Basilica di Sant’Eufemia gremita per gli Auguri della Banca

Basilica di Sant’Eufemia gremita in ogni ordine di posti per la 33ª edizione del Concerto di Pasqua della Banca di Piacenza.

All’evento – ospitato per il secondo anno da mons. Pietro Casella – erano presenti (con il Prefetto, il Questore e il Comandante dei Carabinieri) le maggiori autorità cittadine e diversi sindaci della provincia.

Affidato, come sempre, alla direzione artistica del Gruppo Strumentale Ciampi, è stato diretto dal maestro Mario Pigazzini, ed eseguito dall’Orchestra filarmonica Italiana. Ha visto altresì la consueta partecipazione del Coro Polifonico Farnesiano (Voci Bianche, Voci Giovanili e Voci Miste). Tutti molto applauditi, con bis finale del canto Alleluja da “Il Messia” di G.F. Haendel.




Al Politema il viaggio, fra musica e cinema, del premio Oscar Nicola Piovani

Platea e galleria al gran completo, ieri al Politeama per la serata con il musicista e premio Oscar Nicola Piovani. Un concerto offerto dalla Banca di Piacenza a soci e clienti.

Lo spettacolo “La musica è pericolosa” è stato coinvolgente ed emozionante: un viaggio musicale proposto e narrato dagli strumenti – pianoforte (Nicola Piovani), contrabbasso (Marco Loddo), batteria e percussioni (Ivan Gambini), sax e clarinetto (Marina Cesari), chitarra e violoncello (Pasquale Filastò), tastiere e fisarmonica (Rossano Baldini) – con il maestro romano a scandire le stazioni spiegando al pubblico il senso dei frastagliati percorsi che lo hanno portato a fiancheggiare il lavoro di grandi registi italiani e stranieri (Fellini, Monicelli, i fratelli Taviani, Bellocchio, Benigni, Bigas Luna) e di cantanti del calibro di De Andrè.

«La musica – ha raccontato Piovani – è, come diceva sempre Fellini, pericolosa, perché ci emoziona e mette allo scoperto le nostre fragilità». La musica sarà anche pericolosa, ma quando è di qualità come quella del pianista romano, vale senz’altro la pena di correre il rischio.

A tutti i partecipanti, la Banca ha fatto consegna di un depliant ricordo dell’evento, con una partecipata nota di Maria Giovanna Forlani sulla musica di Piovani ed i sentimenti che trasmette. In sala numerose autorità civili, militari e religiose.

Intensi e ripetuti gli applausi per il compositore, che ha concesso – a gran richiesta – un paio di bis (tra cui la colonna sonora del film di Roberto Benigni “La vita è bella”, che gli è valsa l’Oscar nel 1999).

Terminato il concerto il maestro si è concesso una passeggiata notturna fra le vie della nostra città («non c’ero mai stato e la trovo davvero interessante. Piazza Cavalli è davvero molto bella»), raccogliendo i complimenti di tanti piacentini che avevano assistito allo spettacolo ed ascoltando con interesse alcune informazioni sull’origine di strade e palazzi. Un giro che si è concluso alla Muntà per  una meritata cena con i componenti della sua orchestra.




L’impietosa fotografia dell’Italia fatta dal giornalista Davide Giacalone

«Può essere normale un Paese dove non si fanno più figli e nel passeggino si portano i cani e che spende 2 miliardi di euro per gli animali domestici a fronte degli 835 milioni utilizzati per sfamare e vestire i bebè?».

La risposta di Davide Giacalone, ospite della Banca di Piacenza a Palazzo Galli per la presentazione del suo libro “Arrivano i barbari” (Rubbettino editore), è netta: «No».

Sala Panini ha tributato all’illustre ospite – presentato dal vicedirettore generale dell’Istituto di credito di via Mazzini, Pietro Boselli – un lunghissimo applauso finale, segno dell’apprezzamento del numeroso pubblico intervenuto per l’efficacia e la chiarezza dell’analisi – a tratti impietosa – della situazione socio-economica italiana, fatta dal giornalista e scrittore.

