No della Giunta al cimitero degli animali a San Bonico. Baio: “Lavoriamo ad altre soluzioni”

Il cimitero per animali d’affezione non si farà a San Bonico perché non c’è interesse pubblico né sussistono i presupposti tecnici. Per tale motivazioni, la Giunta Barbieri ha inteso dare mandato, con propria delibera, al Dirigente del Servizio Pianificazione Urbanistica e Ambientale di avviare il procedimento di revoca della determinazione dirigenziale che, facendo seguito alla scelta della Commissione esaminatrice, accoglieva la manifestazione di interesse di un soggetto privato interessato alla realizzazione e gestione del cimitero degli animali in quell’area.

“La Delibera di Giunta che ha approvato gli indirizzi per la definizione dell’avviso pubblico finalizzato a raccogliere le manifestazioni di interesse – sottolinea il Vice Sindaco Elena Baio – sanciva espressamente che l’eventuale accoglimento delle proposte pervenute era subordinato a una valutazione da parte dell’Amministrazione, alla luce di motivazioni di interesse pubblico”.
“La proposta in particolare ha provocato – prosegue – una forte opposizione da parte della popolazione della frazione, anche attraverso una specifica raccolta di firme, determinando le ragioni concrete e motivate per disporre la revoca per soppravenienza di ragioni di interesse pubblico”.
“Nelle linee di mandato dell’Amministrazione Barbieri – sottolinea Elena Baio, che esercita anche la delega alla Tutela Animali – è espressamente indicato l’obiettivo della realizzazione di un cimitero per animali d’affezione in città e, quindi, la revoca di questa procedura certo non presuppone l’abbandono dell’idea, su cui stiamo comunque costantemente lavorando”.




Ti piacciono gli animali? Il Wildlife Rescue Center cerca volontari

La Casa del Popolo di Rivergaro nelle giornate del 15 e 22 febbraio diventa teatro di formazione per nuovi volontari del Piacenza Wildlife Rescue Center. Si parte con la presentazione del Centro Recupero Animali Selvatici di Piacenza. Poi sarà la volta di illustrare le attività di recupero e primo soccorso. Inoltre spazio alla gestione e riabilitazione degli animali selvatici degenti. Si alterneranno come relatori Fabiana Ferrari, biologa e responsabile del CRAS e Riccardo Rossi, medico veterinario e direttore del CRAS. L’iscrizione è obbligatoria alla mail amicipwrc@gmail.com. Per ulteriori info sul Piacenza Wildlife Rescue Center: 366 8991187, tutti i giorni dalle 10.00 alle 17.30. 

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Baio: “Mai ricevuto lettere da associazioni animaliste”

Riportiamo la nota della vicesindaco Baio, con delega alla Tutela degli animali, in merito a quanto apparso su alcuni organi di informazione online, secondo i quali “diverse associazioni animaliste avrebbero interpellato il sindaco Patrizia Barbieri e la vice (Baio) sollecitando un intervento dell’Amministrazione, per prevenire ulteriori episodi di maltrattamento di una bestiola, adottata da una persona indagata per l’uccisione di una cagnolina nella scorsa primavera”.

La Baio precisa: “Sia il sindaco che la sottoscritta non abbiamo ricevuto alcuna lettera da parte delle associazioni aninaliste, relativamente a questa vicenda che ho appreso nel pomeriggio attraverso i quotidiani online. Sarà comunque mia premura, quando perverrà la nota da parte delle associzioni, verificare la situazione per tutelare e prevenire eventuali maltrattamenti nei confronti dell’animale. Sarebbe bene comunque che le richieste di intervento venissero inviate prima all’Amministrazione Comunale che agli organi di stampa”. 

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Dona la spesa a favore degli animali: sabato alla Coop

Sabato 7 luglio si terrà la seconda edizione dell’iniziativa dedicata agli animali di Dona la spesa che coinvolge la rete di vendita di Coop Alleanza 3.0.

Secondo le statistiche della Lav, ogni anno vengono abbandonati in media 80mila gatti e 50mila cani: lasciati per strada soprattutto durante i mesi estivi, se cambiano le abitudini di vita o semplicemente se ci si stanca di accudirli.

