Studenti delle superiori “si orientano” alla Cattolica

Capire cosa si vuole fare da grandi, una volta finita la scuola superiore, non è sempre semplice. Per aiutare gli studenti a compiere una scelta consapevole e ragionata l’Università Cattolica di Piacenza ha proposto agli studenti del quarto anno di scuola superiore il progetto Summer Campus. Si è trattato di un’esperienza di orientamento universitario e culturale basata su una “full immersion” nel Campus piacentino.

Gli studenti, provenienti da diverse regioni italiane, hanno avuto la possibilità di partecipare ad articolate attività di orientamento psico-attitudinale, hanno visitato l’ateneo e seguito le presentazioni dei corsi di laurea delle facoltà presenti a Piacenza (Scienze agrarie, alimentari e ambientali, Economia e Giurisprudenza, Scienze della formazione).

Ma non sono mancati i momenti conviviali: i ragazzi sono stati accompagnati anche alla scoperta della città di Piacenza e della sua provincia attraverso visite guidate, con la possibilità di assaggiare i prodotti tipici del territorio.

Non è detto che, fra poco meno di un anno, decidano di iscriversi all’Università piacentina ma certamente l’esperienza sarà molto utile per decidere il proprio futuro

 




La polizia “passa al setaccio” la stazione

Ampio dispiegamento di forze, questa mattina, presso la stazione di Piacenza. Varie auto della polizia, sono confluite, intorno alle nove, nel piazzale esterno del terminal ferroviario ed hanno incominciato a passare al setaccio l’atrio, le sale di attesa, i sottopassaggi ed i binari, identificando varie persone con una attenzione particolare nei confronti degli stranieri presenti. Sono anche stati fermati svariati veicoli che, non rispettando i divieti, transitavano davanti all’ingresso principale della stazione.Conrtolli della Polizia in stazione a Piacenza




Bobbio di nuovo “capitale” del cinema

Torna l’atteso appuntamento estivo con il Bobbio Film Festival diretto da Marco Bellocchio. Giunto alla ventunesima edizione, il Festival riconferma il suo alto profilo e la sua offerta culturale.

Durante le due settimane della manifestazione proseguono naturalmente Fare Cinema (il corso di alta formazione cinematografica diretto da Marco Bellocchio che quest’anno vede come docenti di regia i Manetti Bros.) e il seminario residenziale di critica cinematografica. Bobbio si animerà così di artisti, critici cinematografici, addetti ai lavori, appassionati, stagisti… che renderanno più interessante il momento caratterizzante del Festival: l’incontro-confronto del pubblico con i registi dopo le proiezioni dei film serali.

Un Festival che, pur mantenendo intatta la sua prima vocazione e la sua autenticità, si rinnova e si impreziosisce nell’offerta culturale e formativa grazie all’impegno e alla progettualità dell’Associazione Marco Bellocchio e al sostegno di Ministero dei Beni Culturali, Regione Emilia Romagna, Provincia di Piacenza, Comune di Bobbio, Fondazione di Piacenza e Vigevano, Camera di Commercio di Piacenza. (Scarica il pieghevole).

Programma delle proiezioni
(Le proiezioni si terranno presso il chiostro di San Colombano con inizio alle ore 21,15)

Sabato 22 luglio – La tenerezza, Regia Gianni Amelio

Domenica 23 luglio – La ragazza del mondo, Regia Marco Danieli

Martedì 25 luglio – L’Accabadora, Regia Enrico Pau

Mercoledì 26 luglio – Le ultime cose, Regia Irene Dionisio

Giovedì 27 luglio – Le redoutable, Regia Michel Hazanavicius

Venerdì 28 luglio – Fai bei sogni, Regia Marco Bellocchio

Sabato 29 luglio – La stoffa dei sogni, Regia Gianfranco Cabiddu

Domenica 30 luglio – Cuori puri, Regia Roberto De Paolis

Martedì 1 agosto – Falchi, Regia Toni D’Angelo

Mercoledì 2 agosto – Figli della notte, Regia Andrea De Sica

Giovedì 3 agosto – Tutto quello che vuoi, Regia Francesco Bruni

Venerdì 4 agosto – Napoli ’44, Regia Francesco Patierno

Sabato 5 agosto – Blow-up, Regia Michelangelo Antonioni

Lunedì 31 luglio – Serata “Fare Cinema”

Info Biglietti e abbonamenti

I biglietti e gli abbonamenti possono essere acquistati:on line da martedì 18 luglio nel sito www.comune.bobbio.pc.it

oppure a Bobbio presso l’ufficio IAT (Piazza San Francesco) tutti i giorni dalle 9.00 alle 12.00 e dalle 16.00 alle 18.00

Dal 22 luglio al 5 agosto presso l’ingresso del Chiostro di San Colombano in Piazza Santa Fara dalle 19.00 alle 21.30

Per informazioni sull’acquisto di biglietti e abbonamenti: iat.bobbio@sintranet.it

Informazioni:

Per informazioni sui programmi, le attività, gli ospiti del festival consultare il sito www.bobbiofilmfestival.it o scrivere a info@bobbiofilmfestival.it

BOBBIO Film Festival

Per informazioni logistiche è possibile anche rivolgersi allo IAT del Comune di Bobbio,Piazza San Francesco, 29022 Bobbio (Pc), tel 0523 962815




