Aumento del dividendo per la Banca di Piacenza, bilancio positivo

A Palazzo Galli si è tenuta ieri l’Assemblea della Banca di Piacenza con la partecipazione di quasi 1.500 Soci, approvato il bilancio dell’esercizio 2017 e la Relazione del Consiglio di amministrazione.

L’utile netto di 11,1 milioni di euro (13,2 milioni di euro nel 2016) segna un’annata senz’altro positiva. Il patrimonio, dopo il riparto dell’utile, ammonta a 302,3 milioni di euro e conferma la solidità dell’ Istituto, ulteriormente evidenziata da un CET1 Ratio e da un Total Capital Ratio entrambi pari al 17,2%, valori notevolmente superiori ai requisiti minimi regolamentari e che collocano la Banca ai vertici del sistema bancario italiano.

La raccolta complessiva da clientela (diretta e indiretta) è cresciuta di 128,8 milioni di euro, raggiungendo i 5.099,8 milioni di euro rispetto ai 4.971,0 a fine 2016 (+2,59%, ben superiore anche alla media di categoria). L’aumento fa riferimento sia alla raccolta diretta – passata da 2.197,0 a 2.222,2 milioni di euro (+1,15%) – sia alla componente indiretta, che a fine anno ammontava a 2.877,6 milioni di euro (2.774,0 nel 2016; +3,73%).

Il volume degli impieghi verso la clientela, al netto delle rettifiche di valore, è pari a 1.849,5 milioni di euro con una crescita del 2,87% (1.797,9 milioni di euro nel 2016). Significativo l’incremento registrato nelle nuove erogazioni di mutui prima casa (+41,09%) a consolidamento di un trend di forte crescita già evidenziato nel 2016 (+63,30%). Positivi anche i dati relativi ai finanziamenti alle imprese e ai professionisti, con oltre 195,8 milioni di euro di nuove erogazioni. Il rapporto tra le sofferenze nette e gli impieghi netti a fine esercizio si attesta al 2,42% (2,75% nel 2016), sensibilmente inferiore alla media del sistema bancario del 3,74% (fonte ABI: dato al mese di novembre 2017).

In costante progresso il numero dei Soci; a dicembre 2017 la consistenza della compagine sociale faceva registrare un aumento del 4,12% rispetto a fine 2016.

L’Assemblea ha, anche, determinato il prezzo di un’azione che è stato confermato in euro 49,10. L’Assemblea ha inoltre eletto consiglieri i signori dott. Massimo Bergamaschi, dott. Maurizio Corvi Mora, dott. Giorgio Lodigiani.

In sede straordinaria l’Assemblea ha approvato la proposta di aumento gratuito del capitale sociale da euro 23.708.040 a euro 47.416.080, tramite aumento del valore nominale unitario delle azioni da euro 3,00 a euro 6,00 con utilizzo di riserve e conseguente modifica all’articolo 7 dello Statuto sociale. 

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Concerto di Pasqua della Banca di Piacenza

Torna il Concerto di Pasqua della Banca di Piacenza, una tradizione che si rinnova ininterrottamente dal 1987. L’appuntamento è per lunedì 26 marzo nella Basilica di San’Eufemia, con inizio alle ore 21. Si tratta di un evento musicale appositamente creato dal popolare Istituto di via Mazzini per augurare buona Pasqua alla comunità piacentina ed affidato alla Direzione artistica del Gruppo Strumentale Ciampi. Il concerto sarà diretto dal  maestro Mario Pigazzini, eseguito dall’Orchestra Filarmonica Italiana e vedrà anche la partecipazione, come da consuetudine, del Coro Polifonico Farnesiano (Voci Bianche, Voci Giovanili e Voci Miste).

Il concerto si aprirà con “Pueri Hebraeorum” di Giovanni P.L. da Palestrina e proseguirà con un programma che prevede brani musicali di Giovanni Battista Martini, Wolfgang Amadeus Mozart, Felice Anerio, Antonio Lotti, Samuel Scheidt, Jan Dismas Zelenka, Dietrich Buxtehude, Francesco Durante e una Sequenza gregoriana dell’XI secolo. Come da tradizione, il concerto si concluderà con l’esecuzione del canto Alleluja da “Il Messia” di George Friedrich Haendel.

I biglietti d’invito nominativi necessari per accedere al concerto possono essere richiesti – fino ad esaurimento – all’Ufficio Relazioni esterne della Banca di Piacenza (in via Mazzini, 20) oltre che a tutti gli sportelli dell’Istituto.




