Fondo Dopo di Noi, finanziati progetti Afadi Fiorenzuola e Coop Eureka Bobbio

La Conferenza Territoriale Sociale e Sanitaria della AUSL in una nota ha approvato la graduatoria di interventi strutturali da finanziare grazie alle risorse del Fondo dopo di Noi. Tale fondo prevede il cofinanziamento tramite risorse pubbliche a progetti strutturali in grado di offrire soluzioni abitative favorenti autonomia e vita indipendente a persone diversamente abili esposte al rischio di solitudine, abbandono e isolamento una volta defunti i genitori e/ venuta meno la rete sociale di riferimento.

I progetti candidati erano 4 (Associazione Afadi Fiorenzuola, Distretto Levante, Associazione Oltre l’Autismo Distretto Città di Piacenza, Coop Eureka Bobbio Distretto Ponente e Fondazione Pia Pozzoli Cadeo Distretto Levante) “tutti tecnicamente eccellenti e pertanto ammessi dal Nucleo Tecnico Regionale al finanziamento”.

Compito dell’Ufficio di Presidenza in rappresentanza della CTSS era quello di dimensionare e quantificare le risorse (circa 167.000 per la provincia di Piacenza) tra le proposte in campo sulla base di una graduatoria stilata alla luce di alcuni parametri (completamento offerta servizi, laddove tipologie mancanti, cantierabilità, sostenibilità e continuità del servizio in sinergia con le risposte di servizi pubblici etc. )
“Dopo un attento confronto in ordine alle caratteristiche progettuali e in linea con i pareri dei Distretti – si legge -, l’Ufficio di Presidenza ha espresso parere favorevole per il finanziamento in ordine di priorità del progetto di Bobbio e di Fiorenzuola, entrambi immediatamente cantierabili e già rientranti nella logica della programmazione locale sia per risposta a bisogni prioritari che per presa in carico già operativa, fino ad esaurimento risorse”.

Per gli altri due progetti, l’ Ufficio di Presidenza, ha ritenuto di anteporre nell’ ordine di graduatoria la proposta dell’Associazione Oltre l’Autismo rispetto a quella della Fondazione Pia Pozzoli sia per la valenza provinciale del progetto che per l’autonomia dell’associazione Oltre l’autismo nel disporre delle risorse per avviare l’opera.

L’Ufficio di Presidenza ha tuttavia deciso di posporne il finanziamento sia perché stralci di progetti molto più corposi, sia perché riferiti a costruzioni ex novo e pertanto richiedenti tempi di avvio e completamento molto più consistenti. L’Ufficio di Presidenza si è comunque impegnato a vigilare sulle nuove opportunità messe in campo dalla misura Dopo di Noi e o da altri canali istituzionali al fine di garantire il sostegno ai progetti tramite risorse pubbliche, qualora disponibili. 

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Nuovo volume in casa Papero Editore in collaborazione coi ragazzi “favolosi” de La Matita Parlante

Da bambini a tutti, chi più chi meno, sono state raccontate fiabe, storie straordinarie che dovevano servirci da esempio nella vita di tutti i giorni, o per il futuro. “I grandi eroi” che salvavano principesse, superavano ostacoli insormontabili per raggiungere un obiettivo. Talvolta la realtà pareggia la fantasia degli autori di quelle fiabe e genera persone comuni, che semplicemente hanno deciso che un problema, poteva essere superato e anzi, diveniva punto di forza per vivere serenamente. Possiamo annoverarne alcuni della storia, come Beethoven, John Nash, Frida Kahlo, oppure alcuni più contemporanei, come Bebe Vio o Alex Zanardi.

La loro storia è stata raccolta in un volume, “Storie di bimbi favolosi che non la danno vinta ai problemi”, edito da Papero Editore e nato dalla collaborazione con Officine Gutenberg, l’associazione La Matita Parlante e il Dipartimento di Salute Mentale e delle Dipendenze Patologiche dell’Azienda USL di Piacenza.

