You Energy Volley, parte l’avventura della famiglia Curti

Salvataggio in extremis e nuova avventura sportiva per la città di Piacenza: la You Energy Volley è stata presentata questo pomeriggio in Municipio alla presenza del sindaco Patrizia Barbieri, del consigliere comunale Gian Paolo Ultori, Elisabetta Curti che ricoprirà il ruolo di presidente, Hristo Zlatanov come direttore generale, nonchè Pietro Boselli come rappresentante della Banca di Piacenza, fondamentale nel salvataggio della squadra.

“In questa scommessa le persone concrete ci hanno sempre creduto – ha esordito il sindaco Barbieri -, abbiamo lavorato tutti in condizioni difficili, sopportando anche qualche coro di disapprovazione. La famiglia Curti ha sempre creduto nel futuro della pallavolo, spendendo quotidianamente una moltitudine di energie contagiose. Mai come oggi si può dire che quando si gioca di squadra i risultati arrivano. Stiamo cercando di dare una risposta alla nostra città. cercando come amministrazione di essere sempre più vicini al mondo sportivo”. Ai nastri di partenza in autunno, la squadra sarà probabilmente affidata a una vecchia conoscenza della nostra pallavolo, ovvero Massimo Botti. Tra le conferme ci sarebbe anche quella di Alessandro “Fox” Fei, che sposerebbe il progetto piacentino anche in Serie A2, che vedrà la squadra impegnata col nome Gas Sales Piacenza.

Gianfranco Curti agli inizi degli anni settanta è fondatore di Metanfriuli srl, tra i primi imprenditori impegnati a “metanizzare” la regione del Friuli Venezia Giulia, regione che beneficerà di questa strategica fonte energetica per la sua rinascita nel periodo post terremoto del 1976. Ma le origini sono piacentine. “La cosa importante è valorizzare il proprio territorio – sottolinea -, siamo dei pioneri, durante gli anni ’60 siamo andati in Friuli, ci dedichiamo a questo lavoro da 50 anni. Siamo orgogliosi da gasisti piacentini di aver portato il gas in tutta Italia. Usiamo le maestranze del nostro territorio“. Elisabetta Curti sottolinea nuovamente l’importanza del network di lavoro. “Innanzitutto grazie ai nostri dipendenti, la nostra attività nelle ultime settimane è stata completamente stravolta. L’obiettivo è di partire dalle giovanili, e poi creare un network di aziende del territorio che possano sostenerci“.

“Abbiamo pensato di fare un passo indietro – spiega Zlatanov -, partendo dal settore giovanile, dati anche i tempi stretti era inevitabile. Stiamo cercando di allestire una squadra al meglio che possiamo, questa è la mia idea, perchè solo partendo dai giovani possiamo costruire il futuro, grazie anche al supporto dei Lupi Biancorossi (tifoseria storica della nostra pallavolo, ndr)”. Anche il sindaco Barbieri ha voluto ringraziare in modo sentito la tifoseria, definendola “parte attiva del progetto”. Il consigliere Ultori ha voluto ringraziare particolarmente Corrado Sforza Fogliani della Banca di Piacenza. “Quando sembrava tutto perduto ci ha messo del suo. Io l’ho fatto per Piacenza ma anche per me, in quanto grande appassionato di pallavolo”.

La Banca di Piacenza con una fideiussione di 100 mila euro ha permesso alla squadra di iscriversi al campionato di A2. “Negli ultimi 10 anni -sottolinea Boselli – sono stati investiti più di 5 milioni di euro lordi. Per le prossime stagioni, curerà nelle sue filiali la vendita dei titoli di ingresso al PalaBanca. Gas Sales e Banca di Piacenza collaborano da tempo, alleate nell’innovazione”. Banca di Piacenza sarà partner organizzativo anche in questa nuova realtà, che vedrà il sostegno anche di Antas-Gruppo Giglio. Nelle prossime ore si attende la costituzione del bando per la gestione del PalaBanca, vista l’intenzione della neonata società di non abbandonare l’arena che tanto ha portato fortuna.

