Pluripregiudicato guidava ubriaco in zona via Roma

Guidava ad alta velocità un’Alfa Romeo nella zona di via Roma. Allertata da alcuni abitanti del quartire la poliia muncipale di Piacenza è intervenuta nell’area ed ha intercettato il veicolo in viale dei Mille. Gli agenti hanno intimato l’alt ai due uomini a bordo: dagli accertamenti è emerso non solo che entrambi erano pluripregiudicati, ma anche che il guidatore non aveva mai conseguito la patente. Sottoposto al test, il conducente – un piacentino di circa 40 anni – è risultato avere un tasso alcolemico di quattro volte superiore al limite consentito. Di qui la denuncia all’Autorità giudiziaria per guida in stato di ebbrezza ai sensi dell’articolo 186 del Codice della Strada, nonchè la sanzione di 5.000 euro perchè non era titolare di patente.

Nei giorni precedenti, in particolare giovedì 17 agosto, sempre la polizia municipale ha sequestrato ai fini della confisca tre veicoli, per mancanza di copertura assicurativa. Durante un controllo di polizia stradale in via Taverna, la pattuglia ha riscontrato, che due vetture – una Seat e una Fiat Punto – erano prive della copertura assicurativa: entrambi i conducenti sono stati sanzionati ai sensi dell’articolo 193 del Codice della strada, per un importo pari a 849 euro, mentre le auto sono state sequestrate ai fini della confisca.  Lo stesso è avvenuto per un terzo mezzo, una Fiat Multipla parcheggiata in via Cerati, rinvenuta durante un controllo sui veicoli in sosta.

 

 




Allontanata mendicante che importunava i passanti

Proseguono i controlli della Polizia Municipale in occasione del mercato settimanale. Nella mattinata di sabato 19 agosto, gli agenti del nucleo Nost hanno presidiato l’area degli stand in piazza Cavalli e piazza Duomo, nonchè le vie adiacenti, per scoraggiare la presenza di venditori abusivi non autorizzati.

Nel corso dell’attività, è stata fermata e identificata una donna di nazionalità rumena, residente in provincia di Piacenza, che importunava i passanti chiedendo l’elemosina: di qui la sanzione per accattonaggio e la notifica dell’ordine di allontanamento (Oda), come previsto dalla nuova normativa.

Sempre nella stessa mattinata, durante un posto di controllo in via Palmerio, le pattuglie del Nost hanno intimato l’alt al conducente di una Toyota con targa rumena, condotta da un cittadino della stessa nazionalità e residente a Piacenza. Dagli accertamenti effettuati, il veicolo risultava precedentemente immatricolato con targa italiana: successive verifiche tramite banche dati nazionali e internazionali hanno poi fatto emergere l’intestazione fittizia dell’auto, il cui conducente è stato sanzionato, ai sensi dell’art. 94 bis del Codice della Strada, per oltre 370 euro. Una somma che l’uomo ha dovuto pagare immediatamente agli agenti della Polizia Municipale, come stabilito dalla legge per i veicoli stranieri.

 




Il diario di Arianna Badini in Bolivia con il progetto Kamlalaf

Prosegue il viaggio di Arianna Badini, partecipante al progetto Kamlalaf, in Bolivia, con l’associazione ProgettoMondo Mlal. Ecco le sue nuove pagine di diario.

