la quale ha suonato nelle più prestigiose sale di tutto il mondo, anche in qualità di solista con orchestra, e ha registrato numerosi cd per la casa discografica Virgin. Insegna clavicembalo al Conservatorio di Piacenza.

Marco Decimo, violoncellista, ha suonato in Italia e all’estero sotto la direzione di Claudio Abbado, e come primo violoncello dell’Orchestra da Camera Stradivari di Milano diretta da Daniele Gatti. E’ stato membro di numerose formazioni cameristiche tra le quali i Quartetti Borciani, Stauffer, David e l’Edison Trio.  È docente di musica da camera per archi presso il Conservatorio Nicolini.

Guido Campana ha collaborato con le Orchestre del Teatro alla Scala, del Teatro Massimo di Palermo, del Teatro La Fenice di Venezia e della RAI di Milano. Nel 1999 ha intrapreso lo studio degli strumenti antichi, da allora ha suonato regolarmente in tutta Europa, negli Stati Uniti e in Giappone con Il Giardino Armonico,  Europa Galante, l’Accademia Bizantina, i Barocchisti di Lugano e molti altri ancora. Insegna Musica d’insieme per fiati al Conservatorio di Piacenza.

Alfredo Pedretti ha collaborato regolarmente come primo corno con prestigiose orchestre quali Teatro alla Scala, Filarmonica della Scala, Pomeriggi Musicali di Milano, Orchestra della Radio Svizzera, Orchestra RAI. E’ stato invitato a collaborare con il Gruppo Wien-Berlin; ha suonato in duo con Stefan Dohr – primo corno dei Berliner Philharmoniker. E’ docente di Corno presso il Conservatorio di Piacenza; si dedica da tempo allo studio del repertorio barocco e classico con strumenti d’epoca.


 




Emergenza smog. Fermi da domani, a Piacenza, i diesel compresi gli Euro 4

Incomincia male l’autunno sul fronte dello smog. Il perdurare del bel tempo e la mancanza di piogge sta già creando i primi problemi di inquinamento e così a Piacenza, da domani, martedì 17 ottobre, sino a giovedì 19 incluso, scatteranno le misure di emergenza previste dal Piano regionale integrato per la qualità dell’aria. Si sono infatti superati, negli ultimi quattro giorni, i valori limite di Pm10 previsti per il territorio provinciale.

L’allerta di 1° livello prevede che le consuete limitazioni al traffico già in vigore dal lunedì al venerdì, dalle 8.30 alle 18.30, si estendano anche alla categoria Euro 4 per i veicoli a diesel, confermando invece il fermo fino all’Euro 1 per i mezzi a benzina e pre-Euro per i ciclomotori e motocicli a due tempi. Permane per tutti l’obbligo di spegnere il motore dei veicoli in sosta.

La prima fase di emergenza comporta inoltre il divieto assoluto di combustioni all’aperto di qualsiasi tipologia (falò, barbecue, fuochi d’artificio, ecc.), il divieto di spandimento di liquami zootecnici e di utilizzo di generatori domestici di calore alimentati a biomassa legnosa (in presenza di impianti di riscaldamento alternativo), se di classificazione inferiore a 3 stelle. Obbligatorio, infine, ridurre di almeno un grado centigrado le temperature negli ambienti riscaldati, fino a un massimo di 19° C nelle case, uffici, luoghi di culto, commerciali o ricreativi, non oltre i 17° C nelle sedi di attività industriali e artigianali.

Con il prossimo bollettino, la cui emissione è in programma giovedì 19, Arpae comunicherà l’eventuale rientro a una situazione di normalità, il mantenimento dell’allerta di 1° livello o l’eventuale passaggio all’emergenza di 2° livello.