Inquinamento da ozono alle stelle. A Piacenza installati sensori sperimentali

Non c’è proprio pace per i nostri polmoni. Se durante l’inverno l’aria è carica delle dannose polveri sottili, in estate dobbiamo fare i conti con  l’inquinamento da ozono troposferico. Meno noto rispetto alle PM10, rappresenta tuttavia un inquinante altrettanto pericoloso, che colpisce principalmente nei periodi di maggior intensità solare e di calore. Se la presenza dell’ozono nella stratosfera svolge un’importantissima funzione protettiva per la salute umana e dell’ambiente in cui viviamo, fornendo uno schermo in grado di filtrare le radiazioni ultraviolette (UV) potenzialmente cancerogene, alte concentrazioni di questo gas nella troposfera (lo strato sovrastante la superficie terrestre), risultano nocive per la salute dell’uomo oltre che per gli equilibri degli ecosistemi.

E’ risaputo che l’esposizione a questo inquinante, anche a basse concentrazioni, sia causa di problemi ai tessuti dell’apparato respiratorio, provocando irritazione agli occhi e alla gola, tosse e riduzione della funzionalità polmonare, aggravando anche asma ed altre patologie respiratorie nei soggetti più a rischio: innanzitutto i bambini e gli anziani, seguiti dai soggetti sani che fanno attività all’aperto oltre che persone già affette da malattie polmonari.

L’ozono troposferico è un inquinante di origine sia antropica che naturale che tende a prodursi per effetto della radiazione solare in presenza di inquinanti primari quali gli ossidi d’azoto (NOX) e i composti organici volatili (VOC), prodotti in larga parte da motori a combustione e dall’uso di solventi organici, andando a costituire il cosiddetto smog fotochimico.

Su questo problema interviene Legambiente che chiede una maggiore attenzione da parte di tutti per per prevenire l’inquinamento da ozono, in gran parte determinato da traffico veicolare ed attività industriali, che producono precursori altrettanto tossici come gli ossidi d’azoto.

“Le politiche di moderazione del traffico – sostiene Legambiente – sono da attuare anche in estate, e si devono integrare con la gestione delle emissioni industriali. A caldaie domestiche spente, inoltre, risulta alta la domanda di elettricità per la climatizzazione, con consumi che pesano complessivamente per un terzo sulle emissioni di NOx”.

 In Emilia-Romagna sono già 21 le stazioni di monitoraggio dell’Ozono che hanno superato il limite dei 25 sforamenti di 120 µg/m3.

A guidare questa classifica è Modena con 48 giornate ma Piacenza  segue a ruota con 41 sforamenti registrati dalla centralina installata a Parco Monte Cucco. 38 quelli della centralina di Lugagnano Val D’Arda, 32 quelli di Besenzone

Preoccupanti anche i picchi riscontrati, che superano i 200 µg/m3, a fronte di un valore di informazione di 180 µg/m3 e del valore di allarme di 240 µg/m3. Il picco dell’Ozono si verifica principalmente nelle ore pomeridiane, a partire dalle 13, quando le temperature sono più elevate ed è maggiore l’esposizione solare.

Per sensibilizzare la cittadinanza sulle problematiche connesse all’inquinamento d’Ozono, Legambiente ha aderito, insieme ad altri partner europei,  al progetto CAPTOR (Collective Awareness Platform for Tropospheric Ozone Pollution, finanziato all’interno del programma HORIZON 2020-ICT-10-2015-RIA) che ha come scopo la rilevazione dei livelli di ozono attraverso il coinvolgimento diretto della cittadinanza, mediante l’installazione presso le abitazioni dei volontari autocandidatisi al progetto di alcuni sensori in grado di rilevare le concentrazioni di ozono. 

Il progetto è entrato a luglio nella sua fase operativa: Arpae ha accolto la richiesta di collaborare al progetto consentendo la collocazione degli strumenti presso la stazione di monitoraggio di  “Parco Montecucco” a Piacenza e ciò consentirà il confronto dei dati rilevati con quelli della rete regionale della qualità dell’aria (https://www.arpae.it/Aria).

Da fine mese 3 sensori Captor (foto in allegato) saranno installati presso altrettante abitazioni di volontari del progetto nella provincia di Piacenza. Nell’ambito di CAPTOR è infatti centrale il coinvolgimento della cittadinanza nella lettura e registrazione dei dati, al fine di aumentare la partecipazione e la consapevolezza sulla qualità dell’aria che ci circonda. I sensori installati in Emilia-Romagna saranno parte di una rete europea di  “citizen science” fatta di volontari italiani, spagnoli, francesi ed austriaci. Tutti le informazioni raccolte, oltre che le proposte e le azioni bottom-up provenienti dalla cittadinanza, saranno pubbliche ed a disposizione della comunità scientifica sul sito https://www.captor-project.eu/it/




La preside della Dante: “ho chiesto io il trasferimento. E’ la scelta migliore per tutti”

Nei giorni scorsi avevamo dato notizia di alcune nomine di presidi effettuate dal direttore Generale dell’Ufficio Scolastico Regionale.

Fra queste spiccava anche lo spostamento dalla Dante Carducci all’Istituto comprensivo di Busseto della dirigente, la professoressa Anita Monti.