Alcuni di loro vanno a incrementare il numero di randagi presente in Italia, pari a circa 900.000, che rischiano di essere vittima di un incidente, morire di stenti o subire maltrattamenti. Le tante associazioni di volontariato diffuse sul territorio italiano si occupano di questi animali: strutture come l’ENPA (Ente Nazionale Protezione Animali), o la Lega Nazionale per la Difesa del Cane, soccorrono o accudiscono animali di ogni specie e razza con l’obiettivo primario di trovare a ognuno di loro una famiglia che li possa adottare.

Il loro lavoro prezioso di assistenza e recupero di questi animali, oltre che di promozione delle adozioni nelle famiglie, è per lo più basato su iniziative di volontariato e sostegni economici occasionali: Coop Alleanza 3.0 per questo ha deciso, per il secondo anno consecutivo, di supportare le strutture e le associazioni che si occupano di animali abbandonati, con la raccolta di alimenti e prodotti per i nostri amici a 4 zampe.

Una raccolta rivolta a tutti gli amanti degli animali da compagnia o per chi semplicemente vuole sostenere la causa: sabato 7 luglio saranno 175 i punti vendita di Coop Alleanza 3.0, compresi i negozi Amici di casa Coop i punti vendita aderenti all’iniziativa (a Piacenza Gotico, Galleana, Roveleto).

Saranno presenti volontari e associazioni locali che coinvolgeranno soci e clienti, invitandoli a donare prodotti per i nostri piccoli amici.

Contribuire è semplice: è possibile donare scatolame, mangimi, croccantini, lettiere igieniche, antiparassitari, accessori. Una volta consegnati ai volontari i prodotti per animali saranno distribuiti fra le associazioni locali presenti, in tutto 152.

Nel 2017 questa iniziativa ha permesso di raccogliere 62 tonnellate di prodotti per animali insieme a 164 associazioni locali.




Amici a quattro zampe anche in Vaticano

«I Papi hanno sempre voluto bene agli animali». La testimonianza è del giornalista e scrittore Renato Farina (una convinzione frutto del suo diretto rapporto con i pontefici e per ricerche storiche da lui stesso compiute), ospite della Banca di Piacenza a Palazzo Galli per la terza e ultima conferenza (nei primi due appuntamenti, protagonisti Vittorio Feltri e il veterinario Diego Manca) rivolte ai possessori di animali domestici, a cui la Banca ha dedicato il conto “Amici fedeli” – primo in Italia, finito persino nelle cronache del Times, oltre che sui principali giornali e Tg nazionali – che prevede agevolazioni per la cura e il benessere del proprio animale e le cui caratteristiche sono state illustrate dal vicedirettore generale dell’Istituto di credito Pietro Boselli, che ha presentato il relatore.

«Pio XI – ha raccontato Farina – aveva un cane lupo che si chiamava Pirk. Quando il padrone arrivava a casa, il cane saltava di gioia e graffiava la portiera dell’auto. Il Papa diceva al suo seguito di lasciarlo fare. Famoso è poi il cardellino, ritenuto un animale amico di Gesù, che Pio XII teneva sulla spalla. Paolo VI ebbe in dono da una scolaresca una cagnolina, Diana, che teneva a Castelgandolfo insieme ad un gatto dal manto bianchissimo. E ancora Pio XI, che si chiamava Achille che deriva da aquila, ricevette in regalo una coppia di aquile a cui dava personalmente da mangiare tre chili di carne di cavallo. Un giorno le trovò morte e il suo dolore fu enorme».

Foto Alessandro Bersani

Renato Farina ha incuriosito il pubblico presente (in prima fila l’assessore alla Cultura del Comune di Piacenza Massimo Polledri) con notizie e aneddoti quasi da nessuno conosciuti. La Basilica di San Pietro, che qualcuno ha definito “zoo sacro”, ha al suo interno ben 67 specie di animali, rappresentati in sculture, mosaici, pitture. Possiamo trovare api, leoni, draghi, colombe, farfalle, elefanti, balene, lucertole, pippistrelli e via elencando. «In San Pietro non ci sono gatti – ha osservato Farina – ma la cosa è stata rimediata da Benedetto XVI, noto gattaro che dava da mangiare ai randagi. Il suo micio si chiamava Zorro. San Gregorio Magno, prima di diventare Papa, aveva un gatto che si chiamava Pelagio II, mentre Pio VII teneva il suo nella biblioteca. Bello il rapporto con i cani di Padre Pio e di San Filippo Neri: il primo aveva un cane lupo, Leone, il secondo un cagnolino di nome Capriccio».

