L’avvocato Franco Marenghi nel Consiglio della Banca di Piacenza

L’avvocato piacentino Franco Marenghi è entrato a far parte del Consiglio di amministrazione della Banca di Piacenza, subentrando al rag. Giovanni Salsi. Conseguita la laurea in Giurisprudenza con il massimo dei voti alla Cattolica di Milano, l’avv. Marenghi è rimasto, nell’ambito dell’Università nella quale aveva studiato, tra il personale docente della cattedra di Diritto Aeronautico e – dal 1971 – ha affiancato all’attività di ricercatore quella forense, a cui si è dedicato in maniera esclusiva a partire dal 1985.
Da più di un decennio opera in modo prevalente nel settore bancario, svolgendo attività di consulenza e assistenza giudiziale a favore di primari Gruppi. È stato membro del Consiglio generale e del Consiglio di amministrazione della Fondazione di Piacenza e Vigevano e vicepresidente dell’ACI Piacenza. Cavaliere del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio, dal 2016 è delegato vicario per l’Emilia Romagna dell’Ordine stesso. L’avv. Franco Marenghi è sposato con due figlie.




“Fine anno con l’amico Giovanni da Pordenone”

Seconda apertura straordinaria – dopo quella organizzata a ottobre in occasione del Geofluid – della Salita al Pordenone. Questa volta l’occasione è offerta dalle imminenti festività natalizie che chiudono un 2018 che ha visto l’iniziativa della Banca di Piacenza meritarsi il titolo di evento culturale dell’anno.

Il “Fine anno con l’amico Giovanni da Pordenone” è stato presentato nel corso di una conferenza stampa che si è tenuta nella Sala Ricchetti della sede centrale dell’Istituto di credito di via Mazzini.
Il presidente del Comitato esecutivo Corrado Sforza Fogliani ha annunciato il ritrovamento di due vedute del Panini, che verranno esposte – unitamente ad antifonari e corali – il 28 dicembre nella Sala del Duca, a partire dalle 9,30, e ha sottolineato che sarà una Salita natalizia attenta a stimolare la riflessione religiosa, citando al proposito due delle iniziative collaterali che saranno organizzate ogni giorno a partire dal 26 dicembre e fino al 6 gennaio: il Te Deum («vecchia tradizione ottocentesca, quando tutta la città si riuniva in Duomo a ringraziare il Signore – ha ricordato il presidente Sforza Fogliani – che ha senso solo se viene cantato da tutti»), alle 21 del 31 dicembre, in Basilica (il vescovo Gianni Ambrosio ha assicurato la sua presenza), con – a seguire – i Canti di Natale della Corale di Santa Maria di Campagna (al termine verrà servita una cioccolata calda nel Convento dei Frati minori); e il concerto di meditazione e preghiera con la musica Mentre il Silenzio di Beppe Cantarelli (5 gennaio, ore 21, sempre in Santa Maria di Campagna). Il presidente del Comitato esecutivo ha poi fatto cenno all’appuntamento del 26 dicembre (ore 15 in Basilica) con la Lectio di Vittorio Sgarbi su “La Salita al Pordenone con ascesa alla Cupola”, segnalando che all’interno della cartella stampa distribuita ai giornalisti è stato inserito un documento con la deregistrazione degli interventi effettuati dal critico d’arte nelle sue precedenti venute a Piacenza, Cortemaggiore e Monticelli in occasione della Salita («da leggere, per avere piena coscienza dei suoi giudizi, importanti vista la caratura del personaggio»).
Secondo Ballati, padre guardiano della Basilica mariana, ha ringraziato la Banca per la costante disponibilità alla valorizzazione di Santa Maria di Campagna: «Dopo la Salita al Pordenone – ha affermato padre Secondo – della Basilica ora si apprezza anche l’arte e i miei parrocchiani mi dicono che dopo aver ascoltato le spiegazioni delle guide, ora quando vengono a messa considerano la chiesa con occhi diversi, cogliendo il messaggio religioso che le pitture trasmettono».
L’assessore alla Cultura Jonathan Papamarenghi (il Comune di Piacenza è il proprietario di Santa Maria di Campagna) ha definito la Salita «l’evento di promozione culturale più importante del 2018» e ha lodato la Banca di Piacenza per aver fatto per Natale un ulteriore regalo alla comunità piacentina «sempre senza far ricorso a nessun tipo di contributo pubblico o della comunità».
Il vicedirettore generale Pietro Boselli ha illustrato altre iniziative legate al “Fine anno con l’amico Giovanni da Pordenone”: il “Conto Pordenonino” (che prevede un finanziamento a condizioni agevolate per chi acquista un’opera d’arte e la possibilità di stipulare una polizza assicurativa) e il servizio custodia cani durante gli orari di apertura della Salita, «servizio in linea con la caratteristica della Banca di essere vicina agli animali domestici e ai suoi proprietari con il Conto Amici Fedeli, che offre una serie di vantaggi per i possessori».
Roberto Tagliaferri, che ha sovrinteso al restauro del “camminamento degli artisti” progettato dall’architetto Carlo Ponzini, ha riferito di alcune messe a punto realizzate sul percorso e aggiunto particolari all’esposizione dei due Panini ritrovati nella Sala del Duca: «Sono due disegni a seppia acquerellati – ha spiegato l’ing. Tagliaferri -, uno raffigurante Santa Maria di Campagna, l’altro la chiesa delle Benedettine e probabilmente furono commissionati da Francesco Farnese».
La Salita sarà aperta nei giorni 26 e 31 dicembre e 1 e 6 gennaio (orario: dalle 15 alle 19 – il 31 dalle 19.30 con ultima salita alle 23.30 e chiusura alle 24.30). Per i biglietti è consigliata la prenotazione (salitapordenone@ne-t.it; call center 0523.1990032 da lunedì a venerdì 8.30-18 escluso il 25 e 26 dicembre e l’1 gennaio). Il pagamento avverrà direttamente alla biglietteria in Santa Maria di Campagna, dove ci si potrà recare per l’acquisto diretto dei ticket anche senza prenotazione. Per i soci della Banca ingresso gratuito; per i non soci, Intero 12 euro, Ridotto 10 euro (per riduzioni: www.salitaalpordenone.it); per la famiglia, 10 euro ogni genitore e 5 euro ogni figlio (dai 6 ai 14 anni).




