Donna attaccata da due rottweiler a Caorso. E’ grave.

Una donna è stata attaccata questa mattina, a Caorso (Piacenza), da due rotweiller e ferita gravemente. I due cani – a quanto sembra – erano fuggiti da una abitazione situata in prossimità del municipio. La signora, 53 anni, residente in paese, stava passeggiando insieme ad una anziana in piazza della Rocca quando è stata attaccata dai due cani. In suo soccorso sono scesi in strada alcuni dipendenti del comune, che avevano sentitole sue grida d’auto. Hanno tentato di allontanare rottweiiler colpendoli con una bicicletta e con un bidone. Solo l’arrivo del proprietario, a cui erano sfuggiti, ha permesso di staccare gli animali dalla donna che, nel frattempo, aveva riportato profonde ferite a volto, collo, braccia e addome. Per prestarle soccorso sono è intervenuta l’automedica del 118 e la Pubblica Assistenza oltre ai carabinieri che stanno indagando sull’accaduto. La donna è stata trasportata in ospedale dove si trova ricoverata in gravi condizioni. Non sarebbe però in pericolo di vita.




L’assessorato c’è … la riqualificazione non ancora

E’ passato ormai un mese dall’insediamento della nuova giunta comunale di Piacenza. Alcuni assessori, in questo scorcio d’estate, sono più volte comparsi sui giornali per presentare iniziative o progetti.

Se Massimo Polledri, Luca Zandonella, Filiberto Putzu, Paolo Mancioppi hanno brillato per “attivismo”, più sottotraccia, fin qui, è apparsa la pattuglia femminile. Gli assessori silenti evidentemente preferiscono studiare dossier e lavorare nelle stanze di palazzo prima di “uscire” pubblicamente.

Durante la campagna elettorale la coalizione guidata da Patrizia Barbieri (risultata poi vincente) aveva puntato su alcuni temi fra cui spiccavano la sicurezza ed il decoro urbano.

Mentre l’assessore Zandonella, supportato dal comandante della Polizia Municipale Piero Vergante, ha premuto il pedale dell’acceleratore e sguinzagliato agenti nelle zone più critiche della città, sul fronte decoro cittadino non si nota un gran fervore.

L'assessore Erika OpizziLe deleghe relative ad arredo e riqualificazione urbana sono state affidate ad Erika Opizi, giovane esponente di Fratelli d’Italia a cui tocca il non facile compito di mettere mano alle situazioni critiche presenti a Piacenza che sono tante, magari piccole, ma comunque tante. Un’eredità della giunta Dosi che la Opizi ha accettato “con beneficio di inventario” e che tutti si augurano affronti il prima possibile, lavorando di concerto con i suoi colleghi.

 Il desolante percorso di un turista

Ci siamo calati nei panni di un turista in arrivo a Piacenza ed abbiamo fotografato gli elementi “indecorosi” più facilmente visibili in una rapida camminata fra piazzale Marconi e Piazza Cavalli (vedi le foto sotto).