Il quale è partito mostrando la prima pagina del Financial Times, che ci dedica un titolo come “Malato d’Europa”: siamo, infatti, l’unico Paese dell’area euro che è riuscito a perdere; gli altri – chi più, chi meno – sono cresciuti.

«Com’è possibile  – si è domandato Giacalone – che la seconda potenza industriale europea e uno dei cinque Paesi al mondo ad avere la Bilancia commerciale in attivo, non abbia ancora recuperato la posizione, rispetto al Pil, che aveva nel 2008, prima della crisi?». Sulla risposta da dare «è bene che ci siano opinioni diverse, ma sui dati e sulla realtà dei fatti non dobbiamo prenderci in giro».

Davide Giacalone ha quindi fatto un salto indietro nel tempo, al secondo dopoguerra, quando il debito pubblico era altissimo, ma fu repentinamente abbattuto («Governatore della Banca d’Italia era un certo Luigi Einaudi, diventato poi Presidente della Repubblica»).

Tra il 1950 e il 1970 l’Italia conobbe il boom economico, diventando una potenza industriale: il debito pubblico era il 35 per cento del Pil, oggi siamo al 132 per cento.

«In quei vent’anni – ha sostenuto il relatore – la lira non fu mai svalutata. Quindi non è vero, come tutti dicono, che senza deficit e senza elasticità della moneta non si può crescere. La formula magica per ottenere i risultati del boom economico era semplice: la mattina ci si alzava e si andava a lavorare. Oggi gli occupati non raggiungono il 59 per cento della popolazione attiva. L’Ue ha posto l’obiettivo di arrivare al 70 per cento entro il 2020, soglia che la Germania ha già superato. Invece di guardare agli anni Sessanta, quando lo spread era negativo, ci preoccupiamo di come andare in pensione prima e di dare un reddito a chi non lavora. Dimenticando che se consumi ciò che non produci, generi debito».

Perché l’Italia rallenta? A parere di Giacalone c’è un problema di Istruzione (abbiamo la più bassa percentuale di laureati nei giovani tra i 25 e i 34 anni, con il risultato che un posto di lavoro su 4 non viene occupato perché non si trova chi lo sappia fare); c’è poi un problema di Giustizia («inutile mettere regole se non si è in grado di farle rispettare; l’Italia è insieme la culla e la tomba del diritto»).

Ma c’è soprattutto un problema di imbarbarimento della società (ecco il tema del libro), che è la conseguenza dei dati negativi della nostra economia.

«Siamo sempre pronti a dare la colpa ai politici, alle classe dirigente, ai giornali – ha sottolineato l’oratore – ma la responsabilità è in capo a noi stessi, come persone ancor prima che come cittadini, perché i barbari siamo noi: lo siamo quando ce la prendiamo con i professori per un brutto voto dei nostri figli, invece di punirli perché non hanno fatto il loro dovere. C’è un sovvertimento totale della logica, di cui siamo responsabili. Siamo rincitrulliti nell’educazione dei figli, perché ci siamo convinti che dalla vita possa essere cancellato il dolore. Negli anni ‘50-’70 il sacrificio era una cosa bella; oggi metà Paese è convinto che si abbia il diritto di stare bene. Si cancellano i doveri e si chiede il reddito di cittadinanza. Ai ragazzini non possiamo dire più nulla, abbiamo corrotto anche le favole, e presto non avremo più bambini a cui raccontarle. Eravamo i più prolifici d’Europa; oggi siamo ultimi in classifica. Le giustificazioni che abitualmente si danno della bassa natalità sono scuse: forse nel 1944 si stava meglio e c’era certezza del futuro?».

Non è dunque una questione di soldi. «C’è una fuga dalle responsabilità – ha concluso Giacalone -, un sentimento che crea i numeri che abbiamo visto. La colpa è essenzialmente nostra, che ci comportiamo da consumatori irresponsabili. Gli italiani che competono vincono, ma noi ci occupiamo solo dei protetti e dei mantenuti. Attenzione, però: quelli che producono magari si stufano e se ne vanno dall’Italia».