Ne è nata subito qualche dietrologia anche perché si sapeva che i rapporti fra la preside ed alcuni docenti si erano fatti sempre più tesi.

Professoressa Monti questo trasferimento è stato un fulmine a ciel sereno, le è stato insomma imposto, o invece se lo aspettava?  

Il trasferimento l’ho richiesto io.

Come mai visto che due anni fa era stata lei a scegliere Piacenza, preferendola ad altre città?

Si sono create delle condizioni per cui mi è sembrato giusto dover chiudere il mio incarico triennale in un altro contesto, dove poter esprimere alcune mie competenze e professionalità. Nella scuola dove ho operato (la Dante Carducci ndr) e dove ho avuto la possibilità di incrociare molte belle persone, tante straordinarie competenze, credo di lasciare una eredità pesante, importante sia dal punto di vista dell’organizzazione sia delle articolazioni progettuali che sono state messe in campo.

Insieme a tutte le persone che ci hanno creduto, che hanno lavorato alla costruzione di una visione sistemica del fare scuola ci sono state persone che non hanno voluto condividere e non hanno condiviso. Persone che hanno fatto molta più fatica a seguire tutto quello che riguardava alcune modifiche essenziali (anche ai sensi della legge 107) ed altri cambiamento degli ultimi anni.

Insomma non tutto è filato liscio?

Come in tutti i contesti … non è che le cose sempre filano liscio. Ogni volta che si va a modificare, tanto più in ambito scolastico,  ci sono sempre tante frange. C’è qualcuno che sicuramente fa più fatica a seguire le innovazioni.

La sua scelta quindi è stata quella di non arrivare ad uno scontro ancor più frontale con chi non era d’accordo con la sua visone?

Credo sia la scelta migliore per tutti, lasciando quello che di buono è stato costruito insieme e lasciando anche che alcune situazioni, magari, possano essere oggetto di ulteriore approfondimento da parte di chi troverà altre modalità … o sarà anche più accettato dalla comunità.

Mi spiace doverlo sottolineare ma qualche forma di forte pregiudizio e anche – fra virgolette  – un po’ di razzismo c’è stato.

Razzismo perché? Intende che ha influito negativamente il suo non essere piacentina, la sua provenienza geografica da un’altra zona d’Italia (il Lazio ndr)?

Ho usato una parola forte per rendere un clima. Un sistema si costruisce in base alla fiducia. La fiducia è la prima cosa che si deve instaurare nei contesti in cui si lavora. Un dirigente pubblico che opera in un contesto di estrema delicatezza lo sa a prescindere.

Deve dare l’opportunità a tutti, anche quando rileva immediatamente delle situazioni problematiche. Se questa fiducia non è reciproca è chiaro che si fa molta più fatica … diciamo a procedere.

Sicuramente ci sono state, soprattutto nell’ultimo anno, anche a fronte del comportamento irrispettoso, irriguardoso di qualche docente, delle situazioni che hanno fatto sì che io decidessi altrimenti … proprio per non compromettere ulteriormente il clima. E’ stato anche uno dei motivi per cui avevo chiesto la visita ispettiva. Perché, anche quella, era stata chiesta da me.

Quindi l’ispezione, contrariamente a voci che giravano, non l’ha subita ma l’ha richiesta?

L’ho specificato più volte, anche ai suoi colleghi giornalisti che mi avevano contattato al riguardo. Era stata chiesta da me. E’ stata quasi vissuta come uno scandalo. In realtà chiedere una visita ispettiva in un contesto scolastico o pubblico può rientrare nell’ordinarietà delle funzioni che espleto. Al contempo è una delle azioni che si possono mettere in campo all’interno di una struttura che magari per tanto tempo non ha avuto una titolarità, come nel caso della Dante. La Dante ha sofferto per lungo tempo, da questo punto di vista, la mancanza della titolarità. Si sono susseguite delle reggenze per molti anni e ahimè mi tocca dire che ora ritornerà la reggenza e non solo per mia responsabilità.

A proposito di responsabilità c’è qualcosa di cui si pente? A posteriori avrebbe agito diversamente?

Forse ho sbagliato nell’affidarmi molto all’idea che il contesto fosse pronto e fosse più capace di rigenerarsi rispetto ad alcuni aspetti che erano rimasti fermi nel tempo. Invece non sempre è stato facile trovare un glossario comune con cui dialogare.

Credo di aver agito anche seguendo quelle che erano le domande dell’utenza. Una domanda variegata che non ha sempre coinciso con quelle figure che già da tempo rivestivano ruoli apicali all’interno dell’istituto e che avevano, ad esempio, ruoli all’interno del consiglio dell’istituto da troppi anni.  Quando non c’è un cambiamento, per molto tempo, il percorso che deve portare ad un’idea comune … diventa più faticoso.

Lascerà dunque la scuola Dante ma continuerà ad abitare a Piacenza. Come mai? E’ una città in cui si è  trovata bene a vivere o  ha avuto difficoltà di ambientamento ?