  • Come immediato biglietto da visita, appena uscito dalla stazione, il visitatore viene accolto da carcasse di biciclette che se non fossero tristi sarebbero quasi naif.
  • A seguire le famose “scale immobili” che conducono nello sporco e maleodorante sottopassaggio e permettono sbucare nei giardini Margherita.
  • Tralasciando le discutibili frequentazioni del parchetto cittadino, e limitandoci agli aspetti di “arredo urbano”, è questione di pochi passi per incappare in quella che un tempo era una fontana ed ora è ridotta ad immobile e putrido stagno.
  • Chi volesse (a suo rischio e pericolo) fermarsi su una panchina per qualche minuto di meditazione … troverebbe indubbie difficoltà viste le condizioni in cui parte di esse si trovano.
  • Nelle aiuole al posto di decorativi fiori crescono meno deperibi lattine e bottiglie vuote di birra, oltre a seggiole e biciclette abbandonate.
  • Proseguendo in via Alberoni prima (ed in via Roma poi), non si può fare a meno di notare i colonnotti pendenti, proprio davanti all’Urban-Center del comune. Si trovano in questo stato ormai da parecchio tempo senza che nessuno si sia preso la briga di intervenire.
  • A proposito di colonnotti sarebbe curioso capire chi – della passata amministrazione – abbia autorizzato, in via Legnano, i gestori di un bar a bucare le antiche pietre del selciato stradale per posizionare il recinto che delimita il plateatico.
  • Giunti in piazza Duomo salta agli occhi il lastricato stradale rappezzato alla bell’e meglio con un lastrone che spunta, pericolosamente disallineato rispetto agli altri.
  • Poco distante il selciato di vicolo Sant’Apollonia è ormai più simile ad una pietraia, con i sassi che si staccano e sono accumulati lungo il marciapiede.
  • Il percorso si conclude all’ombra di Alessandro e Ranuccio, dove, sfidando la siccità di questa estate, il verde ormai cresce rigoglioso. Non si sa mai che i due cavali farnesiani decidano di scendere dai piedistalli per brucare un po’ di erba!




Pulizia strade e svuotamento cassonetti al centro dell’incontro fra assessori e Iren

Si è discusso di alcune criticità emerse nel servizio di pulizia di strade, quartieri e piazze, (in particolare in centro storico ed in piazza Cavalli) e della frequenza e degli orari di svuotamento dei cassonetti e dei cestini rifiuti nel corso dell’incontro svoltosi stamane, in  viale Beverora, fra gli assessori Paolo Mancioppi (ambiente) e Filiberto Putzu (valorizzazione centro storico) ed i rappresentanti di Iren, Marco Conti (coordinatore dell’Area Emilia) e Sauro Avarucci e Domenico Mazzocchi (responsabili a livello locale del Servizio di raccolta differenziata e dell’ufficio Gestione servizi).

I responsabili di Iren hanno garantito la massima disponibilità per una valutazione approfondita degli argomenti affrontati, per un miglioramento del servizio che venga incontro anche alle esigenze che alcuni cittadini hanno recentemente segnalato sulla stampa locale.

Iren opera nei settori dell’energia elettrica e termica per teleriscaldamento, del gas e della gestione dei servizi idrici integrati, ambientali e tecnologici. Il Gruppo, di cui il Comune di Piacenza è socio azionista, opera in un bacino multiregionale e ha sede a Reggio Emilia con poli operativi a Torino, Genova, Parma e Piacenza.

Nella nostra città, Iren gestisce i servizi di raccolta rifiuti e pulizia delle strade, nonché il servizio di raccolta gratuita dei rifiuti ingombranti a domicilio. Iren ha inoltre organizzato a Piacenza anche tre centri di raccolta dei rifiuti ingombranti e differenziati.

Si ricorda che per segnalazioni e richiesta di informazioni e/o interventi è disponibile il numero verde 800212607 e l’indirizzo di posta elettronica ambiente.emilia@gruppoiren.it.

Ricevuta la segnalazione l’intervento sarà effettuato da Iren entro 48-72 ore.




Gli alpini vigilano contro gli incendi

Le Penne nere impegnate sul territorio nell’opera di prevenzione degli incendi

L’assessore alla Protezione Civile di Piacenza Paolo Mancioppi ha incontrato, nel fine settimana appena trascorso, al deposito di via Pennazzi, un gruppo di volontari dell’Associazione nazionale Alpini, in partenza per una missione di controllo anti-incendio sul territorio locale. Attività che, di recente, li ha visti prestare servizio anche in Puglia.
“Volentieri ho accolto l’invito che mi era stato rivolto a visitare la sede – spiega l’assessore – non solo per rendermi personalmente conto di come funzioni la struttura e dei mezzi a disposizione, ma innanzitutto per sottolineare l’attenzione dell’Amministrazione comunale nei confronti di un comparto di importanza cruciale per la tutela delle persone e dell’ambiente. Nell’incontrare i volontari appartenenti al Corpo degli Alpini, simbolicamente ho voluto ringraziare tutti coloro che si impegnano per la Protezione Civile, mettendo a disposizione tempo, passione e competenze a protezione della collettività”.
“Ho già avuto modo – rimarca Mancioppi – di confrontarmi con l’assessore regionale Paola Gazzolo in merito alla realizzazione del futuro Polo nazionale a Montale: un percorso che questa Amministrazione seguirà con attenzione, perché crediamo fortemente che Piacenza possa e debba diventare un punto di riferimento per la Protezione Civile italiana, valorizzando sia la collocazione geografica strategica, sia l’esperienza e le capacità del nostro Coordinamento territoriale”.