 




Banca di Piacenza: crescono utile e dividendi

Il 30 marzo, l’Assemblea della Banca – tenutasi a Palazzo Galli con la partecipazione di oltre un migliaio di Soci – ha approvato il bilancio dell’esercizio 2018 e la Relazione del Consiglio di amministrazione.

Il bilancio 2018 chiude con un utile netto di 14 milioni di euro (11,1 milioni di euro nel 2017) in crescita del 26,49% rispetto all’anno precedente.

L’Assemblea ha approvato la distribuzione di un dividendo di 1 euro per azione, in aumento rispetto a quello corrisposto nel 2018, e la possibilità per ciascun azionista di optare, in alternativa all’accreditamento in conto, per il pagamento del dividendo – in tutto o in parte – tramite l’assegnazione di azioni della Banca, nel rapporto di un’azione ogni cinquanta detenute. Da 82 anni, quindi dalla sua nascita, la Banca distribuisce un dividendo ai Soci.

Il diritto di scelta potrà essere esercitato da ciascun azionista avente diritto a partire dall’8 aprile e fino al termine improrogabile del 23 aprile, ore 12, presentandosi presso la Dipendenza ove l’azionista detiene il proprio conto-deposito titoli. L’assegnazione delle azioni della Banca per i Soci che optano per tale modalità avverrà in data 29 aprile, e in pari data verrà posto in pagamento il dividendo in contanti.

Il patrimonio, dopo il riparto dell’utile, ammonta a 282,1 milioni di euro, a seguito della riclassificazione di parte dei titoli in altro comparto contabile, oltre a quanto eventualmente imputato a riserva relativamente alle azioni proprie e a quanto derivante dal conguaglio per il pagamento dei dividendi tramite assegnazione di azioni della Banca.

Tale dato conferma la solidità dell’ Istituto, ulteriormente evidenziata da un CET1 Ratio e da un Total Capital Ratio entrambi pari al 15,3%, valori notevolmente superiori ai requisiti minimi richiesti e che collocano la Banca ai vertici del sistema bancario italiano.

La riclassificazione del portafoglio citata, ha portato ad un benefico effetto anche sui coefficienti: infatti, i valori proforma ricalcolati al 31.12 secondo il trattamento contabile previsto dal 2019, mostrano un Total Capital Ratio del 17,7%.

Sul fronte della massa amministrata, si evidenzia come la raccolta diretta da clientela sia passata a 2.276,7 milioni di euro con una crescita del 2,45%. La raccolta indiretta, è passata da 2.877,6 a 2.788,7 milioni di euro con una diminuzione del 3,09% poiché, nonostante una buona crescita della raccolta gestita, i valori di mercato al 31.12, a seguito dei noti cali, hanno portato ad una riduzione dell’aggregato complessivo.

Gli impieghi alla clientela, al netto delle rettifiche di valore, si sono collocati a 1.880,6 milioni di euro, e registrano un aumento dell’1,69% rispetto al 31 dicembre 2017 (1.849,4 milioni di euro) e del 3,77% rispetto al dato dell’anno precedente ricalcolato per tener conto della prima applicazione del principio contabile IFRS 9 in vigore dal 1° gennaio 2018 (1.812,3 milioni di euro). I buoni risultati del 2018 derivano anche da una positiva dinamica nella concessione di mutui (+12,12%).

Gli indicatori di rischiosità del portafoglio crediti sono in linea con la media di sistema, mentre risultano migliori per quanto riguarda le sofferenze. Queste ultime, infatti, rappresentano l’1,32% del totale degli impieghi netti, in sensibile calo rispetto al 2,42% nel 2017 e all’indice del sistema bancario che si attesta al 2,18% (fonte ABI “Monthly Outlook”: dato al mese di novembre 2018).

In costante progresso anche quest’anno il numero dei Soci; a dicembre 2018 la consistenza della compagine sociale faceva registrare un aumento del 4,22% rispetto a fine 2017.

L’Assemblea ha, anche, determinato il prezzo di un’azione che è stato confermato in euro 49,10.

