Dramma Juventus al 98′, bianconeri fuori dalla Champions dopo una partita perfetta

Partiamo dalla fine. Siamo 0 – 3 per la Juve dopo una partita da incorniciare, in cui era riuscire a sovvertire un pronostico che la dava praticamente spacciata (nessuno era riuscito in una rimonta del genere in Champions al Santiago Bernabeu). Ultimo secondo, ultima azione, lancio lungo per Cristiano Ronaldo che intelligentemente fa da torre per l’incombente Lucas Vazquez lasciato colpevolmente solo, Benatia arriva come un treno da dietro cercando di rimediare come può e accade il fattaccio: cerca di toccare il pallone, l’arbitro non è in posizione favorevole ma decide che il tocco è pericoloso e fischia il rigore. Siamo al 93′, i bianconeri polemizzano, Buffon urla furioso e viene espulso. Il rigore viene battuto al 98′. Szczesny fa quello che può ma il rigore di Cristiano Ronaldo è imprendibile nell’angolo in alto a destra. Festa Real. Sipario.

I tifosi bianconeri possono comunque dire di aver espugnato un terreno come quello del Santiago Bernabeu per 3 – 1, cosa sicuramente non alla portata di tutti.

Eppure era cominciata nel migliore dei modi, esattamente come doveva: al 2′ Douglas Costa fa partire l’azione, palla a Khedira, che lancia Mandzukic che da ariete infila in corsa Navas. 1- 0 e la speranza rimane viva. Al 7′ poteva già essere 2 -0: dal lato destro ancora Douglas Costa piazza un pallonte invitante per Higuain ma c’è l’anticipo di Navas. Il Real continua a mordere come un ossesso in cerca del gol prima con Bale di tacco e poi con Ronaldo. Juve che tiene poco il possesso (60 – 40) riesce ad essere pericolosa con Mandzukic con una bordata da lontano. Buffon protagonista al 33′ con una parata su uno contro uno con Isco. Poi al 36′ ancora Mandzukic, ancora di testa regala un’altra gioia ai 3500 tifosi bianconeri venuti da Torino e a quelli seduti sul divano di casa: Lichtsteiner crossa da destra e il croato incorna, Navas smanaccia ma il pallone entra. Adesso il sogno sembra avvicinarsi. Buffon dalla sua porta esulta come un leone in gabbia. La traversa di Varane a fine tempo fa tremare anche il cuore dei tifosi bianconeri.

Sempre Douglas Costa, uno dei migliori in campo, sempre dalla destra, serve un cross teso al centro che Navas non trattiene, nel rimpallo con Matuidi questi ne approfitta nonostante sia sbilanciato la butta dentro come può per il 3 – 0. Rimonta completata. I tifosi bianconeri si fanno sentire come fossero una bolgia, sostengono la squadra che da qui in avanti punta al contenimento, Allegri si sbraccia come un Dan Aykroyd giovane, poi si arriva al fattaccio, buono per le polemiche dal talk show e per gli articoli di giornale, ma la sostanza non cambia. Dobbiamo comunque ringraziare le nostre italiane che ci hanno fatto sognare. Forza Roma. 

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Romantada di Dzeko & Co, e James Pallotta si fa il bagno in Piazza del Popolo

E poi continuiamo a stupirci se il calcio (quello giocato) sia lo sport più bello del mondo. Ieri sera ne ha dato una dimostrazione la Roma, guidata da un ex calciatore del Piacenza “tutto italiano”, Eusebio Di Francesco e con l’ariete Dzeko in campo. Una partita perfetta, giocata da squadra matura per i grandi palcoscenici internazionali. Ha dovuto aspettare 34 anni (era la stagione 1983 – 84) per tornare tra le prime 4 d’Europa, chissà se ci sarà ancora Roma – Liverpool in finale come allora. Ma ora è il momento della festa, anche il presidente Pallotta nella bolgia imperiale di Roma si tuffa nella fontana di Piazza del Popolo, trasformata per l’occasione in piscina.

Sembrava impossibile alla vigilia, anche la stampa spagnola pensava fosse solo una formalità, eppure già al sesto minuto Dzeko regala speranza su assist di De Rossi dal cerchio di centrocampo: palla lunga, Edin controlla e supera Ter Stegen. 1 – 0, e l’Olimpico esplode. Ma la strada è ancora lunga. Dzeko e Schick continuano a pungere come zanzare nella difesa traballante del Barca, fino al 56esimo quando Piquè decide di portare a terra Dzeko in area e l’arbitro assegna il rigore trasformato da De Rossi. 2- 0 e la partita si accende, la Roma se possibile si fa ancora più incisiva, anche Re Messi si fa ammonire, c’è nervosismo. Prima Nainggolan in mezzo all’area poi De Rossi di testa fanno balzare l’Olimpico in piedi, El Shaarawy fa credere di avercela fatta su cross pennellato perfettamente da Florenzi. Ma Ter Stegen chiude ancora la porta. 82esimo, calcio d’angolo di Under da poco entrato, trova la testa di Manolas che spizza quel tanto che basta per andare nell’angolo più lontano, dove il portiere del Barcellona può solo immaginare di arrivare, 3 – 0 ed esplode la festa. Gli ultimi minuti sono in trincea, gli unici in cui viene concesso seriamente qualcosa al Barcellona, che tuttavia è impreciso. Sugli spalti romanisti tutti piangono dalla gioia, anche i bambini, che molto probabilmente una notte così la ricorderanno per altri 30 anni, forse più.

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