Presidio sotto la Prefettura di associazioni e sindacati per dire #apriteiporti

Si è svolto in modo molto pacifico il presidio che ha coinvolto una decina tra associazioni e sindacati questo pomeriggio sotto la sede della Prefettura di Piacenza. Un centinaio i presenti, che hanno portato le proprie istanze al Prefetto grazie a una delegazione.

Il Prefetto ha preso atto della manifestazione, e ha fatto sapere che trasmetterà il documento consegnatogli al Ministero dell’Interno, allegando le sottoscrizioni.

Alessandro Fornasari, presidente Arci Piacenza e trai coordinatori dell’evento, ha fatto sapere che «il segnale che arriva dal Governo è che la situazione dell’Aquarius è solo la prima di una lunga serie. Oggi ne facciamo una questione non solo umanitaria ma anche di rispetto dei Trattati Internazionali, che prevedono per il soccorso di migranti che fuggono da situazioni devastanti di miseria l’approdo nel primo porto sicuro. Il fatto che la Spagna abbia aperto i suoi porti lo accogliamo come un atto di solidarietà, ma non può essere la soluzione, perchè sottoporremo queste persone ad altri 4/5 giorni di viaggio in mare dopo molti altri di situazioni sanitarie precarie».

Anche Francesco Bighi della Uil ha voluto offrire il proprio punto di vista sulla situazione, sia locale sia nazionale. «Vale sempre la pena fare questo tipo di manifestazioni, nel senso che qui ci sono persone che scappano da guerre e fame, e non possiamo fare finta di niente. Anche le critiche che sono state fatte da alcuni Paesi come la Francia, credo siano infondate, non hanno nulla da insegnare ai democratici italiani. Anche per i sindacati questo è un argomento molto sensibile, è stata montata molta paura, l’immigrato è visto come quello che porta via il lavoro, tutto questo ha generato un risultato elettorale che non ci piace, abbiamo questo Governo e ci comporteremo di conseguenza. Penso che l’iniziativa di Piacenza non sarà isolata, ci troveremo anche in altre occasioni, ed è importante che altre città abbiano fatto manifestazioni simili»

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#apriteiporti, domani presidio sotto la Prefettura

Si terrà domani, davanti alla Prefettura di Piacenza, la manifestazione organizzata dal Coordinamento piacentino #restiamoumani per chiedere che vengano riaperti i porti italiani bloccati per decisione del ministro dell’interno Matteo Salvini.

Una delegazione salirà a parlare con il Prefetto, rappresentante locale del Ministero affinché riporti a Roma le istanze dei manifestanti. Al momento hanno aderito:  Amnesty International Piacenza, Amnesty Gruppo Giovani Piacenza, Emergency Piacenza, Libera Piacenza, 100×100 in Movimento, La Pecora Nera scs onlus, GUS Gruppo Umana Solidarietà, ARCI Piacenza, Associazione Arci Emilia-Romagna, Partito Democratico Piacenza, @Piacenza comune con Luigi Rabuffi, Articolo 1 – Movimento Democratico e Progressista Piacenza, Rifondazione Comunista Piacenza, Piacenza Possibile, Potere al Popolo Piacenza, Sinistra Italiana Piacenza, Camera del Lavoro di Piacenza – CGIL Piacenza, Cisl Parma Piacenza, Uil Piacenza, La fabbrica dei Grilli, Fabbrica e nuvole, Comunità Islamica Di Piacenza, Legambiente Circolo Di Piacenza, Non Una Di Meno – Piacenza, Associazione Convivio di Cortebrugnatella, ANPI Piacenza.

In un comunicato Alessandro Fornasari,  per conto del Coordinamento piacentino #restiamoumani, spiega le ragioni della mobilitazione:

«La chiusura dei porti italiani è una soluzione inaccettabile. Nemmeno di fronte all’appello dell’Onu che parla di “imperativo umanitario”, il Ministro Salvini desiste dal riproporre e rafforzare la propria scelta sciagurata di negare lo sbarco alla nave Aquarius.
Le norme internazionali sul soccorso marittimo, oltre che i fondamentali principi di umanità e solidarietà, impongono che le persone soccorse in mare debbano essere sbarcate nel primo “porto sicuro” sia per prossimità geografica, sia dal punto di vista del rispetto dei diritti umani.
L’Italia non può voltare le spalle, ogni migrante è prima di tutto una persona costretta a lasciare la propria terra, a causa di guerre, fame, siccità e disastri ambientali, per cercare la sopravvivenza altrove chiedendo accoglienza e asilo. Non si faccia l’imperdonabile errore di chiudersi nei confini della propria nazione, di alzare nuovi muri di odio e paura che non fanno bene al Paese e che aumentano ancora di più le disuguaglianze.
Le decisioni di questo Governo, schiacciato sulle posizioni di un Ministro dell’Interno come Salvini, non hanno precedenti e segnano una ferita profonda nella storia del nostro Paese che si è sempre contraddistinto per la solidarietà e che ha sempre garantito il soccorso in mare.
Per questo chiediamo al Governo che vengano riaperti immediatamente i porti italiani per accogliere le navi che soccorrono i migranti.
La nave Aquarius, con a bordo 629 persone, tra cui donne, minori e gestanti, deve poter attraccare in un porto sicuro. La disponibilità del governo spagnolo, sebbene portatrice di un messaggio di solidarietà e speranza, non può essere la soluzione.
Ritardare le operazioni di sbarco vuol dire mettere a rischio le persone più vulnerabili presenti sulle imbarcazioni. Mobilitarsi e reagire è il dovere di chi crede in una cultura solidale.
Domani, mercoledì 13 giugno, alle ore 18.00 ci troveremo davanti alla Prefettura in via San Giovanni per manifestare la nostra indignazione e ribadire che la nostra umanità è aperta».