Passando per El Alto, qualche giorno dopo, andiamo a visitare i ragazzi del carcere. Qalauma, “L’acqua che rompe la pietra”, è nato nel 2003. In Bolivia, nonostante la legge vieti la convivenza di adulti e minori, non vi sono strutture detentive che prevedano per loro uno spazio specifico. I ragazzi quindi si trovano in carceri sovraffollate, in cui bisogna pagare il carcere Qalauma Boliviaper avere il proprio spazio e qualsiasi tipo di servizio anche di sussistenza, spesso dilaga la corruzione ed è impossibile garantire sicurezza. Vi sono leggi molto rigide e una burocrazia lenta, per cui molti di loro passano anni aspettando un processo che non arriverà mai. La giustizia è punitiva, non vi sono programmi di recupero o educazione per i detenuti e questo implica un tasso dell’80% circa di recidiva.
Qalauma ospita molti ragazzi arrivati da San Pedro, il carcere principale di La Paz, ed è basato su un principio di giustizia retributiva. Nelle comunità indigene la giustizia retributiva è tuttora utilizzata per regolare le dinamiche interne: chi non sottosta ai doveri o fa torto a qualcuno viene condotto a risponderne in un dialogo comunitario, al termine del quale la parte lesa e il responsabile devono ritenersi soddisfatti delle decisioni prese. Spesso il risarcimento consiste in un lavoro utile per la comunità, ed è su questo principio che Qalauma punta ad evolvere. Un altro obiettivo è quello di contribuire al recupero sociale dei giovani attraverso l’accrescimento di competenze professionali e sviluppando la comunicazione nelle relazioni familiari e sociali.
Per mostrarci i loro progetti, dopo aver visitato i vari settori del carcere in cui vivono i ragazzi, ci sono stati quindi presentati i laboratori di carpenteria, falegnameria, cucito, musica, il piccolo panificio e la biblioteca. I ragazzi ci spiegano la gestione degli spazi e i turni di lavoro, a fine giornata ci offrono i prodotti del panificio e ci troviamo a fare un ultimo dialogo con gli educatori e gli psicologi prima di prendere la lunga strada del ritorno.
L’indomani partiamo in serata per Caranavi e arriviamo verso le 4 di mattina, il paese si trova a nord di La Paz, verso l’inizio della foresta amazzonica. Ci accompagna Giacomo, un ragazzo in servizio civile che si occupa del progetto che andremo a scoprire: Caffè Corretto. I cooperativa Montaña Verde Bolivial giorno successivo ci spostiamo verso la foresta per raggiungere la cooperativa Montaña Verde. Per accoglierci, i cafficoltori ci accompagnano nelle piantagioni e ci spiegano come raccogliere i chicchi di caffè, ci mostrano e ci fanno provare tutti i processi di produzione, spiegandoci nel frattempo i dettagli della loro coltivazione equosolidale e del commercio internazionale. Poi ci riuniamo davanti a un ottimo caffè appena tostato per parlare in maniera approfondita del progetto. L’idea nasce dalla volontà di migliorare le condizioni di vita dei lavoratori, in particolare dando accesso ad assicurazione sulla salute e pensione e sensibilizzando le persone sui loro stessi diritti.
Inizialmente si concentra sulla creazione di piccole imprese, in Perù e Bolivia, puntando ad innovarle grazie all’entusiasmo e al forte impegno dei giovani che le gestiscono. Per quanto riguarda le pensioni, le soluzioni plausibili sono tre e vengono proposte ad ogni famiglia che deciderà a quale aderire. La prima opzione è quella di incrementare la pensione minima del governo (200 boliviani al mese, circa 25 euro) versando una quota mensile, soluzione in sé non è ottimale perché prevede grandi sacrifici economici per una pensione comunque mediocre. Un’altra possibilità è quella di indirizzare alle pensioni il premio Flo, previsto per le cooperative di Commercio equo solidale, che include un fondo economico per migliorare le condizioni della comunità. Il progetto di riforestazione, invece, consiste nell’utilizzare il terreno per piantare una gamma diversificata di alberi pregiati nel corso degli anni per poi trarne guadagno in maniera indipendente vendendone i prodotti. Ognuna delle tre possibilità ha pro e contro e le varie cooperative ne discutono in maniera attiva, in particolare gli adulti cercano di sensibilizzare i giovani sulla responsabilità delle prospettive future, iniziando a pretendere diritti e lavorando per l’espansione di questi anche a settori lavorativi e realtà differenti.
Ora però ritorniamo verso La Paz: ci aspettano due giorni sul Titicaca, il lago più alto del mondo, condiviso con il Perù al confine nord occidentale…

Arianna Badini




In piazza il folklore russo

Ultimo appuntamento domani, martedì 22 agosto, con il Festival internazionale dei Giovani in piazza Cavalli: alle 21 saliranno sul palco i gruppi portabandiera del folklore georgiano e russo, entrambi provenienti dalla regione del Caucaso (rispettivamente da Tbilisi e Stravpol).
L’ensemble dei Giorgoba Folk, dalla Georgia, proporrà alcune fra le più coinvolgenti danze tipiche delle loro montagne, mentre i cosacchi del Gruppo Fantasy presenteranno le tradizioni del loro popolo con musiche e canti dal vivo che supportano danze travolgenti.
Ad animare la serata interverrà anche il gruppo folk rumeno Le Perle di Cucuieti.




