70 anni di Costituzione: gli articoli 7 e 8 nell’incontro di Città dell’Uomo lunedì 5 novembre

In occasione del settantesimo anniversario dell’entrata in vigore della Costituzione della nostra Repubblica, la sezione piacentina dell’Associazione “Città dell’Uomo” invita ad un momento di confronto organizzato in collaborazione con il Movimento Ecclesiale di Iniziativa Culturale (MEIC) di Piacenza e le ACLI provinciali di Piacenza per lunedì 5 novembre alle ore 21:00 presso l’Istituto Sant’Eufemia di Via San Marco, 37 per affrontare i temi del rapporto tra lo Stato, la Chiesa e le altre confessioni religiose, descritti nei principi fondamentali della Costituzione, in particolare gli articoli 7 e 8.
L’associazione “Città dell’Uomo”, fondata da Giuseppe Lazzati, dichiarato venerabile nel 2013, che rilanciò l’idea di un libero ambito di riflessione sulla cultura politica dei cattolici, si occupa di promuovere i valori democratici espressi nella nostra carta costituzionale e si propone di favorire la partecipazione alla vita politica organizzando tra l’altro occasioni di incontro volte all’approfondimento di tematiche specifiche in modo apartitico.
La rete di associazioni che organizzano l’incontro aperto al pubblico testimonia la volontà di collaborazione tra entità diverse che hanno deciso di condividere la trattazione di temi di grande rilevanza politica e sociale, quali quelli enunciati nei principi fondamentali della Costituzione, con la medesima concezione cristiana dell’uomo e del mondo, con l’intento di sviluppo dei principi democratici e con il desiderio di coinvolgere la cittadinanza intera.
Guiderà la riflessione il professor Antonio Giuseppe Maria Chizzoniti, professore ordinario di Diritto Canonico e Direttore del dipartimento di Scienze Giuridiche presso l’Università Cattolica di Piacenza. Inoltre, il Professore ha conseguito il dottorato di ricerca in discipline ecclesiastiche, ha ottenuto una borsa di studio, ha svolto attività di ricercatore in Diritto Ecclesiastico e Canonico, è membro della redazione della rivista “Quaderni di Diritto e Politica Ecclesiastica” per la quale ha curato la rubrica “Osservatorio Regionale”, è stato membro del collegio docenti del Dottorato in discipline canonistiche ed ecclesiali dell’Università Cattolica di Milano, ha diretto il progetto di ricerca “DIRITTO. Diritto e Immigrazione nelle Regioni Italiane: Transizioni, Trasformazioni e Organizzazione”, ha coordinato il progetto di ricerca “Patrimonio culturale ecclesiastico, territorio e sussidiarietà: modelli efficienti di gestione. I musei ecclesiastici in Lombardia, organizzazione, gestione e funzioni”, ha sviluppato e diretto l’Osservatorio delle Liberà ed Istituzioni Religiose ed è stato membro del consiglio direttivo dell’Associazione dei Docenti delle Discipline Ecclesiastiche, Canonistiche e Confessionali nelle università italiane ricoprendo anche la carica di segretario.
L’ingresso all’incontro è libero e gratuito. 

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Da Jus e(s)t Ars a Custos, arte e diritto assieme in una mostra in Cattolica

In due mondi apparentemente distanti come possono esserlo arte e giurisprudenza possono convergere analogie, come è il caso delle miniature, che raffiguravano in modo semplice le norme che avevano valenza giuridica. La mostra “Da Jus E(s)t Ars a Custos” è questo e molto altro, come hanno spiegato ieri in Cattolica il prof. Chizzoniti, docente di diritto ecclesiastico presso la stessa Università, il vescovo Gianni Ambrosio, Cecilia de Carli, docente di Scienze della Formazione all’Università Cattolica di Milano, don Roberto Maier, docente di Teologia presso l’Università di via Emilia Parmense e il sindaco di Piacenza Patrizia Barbieri.

Il vescovo Gianni Ambrosio ha evidenziato come “il diritto ha la missione di rendere la vita disponibile per tutti, perché la vita diventi godibile per tutti. Una certa forma è necessaria per essere apprezzata. L’arte aiuta il diritto, che da solo è inadeguato a descrivere il mistero della vita, in cui convergono sentimenti che non possono essere accolti in uno spazio giuridico”. “C’è un forte bisogno di tramandare – ha proseguito -, perché non venga meno ciò che è stato. Ho avuto il piacere di comprendere questo fatto nel pellegrinaggio fatto recentemente in Armenia, dove la lingua è tramandata e custodita con cura”.

“Possiamo declinare il senso dell’arte dall’analogico al digitale – ha sottolineato Chizzoniti -, ponendo come base dell’analisi 3 parole fondamentali: parole, contesto, senso. C’è qualcosa di più della tensione a contenuti etici. Piacenza è un luogo pieno di ricchezze non solo a livello locale o nazionale, ma internazionale”. Soffermandosi poi sull’opera “Poetario Blu” di Giorgio Milani e poi sul “Concerto muto” di Laura Pitscheider ha sottolineato come sia possibile “creare un percorso identitario per chi si avvia all’arte dl diritto attraverso espressioni artistiche che mettono in comunicazione piani disallineati, che possa mostrare anche un’analisi spaziale. Un itinerario di 9 tappe dedicato a chi, come gli studenti dell’Università, si accosta alla Giurisprudenza”.

Un legame, quello tra gli studenti, l’Università e il territorio rimarcato anche nelle parole del sindaco Barbieri. “Chi frequenta i locali dell’Università come studente può trarre grandi spunti. Noi abbiamo la fortuna di avere un vescovo che ha concesso grandi doni alla città di Piacenza (come il Guercino e la mostra sui Misteri della Cattedrale), e l’Università Cattolica organizzando questi eventi lega ancora di più il proprio nome accademico al territorio. È una realtà, quella universitaria che prometto di sostenere sempre più in futuro”.

La mostra “Ius e(s)t Ars. Un itinerario tra arte e diritto” allestita in Università Cattolica raccoglie numerose opere di artisti contemporanei, tra maestri affermati (Giovanni Campus, Osvaldo e Valdi Spagnulo, i citati Giorgio Milani e Laura Pitscheider, Elena Pugliese) e giovani emergenti (Benito Ligotti, Elena Canavese).

Cecilia de Carli ha sottolineato l’importanza di collocare la mostra in un luogo “vissuto”. “Questo tipo di consapevolezza credo possa essere una pista importante da seguire. La contemporaneità ci porta ad essere in difficoltà, senza riferimenti precisi. Le norme ci aiutano, regolano il passato, il presente ed il futuro”.

Maier ha improntato la sua analisi sulle opere: “Che cosa rimane per giudicare un’opera? La nobiltà del gesto, la sua semplicità e la precisione. Nobiltà che può essere declinata in tecnica e capacità narrativa. Nella costruzione di questo percorso è stato creato un tessuto artistico tra varie realtà che è stato molto bello, ci siamo appassionati molto”.

In conclusione di convegno, i presnti si sono recati alla visita di “Custos” all’interno della Cattedrale di Piacenza. Manuel Ferrari ha illustrato i codici presenti assiem a Carlo Francou. 

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