La Banca di Piacenza rinnova la convenzione per il rinnovo delle facciate

La Banca di Piacenza ha rinnovato con il Comune di Piacenza la convenzione – sottoscritta la prima volta nel 2000 e rinnovata poi a cadenze biennali o triennali (l’ultima volta l’11 novembre 2015 per il triennio 2016-2017-2018) – denominata Piacenza più Bella, finalizzata all’erogazione di finanziamenti agevolati destinati ai seguenti interventi:

  • rinnovo delle facciate (compreso anche il ripristino di quelle lese nella loro integrità di immagine da graffiti o comunque da scritte murali) di edifici purché visibili da spazio pubblico
  • rinnovo e sostituzione delle edicole per la vendita dei giornali in centro storico
  • recupero delle edicole murali
    La convenzione – ora con durata sino al 31 dicembre 2021 – prevede un importo finanziabile pari al 100% di preventivi, progetti e fatture (IVA esclusa) con un massimo di 60mila euro per le prime due tipologie di intervento e di 10mila euro per la terza; durata di 36 mesi, con rimborso a rate mensili; nessuna spesa di istruttoria.
    La Banca locale applicherà ai finanziamenti il tasso del 2,5%, il Comune abbatterà tale tasso di 1,25 punti percentuale.
    Per la città di Piacenza sono stati complessivamente erogati 196 finanziamenti per la cifra complessiva di 4,5 milioni di euro.
    Inoltre Banca di Piacenza ha in corso coi Comuni della nostra provincia l’iniziativa Provincia più bella, alla quale – anche per il corrente anno – hanno aderito tutte le Amministrazioni comunali della nostra provincia.
    Al momento dell’adesione all’iniziativa, il singolo Comune decide – a fronte del finanziamento agevolato nel tasso concesso dalla banca al privato-persona fisica – se retrocedere un importo percentuale sul tasso applicato e calcolato in forma attualizzata o un contributo fisso.
    Per immobili nei Comuni della provincia sono stati erogati 325 finanziamenti per la cifra complessiva di 8,7 milioni di euro.
    Per le agevolazioni previste nel comune capoluogo e nei singoli territori interessati, è possibile rivolgersi allo sportello di riferimento. Informarsi presso il proprio Comune.



Presentato il “Novissimo Dizionario Biografico Piacentino”

Una meritata vetrina per i personaggi che hanno fatto qualcosa di importante per Piacenza. Così si potrebbe definire il Novissimo Dizionario Biografico Piacentino, libro strenna 2018 della Banca di Piacenza (composizione e stampa a cura della TEP) presentato ad autorità e studiosi in un’affollata Sala convegni alla Veggioletta.

«Un’opera molto importante – ha sottolineato il presidente del Consiglio di amministrazione dell’Istituto di credito di via Mazzini Giuseppe Nenna – legata alla tradizione e al territorio. Tradizione che è una solida base per un futuro altrettanto solido, perché il successo si fonda sulle radici della gente. Un volume che conferma la vicinanza della nostra Banca al territorio e, appunto, alle sue componenti, ai suoi valori». Quella presentata è la terza edizione del Dizionario Biografico (le precedenti sono state pubblicate nel 1987 e nel 2000) che conta ben 1678 schede di piacentini illustri morti fra il 1° gennaio 1860 e il 31 dicembre 2000 (386 le biografie aggiunte in quest’ultima edizione che ha preso in esame il periodo 1981-2000). Il presidente Nenna ha ringraziato tutti quelli che hanno lavorato al Dizionario: il Comitato coordinatore (composto dalla compianta Carmen Artocchini e da Carlo Emanuele Manfredi, Graziella Riccardi Bandera, Corrado Sforza Fogliani), la redazione (Emanuele Galba e Robert Gionelli), i direttori di sezione e i collaboratori.

