Gli studenti della Cattolica rivelano le preferenze culturali dei piacentini

L’Università Cattolica ha condotto uno studio su un campione di 1006 persone per capire i sentimenti riguardo i beni culturali più rappresentativi della città, i prodotti tipici, le iniziative culturali e i personaggi “testimonial” di Piacenza, compresa qualche curiosità. Ne è emerso un quadro variopinto, con qualche sorpresa (vedi video intervista sotto).

Lo studio è stato condotto da alcuni studenti di Economia ed è stato presentato nella giornata di ieri nella stessa sede di Via Emilia Parmense alla presenza di un folto gruppo di studenti. Il campione ha raccolto giovani e meno giovani, residenti non solo a Piacenza ma anche fuori provincia, con una prevalenza di diplomati per il 41%.

Metà degli intervistati non sapeva che Piacenza si è candidata a diventare Capitale Italiana della Cultura.

Stupisce un dato: metà degli intervistati non sapeva che Piacenza si è candidata a diventare Capitale Italiana della Cultura. Più di un terzo non sa se Piacenza sia meritevole (38%), mentre un 39% ci crede. I piacentini si mostrano pacatamente soddisfatti dell’offerta in merito a ristoranti, alberghi, trasporto, vita notturna, scuole, musei, mostre, eventi sportivi, musicali. Su una scala da 1 a 10 nessuna delle voci presenti supera il 7. Stesso discorso per la qualità della vita, che raccoglie un 6,5 di media. Staccati Economia, (6,4), Società (6) Ambiente (5,9). 

Poche sorprese sui luoghi più rappresentativi di Piacenza, che sono Palazzo Farnese e il Duomo con il 31% e 34% delle preferenze (entrambi segnalati dai più giovani). Più staccati Palazzo Gotico, Val Trebbia e Castell’Arquato. Grazzano Visconti raccoglie il 16%, mentre luoghi come la Galleria Ricci Oddi e il Collegio Alberoni sono fanalini di coda con  il 7 e il %.

I Cavalli del Mochi la fanno da padrone sui beni culturali più rappresentativi, con oltre il 57% di preferenze. Si fa sentire l'”effetto Guercino”, secondo col 38%. Staccati il tondo di Botticelli, il Fegato Etrusco e l’Ecce Homo, che rimangono eccellenze culturali del nostro territorio.  

Da segnalare che i Cavalli di Alessandro e Ranuccio Farnese, così come il Guercino sono stati segnati in particolare da chi è residente fuori provincia, buon segnale sul risultato dell’iniziativa dello scorso anno.

Sappiamo bene come la cucina emiliana sia da sempre considerata tra le migliori del mondo, ma come la vediamo noi piacentini? Riconosciamo la nostra coppa come la più rappresentativa (quasi 1 su 2 del campione intervistato). In particolare i più giovani hanno preferito questo prodotto, per il 56%. Ipiù anziani sono andati su Pisarei, Gutturnio e Tortelli con la coda.

Le iniziative culturali preferite sono i Venerdì piacentini, ormai caposaldo della nostra estate. Dominio assoluto col 61% di preferenze. Arrancano appuntamenti musicali come l’Appennino Folk Festival e il Piacenza Jazz Fest, rispettivamente al 9 e 16%. L’ormai defunto Festival del diritto raccoglie il 36% di preferenze, soprattutto dal campione più giovane (41%), che traina anche i Venerdì piacentini (81% delle preferenze viene da questa fetta di popolazione. 

Testimonial Armani, Verdi e i Fratelli Inzaghi. Anche in questo caso i più giovani si mostrano attratti da moda e calcio, con 61% a ritenere Armani testimonial e il 34% i due ex bomber del Piacenza.

Video intervista a Giulia Cortellini referente per il sondaggio

 




Parma, Piacenza, Reggio: “chiunque vinca il titolo di Capitale della Cultura collaborerà con le altre due città”

La vicenda potrebbe prendere il titolo da un vecchio e divertente film : “Una poltrona per due” anche se in questo caso la poltrona o meglio il titolo è uno ma i pretendenti tre. Tante sono infatti tre le città emiliane che concorrono per essere Capitale italiana della cultura 2020: Parma, Piacenza e Reggio Emilia sono tra le 10 città italiane finaliste selezionate dal Ministero dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo (Mbact). Avrebbero potuto correre assieme ma (come avevamo già scritto) sono state sconsigliate dal farlo. In passato le cordate sono sempre risultate perdenti. Quindi ognuna ha deciso di correre per conto suo. Ma, magari per far pendere l’ago della scelta verso l’Emilia, oggi le amministrazioni delle  città hanno diffuso un comunicato in cui si dicono pronte a collaborare nel caso una delle tre vinca. Del resto sono tante le cose che ormai si condividono, da Iren, al 118, alla Camera di Commercio. Quindi anche la vittoria potrebbe essere un po’ ridistribuita.