Ghisolfi e l’importanza dell’educazione finanziaria

“In Italia se ne parla troppo poco, si preferisce dare spazio ai programmi di cucina. Ma l’educazione finanziaria è una materia seria che andrebbe divulgata con maggior rigore, in altri Paesi viene insegnata a scuola”. Così si è presentato ieri Beppe Ghisolfi, autore del libro Banchieri, durante un dialogo alla Banca di Piacenza con Corrado Sforza Fogliani. Ghisolfi è vicepresidente di ABI (Associazione Bancaria Italiana) e presidente della Cassa di Risparmio di Fossano.

“Se distruggiamo il sistema bancario, cosa rimane? Purtroppo c’è questa tendenza a parlare male sempre e comunque, e soprattutto delle persone che ci lavorano. Con questo libro ho voluto prendere ad esempio 35 storie di persone che lavorano come matti. Sicuramente su 500 banche italiane 7 si comportano male, commettendo errori. Ma non si può criminalizzare un sistema per 7 banche”. Sforza Fogliani aggiunge che Ghisolfi “è stato il primo a fare educazione finanziaria, rendendo semplici concetti difficili come quelli finanziari. L’educazione finanziaria è tipica d’altronde delle banche di territorio, perchè è necessario lottare costantemente con la concorrenza e far capire alle persone quali sono i prodotti buoni e quali cattivi”. Questi ultimi hanno portato spesso al fallimento molte banche ma, spiega Ghisolfi, “capita continuamente che le banche falliscano, ma altre banche arrivavano in soccorso, perciò questo non faceva notizia. Dopo la Lehman Brothers sono fallite 500 banche. In Italia sono stati dati 13 miliardi dalla Banca d’Italia alla Montepaschi.Purtroppo noi abbiamo molti facchini, ma pochi dirigenti”. 

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Primo evento collaterale della Salita al Pordenone

Affollatissimo il primo appuntamento con gli eventi collaterali della Salita al Pordenone, tenutosi ieri sera nel Refettorio del Convento dei frati minori di Santa Maria di Campagna.

La serata – coordinata da Robert Gionelli – si è aperta con la presentazione del volume “Conversazione con Bussi. Conversazione con Brahms” di Umberto Fava – edito in occasione dei 90 anni del celebre musicologo piacentino Francesco Bussi – illustrato dallo stesso autore, in dialogo proprio con Bussi. La presentazione è stata intervallata dall’esecuzione di alcuni brani del compositore austriaco Johannes Brahms, ad opera delle studentesse del Conservatorio Nicolini Mariella Francia (clarinetto) e Keiko Yazawa (pianoforte).

Nella seconda parte, Corrado Sforza Fogliani, Carlo Ponzini e Leonardo Bragalini hanno raccontato ai numerosi intervenuti curiosità e contenuto delle ultime tre pubblicazioni edite dalla Banca di Piacenza – riccamente illustrate e con contributi di numerosi studiosi, tra i quali spicca Vittorio Sgarbi – in occasione della Salita al Pordenone: “Pordenone e la Maniera padana”, “Francesco Ghittoni: inediti e disegni della collezione Banca di Piacenza” e “Genovesino e Piacenza”.

Al termine dell’evento, la Banca di Piacenza ha omaggiato i numerosi intervenuti con alcune copie delle pubblicazioni presentate.




Due Panini in mostra per “festeggiare” la salita al Pordenone

In occasione della manifestazione Salita al Pordenone la Banca di Piacenza esporrà eccezionalmente due Panini recuperati dall’Istituto di credito locale all’estero, così come abitualmente fa per quadri o documenti finiti fuori Italia, specie di soggetti piacentini.

Si tratta di 2 quadri (dipinti nel 1719) che Ubertino Landi commissionò al grande artista piacentino Gian Paolo Panini (1691 – 1765) per arredare casa sua. Il Marchese Landi aveva evidentemente bisogno di un pendant e chiese a Panini di riprodurgli il castello di Rivalta, quadro al quale l’artista accompagnò una veduta fantastica. Le due vedute sono state recuperate dall’estero (dove erano finite) dalla Banca, con la collaborazione del Comando Carabinieri per la tutela del patrimonio culturale.

