Voglio Vivere. Speranze che nascono dalla malattia

S’intitola “Voglio vivere. Donne e uomini che combattono il cancro” il nuovo libro che l’oncologo Luigi Cavanna ed il giornalista Mauro Molinaroli presenteranno domani, mercoledì alle 17, all’Auditorium Sant’Ilario; coordinerà l’incontro la giornalista Antonella Lenti.

Gli autori entrano nella narrativa del dolore e le testimonianze di donne (tante) e uomini (un po’ meno) svolgono un ruolo anche pedagogico su come può essere affrontata questa malattia: “Le persone intervistate – commentano gli autori –  si sono ammalate di cancro, alcune sono guarite e in queste pagine raccontano le loro storie, le loro testimonianze di speranza dopo avere sofferto il dramma di questa terribile malattia senza la paura di parlarne e di raccontare la loro esperienza. Anzi, sono convinte che raccontare le loro vicende sia positivo oltre che liberatorio sia per chi avuto il cancro e lo ha sconfitto sia per coloro che ancora soffrono”.

Sono diversi i racconti, differenti le forme di cancro, anche le sofferenze e le speranze sono fra loro differenti ma unite dal filo della speranza. “Ogni narrazione – spiegano – è stata di fatto scritta da loro, da queste donne, e ogni donna che si racconta è stata fotografata nell’anima, in fondo alla verità del cuore, perché essere sinceri si può. Queste signore ci hanno insegnato che nel lieto fine bisogna credere, sempre”.

Il libro dà speranze e alleggerisce al tempo stesso tutta la gravità della malattia e delle le sue conseguenze. Secondo gli autori i sorrisi bellissimi delle pazienti che si raccontano servono proprio a quello. Senza, ovviamente, essere indifferenti nei confronti di chi non ce l’ha fatta. Un buon lavoro che affronta temi e vicende scottanti, vite difficili di donne che con coraggio e grazie alle cure sono uscite dal tunnel della paura.

 




Il Qatar accusato di favorire il fondamentalismo. Finanziò il centro islamico di Piacenza

E’ passato poco più di un anno da quando i principi del Qatar inaugurarono in pompa magna la sede della Comunità Islamica di Piacenza, finanziata in gran parte con loro soldi.

La Qatar Charity Foundation in totale ha sovvenzionato 33 centri in tutta la penisola con un investimento di 25 milioni di euro grazie all’operazione “Pioggia abbondante”, lanciata in tutto il mondo per costruire nuove moschee o per migliorare quelle esistenti. Quasi spiccioli per uno dei paesi più ricchi al mondo con numerosi interessi economici in Italia: partecipazioni bancarie, alberghi come il Gallia, resort turistici, grattacieli in zona Porta Nuova a Milano, case di moda come Valentino, la compagnia aerea Meridiana e tanto altro.

Sulla generosità qatariota verso le moschee solo pochi sollevarono, all’epoca, dubbi. Anzi i tagli del nastro videro in prima fila, nella nostra città, il sindaco Paolo Dosi, imprenditori, politici e nella vicina Saronno anche alti prelati, a dimostrazione della totale apertura e fiducia nei confronti del paese arabo e dei suoi vertici.

Solo il Corriere della Sera, in chiusura di un articolo a firma di Claudio Del Frate, pose alcuni interrogativi ricordando che “lo Stato del Golfo è portatore infatti di una interpretazione dell’Islam molto tradizionalista (anche se lontana da derive terroristiche) e vicina a quella della Fratellanza Musulmana; in più punta non solo sull’edificazione di centri di preghiera ma anche sulla formazione degli imam. Unica “macchia” sulla Qatar Charity Foundation è un rapporto del Washington Institute for Near East Policy che sospetta la Qatar Charity di aver sostenuto in passato Al Qaeda; l’organizzazione è inserita inoltre in una black list del governo israeliano, il quale sospetta che dietro gli aiuti umanitari si nascondano finalità di natura politica e fondamentalista” (Corriere della Sera 7 agosto 2016) ….”. Altri sottolinearono la poca chiarezza e trasparenza dei vari finanziamenti destinati alle moschee, ma in generale si è sempre trattato di voci isolate e con scarsa eco.