Linee di azione comuni fra le Polizie Municipali della provincia

Nei giorni scorsi, presso il Comando della Polizia Municipale di via Rogerio, si è svolto un momento di approfondimento sulla legge 48/2017 – che ha introdotto nuovi strumenti di tutela della sicurezza urbana e misure a garanzia del decoro di particolari luoghi – al quale hanno preso parte, oltre al comandante Piero Romualdo Vergante, i comandanti dell’Unione dei Comuni Val Tidone e dell’Unione Bassa Val d’Arda e Fiume Po, Marco Andolfi e Massimo Misseri, nonché i rappresentanti dell’Unione Valnure Valchero, dell’Unione Valtrebbia Val Luretta e della Polizia Municipale di Fiorenzuola d’Arda, Cadeo e Alseno.
Scopo dell’incontro, individuare una linea comune sull’applicazione della nuova normativa relativa alla sicurezza urbana tra i vari presidi provinciali della Polizia Municipale. La legge 48/2017, tra le altre cose, ha infatti introdotto l’ordine di allontanamento (oda) per chiunque ponga in essere condotte che impediscano la libera accessibilità e la fruizione delle infrastrutture e di particolari luoghi quali stazioni ferroviarie, piazze, aree verdi e monumentali, siti storici e turistici (l’elenco delle aree cittadine è disponibile sul sito web del Comune di Piacenza all’indirizzo, www.comune.piacenza.it/comune/stampa/comunicati/decreto-sicurezza-la-201cmappa201d-urbana-a-piacenza), ovvero violi le norme poste a tutela del commercio e del decoro urbano. “Nell’incontro – sottolinea il comandante Vergante – sono stati inoltre affrontati in modo costruttivo tutti gli aspetti della nuova legge, cercando di adottare iniziative e procedure uniformi e condivise. A questo momento di incontro ne seguiranno altri, in modo da poter affrontare altre tematiche professionali e tecniche in maniera sinergica, per dare alla collettività risposte omogenee e aumentare sempre di più la collaborazione tra i Corpi di Polizia Municipale della provincia”.




Orario estivo per alcuni servizi dell’Ausl

Orario estivo e chiusure ferragostane anche per alcuni servizi dell’Azienda Usl di Piacenza. In particolare:

– lunedì 14 agosto saranno chiusi gli sportelli Cup territoriali, l’Ufficio relazioni con il pubblico, le segreterie dei dipartimenti territoriali site in piazzale Milano, la segreteria della Medicina legale e l’Ufficio accettazione del Laboratorio analisi. Nella stessa giornata non sarà attivo nemmeno il Cuptel (numero gratuito di prenotazione 800.651.941).

– fino al 18 agosto, lo sportello Cartelle cliniche dell’ospedale di Piacenza sarà aperto da lunedì a venerdì dalle ore 8.15 alle 13.30.

– fino al 2 settembre il servizio Cuptel (numero gratuito di prenotazione 800.651.941) sarà attivo, nei giorni feriali, dal lunedì al venerdì dalle 8 alle 17.
Il sabato mattina sono operativi gli sportelli CUP di Piacenza, Fiorenzuola, Castelsangiovanni e Bobbio.




