Dopo lo Sbaracco Piacenza si apre a blogger e influencer: il centro storico sarà molto “social”

Un centro storico sempre più social, quello che si prospetta nelle giornate del 16 e del 17 marzo. La promozione del centro sarà affidata all’attività innovativa di influencer e blogger, per far si che i cittadini piacentini e non solo possano toccare con mano cosa significa trascorrere un weekend a Piacenza. Un progetto che unisce l’assessorato al Commercio nella persona di Stefano Cavalli e le principali associazioni di categoria del commercio locali, grazie alla collaborazione con Igers Piacenza.

L’idea è molto semplice: verranno invitate alcune influencer e blogger con un solo scopo, fotografare e commentare Piacenza e il suo centro storico, per darne lustro fuori dai confini piacentini, nella grande “città virtuale” che è Instagram. Sono Giorgia di Sabatino, Marika Marangella, Federico Graziati, Gloria di Biasi. Degusteranno vini, andranno al pozzo di Sant’Antonino, saranno accompagnate nelle botteghe storiche, visiteranno la mostra dedicata ad Annibale (che si chiude proprio in quel weekend), e ceneranno con prodotti tipici. In conclusione pernotteranno in hotel. Tutto molto social, grazie all’hashtag #storiedipiacenza, grazie al quale sarà possibile vedere il percorso dei giovani bolgger e influencer.

“Stiamo collaborando con la cabina di regia per dare vita ad un bell’evento – ha commentato l’assessore Cavalli -, credo che in un mondo che va verso la digitalizzazione della società noi dobbiamo stare al passo coi tempi”.

Sbaracco a Piacenza: le limitazioni al traffico

A proposito di Sbaracco sono previste varie limitazioni al traffico (oltre a quelle previste per la concomitante gara di Duathlon).

Per consentire lo svolgimento, in sicurezza, dello “Sbaracco” dei saldi invernali, dalle 7.30 alle 24 di domenica 10 marzo sarà istituito il divieto di circolazione in via Garibaldi (da via Illica a largo Battisti), nel tratto di Corso Vittorio Emanuele tra il Pubblico Passeggio e piazza Cavalli, nel tratto di via Calzolai da via Lampugnani a via Poggiali, in via Cavour (tra piazza Cavalli e via Roma), in via Chiapponi (dall’intersezione con piazza Duomo a quella con via Scalabrini), in via Daveri, via Felice Frasi, via Legnano, nel tratto di via Pace tra piazza Duomo e vicolo Tarocco, in via Sant’Antonino, via San Donnino, via San Giovanni (da Corso Vittorio Emanuele a vicolo dei Cavalli), nel tratto di via San Siro da Corso Vittorio Emanuele all’accesso al parcheggio Politeama, in via Sopramuro, via XX Settembre, via Romagnosi (da via Carducci a piazza Duomo) e nella stessa piazza Duomo.

I soli residenti, dimoranti e fruitori di posti auto privati, unitamente ai mezzi di soccorso, potranno percorrere i tratti stradali citati con la massima cautela, in relazione alle diverse fasi della manifestazione. Le linee del trasporto pubblico urbano potranno circolare lungo le direttrici Stradone Farnese – via Venturini (attraversamento Corso Vittorio Emanuele) e in piazza Borgo, nonché da via Taverna verso via Castello.

Varranno per tutti, invece, i divieti di sosta con rimozione forzata su entrambi i lati nel tratto di Corso Vittorio Emanuele tra viale Palmerio e Stradone Farnese, in piazza Duomo, via Felice Frasi, via Chiapponi, via Cavour (tra piazza Cavalli e l’intersezione con via Roma e via Borghetto), via San Donnino, all’altezza del civico 6 di via Pace e in via Legnano.

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Presentati i risultati del questionario sui commercianti del centro storico grazie all’associazione Piacenza Oltre

Si è svolta con successo la serata organizzata da Piacenza Oltre “Quota Centro” in cui i membri dell’associazione hanno voluto condividere con la cittadinanza i risultati del loro questionario, sottoposto a 101 commercianti del centro storico, in cui si chiedeva agli stessi opinioni, considerazioni in merito a tematiche disparate (situazione attuale, possibili soluzioni, dati operatori). I commercianti facevano riferimento a categorie diverse (dall’abbigliamento, casa, arredamenti, fino bar, ristoranti e alimentari).