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A Giuseppina Schiavi il premio “Solidarietà per la vita”

E’ stato consegnato in occasione della tradizionale festa che si tiene alla Madonna del Monte, ogni ultima domenica di giugno, il premio “Solidarietà per la vita” (istituito dalla Banca di Piacenza per valorizzare comportamenti virtuosi per la difesa e la salvaguardia della vita e giunto alla ventottesima edizione). La cerimonia si è tenuta a a Santa Maria del Monte, davanti ad un folto pubblico. Nell’occasione si è anche inaugurato un locale di ospitalità per i pellegrini.

Il premio è stato consegnato dal prefetto Maurizio Falco (presidente della Commissione giudicatrice) a Giuseppina Schiavi.

Questa la motivazione del riconoscimento, letta da Giuliana Ceriati, ispettrice provinciale delle Crocerossine, da sempre protagoniste della cerimonia: “Dopo una lunga carriera nella Pubblica Amministrazione a Piacenza ed in varie altre città d’Italia, con grande senso di umanità collabora oggi con varie istituzioni cittadine e soprattutto con la Casa di accoglienza “Protezione della Giovane” di via Tempio in città, ove sono ospitate giovani donne costrette a vivere lontano dalle loro famiglie. Con lei tale benemerita istituzione è divenuta casa di accoglienza della vita, luogo di promozione umana, in cui si respira amicizia, serenità, gioia di vivere ed ove regna la speranza di un futuro migliore”.

La cerimonia si è svolta alla presenza del vescovo di Fidenza monsignor Ovidio Vezzoli (che, per la prima volta dopo la sua presa di possesso dell’anno scorso, ha partecipato ad una funzione pubblica).

Terminata la messa, celebrata in un santuario stracolmo, il vescovo ha benedetto il locale di ospitalità inaugurato per l’occasione alla presenza, oltre che del prefetto, del neosindaco del Comune Alta Val Tidone (nel cui territorio ricade il Monte) Franco Albertini.

Consolidato e ristrutturato dalla Banca di Piacenza (con una spesa di circa 50mila euro), con dotazione dell’attrezzatura necessaria, alla quale ha provveduto sempre la banca assieme all’Ordine dei Cavalieri Costantiniani di San Giorgio, il locale sarà destinato ad ospitare pellegrini (al servizio dei quali è stato costruito un locale doccia) che volessero fermarsi a dormire al Monte (o che lì fossero sorpresi dal maltempo) ed è collocato alla sinistra della chiesa (che venne a sua volta riparata negli anni novanta sempre grazie ad un contributo dalla Banca di Piacenza).

Prima della consegna del premio “Solidarietà per la vita” sono brevemente intervenuti il prefetto, il sindaco Albertini e il direttore emerito dell’Ufficio Beni culturali della Diocesi, monsignor Domenico Ponzini. La dottoressa Schiavi ha poi preso la parola per ringraziare del riconoscimento, ricordando nel contempo le difficili modalità in cui si svolge la sua attività benefica, in particolare a riguardo di donne madri.




Tutto esaurito per l’itinerario culturale fra le vie di Piacenza

Terza visita guidata a luoghi di interesse culturale (palazzi e antiche chiese del centro storico di Piacenza) nel giro di tre mesi. Dopo il successo delle due precedenti iniziative (21 aprile e 19 maggio) anche il tour di oggi (23 giugno) alla riscoperta delle chiese di San Lorenzo, San Eustachio, delle Benedettine e di Palazzo Madama (ex carcere) – organizzato dalla Banca di Piacenza come 65° evento collaterale alla Salita al Pordenone – ha raggiunto il numero massimo di partecipanti (quasi 200).

