Dovevano scontare alcune condanne. In tre portati in carcere

Sono tre le persone finite in carcere, fra l’altro ieri e ieri, in ottemperanza ad altrettante sentenze di condanna e relative ordinanze di detenzione.  Due giorni fa, nel primo pomeriggio, gli uomini del Nucleo Investigativo si sono recati in Castelvetro Piacentino dove hanno prelevato un pluripregiudicato 53enne, sottoposto agli arresti domiciliari (per altra causa). E’ stato portato in caserma in via Beverora a Piacenza e poi accompagnato nel carcere delle Novate dove sconterà la pena di 1 anno e 8 mesi di reclusione per furto ed utilizzo indebito di carta di debito (commessi nel luglio del 2015).

Sempre il 14 ottobre, in tarda serata, i carabinieri del Nucleo Investigativo hanno fermato ed arrestato, a Piacenza davanti alla propria abitazione un 62enne pregiudicato. Deve scontare 2 anni e 4 mesi per furto in concorso commesso nel marzo del 2016. Anche il 62enne, è stato portato in caserma e dopo le formalità di rito, accompagnato in carcere.

Infine ieri mattina, intorno alle 11 i militari hanno arrestato una straniera di 48anni residente in provincia di Piacenza. La donna deve scontare 4anni e 8 mesi di reclusione per rapina ed estorsione. E’ stata accompagnata al carcere di Modena dove rimarrà a disposizione dell’autorità giudiziaria.

 




Uil: “il Carcere di Piacenza non può e non deve essere una discarica di detenuti facinorosi”

Dopo l’ennesimo atto di aggressione nei confronti della Polizia Penitenziaria di pochi giorni fa dove tre poliziotti hanno avuto prognosi dai 5 ai 25 giorni la Uil Polizia Penitenziaria chiede più attenzione da parte dell’Amministrazione verso l’Istituto Piacentino.

“Abbiamo inviato una nostra nota al Sig Provveditore ed alla Direzione di Piacenza affinché  ci sia più attenzione su questo Istituto. – A darne notizia è Domenico Maldarizzi della Segreteria Regionale della Uil Polizia Penitenziaria che afferma “Piacenza non può e non deve essere una discarica di detenuti facinorosi trasferiti da tutto il distretto. Piacenza è un carcere complesso abbiamo un Reparto Osservazione Psichiatrica dove vengono impiegati Poliziotti, sicuramente non formati a gestire dei detenuti con un disagio psichico e che, molto spesso, l’osservazione di tali detenuti  sfocia in ricoveri presso strutture psichiatriche, aggravando ancora di più il lavoro dei poliziotti sott’organico e sfinito; abbiamo reparti destinati ai detenuti protetti e comuni, a regime aperto forse con troppa disinvoltura, dove continuamente si verificano aggressioni tra loro stessi e contro i poliziotti; un reparto ROI” (Isolamento) ed il Reparto A (Sezione ex art 32) sempre completamente affollato visti i continui arrivi di detenuti facinorosi da tutti gli altri Istituti della Regione. L’amministrazione Regionale – continua Maldarizzi – deve ridurre al massimo questi continui flussi di detenuti di difficile gestione verso questo Istituto per rendere meno gravoso il lavoro dei Poliziotti Piacentini”.

“E’ evidente che questo delle violenze e delle aggressioni è un problema che non si ripercuote solo sull’ordine interno – chiosa Maldarizzi –  ma anche sulla funzionalità dei servizi, generando assenze per convalescenze per un Personale già ridotto all’osso”. Non si comprende come mai L’Amministrazione Regionale prenda provvedimenti di trasferimento soltanto a seguito di gravi e violente aggressioni nei confronti del Personale di Polizia Penitenziaria – si chiede il Coordinatore della Uil Domenico Maldarizzi –  quando già le pregresse criticità messe in atto dai medesimi detenuti ristretti sono segnalate dalla Direzione. Posto che ogni aggressione subita da un poliziotto penitenziario nelle prime linee delle frontiere penitenziarie è da considerarsi una aggressione allo Stato, è assolutamente necessario – conclude il Coordinatore della Uil Penitenziari – che nei confronti dei detenuti che si siano macchiati di tali violenze si adottino misure esemplari, nel pieno rispetto della legge e di ogni garanzia, anche per fungere da deterrente per tali spiacevoli episodi e, soprattutto, per migliorare lo stato emotivo con cui i Poliziotti Penitenziari sono chiamati a svolgere i propri compiti istituzionali e non creando ulteriore stress da lavoro correlato”.