A Piacenza nasce l’albo dei cittadini volontari

Volete contribuire volontariamente e gratuitamente a mantenere più bella Piacenza? Lo potrete fare iscrivendovi al nuovo l’Albo dei Cittadini Attivi – Volontari. Lo rende noto la Amministrazione comunale che fa sapere come, in attuazione del Regolamento della Partecipazione, verrà costituito a breve l’Albo.
A questo elenco dovranno essere iscritti non solo i singoli, ma anche le associazioni, le rappresentanze professionali, di categoria e le organizzazioni datoriali, le scuole e le cooperative che, gratuitamente, intendano mettere a disposizione della collettività il proprio tempo e le proprie capacità, collaborando con il Comune nella gestione e manutenzione dei servizi di pubblica utilità sul territorio.
Il materiale informativo e il modulo per la domanda di adesione, che dovrà essere compilata anche da coloro che già svolgono volontariato di cittadinanza attiva, sono scaricabili dal sito web comunale – sia nella sezione PiacenzaPartecipa, sia in evidenza in home page – o reperibili presso gli sportelli Quinfo di piazzetta Pescheria. Le iscrizioni saranno aperte dal 1° settembre prossimo al 15 ottobre.
Per ulteriori dettagli e chiarimenti si può scrivere a partecipazione@comune.piacenza.it , indirizzo al quale dovranno essere inviate le richieste di adesione o eventuali progetti che si vogliano proporre. Chi lo preferisse, può consegnare il tutto in formato cartaceo al punto Quinfo.
Diversi gli ambiti di intervento in cui è prevista la figura dei cittadini attivi, a cominciare dall’area culturale, sportiva e ricreativa che comprende le iniziative a tutela, promozione e valorizzazione del patrimonio storico e artistico, nonché le manifestazioni pubbliche organizzate o patrocinate dall’Amministrazione comunale, ma anche la gestione delle sale pubbliche, o la sorveglianza delle strutture ricreative e culturali per favorire l’accesso dell’utenza.
Viene definita area civile, invece, quella inerente alla tutela della qualità di vita, dell’ambiente e del paesaggio, includendo tra le diverse attività possibili la cura delle aree verdi e degli edifici scolastici, di monumenti e strutture pubbliche, nonché interventi di piccola manutenzione dell’arredo urbano (sistemazione di panchine e rastrelliere per biciclette, ad esempio). Rientrano in quest’ambito anche gli accompagnatori delle linee Pedibus, così come coloro che coltivano gli orti urbani o che si rendono disponibili a ripulire le superfici imbrattate da scritte vandaliche, nonché le collaborazioni con la Onlus Insieme per l’Hospice e la Fondazione “Casa di Iris”.
E’ indicata come area gestionale, infine, quella relativa ad attività di supporto agli uffici comunali: dall’apertura o chiusura di sedi municipali in occasione di particolari eventi, sino alla distribuzione di locandine e materiale informativo, ma anche il supporto all’attività del canile municipale o la divulgazione di lingue straniere, nuove tecnologie e mestieri antichi.
Informazioni più esaustive sono contenute nel documento “Criteri per la gestione del servizio di volontariato – cittadinanza attiva”, anch’esso scaricabile dal sito www.comune.piacenza.it .