Ivo Musajo Somma – dopo aver spiegato in generale il significato dei dizionari biografici («lo strumento ideale per gli storici») citando il Dizionario biografico degli italiani Treccani arrivato a 91 volumi (il primo è del 1960) – ha sottolineato l’importanza dell’opera della Banca di Piacenza, «preziosa per ricostruire la realtà locale, la sua storia, il modo di vivere dei suoi abitanti e di aiuto per non dimenticare chi si ama». Quindi non solo strumento a disposizione degli storici, ma anche «di tutti quelli che apprezzano cultura, identità, tradizioni». Trattando della parte nuova del Dizionario Biografico, Musajo Somma ha evidenziato l’aspetto del passato recente di Piacenza, che viene alla mente scorrendo le biografie di personaggi quali mons. Guido Tammi, Giulio Cattivelli, Emilietto Rossi, il cardinale Agostino Casaroli, il cardinale Antonio Samorè, l’avvocato Francesco Battaglia (già presidente della Banca di Piacenza, alla cui memoria il Dizionario è dedicato), Alberto Cavallari, Ernesto Prati, solo per citarne alcuni.

Robert Gionelli ha quindi illustrato al folto uditorio tutto il lavoro che sta dietro a questa terza edizione di un’iniziativa editoriale messa in campo «per non dimenticare gli illustri concittadini che hanno fatto onore a Piacenza» e ha voluto citare e ringraziare i direttori di sezione che hanno svolto un ruolo fondamentale: Carmen Artocchini (Esploratori), Francesco Bussi (Musicisti), Paola Castellazzi (Benefattori), Franco Fernandi (Cantanti), Emanuele Galba (Giornalisti), Carlo Giarelli (Scienziati e Medici), Robert Gionelli (Sportivi), Carlo Emanuele Manfredi (Uomini di cultura, Letterati, Insegnanti), Marilena Massarini (Militari e Decorati), Daniela Morsia (Industriali e Artigiani), Giuseppe Mischi (Magistrati e Avvocati), Luigi Paraboschi (Poeti dialettali e Filologi), Domenico Ponzini (Ecclesiastici), Laura Riccò Soprani (Artisti), Cesare Zilocchi (Uomini politici, Amministratori.

«Siamo un riferimento culturale in sede nazionale – ha sottolineato il presidente del Comitato esecutivo della Banca di Piacenza Corrado Sforza Fogliani -: nessun’altra città può, infatti, vantare un Dizionario dialetto-italiano, un Dizionario italiano-dialetto e un Dizionario Biografico a livello di 3 edizioni come quello che qui presentiamo». Il presidente Sforza Fogliani ha mostrato la prima edizione del Dizionario, per evidenziare la differenza di spessore rispetto all’edizione 2018.

«Un’opera cresciuta molto – ha osservato – non solo per le schede aggiunte, ma anche per l’arricchimento con nuovi elementi e nuove annotazioni di quelle già pubblicate. L’esempio che abbiamo seguito, oltre che quello del Dizionario Treccani, è stato del Dizionario biografico del Mensi, risalente a fine ‘800 e ripubblicato dalla Banca nel 1987-88».

«Sul nostro sito – ha annunciato Sforza – pubblicheremo tutte le persone presenti nel Dizionario, integrandole con quelle citate dal Mensi e dagli indici onomastici di Bancaflash e dalle annotazioni ai Bilanci dell’Istituto, così da creare un Dizionario virtuale».

Carmen Artocchini e Luigi Paraboschi, preziosissimi collaboratori del Dizionario Biografico Piacentino nel frattempo mancati, sono stati ricordati con sentite parole e con spontanei applausi.