L’assessore Garetti ricorda la tragedia della Pertite e si augura che presto quegli spazi tornino ai cittadini

Si è tenuta questa mattina, in piazzetta Pescheria, la cerimonia di commemorazione della tragedia della Pertite. Come è noto l’esplosione devastò la fabbrica di caricamento proiettili di via Emilia Pavese, causando 47 morti ed il ferimento di centinaia di persone. A tenere il discorso ufficiale in questo 77° anniversario è stato l’assessore comunale Paolo Garetti.
Questo il suo discorso:
Con sincera commozione, e profondo senso di vicinanza a tutti coloro che furono toccati da quella immane tragedia, tributiamo l’omaggio della comunità piacentina alle vittime della devastante esplosione che l’8 agosto del 1940 sventrò lo stabilimento della Pertite. Una pagina di storia che ha segnato duramente la nostra città nel ricordo, mai sopito, delle 47 persone che persero la vita quel giorno, tra centinaia di feriti che rischiarono di non riabbracciare più i propri cari.
L’orologio batteva le 14.42, quando l’attività della fabbrica di caricamento proiettili – che all’epoca impiegava un migliaio di lavoratori – si arrestò brutalmente, annichilita dal fragore dello scoppio cui seguì, pochi istanti dopo, un secondo boato a squarciare il silenzio dei quartieri circostanti. Nelle case di Sant’Antonio e dell’Infrangibile i vetri andarono in frantumi, mentre una coltre densa si levava dalle macerie e la polvere si depositava sulle strade, sopra i tetti, nei cortili delle abitazioni.
Sono trascorsi 77 anni, da quel pomeriggio. Forse non abbiamo respirato l’odore acre del fumo, né abbiamo sentito il fragore delle sirene nella corsa disperata verso l’ospedale. Forse non abbiamo pianto il mancato ritorno a casa di un padre, di una madre, di un figlio o di una sorella. Eppure siamo qui, oggi, partecipi di quello stesso sgomento, ancora una volta attoniti nell’ascoltare o rileggere i racconti dei testimoni. Consapevoli di un dolore che ci appartiene, ci accomuna, al quale non potremo mai dirci estranei.
E’ il sentimento di cordoglio che ci unisce, idealmente, anche ai familiari dei 13 operai che nel settembre del 1928 restarono uccisi da un’altra deflagrazione – tre furono i feriti – nello stabilimento di via Emilia Pavese, triste presagio di quanto, dodici anni più tardi, si sarebbe ripetuto in circostanze che le cronache del tempo e le successive ricostruzioni non riuscirono mai del tutto a chiarire, sospese tra l’ipotesi di un drammatico incidente o di un vile attentato.
L’8 agosto del 1940, in un’Italia alla vigilia dell’entrata in guerra, fioriva la fervida attività dell’industria bellica e l’economia del nostro territorio traeva impulso dagli insediamenti militari che ne hanno storicamente caratterizzato l’identità, dando occupazione – nell’Arsenale e nelle sedi distaccate – a tremila persone. Oggi rendiamo onore ai loro colleghi caduti mentre tra quei capannoni maneggiavano polvere da sparo e materiale esplosivo: prime vittime civili di un conflitto che avrebbe portato sofferenza e distruzione in città e nelle nostre vallate, caduti sul lavoro “come in trincea”. Così recita la lapide che ne elenca i nomi, al cospetto della quale ci ritroviamo come ad ascoltare un monito di pace.
Lo facciamo nella ricorrenza in cui si celebra, memori della tragedia di cui fu teatro 61 anni fa la miniera belga di Marcinelle, il sacrificio del lavoro italiano nel mondo. E in quell’intrecciarsi di destini prematuramente strappati ai propri affetti, nella dignità di quella fatica quotidiana che sfidava la mancanza di tutele e di regole per la sicurezza, riscopriamo purtroppo un insegnamento attuale, che ci spinge a riflettere sulle statistiche di cui l’Anmil, presente come sempre al nostro fianco in quest’occasione, si fa portavoce denunciandone l’enormità inaccettabile in un Paese civile.
Oggi come allora: quanto coraggio, quanta onesta umanità spinse numerosi dipendenti della Pertite a ritornare in fabbrica quanto prima, in alcuni casi accettando di affrontare lunghi trasferimenti per non perdere il proprio impiego, pur nell’incertezza delle condizioni in cui avrebbero dovuto operare. Con rispetto ne ripercorriamo il cammino, rivolgendo un pensiero carico d’affetto a quanti, nei detriti e nell’ossatura nuda e violata dello stabilimento, videro sepolti in pochi attimi i propri sogni. Tra loro i 39 ragazzi che, non ancora compiuti i 15 anni, da quel giorno furono orfani.
Credo che sia un segno di speranza dedicato anche a loro, a quei bambini costretti a crescere troppo in fretta, l’idea che in futuro si possano restituire alla vita e alla condivisione della comunità gli spazi oggi abbandonati delle aree militari dismesse, di cui la Pertite è certamente simbolo. Perché abbiamo il dovere – e la responsabilità – di valorizzare i luoghi custodi di memoria, se davvero vogliamo che le nuove generazioni non dimentichino ma possano costruire, conoscendo ciò che è stato, un domani diverso.