Paola Rossi, educatrice professionale del Dipartimento, spiega il progetto: “Nasce dal Programma Autismo 030, per cui noi seguiamo ragazzi con disturbo dello spettro autistico che al termine del percorso scolastico entrano nel mondo del lavoro. L’associazione La Matita Parlante nasce per valorizzare le competenze professionali delle persone con disturbo dello spettro autistico e di favorirne l’inclusione sociale, collaboriamo infatti con le scuole del territorio. Sono 8 i ragazzi ospitati come tirocinanti tutte le mattine dalla casa editrice Papero Editore per scrivere racconti per bambini. Sono già 2 i libri pubblicati e tradotti con i simboli della comunicazione alternativa aumentativa”. Nel libro troviamo 60 storie di persone che nella vita ce l’hanno fatta, e le illustrazioni sono state totalmente realizzate dai 9 ragazzi, che hanno realizzato il materiale per i testi rielaborati con la collaborazione di Officine Gutenberg.

Un libro scritto a più mani, e qui sta la forza. Nicolò Russo ad esempio racconta fieramente di aver realizzato le proprie illustrazioni “partendo da una tavola luminosa, e riprendendo poi il disegno col pennarello. Ho fatto i disegni di Bebe Vio e Nicolò Paganini”. Ci sono poi Stefano Fanzini, 48enne che ha fatto una considerazione su Frida Kahlo: “Nonostante le vicissitudini che ha avuto, è riuscita a fare quello che ha fatto”.

Lo spunto per il libro viene dal libro “Storie della buonanotte per bambine ribelli”, che cercava di riflettere sulla parità di genere in un mondo dominato dagli uomini. “Ci sono altre persone che devono affermare i propri diritti – ha sottolineato Davide Corona di Papero Editore -, dover addomesticare quelle che di base sono mancanze ha potuto aiutarli a raggiungere un obiettivo. Il tirocinio è servito anche a questo, e pensiamo sia una cosa doppiamente bella”. Il libro è già disponibile in edicola e sulle piattaforme Amazon e Ibs per l’acquisto online.

Domenica a Caratteri Mobili, sede della casa editrice Papero Editore a Borgo Faxhall ci sarà una presentazione ufficiale del libro dalle 17, per tutti coloro che vogliano anche una copia firmata dai ragazzi “favolosi”, ovvero:

Luca Munari, Andrea Devoti, Nicolò Russo, Fadi Kassas, Stefano Fanzini, Francesco Baistrocchi, Michele Rebecchi, Chiara Marchionni.

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Tre fratture al femore, una alla caviglia ed una all’omero. E’ il bilancio dei traumi provocati dal mal tempo

“Tempesta passata” anche per il sistema sanitario piacentino che, ha retto il super lavoro portato dalle avverse condizioni metereologiche.

La rete dell’Emergenza urgenza era stata potenziata con la presenza di mezzi di Anpas e Croce Rossa, raddoppiando quasi ovunque la presenza in turno di tutte le postazioni. In particolare, sono state rafforzate l’area di montagna e quella urbana, per rispondere al meglio alle richieste di emergenza ma anche alle attività di trasporti secondari urgenti.

I Pronto soccorso degli ospedali di Piacenza, Castel San Giovanni e Fiorenzuola hanno registrato rispettivamente 134, 40 e 25 accessi. Nei punti di Primo intervento di Bobbio e di Farini la situazione è stata nella norma.

I traumi di ieri a Piacenza sono stati sei: tre fatture di femore in pazienti anziani, una lussazione di protesi d’anca e una frattura di omero e di caviglia in due persone giovani.
Questa mattina si sono avuti complessivamente 17 ricoveri nei tre Pronto soccorso riconducibili alle avverse condizioni meteo: 10 a Piacenza, 3 a Castel San Giovanni e 4 a Fiorenzuola.

La centrale operativa Emilia Ovest ha registrato, nelle 12 ore di ieri, 111 richieste di soccorso sul territorio piacentino, ovvero il 30 per cento in più della media. Di questi, 43 erano eventi traumatici di cui 24 avvenuti per incidenti stradali.

L’attenzione dell’Azienda continua a essere alta: oltre all’incremento della rete dell’Emergenza urgenza, i reparti ospedalieri (soprattutto i Pronto soccorso) sono comunque allertati per attivare risorse aggiuntive di personale qualora si verificassero situazioni particolare di afflusso. Nell’ospedale di Piacenza sono inoltre in funzione 24 ore su 24 mezzi spazzaneve e operatori per lo spargimento del sale.