Convegno a Palazzo Galli sul patriota Giuseppe Manfredi

L’omaggio al grande patriota piacentino Giuseppe Manfredi a cent’anni dalla morte e un approfondimento sulla fine della Grande Guerra (4 novembre 1918) con la vittoria italiana, di cui purtroppo il Nostro non potè gioire appieno perché già sul letto di morte (mancherà, a 90 anni, due giorni dopo): è quanto avvenuto questa mattina – sabato 17 novembre – per iniziativa del Comitato di Piacenza dell’Istituto per la storia del Risorgimento. Due i momenti della giornata celebrativa. Dapprima nella Basilica di San Francesco si è reso omaggio alla tomba di Giuseppe Manfredi (alla presenza delle autorità e dei soci dell’Istituto) con l’intervento del gen. Eugenio Gentile, vicepresidente del Comitato piacentino dell’Istituto stesso, che ha ripercorso la lunga e intensa vita del patriota, magistrato e statista, sottolineandone l’importante ruolo per la rinascita di Piacenza, con il 1859 come anno in cui la sua azione ebbe la maggiore evidenza. «Credeva negli italiani – ha concluso il gen. Gentile – e non è un caso che sia sepolto nella chiesa dove, per la prima volta, i piacentini espressero il 10 maggio del 1848 la volontà di essere italiani». L’intervento del gen. Gentile era stato preceduto dai saluti del vicesindaco di Piacenza Elena Baio e del sindaco di Cortemaggiore (dove Manfredi era nato) Gabriele Girometta, ringraziati dal presidente del Comitato di Piacenza dell’Istituto per la storia del Risorgimento Corrado Sforza Fogliani. Presenti anche l’on. Tommaso Foti e i discendenti del patriota piacentino, con il capofamiglia Carlo Emanuele Manfredi.
E’ seguito il convegno a Palazzo Galli della Banca di Piacenza (che ha collaborato all’organizzazione dell’evento), introdotto dal presidente Sforza Fogliani che ha nell’occasione voluto ricordare anche un altro Manfredi, Giuseppe Salvatore, «il primo presidente dell’Istituto per la storia del Risorgimento. A lui si deve il fatto che Piacenza sia una delle pochissime città ad avere un Museo del Risorgimento, perché fu lui che raccolse i primi reperti e i primi documenti». Aldo G. Ricci, direttore emerito dell’Archivio Centrale dello Stato, ha illustrato la figura di Giuseppe Manfredi soprattutto nelle sue vesti di senatore e presidente del Senato stesso. «Ha un elemento che lo contraddistingue – ha osservato il dott. Ricci -: è l’unico personaggio, di tutto rispetto e grande patriota, che è stato presente nella storia risorgimentale e dell’Italia unitaria dal 1848 al 1918». Il relatore ha quindi ricordato il suo fondamentale apporto alla Piacenza Primogenita e i diversi ruoli istituzionali che ricoprì, fino all’elezione al Parlamento Subalpino. Poi un passo indietro e la decisione di intraprendere la carriera di magistrato. La sua azione fu apprezzata e venne nominato senatore e in seguito presidente della Camera Alta. In quella veste tenne parecchi discorsi, che il dott. Ricci ha diviso in tre tipologie: quelli legati ad eventi luttuosi, quelli riferiti a vicende belliche e i discorsi istituzionali. «Dall’esame dei suoi interventi – ha concluso Aldo G. Ricci – si impara a conoscere il Manfredi uomo politico, fedele al Regno e legato alle tradizioni, ma aperto alle innovazioni».
Il presidente Sforza Fogliani ha quindi passato al parola agli altri relatori – chiamati a trattare, sotto diversi aspetti, la fine della Grande Guerra nel Piacentino – non prima di aver sottolineato il fattore fondamentale che ci consentì di vincere il conflitto: «La disfatta austriaca fu militare ma anche economica. L’Italia, invece, riuscì a far fronte alle spese di guerra perché la classe dirigente liberale aveva provveduto a risolvere il problema del debito pubblico. La lira a inizio ‘900 faceva aggio sull’oro».
Augusto Bottioni ha trattato dei campi di concentramento di Gossolengo e Rivergaro per i prigionieri di guerra italiani rientrati dagli imperi d’Austria e Germania, prigionieri verso cui si nutriva diffidenza e che vennero lasciati nei campi in condizioni precarie. Poi – grazie anche a campagne di stampa – arrivarono pasti caldi e coperte e la situazione migliorò. Paolo Brega ha invece ricordato la figura del deputato di Castel San Giovanni Nino Mazzoni, socialista riformista con alle spalle un’attività sindacale nel settore agricolo, voce critica sulla guerra e le sue conseguenze e, da giornalista, attento ai problemi delle censura. Paola Castellazzi ha passato in rassegna i titoli dei giornali piacentini (Libertà, Nuovo Giornale e La Trebbia) sulla fine della Grande Guerra, salutata con toni trionfalistici. Fausto Ersilio Fiorentini ha trattato delle ripercussioni della guerra sulla vita della Chiesa piacentina negli ultimi anni del magistero del vescovo Giovanni Maria Pellizzari, utilizzando come fonte il Bollettino ufficiale del Capitolo della Curia, una sorta di Gazzetta ufficiale della Chiesa. Luigi Montanari ha illustrato l’attività piacentina della Lega nazionale proletaria fra mutilati, invalidi, vedove e genitori di Caduti in guerra, mentre il ten. col. Massimo Moreni ha sottolineato il ruolo determinante (attraverso i ponti di barche approntati in condizioni ambientali difficilissime) dei Pontieri nella vittoria finale. In particolare, Moreni ha parlato del 4° Reggimento Genio Pontieri di Piacenza sul Piave: dalla battaglia del Solstizio a quella di Vittorio Veneto. Valeria Poli ha passato in rassegna il programma di opere pubbliche apprestato dal sindaco Enrico Ranza per il dopoguerra, opere che per la maggior parte rimasero solo sulla carta. Della costituzione dello Stabilimento militare di San Lazzaro Alberoni, delle attività di supporto alle unità automobilistiche del Regio Esercito e di quelle di smobilitazione al termine della prima guerra mondiale ha parlato David Vannucci. Un’attività dalla quale è poi derivata la vocazione di Piacenza per la logistica.
Robert Gionelli ha infine presentato gli Atti del convegno 2017 “La terza guerra d’indipendenza e il quartier generale di Piacenza-Fiorenzuola”, pubblicazione che è stata consegnata ai presenti.