Cinque le tappe dell’itinerario di visita tra gli antichi quartieri dei Landi e dei Fontana (i precedenti tour si erano sviluppati tra le residenze gentilizie dei quartieri Scotti e Anguissola), con la professoressa Valeria Poli a fare da cicerone. I partecipanti si sono dati appuntamento davanti a Palazzo Landi (qui la professoressa Poli ha illustrato le decorazioni esterne dell’edificio rinascimentale), sede del Tribunale. Prima tappa la chiesa di San Lorenzo in via del Consiglio 13, complesso conventuale del ‘300 costruito dagli Agostiniani e finanziato dalla consorteria gentilizia ghibellina dei Landi; dalla cappella di Santa Caterina d’Alessandria e dalla zona presbiteriale di sinistra provengono gli affreschi medievali ora conservati, dopo il distacco, al Museo Civico di Palazzo Farnese (quinta tappa della visita guidata).

L’itinerario è proseguito con la chiesa di Sant’Eustachio, sempre in via del Consiglio (al civico 5), citata a partire dal 940 e ricostruita nelle forme attuali tra il 1707 e il 1710. Con la soppressione del titolo parrocchiale, nel 1830 la chiesa divenne oratorio della Confraternita del SS. Crocifisso, attualmente retta dal priore monsignor Pietro Casella. Da alcuni anni Sant’Eustachio è officiata dalla comunità russo-ortodossa. Terza tappa all’ex carcere di via del Consiglio 15, ora sede della Procura della Repubblica: Palazzo Madama, costruito a partire dal 1658, venne destinato alla residenza delle duchesse vedove Margherita de Medici ed Enrichetta d’Este; morta quest’ultima, Ferdinando di Borbone lo destinò a dogana, funzione mantenuta fino al 1884, anno di trasformazione in carcere. Penultima tappa l’ex chiesa delle Benedettine, nella via omonima, proprio di fronte a Palazzo Madama. Qui sono stati visitati cortile, chiostro e anche l’interno. Dedicato all’Immacolata Concezione, il tempio venne commissionato dal duca Ranuccio II nel 1677.

La visita guidata si è conclusa con l’illustrazione degli affreschi staccati della chiesa di San Lorenzo ed ora esposti al Museo Civico di Palazzo Farnese. Ai partecipanti è stato distribuito un depliant illustrativo dei monumenti visitati realizzato dalla Banca di Piacenza con testi di Valeria Poli. L’evento – reso possibile grazie alla Procura della Repubblica, al Demanio dello Stato e al Comune di Piacenza – è stato organizzato in collaborazione con Ivri.

 




I proverbi di monsignor Tammi

In una società sempre più multietnica e multiculturale i dialetti rischiano concretamente di sparire e di essere dimenticati. Un rischio che, alle nostre latitudini, è attenuato dall’importante opera di salvaguardia e di valorizzazione del vernacolo fatta da alcune realtà del territorio tra cui anche la Banca di Piacenza, che ha recentemente dato alle stampe un prezioso volume intitolato “Modi di dire, proverbi e detti in dialetto piacentino con traduzione in italiano”.

L’opera – presentata ieri a Palazzo Galli, nell’ambito delle manifestazioni collaterali alla Salita al Pordenone, dal Presidente del Comitato esecutivo della Banca di Piacenza avv. Corrado Sforza Fogliani, dal dott. Andrea Bergonzi, che ha firmato la prefazione del volume, e dal giornalista Robert Gionelli – è stata realizzata grazie al materiale raccolto in tanti anni di studi e di ricerche sul dialetto piacentino da mons Guido Tammi.

L’avv. Sforza Fogliani, nel suo intervento introduttivo, ha sottolineato l’importanza del dialetto recentemente rimarcata anche da papa Francesco, che durante la celebrazione di un battesimo si è rivolto ai genitori affermando che la fede si trasmette soltanto con il dialetto della famiglia. Importanza del dialetto evidenziata anche dall’eccezionale presenza di pubblico (oltre 250 persone), che ha reso necessario l’allestimento di due sale – oltre alla Sala Panini – videocollegate.