Il sospetto di una presunta vicinanza fra il Qatar e movimenti fondamentalisti arriva oggi non da un giornale italiano ma da quattro stati arabi confinanti che, con una deflagrante mossa a sorpresa, hanno di fatto isolato il minuscolo stato su cui regna incontrastata la famiglia Al Thani, la stessa che si presento in forze in via Caorsana per l’inaugurazione. C’erano Hamad Bin Nasser Al Thani, ex-ministro degli interni, i principi sceicchi Khalifa Ben Abdelaziz Al Thani e Meshael Bin Salman Bin Jassim Al Thani.

Come si diceva, alcune ore fa, Arabia Saudita, Egitto, Emirati Arabi Uniti, Bahrein e Yemen hanno rotto le relazioni diplomatiche con il Qatar, seguiti a stretto giro da Libia Orientale, Yemen e Maldive.

A scatenare la guerra diplomatica con il piccolo emirato sarebbero stato lo stesso emiro del Qatar, lo sceicco Tamim bin Hamad Al Thani, che in una recente dichiarazione, lanciata dall’agenzia ufficiale qatariota QNA, aveva criticato la crescente opposizione a Teheran ed espresso sostegno all’Iran, ma anche ad Hamas, e agli Hezbollah. Lo sceicco aveva poi smentito tutto, sostenendo che le dichiarazioni erano state opera di un hacker, ma evidentemente non è stato creduto.

Il Qatar è del resto nel mirino da tempo perché accusato dai Paesi del Golfo di dare sostegno agli islamisti, primo tra tutti la Fratellanza Musulmana, il movimento politico sunnita islamico considerato terrorista in Arabia Saudita, Egitto ed Emirati. È accusato anche di finanziare Hamas nella Striscia di Gaza e di fare propaganda a favore dei fondamentalisti tramite la televisione Al Jazeera.

Quanto ci sia di vero in queste accuse e quanto sia frutto di beghe e lotte di potere fra i paesi del Golfo è tutto da vedere e da capire.

L’agenzia ufficiale saudita Spa ha scritto che Riad rompe le relazioni diplomatiche e chiude le sue frontiere con il Qatar per “proteggere la sua sicurezza nazionale dai pericoli del terrorismo e dell’estremismo”. Il Qatar da parte sua, ha reagito immediatamente, definendo “ingiustificata” la rottura delle relazioni diplomatiche.  Gli Stati Uniti che in Qatar hanno una importante base militare cercano di smorzare i toni ed il segretario di Stato Usa, Rex Tillerson, ha invitato i Paesi del Golfo a restare uniti e a risolvere le loro controversie. Difficile pensare però che la decisione odierna sia stata presa senza averne preventivamente informato Trump.

Intanto in Italia si registrano le prime prese di posizione. Nella vicina Modena il consigliere provinciale di Forza Italia Antonio Platis si è appellato al ministro dell’Interno Marco Minniti affinché “chiuda precauzionalmente tutte le moschee italiane finanziate dal Qatar”. Fra queste c’è la struttura di Mirandola che ricevette 400mila euro provenienti dalla Qatar Charity Foundation, la stessa che – come si diceva – finanziò il centro di Piacenza.

All’epoca dell’inaugurazione, in via Caorsana, il principe sceicco Khalifa Ben Abdelaziz Al Thani parlò della struttura come “un faro per l’Islam moderato, l’Islam vero”, un’immagine ed un’idea molto distante da quella che viene proiettata in queste ore. Resta da capire quale sia la vera faccia del Qatar e dei suoi principi e a quale modello di Islam volessero tendere, anche attraverso le moschee generosamente finanziate nei vari angoli del mondo.

Sull’argomnto è intervenuto anche Luca Zandonella della Lega Nord. Vedi articolo




Le scale immobili della stazione

Ai tempi del pentapartito, di Craxi ed Andreotti, le elezioni erano momenti ideali per inaugurare ponti, tappare buche, riasfaltare strade. Oggi che i soldi sono finiti (anche a causa loro) nemmeno la caccia al voto è più occasione per rattoppare le nostre malconce città. Peccato perché poteva essere la volta buona per resuscitare le ormai famigerate “scale immobili” antistanti la stazione di Piacenza.