Visto il perdurare delle condizioni meteo avverse, la direzione sanitaria invita nuovamente i cittadini a prestare la massima attenzione ai rischi legati alla neve e al ghiaccio. Si ricorda inoltre che anche oggi (venerdì 2) e domani, sabato 3, non verrà applicata la sanzione amministrativa prevista per chi è impossibilitato a presentarsi a una visita pur non avendo disdetto per tempo la prestazione.

 




Una simulazione clinica per mettere al centro il paziente: ecco ASCO

L’allenamento e la costanza sono le chiavi per eccellere in molti sport, si sa. Ma a quanto pare la medicina non fa eccezione. Se ne sono accorti ad ASCO, l’Area di Simulazione Clinico Organizzativa, progetto di Ausl presso l’ospedale di Castel San Giovanni cofinanziato dalla Fondazione Piacenza e Vigevano, che da due anni ha formato 539 professionisti del settore tra specializzandi, medici e studenti, per un totale di 80 docenti coinvolti e più di 9000 ore di formazione complessive. Stamattina è stata presentata l’attività in Fondazione, grazie agli interventi del presidente Massimo Toscani, Luca Baldino, direttore generale di Ausl Piacenza e Federica Amorevoli, responsabile gestionale di ASCO.

“Siamo fra i primi in Emilia Romagna e in Italia ad avere un progetto simile – ha esordito Baldino -, si tratta di una sala operatoria in cui i medici possono operare su manichini tecnologicamente molto avanzati, in grado di simulare diversi stati fisiologici e patologici del paziente. Si aggiungono alla struttura alcune telecamere interne alla sala per verificare l’operatività dell’equipe”. A questo si aggiunge un’attività finale di debriefing, in cui si studiano i filmati. “Questa attività è fondamentale – evidenzia la dott.ssa Amorevoli -, niente può aiutare di più che un approccio esperienziale, in modo da imparare dai propri errori”. ASCO è sede formativa unica del comparto Emilia Nord, comprendete anche Parma e Reggio Emilia, pertanto molti medici, si stima nell’ordine del centinaio, vengono a Castel San Giovanni per formarsi. “La Fondazione ha meditato a lungo se partecipare economicamente all’iniziativa – ha sottolineato Toscani -, ma abbiamo deciso di partecipare volentieri, perchè pensiamo possa rappresentare una forte spinta per il nostro territorio”.

“La simulazione – si legge in una nota Ausl Piacenza – si è dimostrata un’efficace leva formativa nell’indurre gli operatori sanitari ad adottare modelli comportamentali ispirati alla prevenzione e alla gestione del rischio per il paziente, sviluppando non techical skills. […] L’utilizzo di ASCO può essere richiesto da aziende private, aziende sanitarie, scuole di specializzazione, società scientifiche e università in partnership, in convenzione o a contratto. Per info e contatti consultare il sito di ASCO”




Sanità, niente ticket su visite ed esami e farmaci gratuiti per i cittadini in difficoltà

È stato prorogato per un altro anno, quindi fino al 31 dicembre 2018, un pacchetto di misure che vanno dall’esenzione dal ticket per visite, esami specialistici ed assistenza farmaceutica, alla distribuzione gratuita dei farmaci di fascia C, a seconda dei destinatari interessati dal provvedimento. Interventi introdotti già nel 2009, all’inizio della difficile congiuntura economico-finanziaria, e rafforzati dopo il sisma, che ora vengono così confermati per il nono anno consecutivo.

“Con questa decisione ribadiamo il nostro impegno concreto per sostenere chi vive in condizioni di forte disagio economico o di particolare difficoltà legate al terremoto- sottolineano gli assessori alle Politiche per la salute, Sergio Venturi, e alla Ricostruzione post sisma, Palma Costi-. Nonostante la ripresa produttiva e occupazionale che sta interessando l’Emilia-Romagna, anche grazie alle politiche messe in campo dalla Regione, ci sono ancora sacche di disagio che non possiamo e non vogliamo ignorare. E per una famiglia in difficoltà, vedersi garantite a fine anno queste prestazioni costituisce un pensiero in meno”.

L’impegno della Regione per il mancato introito del ticket relativo al 2018 si stima possa superare 1 milione e 700 mila euro, considerando complessivamente le misure anticrisi (1 milione 600mila) e quelle per le popolazioni colpite dal sisma (150mila euro).