Prima del recupero operato dalla Banca di Piacenza, si conosceva la sola replica di questo quadro, commissionata dal principe di Kassel ed ora conservata nell’omonima città tedesca (da dove arrivò nel 1993 per essere esposta a Palazzo Gotico). “Il Panini bambocciante – ha scritto, in una pubblicazione della Banca di Piacenza, Ferdinando Arisi, il maggior studioso al mondo dell’artista piacentino – si è sbizzarrito in questi quadri come mai in altre occasioni. In quello con la veduta del Castello di Rivalta si vedano i particolari del pastore con la rete gonfia di pesci che si dirige soddisfatto verso Caratta Rollera, e più in là, verso il castello, delle quattro donne che si danno da fare per lavare, strizzare la biancheria e portare quella pulita sulla riva, gioielli di freschezza, come nel pendant i bambini che si accingono ad entrare in acqua: un maschietto piuttosto in carne, dalla pelle rossicia, invita a spogliarsi una bambina dalla pelle chiara, che si sta cavando dal capo la camicia, che ricorda, per il gioco dei bianchi, una vecchia tutta coperta, capo compreso, di un lenzuolo come un fantasma che poco lontano dal contadino cerquozziano chiede l’elemosina a un gentiluomo, quasi ad indicare il problema sociale dei poveri vergognosi”.




Siamo molto Popolari: “un atto d’orgoglio di chi rappresenta una grande tradizione bancaria”

Il diritto, la proprietà, la banca (2007, edizioni Spirali), Siamo molto popolari (2017, edizioni Rubbettino): due libri di uno stesso autore scritti a dieci anni di distanza l’uno dall’altro, con la comune caratteristica della chiarezza (perché usciti dalla penna di un banchiere che è anche giornalista) e della schiettezza, perché Corrado Sforza Fogliani dice quello che pensa (e pensa quello che dice), atteggiamento di chi (oggi merce rara) ha la schiena dritta.

Concetti sui quali si sono trovati d’accordo i prestigiosi ospiti della presentazione dell’ultima fatica editoriale del presidente di Assopopolari, che si è tenuta a Palazzo Galli della Banca di Piacenza davanti a una platea numerosissima (gremito il Salone dei Depositanti, così pure le salette attigue Douglas Scotti e Carnovali e la Sala Panini al primo piano, allestita con collegamento audio-video), replicando i successi dei precedenti appuntamenti nelle sedi ABI di Milano e Roma.

Il condirettore di QN (Resto del Carlino, La Nazione, Il Giorno) Gabriele Canè, l’economista Roberto Caporale, il giornalista economico (Sole 24 Ore e Radio 24) Gianfranco Fabi, il manager  Luciano Gobbi, il presidente del Consiglio di amministrazione della Banca di Piacenza Giuseppe Nenna, lo storico ed economista Giulio Sapelli hanno ripreso – coordinati dal giornalista Robert Gionelli – i temi trattati in Siamo molto popolari (controstoria della Riforma della banche popolari voluta dal governo Renzi che arriva da lontano e porta all’oligopolio bancario) facendo dei parallelismi su quanto Sforza aveva scritto dieci anni prima, mettendo in guardia da pericoli che sono puntualmente diventati realtà.

«Vorrei ricordare un connotato dell’autore di questo libro», ha esordito Canè: «E’ un giornalista, non solo uomo di numeri, come era giornalista Einaudi e come lo è Patuelli: una passione per lo scrivere che dà una marcia in più».  In un momento nel quale le banche sono tutt’altro che popolari, ci voleva coraggio a scriverne. «Non ho competenze tecniche per giudicare la riforma delle Popolari – ha proseguito Canè – ma penso che non sia un problema di dimensioni: non è che piccolo non sia bello, non è bello ciò che è fatto male».

Il giornalista ha ringraziato Sforza per aver sempre difeso il valore della vicinanza delle banche popolari al territorio d’orgine, «un valore aggiunto che ci fa sentire più sicuri» e rilevato nel lavoro e pensiero del presidente di Assopopolari «una continuità tra il primo e il secondo libro».

Roberto Caporale ha definito il volume di Sforza «chiaro, limpido, non scritto in esperanto come tanti libri economici», argomentato in modo esaustivo. «Le banche popolari – ha spiegato – per le loro caratteristiche hanno partecipato in modo efficace alla crescita del nostro sistema economico garantendo crescita, stabilità e sovranità, tre valori oggi in crisi». L’economista ha criticato le regole europee che standardizzano tutto contro il buonsenso. «Ci sono appetiti pelosi, nessuna armonizzazione è neutra, ma nasconde favoritismi a qualcuno. C’è un disegno europeo giacobino che mira a distruggere i corpi intermedi a favore della grande finanza internazionale che vede le banche popolari come un ostacolo perché, purtroppo – ha amaramente concluso Caporale – è tutta una questione di soldi».