Furono messe in funzione durante l’amministrazione di Roberto Reggi nell’ambito di un progetto di riqualificazione dell’area costato 990 mila euro e che aveva come scopo quello di “rendere più bella e funzionale la porta di ingresso alla città per chi viaggia in treno e più scorrevole il transito dei veicoli che attraversano la zona” come recitava un comunicato stampa dell’epoca.

Correva l’anno 2009. Vennero rimossi i semafori, costruite due rotonde, tolte le rastrelliere delle bici e riaperto il sottopassaggio che era rimasto chiuso oltre dieci anni. Sopravvissero invece le strisce per l’attraversamento pedonale finché, nell’aprile 2013, l’allora vice-sindaco ed assessore ai lavori pubblici Francesco Cacciatore decise che quelle strisce non s’avevano da lasciare: così spese altri soldi pubblici per rimuovere ciò che era stato costruito solo tre anni prima. Ventimila euro (comprensivi delle canalizzazioni per le telecamere). Cacciatore divenne preda di mille critiche anche perché, già allora, le scale mobili erano soggette a continui guasti causati – a detta dello stesso – da vandali con il vizio di schiacciare il bottone di sicurezza. A scontentare molti fu anche la rimozione forzata delle biciclette lasciate davanti alla stazione che ancora vige, seppure applicata in maniera discontinua.

Nemmeno queste scale fossero una capsula spaziale, seguirono anni di verifiche tecniche senza mai riuscire a trovare una soluzione duratura. I giornali locali, più volte, hanno dato spazio alla vicenda, pubblicando foto spedite da studenti, pendolari, anziani a testimonianza delle scale divenute un vero monumento all’immobilismo.

Per non parlare del degrado e sporcizia in cui versa il sottopasso. Nel gennaio di quest’anno l’assessore uscente Giorgio Cisini promise un sopralluogo per valutare la situazione.

 

 

 

Sono passati sei mesi; la gente continua ad attraversare la strada dove un tempo c’erano le strisce pedonali, contando sulla generosità degli automobilisti che rallentano davanti a questa umana transumanza. Ed intanto le scale se ne stanno ancora lì, coerentemente ferme e forse si meriterebbero una bella lapide commemorativa magari di manzoniana ispirazione: “Siccome immobile stette la scala, orba di tanto spiro, orma di piè mortale la sua polvere a calpestar mai verrà”.




Medaglia di bronzo per Alice Trubini

Nel fine settimana appena trascorso sono stati assegnati i titoli regionali del salto ostacoli e quelli del settore ludico, riservato ai più piccoli. L’Assoluto senior è stato appannaggio di Morgan Bisi, mentre il Campionato junior ha visto la vittoria di Gabriele Gasparetto. A premiare i neo campioni era presente il presidente regionale della Fise Ruggero Sassi

Tra le festose e coloratissime competizioni del settore ludico e i percorsi del salto ostacoli, disegnati da Pier Giorgio Bernardi e Kurt Schweigl, il circolo ippico Le Siepi di Milano Marittima ha messo in archivio un’altra edizione dei Campionati Emiliani outdoor.

Nel salto ostacoli l’ambito titolo regionale riservato ai concorrenti più esperti è stato conquistato da Morgan Bisi (circolo Bisi di Ferrara), in sella a Fleetwood of the Lowlands, castrone belga del 2005. Alle spalle del trentatreenne ferrarese si è classificato Carlandrea Concari (centro ippico La Valle) su Limbus Song e medaglia di bronzo per Alice Trubini (società ippica Della Trebbia di Piacenza) con Batje.




Terme di Salso presto piacentine?

Si concretizza la possibilità per la azienda piacentina Tst di acquistare le Terme di Salso.

Il Consiglio provinciale di Parma ha approvato stamattina la trasformazione della società Terme di Salsomaggiore e Tabiano da Spa a Srl, la relativa bozza di statuto, e la successiva messa in liquidazione della società.
La delibera, illustrata dal Presidente Fritelli, era stata già approvata da Comune di Salsomaggiore e Regione Emilia Romagna, gli altri due soci della Spa, che è a capitale totalmente pubblico. Le quote di partecipazione sono le seguenti: Comune di Salsomaggiore Terme 60,96%, Regione Emilia Romagna 23,42%, Provincia di Parma 15,62%.