Due piacentine soccorse in montagna una nel parmense, l’altra nel reggiano

Intervento per la Stazione Monte Orsaro del Soccorso Alpino di Parma nel pomeriggio di sabato 19 Agosto per una donna infortunatasi alla caviglia sul percorso delle Carbonaie, in Località Lagdei (Corniglio). La donna, una cinquantaseienne residente in provincia di Piacenza, stava percorrendo il sentiero in compagnia di un’amica quando ha subito una forte distorsione alla caviglia sinistra. L’amica ha subito avvisato la centrale del 118,che ha attivato il Soccorso Alpino di Parma. I tecnici hanno raggiunto la donna,e dopo averla  stabilizzata hanno provveduto al trasporto tramite barella portantina fino alla loc. Cancelli, dove è stata affidata ai sanitari dell’Ap di Langhirano. Sono intervenuti anche i vigili del fuoco.

Un’altra piacentina, questa volta 59enne, è stata soccorsa dai tecnici della stazione Monte Cusna, nel tardo pomeriggio di sabato. La donna stava compiendo una escursione in compagnia di amici quando è caduta poco sotto la vetta del Ventasso, sul  sentiero 661. Ha riportato una distorsione alla caviglia sinistra. E’ stata raggiunta da due squadre del soccorso alpino oltre ai carabinieri di Collagna e ai vigili del fuoco. Una volta bloccata la caviglia con steccobenda è stata trasportata con barella a spalla fino all’arrivo impianti del Ventasso e caricata su un mezzo del Soccorso Alpino. Trasportata fino alla partenza degi impianti di risalita è stata carciata su una ambulanza della croce verde di Busana e portata all’ospedale S.Anna  di Castelnovo Monti.




Alessia: nove mesi in Cina, al confine con la Russia. Meno 40 gradi e dodici ore di lezione al giorno

Ad ispirarla è stata una frase di Marcel Proust “Il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre, ma nell’avere nuovi occhi”. Alessia Casali, 18 anni, piacentina, studentessa del Colombini, ad un certo punto ha deciso di lasciare la sua comoda casa a Ivaccari e di partecipare, per un anno scolastico, ad un programma di scambio interazionale.

Si è iscritta ad Intercultura, ha vinto una borsa di studio e la ”roulette” delle assegnazioni l’ha portata in Cina a Huanan, 1.650 chilometri da Pechino, 17 ore d’auto, praticamente sul confine con la Russia, non lontanissima da Vladivostock. Una località davvero remota dove d’inverno la temperatura tocca i meno 40 gradi.

Alessia è rientrata da poco in Italia (lo scorso giugno). Ha visto online la nostra rubrica “Generazione Erasmus” e ci ha contattato per raccontarci la sua storia (chiunque volesse fare come lei, studente liceale o universitario può scriverci a redazione@piacenzaonline.info)

Alessia partiamo dall’inizio. Come mai hai deciso di andare a trascorrere un anno all’estero?

Sono sempre stata interessata, da quando ero più piccola. Volevo mettermi alla prova, fare qualcosa di diverso da quello che facevano i miei compagni e volevo imparare un’altra lingua. Quindi ho deciso di partire.

Sei partita con Intercultura giusto? Come hai conosciuto l’associazione?

Si con Intercultura. L’ho conosciuta in ambito scolastico. Vado al Colombini ed un giorno è venuto un loro rappresentante che ci ha presentato l’associazione. Da lì ho iniziato ad interessarmi ed ho deciso di partecipare.

Hai concorso per una borsa di studio?

Si ho vinto una borsa di studio per un valore di 10 mila euro.

Solitamente Intercultura chiede di scegliere dieci possibili destinazioni in ordine decrescente. Tu cosa avevi scelto?

Avevo scelto Austria, Germania, Svizzera, Olanda. Portogallo, Argentina Cina, Svezia, Filippine Brasile.

Quindi per te l’opzione Cina era un’eventualità molto remota. Non te lo aspettavi?

No, non me la sarei mai aspettata infatti era la mia settima scelta. E’ stato un po’ uno shock all’inizio.

Nonostante l’iniziale disorientamento hai deciso comunque di proseguire su questa strada?

Si ho deciso di andare avanti perché per me la cosa fondamentale era partire. La meta non contava più di tanto. Non nascondo che all’inizio avevo paura. La Cina è molto diversa da noi. Quindi avevo molto timore ma questo non mi ha fermato. Sono andata lo stesso.

La reazione dei tuoi genitori?