Le misure anticrisi

Le misure anticrisi riguardano l’esenzione dal pagamento del ticket per le prestazioni di specialistica ambulatoriale e l’acquisto dei farmaci di classe A; interessano i lavoratori che hanno perso il lavoro, sono in cassa integrazione, in mobilità o con contratto di solidarietà, e i familiari a loro carico.

Il provvedimento comprende anche l’assistenza farmaceutica per i nuclei familiari emiliano-romagnoli in situazioni di estremo disagio sociale, individuati o in carico ai Servizi sociali dei Comuni. A queste famiglie è garantita la distribuzione gratuita dei farmaci di fascia C, ovvero i quelli distribuiti dalle farmacie delle stesse Aziende sanitarie.

Le misure per le popolazioni colpite dal sisma

Prorogato il diritto all’esenzione dal ticket per le prestazioni specialistiche ambulatoriali (nelle strutture sanitarie pubbliche e private accreditate), l’assistenza termale e l’assistenza farmaceutica relativamente ai farmaci di fascia A e C, compresi nei Prontuari aziendali e in distribuzione diretta (con modalità definite dalle singole Aziende Usl).

Tale diritto si applica alle persone residenti nei comuni dell’Emilia-Romagna colpiti dal terremoto e che si trovino in situazioni di particolare disagio a seguito di ordinanza del sindaco di inagibilità/sgombero del proprio luogo di abitazione, studio professionale o azienda; ai componenti del nucleo anagrafico o, comunque, ai parenti di primo grado di persone decedute a causa del sisma.

Le esenzioni vengono applicate anche ai lavoratori dipendenti dalle aziende che operano nelle zone colpite dal sisma, anche se non residenti nei comuni interessati dal terremoto.

Da Ausl Piacenza




Buoni pasto, Cappucciati (Lega): “Maggior libertà ai dipendenti Ausl”

Lorella Cappucciati, consigliere Lega Nord al comune di Piacenza, è intervenuta  ieri, durante il consiglio comunale sul tema buoni pasto all’interno dell’Ausl di Piacenza. Oggi ribadisce quanto detto con un comunicato che pubblichiamo di seguito.

“Ieri, in consiglio comunale, sono intervenuta sulla questione dei buoni pasto, legata all’Ausl di Piacenza, con i suoi 973 dipendenti, e i commercianti di via Taverna.

Nell’Ausl è prevista mezz’ora di tempo, non retribuita, per poter consumare il pasto. Tempo che può essere considerato ristretto, ma allo stesso tempo sufficiente se data la possibilità di sfruttare tutta la sua potenzialità.

Attualmente, i dipendenti hanno a disposizione dei buoni pasto del valore di 7,50€ convenzionati, attraverso la società Rita la Fenice, con la mensa di via Morigi Piacenza Centrale, nella quale possiamo usufruire di un pasto completo, con il solo limite di non dover essere in divisa mentre si consuma il pasto; discorso simile vale anche per il bar, gestito dalla CIR Food di Reggio Emilia, nel quale possiamo andare a prenderci dei menu-panino. Il problema nel bar, nasce dal fatto che il locale, servendo anche tutti i visitatori ha, soprattutto nelle ore dei pasti, delle file che arrivano anche fino ai 15-20 minuti di attesa, lasciando di conseguenza solamente 10 minuti per mangiare e tornare puntale in servizio. Situazione non idonea, in particolare se non si tratti di eventi sporadici ma vissuta ogni giorno.

Nei giorni scorsi, gli stessi commerciati di via Taverna, sono andati a verificare i contratti in questione ed hanno notato che, se per la mensa è presente un bando che gestisce tale situazione; lo stesso però, non vale per il bar, che non è regolato da un contratto esclusivo.

Dati questi motivi, i commerciati di via Taverna hanno chiesto di entrare a far parte di questo circuito, utilizzando le stesse cifre (convenzionate) che mette a disposizione già il bar.

Atti alla mano, credo che ciò garantirebbe una maggiore libertà al lavoratore potendo scegliere il locale con meno tempo di attesa (data anche la pari offerta); e, senza dubbio, un’entrata in più per tutti i commercianti che richiederebbero di entrare a far parte del circuito e sollevarsi da quest’ultimo periodo di difficoltà economica, dovuta proprio dalla presenza del nuovo bar.

