Dall’arte greca al gotico. A gennaio a Piacenza riparte il corso di Malinverni

Martedì 12 gennaio ripartirà il corso di Storia dell’arte tenuto dal prof. Alessandro Malinverni, conservatore del Museo Gazzola di Piacenza e referente scientifico della Pinacoteca Stuard di Parma. Per il momento le lezioni, della durata di un’ora ciascuna, si terranno esclusivamente on line, sulla piattaforma gratuita Skype, ma appena sarà possibile torneranno a svolgersi presso il convento di Santa Maria di Campagna, in modalità mista (in presenza e a distanza).

Arco di Costantino e ColosseoDopo aver affrontato l’arte preistorica, quella mesopotamica (sumera, accadica, assira, babilonese e persiana) e quella egizia, Malinverni inizierà questa seconda parte del corso illustrando l’arte greca, tra ceramografia, scultura e architettura. È prevista anche una lezione “speciale” tenuta da Carlo Mambriani, ordinario di Storia dell’architettura presso l’Università di Parma, e incentrata sull’Acropoli di Atene e i suoi principali edifici. Attraverso 15 lezioni verranno approfondite: l’arte etrusca, romana, bizantina, longobarda, carolingia, romanica e gotica. Nei prossimi mesi, nel caso le norme antipandemiche lo consentissero, Malinverni terrà una visita presso il Museo Archeologico di Palazzo Farnese, permettendo di ammirare dal vivo manufatti molto simili a quelli studiati durante il corso.

“Il mio corso di Storia dell’arte” precisa il professore “è rivolto alle persone che a scuola non hanno avuto occasione di incontrare questa materia, o l’hanno studiata senza troppa convinzione, o ancora che l’hanno amata e approfondita grazie a docenti illuminati, e a distanza di anni vogliono recuperarla, muniti di maggiore consapevolezza”.

È possibile partecipare alla prima lezione del 12 gennaio, dalle 21 alle 22, gratuitamente. Per maggiori informazioni, inviare una mail a ilcavaliereblu1903@libero.it

 




Pordenone sfida Tiziano a colpi di pennello

“Pordenone Vs. Tiziano: un duello a colpi di pennello” è il titolo dell’interessante conferenza tenuta nei giorni scorsi all’Associazione Amici dell’Arte davanti ad un numeroso pubblico dal prof. Alessandro Malinverni, storico dell’arte, Conservatore del Museo Gazzola e della Pinacoteca Stuard di Parma.

Programmata nell’ambito degli eventi collaterali alla “Salita al Pordenone” – il grande evento culturale donato al territorio dalla Banca di Piacenza attraverso la riapertura ed il restauro del “Camminamento degli artisti” nella basilica di S. Maria di Campagna – la conferenza è stata introdotta dal Presidente degli Amici dell’Arte, avv. Franca Franchi, e dal Condirettore generale del popolare Istituto di credito piacentino, dott. Pietro Coppelli.

Partendo dalla monumentale opera scritta nel XVI secolo da Giorgio Vasari, intitolata “Le vite de’ più eccellenti pittori, scultori, e architetti”, in cui sono contenute anche le biografie del Pordenone e di Tiziano, il prof. Malinverni ha analizzato la rivalità tra questi due grandi artisti rinascimentali, che ebbe formalmente inizio nel 1528 quando entrambi vennero chiamati per ideare una pala d’altare per la chiesa dei Santi Giovanni e Paolo di Venezia. La realizzazione di quell’opera fu affidata a Tiziano e il Pordenone, che sentiva forse più del suo rivale quel forte dualismo artistico, verso il 1530 decise di lasciare la laguna per trasferirsi proprio nel piacentino. Nel nostro territorio, come noto e come recentemente riportato sotto i riflettori dalla Banca di Piacenza grazie alle 54 iniziative collaterali legate alla “Salita al Pordenone”, il grande artista friulano operò nel piacentino, prima a Cortemaggiore e successivamente a Piacenza, nella basilica di S. Maria di Campagna dove realizzò gli straordinari affreschi della cupola, in seguito completati dal Sojaro. La rivalità tra il Pordenone e Tiziano è continuata anche negli anni successivi, nonostante i due artisti abbiano intrapreso percorsi culturali decisamente diversi. Giovanni Antonio de’ Sacchis, che in gioventù aveva tratto ispirazione dalle opere di Raffaello e Michelangelo ammirate (forse) a Roma, si dedicò principalmente all’arte sacra nella scia del manierismo, mentre Tiziano, che si distinse anche nella ritrattistica, si segnalò per una pittura più sfarzosa e magniloquente ottenendo, non a caso, anche commissioni papali.

Il prof. Malinverni ha concluso la sua apprezzata e interessante conferenza ricordando come il vero oggetto del contendere tra il Pordenone e Tiziano, “cioè la grande pala d’altare per la chiesa veneziana dei Santi Giovanni e Paolo, sia purtroppo andata distrutta in un incendio. Di quest’opera, oggi, rimane soltanto una copia realizzata nel Seicento”.