(Foto Lunini)




La Transumanza dei libri anima la montagna

Transumanza come ci tengono a sottolineare gli organizzatori è un evento “Dedicato a chi non riesce fare a meno di quell’oggetto tanto temuto quanto amato, a chi dice di non aver mai il tempo di leggere e accumula libri sul comodino, a chi ama perdersi in mondi ed epoche lontane, a chi crede nelle rivoluzioni gentili, a chi decide di vivere 100mila vite diverse, a chi usa i libri per tenere ferme le porte e a chi invece non può vivere senza… “
Si tratta di un festival itinerante che ha vissuto la sua prima tappa a Piacenza (20 e 21 maggio in Piazza Cavalli). La seconda avrà invece luogo nel borgo di Cerignale il 10, 11 e12 agosto.
Proprio per questo suo esser festival itinerante il nome non poteva essere altro che “Transumanza”
I libri, come la montagna, stanno subendo un abbandono mentre questa manifestazione vuole essere in controtendenza: riportare le persone nei luoghi non comuni.
L’idea, un po’ visionaria e folle di Transumanza è nata in una sera d’estate al fresco delle nostre colline. Le due organizzatrici Sonia (libreria Fahrenheit 451) e Sara (Bookbank libri d’altri tempi) forse aiutate dalle frizzanti bollicine di vino nostrano, hanno abbozzato un sogno, quello di Transumanza, che poi, con tanto lavoro e con il supporto di numerose persone sono state in grado di concretizzare.

Vediamo il programma del festival
GIOVEDI’ 10 AGOSTO
Ore 16 Inaugurazione con le autorità e assegnazione del premio Amico della Montagna a cura del Comune di Cerignale.

Ore 18 Enrico Camanni, giornalista e alpinista, autore di “Il desiderio di infinito. Vita di Giusto Gervasutti“. Intervistato da Antonella Lenti e Alberto Agosti, giornalisti.

Aperitivo in collaborazione con la Proloco di Cerignale.

Ore 19 Anteprima della trasmissione “BORGO D’ITALIA: CERIGNALE”

VENERD’ 11 AGOSTO
Ore 17 “Le storie di Morris Lessmore” letture animate per bambini a cura dell’associazione “MeloLeggi? Lettori per talpe miopi”

Ore 18 Mario Ferraguti, scrittore, presenta i suoi libri “Sulle tracce del lupo che mi gira in testa” e “La voce delle case abbandonate“. A dialogare con lui il veterinario Wolf Appennine Center Mario Andreani

Aperitivo coi lupi offerto da Transumanza

Ore 19 Lucilla Meneghelli: “Le lettere di Ariete” con l’accompagnamento musicale di Nicola Rulli. Evento in collaborazione con Appennino Festival.