Credo che Piacenza sia una città molto bella, con delle potenzialità straordinarie. E’ una città di confine e per questo mi aveva attirato, aveva stuzzicato i miei interessi antropologici. Sono molto incuriosita dai contesti dove si possono incrociare tante diversità. Credo che Piacenza abbia questa vocazione. Ma forse in virtù di queste diverse appartenenze, a tratti, si possono anche incrociare dei gruppi che … si difendono. Laddove si è assaliti c’è anche una tendenza alla difesa. La città trovo che sia caratterizzata da mote voci e da molte risorse umane, artistiche, culturali ad ampio raggio. Ha una ubicazione straordinaria che consente di raggiungere qualunque luogo. Questa vicinanza con la Lombardia non è un elemento a sfavore della città ma anzi consente ancora di più di scambiare delle opportunità lavorative e di vita. Piacenza è misteriosa. E’ una città che ti consente scoperte continue. Non manca logicamente qualche aspetto negativo, come accade ovunque. La percezione che ho avuto di questa città, da esterna, è che vi sono crogiuoli, gruppi di persone che talvolta fanno fatica ad interagire fra loro. A parte questo … c’è pane per i denti di chiunque. Una città molto stimolante.

La scelta di spostarsi all’istituto comprensivo di Busseto è stata concordata con Bologna? In che tipologia di scuola andrà ad operare?

E’ un istituto comprensivo dove l’orientamento musicale consente di elaborare percorsi e visoni a lungo termine e di ampio respiro. Questo mi rende molto felice. Io vengo già da questo tipo di esperienze ed avevo già diretto due istituti comprensivi di cui l’ultimo proprio ad indirizzo musicale. Ho avuto l’opportunità, anche alla Dante e alla Carducci, di costruire, o provare a costruire, un percorso musicale che consentisse una demarcazione identitaria più forte alla scuola.

C’è riuscita?

La Dante-Carducci sta compiendo per sé delle scelte importanti. Pur non avendo una connotazione musicale forte, purtuttavia ha all’interno delle risorse umane assolutamente valide che potrebbero consentire di fare un ulteriore salto in questo senso. Proprio l’altro ieri ho ri-firmato una convenzione con il Piacenza jazz club Milestone, quindi lascio anche questo in eredità. Da esterna, avevo intravisto la forte vocazione musicale, non solo della scuola ma anche della città. Il Piacenza jazz festival è uno degli venti culturali più importanti. Questo si incrociava peraltro con la mia storia personale perché sono nata e provengo da un territorio anch’esso a forte vocazione musicale ed avevo fatto esperienze in questo campo. Mi sembrava un vantaggio, un plusvalore, un dono da portare e da poter condividere con la scuola e con il territorio. Non è stato facile farlo passare. Mi spiace che, proprio per il contesto musicale, si siano determinate delle frizioni con qualche docente.

La convenzione è stata come dire una prima volta, sotto la mia dirigenza. Ma la Dante Carducci ha anche aderito al progetto Imun (l’Italian Model United Nations è un progetto grazie a cui migliaia di studenti di scuole medie diventano “Ambasciatori per un giorno” e simulano le assemblee dell’ONU ndr) e ai campi scuola in Basilicata che hanno consentito ai ragazzi di vivere un’esperienza straordinaria. Progetti che hanno avuto un consenso elevatissimo da parte dei genitori.

Non tutti i genitori ne sono stati però entusiasti

Se da parte c’è stato un gruppuscolo di genitori che ha tentato di gettare fango su una attività che è stata molto dinamica all’interno dell’istituto, dall’altra la maggior parte dei genitori e dei docenti hanno trovato una loro rispondenza rispetto allo sviluppo della scuola ed alla costruzione dell’identità della Dante-Carducci.

Altre cose importanti sono stati i laboratori linguistici gratuiti ed i laboratori nelle ore di alternativa alla religione Cattolica che hanno portato risultati straordinari e ci hanno dato l’opportunità di raccontarci a Radio Web del Gioia.

Insomma un’esperienza che l, nonostante tutto, le ha regalato anche soddisfazioni?

Voglio dire che sono stata molto felice di incontrare delle persone straordinarie. Ho voluto molto bene a questa città, tant’è che non me ne vado. Ho voluto bene alle persone che hanno lavorato con grande amore. Nelle cose bisogna crederci e metterci amore ed i risultati arrivano.

Quelli che – con me – sono stati visionari ed hanno creduto in un sogno … li ringrazio, genitori, alunni, docenti ed associazioni.

Sono una persona che lavora nel silenzio e quando ci sono situazioni gravi, ancora di più opero nel silenzio affinché la mediazione sia l’arma più forte e vincente. In alcuni momenti ho trovato docenti poco disponibili al dialogo. Il dialogo si fa solo se le due parti vogliono ascoltarsi reciprocamente. Non è mai univoco.

Carlandrea Triscornia




Escursionista ferita sul Maggiorasca

Grave incidente questa mattina sul versante parmense del Monte Maggiorasca, per una escursionista 23enne residente in provincia di Parma. La donna è scivolata tra le rocce, fatto un volo di alcuni metri e  riportando svariati traumi. La giovane si trovava in compagnia del fidanzato sul sentiero che dal Passo del Tomarlo conduce alla vetta più alta dell’Appennino Ligure.

