Per l’ex scuderia di Maria Luigia “Serve un confronto pubblico, non decisioni autoritarie”
La discussione attorno al progetto comunale di recupero e riuso dell’ex scuderia di Maria Luigia e alla sistemazione delle piazze Casali e Cittadella continua a suscitare polemiche e prese di posizione. Dopo le critiche espresse da cittadini e associazioni, e la dura reazione del PD locale che le ha bollate come “tardive e strumentali”, l’architetto Stefano Benedetti interviene per chiarire le ragioni del dissenso.
Secondo Benedetti, le contestazioni non sono affatto intempestive: le obiezioni e le proposte alternative sarebbero state avanzate fin dal momento in cui il progetto è stato reso noto, subito dopo l’abbandono dell’ipotesi di demolire e ricostruire in sito il mercato rionale di piazza Casali. Non si tratta – puntualizza – di prese di posizione politiche, ma di valutazioni culturali e ambientali.
Punti critici individuati:
Il mercato rionale non è fatiscente: sottoposto a manutenzioni recenti, è ancora in buono stato e pienamente funzionante. Fino a tre anni fa il Comune prevedeva di ricostruirlo in sito per valorizzare l’ex chiesa del Carmine.
La nuova vegetazione prevista (46 alberi in piazza Casali) rischia di occultare la vista del Carmine e non migliorerà il microclima della vicina piazza Cittadella, destinata a trasformarsi in una piastra di cemento sopra un parcheggio interrato.
Uso improprio della scuderia: destinare la navata a ospitare banchi del mercato significherebbe snaturarne la conformazione basilicale, trasformando lo spazio in un centro commerciale e cancellandone la percezione architettonica.
Benedetti sottolinea che qualunque intervento sulla scuderia deve rispettarne il valore storico e architettonico, privilegiando funzioni compatibili come spazio museale-espositivo o auditorium, data anche la vicinanza con il Museo di Palazzo Farnese.
Sul piano urbanistico, evidenzia come la legge richieda regole generali e non deroghe occasionali, orientate alla conservazione degli elementi identitari e compatibili con la città storica. Per questo propone una soluzione alternativa:
mantenere l’attuale mercato rionale (eliminando solo corpi aggiunti incongrui),
spostarlo in futuro nell’edificio militare di piazza Casali liberato dal trasferimento del 2° Reggimento Pontieri,
predisporre un progetto unitario per piazza Casali e piazza Cittadella, come richiesto dalla Soprintendenza ma mai realizzato, trasformandole in un grande giardino che valorizzi le architetture storiche.
La rinuncia al parcheggio sotterraneo e il riuso dell’autosilo abbandonato di via X Giugno come parcheggio pubblico rientrano nelle proposte avanzate.
Infine, l’architetto richiama la necessità di indagini archeologiche e georadar, più volte sollecitate ma mai svolte, definendone la mancata esecuzione una “grave irresponsabilità”.
“Gli interventi su una delle più importanti piazze storiche di Piacenza – conclude – non possono essere portati avanti con atti autoritari e sbrigativi, ma richiedono ragionevolezza, approfondimenti tecnici e un vero confronto con i cittadini. Riaprire il dialogo sarebbe una dimostrazione di democrazia e di cura della città”.
Il testo integrale dell’intervento di Benedetti
INTERVENTO DI RECUPERO E RIUSO DELL’EX SCUDERIA DI MARIA LUIGIA E PROGETTO UNITARIO DELLE PIAZZE CITTADELLA E CASALI
La dura nota del PD locale pubblicata su Libertà del 9 agosto scorso polemizzava con le opinioni pubblicamente espresse da cittadini e Associazioni contro il progetto comunale di recupero e riuso dell’ex scuderia di Maria Luigia, definendole tardive e strumentali.
Successivamente l’Assessora Fantini su Libertà del 19 agosto affermava che il progetto comunale che prevede la demolizione del mercato rionale di piazza Casali e il suo trasferimento nell’ex scuderia è una rigenerazione con finalità culturali, coerente con la filosofia che caratterizza gli interventi di “metamorfosi” attuati in luoghi e architetture europei di particolare valore storico o monumentale.
Le accuse della nota PD sono fuori luogo perché le numerose manifestazioni pubbliche di contrarietà a questo progetto non sono né tardive né strumentali.
Non sono tardive perché le critiche argomentate e le proposte alternative a questo progetto sono state espresse e più volte ribadite fin dal momento in cui l’Amministrazione lo ha reso noto, dopo aver abbandonato di fatto l’ipotesi di demolire e ricostruire in sito il mercato rionale di piazza Casali.
Non sono politiche e tanto meno strumentali ma sono di natura culturale e ambientale.
Riguardano l’uso che il Comune vuole fare dell’ex scuderia, nonché il repentino abbattimento degli alberi eseguito non appena si è diffusa la notizia dell’inizio di una nuova raccolta di firme contrarie al taglio. Evidentemente la Giunta temeva una reazione di massa dell’opinione pubblica paragonabile a quella avvenuta nell’estate 2024 in occasione del taglio degli alberi di piazza Cittadella e, per meglio proteggere il cantiere dell’ex scuderia, ha fatto erigere una recinzione corazzata.