Giancarlo Fabi ha ricostruito il giallo del decreto del 2015 sulle banche popolari efficacemente raccontato nel libro (tutte le banche colpite dalla riforma, e costrette a trasformarsi in Spa, sono finite in mano a fondi speculativi perdendo la loro territorialità), giudicando il decreto stesso «incostituzionale, illogico, illiberale, improprio e ingiustificato», una riforma che deriva dalla logica del pensiero unico che «sposa il gigantismo a dispetto del rapporto personale e dell’economia reale».

Fabi ha consigliato la lettura dell’intervento di Corrado Sforza Fogliani nel volume Banchieri di Bebbe Ghisolfi (una raccolta di autobiografie di banchieri, appunto, che verrà presentato a Palazzo Galli il prossimo 12 marzo) ed ha avuto parole di elogio per la Banca di Piacenza, «all’antica, che pensa al territorio e a fare qualcosa a fianco delle persone».

Luciano Gobbi, che della Banca di Piacenza è stato presidente per cinque anni, ha con una metafora paragonato il libro di Sforza del 2007 a una paesaggio dipinto da Lorraine («eravamo in piena euforia finanziaria con derivati e quant’altro, poi ci si è resi conto che qualcosa non andava, nel paesaggio sono comparse le prime nubi e il presidente Sforza nel suo libro di dieci anni fa aveva con doti profetiche paventato tutti i guai che abbiamo poi visto»). Gobbi ha toccato un tema molto caro a Sforza: i centri decisionali che se vanno altrove facendoci diventare una colonia («la maggior perdita che Piacenza e il Paese abbia avuto») che vede sfumare indotto e occasioni di lavoro. «Sono sicuro che quando il presidente di Assopopolari scriverà il suo terzo libro, le cose andranno meglio, a patto che il potere politico si faccia carico di certe decisioni dopo il momento di grande antagonismo tra mondo reale e iperfinanzializzato; Trump, in questo senso, può essere utile», ha osservato il manager auspicando si vada oltre la riforma con un’ipotesi di lavoro che guardi al modello holding.

«Tre cose accomunano questi due libri – ha esordito Giuseppe Nenna -: coerenza, originalità del pensiero, schiena dritta. Una voce fuori dal coro, un atto d’orgoglio in difesa del modo di fare banca delle Popolari, che non ha il profitto come unico obiettivo e che garantisce autonomia dal potere politico, con il voto capitario che rappresenta una forma di democrazia». Anche Nenna ha definito «profetico» il libro di dieci anni fa, che suonava l’allarme sul rischio della perdita dei centri decisionali, e ha sottolineato una contraddizione: «In Italia si cerca di sopprimere le Popolari, in altri Paesi sono aiutate, sostenute».

«Il libro di Sforza Fogliani – ha affermato Giulio Sapelli – prende il toro per le corna spiegando perché si vogliono eliminare le banche popolari». Ma cosa ha provocato tutto questo? «L’equilibrio tra le potenze mondiali è cambiato – ha spiegato l’economista -. Quindici anni fa si è allentato l’ombrello americano e la Germania ha preso campo. Il nostro Paese si è portato dietro il cosmopolitismo delle classi dirigenti a cui non importa nulla delle sorti dell’Italia. Bisogna essere aperti al mondo, d’accordo, ma occorre avere ben vivo il concetto di Patria», altrimenti si abbassano le difese e «si permette il saccheggio al cuore del risparmio italiano che le Popolari rappresentano». A parere di Sapelli un altro problema è rappresentato dal sistema di formazione della classe dirigente («molto deteriorato») con l’Università che viene finanziata in rapporto al numero di laureati («ai miei tempi si andava in 100 e si arrivava in 20; oggi si arriva in 100). Attraverso le banche popolari si vogliono colpire le piccole e medie imprese che sono le clienti del credito cooperativo. «Ma non è un complotto – ha concluso Sapelli – bensì un processo storico pieno di contraddizioni e stupidità a cui quasi nessuno si oppone. Triste Paese il nostro. Il 4 marzo si vota e non c’è in giro un manifesto. La politica ha mortificato e desertificato l’Italia».

In chiusura ha preso la parola l’autore delle pubblicazioni. «E’ stato detto tutto quello che si poteva e doveva dire, il campo è stato arato fino in fondo», ha esemplificato Sforza Fogliani che ha dichiarato l’amore per la categoria delle banche popolari. «Il libro – ha proseguito – ha voluto essere un atto d’orgoglio perché sentiamo di rappresentare una grande tradizione non solo sul piano economico, e un atto di denuncia: i dati che si riferiscono alla composizione azionaria del capitale delle grandi banche sono spaventosi; sono diventate di proprietà dei fondi internazionali speculativi. Quando si è colonie, quando si perdono i centri decisionali, non c’è più futuro per il Paese e per le province che non hanno una banca locale, che è come la salute: si apprezza quando non c’è più». Il presidente Sforza ha ricordato i 40 milioni all’anno che la Banca di Piacenza riversa sul territorio (finanziamenti esclusi), cosa che nessun altra istituzione fa: «Continuiamo la nostra vita come Banca di Piacenza – ha spiegato Sforza – fatta di attenzione per quello che va attenzionato.

