Logistica, Barbieri: “Affronto temi quando sul tavolo c’è qualcosa. Ora si parla del nulla”

Tra i temi toccati durante l’incontro tenutosi questo pomeriggio in Sala Giunta a Palazzo Mercanti trova spazio quello della logistica, che nelle scorse settimane ha visto la mobilitazione di un agguerrito Comitato che ha fatto sentire ripetutamente la propria voce.

Ora arriva la risposta della sindaca: “Vedo scritto ancora oggi che la Giunta avrebbe convertito terreno agricolo in logistica. L’area ex Mandelli non è area agricola, ma dagli anni 70 è classificata come area industriale”. Il discorso si è allargato all’ espansione di tutta la zona del cosidetto “bollone”: “Non c’è mai stato un accordo di programma tra Provincia e Comuni interessati. Stiamo parlando del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale che quando ha fatto le valutazioni, la famosa y rovesciata che doveva prendere in considerazione le aree di Castel San Giovanni, Monticelli, Piacenza, Fiorenzuola, aveva semplicemente specificato che alcune aree erano demandate a logistica. Mentre per Castel San Giovanni è presente un accordo territoriale che  è indispensabile, in altri casi non c’è mai stato”.

Per quanto concerne gli oneri di urbanizzazione “ci sono state delle previsioni che sono state fatte dagli uffici che rientrano in 2 milioni di euro circa. L’aumento degli oneri di urbanizzazione quest’anno sono venuti dall’edilizia che sicuramente non rientra nella logistica. Questa città sta andando avanti, bisogna sfatare il mito della logistica per forza. Mi piace affrontare i temi quando li ho davanti concretamente, il punto è che ora sul tavolo non c’è niente. 

QuotidianoPiacenzaOnline

Via Sant'Antonino, 20
Piacenza, Italia 29121
Italia
Email: redazione@quotidianopiacenza.online




Comitato No al Bitume: “Il Parco del Trebbia e il territorio meritano un altro futuro, scelte antistoriche”

Riceviamo e riportiamo il comunicato del Comitato No al Bitume – Si al Parco del Trebbia, in merito alla decisione del Tar sul ricorso presentato dal Comitato stesso.

E’ di alcuni giorni fa la sentenza del Tribunale Amministrativo Regionale avversa al ricorso da noi presentato contro l’autorizzazione alla installazione di un Mega Impianto di Produzione Conglomerati Bituminosi in località Ponte Nuovo in pieno Parco del Trebbia.

Uno scempio che andiamo a denunciare e contro il quale ci stiamo opponendo da oltre due anni.

Purtroppo non possiamo, almeno per il momento, che prendere atto con profonda amarezza di quanto espresso dalla sentenza che sembrerebbe far proprie le ragioni della controparte.

Ci confortano in questi giorni i tanti messaggi di solidarietà, alcuni dei quali inaspettati, che stiamo ricevendo e che ci incitano a proseguire la lotta per salvaguardare il territorio e per far valere il diritto di noi cittadini a vivere in un ambiente salubre, senza andare ad aggiungere ulteriori elementi di inquinamento in un’area, quella della pianura padana e di Piacenza e Provincia in particolare, già da tempo in situazione emergenziale.

Il Comitato conferma pertanto la propria determinazione a proseguire la lotta sia in ambito amministrativo, valutando la possibilità di impugnare davanti al Consiglio di Stato la sentenza emessa, sia continuando la propria azione di vigilanza e controllo sull’area del Parco del Basso Trebbia.

Attività di vigilanza e controllo che ricordiamo ha già consentito di segnalare diverse irregolarità nelle attività che vengono eseguite nell’area consentendo l’intervento degli Enti Preposti.

Oggi ci sentiamo più che mai orgogliosi di aver dato avvio, attraverso la lotta in corso, ad una presa di coscienza collettiva circa l’attacco indiscriminato che da decenni viene puntualmente attuato a danno del territorio e in particolare dell’area del Basso Trebbia.

Da quasi tre anni stiamo mettendo l’Amministrazione di Gossolengo e i suoi rappresentanti di fronte alle proprie responsabilità fatte di atti, autorizzazioni, delibere che vanno in direzione nettamente contraria alla salvaguardia del territorio. A nulla vale il tentativo maldestro di addossare la responsabilità a chi li ha preceduti.