All’inizio è stato spiazzante anche per loro perché la Cina è molto lontana ed anche molto diversa. Poi mi hanno vista felice e si sono tranquillizzati.

L’impatto come è stato una volta arrivata? Innanzitutto hai fatto un lungo viaggio. Da sola?

Ventiquattro, venticinque ore di volo. Abbiamo fatto scalo a Dubai.  Ero con tutti i ragazzi di Intercultura che andavano in Cina. Eravamo novanta.

Sono arrivata e … c’erano tutte delle scritte in cinese, tutti mi parlavano in cinese, perché nessuno sapeva parlare inglese. Scioccante.

Poi ci hanno diviso. Io sono andata in una cittadina dove c’era solo un altro italiano. Altre 24 ore in treno per arrivarci.

Ho fatto molta fatica all’inizio. Poi, pian piano è migliorato tutto.

In che famiglia sei capitata?

Ho fatto un programma “boarding school” quindi vivevo in un college dal lunedì al venerdì e al sabato e domenica ero in famiglia.

Il papà era il preside della mia scuola. Poi avevo una mamma ed una sorellina più piccola, di sette anni.

Come è stato vivere con loro?

Bello, anche se ero con loro solo in alcuni week-end, perché in Cina al sabato e alla domenica si va a scuola. Nonostante la diversità … mi son sentita a casa. All’inizio è stato difficile soprattutto per quanto riguarda il cibo e la lingua. La lingua è l’ostacolo più grosso alla fine. Loro non parlano l’inglese. Ma sono riuscita ad ambientarmi bene.

Come è organizzata la scuola? Quante ore si fanno?

Noi stranieri facevamo dodici ore. Dalle 7,30 di mattina alle 19,30. I cinesi iniziano invece alle 5,30 del mattino e finiscono alle 22,30.

Ma cosa fanno a scuola durante tutte queste ore? Studiano e basta o fanno anche attività?

No, no. Non ci sono attività. Studiano continuamente perché per loro lo studio è molto importante per il futuro, per avere un buon lavoro. Si studiano grossomodo le stesse materie che si studiano in Italia ma molto intensificate. Quello che studiano nelle scuole superiori, in matematica, da noi lo si studia all’università.

Quindi hai trovato la scuola più difficile della nostra?

Si, molto difficile. Io ho fatto molta più fatica.

Come hai fatto ad affrontare per dodici ore al giorno una scuola oltretutto in una lingua che all’inizio non conoscevi?

Sono arrivata ad agosto e da agosto a dicembre ho studiato solo cinese per dodici ore al giorno, quindi – dopo quel periodo – lo sapevo già parlare bene. Da dicembre in poi ho iniziato a seguire le normali lezioni. Studiandolo per così tante ore al giorno il cinese, alla fine, lo impari. Poi ovviamente essendo in Cina tutti ti parlano in quella lingua. Visto che nessuno parla inglese è scattato un meccanismo di sopravvivenza … per farmi capire.

Quanti giorni alla settimana frequentavate le lezioni?

Sette giorni su sette.  Ma visto che eravamo stranieri facevamo un week-end si ed uno no.

Vuoi dire che loro studiano senza sosta?

Si. Non fanno mai pausa, mai vacanza a parte il Capodanno cinese e le vacanze estive.

All’inizio come è stato, anche dal punto di vista emotivo, la mancanza della famiglia …? Li sentivi via Skype?

Si via Skype una volta a settimana. All’inizio è stato difficile soprattutto verso dicembre, durante le feste italiane. A Natale sono andata a scuola … mi mancava un po’ casa. All’inizio si è stato difficile perché ero da sola (a parte un altro ragazzo italiano) ad affrontare tutto. Alla fine quando ho dovuto lasciare la Cina per tornare in Italia … non avrei voluto più partire.

C’erano anche altri ragazzi stranieri oltre a voi due italiani?

Si nel college c’erano delle ragazze thailandesi, dei ragazzi americani e inglesi.

Hai anche ottenuto una certificazione?

Si di lingua cinese, l’HSK 5, penultimo livello di competenze in lingua cinese per stranieri.

Come è stato, una volta rientrata, riabituarsi a vivere in Italia?