L’Assemblea ha inoltre eletto consiglieri i signori prof. ing. Domenico Ferrari Cesena, avv. Franco Marenghi, dott. Giuseppe Nenna, prof. Felice Omati. Ha, poi, conferito l’incarico per la revisione legale dei conti – per gli esercizi 2019/2027 – alla società Deloitte & Touche s.p.a., stabilendone il corrispettivo.

Presso l’Ufficio Relazioni Soci della Sede centrale della Banca è a disposizione dei Soci interessati il fascicolo di Bilancio.




Quanto vale la tua casa? Puoi scoprirlo con la nuova banca dati immobiliare della Banca di Piacenza

E’ stata presentata nella Sala dei depositanti di Palazzo Galli la “Banca Dati Immobiliare Banca di Piacenza”, un nuovo servizio che l’Istituto di credito locale offre alla comunità perché chiunque vi abbia interesse possa aver contezza dell’andamento dei prezzi di mercato degli immobili. Il portale delle transazioni immobiliari verificate è stato realizzato in collaborazione con il Tribunale di Piacenza, l’Associazione Proprietari Casa-Confedilizia, la Fiaip (Federazione degli agenti immobiliari) e il Collegio Geometri.

«L’immobiliare – ha sottolineato il presidente del Comitato esecutivo della Banca di Piacenza Corrado Sforza Fogliani aprendo i lavori – non si muove, per usare un eufemismo. Crescerà solo quando i prezzi torneranno a salire e dobbiamo operare affinché questo avvenga. Ma gran parte della soluzione dei problemi non può essere addossata agli operatori. Ci deve pensare il Governo definendo un’adeguata politica economica che faccia tornare la fiducia. E – come ha scritto il prof. Savona – la fiducia degli italiani non tornerà fintanto che non gli saranno restituiti i duemila miliardi di cui sono stati privati con la perdita di valore degli immobili».

«Nel frattempo però – ha proseguito Sforza Fogliani – operiamo affinché si rianimi il mercato per avviare la ripresa. E’ con questa prospettiva che la Banca ha concepito questa banca dati, che parte da una constatazione: le esecuzioni immobiliari hanno ritardi intollerabili, incidendo nei tempi di recupero dei crediti della Banca. Lungaggini che dipendono anche dal fatto che i consulenti tecnici nominati dai giudici, quando devono stimare il prezzo dal quale partire, si basano su dati che trovano poco riscontro nei valori che si realizzano nelle aste. Pensiamo che la banca dati possa servire ai consulenti per le esecuzioni immobiliari per andare al realizzo in tempi più brevi, ma anche ad altri operatori, come acquirenti e venditori, che avranno accesso a dati oggettivi».

Il condirettore dell’Istituto di credito di via Mazzini Pietro Coppelli ha specificato i contenuti della “Banca Dati Immobiliare Banca di Piacenza”, «ideata e fatta in casa» per offrire i dati dell’offerta immobiliare nel territorio piacentino, avente per oggetto compravendite o esecuzioni. «E’ un servizio – ha spiegato il dott. Coppelli – offerto gratuitamente a tutti gli operatori del settore, a soci e clienti, ma anche a non clienti. I prezzi indicati sono reali, perché frutto di transazioni verificate».

L’ing. Luca Cignatta, dell’Ufficio tecnico della Banca ha, attraverso una dimostrazione pratica, illustrato come funziona il portale della banca dati, che verrà aggiornato trimestralmente. Per avere accesso ai valori della “Banca Dati Immobiliare Banca di Piacenza” è necessario presentarsi alla sede centrale dell’Istituto di credito in via Mazzini prenotando un appuntamento (0523/542223 – tecnico@bancadipiacenza.it). Dal 3 aprile prossimo ci si potrà rivolgere anche agli sportelli delle filiali.

La presentazione del portale è stata preceduta da un momento di approfondimento con l’intervento di alcuni esperti del settore, i quali hanno avuto parole di apprezzamento per l’iniziativa della Banca di Piacenza.