Un’esamina che credo vada presa in considerazione e, come dipendente, valuto che sia una soluzione idonea per andare incontro a tutte le parti chiamate in causa.”

Lorella Cappucciati, consigliere Lega Nord al Comune di Piacenza




Un incontro per parlare di Aids

E’ in programma per martedì 5 dicembre, alle ore 21, presso lo Spazio 2 di via XXIV Maggio 42 un appuntamento informativo promosso dall’associazione L’Atomo Arcigay Piacenza, in collaborazione con l’Azienda sanitaria. La serata, moderata da Davide Bastoni, medico specialista in medicina d’urgenza e responsabile salute dell’associazione, vedrà la partecipazione degli infettivologi Alessandro Ruggieri e Maria Grazia Brescia. Sarà l’occasione per fare il punto sulla situazione sulle malattie sessualmente trasmissibili a Piacenza, con particolare focus sull’HIV; si farà inoltre una panoramica sulle relative possibilità vaccinali e preventive.
È prevista anche la testimonianza di una coppia siero-discordante di ragazzi (uno sieropositivo, l’latro no) che racconteranno la loro esperienza nella lotta all’HIV.
“La serata è aperta alla cittadinanza – concludono gli organizzatori – ed è l’occasione per informarsi, fare prevenzione e abbattere alcuni pregiudizi che purtroppo ancora oggi sono presenti nella nostra società in merito alla sessualità e alle malattie sessualmente trasmesse”.




Giulia Gibertoni(M5S) contro i superstipendi dei direttori delle AUSL emiliano-romagnoli

Più di 2,2 milioni di euro: è questa la cifra che la Regione Emilia-Romagna ha sborsato, solo nel 2016, per pagare gli stipendi e i relativi premi ai 14 direttori generali della nostra sanità.

A rivelarlo è Giulia Gibertoni, consigliere regionale 5 Stelle che nei mesi scorsi aveva presentato una interrogazione alla Giunta chiedendo di conoscere le cifre esatte delle indennità corrisposte ai manager delle AUSL e delle Aziende Ospedaliere-Universitarie dell’Emilia-Romagna.

«I numeri che ci ha fornito la Regione confermano quello che sosteniamo ormai da tempo, ovvero che i dirigenti della nostra sanità guadagnano più delle cariche di vertice di Regione e Governo – spiega Giulia Gibertoni – Non è accettabile, né comprensibile, che un direttore generale di un’AUSL guadagni all’anno più del Presidente del Consiglio o del Presidente della Regione. Serve una netta sforbiciata a questi compensi anche alla luce dei continui tagli che questa Regione sta effettuando sul comparto sanitario, con servizi azzerati, punti nascita chiusi e ospedali fortemente depotenziati».

Dai dati forniti dalla Giunta (Vedi la tabella) l’interrogazione presentata da Giulia Gibertoni si evince che nel 2016 la spesa complessiva per remunerare i 14 dirigenti della sanità emiliana-romagnola ha toccato quota 2.266.777 euro, con quasi 180mila euro destinati a coprire i premi riconosciuti agli stessi direttori generali in base ai singoli risultati.

Tra i più pagati nel 2016 troviamo Chiara Gibertoni, dg dell’AUSL di Bologna con 169.191 euro, Massimo Annicchiarico (dg AUSL Modena) con 168.881 euro, Marcello Tonini (AUSL Romagna) con 168.865 e poi via via tutti gli altri per finire con Andrea Rossi (AUSL Imola) con 156.655. Luca Baldino dell’AUSL Piacenza è al sesto posto con uno stipendio di  162.053 ed un premio di risultato di 12.281

«In media i 14 dirigenti vengono pagati quasi 162mila euro a testa – aggiunge Giulia Gibertoni – una cifra a nostro avviso eccessiva e a cui serve mettere un tetto che, come abbiamo chiesto nella nostra interrogazione, potrebbe aggirarsi attorno ai 115mila euro all’anno. Un’ azione assolutamente necessaria, inoltre, sarebbe quella di azzerare fin da subito i premi ai dirigenti che ogni anno vanno a moltiplicare stipendi già lautamente retribuiti».

