In attesa del derby tra Bakery e Assigeco, al PalaBanca arriva il triangolare “Ass. La Ricerca”

Questa domenica al PalaBanca, l’antipasto del Derby tra Assigeco e Bakery (palla a due alle ore 18), sarà il Triangolare “Ass. Onlus La Ricerca – Piacenza” dedicato alla categoria Under 13.

Questi gli orari e le squadre coinvolte:
– ore 14:30, Basket Podenzano vs Piacenza Club Assigeco
– ore 15:00, Piacenza Club Assigeco vs Pontenure
– ore 15:30, Pontenure vs Basket Podenzano

Una bella iniziativa in collaborazione con l’Associazione “La Ricerca” Onlus che dal 1980 si occupa del recupero e del reinserimento di giovani tossicodipendenti.
L’Associazione si pone al servizio della persona e della sua famiglia, inserita nel contesto sociale attivando percorsi preventivi, educativi e riabilitativi e all’interno di un sistema integrato dei servizi collabora con le istituzioni nella lettura dei bisogni e nella programmazione degli interventi sia a livello regionale sia a livello territoriale.

Domenica la pallacanestro sarà al fianco di “La ricerca” per il benessere dei nostri giovani, per dire no alla droga.

Per ogni tipo di informazione sull’Associazione Onlus “La Ricerca” vi invitiamo a visitare il loro sito: www.laricerca.net




“Pupe e gangsters” a sostegno dell’associazione “La Ricerca”

L’America degli anni Venti sarà protagonista la sera di venerdì 5 ottobre al Teatro San Matteo con “Pupe, Whisky e gangsters”, divertente commedia che la compagnia teatrale piacentina “Quarta Parete” porterà in scena rivisitata sotto la guida di Tino Rossi.

Protagonista un giovane drammaturgo e regista teatrale “in dura lotta per affermarsi” a New York. Il suo sogno: vedere il suo ultimo testo rappresentato a Broadway. Gli equivoci, i travisamenti, i tradimenti e le redenzioni dei componenti di una sconclusionata e stravagante “compagnia” teatrale continueranno fino allo scoppiettante finale. Una storia a volte divertente, a tratti cinica, ma sempre percorsa da una felice ironia; un gioco teatrale leggero ma non banale che, attraverso il ritmo, vuole rivisitare un periodo artistico pieno di cliché, con curiose punte di verità.

L’accattivante spettacolo che vedrà sul palcoscenico una folta squadra di attori avrà anche una finalità benefica: il ricavato sarà devoluto a sostegno di iniziative e progetti dell’associazione “La Ricerca”, da più di trentacinque anni al fianco dei giovani e delle famiglie in difficoltà. Prima che si alzi il sipario, alle 21, la serata sarà aperta dalla testimonianza di volontari dell’associazione “PaCe” che da sempre affianca l’opera della onlus piacentina nelle strutture di accoglienza e recupero e nei servizi educativi e dell’ascolto. L’ingresso è a offerta.




L’amore non è polenta: spettacolo a favore de “La Ricerca”

Sabato 12 maggio nell’oratorio di Nostra Signora di Lourdes andrà in scena una nuova originale produzione della Società Filodrammatica Piacentina: “L’amur l’è mia puleinta” (L’amore non è polenta), commedia dialettale in due atti di Gian Carlo Andreoli. Lo spettacolo, ironico e divertente sulle sfaccettature dell’amore nel matrimonio, ha doppia finalità: divertimento e solidarietà. Il ricavato della serata, organizzata dall’associazione “PaCe” che riunisce i volontari della storica onlus piacentina “La Ricerca”, sarà devoluto a sostegno di attività e progetti che questa associazione realizza in aiuto a persone in difficoltà, a giovani con problemi di dipendenza e alle loro famiglie. Ne parlerà in una brevissima introduzione un rappresentante di questa realtà pochi minuti prima che si alzi il sipario.

La commedia, che avrà inizio alle 21, racconta della famiglia Rossetti, padre, madre e una figlia in età da marito. In casa convive, provvisoria, la sorella della moglie, in attesa dello scioglimento del suo matrimonio che è fallito. “Pietra dello scandalo, una donna divorziata non fa pensare bene”, come dice la stessa interessata, ed è fatta oggetto delle attenzioni di un amico di famiglia d’un amore disperato quanto inspiegabile, com’è inspiegabile l’amore e il suo insorgere. Al contrario vanno le prime esperienze della figlia.