«Da alcuni racconti e anche da un’esperienza personale – ha confessato lo scrittore – ho maturato l’idea che alcuni cani sono angeli. Su tutti cito l’episodio di Don Bosco: il suo cane fece scappare dei malintenzionati, salvandogli la vita; non ci sono ovviamente prove che fosse un angelo, ma non era un cane qualunque».

E per finire, Renato Farina ha letto un racconto di Paulo Coelho «bellissimo e molto significativo». Un signore un bel giorno affronta un importante viaggio in sella al suo cavallo e con il suo cane. Scoppia un violento temporale e l’uomo si ripara sotto un grande albero, ma un fulmine uccide sia il cavaliere, sia i due animali. Loro non si accorgono di essere morti e proseguono il viaggio affrontando il deserto. Ad un certo punto, sudati e sfiancati, si trovano davanti uno scenario meraviglioso: cupole, palme e pavimentazioni d’oro massiccio e una fontana zampillante. “Come si chiama questo posto?”, domanda il cavaliere. “Cielo”, gli viene risposto. Chiede se può dissetarsi insieme al cane e al cavallo. “Tu sì, ma gli animali non possono andare in Paradiso”. Allora il signore rinuncia a bere e prosegue. Arriva davanti ad un’altra fontana meravigliosa. “Come si chiama questo posto?”, chiede di nuovo. Questa volta gli risponde San Pietro: “Cielo”. “Possiamo bere?”. “Sì, certo”. Il cavaliere, sconcertato, racconta a San Pietro il “no” che aveva ricevuto appena prima. “E’ tutto a posto”, lo rassicura San Pietro: “Uno che abbandona i suoi migliori amici, in Paradiso non lo vogliamo”. E Giovanni Paolo II diceva che «gli animali hanno un’anima, sono un soffio dello spirito».

 




Quando Vittorio Feltri salvò un asina destinata allo stufato …

«L’attenzione per il mondo animale è una forma di educazione». Ne è fortemente convinto Vittorio Feltri, ospite della Banca di Piacenza per la prima di tre conferenze (prossimi appuntamenti il 10 aprile con Diego Manca e il 17 con Renato Farina) rivolte agli amici degli animali domestici a cui la Banca ha dedicato un conto – primo in Italia – che prevede agevolazioni per la cura e il benessere del proprio amico fedele.

Il direttore di Libero ha strappato applausi e sorrisi (sempre efficace e simpaticamente colorito nelle sue espressioni) al numeroso pubblico che ha affollato la Sala Panini di Palazzo Galli per ascoltare la chiacchierata sul suo rapporto con le “bestie”. «Il mondo animale è meraviglioso, tutto da scoprire», ha spiegato Feltri (presentato dal vicedirettore generale della Banca di Piacenza Pietro Boselli), che ha raccontato alcuni episodi del suo rapporto con gli animali a dimostrazione di quanto sia vera la sua affermazione. «Da bambino – ha raccontato – passavo molto più tempo con i gattini che con i miei fratelli. Poi mi sono fatto una famiglia e i miei quattro figli hanno seguito la mia vocazione di gattolico e non solo. Mi piacciono anche altri animali, ma i gatti sono quelli che ho amato di più. Adesso ho un micione di 11 chili, Ciccio Grigiotto; dorme con me in un letto matrimoniale ma è rispettoso».

«Letto – ha scherzato il direttore – che non divido con mia moglie. Negli anni, oltre a quello, abbiamo via via separato le stanze, i piani, per arrivare a vivere in città diverse per motivi di lavoro (lei a Roma, io a Milano). Andiamo d’accordissimo e a giugno festeggeremo il cinquantesimo di matrimonio. Quando amici o colleghi mi raccontano che si stanno separando, gli rispondo che stanno facendo un doppio errore: il primo quando si sono sposati, l’altro quando hanno deciso per la separazione; che li condannerà, fra qualche anno, ad andare a mangiare alla Caritas. Comunque anche mia moglie ha la passione per gli animali: in inverno ama dar da mangiare agli uccellini».

