Confedilizia: a Piacenza equilibrio nel mercato degli affitti

Riceviamo e pubblichiamo un comunicato di Confedilizia Piacenza sul mercato degli affitti.

E’ difficile dare dei numeri per la situazione degli affitti a Piacenza. E la politica deve stare attenta a prendere per buoni dati che, se non sono inventati, non sono certo neanche documentati.

E’ questo il commento di Confedilizia Piacenza ad articoli di stampa basati su dati forniti da una S.r.l a socio unico, soggetta a direzione e coordinamento di una società anonima unipersonale di diritto spagnolo.

La situazione degli affitti a Piacenza risente, specie nell’uso diverso dall’abitativo, della situazione economica di crisi, aggravata a Piacenza da una politica del traffico che da tempo non valorizza le potenzialità degli immobili, tantomeno del centro storico. Ma non bisogna neppure estendere a tutto il Comune una situazione che può caratterizzare solo un quartiere. Una cosa sola è certa: che sul mercato degli affitti, anche nell’abitativo non vi è tensione alcuna, governati come sono questi ultimi dall’Accordo Territoriale stipulato dai Sindacati inquilini (Sunia, Sicet e Uniat) e Confedilizia attualmente in vigore, con grande attenzione alle situazioni di particolare disagio. Auspichiamo che non intervengano fatti estranei che influenzino negativamente la situazione di equilibrio che caratterizza il nostro territorio creando una crisi dove attualmente non c’è.




Confedilizia: “grazie alla cedolare secca evasione calata del 40%”

A partire dall’introduzione della cedolare secca sugli affitti abitativi, l’evasione tributaria (tax gap) è diminuita del 42% e la propensione all’inadempimento si è ridotta del 40%.

È quanto emerge dal “Rapporto sui risultati conseguiti in materia di misure di contrasto all’evasione fiscale e contributiva”, allegato alla nota di aggiornamento del Def.

In particolare, tra il 2010 ed il 2015 il tax gap è passato da 2,3 a 1,3 miliardi di euro, mentre la propensione al gap è scesa dal 25,3% al 15,3%.

Il presidente di Confedilizia, Giorgio Spaziani Testa, ha dichiarato:

“Ora ci sono le prove. La cedolare secca sugli affitti abitativi da parte di persone fisiche – per anni proposta da Confedilizia e finalmente varata nel 2011 – ha pienamente centrato uno degli obiettivi che si prefiggeva, quello di ridurre l’evasione fiscale. In pochi anni – ci dice il Mef – si è quasi dimezzata sia l’entità delle somme sottratte al fisco sia la propensione all’inadempimento, recuperandosi circa un miliardo di euro. Inoltre, i numeri certificano che, negli ultimi anni, questo è l’unico comparto nel quale la tax compliance è cresciuta.

La cedolare si impone anche per ragioni di equità, anzitutto per compensare almeno in parte il forte carico di tassazione patrimoniale che gli immobili locati subiscono con Imu e Tasi. Questi dati dovrebbero finalmente convincere Parlamento e Governo ad estendere la tassazione sostitutiva agli affitti non abitativi, a partire da quelli di negozi e uffici. Le risorse le offre proprio il recupero di evasione ottenuto con la cedolare nel settore abitativo. Adesso, davvero, non ci sono più scuse”.