A proposito della demolizione del mercato rionale di piazza Casali e del suo trasferimento nell’ex scuderia, sintetizzo qui alcune questioni a mio giudizio ineludibili nella predisposizione e realizzazione di questo progetto.
Non è vero che l’attuale mercato rionale è fatiscente come qualcuno ha scritto; è stato sottoposto a manutenzione straordinaria in anni recenti; è in buono stato di conservazione ed è perfettamente funzionante.
Fino a tre anni fa il Comune aveva un progetto diverso, fra l’altro inserito nel bando periferie: demolire il mercato coperto per ricostruirlo traslato di qualche metro allo scopo di creare una piazzetta e render meglio visibile la parte absidale dell’ex chiesa del Carmine.
L’attuale progetto comunale di sistemazione di piazza Casali prevede che questa sia piantumata con 46 alberi che, in contrasto con l’obiettivo di liberare la vista dell’ex chiesa del Carmine, la nasconderanno completamente e non miglioreranno in nessun modo il microclima di piazza Cittadella quando sarà diventata il coperchio pavimentato, completamente esposto al sole, del parcheggio interrato.
La collocazione dei banchi e degli impianti del mercato rionale nella scuderia a mio avviso è sbagliata perché arredi e strutture impediranno la percezione e la fruizione di questo ambiente nella sua integrità.
Qualunque nuovo uso della scuderia deve rispettarne sia il valore storico, mediante un intervento di restauro, sia quello architettonico e d’uso scegliendo funzioni compatibili con le caratteristiche dello spazio interno. La presenza dei banchi e dei relativi accessori per la vendita e somministrazione di alimenti e bevande nella navata centrale impedirà la visione e la fruizione dell’ambiente nella sua interezza. L’impianto basilicale sarà cancellato. L’organizzazione spaziale sarà quella di un centro commerciale con banchi centrali e percorsi laterali, geometricamente possibile, ma incompatibile con la valorizzazione degli elementi architettonici e dello spazio unitario che hanno dato forma alla scuderia e ne rendono riconoscibile la funzione originale. Nel progetto tali elementi architettonici scompaiono o risultano subalterni ai nuovi arredi.
L’apprezzamento dell’Assessora Fantini verso le nuove forme e trasformazioni d’uso introdotte da rinomati architetti in ambienti storici appartiene alla sfera del gusto e della cultura personale.
A volte tali interventi hanno prodotto risultati pregevoli, altre volte hanno assunto dimensioni, conformazioni e canoni estetici dominanti rispetto alle architetture e agli spazi storici alterando le proporzioni, gli usi e i valori artistici di quella parte di città e cancellando la memoria della sua formazione.
Nel nostro contesto la legge stabilisce che: è compito del Comune definire le regole generali delle trasformazioni urbane nella città storica, regole che non devono essere inventate volta per volta, ma pensate e scritte prima di progettare e che devono valere in tutta la città. Le regole generali sono finalizzate alla conservazione degli elementi identitari e degli usi che hanno formato o sono compatibili con la città storica; possono ovviamente essere corrette in modo motivato, ma non sotto forma di deroghe caso per caso, bensì di integrazioni delle norme generali vigenti.
A giudizio mio e di altri cittadini che condividono queste valutazioni la vocazione dell’ex scuderia, semplice ma pregevole architettura è, per la sua posizione a fianco del museo di palazzo Farnese e per la conformazione a basilica, quella di spazio museale-espositivo, auditorium; ritengo inoltre che la soluzione più funzionale e rispettosa dei valori storici e urbani delle piazze Cittadella e Casali sia:
conservare il mercato rionale esistente eliminando i due corpi aggiunti laterali;
spostarlo nell’edificio militare frontistante in piazza Casali quando il 2° Reggimento Pontieri sarà trasferito, come previsto, nei nuovi edifici appositamente costruiti e ristrutturati nell’ex caserma Artale di via Emilia Pavese;
predisporre, in ottemperanza alle direttive della Soprintendenza mai rispettate dal Comune, un progetto unitario delle due piazze; la mia opinione è che la scelta migliore sarebbe trasformarle in un unico giardino, con la duplice funzione di zona di rispetto e valorizzazione delle architetture storiche e di spazio verde accogliente, paesaggisticamente piacevole e fruibile da parte di residenti, studenti e turisti, rinunciando alla costruzione del parcheggio sotterraneo di piazza Cittadella e recuperando come parcheggio pubblico l’autosilo abbandonato di via X Giugno.
Dal 2008 le Amministrazioni Comunali hanno spesso cambiato i propri progetti riguardanti le due piazze, in alcuni casi chiedendo anche variazioni del bando periferie che li finanziava. Dunque rivedere le decisioni è possibile.
Gli interventi su una delle più importanti piazze storiche di Piacenza non possono essere eseguiti con atti autoritari e sbrigativi ma richiedono ragionevolezza, approfondimenti tecnici, storici, e consultazioni pubbliche che sono stati carenti o elusi, come, per esempio, le indagini georadar più volte sollecitate da cittadini, Comitati e Associazioni necessarie per accertare la presenza nel sottosuolo di strutture antiche o di condutture. Non farle è una decisione gravemente irresponsabile.
Riaprire un confronto con la cittadinanza su una questione di tanto rilevante interesse pubblico sarebbe una dimostrazione di democrazia e di volontà di cura della città.