Onestamente? Difficile! Dopo aver vissuto in un college rientrare in una famiglia è stato complicato. Poi chiaramente è andata bene, mi sono riadattata.

Il prossimo traguardo, una volta fatta la maturità?

Voglio frequentare l’università di lingue orientali a Venezia.

Cosa sogni di fare da grande?

Vorrei fare l’interprete, la mediatrice.




Bigletteria mobile Seta: orari e località

Nei mesi di agosto e settembre Seta allestirà una biglietteria mobile che sarà operativa in oltre 40 località dei bacini provinciali di Modena, Reggio Emilia e Piacenza.
Presso la postazione attrezzata mobile Seta sarà possibile acquistare o ricaricare gli abbonamenti ordinari annuali per il servizio di trasporto pubblico, evitando così di doversi recare presso la biglietteria centrale del capoluogo ed usufruendo delle agevolazioni previste per chi acquista o rinnova la tessera in anticipo (http://www.setaweb.it/super-abbonamento). La postazione mobile di Seta sarà attrezzata con computer e stampanti per il rilascio immediato delle tessere di nuova emissione: il pagamento potrà avvenire esclusivamente mediante carte bancarie.

In provincia di Piacenza le date e le località in cui sarò operativa la biglietteria mobile di Seta sono le seguenti.

Seta Mobile a Pianello Val Tidone
Il presidente di Seta Vanni Bulgarelli ed il vicesindaco di Pianello Val Tidone, Daniela Pilla

Venerdì 18 agosto: Agazzano (Piazza Europa)

Sabato 19 agosto: Gossolengo (Piazza Roma)

Lunedì 21 agosto: Rivergaro (Piazza della Pesa)

Martedì 22 agosto: Castell’Arquato (Piazza San Carlo)

Mercoledì 23 agosto: Podenzano (Piazza Nuova angolo Via Montegrappa)
Giovedì 24 agosto: Bettola (Piazza Colombo)

Venerdì 25 agosto: Pontenure (Piazza Re Amato)

Sabato 26 agosto: Cortemaggiore (Piazza Patrioti – fronte Municipio)

Gli orari di apertura della biglietteria mobile Seta, validi per tutte le località del piacentino, sono dalle ore 9,30 alle 13,00 e dalle ore 14,00 alle 17,00.




Tre minorenni autori delle scritte sulle colonne del Gotico. I genitori pagheranno la pulizia

Sono tre minorenni, due ragazze ed un ragazzo gli autori delle scritte, eseguite con vernice spray nera, con cui era stata imbrattata parte del lastricato e del colonnato di palazzo Gotico.

La polizia municipale di Piacenza aveva incominciato le indagini partendo dal testo delle scritte : si trattava degli auguri di compleanno rivolti ad una ragazza di nome Aurora, che nei primi giorni del mese aveva festeggiato il diociottesimo compleanno.

La sezione di polizia giudiziaria della municipale, si è incentrata sugli accertamenti anagrafici: dalla consultazione della banca dati si è avuta la conferma dell’identità completa della giovane, che proprio nei giorni indicati nelle scritte era diventata maggiorenne.

Minorenni gli autori delle scrtte sotto Palazzo Gotico a PiacenzaConvocata presso il Comando di via Rogerio, la ragazza ha ammesso che i festeggiamenti per il compleanno, avvenuti la sera stessa della data impressa sul selciato di Palazzo Gotico, erano terminati insieme ad alcuni amici ed amiche in piazza Cavalli. La ragazza ha anche confermando che le scritte erano state realizzate proprio in quel momento. Proseguendo nel racconto, la neo-diciottenne ha fornito gli elementi utili per rintracciare gli autori materiali del vandalismo. I tre – come si diceva due ragazze ed un ragazzo, tutti minorenni – sono stati tutti convocati ed indagati, con trasmissione del fascicolo alla Procura minorile di Bologna.

I genitori si sono da subito dichiarati disponibili a rifondere il danno, chiedendo inoltre di poter incontrare gli assessori competenti per porgere le loro scuse. La pulizia delle scritte – che è già stata effettuata – è costata circa 600 euro.