In scena gli attori Giorgio Molinari (capofamiglia), Maria Luisa Travaini (Mary, la moglie), Ivette Gaidolfi (Franca, la figlia), Tiziana Innocenti (Gina, sorella di Mary), Stefano Forlini (Fausto), Edoardo Bavagnoli (Mario), Maria Grazia Barbieri e Loredana Vallisa nel ruolo di zia Marta. Collaborano Guido Lavelli per la scena, Valentina Bisotti (trucco), Home Factory (costumi).




Un convegno per ricordare che l’Aids è ancora un grosso pericolo

Contrariamente a quello che i pensail virus dell’HIV non è affatto scomparso, anzi! La diffusione dell’aids è aumentata con il dilagare dell’indifferenza il più delle volte dettata dall’ignoranza e dalla scarsa consapevolezza del rischio  di contagio con la conseguente mancata adozione di idonee misure di prevenzione: i più giovani, i ragazzini di ultima generazione – viene purtroppo ancora confermato – non sanno che cos’è l’aids, perché non se parla quasi più come invece avveniva quando si era manifestato il fenomeno e fino ad una ventina d’anni fa. Gli adulti, da parte loro, tendono a ritenersi immuni dal contagio, basandosi sull’errata convinzione che il pericolo riguardi solo categorie specifiche, un’illusione dettata dallo stigma sull’omosessualità e sulla tossicodipendenza. Ma non esistono categorie esenti dal rischio di contrarre l’infezione.

Domani giovedì 15 marzo, nell’ambito delle celebrazioni per i 25 anni di fondazione della casa accoglienza per malati di aids “Don Venturini”, l’associazione “La Ricerca” e la Caritas diocesana chiamano a convegno la comunità piacentina, in particolare i giovani – studenti delle Superiori e universitari – e operatori del mondo sociosanitario, per tenere sempre viva l’attenzione su questo fenomeno.

Un evento mirato a far luce su tutto questo per riflettere e agire insieme; si svolgerà per l’intera mattinata nell’auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano di via Sant’Eufemia 12: sarà aperto alle 9 con i saluti del presidente dell’associazione “La Ricerca”, Gian Luigi Rubini e del direttore della Caritas diocesana Giuseppe Chiodaroli.

Alla proiezione del cortometraggio, “Una casa che ti in-vita – racconto della storia di ieri, oggi e domani della Casa Accoglienza”, seguirà l’intervento della  dott.ssa Caterina Valdatta del reparto di Malattie Infettive dell’Ospedale di Piacenza,  quindi Giampiero Bonetti,  operatore della “Pellegrina” ripercorrendo la “messa in scena” di Hiv/Aids sui media con l’ausilio di filmati, fornirà uno spaccato su potenzialità e rischi del “fare comunicazione” sull’aids, poi spazio all’ascolto sul significato di “fare casa”, su quanto si può dare e ricevere nella relazione con reading di testi e scritture di persone di persone colpite dal virus hiv e di persone che si sono ammalate di aids, e testimonianze di giovani volontari che hanno svolto e stanno svolgendo attività di volontariato al fianco di operatori e ospiti della Casa Accoglienza.

L’opera che la “Pellegrina” sta portando avanti – per fare cultura, educando al valore del rispetto di se stessi e degli altri sul piano della sessualità, certo, ma anche più alto e profondo dei sentimenti e dei rapporti – è dunque sempre più improntata al dialogo diretto con il territorio non solo facendosi testimonianza viva della potenza della solidarietà e della vicinanza umana, ma anche coinvolgendo i cittadini, in primis i giovani, informandoli e stimolandoli a diffondere le informazioni ricevute. Tantissimi ragazzi, ad esempio, hanno preso parte negli ultimi tre anni al percorso “Una casa che t’in-vita” portato avanti a livello locale nell’ambito del progetto di prevenzione della Caritas nazionale, e diversi altri sono stati coinvolti in questi mesi nel progetto “VVV-Viral Vs Virus”, con cui l’associazione “La Ricerca” si è aggiudicata il premio del Community Award Program, promosso in Italia dalla società biofarmaceutica Gilead Sciences: una sessantina di ragazzi e giovani, dai 14 ai 25 anni,  si stanno preparando per diventare peer leaders con il compito di creare messaggi di informazione e prevenzione da veicolare attraverso i social media ad una platea di altri 2500 coetanei. A tale scopo stanno sviluppando competenze progettuali e operative necessarie per utilizzare i media digitali e i social network nella costruzione e nella distribuzione di una comunicazione efficace sul tema dell’hiv e delle malattie sessualmente trasmissibili.