La società nel luglio 2015 ha chiesto di essere ammessa alla procedura di concordato preventivo. Il concordato ha natura liquidatoria. Con la liquidazione i soci, oltre alle economie di spesa, potranno riutilizzare gli accantonamenti obbligatori a copertura dei risultati negativi, destinandoli ad altre spese di interesse pubblico. Per la Provincia si stima uno svincolo superiore al milione di euro.

Ora la parola passa all’assemblea dei soci e poi al giudice, che dovrà nominare il commissario liquidatore che gestirà la vendita. Le procedure avverranno con aste, sotto l’egida del giudice e del commissario, che ne garantiranno il corretto svolgimento.
In base al piano concordatario, il complesso immobiliare potrà essere assegnato alla società che gestisce gli immobili, che ha diritto di prelazione e ha avanzato un’offerta in tal senso, ma è prevista un’asta ad evidenza pubblica in cui possono verificare offerte migliorative;

Attualmente la gestione di Villa Igea (clinica riabilitativa) e degli istituti termali di Salso e Tabiano sono affidati alla società piacentina Terme di Salsomaggiore e di Tabiano srl (Tst) che si era impegnata ad acquistare definitivamente le attività affittate entro tre anni, con una proposta irrevocabile di acquisto dei rami d’azienda per complessivi 11.500.000 euro.




Un pic-nic per inaugurare la Biblioteca di Strada

Festa inaugurale, giovedì 8 giugno, per il progetto sperimentale “L’Orto per Tutti”, nuova iniziativa della Biblioteca di Strada realizzata grazie alla collaborazione tra gli uffici comunali Partecipazione, Verde Pubblico e Ceas Infoambiente, le realtà che garantiscono l’apertura della struttura presso i giardini tra via Serravalle Libarna e via Tortona, l’associazione dei Laureati in Scienze Agrarie e Forestali, le cooperative L’Orto Botanico e Infrangibile.

Dalle 17 saranno presenti stand informativi, mentre il taglio del nastro sarà alle 18.30 sia per quanto riguarda lo spazio adibito alla produzione di prodotti orticoli, officinali e arborei (anche a fini didattici), sia per lo scaffale “Incastriamo la memoria”, raccolta di fotografie, racconti e testimonianze che, a partire dagli orti di una volta, ripercorra l’evolversi del quartiere e della città. La superficie destinata all’orto è una piccola porzione di terreno senza erba, tra la casetta che ospita la biblioteca e l’area di sgambamento cani. Obiettivo, favorire la socializzazione, l’educazione ambientale, un corretto approccio al consumo sostenibile di prodotti di stagione e l’organizzazione di attività formative che possano coinvolgere adulti e bambini.

Dalle 19.45, spazio al primo dei “Pic-Nic al Parco”, che per tutta l’estate animeranno l’area verde dell’Infrangibile: come negli anni passati, la partecipazione è libera e aperta a tutti i cittadini, con la sola raccomandazione che ogni commensale porti qualcosa da mangiare e, se lo desidera, da condividere con gli altri. La Biblioteca di Strada metterà a disposizione posate, tovaglie e tovaglioli, condimenti di base e acqua, oltre all’intrattenimento musicale di sottofondo.




Castel San Giovanni: chiude anche il ponte sul Po

Castel San Giovanni e la Val Tidone ancora più isolate a partire dalla prossima settimana e per quattro giorni.

Il Presidente della Provincia di Pavia ha infatti comunicato che da lunedì 12 a giovedì 15 giugno, in particolare nella fascia oraria dalle 8.00 alle 17.30, il Ponte sul fiume Po che congiunge Pieve Porto Morone con Castel San Giovanni lungo la strada Ex SS. 412 della Val Tidone sarà chiuso, per consentire l’esecuzione di sondaggi e prove di verifica.