Carlo Cottarelli alla Banca di Piacenza racconta i “Sette peccati capitali ” della nostra economia

Serata di gala ieri per la Banca di Piacenza, che ha invitata Carlo Cottarelli, già in passato al Fondo Monetario Internazionale presso diversi dipartimenti, poi Commissario alla spending review e infine l’incarico di formare il nuovo Governo a fine maggio, cui è stata annunciata la rinuncia. Durante la serata ha dialogato con Francesco Daveri, Direttore del Full-Time MBA presso SDA Bocconi School of Management. A presentare Andrea Cabrini di Class CNBC, canale all news di economia.

In apertura Mario Crosta, direttore generale di Banca di Piacenza ha sottolineato l’importanza di questi appuntamenti, “crediamo sia importante risollevare la testa da questa dittatura dello spread, cui va prestata attenzione, ma è giusto gettare il cuore oltre l’ostacolo”.

EVASIONE FISCALE

Tanti i temi trattati da Cottarelli e Daveri, primo tra tutti l’evasione fiscale, con qualche dato di non poca rilevanza. “Si srima – ha precisato Cottarelli -, che in Italia l’evasione è di circa 130 miliardi di euro l’anno, mentre la spesa per la pubblica istruzione è della metà”. Già questo può dare un’idea del Paese che siamo. E una possibile soluzione evidenziata è quella di “non fare condoni fiscali, che sono ulteriore incentivo all’evasione, spero nella fatturazione elettronica, che sarà operativa dal 2019”. Può essere che alcuni contribuenti abbiano dovuto evadere per necessità. “E’ vero che non tutti sono evasori “cattivi” – considera Daveri -, ma la cosa pericolosa è dire che quelli che evadono poco non sono il problema. Non possiamo raccontarci la storia che sono solo loro a fare evasione.

Altro peccato è quello della corruzione. In una delle sue immancabili slides, Cottarelli ha mostrato che la percezione della corruzione in Italia è pari al livello della Namibia, mentre la realtà dei fatti è ben diversa. Daveri sottolinea l’importnza a tal proposito l’importanza di leggi più semplici, “difficilmente interpretabili”. Altro esempio è la burocrazia, che rappresenta un costo enorme per l’economia italiana. “Solo di moduli da compilare e di attesa spendiamo 30 miliardi di euro. In questo modo abbiamo poco appeal per l’imprenditore, che preferisce investire all’estero. Le regole sono troppo complesse”. Connesso a questo tema quello della lentezza della giustizia. La durata media dei processi in Italia è di 7 anni e 8 mesi, per arrivare al terzo e ultimo grado di giudizio, quando in altri Stati si attesta attorno ai 2/3 anni. “E’ importante imparare dalle buone pratiche”, “Siamo un popolo litigioso – ammette Cottarelli -, e l’accesso alla Giustizia è molto semplice. La domanda di giustizia è sempre più elevata”.

QUOTA 100

Sulla Quota 100 il professore non ha dubbi, chi paga? “Così facendo rischiamo di far aumentare la disoccupazione, diminuisce il PIL”. Daveri porta l’esempio dell’Università. “Per ogni 5 professori che vanno in pensione, In Italia viene sostituito solo uno di questi. Perciò non è neanche vera la storia che viene raccontata da questo Governo secondo cui aumentano i posti di lavoro”. Anzi, come evidenzia Cottarelli, “Nel settore pubblico è difficile pensare a un rapporto 1:1 in questo senso, forse nel privato, ma Quota 100 sembra anche un’occasione per sistemare i bilanci”.

REDDITO DI CITTADINANZA

Altra bandiera di questo Governo, sventolata a più riprese durante comizi e dichiarazioni twitter. In un grafico Cottarelli ha mostrato come sia cambiata nel tempo la produttività e il lavoro tra nord e sud: se nel 1861 non c’era differenza, oggi si può parlare di un’Italia a due velocità. “Se c’è un problema di povertà, si può pensare a un reddito, ma a certe condizioni, ad esempio se ci sono finanziamenti adeguati, o se si tassano i più ricchi. Il nostro reddito , di 780 euro, sarebbe uno dei più generosi d’Europa, questo è un deterrente a cercare lavoro”.