Il riferimento nel questionario erano tutte le vie del centro, altra particolarità, non solamente quelle principali come Corso Vittorio Emanuele, ma anche via Calzolai, colpita da uno spopolamento sotto gli occhi di tutti, Piazza Borgo, Via Borghetto, Via Mazzini, Piazza Duomo, Piazza Cavalli, Via Sopramuro, Via Felice Frasi. L’obiettivo era principalmente quello di ascoltare le opinioni di chi il centro storico lo vive quotidianamente, cercando di fare anche qualche proposta che possa risolvere anche una piccola parte dei problemi del centro, seppur si possa dire che non sono problemi circostanziati alla sola Piacenza, ma a molte realtà limitrofe che troppo spesso i piacentini per primi esaltano. Presenti anche Mauro Saccardi, consigliere comunale e membro della Commissione Sviluppo Economico, Katia Tarasconi, Consigliere regionale ed ex assessore al commercio, Gianluca Barbieri di Unione Commercianti, Fabrizio Samuelli di Confesercenti, infine due commercianti, Davide Ancora e Giacomo Motta.

Irina Vetere ha introdotto la serata: “In base ai risultati del nostro sondaggio, molto importante sarebbe la costruzione di una struttura policentrica e di interesse, in modo da costituire dei veri e propri punti nevralgici, per cui viene da sè una pedonalizzazione, parcheggi nei pressi di queste aree di interesse e una rete che possa connettere ciascun punto e punti di connessione per piste ciclabili, in modo da riqualificare l’intera area, in modo da creare anche delle aree verdi. Tutto questo nell’ottica di un Piacenza Village, una sorta di grande centro commerciale, cosicchè non ci pesi più neanche fare due passi. L’obiettivo finale rimane quello di valorizzare le nostre eccellenze, a livello settoriale e mentale soprattutto. Tutto in una logica win-win, e in un ottica virtuale”.

Irina Vetere ha sottolineato che già esistono app in questo senso. “Consentono di raccogliere informazioni relative alla nostra città, quello che manca è il valore aggiunto della interazione, sarebbe interessante costruire una vera e propria città virtuale, partendo dal turismo con un calendario di eventi e corsi di formazione, una lavagna in cui il cittadino possa esprimere la propria opinione, chiedere consigli e fornire spunti, cui si aggiunge un marketplace, incontro di domanda e offerta di lavoro. In più il lifestyle di distretto, per identificare le nuove proposte commerciali, una sorta di tripadvisor. Infine l’impresa, per fungere per mettere a disposizione risorse in una chiave policentrica, connettendo la città, creando un link tra online e offline, ad esempio con il posizionamento di totem che col QR code possono individuare non solo tutte le informazioni che sono a disposizione”.

Mauro Saccardi ha sottolineato che i risultati del questionario non l’hanno sorpreso. “Il calo del commercio è sotto gli occhi di tutti, legato anche allo spopolamento dei residenti. Il quartiere 1 è quello che ha perso più residenzialità. Sugli eventi si può dire che sono importanti, ce ne vorrebbero di più e ce ne saranno di più, ma non sono fondamentali per la rinascita del centro storico, che deve essere vivibile sempre non solo nel periodo dell’evento, perchè i negozi vivono tutto il giorno. Sulla ZTL possiamo dire che va fatta, il centro storico liberiamolo dalle macchine, è il cuore della città e deve esserci un sistema a supporto. In questi anni sono stati portati via gli uffici importanti perchè li ci sono tante persone che lavorano”.

Gianluca Barbieri di Unione Commercianti: “Nel questionario sono stati scelti campioni che appartengono un po’ a tutta l’area del centro storico, non solo le zone più importanti. I dati devono farci riflettere, mancano parcheggi, dovuti credo a una mancanza di trasporti pubblici che devono essere meglio potenziati. Il discorso riguardante le aree dismesse è di alto profilo, riguarda un quadro di marketing che può essere affrontato con soluzioni sinora non ancora affrontate. Il centro è anche un ruolo di aggregazione, le persone si spostano perchè trovano aree verdi o di sgambamento cani. Il discorso di ripotenziare aree verdi che attraggano è fondamentale, dobbiamo tenerne conto. Gli eventi sono importanti ma si concentrano solo in alcuni periodi della settimana, ma la fruibilità deve essere quotidiana, e la Smart City va proprio in questa direzione. Senza nulla togliere alla politica degli eventi”.