SABATO 12 AGOSTO
Ore 17 “I musicanti di Brema” spettacolo per bambini con La Stanza di Igor

Ore 17 “Lorenzo Milani. L’artista che trovò Dio” con l’autrice Valentina Alberici

Ore 18 “Si viaggiare. Tra memoria e racconto“, edizioni Pontegobbo, con gli autori Giuseppe Magistrali e Elena Uber. In collaborazione con associazione Nuovi Viaggiatori

Ore 19 “Mussolini e la sua orchestra. Radio e musica nell’Italia fascista“, con l’autore Gioacchino Lanotte e Seba Pezzani.

Ore 21.15 Concerto con RAB4 dedicato al libro “Profondo Sud. Un viaggio nella cultura dixie” “.

Per tutta la durata del festival Transumanza si terrà anche il mercatino delle cantine.




Wifi gratuito in 10 uffici postali di Piacenza

Arriva il Wifi gratuito in dieci uffici postali di Piacenza. Il servizio sarà disponibile per clienti e turisti negli uffici di Piacenza Centro (Via Sant’Antonino), Piacenza 1 (Via Taverna), Piacenza 2 (Via Cella), Piacenza 3 (Via Colombo), Piacenza 4 (Piazzale Medaglie d’Oro), Piacenza 5 (Via Carini), Piacenza 6 (Via Emilia Parmense), Piacenza 7 (Via Trivioli), Piacenza 8 (Via Perfetti) e Piacenza 9 (Via della Conciliazione).

E’ stato inoltre già pianificato il progressivo ampliamento del numero degli uffici abilitati nel territorio provinciale. In Emilia Romagna gli uffici postali con il servizio WiFi sono attualmente 276 di cui 25 in provincia di Piacenza.

Accedere alla rete all’interno degli uffici postali è semplice e a portata di click: basta infatti registrarsi comunicando il proprio numero di telefono mobile al quale verrà inviato un messaggio con le credenziali per l’accesso al WiFi. A quel punto, attraverso smartphone, tablet o pc sarà possibile navigare su internet, dialogare sui social network o lavorare in attesa del proprio turno allo sportello.




La piacentina Arianna Badini racconta la sua Bolivia (foto)

Arianna Badini, vent’anni è una giovane piacentina che ha avuto l’opportunità di effettuare un viaggio di conoscenza all’interno della Bolivia. Ha infatti partecipato al ProgettoMondo Mlal nell’ambito di Kamlalaf. Si tratta di un percorso formativo che il Comune di Piacenza promuove, ormai da diversi anni, con le associazioni del territorio, per sensibilizzare i giovani a esperienze di turismo consapevole e responsabile, favorendo nel contempo la conoscenza dei Paesi in cui operano le nostre realtà umanitarie. Insieme a lei c’è anche Federica Nembi, che lo scorso anno aveva visitato il Perù e questa volta partecipa in veste di accompagnatrice.

Arianna ha inviato una testimonianza di viaggio che pubblichiamo qui di seguito:

“Siamo partiti a fine luglio per la Bolivia con l’idea di poterla visitare mantenendo un contatto attivo e consapevole con la popolazione e le dinamiche del Paese. ProgettoMondo Mlal ha infatti supportato le comunità locali nella creazione di Tusoco Viajes (Turismo Sociale Comunitario): un’agenzia di turismo responsabile che permette ai viaggiatori di conoscere i progetti solidali e condividere la vita del Paese, approfondendone problematiche e valori.

I primi giorni siamo stati al Parque Nacional Amborò, una riserva naturale dell’Amazzonia Nord orientale che abbiamo raggiunto da Santa Cruz. Il parco ha un’estensione di 430 mila ettari e ospita una biodiversità unica al mondo. Siamo stati ospitati a Villa Amborò, un ecorifugio semplice e accogliente, collocato nella parte della riserva in cui, secondo una precisa regolamentazione, si può costruire e vivere. Augustin, la nostra guida, ci ha permesso di scoprire la foresta, la sua bellezza e unicità, le sue esigenze e problematiche. Le comunitá se ne occupano attraverso turni di pulizia, monitoraggio e mantenimento dei sentieri, per potersi aprire a un turismo rispettoso e consapevole, che possa mantenere vivo l’interesse del parco e delle sue vite, per preservarlo dalla privatizzazione e dallo sfruttamento delle sue risorse.