“Quest’opera – ha esordito l’avv. Sforza Fogliani – rappresenta la prima vera raccolta organica di proverbi in dialetto piacentino, che unisce e completa tutte quelle pubblicate in passato da Antonio Cornazzano, da Lorenzo Foresti, da Aldo Ambrogio, da Carmen Artocchini e da don Luigi Bearesi. E’ un libro utile e interessante, che completa un trittico fondamentale per lo studio e la conoscenza del dialetto che comprende anche il Vocabolario piacentino-italiano, curato proprio da monsignor Tammi, e il Dizionario italiano-piacentino realizzato dalla prof. Graziella Riccardi Bandera; tre opere che rappresentano il contributo dalla nostra Banca per la valorizzazione e la salvaguardia del dialetto e delle nostre tradizioni”.

E proprio sulle opere dialettali dei decenni e dei secoli passati, si è soffermato il dott. Andrea Bergonzi, noto ed apprezzato studioso del dialetto piacentino.

“Mons. Tammi – ha detto Bergonzi – ha attinto con grande competenza dai principali paremiologi del passato come Vincenzo Capra, noto per i suoi Lünäri, Domenico Cavalli, Pietro Salvatico ed Ernesto Tammi autore de I cantamaggio di Valnure e degli Indovinelli piacentini. Mons. Tammi ha svolto un lungo ed accurato lavoro con grande rigore scientifico, rispettando e mantenendo sempre le versioni scritte dai suoi predecessori senza mai cambiarne la grafia; lo testimonia, ad esempio, la presenza della forma miga, al posto della più moderna mia, utilizzata in passato per questioni di ritmica”.

L’incontro è stato concluso da Robert Gionelli, che, dopo aver ringraziato la Banca di Piacenza “per questo ennesimo atto d’amore verso la nostra Terra”, ha illustrato le caratteristiche dell’opera.

“Mons. Tammi – ha detto Gionelli – raccolse questi proverbi durante tutta la sua vita, trascrivendoli prima a mano su piccoli foglietti di carta quadrettata e successivamente ricopiandoli con la macchina da scrivere in oltre duemila cartelle. I proverbi raccolti in quest’opera sono quasi settemila, suddivisi in circa duemilacinquecento voci. Questi proverbi sono autentiche pillole di quella saggezza popolare che, pur avendo radici lontane nel tempo, è ancora attualissima”.

 




Senza le banche locali nei territori manca il credito

Pubblichiamo alcune considerazioni del presidente di Assopopolari, l’avvocato piacentino Corrado Sforza Fogliani, sulla relazione svolta dal Governatore di Palazzo Palazzo Koch.

Nella sua Relazione all’Assemblea Bankitalia, il tema delle banche di territorio il Governatore Visco l’ha toccato due volte: direttamente (per espresso richiamo) e indirettamente (se si ragiona su un passo riguardante il credito).

Richiamo diretto

Visco, nelle sue Considerazioni, ha sostanzialmente auspicato questo: la realizzazione, fra banche di territorio, di accordi di eventuale reciproco sostegno. Assopopolari appieno concorda e costituendo un’apposita società fra Popolari, la Luzzatti Spa, s’è già messa proprio su questa strada, che consente di valorizzare istituti che si sono sempre distinti nell’erogazione del credito a PMI e famiglie in molte zone d’Italia, invece oggi  prive di questo aiuto. Le Popolari continueranno con ferma determinazione su questa strada, forti anche di questo rinnovato appoggio e indirizzo.

Al di là, comunque, della Luzzatti Spa, andrà approfondito – sul piano tecnico – la concreta realizzabilità di quel meccanismo di “protezione istituzionale” al quale ha fatto riferimento il Governatore (meccanismo già presente in altri Paesi, “con vantaggi nel calcolo dei requisiti patrimoniali” e come ulteriore passo “verso forme più strette di integrazione”). In questa ottica, andrà in particolare approfondita – sempre sul piano tecnico, e concreto – la possibilità di pervenire a forme di collaborazione bi/trilaterale,  fra istituti con eguali caratteristiche e  immediate opportunità sinergiche.