Giunti a  quota 1600 metri i due si sono diretti verso alcune guglie, cercando una via piú breve di salita. Per cause ancora da chiarire, la ragazza è scivolata perdendo stabilità e compiendo una caduta di circa 4 metri. Subito il compagno ha dato l’allarme al 118, che ha inviato sul posto una squadra del Soccorso Alpino, l’ambulanza della Croce Rossa di Bedonia e l’eliambulanza di Pavullo, con a bordo personale tecnico e sanitario del Saer. La ragazza, è stata quindi stabilizzata e poi issata a bordo del velivolo e trasportata all’Ospedale Maggiore di Parma con fratture agli arti superiori ed un forte trauma facciale.

 




Dieci profughi in arrivo a Castelvetro. Il sindaco: “così si creano tensioni sociali”

Dopo che nei giorni scorsi si era parlato del caso di Albone, frazione di Podenzano dove potrebbero arrivare una trentina di profughi (a fronte di circa venti residenti), questa sera, via Facebook è esplosa un’altra polemica contro le politiche di distribuzione dei rifugiati sul territorio della provincia.

Luca Quintavalla, sindaco di Castelvetro, con un post a sua firma, pubblicato sul gruppo “Castelvetro per te”, ha espresso tutta la propria contrarietà rispetto alla scelta della Prefettura di collocare 10 profughi in un appartamento del paese, in via Verdi. Il primo cittadino sarebbe stato informato del fatto, poco prima, attraverso una semplice telefonata “senza che il Comune possa avere voce in capitolo nella vicenda, come ormai purtroppo sta succedendo in tutta la nostra provincia e in tutta Italia…”

“Si tratta – ha scritto il sindaco Quintavalla – di un sistema completamente sbagliato, in quanto basato unicamente su accordi con i privati proprietari e con società di gestione, che in parecchi casi sono di discutibile serietà, senza alcuna garanzia sulle condizioni di abitabilità e sulla progettualità rispetto all’integrazione di queste persone”.

“Come Amministrazione – ha continuato il primo cittadino di Castelvetro – esprimiamo la nostra contrarietà e indignazione rispetto a questo meccanismo perverso che dovrebbe essere finalizzato all’accoglienza, ma che in realtà rischia di essere un “business mascherato” e di creare solo tensioni sociali nei nostri territori”.

Il sindaco di Castelvetro ha preannunciato che domani mattina sarà a fianco dei residenti di via Verdi per esprimere il proprio disappunto ai referenti della Prefettura ed al gestore che ha messo a disposizione gli alloggi. Non solo. Ha anche fatto sapere che insieme ai suoi collaboratori, al comandante della polizia locale ed al responsabile dell’urbanistica del comune metterà in atto tutte le azioni possibili “per tutelare la cittadinanza, a partire dalle verifiche di agibilità e di abitabilità dell’immobile interessato.

Quintavalla, 44 anni, esponente del Pd, venne eletto alla guida di Castelvetro nel 2013, con il 52% dei voti. Nella precedente tornata elettorale (quella del 2008) era uscito sconfitto dal confronto con l’ex sindaco Marcotti.




Torre si candida Premier. Abbatteremo il Colosseo e costruiremo un ponte con la Libia

Non si ferma l’ascesa politica di Stefano Torre. Entrato nell’agone elettorale come possibile candidato sindaco di Bettola, l’eclettico imprenditore ha poi deciso di correre per la poltrona di sindaco di Piacenza. In pochi giorni è riuscito a raccogliere le firme necessarie ed ha presentato la sua lista. Ha mancato per una manciata di voti l’elezione in consiglio comunale ma si è guadagnato una crescente fama nazionale.

Ora l’uomo con la tuba più famoso del paese (dopo Paperon de Paperoni) ha deciso di candidarsi alla guida della penisola, giocando d’anticipo su possibili concorrenti quali Berlusconi e Renzi. Del resto, deve essersi detto, le mie promesse non sono poi molto più visionarie e mirabolanti di quelle dei due sopracitati concorrenti. Così h fondato il suo nuovo movimento: Torre Presidente – Prima italia.

Torre ormai non la ferma più nessuno?

La presidenza del Consiglio dei Ministri è ciò che mi ha interessato fin dall’inizio. Se fossi diventato sindaco di Piacenza avrei dovuto certamente dimettermi. E’ la strada che anche altri leader nazionali hanno scelto di seguire. Partire dal piccolo per arrivare poi a centrare il bersaglio grosso. La differenza fra me e gli altri è che io ho delle idee molto chiare, lungimiranti e visionarie. Alcune delle idee già proposte a Piacenza verranno rimesse in gioco per la campagna nazionale.

Quali fra le tante?

Il vulcano innanzitutto. Intendo stimolare ogni città a costruire il proprio vulcano, in modo da far diventare l’Italia la terra più vulcanica del mondo, con contributi a tutti in modo massiccio. Poi l’abolizione della morte. Penso che dovrà essere estesa a tutto il territorio nazionale così come la distribuzione di viagra.

Questa ce l’eravamo dimenticata ma come dovrebbe funzionare?

Verrebbe distribuito gratis a tutta la popolazione maschile al di sopra dei 55 anni perche, non potendo più morire, bisogna in qualche modo … divertirsi e il viagra … garantisce divertimento a vita.

Il vinodotto è scomparso dal programma?