Già nei mesi scorsi la Provincia di Pavia, proprietaria del manufatto, aveva adottato un’ordinanza per la limitazione del traffico vietando il transito dei veicoli con peso superiore a 10 Tonnellate a causa delle precarie condizioni statiche del Ponte.

Domani è stata convocata una riunione informativa e organizzativa presso la sede della Provincia di Pavia. In rappresentanza dell’Amministrazione Provinciale di Piacenza parteciperanno il dott. Davide Marenghi, responsabile della “Manutenzione della Rete stradale” ed il geom. Michele Braceschi tecnico responsabile della zona stradale confinante con il ponte. La prima richiesta che verrà fatta sarà quella di collocare una adeguata segnaletica.

Insomma dopo i lavori del ponte di Trebbia per Castello si potrebbe prospettare la chiusura di un’altra importante arteria stradale. C’è solo da augurarsi che non avvenga in contemporanea.




La bacchetta di Toscanini

La Galleria Biffi Arte, nell’ambito della rassegna l’Arte di scrivere (a cura di Mauro Molinaroli) ospiterà la presentazione del libro La bacchetta di Toscanini” (Male edizioni). Scritto dal giornalista Fabrizio Rizzi tratteggia la personalità di uno dei più grandi direttori d’orchestra di tutti i tempi, di cui si celebra il 150° anniversario dalla nascita. L’iniziativa avrà luogo mercoledì 14 giugno alle 18 nello spazio polivalente di via Chiapponi 39.

Saranno presenti oltre all’autore il Maestro Vince Tempera, tastierista e arrangiatore che ha collaborato tra gli altri con Lucio Battisti e Francesco Guccini, il direttore della Fondazione Teatri Cristina Ferrari e il sindaco di Busseto, Giancarlo Contini che ha scritto la prefazione. Modererà, insieme a Mauro Molinaroli, il giornalista Ludovico Lalatta, amico di vecchia data dell’autore.

Fabrizio Rizzi, è giornalista e scrittore, già al “Messaggero”, a “Libertà” in anni lontani e a Mediaset; è stato inviato su vari fronti di guerra: Beirut, il Golfo, Kuwait City, Croazia, Somalia, Kosovo.

Inoltre ha seguito negli anni Novanta l’intera vicenda di “Mani pulite”. In politica si è occupato dei governi Prodi, Monti e Berlusconi e della presidenza della Repubblica. E’ autore di una decina di libri tra cui “Vaticano & Ambrosiano” (Pironti), “Per amore, per denaro” (Sperling & Kupfer), “Delitti imperfetti” con Luciano Garofano (Tropea).

Tornando a questo nuovo libro, Rizzi affronta con molta discrezione e rispetto il personaggio-Toscanini. Il libro tra ricordi e aneddoti, storie di vita del grande maestro e la sua popolarità assai vasta, racconta, ad esempio, quando nel settembre 1926, Toscanini venne chiamato a dirigere il “Falstaff” a Busseto per omaggiare Giuseppe Verdi. “La bacchetta di Toscanini” è dunque anche un’indicazione metaforica per suggerire una verità storica: non ci furono altri direttori d’orchestra negli anni del fascismo se non Arturo Toscanini che si oppose a tutte le richieste di Benito Mussolini, che secondo Rizzi fu sempre oscurato da due grandi artisti, amici tra l’altro, lo stesso Toscanini e Gabriele D’Annunzio.

“La bacchetta di Toscanini” (così veniva definito il carattere del maestro), non si piegava a niente e a nessuno, se non alla melodia. Non vuole essere una biografia questo libro, non un lavoro sulle opere dello stesso Toscanini: “E’ una nota – afferma Rizzi – una nota continua, dolce, anche difficile da cogliere nel suo ascolto sonoro e sociale: infatti nel ventennio fascista l’Italia non perse mai la sua musica, né in politica né in arte anche perché c’era anche “La bacchetta di Toscanini”.




Di Maio: “Fateci governare Piacenza prima che sia troppo tardi”

Comizio sotto i portici del Gotico per Luigi Di Maio. Il vice Presidente della Camera dei Deputati e portavoce nazionale Cinque Stelle è arrivato stamani a Piacenza per sostenere il candidato Sindaco Andrea Pugni. Ha parlato del business dell’immigrazione, di reddito di cittadinanza, dei privilegi dei parlamentari e di come i 5 Stelle si muovono nei comuni da loro amministrati.