Richieste che però l’assessore Petitti, rispondendo all’interrogazione di Giulia Gibertoni, ha respinto sostenendo di non voler abbassare il compenso dei direttori generali per non “svilire il ruolo di responsabilità complessiva aziendale in un settore, quello sanitario, a diretto contatto con i cittadini”, né tantomeno di azzerare il premio per il raggiungimento degli obiettivi.

«Su questo tema la Giunta dice di non poter intervenire unilateralmente perché il compenso è previsto da una norma di legge. Peccato che però a quanto ci risulta altre Regioni abbiano raggiunto questo risultato da tempo, come Toscana e Veneto per esempio. La verità – conclude Giulia Gibertoni – è che questa Giunta non ha nessun interesse a dare una sforbiciata a questi stipendi forse perché si andrebbe a toccare direttamente il compenso del nostro assessore alla Sanità che al momento dell’insediamento in Regione ha scelto di mantenere il livello retributivo di quando lavorava all’AUSL di Modena. Abbiamo presentato una risoluzione su cui dovrà esprimersi a breve l’Assemblea, non dubitiamo già da ora che verrà respinta».




Rancan (LN): “troppo alti i costi per curare gli immigrati dei centri di accoglienza”

Il consigliere regionale Matteo Rancan della Lega Nord interviene duramente contro i costi sostenuti dalle singole Aziende Usl per la cura degli immigrati ospitati nelle strutture di accoglienza presenti in Emilia-Romagna. Stando ai dati forniti all’Assemblea legislativa dal servizio regionale Sanità e Politiche sociali per l’integrazione, ammonta infatti a 8 milioni e 332mila euro la somma investita dalla fine del 2014, cioè dall’inizio della legislatura, al primo semestre del 2017.

«Solo nei primi sei mesi di quest’anno – insiste l’esponente del Carroccio – sono stati impegnati 2 milioni e 124mila 900 euro, cioè quasi l’intero costo sostenuto nel 2015, che sfiorava i 3 milioni e 100mila euro.  Nello stesso periodo l’Azienda Usl di Piacenza ha speso 227mila e 150 euro. Sono cifre estranee ad ogni logica. È evidente che è proprio questa concezione deviata dell’immigrazione, per la quale si è pronti ad offrire qualunque servizio agli stranieri, a richiamare quei flussi di clandestini che a qualcuno paiono inarrestabili. Basterebbe impegnare le risorse pubbliche per i piacentini e gli emiliano-romagnoli, sempre più in difficoltà, per contribuire all’estinzione del fenomeno».




AUSL: Novità di quest’anno: vaccino gratis anche contro lo pneumococco per i 65enni

Da: AUSL Bologna

Partirà lunedì 6 novembre in tutta l’Emilia-Romagna la campagna di vaccinazione gratuita del Servizio sanitario regionale “Non farti influenzare, proteggi la tua salute”, con un obiettivo preciso: proteggere dalle gravi complicanze le persone più fragili, come bambini e adulti con malattie croniche, anziani, donne in gravidanza, ma anche gli operatori sanitari.  Il periodo più opportuno per le vaccinazioni è tra novembre e dicembre, perché i picchi epidemici si raggiungono tra gennaio e febbraio; negli  ambulatori di medici e pediatri di famiglia e dei servizi vaccinali delle Aziende Usl, dove si possono effettuare le vaccinazioni, stanno già arrivando oltre 790.000 vaccini.

E, novità di quest’anno, la Regione lancia una campagna di vaccinazione, anch’essa gratuita, contro lo penumococco, “Non lasciare che la polmonite rovini il tuo inverno”, rivolta a donne e uomini di 65 anni, quindi nati nel 1952, per difenderli da un batterio che può provocare malattie gravi come polmoniti, meningiti, sepsi. La vaccinazione, che può essere fatta solo dai medici di famiglia, sarà riproposta ogni anno, sempre gratuitamente, per tutti i 65enni residenti in Emilia-Romagna.