Sabato inaugureremo la Salita al Pordenone riprendendo una tradizione antica che rimarrà nel tempo. Ci vantiamo di aver fatto tutto con le nostre forze, senza aver chiesto un euro alle istituzioni pubbliche e senza distogliere soldi della comunità ad altri impieghi, specie in questo periodo ci crisi. A breve verrà presentato ai soci il bilancio, con risultati che consentiranno di aumentare il dividendo. Simili traguardi sono possibili anche grazie agli amministratori e ai dipendenti che sono vicini alla Banca. E questo vuol dire essere vicini al territorio».

L’on. Daniele Capezzone e Paolo Cirino Pomicino, previsti tra i relatori, non sono riusciti a raggiungere Piacenza a causa dei disagi nei trasporti ferroviari provocati da neve e gelo. Pomicino ha inviato un messaggio (pubblicato su questo stesso sito) nel quale, scusandosi, ha analizzato con acutezza il problema della riforma delle Popolari, e riferendosi a Sforza Fogliani ha scritto che «testimonia in ogni occasione che la vera giovinezza non è quella anagrafica ma quella del pensiero».

Emanuele Galba




Dal 4 marzo la Salita al Pordenone: oggi la presentazione

Davanti a numerose autorità cittadine e della provincia si è svolta questa mattina nella sede della Banca di Piacenza la presentazione della Salita al Pordenone, progetto di valorizzazione della Basilica di Santa Maria di Campagna (vedi alcuni cenni storici) che ospita gli straordinari affreschi del pittore al secolo Giovanni Antonio de Sacchis. L’iniziativa è stata fortemente voluta dalla Banca di Piacenza in collaborazione coi Frati Minori Osservanti e il patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri e del MiBact. Apertura il 4 marzo e chiusura il 10 giugno.

Dal 4 marzo al 10 giugno 2018 la Salita al Pordenone in Santa Maria di Campagna“Per la nostra città è una grande occasione – ha affermato la sindaca Barbieri -, la Chiesa è stata attenzionata dal Comune e da Corrado Sforza Fogliani per farci godere lo splendore degli affreschi del Pordenone. Tengo a precisare che questo evento non beneficia di contributi del Comune ma si tratta della volontà di un privato di far emergere un’eccellenza della propria città, un regalo di cui siamo grati. Padre Bollati (guardiano del Convento, ndr) con entusiasmo si è messo a disposizione, accettando questa sfida”.

Per la prima volta si potranno ammirare stando alla loro stessa altezza gli affreschi grazie ad un camminamento che porta a una galleria circolare aperta sull’esterno della città, con vista panoramica a 360°. “La possibilità di vedere il Pordenone dall’alto è una ricchezza – considera Padre Bollati -, anche se era stata concepita per essere vista dal basso. I pellegrini, quando giungevano nella Chiesa dopo un lungo viaggio, capivano che il loro cuore si era aperto a Dio. C’è sempre stato questo desiderio da parte nostra, dall’altra parte Dio si fa riconoscere, protraendo le braccia verso l’uomo si fa sentire presente. La pittura è sempre servita per mandare messaggi di fede, e questo evento non fa eccezioni”.Salita al Pordenone in Santa Maria di Campagna a Piacenza

Il vice direttore Boselli ha illustrato i vantaggi per i correntisti durante il periodo di apertura della Salita: “Prevediamo un conto Pordenonino, che inserisce una polizza dedicata alle opere d’arte, che prevede valutazione gratuite. In secondo luogo ci saranno abbonamenti a riviste d’arte e finanziamenti per l’acquisto di opere d’arte”.

L’architetto Ponzini ha illustrato la filosofia dietro la scelta del logo, che sarà previsto anche in tutte le iniziative correlate e in tanti negozi, per una comunicazione capillare. “Dio Padre al centro, lo spettatore nella Chiesa entra in una fase mistica”.

Corrado Sforza Fogliani ha voluto ringraziare Ferdinando Arisi, che ha concepito la manifestazione, per poi darne un quadro storico: “Piacenza nell’antichità è sempre stata un crocevia di strade, dalla via Emilia alla Via Romea, le Vie Francigene, e questa è la ragione per cui è divenuta col tempo crocevia di mercanti e poi di banchieri, ma anche di artisti”. Non resta che aspettare il 4 marzo per ammirare un’altra eccellenza piacentina.

