Gravi danni per il Parco Avventura Valtrebbia dopo il maltempo dei giorni scorsi

Il Parco Avventura Valtrebbia in località Lago Maiardà, Fontana, Coli è un punto di ritrovo per tutti gli appassionati della natura, crea turismo in un territorio “marginale” della provincia, dando in questo modo lavoro in una zona difficile. I titolari del parco, Enrico e Gabriela, in un lungo post su Facebook hanno fatto la conta dei danni dopo il forte vento che ha colpito ad inizio settimana la zona. “Sembrerebbe una delle aree più devastate della zona  –  sottolineano – e dopo il gelicidio dell’anno scorso che ha decimato i pini nell’area dei bambini, il recente vento ha dato il colpo di grazia abbattendo tutta l’area dove c’erano i percorsi. Purtroppo la conta dei danni deve ancora essere valutata attentamente ma dove un anno fa c’era una fitta pineta ora c’è un vero e proprio buco e sotto i pini coricati ci sono i percorsi dei piccoli. Ora dobbiamo capire bene il da farsi e ci rimboccheremo le maniche, sappiamo di essere un tassello importante per il turismo in Valtrebbia e per questo cercheremo di non mollare, anche se provati economicamente e fisicamente già dal gelicidio del 2017″.  

Già in passato ci eravamo occupati di questo Parco.

Come è evidente non si può minimizzare l’attività dei due titolari e di chi contribuisce all’attività a mero “parco giochi”. Ci sono due tipologie di percorsi: 4 per adulti e 4 per bambini, suddivisi in crescente livello di difficoltà. E’ presente inoltre una zona pic nic dove potersi rilassare a oltre mille metri di altezza.

Al Parco Avventura ValTrebbia i ragazzi possono cimentarsi in attività motorie non convenzionali, al di fuori delle palestre scolastiche o delle piscine, del calcio e della pallavolo, per scoprire un mondo divertente e avventuroso e per avvicinarli all’ambiente naturale. Vengono organizzati percorsi per scuole, grest ma non solo: anche addii al celibato/nubilato, team building aziendale, canyoning e Kayak sit on Up, grazie alla collaborazione con l’ASD ROCKANDRIVERS, Associazione che si occupa della promozione di sports outdoor attraverso uscite sportive di iniziazione rivolte a tutti oppure di tipo sociale a date programmate, riservate a soci praticanti o che abbiano acquisito le tecniche fondamentali.

A Coli si respira aria di tradizione, di montagna semplice e naturale – continuano -, racchiude gioielli unici a livello ambientale, ed è il suo punto di forza, ma se tutto questo non viene interpretato e valorizzato correttamente viene privato del proprio motore di sviluppo”. Non facciamo morire questo Parco.

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Un parco avventura in Valtrebbia per lanciarsi oltre le proprie paure divertendosi

La strada per arrivare al Parco Avventura Valtrebbia è decisamente lunga. Del resto bisogna inerpicarsi sugli appennini piacentini, sopra Bobbio, oltrepassare Coli e raggiungere un bosco situato a 1.100 metri di altitudine.

Fra questi alberi, ormai sei anni fa, Enrico Malvicini e la moglie Gabriela Costa (vedi intervista video qui sotto) hanno deciso di aprire una palestra a cielo aperto, un luogo dove divertirsi, provando brividi che nessuna play-station ti potrà mai regalare.

Anzi, ad onor del vero, la maggior parte dei cellulari non funziona e così anche i millenials sono costretti ad mollare nello zaino pezzi di tecnologia,  una volta tanto resi inutili dalla natura.

Non c’è Wikipedia che tenga fra questi abeti; si deve imparare tutto in prima persona, sfidando paure, vuoto e senso di vertigine. Si può contare solo sulla propria capacità di superare gli ostacoli, lassù, arrampicati su quei tronchi, abbarbicati su piattaforme di legno poste anche a nove metri di altezza.

L’unico aiuto arriva dai consigli, dagli sproni verbali degli istruttori che a terra seguono i passaggi di adulti e ragazzi.

Inizia tutto dalla vestizione: si indossano casco ed imbragatura e poi si segue con attenzione il briefing, imparando ad agganciare e sganciare i due moschettoni di sicurezza e la carrucola. Superato il percorso di prova si affronta il tracciato verde, ma c’è anche chi decide di rinunciare e non salire nemmeno quella prima scaletta. Altri invece piolo dopo piolo arrivano in cima alla piattaforma e … perdono subito la baldanza iniziale.

I percorsi sono tre in totale (oltre ad uno riservato a bimbi piccoli), quello azzurro, il più facile, il verde già più impegnativo ed il rosso che ha un paio di passaggi decisamente tosti.

Per cimentarsi basta superare il metro e quaranta di altezza e soprattutto i propri timori.

Perché è vero che tutto si fa in assoluta sicurezza, che quelle corde e quei due moschettoni reggono fino a duemila chili di peso ma trovarsi lassù, con i piedi su sfuggenti e dondolanti assi di legno, o fra le maglie di una rete è impegnativo anche per gli “uomini veri”. Niente panico comunque: se uno proprio non riesce ad andare avanti arrivano gli istruttori pronti a calare il malcapitato nuovamente a terra.

L’avventura più grande comunque è quella vissuta da Enrico e Gabriela che sono riusciti a superare mille ostacoli e ad aprire questo parco, nonostante certi burocrati facciano più paura di un ponte sospeso.

Da fine aprile a settembre, tutti i week-end non solo fanno divertire centinaia di persone ma danno anche lavoro ad almeno cinque giovani istruttori per turno, quasi tutti studenti universitari con la passione per l’arrampicata. Ad agosto il parco resta aperto tutti i giorni (per informazioni 392/9418017) ed attrae gente non solo dal piacentino ma anche dalla Lombardia. Un modo intelligente e concreto per far rivivere montagne bellissime eppure sempre più abbandonate.