Processo caserma Levante: i consiglieri di minoranza chiedono al sindaco di costituirsi parte civile

Con una lettera aperta firmata da vari consigieri della minoranza (Giorgia Buscarini, Stefano Cugini, Sergio Dagnino, Christian Fiazza, Giulia Piroli, Luigi Rabuffi, Samuele Raggi) si chiede al sindaco di Piacenza Patrizia Barbieri di tornare sui propri passi e di costituirsi parte civile al processo per la caserma Levante di via Caccialupo.

«L’udienza del 14 dicembre scorso – scrivono i consiglieri – non é bastata a concludere la discussione preliminare sui terribili fatti di cui devono rispondere alcuni militari in servizio presso la caserma di via Caccialupo.

Ne deriva che al Comune é offerta una seconda insperata opportunità per costituirsi parte civile, seguendo finalmente l’esempio della stessa Arma dei Carabinieri.

Chiediamo pertanto al Sindaco, ricordando il vasto sgomento generato, di rivedere l’incomprensibile decisione di poche settimane fa, dimostrando di aver capito che Piacenza non può restare silente e disinteressata di fronte a simili smacchi, per rispetto alle vittime e a tutela della reputazione di una città intera. 

Ci appelliamo a Patrizia Barbieri perché si replichi quanto fatto per la costituzione in extremis nel processo Grimilde (dove peraltro l’Ente ha ottenuto un ragguardevole risarcimento).

Saper cambiare idea é segno di intelligenza. L’occasione per dimostrarsi in grado di farlo, stante l’importanza della vicenda, é davvero imperdibile».

 

 




Riaperta la caserma Levante di Piacenza

Ha riaperto i battenti, questa mattina, la stazione dei carabinieri Piacenza Levante di via Caccialupo. Dopo quasi quattro mesi dalla deflagrante inchiesta della magistratura che, la scorsa estate, porto all’arresto del personale in forza alla caserma (con pesantissime accuse dalla tortura allo spaccio di droga) il presidio dell’arma è tornato pienamente operativo.

Primo ed unico caso in Italia lo stesso edificio era finito sotto sequestro il  22 luglio scorso nell’ambito dell’inchiesta Odyesseus (che il prossimo 17 dicembre approderà in tribunale a Piacenza per la prima udienza del processo).

Una volta tornato nella disponibilità del comando provinciale dei carabinieri l’edificio era stato sottoposto ad alcuni lavori ed oggi il portone è tornato ad aprirsi. Per comandare la Levante è stato scelto il maresciallo Salvatore Russo.

 




Piacenza: verrà dissequestrata oggi la Caserma Levante di via Caccialupo

Sarà notificato in mattinata dalla guardia di Finanza il provvedimento di dissequestro dello stabile che ospita la caserma dei carabinieri Piacenza Levante. La stazione venne sequestrata lo scorso 22 luglio 2020 su richiesta della locale procura della Repubblica in contemporanea all’arresto di sei carabinieri accusati di pesanti reati fra cui anche lo spaccio di droga, l’estorsione la tortura, l’abuso di ufficio, la falsità ideologica. A breve dovrebbero anche tenersi i “processi disciplinari” interni all’Arma per capire se e quali sanzioni comminare ai miliari, in attesa che, parallelamente, la giustizia penale faccia il suo corso.

Si è trattato di un sequestro unico in Italia e senza precedenti disposto dai magistrati inquirenti piacentini per acquisire prove ritenute utili alle indagini.

La caserma di via Caccialupo non riaprirà subito i battenti. Sarà necessario qualche giorno e nel frattempo continuerà ad essere operativa la stazione mobile.




Concessi gli arresti domiciliari a Spagnolo, uno dei carabinieri della caserma Levante di Piacenza

Colpo di scena nella vicenda giudiziaria di Daniele Spagnolo, uno dei carabinieri della caserma Levante di Piacenza. Il Tribunale del Riesame di Bologna ha accolto il ricorso presentato mercoledì scorso dall’avvocato difensore Francesca Beoni ed ha concesso allo stesso Spagnolo gli arresti domiciliari presso l’abitazione dei genitori in Sicilia.

I giudici hanno dunque accolto la tesi difensiva propugnata dall’avvocato Beoni che nella discussione aveva sottolineato il ruolo marginale di Spagnolo, carabiniere semplice, nonché l’adeguatezza degli arresti domiciliari come misura cautelare.

La precedente ordinanza è stata quindi annullata e sostituita da quella nuova. Spagnolo dovrebbe essere scarcerato nella giornata odierna e dovrà raggiungere la provincia di Trapani con il percorso più breve. Una volta ai domiciliari non potrà comunicare con l’esterno nè attraverso il telefono né con i social network.

L’avvocato, davanti al Riesame, aveva contestato la ricostruzione dei fatti così come disegnata dai sostituti Colonna e Centini, sostenendo che il suo difeso non aveva avuto alcun ruolo o al limite un ruolo marginale.