Generazione Erasmus: l’esperienza di Marta in Canada

Sono sempre più numerosi gli studenti liceali piacentini che scelgono di trascorrere all’estero un periodo variabile fra un mese ed un intero anno scolastico.

Ragazzi che vengono “adottati” da famiglie generalmente volontarie che cioè non ricevono alcun rimborso in cambio dell’ospitalità che offrono. Le mete più gettonate sono gli Stati Uniti, il Canada, l’Australia, la Nuova Zelanda, l’Irlanda e l’Inghilterra. Ma non mancano destinazioni più inusuali come il Sudafrica, la Costarica, la Thailandia.

L’organizzazione più famosa che opera in questo settore è Intercultura, una Onlus costituita da volontari che offre decine e decine di mete e soprattutto tantissime borse di studio (utili per coprire le spese di queste esperienze di vita all’estero che sarebbero altrimenti parecchio onerose per le famiglie d’origine).

Ci sono numerose altre organizzazioni come ad esempio le milanesi Astudy e STS che sono entrambe emanazione di due organizzazioni scandinave che offrono uguale serietà, rispetto ad Intercultura, ma programmi maggiormente personalizzati e più possibilità di scelta per quanto riguarda le mete. Il periodo trascorso all’estero viene – per legge – riconosciuto pienamente dalle scuole d’origine.

Mentre per gli studenti universitari esiste il famoso programma di scambio Erasmus per i liceali (solitamente al quarto anno e quindi ancora minorenni) questi percorsi sono l’occasione ideale per frequentare scuole organizzate in maniera totalmente diverse rispetto a quella italiana (generalmente molto più moderne) e per confrontarsi con nuove culture.  Il tutto viene fatto con il supporto di “step family” famiglie adottive che accolgono i ragazzi come veri e propri figli ed offrono loro un ambiente “protetto”.

Attraverso questa rubrica cercheremo, nei prossimi mesi, di raccontare le storie di tanti liceali (ma anche universitari piacentini) che hanno deciso di vivere uno scampolo della loro vita all’estero. La chiameremo Generazione Erasmus proprio perché il programma europeo compie 30 anni esatti dalla sua nascita ed è ormai diventato per tutti sinonimo della mobilità studentesca. (Chi volesse contribuire raccontando la propria storia può contattarci via email: redazione@piacenzaonline.info)

Ad inaugurare questa rubrica ci aiuta Marta Silvani, diciotto anni, studentessa piacentina del classico Gioia che è appena rientrata da un breve programma estivo di Intercultura in Canada (nella foto di copertina Marta è la seconda da sinistra).

Come è andata Marta?

È stato meraviglioso, mi sono sentita messa alla prova ma al contempo accolta e accompagnata da persone amiche in un’esperienza che non mi sarei mai aspettata!

Tu avevi scelto il Canada. Soddisfatta della scelta? Cosa ti ha colpito di più di questo paese?

Mi ha colpito la gentilezza della società canadese. Tanto per dire fanno sempre la fila per il pullman e non c’è rischio che, se chiedi indicazioni per la strada al primo sconosciuto che incontri, tu non riceva in cambio un sorriso e l’aiuto migliore che l’altro possa darti!

Per di più l’organizzazione e la pulizia dei luoghi pubblici sono impressionanti.

Ora che sei tornata a Piacenza, cosa ti manca?

Mi mancano un sacco tutti i miei amici, nonostante venissimo da parti opposte del mondo. Eravamo 14 Italiani, 8 Giapponesi, 2 Tedesche, 1 Guatemalteca ed 1 ragazza di Hong Kong; un gruppo estremamente compatto. Quei ragazzi mi hanno fatto sentire come a casa.

A proposito di casa, come era la tua famiglia ospitante.

La situazione non era meno multietnica: avevo una sorella giapponese, una brasiliana, una messicana ed un fratello tedesco. Tutti loro sono ormai come parte della mia famiglia, insieme alla dolcissima signora che ci ospitava.

Qualche aspetto negativo?

Nel complesso, non mi pento di un singolo momento trascorso a Montreal, né tantomeno di aver tentato il concorso: credo sia stato il mese più bello della mia vita!