Assolutamente no, anzi. Ci sarà un vinodotto nazionale che collegherà Milano con Palermo, raccogliendo il contributo di tutte le cantine che saranno a ridosso di quel tratto ma che poi si estenderà con un ramo da Bologna fino a Trieste e poi con un altro che partendo da Roma arriverà a Napoli e poi proseguirà verso la Sicilia da un lato e la Puglia dall’altro. In questo modo ci sarà una vera unità vincola nazionale, uno sharing etilico. Aprendo il rubinetto di casa potremo scegliere quale vino bere e sarà … stupendo ubriacarsi con questi vini.

Accanto a queste idee che traducono in chiave nazionale ciò che era stato pensato per il locale sto proponendo una serie di nuove idee che mi paiono adeguate.

Quali sono? Non ci lasci sulle spine.

Innanzitutto il matrimonio a tempo determinato, eventualmente rinnovabile. Basta con i casini  per il divorzio e aggiungo anche basta con le famiglie unite e con i giuramenti a vita. Il matrimonio a tempo determinato garantirà la possibilità di scegliere, dopo due o tre anni, di mettersi assieme al proprio o alla propria amante oppure di continuare con la famiglia.

Questa è una dichiarazione di guerra al Vaticano.

Più che altro è una dichiarazione di guerra alla famiglia. Anzi ho una idea di famiglia allargata in cui rientrano anche gli animali domestici. Nei moduli di iscrizione scolastica oltre al genitore uno e al genitore due dovrà essere richiesto il cane uno o il gatto due, con relativa razza.  Eventualmente pure il criceto tre. L’unico dubbio che ancora ho è se sia politicamente corretto chiedere la razza dell’animale.

Senta però un premier che si rispetti deve avere in mente anche una grande opera come l’alta velocità, il ponte sullo stretto.

In effetti ho una proposta di gran lunga migliore dei miei predecessori: la costruzione di un enorme viadotto fra Cagliari e Palermo per unire le due più grandi isole italiane. E’ molto, molto più lungo del ponte sullo stretto di Messina che citava lei e che i premier, negli ultimi vent’anni, hanno proposto, abiurato e riproposto.

Quindi un ponte fra le isole ma nessun collegamento con il continente?

Assolutamente. Il ponte sullo stretto è un non senso. E’ molto più logico collegare Sicilia e Sardegna.

E’ vero, come si vocifera, che lei si propone di abbattere il Colosseo.

Certamente. Verissimo. Non ha i bagni a norma. L’impianto elettrico è vetusto. Intendo partire con il Colosseo ma estendere l’abbattimento a tutti gli altri edifici non a norma in Italia. Sono tantissimi ed è giunto il momento di dire la parola fine.

Vuole cancellare le tracce della memoria storica un po’ come si dice voglia fare la presidente Boldrini?

No. Io voglio solo cancellare gli edifici non a norma. Le norme CEE sono importantissime e superano ogni altra considerazione circa gli edifici e la loro utilità.

Il Colosseo non serve assolutamente a niente se non viene messo a norma. Con il Colosseo in particolare io intendo comunque non semplicemente abbatterlo per cancellarlo ma ridargli nuova vita.

E come farebbe?

Userei i mattoni ricavati dalla demolizione per costruire un nuovo ponte  tra Lampedusa e Tripoli in modo tale da finirla con questi barconi che trasportano gente. Facciamo un ponte e così abbiamo finito di avere piagnistei, morti, feriti, annegati e via discorrendo.

Questa in sintesi l’idea che ho per il paese. Un paese che sarà dinamico e iperattivo.

Si avvarrà ancora del supporto dei suoi amici potenti?

Certamente anche nella campagna nazionale interverranno a partire da Putin. Con l’armata rossa riusciremo a cancellare lestofanti, mariuoli e altri loschi figuri che si aggirano per le vie della città a spaventare la gente.

Nessuna guerra o invasione in vista?

Certo che si. Attaccheremo ed annienteremo San Marino perché non ha senso che esista una enclave in Italia come quella; si permette di fare scherzi fiscali, di essere un porto sicuro per operazioni finanziarie.

E poi le do anche una anticipazione: basta con il Canton Ticino.

Non lo sopporto da quando sono piccolo. Mi dispiace per la Svizzera ma perderà sicuramente un pezzo di territorio. Noi intendiamo attaccarlo, conquistarlo e imporre a loro di parlare un italiano un pochino più

Non so se lei si sia mai imbattuto in un telegiornale della televisione svizzera italiana; sembra di sentir parlare uno speaker di due secoli fa. Bisogna finirla. L’italiano ha bisogno di inglesismi, di far propri termini assolutamente avulsi e alloconi e di modernizzarsi distaccandosi  completamente dal latino che, parliamoci chiaro, ha rotto le palle a tutti.

Sto pensando anche a qualcosa di forte per lo sport e ad una riforma elettorale finalmente chiara, semplice, certa.

Fra proporzionale con sbarramento o maggioritario secco lei che idea sposa?

Gliela spiego subito. Per potersi candidare alla Camera o al Senato introdurrò l’obbligo di chiamarsi Torre. In questo modo risparmierò ai presidenti dei due rami parlamentari (entrambi si chiameranno Torre) l’onere di dover imparare i cognomi di tutti i deputati e senatori. Sarà facile ricordarsi come si chiamano tutti.