Richiamo indiretto

Nelle Considerazioni (molto tecniche, come forse mai prima d’ora per estensione), Visco ha più volte richiamato la situazione delle piccole e medie imprese (da cui, il nostro andare alle banche di territorio, che sempre hanno egregiamente assolto a questo compito peculiare). Una prima volta, il Governatore ha evidenziato che – per l’accesso al credito –  “persistono difficoltà per le imprese di minori dimensioni”, oltre che per quelle delle costruzioni. In altro passo della Relazione, il Governatore ha fatto presente che “per rendere più  agevole l’accesso al credito delle piccole e medie aziende bisognerà continuare a favorirne il rafforzamento patrimoniale”. Affermazioni, entrambe, con le quali non si può all’evidenza non concordare. Con alcune integrazioni, peraltro.

Anzitutto, infatti, bisogna considerare che molto credito al territorio è scomparso, là dove sono scomparse le banche territoriali (siano esse Cassa di risparmio, Popolari o Casse rurali). Le zone che hanno saputo conservarsi una banca locale è statisticamente provato che non soffrono nel mercato del credito e che la banca locale anche in questi anni ha continuato ad erogare, ed ha erogato, più credito, in assoluta controtendenza nella zona rispetto sia al sistema nel suo complesso che rispetto alle altre singole banche, che hanno invece diminuito il credito (da ultimo, dati Ufficio controllo di gestione Banca di Piacenza).

La ragione è chiara: in epoca di crisi, è più difficile fare credito, ed è più difficile ancora per le grosse banche (che guardano i bilanci) mentre le banche di territorio (per questo sono caratterizzate da meno sofferenze) conoscono i loro prenditori ad uno ad uno.

In secondo luogo, andranno considerati (per trarne ammaestramenti) i deleteri effetti –anche di fiducia e di immagine, per le banche di territorio di qualsiasi specie – indotti dalla politica del Governo Renzi (con l’introduzione del bail-in addirittura in via anticipata rispetto ai termini dell’Europa)  e dalla sua riforma delle Popolari, delle quali s’è in pratica cercata – senza riuscirvi – la cancellazione. Riforma che ha comunque portato, dove ha operato, alla sostituzione dei precedenti proprietari di tutte le banche trasformate (i risparmiatori) con i fondi speculativi europei e statunitensi (che non vivono in osmosi col territorio ed il suo futuro, ma – al contrario – hanno traguardi di breve durata e di immediato guadagno).

In terzo luogo – sempre a proposito dell’accesso al credito – andrà considerato che la politica italiana contraria alla banche di territorio (e anzidetta) è l’esatto contrario di quanto si fa all’estero e tanto più colpevole in quanto l’Italia è Paese caratterizzato dall’innovazione, e dalla fantasia, proprio delle medie e piccole aziende, in molti settori quasi esclusivamente. Negli Stati Uniti, è ben noto, l’Amministrazione Trump ha recentemente varato proprio provvedimenti a favore delle banche locali (di cui ha riconosciuto l’essenziale importanza), mentre la Germania (astenuta l’Italia!) ha ottenuto per le proprie banche di territorio l’esonero da misure studiate per porsi al riparo da possibili danni delle grandi banche, e ciò anche per quel principio di proporzionalità – principio fondante dell’Ue – che vale per la Germania, ma non per l’Italia. Come per l’Italia sola, si dice che il sistema cooperativo non è idoneo al settore bancario, quando le più grosse banche canadesi e francesi sono proprio cooperative, e quando Usa, Germania e Francia si reggono proprio su una miriade di piccole banche. Tutti temi (per non parlare delle restrizioni al credito che comportano i vari Addendum e simili per gli NPL, nelle loro diverse forme) ai quali non si appassionano le associazioni italiane di rappresentanza delle categorie: aduse (loro e i loro giornali) a ottocenteschi tipi di apodittica protesta ed a considerare nel contempo i problemi del sistema bancario come riguardanti i soli banchieri, quando riguardano invece in ispecie i loro soci.

Corrado Sforza Fogliani (presidente Assopopolari)




Presentata la ristampa di “Storia ed arte in S. Maria di Campagna” scritta da padre Andrea Corna

Pubblico straripante nel chiostro del Convento dei Frati minori per la presentazione della ristampa anastatica di “Storia ed arte in S. Maria di Campagna”, la prima monografia sulla basilica di piazzale delle Crociate, scritta nel 1908 da padre Andrea Corna.