Vittorio Feltri ha confidato che il suo primo gatto lo ha avuto a 12 anni e si chiamava “vecio” anche se, in realtà, era un gattino «che crebbe con me per una decina d’anni; allora non scampavano di più, non c’era l’alimentazione specifica, li si nutriva con gli avanzi di casa. A 20 anni, quando morì, mi chiusi in bagno a piangere».

Successivamente raccolse una gatta al Parco Sempione di Milano, dalla lunga coda e dalle strane abitudini: «Una notte dormivamo tutti – ha raccontato Feltri – quando si accese una luce in sala; andammo a controllare ma non c’era nessuno. La cosa si ripetè altre volte finché scoprimmo che era la gatta che con la zampa manovrava l’interruttore. Non solo, ricordo che apriva il frigorifero, rubava i wurstel e poi lo richiudeva. L’intelligenza degli animali mi ha sempre stupito, perché la usano esclusivamente per il loro interesse».

Il direttore di Libero è quindi tornato con la mente al 1972: «I bambini erano piccoli e vivevamo in un condominio in città; c’era un cortile dove si poteva andare solo in determinati orari; far giocare i figli era un problema. Allora comprai una cascina vicino Treviglio, ad Arcene; costava 8 milioni ma ne avevo solo 5, così me li feci prestare da una banca locale che non mi chiese neanche garanzie. C’era un bel prato di mille metri dove i miei figli vivevano meravigliosamente; io e mia moglie ci adattammo, la cascina era un po’ malandata». Lì Feltri visse per 10 anni. C’era una piccola stalla dove teneva i cavalli, altra sua grande passione; poi gli regalarono un pastore scozzese, due galline, una capretta nana: vivevano tutti assieme grazie all’equilibrio che gli animali sanno creare. «I ragazzi andavano a scuola – ha ricordato il direttore – e Narcisa, così si chiamava il cane, tutte le mattine alle 7 andava in camera dei miei figli e gli toglieva le coperte per farli alzare e poi li accompagnava a scuola. Alle 12,40 in punto sapeva che uscivano e li andava a prendere, facendoli tornare in fila indiana. Oggi il mio gatto – sono via tutta la settimana e rientro il venerdì sera ma mai alla stessa ora – ogni venerdì alle 19 vuole uscire di casa per aspettarmi. Ma come fa a sapere che è venerdì? Mistero, è una cosa stupefacente».

Feltri ha quindi raccontato il suo rapporto con i cavalli: «Ne ho avuti parecchi. Ricordo in particolare Miguel, che avevo quando ero alla cascina. Lavoravo al Corriere d’Informazione, che usciva il pomeriggio. Avevo quindi il tempo per andare a cavallo. Un giorno fui sorpreso dall’oscurità e dalla nebbia in un campo di granoturco. Mi ero perso e fui preso dal panico. Poi decisi di affidarmi al cavallo mollando le redini e dandogli una leggera pacca: dopo tre minuti ero davanti al cancello di casa mia. Questi animali hanno un senso dell’orientamento incredibile, mentre noi l’abbiamo perso. I cavalli leggono nel pensiero dell’uomo e quando succede qualcosa è sempre colpa del cavaliere, il quale è talmente stupido che usa la frusta. E’ provato che in pista un cavallo ottiene gli stessi tempi, che sia o non frustato. Posso vantarmi di avere vinto tre gare ippiche senza usare mai la frusta. Chi la usa è un cretino».

Il direttore ha quindi raccontato un ultimo aneddoto. «Una decina d’anni fa, lavoravo già a Libero, venni a sapere che a una Festa dell’Unità volevano uccidere un’asina per fare lo stufato. Mi misi in contatto con l’organizzatore e la comprai per 300mila lire. La portai a casa che era martedì o mercoledì. Il venerdì, al mio rientro, mi corse incontro e mi fece le feste. Come faceva a sapere che ero stato io ad averla salvata? Quest’asinella vive ancora, tutti i sabati vado a trovarla e lei mi fa festa. Pensate che tiene a bada tutti i cavalli. E’ la dimostrazione che anche nel mondo animale le femmine sono le migliori».

Rispondendo ad una domanda del vicedirettore Boselli, Vittorio Feltri ha sottolineato che la caccia «non gli piace» ma che «la pesca è peggio», prendono i pesci all’amo.