Carlandrea Triscornia




Parte a Fiorenzuola il festival Dal Mississippi al Po

E’ tutto pronto, per la prima serata del festival Dal Mississippi al Po che si svolgerà, dalle 19 di oggi in piazza Molinari a Fiorenzuola d’Arda. Si partirà con due aperitivi letterari inaugurali della tredicesima edizione. Dal Mississippi al Po incarna, fin dai primi anni, due anime: la musica e la letteratura, e con i primi ospiti del cartellone non si potrebbe partire meglio: Tony Face Baciocchi, giornalista, autore, musicista e dj radiofonico, si farà raccontare da Daniela Amenta, sua collega romana che, oltre a scrivere di musica da decenni per le principali riviste di settore, da Frigidaire a Il Mucchio Selvaggio, ha lavorato per Radio Rai, è stata direttore di Radio Città Futura e caporedattore de “L’Unità”, il suo ultimo libro “Freak Out – Freak Antoni psicofisiologia di un genio” uscito quest’anno per Compagnia Nuova Indye.

Nel secondo incontro del tardo pomeriggio sarà il direttore artistico letterario del festival a fare gli onori di casa: Seba Pezzani presenterà Enzo Fileno Carabba, autore di racconti e romanzi fantastici e noir, come “Jakob Pesciolini” (Einaudi, 1992). Appassionato di camminata e subacquea, racconterà a Seba Pezzani dei suoi romanzi, ma anche dei suoi reportage e della lunga ricerca storica che lo ha portato, qualche anno fa, a pubblicare “Attila. L’incontro dei mondi”.

Dopo un breve stacco, gli appuntamenti riprenderanno alle 21 e si parlerà ancora una volta dello stretto legame che c’è tra la musica e la parola scritta, prosa e soprattutto poesia. A farlo, saranno due personaggi, che, se pure con un curriculum piuttosto differente, affondano le radici nello stesso background: Gioachino Lanotte, docente universitario, musicista e autore di numerosi saggi dedicati alla musica cantautorale italiana e alla rilettura in chiave musicale della storia recente del nostro paese, chiacchiererà con Marco Ferradini. Noto al grande pubblico per la sua eterna “Teorema”, Ferradini è un cantautore prolifico, sulle scene da oltre trent’anni, uno degli autori più sensibili e ispirati del panorama della musica italiana, che ha collaborato e scritto per decine di artisti.

La prima giornata di festival si concluderà con un evento live davvero insolito: non si tratta infatti di un solo concerto, ma saranno ben quattro le band che si alterneranno sul sagrato di San Fiorenzo, per quasi tre ore di musica. Venerdì sera a Fiorenzuola, Dal Mississippi al Po ospiterà la semifinale dell’area nord-est dell’Italian Blues Challenge, una “sfida” tra band e musicisti blues da cui uscirà un vincitore che prenderà parte, insieme ai finalisti delle altre aree geografiche, alla finale, che decreterà il rappresentante italiano al Challenge europeo.
Le quattro band che si esibiranno a Fiorenzuola, di fronte ai membri della giuria dell’Italian Blues Union, sono: Francesco Garolfi trio, Groove City, The Crowsroads e Turrini-Guidi-Veronesi.
Francesco Garolfi, che gli appassionati di Dal Mississippi al Po conoscono molto bene, è un chitarrista, compositore, arrangiatore e produttore tra i più apprezzati della scena blues italana. Conosciuto per la sua eleganza e la sua duttilità, ha diviso il palco e registrato in Italia e all’estero con artisti di fama internazionale; a Fiorenzuola si presenta con un progetto inedito in trio: insieme a lui, Roberto Dragonetti al basso e Teo Marchese alla batteria.
Groove City è il progetto nato dall’idea di tre amici musicisti bolognesi, accomunati dalla passione per soul, R&B e blues. Negli corso degli anni i Groove City hanno collaborato con tantissimi artisti molti dei quali provenienti da Sud degli USA. Alla line up, composta da Fabio Ziveri – pianoforte e tastiere, Andrea Scorzoni – tenor sax, Pier Martinetti – chitarra, Giancarlo Ferrari – basso, Gianluca Schiavon – batteria e Franco Venturi – tromba, si è aggiunta da qualche tempo Daria Biancardi, esplosiva cantante palermitana con la qualche i Groove City hanno partecipato al Porretta Soul Festival 2016 e al Castefranco Soul Festival 2016.
Turrini-Guidi-Veronesi (ovvero Gloria-voce, Mecco-tastiere e Lele-batteria) sono tre musicisti “solisti”, ognuno con una spiccata personalità, con backgrounds diversi, tre percorsi musicali che si uniscono e si fondono creando un sound unico. Il repertorio che propongono è vario e a tratti sorprendente, brani originali che profumano di blues e jazz, rivisitazioni di brani della tradizione di New Orleans.
The Crowsroads sono un duo folk/blues italiano dal sound essenziale, ruvido e coinvolgente, formato dai fratelli Matteo (chitarra e voce) e Andrea Corvaglia (armonica e voce). Il loro repertorio è costituito, oltre che da brani originali, anche da un grande numero di reinterpretazioni di canzoni di artisti americani e inglesi, prevalentemente di genere folk, blues e affini.