L’opera – pubblicata dalla Banca di Piacenza e presentata nell’ambito delle manifestazioni collaterali alla “Salita al Pordenone” – è stata illustrata dal Presidente del Comitato esecutivo del popolare Istituto di credito piacentino, avv. Corrado Sforza Fogliani, dal Guardiano dei Frati minori padre Secondo Ballati, e dal dott. Leonardo Bragalini della Tip.Le.Co, che ha ristampato il volume esaurito, nella sua edizione originale, da oltre un secolo.

“Padre Corna – ha esordito l’avv. Sforza Fogliani – è conosciuto soprattutto per il suo volume sui castelli piacentini, ma quest’opera che presentiamo oggi è un’autentica bussola che permette di conoscere, sia sotto il profilo storico che artistico, questa antica basilica. Un’opera completa, basata esclusivamente su fonti documentali conservate nell’archivio del Convento; non a caso fu proprio padre Corna, attraverso i suoi studi, a scoprire che la fabbrica di Santa Maria di Campagna fu progettata da Alessio Tramello e non dal Bramante come si credeva fino agli inizi del Novecento. Pur essendo stato scritto oltre un secolo fa, questo libro non sembra aver risentito dello scorrere del tempo; quest’opera, che padre Corna dedicò a monsignor Radini Tedeschi, è ancora attualissima, piacevole da leggere, senza fronzoli e ricca di interessanti notizie. La nostra Banca ha voluto ripubblicarla per promuovere ulteriormente la conoscenza di questa basilica che è nel cuore di tutti i piacentini”.

Una basilica nel cuore di tutti i piacentini, ma anche di padre Andrea Corna come ha voluto sottolineare padre Secondo Ballati nel suo intervento.

“Padre Andrea – ha ricordato il Guardiano del Convento – nacque a Borgonovo nel 1867 e morì ad Imola nel 1942. Fu Guardiano all’Osservanza di Bologna, insegnante di teologia e di filosofia ma fu anche un attento e scrupoloso studioso di storia piacentina, soprattutto nel periodo in cui fu attivo in questo convento che lui amò profondamente, così come aveva nel cuore la basilica di Santa Maria di Campagna. Essendo un rosminiano visse anche momenti difficili, a cui aggiunse le sofferenze degli ultimi anni della sua vita che seppe affrontare con grande spirito e serenità. Ringrazio di cuore la Banca di Piacenza per aver inserito un altro importante tassello nel grande mosaico della Salita al Pordenone”.

Intervento di carattere tecnico, invece, quello del dott. Leonardo Bragalini, che ha ricordato l’importanza di rendere nuovamente fruibile, e non solo agli studiosi, il volume di padre Andrea Corna.

“Era diventata un’opera introvabile – ha sentenziato il dott. Bragalini – tanto è vero che ne abbiamo censite soltanto ventuno, sparse nelle varie biblioteche italiane, e ventotto in tutto il resto del mondo. La Tip.Le.Co è stata onorata di aver ristampato questo volume; non una semplice ristampa, ma una ristampa anastatica che quindi ripropone, oltre ai contenuti, anche lo stesso aspetto grafico ed estetico dell’opera originale”.

L’incontro è stato concluso da un intervento di Franco Fernandi, che ha presentato un opuscolo – stampato dalla Banca di Piacenza – dedicato alla visita alla basilica di S. Maria di Campagna compiuta nel 1988 da papa Wojtyla.




Santa Maria di Campagna gremita per la Messa di Gloria di Puccini

Basilica gremita e applausi convinti hanno decretato il pieno successo del concerto – organizzato dalla Banca di Piacenza nell’ambito delle iniziative collaterali alla “Salita al Pordenone” – che si è tenuto tra le navate di Santa Maria di Campagna. La 15Orchestra Sinfonica di Piacenza, con il Coro Sinfonico di Piacenza, sotto la direzione del maestro Marco Beretta, ha magistralmente eseguito la Messa di Gloria di Giacomo Puccini. Si tratta di una composizione di musica sacra per orchestra e coro a quattro voci con i solisti Denys Pivnitskyi (tenore) e Daniele Cusari (baritono).