Antonino Fazio, giudice delle esecuzioni del Tribunale di Piacenza, ha spiegato il processo di riorganizzazione dell’ufficio delle esecuzioni immobiliari, che ha portato avanti con approccio aziendalistico, riuscendo ad accorciare i tempi delle procedure. Paolo Righi, presidente nazionale Confassociazioni-Immobiliare, ha invitato tutto il sistema a far sentire la propria voce per combattere l’iperfiscalismo, sottolineando di non farsi ingannare dall’aumento delle compravendite, perché si svolgono con prezzi al ribasso.

Anche Giorgio Spaziani Testa, presidente nazionale di Confedilizia, ha messo in guardia dalle «comprasvendite», esortando il Governo a non puntare solamente sui lavori pubblici, perché sono gli immobili che possono far ripartire l’Italia. Gian Battista Baccarini, presidente nazionale Fiaip, ha parlato di fiscalità «esosa e confusa» e di una legislazione che frappone ostacoli anche a quei comparti che danno segnali positivi, come nel caso degli affitti brevi. Gualtiero Tamburini, advisory board di Nomisma, ha infine ricordato come gli immobili, essendo immobili, siano uno dei bersagli preferiti dal fisco ed ha augurato buona fortuna alla nuova banca dati: «C’è bisogno di un’iniziativa come questa, che può crescere sulle solide spalle della Banca di Piacenza».

L’incontro valeva anche a fini formativi per diversi ordini professionali (Geometri; Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori; Periti Industriali e Periti Industriali Laureati; Avvocati; Consiglio Notarile; Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili; Dottori Agronomi e Dottori Forestali).

 




Credito alle PMI: disponibili nuovi strumenti finanziari

Ci sono nuovi strumenti di accesso al credito a disposizione delle piccole e medie imprese per implementare il loro sviluppo. Strumenti finanziari che non nascono in antitesi con quelli tradizionali offerti dalle banche, ma che si combinano con essi a vantaggio delle aziende, che hanno così più possibilità di scelta. Di questo si è discusso al convegno sul credito alle Pmi che si è tenuto a Palazzo Galli (Sala Panini), promosso da Economy Group (editore dell’omonimo mensile economico) e dalla Banca di Piacenza.

L’incontro – moderato dal direttore di Economy Sergio Luciano – è stato aperto da Corrado Sforza Fogliani.

«Le Pmi soffrono – ha affermato il presidente del Comitato esecutivo dell’Istituto di via Mazzini – in quelle zone nelle quali, “grazie” alla riforma delle Popolari, si è riusciti a cancellare le banche di territorio. La nostra Banca vive di continuità diretta da 82 anni, ha sempre distribuito un dividendo, in crescita negli ultimi 8 anni. La Banca di Piacenza – prima azienda del Piacentino per numero di dipendenti, esclusi gli enti che vivono di prestazioni imposte – eroga al territorio tra i 300 e i 400 milioni di finanziamenti l’anno, oltre a 61 milioni in dividendi ai soci, fornitori ed erogazioni liberali. Fare credito alle Pmi è nel Dna delle Popolari. Come sosteneva Einaudi, la biodiversità bancaria – che il pensiero unico internazionale vuole eliminare – è un valore da preservare perché, dove ci sono, le banche di territorio difendono la concorrenza. Non è un caso che in provincia di Piacenza i tassi siano più favorevoli che altrove. Le banche di territorio crescono se il territorio cresce; quindi aiutarlo è un loro interesse. Convinto che ogni forma di credito sia benvenuta, chiudo con un auspicio, da ex presidente di Confedilizia ma anche da banchiere: far ripartire il sistema immobiliare, alleggerendo la tassazione, consentirebbe di ridare fiducia al mercato».