EURO

 

“Se si condivide la moneta con la Germania, – prosegue il professore nato a Cremona nel 1954 -, bisogna seguire certe regole, abbiamo perso competitività, esportiamo meno e facciamo meno investimenti, è un cane che si morde la coda. Questa manovra rappresenta una chiara violazione delle regole europee: stavamo crescendo, ma abbiamo deciso di fare più deficit, e questo è strano”. Sulla possibilità di una possibilie sanzione dall’Europa, di cui tanto si è paventato (si attende una decisione a fine novembre) Daveri rimamrca ancora l’importanza delle regole. “L’Europa riconosce situazioni difficili di un Paese nel caso di gravi accadimenti (maltempo, spese straordinarie), concedendo di fare deficit, non è il caso dell’Italia. Rischiamo una traiettoria insostenibile”. “Anche assumendo che la manovra sia espansiva – riflette Cottarelli -, dovremmo crescere 3/4 volte rispetto a come stiamo viaggiando adesso”. In conclusione siamo un Pese fragile, che per ora non rischia nulla, ma che al minimo accadimento esterno può “sprofondare”. 

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Cerimonia di consegna del premio “Piero Gazzola” a Palazzo Galli

La Sala Panini di Palazzo Galli è stata teatro della partecipata cerimonia di conferimento del Premio “Piero Gazzola”, giunto alla sua tredicesima edizione.

Un prestigioso riconoscimento – intitolato all’illustre architetto piacentino che fu Soprintendente per i Beni architettonici di Verona, Mantova e Cremona e primo Presidente dell’ICOMOS (International Council on Monuments and Sites) – nato nel 2006 per iniziativa dei dirigenti di tre associazioni: il FAI (Fondo Ambiente Italiano), attraverso la sua Delegazione di Piacenza, l’ADSI (Associazione Dimore Storiche Italiane), attraverso il suo Delegato a Piacenza e l’Associazione Palazzi Storici di Piacenza.

Un Premio che intende attribuire visibilità ad un intervento di restauro compiuto nella città o nella provincia di Piacenza, realizzato nella piena osservanza dei più rigorosi criteri scientifici, ed incentrato sul dovere primario della tutela e della conservazione; un premio che fin dalle sue origini ha goduto del supporto morale e finanziario di due sponsor d’eccezione: la Banca di Piacenza e la Fondazione di Piacenza e Vigevano, che sono stati ringraziati anche in questa occasione.

La scelta del Comitato del Premio Gazzola è caduta, per il 2018, sui restauri degli affreschi del Pordenone per la cupola della Basilica di Santa Maria di Campagna, compiuti nel 1983 e tornati all’attenzione del grande pubblico grazie alla Salita al Pordenone, l’evento culturale organizzato dalla Banca di Piacenza che ha permesso a migliaia di persone di ammirare profeti e sibille del de’ Sacchis stando alla loro stessa altezza, dopo aver percorso i 100 scalini del “camminamento degli artisti” restaurato dalla Banca (il Presidente del Consiglio di amministrazione Giuseppe Nenna, portando il saluto del popolare Istituto di credito, ha donato al Presidente del Comitato esecutivo Corrado Sforza Fogliani il libro di Caterina Furlan sul Pordenone, in segno di riconoscenza per il grande impegno profuso con la Salita).

La cerimonia – presieduta da Domenico Ferrari Cesena, Presidente del Comitato del Premio – ha visto la consegna, da parte di Carlo Emanuele Manfredi, del “Premio Gazzola 2018” al Comune di Piacenza (rappresentato dal sindaco Patrizia Barbieri), proprietario della Basilica e promotore dei restauri, e a Bruno Zanardi (premiato da Marco Horak), artefice principale dei restauri stessi.

Riconoscimenti sono stati attribuiti anche a Stefano Pareti (premiato da Carlo Emanuele Manfredi), sindaco della città nel 1983, ad Aldo Lanati (ha consegnato la targa ricordo Valeria Poli), assessore alla Cultura all’epoca dei restauri, e alla memoria di Massimo Tirotti (Domenico Ferrari Cesena ha premiato la moglie, signora Maria Grazia), dirigente dell’Ufficio cultura del Comune nello stesso periodo.

La consegna dei premi e dei riconoscimenti è stata preceduta dalle presentazioni dei contributi inseriti del Quaderno 2018 (pubblicazione consegnata ai presenti al termine della cerimonia e che, fin dalla prima edizione, illustra il restauro premiato) da parte degli autori: Valeria Poli, docente del Liceo artistico Cassinari (“Santa Maria di Campagna, progettazione e costruzione”); Edoardo Villata, docente di Storia dell’arte moderna alla Cattolica di Milano e dottore aggregato all’Ambrosiana (“Il Pordenone a Piacenza ovvero il manierismo in area padana”); Bruno Zanardi, restauratore (“Il Pordenone in Santa Maria di Campagna, il cantiere della cupola”).