Spesso indicata semplicemente come Messa, questa composizione venne scritta da Puccini nel 1880 come esercizio per il conseguimento del diploma all’Istituto Musicale Pacini di Lucca. Dopo le prime esecuzioni del tempo – accolte favorevolmente – non venne praticamente più eseguita fino al 1952 (anche nella nostra città è stata proposta raramente).

La Messa di Gloria di Puccini è strutturata in cinque parti: Kyrie, Gloria, Credo, Sanctus e Benedictus e Agnus Dei. Alcuni di questi cinque temi furono ripresi, parzialmente trasformati, dal compositore lucchese in alcune sue successive composizioni liriche: è il caso del Kyrie, inserito nell’Edgard, e dell’Agnus Dei confluito nella Manon Lescaut.

 




Metà dei visitatori del Pordenone proviene da fuori Piacenza

Continua a risciotere successo la Salita al Pordenone. Solo sabato e domenica scorsa sono salite in cupola più di 700 persone. Molte hanno partecipato ad eventi collaterali (circa 150 persone hanno partecipato a Torrazzetta alla cena Pordenoniana, mentre solo l’illustrazione della Basilica di S.Maria delle Grazie a Cortemaggiore da parte della prof.ssa Mimma Berzolla ha raccolto circa 100 persone). Affollato anche il pullman del tour pordenoniano che tocca Cortemaggiore, Cremona e Monticelli.

In totale i biglietti staccati ad oggi sono circa 36.000.

Considerando che molti sono anche i visitatori alle mostre allestite a Palazzo Galli sul Genovesino e sul Ghittoni, il risultato viene giudicato dalla Banca di grande rilievo e molto soddisfacente e comunque largamente superiore alle attese. La soddisfazione deriva anche dal fatto che i partecipanti si dividono pressoché egualmente tra piacentini residenti, 46%, e visitatori italiani provenienti da fuori provincia, 54%. Nell’ambito del 46% i piacentini residenti sono per 2/3 circa della città e per 1/3 della provincia. Gli stranieri hanno visitato più Palazzo Galli e le mostre che non la Salita e rappresentano circa il 2% (non è possibile fornire il dato esatto posto che il sistema di prenotazione lascia facoltativa l’indicazione della residenza).

Le previsioni degli organizzatori stimano un ulteriore incremento giornaliero in particolare con l’arrivo del bel tempo (i capricci meto non hanno fin qui aiutato la manifestazione). Purtroppo poichè la Basilica di Santa Maria di Campagna dispone di un solo camminamento che deve essere utilizzato sia per la salita che per la discesa nei momenti di maggiore affluenza deve essere rifiutato l’accesso a chi non ha una prenotazione.

I biglietti e le visite guidate devono essere prenotate direttamente alla biglietteria della basilica o a Palazzo Galli o sui siti internet www.bancadipiacenza.it, www.salitaalpordenone.it, www.midaticket.it




Sali al Pordenone, ti scatti un selfie e puoi vincere uno Huawei Mate 10 Pro o un drone

Nuova iniziativa della Banca di Piacenza collegata con la Salita al Pordenone, che continua a far registrare un crescente successo (per l’evento, sono già stati staccati più di 30.000 biglietti). Ora coloro che, nell’ambito dell’evento, percorreranno il camminamento restaurato e ricostruito dall’Istituto di credito locale, avranno una opportunità in più: quella di scattarsi un selfie, soli o con amici, e di partecipare ad un concorso fotografico con premi. La partecipazione al concorso è gratuita ad aperta a fotografi professionisti e fotoamatori. Sono ammesse sia foto in bianco e nero che a colori.

Per iscriversi al concorso è necessario connettersi al sito www.bancadipiacenza.it, aprire la pagina del concorso fotografico dal titolo “UN SELFIE SULLA SALITA AL PORDENONE” e scaricare il modulo di partecipazione, compilarlo in tutte le sue parti e inviarlo assieme alle foto all’indirizzo email selfiepordenone@bancadipiacenza.it.

