Sostegno della mobilità casa-lavoro per persone con disabilità, domande entro il 2 febbraio all’Informasociale Polo disabilità-Caad

Sarà possibile fino a venerdì 2 febbraio presentare domanda per accedere ai contributi a sostegno della mobilità verso e dal luogo di lavoro, per lavoratori dipendenti e tirocinanti con disabilità con la necessità di trasporto personalizzato, per spese sostenute nel 2017. 

A richiedere il contributo potranno essere i lavoratori con contratto a tempo indeterminato o determinato, residenti nel Comune di Piacenza, in possesso della certificazione di handicap in base alla legge 104/1992 e/o della certificazione di invalidità ai fini del collocamento mirato in base alla legge 68/1999 (sono ammesse anche le persone con disabilità inserite in tirocini formativi), e aventi la necessità di un trasporto personalizzato laddove il luogo di lavoro non sia raggiungibile con mezzi pubblici adeguati e/o compatibili con gli orari di attività.

Le domande presentate dopo la scadenza del termine (2 febbraio) saranno escluse dal bando, mentre si intenderanno valide quelle spedite per posta con data di partenza anteriore (ma non verranno prese in considerazione le domande che, benché spedite nei termini, pervengano all’amministrazione 10 giorni dopo la scadenza del bando).

Potranno essere rimborsate le spese documentate per servizi di trasporto personalizzati (es. taxi), nonché quelle sostenute da parenti o affini fino al terzo grado, anche non conviventi, associazioni di volontariato e colleghi di lavoro che trasportino la persona con disabilità per gli spostamenti casa-lavoro (i riferimenti saranno la distanza chilometrica percorsa e le tabelle Aci 2017 relative al costo chilometrico). L’ammontare del contributo sarà quantificato, in base alle risorse disponibili, in relazione alla distanza chilometrica percorsa e al numero di domande ammissibili. Si procederà per garantire, anche in misura parziale, la copertura di tutte le richieste pervenute. Il contributo non potrà in ogni caso superare il limite di 3mila euro per ciascuna domanda.

 Maggio n.28 (aperto al pubblico lunedì, mercoledì, giovedì e venerdì dalle 8.45 alle 13, lunedì e giovedì anche il pomeriggio dalle 15.30 alle 17.30), tel. 0523 492022, email informahandicap@comune.piacenza.it.




Oggi il giorno del “salasso” dell’Imu/Tasi. Mille euro il costo medio

Il 18 Dicembre, per il saldo dell’IMU/TASI, si verseranno 10,2 miliardi di euro, per un conto complessivo di 20,3 miliardi di euro.

Oltre 25 milioni di proprietari di immobili, diversi dall’abitazione principale, (il 41% sono lavoratori dipendenti e pensionati) dovranno presentarsi alla cassa per l’acconto dell’IMU/TASI.

Il costo medio complessivo dell’IMU/TASI su una seconda casa ubicata in un capoluogo di provincia – spiega Guglielmo Loy, Segretario Confederale  UIL – sarà di 1.070 euro medi (535 euro da versare con la prossima rata a Dicembre), con punte di oltre  2 mila euro nelle grandi città.

Se si prendono in considerazione i costi dell’IMU/TASI sulle prime case cosiddette di lusso (abitazioni signorili, ville e castelli), sempre ubicate in un capoluogo di provincia, il costo medio è di 2.610 euro (1.305 euro con il saldo), con punte di oltre 6 mila euro.

Chi possiede una seconda pertinenza dell’abitazione principale della stessa categoria catastale (cantine, garage, posti auto, tettoie) dovrà versare l’IMU/TASI con l’aliquota delle seconde case con un costo medio annuo di 56 euro  (28 euro con il saldo), con punte di 110 euro annui.

La media dell’aliquota applicata per le seconde case tra IMU e TASI – commenta Guglielmo Loy – ammonta al 10,4 per mille e in molti Comuni (480 municipi di cui 18 Città capoluogo) è stata confermata “l’addizionale TASI” (fino a un massimo dello 0,8 per mille), introdotta per finanziare negli scorsi anni le detrazioni per le abitazioni principali, così da portare in questi Comuni l’aliquota fino all’11,4 per mille.

Questi dati emergono dal Rapporto IMU/TASI 2017 elaborato dal Servizio Politiche Territoriali della UIL.

IL COSTO DELL’IMU/TASI SECONDE CASE NELLE CITTÁ CAPOLUOGO

Secondo i risultati del rapporto, il costo maggiore in valore assoluto per una seconda casa a disposizione si registra a Roma con 2.064 euro medi; a Milano 2.040 euro medi; a Bologna 2.038 euro; a Genova 1.775 euro e a Torino 1.745 euro.

Valori più “contenuti”, invece, ad Asti con un costo medio di 580 euro; a Gorizia con 582 euro; a Catanzaro con 659 euro; a Crotone con 672 euro e a Sondrio con 674 euro.

IL COSTO DELL’IMU/TASI SECONDE PERTINENZE NELLE CITTA’ CAPOLUOGO

Per una seconda pertinenza della stessa categoria catastale a Roma si pagano mediamente 110 euro annui (81 euro per una cantina o 139 euro per un box-posto auto); a Milano 99 euro annui (76 euro per una cantina, 122 euro garage o posto auto); a Bologna 96 euro annui (68 euro per una cantina, 123 euro per un garage); a Firenze 95 euro annui (67 euro per una cantina, 122 euro per un garage) e a Napoli 95 euro annui (67 euro per una cantina, 123 euro per un garage).

LE ALIQUOTE DELL’IMU/TASI SECONDE CASE NELLE CITTÁ CAPOLUOGO

Stante il blocco delle aliquote anche per l’anno in corso, le aliquote non hanno subito rialzi, ma non hanno nemmeno subito ribassi. In nessun capoluogo si è utilizzata questa opzione a, quindi, sono state riconfermate le aliquote dello scorso anno.

18 Città hanno confermato l’addizionale della TASI sugli altri immobili, per cui in questi Comuni le aliquote superano quella massima dell’IMU (10,6 per mille). In particolare, Roma, Milano, Ascoli, Brescia, Brindisi, Modena, Potenza, Rieti, Savona, Verona hanno scelto l’aliquota dell’11,4 per mille; Macerata l’11,3 per mille; Terni e Siena l’11,2 per mille; Lecce e Massa l’11 per mille; Agrigento il 10,9 per mille e Caltanissetta il 10,7 per mille.

Altre 70 Città capoluogo applicano l’aliquota, sempre sulle seconde case, del 10,6 per mille tra cui Torino, Bologna, Firenze, Napoli, Palermo e Bari.

CONCLUSIONI

Il tema della tassazione sulla casa pone la questione se, e come, alleviare il peso per i contribuenti meno abbienti e, conseguentemente, chiedere un contributo maggiore a chi ha più disponibilità.

Tuttavia, prima di parlare di una reintroduzione di tasse sulle prime case sarebbe il caso di partire dalla revisione dei criteri che regolano i valori catastali che non significa maggiori preliev, ma una diversa e più equa ripartizione del prelievo sugli immobili. Ovviamente sempre accompagnando questo processo con una lotta “senza se e senza ma” all’evasione fiscale.

Nel contempo va, però, riequilibrato il rapporto Stato/Enti Locali in tema di fiscalità, dando certezze alle istituzioni locali e ai contribuenti puntando alla riduzione della pressione fiscale.