Annamaria Lusardi e l’alfabetizzazione finanziaria al centro dell’ incontro a Palazzo Galli

Quanto è importante l’educazione finanziaria nella nostra vita? Stando a un recente studio del SP Global Financial Literacy Survey il nostro Paese vede una percentuale di “alfabetizzazione” dei propri abitanti su questo ramo del vivere sociale del 37%, mentre altri Paesi come Francia, Germania, Stati Uniti, Gran Bretagna, Canada raggiungono picchi anche del 60%. La nostra capacità di comprendere i prodotti finanziari con cui di fatto abbiamo a che fare quotidianamente è paragonabile ai Paesi del BRICS, (Brasile, Russia, India, Cina e Sud Africa), ovvero le c.d “economie emergenti”.

La Banca di Piacenza ha invitato la prof. Annamaria Lusardi, eccellenza piacentina che oltre a essere docente alla George Washington University, a Washington, è Direttore del Comitato ministeriale di educazione finanziaria “Quello che conta”, disponibile anche in rete per la consultazione. “L’importanza del tema è centrale, – ha sottolineato la professoressa -, soprattutto per pensare al futuro, ci sono stati molti cambiamenti, il mercato finanziario è diventato molto più complesso che in passato, talvolta le persone non sono informate sulle possibilità e sui prodotti finanziari. Tutto questo va considerato sulla base anche dell’aspettativa di vita, che è aumentata. Questo va ad influire su tutta una serie di parametri, come la pensione, come investire i risparmi e i rischi della vita”.

Soprattutto per alfabetizzazione non si intende intendere la complessità del mercato nei suoi aspetti più tecnici ma, ma ha specificato Lusardi, avere “una conoscenza minima di base” che consenta di affrontare la quotidianità, soprattutto perchè “questa ignoranza ha un costo enorme”. 

Come Alberto Manzi che negli anni 60 divenne celebre per la conduzione di “Non è mai troppo tardi”, anche Annamaria Lusardi cerca di inculcare nella testa degli italiani un linguaggio nuovo, che spesso e volentieri capiscono a fatica. Per il suo contributo ha ottenuto riconoscimenti importanti, come quando è stata accolta dal Presidente Mattarella, “il quale ha usato la nostra piattaforma, ne è rimasto colpito, ci ha fatto i complimenti. E’ stato uno dei momenti più significativi della mia vita”. Forza, tutti noi, per capire il mondo attorno a noi non è mai troppo tardi.

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Dopo di noi: come dare un futuro ad un figlio disabile

Come dare un futuro a un figlio disabile quando i genitori non ci saranno più. Un orientamento sul modo migliore per affrontare questo rilevante problema sociale, di cui si occupa la legge 22-6-2016 n. 112 (disposizioni in materia di assistenza in favore delle persone con disabilità grave prive di sostegno familiare), è stato indicato dall’interessante convegno – intitolato “Dopo di noi”, come la legge di riferimento – che si è tenuto questa mattina, sabato 27 ottobre, nella Sala dei depositanti di Palazzo Galli.

Organizzato dalla Banca di Piacenza in collaborazione con Piacenza Expo, l’incontro di studi (rivolto sia alle famiglie che hanno figli con disabilità, sia alle associazioni di volontariato) è stato moderato dal condirettore generale della Banca Pietro Coppelli. «Questo convegno, nato dall’incontro tra l’amministratore unico di Piacenza Expo Giuseppe Cavalli e Maurizio Zerilli della Comunità di Sant’Egidio, che ringrazio, vuole essere – ha spiegato nel suo saluto introduttivo il presidente del Comitato esecutivo della Banca di Piacenza Corrado Sforza Fogliani – una rassegna completa e concreta sui problemi del settore, che sia utile anche alla nostra Banca affinché si possano valutare nuove possibilità di aiuto, oltre a quello che già si fa».

A questo proposito è stato annunciato che l’Istituto di credito ha attivato un “Programma Dopo di noi”, seguito dal dott. Coppelli, che prevede un servizio di assistenza normativa e di consulenza specifica per dare il giusto sostegno alle famiglie con disabili, che avranno anche la possibilità di beneficiare della consulenza dell’avv. Moia (piacentino, tra i massimi esperti nazionali in materia) per formare trust, al fine di tutelare il patrimonio che andrà al disabile quando i genitori non ci saranno più.