“Le tre città emiliane – rilevano le rispettive Amministrazioni comunali – insieme ai loro territori di riferimento, costituiscono l’Area vasta turistica “Emilia” che, dallo scorso anno, ha nell’ente pubblico “Destinazione turistica Emilia”, il soggetto composto da 102 enti locali, deputato a promuoverne l’attrattività turistica.

Si tratta di una terra dalla cultura millenaria che concentra, nelle tre città capoluogo di provincia, straordinarie evenienze storico-artistiche, ma anche una propensione, differente per aree di specializzazione, ma coerente per obiettivo, a misurarsi con la contemporaneità attraverso la comune convinzione che la cultura sia un vettore di sviluppo economico e sociale.

Tra poco le tre città saranno chiamate a presentare il proprio progetto nel corso delle audizioni della Commissione ministeriale presieduta da Stefano Baia Curioni.

Quale sia delle tre a ricevere eventualmente il titolo, si impegnerà a collaborare strettamente con le altre due per favorire ricadute turistiche sull’Area vasta della Destinazione turistica Emilia ai fini di valorizzarne sempre più l’attrattività dall’Italia e dall’estero, incrementando il numero di visitatori”.

 




Piacenza fra le dieci città finaliste per il titolo di Capitale Italiana della Cultura 2020

Piacenza ce l’ha fatta. Nonostante le incertezze iniziali, nonostante il dossier sia stato preparato in tempi record la nostra città è entrata a far parte della lista ristretta delle dieci città che si contenderanno il titolo di Città italiana della Cultura 2020.

Sarà una sfida giocata in buona parte con le vicine Parma e Reggio Emilia ed è comunque una soddisfazione sapere che tre città emiliane sono fra le possibili vincitrici.

A contendersi il titolo saranno dunque Agrigento, Bitonto, Casale Monferrato, Macerata, Merano, Nuoro, Parma, Piacenza, Reggio Emilia e Treviso. In palio, oltre alla visibilità che essere capitale della cultura regala c’è anche una dote di un milione di euro.

Come spiega una nota del Ministero dei Beni culturali le città della short list “sono arrivate in finale superando le altre 21 candidate al bando dello scorso maggio” (46 le città che avevano originariamente espresso interesse).

Adesso le finaliste dovranno presentare il proprio progetto (dettagliato) nel corso delle audizioni della Commissione presieduta da Stefano Baia Curioni (docente della Bocconi ed uomo di fiducia del ministro).

Entro il 31 gennaio la commissione sceglierà il progetto vincitore e lo sottoporrà al Ministero per la proclamazione di Capitale italiana della cultura 2020. Il titolo sarà assegnato con una cerimonia pubblica presso il Mibact, a Roma, il prossimo 16 febbraio alla presenza del ministro Dario Franceschini.

Onore al merito va soprattutto al sindaco Patrizia Barbieri che, nonostante si fosse insediata da poco e nonostante avesse dovuto affrontare gravi problemi (dipendenti comunali coinvolti nell’inchiesta dei “furbetti del cartellino”) decise comunque di presentare la candidatura e supportata dall’assessore Massimo Polledri (e dall’esperto Paolo Verri) diede impulso al  dossier in tempi record. Adesso, ovviamente il gioco si fa più duro e davanti alla commissione bisognerà dare concretezza alle tante idee (spesso un po’ fumose) che le dieci città avevano anticipato nel documento di candidatura. Guardando alla storia delle assegnazioni recenti questa volta potrebbe toccare ad una città del nord visto che gli ultimo titoli sono andati a Palermo – sud (2018), Pistoia – centro (2017), Mantova – nord (2016). Nel 2019 invece sarà Matera (sud) essere Capitale Europea della Cultura e quindi il titolo italiano slitta all’anno successivo proprio al 2020 per cui è in corsa Piacenza. Se toccasse nuovamente al nord sarebbe dunque una sfida a sei fra Casale Monferrato, Merano, Parma, Piacenza, Reggio Emilia e Treviso.