Anna Gervasoni, professore ordinario di Economia e gestione delle imprese all’Università Cattaneo, ha illustrato le caratteristiche di un nuovo strumento di credito, il Private debt, che permette ai Fondi di finanziare le imprese acquistandone pacchetti di obbligazioni. «Dal 2014 anche in Italia – ha spiegato la prof. Gervasoni – 25 Fondi comprano debito delle imprese per dare un sostegno finanziario. Nel 2018 si è investito in Private debt 1 miliardo di euro; le regioni più attive, Lombardia ed Emilia Romagna. E’ una finanza al servizio delle imprese che non sostituisce le banche. Queste ci vogliono sempre. La conoscenza che quelle di territorio hanno delle aziende, per esempio, è molto utile: le banche possono diventare l’interfaccia tra la finanza e le imprese».

Stefano Romiti (presidente di Antares Private equity e founder di Antares AZ I, fondo di debito per le Pmi) e Daniele Zini (sales & partnership executive di October Italia) hanno illustrato le caratteristiche dei loro prodotti finanziari, mentre Federica Ambrosi, temporary export specialist supervisor di Co. Mark Spa, ha spiegato come si affianca un’impresa che vuole trovare nuovi sbocchi verso mercati esteri.

Traendo le conclusioni, il presidente Sforza Fogliani ha sottolineato la «linearità» del convegno, che ha dato la possibilità di conoscere un largo ventaglio di strumenti concreti per il credito e confermato «la complementarietà» degli strumenti finanziari di ieri e di oggi, «senza chiusure» per quelli innovativi.

La Banca di Piacenza mette a disposizione delle aziende finanziamenti (“Oltre la crisi”) a tassi agevolati finalizzati a rilanciare l’economia, favorendo programmi d’investimento, migliorando la produttività delle aziende con le nuove tecnologie e sostenendo piani di sviluppo commerciale della clientela.

 




Presentato il dizionario onomastico della Banca di Piacenza

E’ stato presentato oggi l’indice degli indici, o meglio il Dizionario onomastico della Banca di Piacenza. Si trata di un elenco di 17.530 nomi di persona contenuti nelle pubblicazioni onomastiche “Novissimo Dizionario Biografico Piacentino” (ed. Banca di Piacenza, 2018), “Dizionario Biografico Piacentino” di Luigi Mensi (ed. Ditta A. del Maino, 1899; ristampa anastatica Banca di Piacenza, 1978) e “Appendice al Dizionario Biografico Piacentino” di Luigi Mensi (ed. Arnaldo Forni editore, 1980), “Trent’anni di BancaFlash. Periodico della Banca di Piacenza dal 1987 al 2016” (ed. Banca di Piacenza, 2018), “Vent’anni di bilanci della Banca di Piacenza. Indice dei nomi di persone dal 1988 al 2007” (ed. Banca di Piacenza, 2018), “Dizionario dei musicisti e della musica di Piacenza” di Gaspare Nello Vetro (ed. Banca di Piacenza, 2010).

I nomi di persona sono affiancati dalla sigla che indica la raccolta onomastica nella quale i nomi stessi sono riportati (così da rendere facilmente individuabile, per gli interessati, il libro cartaceo di riferimento). Professionisti, studenti e studiosi in genere hanno così a disposizione – grazie alla Banca –  un immediato e formidabile strumento utile alle loro ricerche.

Da subito si possono effettuare le ricerche recandosi in Sede centrale (Ufficio Relazioni esterne – tel. 0523-542357). La modalità è provvisoria in attesa di poter provvedere ad una migliore e piu’ diretta fruizione.

La Banca dispone inoltre di una Biblioteca, con libri anche preziosi e rari specie di dialettologia. Al momento le pubblicazioni a disposizione sono oltre 1.000.

 




Gli edifici di Cremona più belli grazie a Banca di Piacenza

Banca di Piacenza parteciperà alla riqualificazione dell’immagine degli edifici di Cremona. E’ quanto previsto nella convenzione sottoscritta nella sala Giunta di Palazzo comunale di Cremona tra il Sindaco prof. Gianluca Galimberti ed il Condirettore generale della Banca di Piacenza dott. Pietro Coppelli.