«Il problema – ha concluso – è che la sogliola non piange e i pesci vengono considerati degli oggetti».

Al suo arrivo il direttore di Libero era stato accolto dal presidente del Comitato esecutivo della Banca di Piacenza Corrado Sforza Fogliani che aveva accompagnato l’ospite – che conosce da tempo, avendo collaborato con lui in molti giornali di Feltri – in una breve visita alla Sala Arisi e alle mostre del Genovesino e dei Nuovi Ghittoni, in corso a Palazzo Galli.

Emanuele Galba




Tre incontri sugli amici a quattro zampe: il 3 aprile Vittorio Feltri “gattolico praticante”

Il rapporto tra l’uomo e gli animali – in particolare quelli domestici – è davvero vecchio quanto il mondo. Del resto, basta leggere la Bibbia per scoprire che “il primo uomo, Adamo, diede i nomi agli animali”.

Un rapporto che è cresciuto e si è costantemente consolidato e rafforzato nel tempo, tanto che oggi agli animali domestici sono riservati diritti – espressamente previsti dal legislatore – e prerogative impensabili soltanto qualche decennio fa. Proprio in quest’ottica si inserisce il ciclo di conferenze “per gli amici degli animali domestici” organizzato dalla Banca di Piacenza e in programma per tre martedì consecutivi – il 3, il 10 e il 17 aprile – a Palazzo Galli (in via Mazzini, 14). Tre incontri ideati nel nome di Amici fedeli, il primo conto corrente in Italia espressamente studiato per i proprietari di animali domestici e ideato dalla Banca di Piacenza, l’istituto di credito più “pet friendly” di tutto lo stivale.

Ospite della prima conferenza, intitolata “Io e le bestie” e in programma martedì 3 aprile con inizio alle ore 18 nella Sala Panini di Palazzo Galli, sarà il Direttore di Libero, Vittorio Feltri, grande amante degli animali domestici tanto da definirsi, con la sua inconfondibile ironia, “gattolico praticante”.

La seconda conferenza, in programma martedì 10 aprile, vedrà al tavolo dei relatori il dott. Diego Manca, veterinario, ma anche autore di alcuni libri tra cui “Storie da leccarsi i baffi. I gatti raccontati dal veterinario”, che terrà una conversazione dal titolo “Il gatto a 360° gradi. Introduzione al suo mondo”.

Il ciclo di conferenze dedicato agli amici degli animali domestici si concluderà martedì 17 aprile con un incontro intitolato “Gli animali dei Papi. Storia e dottrina”, che avrà come protagonista Renato Farina, noto opinionista di Libero ed editorialista de Il Giornale.

Per le tre conferenze in programma, ingresso prioritario per i correntisti del conto Amici fedeli della Banca di Piacenza e, subordinatamente alla disponibilità dei posti, ingresso per altri interessati secondo l’ordine di prenotazione (e-mail: relaz.ester-ne@bancadipiacenza.it, tel. 0523.542357).

 

 

 

 




Corso per volontari al Wildlife Rescue Center – Piacenza

“Piacenza Wildlife Rescue Center”  l’associazione che si occupa della cura degli animali selvatici organizza un corso per aspiranti volontari, rivolto a tutte le persone desiderose di aiutare il Centro nella cura degli animali selvatici della provincia di Piacenza. Sarà articolato in due serate il 24 novembre e 1 dicembre alle ore 20,30 presso l’Auser di via Musso 5 a Piacenza (Casa delle Associazioni)

Nella prima serata “Chi è il Piacenza Wildlife Rescue Center” verrà descritta la  struttura e si spiegherà in cosa consiste l’attività del volontario, mentre nella seconda “Recupero, primo soccorso e riabilitazione degli animali selvatici ricoverati presso il Cras” verranno spiegate nel dettaglio le specie curate e gestite all’interno del Centro.
Relatori saranno il dott. Riccardo Rossi veterinario, direttore sanitario del Cras e la D.ssa Fabiana Ferrari biologa responsabile del Cras. 
L’iscrizione al corso è obbligatoria. Richiesto un contributo di 10 euro
info: tel. 366 899 11 87 dalle 10 alle 17,30 – email: amicipwrc@gmail.com