Consiglio post Caruso, il PD attacca. Il sindaco: “La nostra città non deve essere soffocata da giochi di potere”

Il maltempo che imperversa fuori da Palazzo Mercanti è il giusto corollario di un Consiglio comunale incentrato sulle discussioni post Caruso, alla presenza di Libera e dei sindacati uniti (Cgil, Cisl e Uil). Le opposizioni, in particolare il Partito Democratico, invece di placare gli animi, attacca in modo anche veemente la maggioranza con il consigliere Cugini che ha lanciato pesanti accuse per poi correggersi poco dopo dicendo “la mia è una critica politica, basata sull’interesse pubblico e la conoscenza dei fatti. In 20 anni non sono riusciti ad accorgersi della vicinanza di un mafioso. Non ho proposto io il presidente del Consiglio comunale, ha messo in pericolo l’istituzione del Comune di Piacenza. Vi invitiamo nuovamente a un cambio di passo, a chiedere aiuto, lasciate da parte le certezze granitiche”.

Il sindaco, nel suo intervento a voce spezzata, ha esortato (come spesso accade nei suoi interventi) a fare squadra. “La consapevolezza è che mai la ‘ndrangheta si è messa nel Consiglio. La nostra città non deve essere soffocata da giochi di potere, lo dobbiamo a noi stessi. Non perdiamo di vista il benessere dei cittadini. Colgo l’occasione per offrire alla città il ruolo di garante della legalità. Il coltello ci ha provocato una ferita che tutti siamo chiamati a curare. Forza e coraggio per Piacenza”.

Rabuffi parte lento nei toni, per andare in un successivo climax ascendente, chiedendo o le dimissioni della sindaca o il commissariamento. “Tra un senzatetto e un accattone scopriamo che il cattivo da combattere ha un altro nome, e si trovava su questi banchi, anzi su quello più prestigioso e lo ha messo la maggioranza”. E ancora, “Mai mi era capitato di vivere uno stato d’animo di tale angoscia, con quelle immagini trasmesse dai TG nazionali, spero che Caruso dimostri estraneità ai fatti. Le immagini dimostrano motivo di condanna. Inaudita gravità per Piacenza, medaglia d’oro al valore militare per la Resistenza. Da martedì terra di mafia. Pensavo di aver toccato il fondo con l’inchiesta dei furbetti del cartellino. Sulla torta di compleanno dei 2 anni di amministrazione una bella candelina. Dobbiamo fare tesoro di quello che è successo, a tutti noi membri di una comunità”.

IN AGGIORNAMENTO PER L’ELEZIONE DELLA CARICA DI NUOVO PRESIDENTE DEL CONSIGLIO COMUNALE

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Caruso si è dimesso. Ora corsa alla poltrona di presidente del Consiglio comunale

Le tanto attese dimissioni di Giuseppe Caruso sono arrivate pochi minuti fa. L’ex presidente del Consiglio comunale di Piacenza, che secondo gli inquirenti avrebbe fatto parte del gruppo mafioso “brescellese” Grande Aracri, alle amministrative del 2017 aveva ottenuto 155 preferenze nella lista di Fratelli d’Italia, e coi voti della maggioranza si era assicurato il posto più alto nel “Parlamentino” di Palazzo Mercanti.

Ora si apre la corsa alla poltrona: lunedì il Consiglio comunale sarà gestito dal vice Sergio Dagnino, e durante la seduta dovrà essere eletto il nuovo presidente del Consiglio comunale. Le dimissioni di Caruso aprono le porte di Palazzo Mercanti anche al primo dei non eletti, Carlo Cerretti.

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Libera Piacenza sul caso Caruso: “Parliamo coi giovani dell’importanza delle istituzioni, e ora?”

Lo shock dell’arresto del presidente del Consiglio comunale Giuseppe Caruso è rimbalzato in tutta Italia, ma le ricadute “morali” più pesanti possono essere riscontrate in Libera, associazione che da anni fa della lotta alle mafie una propria bandiera.

Antonella Liotti, referente piacentina dell’associazione, non nasconde il proprio sconcerto: “Una situazione veramente preoccupante, nonostante siamo ancora agli inizi, a livello di indagini ancora, ma le accuse sono veramente molto gravi Caruso è stato eletto con i voti dei politici, dovranno prendere una posizione concreta. E’ un colpo fortissimo alla nostra città”.

Liotti e tutta Libera in passato erano stati protagonisti nella restituzione alla cittadinanza di un capannone confiscato alla mafia a Calendasco. In quell’occasione gli studenti avevano contribuito a pulirlo. Un tema, quello dell’esempio per le nuove generazioni, che sta particolarmente a cuore alla referente di Libera: “Noi andiamo a parlare nelle scuole dell’importanza delle istituzioni, cosa gli raccontiamo? Abbiamo portato 300 ragazzi da Piacenza ad assistere al processo Aemilia, dal Liceo Gioia, Colombini, Romagnosi, Isii Marconi, gli scout. Spesso sono più informati questi ragazzi degli adulti. Dobbiamo riflettere sui pericoli che abbiamo in casa nostra”.

Libera vuole avere informazioni certe, e che la politica si muova. In conclusione Liotti precisa che Libera non vuole essere accostata a partiti politici, “noi siamo apartitici. Ma questa è la nostra forza, perchè siamo liberi di dire quello che pensiamo, per questo chiediamo che la politica piacentina faccia chiarezza”.

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