Chi è il Pordenone

Giovanni Antonio de’ Sacchis (così si chiamava l’artista nato a Pordenone nel 1483 e morto a Ferrara nel 1539) affresca la cupola di Santa Maria di Campagna tra il 1530 e il 1535, dopo che nel 1522 aveva terminato il ciclo di affreschi dedicati alla Passione di Cristo nella cattedrale di Cremona e – siamo nel 1529 – affrescato la cappella Pallavicino a Cortemaggiore, in provincia di Piacenza. La cupola della Basilica piacentina è, a parere di Vittorio Sgarbi, “l’opera forse più importante del Pordenone, in puro stile michelangiolesco”. Il de’ Sacchis non porta però a termine il ciclo di affreschi della cupola; lesene, tamburo e pennacchi sono affidati a Bernardino Gatti, detto il Sojaro. Pordenone realizza altre importanti opere in Santa Maria di Campagna: la cappella di Santa Caterina (1530- 1532), la cappella della Natività o dei Magi (1532-1536), Sant’Agostino (1535).

La Salita si pone come obiettivo la valorizzazione di Santa Maria di Campagna come “crocevia di artisti”. Oltre ai lavori del Pordenone, infatti, sono presenti opere di Guercino, Ignazio Stern, Antonio Campi, capolavori che ispirarono Luigi Miradori, detto il Genovesino, vissuto a Piacenza tra il 1632 e il 1635. L’evento – così concepito – s’inquadra in un contesto scientifico unitario con Piacenza crocevia di pellegrini, mercanti e banchieri: un crocevia a più titoli che la Banca di Piacenza valorizzerà negli anni a venire.

Mostre collegate

Collegate all’evento Salita al Pordenone, l’Istituto di credito organizzerà a Palazzo Galli (via Mazzini, 14, Piacenza) le mostre Il Genovesino e Piacenza e I nuovi Ghittoni e i disegni della collezione Banca di Piacenza, visitabili (anche in giorni separati) acquistando il biglietto della Salita.

In contemporanea la salita al Guercino

La città di Piacenza, inoltre, offrirà in contemporanea – a piacentini e forestieri – la possibilità di salire (o risalire) all’altezza di affreschi di prim’ordine di diversi artisti (Guercino, Pordenone, Sojaro). Una contemporaneità che rappresenta un primato assoluto, finora ineguagliato nel nostro Paese e, forse, anche all’estero.

Il biglietto d’ingresso alla Salita, infatti, consentirà l’accesso a prezzo ridotto alla mostra I misteri della Cattedrale. Meraviglie nel labirinto del sapere, che comprende anche la Salita alla cupola del Guercino nel Duomo di Piacenza. Allo stesso modo, l’acquisto del biglietto per la mostra in Duomo darà diritto all’ingresso alla Salita al Pordenone a prezzo ridotto.

Al sabato navetta con Cremona

La manifestazione si estenderà – oltre che alla città di Pordenone e provincia – ai territori di Cortemaggiore, Monticelli e Cremona, custodi di tesori artistici direttamente o indirettamente collegati con il grande artista friulano. Nei rispettivi centri verranno organizzate iniziative legate al Pordenone e, da marzo a giugno, ogni sabato, la Banca di Piacenza organizzerà un servizio di bus navetta con visita guidata ai capolavori pordenoniani.

Il 19 maggio, in occasione della giornata europea Notte dei musei, la Salita al Pordenone e le altre mostre collaterali a Piacenza, le visite a Cortemaggiore, Monticelli e Cremona saranno in notturna, dalle 21 alle 24.

Salita al Pordenone – Basilica di Santa Maria di Campagna (Piazzale delle Crociate – Piacenza)

Orari – 4 marzo – 10 giugno 2018Salita al Pordenone in Santa Maria di Campagna

 

da martedì a venerdì 10 – 12.30 e 15 – 18
sabato e festivi: 10 – 18
chiuso i lunedì non festivi

Palazzo Galli (Via Mazzini 14 – Piacenza)
da martedì a sabato 15-19 – festivi 10-12.30 e 15-19 – chiuso i lunedì non festivi e il 24 e 25 marzo – Apertura speciale Notte dei Musei – 19 maggio ore 21-24

Biglietti

Il biglietto per la Salita al Pordenone della Basilica di Santa Maria di Campagna dà diritto ad ottenere un biglietto gratuito per l’ingresso alla mostra Genovesino a Piacenza e a quella I nuovi Ghittoni e i disegni della collezione Banca di Piacenza allestite a Palazzo Galli.