Davide Ancora, commerciante, si è riallacciato al discorso degli eventi, accentrando l’attenzione su uno dei maggiori eventi degli ultimi anni, il Guercino: “Evento importante, ora c’è Annibale di cui noi commercianti non sapevamo niente. In centro ci sono tantissime associazioni e si fanno molti eventi, ma manca la comunicazione. Nel momento in cui le associazioni piccole si agganciano ad un evento di portata superiore riusciamo ad uscire ad attrarre le persone da fuori, il centro deve essere di moda. Non siamo attrattivi, abbiamo tante cose, ma non riusciamo a spiegarle, non riusciamo a fare rete” per avere un evento grande che faccia da traino”.

Anche Fabrizio Samuelli di Confesercenti sottolinea che i dati del questionario non lo sorprendono, ma soprattutto le nuove aree commerciali non lo convincono: “Stiamo lottando con le amministrazioni affinchè capiscano l’importanza degli operatori commerciali presenti sul centro storico. Comunque svolgono una funzione sociale. Il rischio è di andare a costruire delle cattedrali nel deserto fuori dalla città e poi vedere il centro storico deserto. C’è una forte aspettativa verso le aree dismesse, ma poi bisogna capire come recuperare queste aree e con quali risorse. Il centro storico ha un appeal ben diverso rispetto a un grande centro commerciale, non hanno storia cultura, non hanno persone che compongono questo centro, gli operatori hanno una grande forza, ma dimenticano cosa hanno in mano e non riescono a fare gruppo”.

Giacomo Motta, commerciante, ha spostato l’attenzione della discussione verso i residenti, non solo i commercianti, perchè “i residenti ci vivono. Se non li consideriamo forse le nostre proposte rimangono lettera morta. Il centro deve essere comodo e attraente. In via Calzolai ogni due negozi c’è un garage, anche dal punto di vista commerciale non è bello da vedere”.

Katia Tarasconi ha cercato di andare controcorrente: “Nel 2007 di sera il centro storico era davvero morto, ora non lo è. Abbiamo provato il codice QR, abbiamo provato a creare Vita in Centro a Piacenza. Lo spopolamento inizia dagli anni 60, in realtà i residenti di poco stanno ritornando. Il centro storico è tornato di moda, soprattutto per i ragazzini. Aveva perso interesse, adesso i ragazzi invece di andare all’Avila la sera vanno li, non fanno a sufficienza per tutti, perchè ci sono tipologie di commercio che non possono vivere con dei ragazzini di 18/19 anni, però sono tornati a viverlo. Una programmazione Smart ha senso se fatta con criterio. La verità è che mancano parcheggi nell’Area Nord, tipo Piazza Cittadella”. 

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Giardino (Fi): “il comercio del centro storico non si salva con i vincoli”

Nel dibattito sul commercio, innescato nei giorni scorsi dal presidente di Confesrcenti, intrviene anche il consigliere comunale di Forza Italia Michele Giardino, convinto che, sui centri commerciali, il mercato debba continuare a regolarsi da sé. Qui di seguito il suo intervento.

« Lo scheletro della Madonnina, dopo quasi vent’anni, verrà abbattuto. Finalmente recupereremo e riqualificheremo quella parte degradata di città. Ma non tutti esultano. Essendo la sua demolizione propedeutica all’insediamento di un doppio store di cancelleria, giocattoli e articoli da regalo, rimonta la protesta di chi ritiene che la città sia invasa dai colossi del commercio e che ciò comporti un danno letale per i negozi di vicinato e soprattutto del centro storico. “Piacenza, coi suoi centomila abitanti, non può sopportare nuovi centri commerciali”, è l’argomento ricorrente.

Le città nascono storicamente per soddisfare la principale esigenza dell’individuo: poter trovare ciò che occorre a sé e poter cedere ciò che è utile agli altri. In poche parole, potersi scambiare più facilmente le merci. Questa attitudine le città non l’hanno perduta. Sono soltanto cambiate, a più riprese, le modalità con cui si vende e si compra. Il commercio va considerato per quello che è: una rete decisiva per lo sviluppo dei settori produttivi. Le nostre aziende, per crescere, hanno bisogno di una distribuzione efficiente e capillare. Interesse a cui fa pendant l’esigenza degli individui di combinare tempi e modi di acquisto in ragione delle proprie necessità.

