Caporalato, arrestati due indiani che sfruttavano cittadini extracomunitari di origine africana

Cittadini extracomunitari di origine africana sfruttati in una storia tipica del caporalato. Questo è quello che è successo nell’Oltrepò Pavese a un gruppo di lavoratori occasionalmente assunti da una cooperativa del Piacentino, che venivano stipati in furgoni contenenti anche 10 persone per raggiungere i luoghi di lavoro, aziende vitivinicole solitamente, da due indiani di 41 e 39 anni residenti a Cortemaggiore e arrestati dai carabinieri della stazione di Montù Beccaria (Pavia), con l’accusa di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro.

L’operazione è stata condotta dal Nucleo ispettorato del lavoro dell’Arma di Pavia e i carabinieri della compagnia di Stradella (Pavia), che dopo un servizio di osservazione e pedinamento che durava da giorni, ieri mattina verso le sette, in una frazione del comune di San Damiano al Colle (Pavia), hanno bloccato due furgoni, condotti dai due indiani, sui quali si trovavano 16 lavoratori extracomunitari. Si sono potute appurare le pessime condizioni di lavoro a cui erano costretti i cittadini extracomunitari, il tutto per un compenso inferiore ai cinque euro all’ora. I due “caporali autisti” incassavano anche due euro da ogni lavoratore, come pagamento per il viaggio.

Ai due indiani è stato contestato il fatto di esporre i lavoratori a situazioni di pericolo, considerate le condizioni in cui avveniva il trasporto e i compiti svolti in una situazione di chiaro sfruttamento e senza nessuna garanzia. Con le stesse accuse sono stati denunciati altri due indiani, anche loro residenti a Cortemaggiore (Piacenza), rispettivamente presidente e vicepresidente di una società cooperativa di Piacenza: sono loro, secondo quanto è emerso dall’indagine, ad aver reclutato i richiedenti asilo africani, approfittando del loro stato di bisogno. Durante l’operazione sono stati complessivamente identificati e controllati 68 lavoratori stranieri, prevalentemente di origine africana e asiatica. Restano ancora da valutare le posizioni dei titolari delle aziende agricole presso le quali venivano accompagnati i lavoratori. 

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350 del sindacato USB hanno manifestato contro caporalato e lavoro nero [GALLERY]

Difesa dei diritti, della dignità, del salario e la denuncia del caporalato, del lavoro nero e del perverso sistema degli appalti. Queste in sintesi le rivendicazioni del sindacato USB che questa mattina dalle 11 circa fino alle 13 30 hanno sfilato per le strade del centro città. Presenti delegazioni da più parti d’Italia, come Livorno, Pisa, Bologna, Cremona, Firenze. Dalla stazione si è giunti alla Lupa, da verso viale Patrioti, via 4 novembre, Facsal e il rientro in Piazzale Marconi. Qui vi mostriamo una gallery della giornata. Presente Roberto Montanari, del sindacato Usb di Piacenza, Riad Zaghdane di USB logistica, nonchè Giorgio Cremaschi di Potere al Popolo, presente anch’esso con una delegazione.

“Oggi si manifesta – sottolinea Monatanari – perchè ci sono un sacco di delegati, dirigenti sindacali e attivisti di USB che hanno fatto delle lotte per portare la legalità dentro i magazzini nei posti di lavoro e sono stati compensati con decine di denunce. Non si processano le lotte, perchè le lotte che abbiamo fatto alla GLS e Leroy Merlin sono state lotte contro il caporalato, contro le irregolarità che c’erano in questi magazzini, contro il lavoro nero: quindi battaglie che servono a riportare anche nella società e allo Stato tasse che vengono evase. Eppure abbiamo ricevuto denunce. Siamo qui per riportare condizioni normali nei posti di lavoro”. 

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