L’accordo, con validità sino alla fine del 2020, prevede l’erogazione di finanziamenti agevolati destinati a tre specifiche tipologie di intervento:
– rinnovo delle facciate di immobili (compreso anche il ripristino di quelle lese nella loro integrità di immagine da graffiti o comunque da scritte murali) purché visibili da spazio pubblico
– recupero di fregi di pregio
– recupero delle edicole murali poste sulle facciate degli edifici

I finanziamenti – tutti sino ad un importo massimo di € 60.000 – previsti dalla convenzione sono rimborsabili in 36 rate mensili posticipate comprensive di capitale ed interessi; la nostra Banca applicherà ai finanziamenti un tasso agevolato, assistito da un contributo “una tantum” fisso erogato dal comune di Cremona.

Per maggiori e più dettagliate informazioni è possibile rivolgersi presso l’Ufficio Prodotti della Sede centrale, presso gli sportelli della Banca e, più in particolare, presso quello di Cremona. 

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Bce commissaria Banca Carige, la famiglia Malacalza studia le contromosse

La Malacalza Investimenti, principale azionista di Banca Carige, ha studiato le contromosse dopo il commissariamento deciso dalla Bce. Ne avevamo parlato a luglio, quando l’imprenditore piacentino (nato a Bobbio) Vittorio Malacalza aveva comunicato di volersi dimettere dal consigliere di amministrazione dell’istituto di credito genovese, in polemica con l’amministratore delegato Paolo Fiorentino e seguendo l’uguale decisione presa in precedenza dal presidente Giuseppe Tesauro.

Nel frattempo anche la Banca di Piacenza era intervenuta nel salvataggio dell’Istituto, tramite il Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi.

La famiglia Malacalza, dopo un’attenta analisi ha ammesso di essere favorevole ad un aumento di capitale “in presenza di un piano industriale”. L’azionista di riferimento di Carige (col 27,5%) rende noto poi al Sole 24 Ore «di avere espressamente manifestato anche successivamente alla data dell’assemblea – nell’ambito di interlocuzioni con i vertici della banca e in sedi istituzionali – la propria posizione favorevole alla approvazione della ricapitalizzazione a fronte di una naturale disponibilità del Cda a fornire a tutti gli azionisti i necessari elementi conoscitivi e valutativi – il riferimento è, tra l’altro, al piano industriale – utili per potersi consapevolmente esprimere, e potere assumere decisioni anche in ordine alla sottoscrizione». Malacalza ricorda inoltre gli sforzi profusi per il sostentamento della Banca, che ammontano a 400 milioni di investimento. 

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Successo per il Concerto di Natale con applausi liberi

Una tradizione che continua e un successo che si rinnova, crescendo, di anno in anno.

Giunto alla sua 32a edizione, il Concerto di Natale della Banca di Piacenza si è tenuto, come sempre, nella splendida cornice di una Santa Maria di Campagna stracolma, con sedie posizionate fino all’ingresso ed in ogni anfratto della Basilica.

Alla manifestazione – divenuta una tradizione dell’intera città – è stata riproposta la novità introdotta lo scorso anno, vale a dire la libertà di applausi come si faceva prima dell’Ottocento e come si è ora tornati a fare in Francia, libertà di cui il pubblico ha approfittato più volte per applaudire anche in momenti – diciamo così – non canonici. L’indicazione “Applausi liberi” figurava anche sul programma di sala distribuito a tutti i partecipanti, programma che recava anche la locandina dell’iniziativa “Fine anno con l’amico Giovanni da Pordenone”, seconda apertura straordinaria della Salita alla Cupola di Santa Maria di Campagna organizzata dalla Banca per i giorni 26 e 31 dicembre – 1 e 6 gennaio.

Con la direzione artistica del Gruppo Strumentale Ciampi, si sono esibiti l’orchestra Filarmonica italiana diretta da Stefano Chiarotti, le Voci bianche giovanili e miste del Coro Polifonico Farnesiano diretto da Mario Pigazzini. Altri protagonisti dell’applaudito concerto con l’organista Giulio Piovani, il soprano Roberta Pozzer, il contralto Patrizia Scivoletto, il tenore Baltazar Zuniga e il basso Alessandro Molinari.