Il bestiame non viene più venduto in piazza la domenica mattina, le pelliccerie sono irrimediabilmente scomparse a causa della montante filosofia animalista, il minimarket è diventato supermercato prima e ipermercato poi, mentre internet ha introdotto le vendite online, oggi perfezionabili con acquisti fatti addirittura dal proprio cellulare, indipendentemente dal posto in cui ci si trova. Il commercio è tutt’altro che morto: è vivissimo. Continua soltanto a mutare le sue forme. È l’attualità, la modernità a imporre un nuovo stato di cose.

Le rendite di posizione di cui i negozi dei centri storici hanno beneficiato fino a un paio di decenni fa, non sono più garantite. I Comuni non possono (né devono, a mio avviso) farsi portatori di forme di protezionismo fuori dal tempo. E se i mercati economici possono oggi condizionare addirittura la vita di un governo nazionale, non si comprende perché non debbano poter certificare ciò per cui esistono: sarà il mercato a stabilire se in un territorio – la città, nel nostro caso – un determinato settore merceologico sia ricettivo o saturo.

Stiamo attraversando una fase di grandi e profondi cambiamenti nella quale si tratta di spendersi dal lato delle soluzioni, piuttosto che indulgere alla nostalgia di un tempo passato. Inutile pensare di salvare un “piccolo mondo antico” che non ha futuro. Occorre elaborare nuovi schemi di concorrenza, nuovi sistemi di competizione.

In questa inedita dimensione, il Comune deve impegnarsi a tenere insieme il tutto, il moderno e l’antico, l’innovazione e la tradizione, il centro commerciale e il negozio di vicinato. Non può negare una delle due componenti. All’imprenditore va garantita la libertà di investire e di rischiare. Al piccolo commerciante va data una mano affinché possa continuare a svolgere la sua attività.

Più che puntare su normative vincolistiche, le amministrazioni devono accompagnare l’azione dei commercianti – già insediati o di nuovo avviamento – per consentire loro di conservare – o di conquistare – un appeal commerciale. Traguardo non impossibile da tagliare, dal momento che il consumatore moderno è e si conserverà “multicanale”: preferirà il centro commerciale per un’esigenza di comodità (vicinanza, facilità di parcheggio, orari elastici); l’online per un’opportunità di risparmio; il negozio con vetrina per un desiderio di qualità e di personalizzazione del servizio.

In Emilia Romagna una vecchia legge tutt’oggi vigente (n. 41 del 1997), ha cercato di valorizzare il commercio nei centri storici con la retorica dei “centri commerciali naturali” e le “cabine di regia” tra Comuni, camere di commercio e associazioni di negozianti; ma, visti gli esiti impercettibili prodotti in questi vent’anni, almeno nella città di Piacenza, direi senza successo.

Nella vicina Lombardia, la Giunta regionale, con una delibera del 2008 (n. 8/7730), ha avviato i “Distretti del commercio”. Si tratta di una idea di valorizzazione urbanistica e commerciale, insieme; a sostegno, in primo luogo, dell’attrattività di zone della città da riscoprire e da vivere nell’arco della giornata, e di conseguenza, della proposta commerciale al dettaglio che viene esercitata in quelle zone. Processo facilitato dal mai sopito interesse del cliente per la pregevolezza delle merci, la varietà dell’offerta commerciale e l’autenticità dei rapporti umani, oltre che dal bisogno di un contesto che assicuri piacevolezza, esclusività e bellezza – in una parola, emozione – più facili da ritrovare in un luogo urbano adeguatamente valorizzato, che in un contenitore di consumo artificiale.

I distretti sono, intanto, delle aree geografiche esattamente delimitate, con un elenco preciso di vie e di piazze. Ma sono anche tavoli di lavoro che, oltre a Comuni, camere di commercio e associazioni di categoria, vedono coinvolti – in qualità di partner – tutti quei soggetti, pubblici e privati, interessati a realizzare gli obiettivi del distretto: altre associazioni imprenditoriali e di categoria, singole imprese, comitati di residenti, enti pubblici, volontariato e no profit, proprietari immobiliari, operatori culturali, ecc. Insomma, tutta la pluralità di soggetti presenti sull’area, coinvolta non solo nella programmazione, ma soprattutto nella fattiva realizzazione del progetto. Progetto il cui scopo è di rendere seducente il distretto, per supportare – con proposte urbanistiche, culturali, ludiche e ricreative dalla forte carica attrattiva – le iniziative (a loro volta innovative) dei singoli commercianti.