Il termine ultimo per l’iscrizione e l’invio delle fotografie é fissato per la mezzanotte del 31 maggio prossimo. Ferma la proprietà per i fotografi delle foto scattate, la Banca si riserva il diritto di pubblicazione sul sito di tutte (o di alcune) delle foto inviate, di stamparle su un’eventuale pubblicazione e di organizzare un’eventuale mostra a Palazzo Galli delle fotografie che saranno scelte dalla stessa Banca. Ogni partecipante può inviare, all’indirizzo e-mail selfiepordenone@bancadipiacenza.it, unitamente al modulo di partecipazione, al massimo 5 foto.

Premi: 1) smartphone Huawei Mate 10 Pro o drone Dji Spark a scelta del vincitore; 2) action camera Go Pro Hero 5; 3) fotocamera digitale Canon Ixus.

La giuria sarà presieduta dal dott. Patrizio Maiavacca e composta da Padre Secondo Ballati – Superiore del Convento francescano di Santa Maria di Campagna o suo delegato, Pietro Coppelli – Condirettore generale Banca di Piacenza e Marco Rigamonti – Gruppo Fotografico Idea Immagine.

Il testo integrale del regolamento e il modulo di partecipazione sono pubblicati sul sito internet www.bancadipiacenza.it e sul periodico BANCAflash, oltre che posti a disposizione nei locali di segreteria della Salita e delle mostre di Palazzo Galli.




Restauro all’affresco di Sant’Agostino finanziato dalla Banca di Piacenza

Chi ha ormai terminato il percorso di visita della Salita al Pordenone trova, sulla sua destra, l’affresco di Sant’Agostino (realizzato dall’artista friulano) protetto da un’impalcatura, essendo stato aperto in proposito un cantiere di restauro. Vittorio Sgarbi – in una delle sue recenti visite in Santa Maria di Campagna – aveva infatti segnalato alcune cadute di colore che meritavano un intervento conservativo.

La Banca di Piacenza ha subito raccolto il suggerimento e – attraverso l’architetto Carlo Ponzini e l’ingegner Roberto Tagliaferri – ha organizzato il restauro di concerto con la Sovrintendenza, che segue i lavori con la dottoressa Anna Còccioli Mastroviti.

Ad eseguire l’intervento è stato incaricato Luca Pancera – un “medico degli affreschi” veneziano d’origine che opera soprattutto in Emilia -, naturalmente dopo un’indagine sul vissuto di quest’opera. Un’esigenza che nasce soprattutto dal fatto che il Sant’Agostino vive una realtà diversa essendo stato tolto dal muro nel 1913 per problemi di umidità di risalita e appoggiato a un supporto che si andrà a verificare se è di vetroresina, come fino ad ora si è pensato. «L’affresco è stato ricollocato nel 1952 – continua Pancera. Considerando che nella quarantina d’anni intercorsi sono passate due guerre, quasi sicuramente e per fortuna, l’opera è stata conservata altrove».

Il progetto – seguito passo passo da Anna Còccioli Mastroviti – prevede un’indagine per conoscere natura ed entità di interventi pregressi, attraverso la ricerca di documenti d’archivio (committenze, lettere, relazioni). «Prima di sistemare le piccole cadute della pellicola pittorica – fa presente il restauratore – occorre fare uno studio sulla tipologia dei materiali applicati nel corso del tempo per poter eseguire un intervento mirato. C’è un gruppo di ricerca che concerta ogni passaggio con la dottoressa Còccioli Mastroviti. L’opera, come già accennato, vive una realtà anomala rispetto agli altri affreschi, perché è stato traslato. Gli studi serviranno anche a comprendere le problematiche avute durante quella complessa operazione». Al termine di questo percorso di studio e ricerca, partirà l’intervento di ripristino vero e proprio che dovrebbe concludersi entro il mese di maggio.

«Tutti i dati raccolti – conclude Luca Pancera – saranno utili a chi eseguirà le manutenzioni future potendo contare sullo storico dell’intervento».

em.g.