Positivi i dati 2016 delle vaccinazioni antifluenzali, che hanno fatto registrare un aumento complessivo del 5% rispetto alla stagione precedente. “Segno che- sottolinea l’assessore regionale alle Politiche per la salute, Sergio Venturi- siamo sulla strada giusta. Ma non basta ancora, dobbiamo e possiamo migliorare nell’interesse di tutti, perché l’influenza per le persone più fragili può essere pericolosa, come mostrano i dati epidemiologici. E le soglie di copertura vaccinale sono ancora basse: appena sopra il 50% negli anziani, 1 su 4 per gli operatori sanitari”.
A conferma dell’importanza dei vaccini come strumento di prevenzione del rischio e di difesa della salute pubblica, la Regione quest’anno lancia la campagna contro lo pneumococco.  “Si tratta- spiega Venturi- di un batterio che può provocare malattie gravi soprattutto nei bambini e negli anziani. I bambini li vacciniamo già e le meningiti si sono dimezzate e già vacciniamo le persone con malattie croniche. Ora il Piano nazionale di prevenzione vaccinale ci consente di estendere la vaccinazione gratuita a tutti i 65enni, che verranno chiamati direttamente dalle Aziende Usl”.

Nel 2018 medici e pediatri di famiglia collegati alle anagrafi vaccinali
Ed è lo stesso assessore ad annunciare un’ulteriore novità: “Nel 2018- aggiunge Venturi- diventerà operativo in Emilia-Romagna uno strumento che collegherà direttamente medici e pediatri di famiglia con le anagrafi vaccinali delle Aziende Usl. Ciò consentirà al medico di conoscere in tempo reale lo stato vaccinale del proprio assistito e di valutare insieme, in base alle condizioni di salute o alle situazioni di rischio, l’opportunità di fare la vaccinazione”.

Dati influenza 2016
Negli ambulatori di medici e pediatri di famiglia e dei servizi vaccinali delle Aziende Usl stanno arrivando oltre 790.000 vaccini, un numero più alto rispetto al 2016 perché lo scorso inverno si è registrato un aumento del 5% delle persone vaccinate (722.937 contro i 690.789 della stagione precedente).
Nel 2016 si stima si siano ammalate circa 550.000 persone, il 12,5% della popolazione totale, di cui circa 61mila bambini tra 0 e 4 anni, pari al 32% di tutti i bambini di questa fascia di età. Sono stati 68 i casi gravi, con 32 deceduti: il 70% non era vaccinato nonostante si trattasse di persone con più di 65 anni di età o con condizioni di rischio dovute a un deficit immunitario.
É aumentata la copertura vaccinale degli operatori sanitari, salita al 23,7% (era al 17,3%). Rimane però appena sopra la metà quella relativa agli anziani, dai 65 anni in su: 52,7% (era al 51,5% l’anno prima, ma era al 73% nella stagione 2009/2010).

Pneumococco: vaccinazione gratuita per i nati nel 1952
L’influenza o altre infezioni virali possono debilitare l’organismo e aprire la strada alle polmoniti o ad altre malattie gravi da pneumococco, come meningiti e sepsi.
La nuova campagna di vaccinazione gratuita è rivolta a 50.045 donne e uomini di 65 anni (gli emiliano-romagnoli nati nel 1952). Sono le Aziende sanitarie a invitare i 65enni con una lettera a casa e sono i medici di famiglia a effettuare la vaccinazione. A differenza della vaccinazione contro l’influenza, che le persone a rischio devono ripetere tutti gli anni, quella contro lo pneumococco viene fatta una sola volta nella vita perché conferisce una protezione duratura.
Le persone più a rischio di sviluppare una malattia da pneumococco sono i bambini nei primi anni di vita e le persone a partire dai 65 anni. In Emilia-Romagna dal 2006 vengono già vaccinati i bambini nel primo anno di vita: questo ha prodotto una diminuzione dei casi di meningite da pneumococco nella fascia di età 0-4 anni (da una media di 5 casi/anno prima della vaccinazione a 2 casi all’anno nel periodo successivo).
Nel 2016 i casi di sepsi (infezione diffusa nel sangue con rischio di danni a diversi organi) che interessano prevalentemente gli anziani, sono stati circa 100, con un tasso di incidenza di 2,6 casi ogni 100.000 abitanti (il tasso era dello 0,8 nel 2007).
Proprio per sostenere questo nuovo programma di vaccinazione, è stata realizzata la campagna regionale di informazione: un opuscolo e una locandina con il messaggio “Non lasciare che la polmonite rovini il tuo inverno”, distribuiti negli ambulatori dei medici e pediatri di famiglia e nelle sedi dei servizi sanitari.