Dopo tre giorni di foresta ci siamo spostati nel centro del paese per raggiungere, dopo una breve sosta a Cochabamba, l’isolata Chuño Chuñuni. Il paesaggio cambia lentamente durante la notte di viaggio: passiamo per montagne aspre e secche, polverose e deserte. L’ altipiano, a più di 4000 metri, é una terra difficile e arcaica, dove le colture nascono a fatica, le greggi pascolano su mais secco e cactus, anziani e adulti le curano per il sostentamento della comunità, colpita da un forte spopolamento. Per poter pagare gli studi di figli e nipoti nelle città più vicine le donne vendono tessuti artigianali. Ci mostrano i processi di filatura al telaio e come, attraverso la cocciniglia, o con piante e cortecce di vario tipo, tingono naturalmente la lana di pecora, lama e alpaca. Il lavoro unito ai doveri della comunità e della famiglia é interminabile ed estenuante, ma ognuno dei locali lo compie con dignità e orgoglio, sperando che le generazioni future possano continuarlo nella terra natìa.

Il giorno successivo scendiamo verso Sud fino a Uyuni; da qui partiamo per attraversare il Salar e arrivare, dopo chilometri tra la distesa desertica di cristalli di sale e qualche rara isola di pietre e cactus, fino a Santiago de Agencha e, il giorno successivo, ad Alcaya. La temperatura si abbassa, il paesaggio é ancora più difficile, le comunità sono piccole, alcune anche se ormai disabitate sono organizzate in turni che permettano la gestione di strutture e pascoli e l’accoglienza dei turisti. È infatti un  dovere e valore primario per le popolazioni locali il mantenimento delle proprie radici, identità e patrimoni culturali, da poter condividere con chi visita questi luoghi. Tra gli anfratti delle montagne e i greggi di vigogne infatti sono custoditi silenziosamente i resti delle popolazioni pre incaiche, memorie intatte di 4500 anni fa. L’atmosfera é evocativa e dal valore semiotico unico: abitazioni e tombe, tessuti, utensili e ceramiche, resti di quelli che la popolazione locale considera i diretti antenati e dei quali ha mantenuto rituali, abitudini, tradizioni.

Risalendo verso occidente arriviamo a La Paz, che terremo come base per gli spostamenti successivi. La cittá, dopo giorni di luoghi sperduti, sembra ancora più caotica e viva. É domenica, incontriamo Riccardo Giavarini, direttore della casa famiglia “Munasim Kullakita” (“Ti voglio bene sorellina”) di El Alto, città di un milione di abitanti creatasi dall’espansione della capitale. Visitiamo la casa e le 18 bambine e ragazze minorenni tolte dalla prostituzione e dalla tratta di persone. Parliamo con loro e con Riccardo delle loro esperienze e della vita in casa: vanno a scuola, fanno laboratori di gruppo, gestiscono una piccola panetteria e hanno un costante sostegno psicologico e  medico. Le problematiche che devono affrontare sono molte, oltre i traumi passati in famiglia e in strada alcune hanno avuto figli quando erano molto giovani, altre sono vittime di malattie sessualmente trasmesse e la maggioranza é sieropositiva.

Per continuare il percorso una volta compiuta la maggiore età, è stata costruita la “Casa de la Ternura” (Casa della Tenerezza), dove ognuna può vivere gestendosi autonomamente per prepararsi a un futuro nuovo e a una totale indipendenza. Le ragazze, come i ragazzi del carcere di “Qalauma” (“L’acqua che rompe la pietra”) che visiteremo nei giorni successivi, sono il riflesso di una società e politica problematiche che generano danni e soprusi a scapito degli angoli più emarginati di una città e di un Paese che lentamente si muove, con retromarce e delusioni ma anche con piccole speranze e scorci di purezza verso un orizzonte nuovo”.

Arianna Badini