In quest’ottica, non si pongono limiti all’inventiva, alla creatività, alla ricerca. I mestieri contenuti nei nomi di molte vie delle nostre città – un esempio per tutti, via Calzolai – confermano che i nostri avi possono ancora insegnarci qualcosa in tema di commercio. La specializzazione merceologica delle zone o delle strade può essere già un’idea: introdurrebbe elementi di concorrenza e di spinta al miglioramento del servizio, creerebbe una sorta di attrattiva turistica, permetterebbe di individuare orari di apertura ad hoc, faciliterebbe la creazione di imprese focalizzate su singole nicchie. Soprattutto, realizzerebbe le condizioni per un facile avviamento di attività, anche da parte di giovani alla prima prova: inseriti in un distretto specializzato, i nuovi negozi avrebbero immediatamente accesso al proprio mercato di riferimento e si metterebbero alla prova senza quel lungo purgatorio che quasi sempre finisce per prosciugare le risorse investite.

Creare percorsi di bellezza urbana. La Banca di Piacenza ha dato prova della potenzialità di questo genere turistico-culturale, organizzando visite (sempre gettonatissime) alle chiese e ai palazzi storici della città, in occasione della bellissima Salita al Pordenone. Abbiamo idea di quanti splendidi giardini si “nascondono” dietro i portoni del centro storico? Persuadere i relativi proprietari ad aprire quei portoni e a far visitare le loro incantevoli oasi può essere un’altra idea. Il centro storico è come un forziere in fondo al mare: va recuperato dal relitto in cui si trova e aperto. Ne gioverà il commercio, il centro stesso, la città tutta.

Occorreranno anche nuovi e capaci parcheggi, e l’ex Laboratorio Pontieri andrà necessariamente arruolato alla causa».




Cosa fare a Piacenza nel Ponte dell’Immacolata

Intenso il calendario di eventi per il weekend festivo dell’Immacolata, a cominciare da venerdì 8 dicembre quando i portici di Palazzo Gotico saranno animati – accanto al tradizionale mercatino di piazza Cavalli – dalle creazioni artistiche e artigianali di A/Mano Market, organizzato dall’associazione Airbag. Dalle 11 alle 19, saranno presenti oltre 30 stand di giovani provenienti da tutta Italia con le loro produzioni di design, in piccola serie o pezzi unici: dagli abiti agli accessori, dai complementi di arredo a bijoux e illustrazioni. L’appuntamento si replicherà sabato 16 dalle 10 alle 20 e domenica 17 dalle 14 alle 20, all’interno dell’auditorium Sant’Ilario.

Sabato 9 dicembre, dalle 16 alle 18, in piazza Mercanti si terrà invece l’appuntamento inaugurale della rassegna di cori scolastici “Le bande di Babbo Natale”, che animeranno il centro storico anche nei pomeriggi del 16, 17 e della Vigilia. Per il concerto che darà il via alle esibizioni, saranno circa 150 i ragazzi protagonisti. A intonare i canti della tradizione natalizia, i cori della media Calvino (sede di via Stradella), del liceo scientifico Respighi, del liceo artistico Cassinari e del liceo Colombini, con la direzione artistica dei docenti Lucia Consonni, Patrizia Datilini, Luisa Staboli e Francesca Perotti. Ad accompagnarli, la banda Nuovarmonia di Gossolengo, guidata dal professor Franco Marzaroli.

Si ripeteranno, sabato 9 e domenica 10, anche le attività di animazione in piazza Duomo a cura di Blacklemon e Unione Commercianti. Dalle 15.30 alle 17.30, dj set tra generi popolari e musica natalizia, spettacolo per bambini con la compagnia Ta Dam, visite guidate gratuite della Cattedrale e della piazza a cura della Società Atlante. Non mancherà l’esposizione di presepi, natività e foto storiche di Piacenza nelle vetrine e nei negozi di piazza Duomo, dove i titolari di pubblici esercizi proporranno un’offerta di bevande calde e specialità della tradizione.

Domenica 10, infine, dalle 8 alle 20, si snoderanno lungo il Pubblico Passeggio gli stand dei Mercanti di Qualità, a cura dell’omonima associazione e di Unione Commercianti.