 

 




Il prefetto Lupo “Da uno scandalo come quello della Levante nasce un’opportunità di rinnovamento e miglioramento”

Presentazione alla stampa, nel tardo pomeriggio di oggi per la dottoressa Daniela Lupo, nuovo prefetto di Piacenza.

Già viceprefetto a Palermo come suo primo incarico da prefetto è stata destinata nella nostra città.  Una nuova sfida per lei che affianca alla grande soddisfazione professionale il doversi allontanare dalla sua numerosa famiglia composta dall’amato marito, da quattro figli (tre femmine ed un maschio) e da un nipote nato pochi mesi fa.

Arriva a Piacenza subito dopo il delicatissimo periodo del Coronavirus che nella nostra città si è manifestato con terribile violenza ma anche a pochi giorni dallo scoppio del caso della caserma Levante.




Il presidente del tribunale Ghitti in udienza mise in dubbio i metodi della Levante

“La smania di farsi immortalare e di finire sui giornali  locali”, del fare carriera grazie al numero di arresti. Sarebbero queste secondo quanto ha raccontato al “Giornale” Italo Ghitti, giudice di Mani Pulite e poi presidente del tribunale di Piacenza dal 2013 al 2017 (ora in pensione), alcune delle principali cause che hanno portato alla degenerazione della caserma Levante.

Proprio nel suo ruolo di capo dei giudici piacentini Ghitti si era insospettito per i troppi arresti “a strascico” effettuati da quei carabinieri in particolare verso la fine del mese quasi a voler gonfiare le statistiche.  L’ex presidente del tribunale ha qualche dubbio su botte e torture (“gli avvocati ce ne avrebbero parlato”) mentre aveva manifestato perplessità sui metodi di arresto, sui rapporti con i confidenti: “andavano al parco e raccattavano quello che capitava”. Un sistema che Ghitti attaccò pubblicamente in udienza definendolo inaccettabile.

Tra l’altro arrivato a Piacenza da poco, nel 2014, si trovò ad affrontare gli arresti di poliziotti della locale questura finiti nei guai sempre per spaccio. Una storia condita, anche in quel caso, da ricatti, droga, escort. Una storia che purtroppo i ripete a distanza di pochi anni.

Tante cose non tornavano al giudice come il fatto che talvolta arrivassero in città carabinieri provenienti da altre stazioni locali e che effettuassero arresti in zone normalmente non toccate. In base a quanto emerso ora viene da pensare che lì operassero i contatti degli uomini della Levante.

Una degenerazione che Ghitti lega alla mania di protagonismo degli uomini e degli ufficiali. La stessa ansia di apparire che, alla fine, travolse Tangentopoli  “che si trasmette giù per la scala gerarchica e alla fine si trasforma in un meccanismo criminale”.

Ghitti conclude l’intervista a Luca Fazzo raccontando come una volta le indagini fossero frutto di pazienza e sacrifici mentre a Piacenza, in tempi recenti, il ventisette del mese si facessero retate ai giardini Margherita per pescare qualche gambiano con tre grammi di droga in tasca  o a ricattare i ragazzi pescati con il fumo e costretti ad incastrare qualche pusher in cambio di una mancata segnalazione che, se fatta, avrebbe comportato il ritiro della patente.




Il generale Nistri: “da stasera stazione mobile al posto della Levante. Domani nuovo comandante di Compagnia”

Quanto avvenuto nella caserma di via Caccialupo a Piacenza sta scuotendo un po’ tutti a partire proprio dagli stessi carabinieri che si sentono profondamente feriti dai presunti comportamenti illeciti dei loro colleghi in servizio alla stazione Levante.

Lo ha ribadito anche poco fa il Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri Giovanni Nistri intervistato per il TG1 dal giornalista Giacinto Pinto. Ecco cosa ha detto:

«I reati ipotizzati sono gravissimi. Per questo motivo procederemo con il massimo rigore, avendo sospeso tutto il personale coinvolto. Proseguiremo con la massima severità per l’accertamento in via autonoma disciplinare la posizioe dei singoli. Sin da questa sera a Piacenza i cittadini troveranno una stazione mobile a posto della caserma per il momento chiusa. Da domani troveranno anche un nuovo comandante della compagnia. Lo Stato non si ferma. Episodi come questi possono intaccare la fiducia nell’Arma ma io devo parlare a tutela dei 100 mila carabinieri che ogni giorno ed ogni notte sul territorio espletano il loro dovere al meglio delle loro possibilità. Solo quest’anno abbiamo avuto oltre mille feriti. Durante i momenti peggiori del lock down non abbiamo chiuso le caserme. Abbiamo avuto 800 contagiati e dieci vittime il numero in assoluto più alto fra tutte le forze dell’ordine e le forze armate. Speriamo dunque che quello che viene fatto dai più possa cancellare nella memoria il male che è stato fatto (o che sarà accertato come tale) da chi non è degno di indossare questa divisa».