Nel cartellone di sabato 15 luglio sono in programma tre incontri letterari e l’attesissimo concerto di Ana Popovic.

Alle 19, nello spazio incontri allestito in Piazza Molinari, il giornalista Luca Ponzi, inviato del Tg3 per l’Emilia-Romagna e autore di romanzi e saggi, presenterà lo scrittore viareggino Divier Nelli. Divier, molto legato alle tematiche sociali, nel 2005 ha dato vita, assieme ad altri nove scrittori, ad un laboratorio di scrittura all’interno della comunità di accoglienza del Ceis di Lucca, al termine del quale è stato pubblicato La vita addosso, 9 scrittori raccontano 9 vite estreme (Fernandel, 2006), racconterà il suo ultimo romanzo, “Il giorno degli Orchi” (Guanda, 2017), che parla dei pericoli che in cui i giovani possono incappare con l’uso spensierato dei social network.

Dopo una breve pausa, alle 21 riprenderanno gli incontri letterari. Protagonista del primo appuntamento serale sarà Giada Trebeschi, storica, accademica, attrice ed autrice di teatro, nonché di romanzi storici, tra cui il fortunato “La Dama Rossa”. Bolognese di nascita, Giada Trebeschi vive attualmente in Germania ed ha appena dato alle stampe il suo ultimo romanzo storico, “Il vampiro di Venezia” (Oakmond Publishing, 2017). A presentarla al pubblico del festival a Fiorenzuola sarà Gianluigi Negri, giornalista e critico cinematografico della Gazzetta di Parma ed ideatore della rassegna “gastro-letteraria-pittorica” Mangia come Scrivi.
Protagonisti dell’ultimo appuntamento letterario della giornata saranno Lisa Graf e Ottmar Neuburger, autori di “Gulasch di cervo. Caccia al tesoro nel cuore della Baviera” (Emons Edizioni, 2015), un romanzo che, con intelligenza ed ironia tocca alcune delle pagine più dolorose della storia del Novecentro, dal Terzo Reich (il “tesoro nel cuore della Baviera” sarebbe proprio il tesoro nascosto di Hitler), all’esplosione del reattore nucleare della centrale di Chernobyl, regalando un’immagine ben diversa da stereotipi e luoghi comuni della provincia tedesca. A Fiorenzuola ne parleranno con Roberto Tanzi, giornalista e autore di volumi dedicati a cinema e gastronomia.

Il calendario di concerti di questa sezione di Dal Mississippi al Po, che si è aperto nella serata di venerdì con le quattro band della semifinale dell’Italian Blues Challenge e si chiuderà Domenica con l’evento indubbiamente più atteso di quest’anno, il concerto di Charlie Musselwhite, nella serata di sabato ospiterà una signora del rock blues: sul palco di Piazza Molinari sabato sera salirà Ana Popovic.
Nata e cresciuta a Belgrado, in Serbia, ad oggi è una delle superstar del rock blues internazionale che vive e lavora negli States, in California, o per lo meno lo fa in quelle poche settimane all’anno in cui non sia in giro a fare musica da qualche parte nel mondo. I nomi che si associano a lei sono quelli dei veri pezzi grossi: lo scorso anno, il suo ultimo lavoro da studio, Trilogy, il suo progetto più ambizioso, che raccoglie in tre CD brani blues, jazz e funky, è stato prodotto da Warren Riker, produttore tra gli altri di Lauren Hill e Carlos Santana e da Tom Hambridge, che invece lavora con Buddy Guy. Per il sesto anno consecutivo, anche nel 2017 Ana ha ricevuto l’ennesima nomination ai Blues Music Awards di Memphis.
Già ospite di Dal Mississippi al Po nel 2010, quando era una stella nascente dell’electric blues, ora Ana Popovic torna al festival da star internazionale, dopo aver collaborato con BB King, Buddy Guy, Billy Gibbons, Joe Bonamassa, Robben Ford, John Hiatt, Gary Clark Jr, solo per citarne alcuni. Ad oggi, lei e la sublime Bonnie Raitt sono considerata la massime esponenti femminili del rock blues internazionale.

In tutte le serate del festival saranno attivi gli stand gastronomici curati dalle associazioni di Fiorenzuola, che apriranno alle 19:30 e resteranno in funzione per tutta la serata. In caso di maltempo, tutti gli appuntamenti di Dal Mississippi al Po si terranno all’interno del Teatro Verdi.




Colpito a bottigliate ai Giardini Margherita

I giardini Margherita nuovamente teatro di un episodio violento. Mancavano pochi minuti alle 19 quando fra un gruppo di giovani stranieri è scoppiato un acceso diverbio, a pochi metri dal cancello che dà su viale Abbadia e via Alberoni.  Un ragazzo di coColpito a bottigliate ai Giardini Margherita di Piacenzalore è stato colpito in testa da una bottigliata ed ha iniziato a sanguinare copiosamente. Allertati da alcuni  testimoni sul posto sono arrivati, in pochi minuti, i carabinieri ed una ambulanza della Croce Bianca. Mentre i sanitari prestavano i primi soccorsi al giovane, gli uomini dell’arma hanno identificato alcune persone e raccolto varie testimonianze che dovrebbero permettere di ricostruire nel dettaglio quanto accaduto.