Per la Salita è obbligatoria la prenotazione della fascia oraria di visita, anche per i visitatori ad ingresso gratuito. I biglietti si possono acquistare online a partire dal 24 febbraio 2018, contemporaneamente alla prenotazione, sul sito www.midaticket.it, oppure tramite il siti www.bancadipiacenza.it e www.salitaalpordenone.it, oppure presso le biglietterie di Santa Maria di Campagna e di Palazzo Galli nei giorni e negli orari delle visite.

Per le mostre di Palazzo Galli non è prevista la prenotazione. L’accesso è consentito esclusivamente esibendo il biglietto gratuito ricevuto unitamente al biglietto valido per la Salita al Pordenone, anche in giorno diverso rispetto a quello scelto per la Salita al Pordenone.

Costo

Intero: € 12
Ridotto: € 10
Gruppi organizzati (minimo 12 persone): € 10
Scuole: € 5 per ogni componente il gruppo
Ridotto speciale: € 5

Regole e divieti

L’accesso dei prenotati per la Salita al Pordenone è predisposto per gruppi limitati di persone, con partenza ogni 20 minuti circa, accompagnati dall’apposito personale.
Le persone che si presentano a Santa Maria di Campagna per la salita alla cupola senza la prenotazione, o che – per qualsiasi motivo – abbiano mancato il proprio turno di visita, dovranno attendere il primo posto libero per poter salire.
Il percorso di salita in quota include camminamenti a suo tempo esistenti nella Basilica e originariamente utilizzati per sole attività manutentive, adattati alla visita con alcuni passaggi di difficile percorrenza: i visitatori, al proposito, dovranno attenersi al rispetto delle indicazioni contenute nelle presenti norme distribuite anche all’ingresso NORME DI SICUREZZA distribuite all’ingresso e riportate più sotto.
Per le persone con disabilità e per i bambini di età inferiore ai 6 anni sono esclusivamente possibili la visita alla Basilica e l’accesso alla sala multimediale, con esclusione quindi della salita alla cupola. Gli affreschi in cupola del Pordenone potranno essere visti tramite il touch screen posto all’interno della Basilica.
La Basilica è, prima di tutto, un luogo di culto: i visitatori sono invitati ad avere un comportamento e un abbigliamento consoni in particolare per rispetto al luogo sacro è vietato mangiare e bere e disturbare le persone con un alto tono di voce.
I visitatori sono tenuti ad attenersi scrupolosamente alle norme di comportamento riguardanti la sicurezza di seguito descritte:

La salita avviene per rampe di scale di complessivi 100 scalini.

Alcuni passaggi presentano difficoltà di percorrenza e un discreto impegno fisico;
i parapetti di sicurezza degli affacci all’interno della cupola presentano un’altezza di 110 cm; nel percorso di salita sono presenti passaggi di altezza massima di 1,5 m.;
per cause connesse a condizioni atmosferiche avverse o per cause di forza maggiore le visite potranno essere sospese, anche momentaneamente;

La salita è vietata a:
persone affette da malattie cardiache
persone affette da acrofobia (vertigini)
persone affette da claustrofobia
persone con limitata capacità motoria
persone in situazione psicologica alterata
I minorenni sono ammessi solo se accompagnati da un adulto responsabile

Ai visitatori è fatto divieto di:

sporgersi e tenere le braccia all’esterno delle balaustre di protezione
lanciare oggetti di qualsiasi genere
eseguire qualsiasi manovra sugli impianti che si trovano lungo il percorso
È obbligatorio:

indossare abbigliamento comodo, calzature basse e chiuse (no tacchi);
depositare al piano terra, negli appositi armadietti, tutti gli oggetti che possono creare impedimento o ingombro (zaini, borse, etc.);
seguire con attenzione le indicazioni del personale durante la visita;
rimanere vicini agli accompagnatori preposti, seguire tutte le loro indicazioni e rispettare le norme di sicurezza;
tenere un comportamento tale da non mettere in pericolo la propria e altrui incolumità
non fuoriuscire dal percorso assegnato.




La Salita al Pordenone “sbarca” al Rotary

La Banca di Piacenza ha anticipato alcune linee generali della Salita al Pordenone al Rotary, fra gli sponsor dell’evento, i particolari della manifestazione verranno invece comunicati in una conferenza stampa la settimana prossima.

