Animali selvatici. Foti (Fdi): “occorre un piano di abbattimento straordinario”

«Non è tollerabile che delle vite umane siano messe in pericolo dall’eccessiva proliferazione degli animali selvatici» non ha dubbi Tommaso Foti, deputato di Fratelli d’Italia, che ha portato all’attenzione del Governo i due gravi incidenti avvenuti sull’autostrada A1 nella giornata del 3 gennaio, in entrambi i casi dovuti all’attraversamento di branchi di cinghiali. «Intorno alle 4 del mattino – scrive Foti in una interrogazione – i cinghiali hanno causato un gravissimo sinistro, nel tratto di autostrada compreso tra Lodi e Casalpusterlengo, che ha portato alla morte di una persona ed al ferimento di altre dieci. Poche ore dopo, segnatamente alle 20 della medesima giornata, un altro incidente è occorso sulla A1 tra Fiorenzuola e Fidenza, fortunatamente senza feriti ma con importanti disagi per la circolazione stradale». Per il parlamentare del movimento politico di Giorgia Meloni non vi è tempo da perdere: «Questi episodi – rimarca Foti – hanno mostrato con chiarezza come le sole misure di dissuasione, quali le recinzioni, siano del tutto insufficienti a scongiurare fatti luttuosi dovuti alla eccessiva proliferazione dei cinghiali.

E’ del resto notorio – sottolinea il deputato di Fratelli d’Italia – come il numero dei cinghiali in Italia superi da tempo il milione, rappresentando di fatto un rischio concreto per i cittadini. Come opportunamente denunciato da Coldiretti la presenza di questi animali, tanto nelle campagne così come a ridosso del tessuto urbano, è raddoppiata negli ultimi dieci anni».

L’allarme lanciato dal parlamentare piacentino non si limita ai soli pericoli stradali: «La proliferazione incontrollata degli ungulati – spiega Foti – è fonte di devastazione per interi raccolti agricoli, nonché causa di veri e propri stermini a danno degli animali di allevamento. I danni sono quantificati in circa 100 milioni di euro all’anno».

L’appello di Foti al Governo è netto: «Il Ministro delle Infrastrutture e quello delle Politiche Agricole si mettano immediatamente al lavoro con le Regioni per individuare una rapida soluzione a questo grave problema, che rappresenta un vero e proprio pericolo per l’incolumità dei cittadini. Del resto – è la laconica conclusione del deputato di Fratelli d’Italia – si sarebbero potuti evitare fatti gravi se si fossero disposti per tempo i necessari piani di abbattimento straordinari degli animali selvatici. Una soluzione da valutare e, se del caso, da mettere in campo al più presto».

(Nella foto un cinghiale a spasso per Piacenza)




Diamo un nome al cinghiale metropolitano

Abbiamo pensato che se al povero Agostino era stato attribuito un nome non era giusto che il primo cinghiale metropolitano della storia di Piacenza restasse invece anonimo. Per questo abbiamo decio di lanciare un sondaggio (vota qui sotto) per far scegliere a voi tutti fra alcuni nomi che si sono venuti in mente.

Uno, Ambrogio è legato esclusivamente al luogo dell’apparizione notturna, così come il secondo Gulliver che però racchiude in sé anche il senso del viaggio, dell’avventura, lo stesso che ha portato il nostro ungulato dalle colline fino in zona stazione e poi, chissà dove: passo dopo passo di nuovo sulle alture o forse lontano a bordo di un pendolino.

Legati ai viaggi sono anche Cristoforo (Colombo) e Ulisse. Lo è pure Vasco (De Gama) nome che si adatta però anche ad una vita spericolata … sulle strade della città.

A concludere l’elenco ci sono invece due proposte suggerite da disavventure politiche ed un personaggio fiabesco (che poi politica e favole hanno tanti punti in comune). Il primo è Hansel, smarrito con Gretel nel bosco; gli altri due leader che in qualche modo hanno perso qualcosa, così come il nostro cinghiale,  stanotte, la strada. Uno, ovviamente, è il buon Matteo (Renzi) che in un weekend ha perduto elezioni e di conseguenza segreteria di partito. L’altro è il celebre concittadino Pierluigi (Bersani) anch’egli perdente con la sua scommessa elettorale ed allo stesso tempo Libero e Uguale come libero …  di correre è stato pure il buon cinghiale piacentino ma, fortunatamente con un destino non uguale al suo predecessore Agostino.

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Nessuno vuole essere Agostino

Mentre in radio trasmettono l’ultimo singolo di Cesare Cremonini, davanti al parabrezza fa capolino una sagoma diversa dalle altre. A prima vista potrebbe sembrare un cane, di certo non è un elettore del PD (specie ormai in via di estinzione e rara da avvistare).

Ad un secondo sguardo tutti i dubbi sono fugati: si tratta di un cinghiale. E non è il fantasma di Agostino.

Un cinghiale come se ne vedono tanti nelle colline sopra Morfasso, un cinghiale come quello che l’anno passato aveva tenuto in scacco il Parco della Galleana per almeno una settimana costringendo runner provenienti da ogni parte della città a dirottare verso il Facsal o l’Argine.

Un cinghiale a pochi passi dalla stazione e dalle vie del centro dove probabilmente era diretto in cerca di un po’ di svago o dove pensava di trovare le porte del Gulliver ancora aperte: sarebbe stata l’occasione ideale per chiudere almeno una fetta della città al traffico organizzando il Venerdì del Cinghiale. Shopping e cocktail in un ambiente selvaggio come può essere l’alta, altissima Val Nure.

Non è andata così: nessun blocco della città con quarantena totale per organizzare il recupero della “belva” con cittadini barricati in casa, nessuna tavola rotonda per decidere il destino di un cinghiale fuori posto, evidentemente desideroso di celebrare il compagno caduto sotto le grinfie della giunta precedente.

Nessuno vuole essere Agostino. Ma dove sia finito l’ungulato della stazione ancora nessuno lo sa. Che abbia fatto rotta verso una corriera per Morfasso?




Un cinghiale in zona stazione

E’ rimbalzata sui social la foto di un cinghiale che questa notte, intorno alle 2,45 è stato fotografato da un autista di Seta che, fuori servizio, stava transitando nella zona della rotonda dell’ex supermercato Gulliver, in viale Sant’Ambrogio.

Luca Dodici  stava arrivando da piazzale Milano, diretto alla Lupa, quando ha notato uno strano movimento davanti a sé: «Sembrava da lontano un cane intento ad attraversare. Poi mano a mano che mi avvicinavo mi sono accorto che camminava in maniera diversa ed era scuro. Mi sono fermato per capire cosa fosse. Intanto dall’altra parte stava arrivando una macchina dell’Ivri che ha inchiodato. L’animale si è nascosto nell’aiuola probabilmente impaurito dalle auto e noi abbiamo cercato di capire cosa fosse. A quel punto è spuntato di nuovo ed abbiamo capito che si trattava di un cinghialotto. Era disorientato. Ha imboccato via Abbondanza in direzione via Roma e poi è tornato indietro e si è messo in mezzo alla strada. Le macchine si fermavano tutte per evitarlo. Alla fine non so dove sia andato».

La foto è stata tata originariamente postata su un gruppo chiuso di autisti di Seta e da lì è riproposta da una degli amministratori del gruppo Sei di Piacenza se …

Non è la prima volta che un cinghiale si spinge fino in città a partire dal famoso Agostino del Parco della Galleana. E’ però il primo avvistamento in una zona abitata e relativamente lontana dai campi. A pochi metri c’è inoltre la stazione ferroviaria con i relativi rischi in caso di attraversamento dei binari.