Ai nostri comuni – ha detto – serve un sindaco che, una volta aperti i bilanci, prenda scelte di buon senso non scelte di destra o di sinistra, perché la destra o la sinistra ognuno se la porta nel cuore. Sono valori che ognuno si porta dentro. Non vi hanno mai detto come si spendevano i soldi delle tasse. Ora abbiamo bisogno di scelte di buon senso. Noi governiamo i comuni quando toccano il fondo o dal punto di vista etico morale della politica o quando hanno raggiunto buchi di bilancio che hanno bisogno di un mago per essere messi a posto. Allora i cittadini ci affidano i comuni. Ora voi potete aspettare altri cinque anni e arrivare a toccare il fondo e poi affidarci il comune di Piacenza o anticiparvi un attimo con il lavoro, visto che lo possiamo ancora salvare e permetterci di farlo adesso. Perché poi il trend è sempre lo stesso. Dipende solo dal tempo”.

Di Maio ha poi fatto un accenno ad una delle critiche che spesso vengono mosse al Movimento 5 Stelle, quella della poca esperienza dei suoi rappresentanti.

“Quando dicono che serve competenza in politica sono d’accordissimo. La competenza come l’onestà sono presupposti necessari ma non sufficienti. Perché puoi anche essere competente come tutti quelli che avete eletto a Roma in questi anni. Non trovo incompetenti in Parlamento … Quelli sanno bene quello che fanno. La competenza la mettono al servizio o dei propri interessi o degli interessi di pochi non certo nell’interesse di quelli che li hanno votati in buona fede. Quella competenza si è trasformata negli essere diabolici”.

Nel video le dichiarazioni che Di Maio ci ha rilasciato.




Salvini a Piacenza: “Dosi ha tenuto bloccata la città”

Tour emiliano per il segretario della Lega Nord Matteo Salvini, come ben testimoniato dalla maglietta blu, con la consueta indicazione geografica oggi appunto: “Emilia”.
Prima tappa a Piacenza e poi Parma, due città che il segretario della Lega ha in qualche modo accomunato: “Sicurezza, tranquillità, servizi ai cittadini. Ci sono due sindaci – ha detto Salvini – uno del PD (n.d.r. Paolo Dosi) ed un grillino pentito (n.d.r. Federico Pizzarotti)che hanno tenuto bloccate le loro città. Noi abbiamo due candidati sindaci in gamba, due donne (Patrizia Barbieri e a Parma Laura Cavandoli n.d.r.) per ripartire sia a Piacenza sia a Parma. Non è possibile – ha proseguito il segretario della Lega – che in alcuni quartieri non si possa uscire perché non si è tranquilli”.

Matteo Salvini che a Piacenza ha visitato i giardini Margherita ha anche toccato il tema dell’immigrazione “Uno dei principali problemi dell’Italia – ha detto – è l’immigrazione che ormai è invasione. Stiamo subendo una sostituzione etnica, una colonizzazione.
Gli italiani sono profughi in interi quartieri di intere città. Chi agevola questa follia – compresi i 5 stelle – non possono essere alleati della Lega”.

A Salvini abbiamo chiesto come è, a suo giudizio, questo abbozzo di legge elettorale su cui sembrano convergere Renzi, Berlusconi e Grillo. Ecco cosa ci ha risposto

Ah … lei lo ha capito? Non so. Ogni giorno cambia qualcosa. Renzi, Berusconi e Grillo si vedono, si parlano si amano …. Che ne partorissero una … A me interessa che gli italiani votino un parlamento più normale di questo. Che la terza carica dello Stato sia una signora come la Boldrini … ci dice che c’è qualcosa che non funziona”.

Infine conoscendo la sua fede rossonera non potevamo esimerci dal chiedere a Salvini per chi tiferà stasera. E per una volta tanto è arrivata una risposta diplomatica: “Per il bel calcio. Da milanista posso permettermi di tifare per una bella partita”. Una risposta quella di Salvini decisamente politica come ha subito dopo testimoniato la sua risata rivelatrice.