Giuseppe Cavalli ha ribadito l’impegno di Piacenza Expo nel mettere a disposizione  uno spazio per la sede di un centro studi dedicato al “Dopo di noi” «che sia di supporto alle famiglie e alle associazioni», ed ha annunciato l’organizzazione di un altro convegno dedicato al tema. «Grazie per questa iniziativa organizzata proprio a Piacenza – ha detto nel suo saluto il vescovo Gianni Ambrosio – dove è presente un tessuto sociale che, sia in passato che oggi, ha sempre dimostrato dedizione ai fratelli che soffrono. Una bella storia che continua».

Don Vinicio Albanesi, presidente della Comunità di Capodarco, ha con molto pragmatismo invitato a «fare presto» perché a Piacenza ci sono tutte le condizioni per realizzare una casa famiglia che diventi comunità del “Dopo di noi”, indicando le caratteristiche che la stessa deve avere («un luogo dove vivere e tirar fuori le risorse che questi ragazzi hanno, ricordate che nessuno è ingestibile»). Bruno Galvani, consigliere nazionale Anmil, ha lodato l’iniziativa del convegno «che permette di dare voce alle famiglie che hanno figli con gravi disabilità, famiglie che vanno ascoltate e supportate». Galvani ha quindi auspicato che lo Stato investa maggiormente nel settore.

Delle principali caratteristiche della legge 112 del 2016 si è occupato Andrea Moja, presidente di Assotrusts. «E’ una norma – ha sottolineato – che compie uno sforzo importante per venire incontro a esigenze molto sentite da chi si occupa di persone con disabilità gravi e che offre strumenti innovativi per gestire i patrimoni, anche modesti, che i genitori lasciano a questi disabili». L’avv. Moia si è soffermato soprattutto sul trust: uno strumento che in regime di neutralità fiscale consente di tutelare il patrimonio destinato al disabile; un fondo dove si possono far confluire contanti e beni immobili.

Vittorio Scelzo, della Comunità di Sant’Egidio, ha sottolineato come la legge del “Dopo di noi” «intercetti il sentimento d’angoscia delle famiglie rispetto al futuro dei propri figli disabili. Un’angoscia nuova perché nel tempo è cresciuta la percentuale di questi figli che sopravvivono ai genitori. Nuova anche perché, contrariamente al passato, oggi gli istituti per disabili vengono considerati segreganti e la legge 112 è nata proprio sulla inaccettabilità degli istituti segreganti, favorendo le case famiglie».

L’assessore ai Servizi sociali del Comune di Piacenza Federica Sgorbati ha ringraziato la Banca di Piacenza («ancora una volta dimostra di essere banca a 360 gradi) e ha sottolineato l’importanza dell’ente comunale come parte attiva del progetto “Dopo di Noi”, auspicando che con il coinvolgimento della Banca e di Piacenza Expo si possa fare qualcosa di concreto per avviare progetti di sostegno alle famiglie.

Le relazioni hanno stimolato un ampio dibattito, a cui hanno dato il loro contributo le principali associazioni piacentine del terzo settore.

 




Presentata alla Banca di Piacenza la guida sulle ultime novità in materia di Antiriciclaggio

«La lotta alla corruzione, al terrorismo, alla criminalità organizzata e, dunque, alle attività di riciclaggio di denaro di provenienza illecita, trova oggi, come sempre è stato anche in passato, nelle Banche popolari un’attiva collaborazione, nella ferma convinzione che un’economia di libero mercato non può essere tale se non può svolgersi nella piena legalità formale e sostanziale».

Così la prefazione de L’A, B, C, dell’Antiriciclaggio, il sintetico volume a cui l’Associazione nazionale fra le Banche Popolari ha pensato per mantenere allineato e aggiornato l’impegno in questa lotta. La pubblicazione è stata presentata nel corso di un incontro che si è tenuto nella sede centrale della Banca di Piacenza (Sala Ricchetti) alla presenza di numerose autorità civili e militari e di operatori del settore, illustrata dal presidente del Consiglio d’amministrazione della Banca Giuseppe Nenna e dal responsabile dell’Ufficio trasparenza e usura Paolo Gatti. L’A, B, C, dell’Antiriciclaggio – è stato sottolineato – vuole essere uno strumento agile e utile per chi opera quotidianamente nell’attività bancaria e che ha bisogno di essere costantemente aggiornato su ogni modifica legislativa. In particolare – come spiega nell’introduzione il segretario generale di Assopopolari Giuseppe De Lucia Lumeno – la pubblicazione dà conto delle principali innovazioni introdotte dal decreto legislativo n. 90 del 2017, che recepisce la IV direttiva europea sull’antiriciclaggio (2015/849). Sia il dottor Nenna che il dottor Gatti hanno evidenziato l’attenzione della Banca di Piacenza nel seguire le norme antiriciclaggio e l’importanza che viene attribuita all’educazione finanziaria. Copia del libro può essere ritirata dai soci della Banca presso tutte le filiali dell’Istituto di credito.