Dopo la presentazione della serata (convocata in interclub con il Rotary Farnese) da parte del Presidente del Rotary Piacenza dott. Leonardo Bragalini, sono intervenuti il sindaco di Piacenza Patrizia Barbieri e dato che l’evento interesserà, oltre che Cremona, anche Cortemaggiore e Monticelli, anche i sindaci di questi ultimi due centri, Gabriele Girometta e Gimmi Distante.

E’ stata poi la volta del Presidente Esecutivo della Banca di Piacenza Sforza Fogliani che ha compiuto un excursus relativo alla storia della basilica, al restauro e ristrutturazione della salita oltre che di un affresco del Pordenone in basilica (appena autorizzato) dando anche diversi curiosi particolari (autoritratto del Pordenone, ritratto della moglie piacentina e di Alessio Tramello, progettista della chiesa).

Il Superiore del convento francescano Padre Secondo Ballati ha poi illustrato la spiritualità degli affreschi sottolineando l’innumerevole quantità di gioiosi bambini che li compongono, unitamente ad un ragguardevole numero di donne, ad ulteriore dimostrazione della particolare protezione che la Chiesa ha sempre alle stesse riservato. Al termine, l’architetto Carlo Ponzini ha illustrato il logo dell’evento che parte dal concetto della centralità iconografica di Dio Padre (raffigurato alla sommità della lanterna che sovrasta la cupola).

Ha chiuso la serata – prima del saluto finale del Presidente Bragalini – il Presidente del Rotary Farnese avv. Paolo Bosi, che ha espresso a nome di tutti i convenuti il particolare apprezzamento dei piacentini per quanto la Banca ha fatto, fa e continua a fare, anche nel campo – oltre che del credito – della difesa dei nostri valori storico-artistici e del patrimonio artistico, specialmente religioso.

Insieme a numerosi soci rotariani (più di un centinaio) hanno partecipato alla riunione anche il Direttore Generale della Banca dott. Crosta e l’Ing. Tagliaferri responsabile dell’ufficio tecnico della Banca, al quale è stato dai convenuti tributato un caloroso, affettuoso applauso, così come agli altri relatori.




Il direttore di Panorama Economy, Sergio Luciano, a Palazzo Galli

Presenza illustre domani al corso di formazione per imprenditori e commercialisti che si terrà a Palazzo Galli, organizzato dalla Banca di Piacenza. Sarà presente e parlerà allo stesso il dott. Sergio Luciano direttore di Panorama Economy. Sarà presente anche Corrado Sforza Fogliani, Presidente di Assopopolari, che sarà da lui intervistato.

Nella giornata formativa che inizierà alle ore 9.30 e terminerà alle ore 17.30 (con un intervallo e pranzo a buffet, offerto dalla Banca, dalle 13.00 alle 14.00), verranno approfonditi, in particolare, i seguenti argomenti: presentazione del progetto di impresa, analisi preliminari all’avvio del rapporto con la Banca, analisi di bilancio, centrale rischi, condivisione del rischio.

Informazioni e dettagli del corso a tutte le filiali della Banca e presso l’Ufficio Marketing e sviluppo della Sede centrale.




I vigili del fuoco ispezionano la lanterna “del Pordenone”

Ci sono voluti i vigili del fuoco del nucleo speciale S.A.F. (speleo alpino fluviale) per effettuare, stamane, un sopralluogo di sicurezza alla lanterna con l’effige di Dio Padre sulla cupola del Pordenone. La lanterna tra l’altro rappresenta anche il logo della manifestazione ed è stato ideato dall’architetto Carlo Ponzini). Mancano ormai poche settimane all’apertura del camminamento di Santa Maria di Campagna che porterà i visitatori all’altezza degli affreschi del Pordenone. Per questo fervono i preparativi della manifestazione promossa e organizzata dalla Banca di Piacenza in collaborazione con il Comune di Piacenza (proprietario della basilica) e con la comunità francescana (comodataria della stessa). Si stanno così ultimando i lavori sia sul camminamento sia in cupola ed in basilica.

I vigili del fuoco sono intervenuti per diretto interessamento del Comandante di Piacenza Ing. Martino. Il nucleo S.A.F. è costituito da personale operativo che utilizza, nell’ambito delle attività di soccorso tecnico urgente, attrezzature e procedure di soccorso derivate dagli ambiti della speleologia, dell’alpinismo e del fluviale. Si tratta, in pratica, di un personale che opera dove gli altri mezzi non possono arrivare.

La Banca di Piacenza renderà noto, a breve, in una apposita conferenza stampa, il programma dettagliato della manifestazione così come lo esporrà, prima della fine del mese, ad alcune organizzazioni e associazioni che ne hanno fatto richiesta già a patire dalla settimana prossima.