Per prima cosa perché vari componenti dell’attuale amministrazione comunale ricoprivano ruoli di responsabilità anche nelle precedenti amministrazioni e risultano aver personalmente avvallato decisioni nefaste che oggi stanno consentendo ciò che si sta materializzando nel Parco del Trebbia.

In secondo luogo perché proprio in questi ultimi tre anni l’amministrazione invece di supportare i propri cittadini ha deciso di schierarsi con chi intende dare al Parco del Trebbia una connotazione industriale invece che naturalistica.

La cittadinanza di questo si ricorderà quando alle prossime occasioni costoro ricominceranno a promettere di far del Parco del Trebbia il “giardino” di Gossolengo.

Nelle prossime settimane verrà convocata una Assemblea Pubblica durante la quale oltre ad illustrare alla cittadinanza il contenuto della sentenza, daremo anche evidenza delle future azioni di lotta che si proporrà di intraprendere.

La lotta prosegue nella certezza che il nostro territorio e il Parco del Trebbia meritino ben altro futuro rispetto a quello che oggi gli si vuole riservare con scelte antistoriche e per niente rispettose del monito e auspicio che anche Papa Francesco ha più volte lanciato a difesa del Creato e a salvaguardia dell’ambiente.

Sarebbe bello e opportuno iniziare da casa nostra, da ciò che a noi è vicino e questo come Comitato ci stiamo impegnando a fare.

IL COMITATO “NO AL BITUME – SI AL PARCO DEL TREBBIA”




Giovani dell’Alta Valtidone formano un comitato: “Insieme per crescere”

In Alta Valtidone nasce un comitato di giovani uniti sotto lo slogan “insieme per crescere”. Così, in un comunicato il gruppo si racconta:

“Abbiamo seguito con particolare interesse e apprezzamento l’iter di fusione dei 3 comuni di Caminata, Nibbiano e Pecorara, avviato e portato avanti dalle rispettive amministrazioni, ma appoggiato da una larga fetta della popolazione, così come dimostrato dall’esito del referendum della scorsa primavera. Il fatto che qui, diversamente da altre zone anche vicine a noi, il processo di fusione abbia ottenuto il favore della maggioranza degli abitanti è a nostro avviso la migliore testimonianza della necessità avvertita di mettere insieme le risorse, le eccellenze e le potenzialità di questo territorio, che ha bisogno di non essere abbandonato, ma vissuto in ogni sua esperienza”.

“Al di là degli aspetti economici che la fusione porta con sé, con un maggior numero di risorse che vengono messe a disposizione dai livelli amministrativi regionale e nazionale, siamo certi che grazie a questa unione si possano e si potranno affrontare in modo sinergico e strategico tematiche di sviluppo per l’intera area”.

“Partendo dalle esperienze amministrative positive di questi anni, e andando a intervenire su ciò che per varie ragioni non è stato fatto o si è potuto fare, riteniamo che l’Alta Valtidone possa in breve tempo raggiungere una nuova dimensione non solo da un punto di vista prettamente geografico, ma anche economico e sociale”.

“Riteniamo di primaria importanza che la nuova dimensione comunale ponga al primo posto del suo impegno amministrativo la lotta allo spopolamento della montagna, non solo fermando il processo di emigrazione verso le città, ma invertendo la tendenza per risultare polo attrattivo per imprese e cittadini”.

“Lo sviluppo economico a nostro avviso si persegue creando le condizioni perché si possa fare impresa, anche artigiana e anche di servizi (cultura, turismo, ecc)”.

“La lotta allo spopolamento delle nostre zone si persegue anche garantendo servizi sociali per tutti, in particolare per le fasce più deboli della popolazione, gli anziani, i malati e i bambini. Sanità, scuola e trasporti efficienti, tanto per ricordare i principali, sono precondizione necessaria per poter vedere crescere la nostra società”.

“Viviamo in un territorio ancora in larga parte incontaminato, con risorse naturalistiche importanti che devono essere preservate. Le acque, i boschi e le campagne che compongono e caratterizzano l’Alta Valtidone sono eccellenze capaci anche di garantire salute psicofisica ai suoi abitanti e ai visitatori”.

“Non disgiunto dallo sviluppo economico e dei servizi è tutto l’ambito che riguarda il sostegno e la diffusione delle pratiche sportive, della promozione culturale, del marketing territoriale, della sponsorizzazione delle nostre eccellenze ambientali, culturali, storiche e, ovviamente, enogastronomiche. Fare dell’Alta Valtidone un territorio vivo, appetibile per i giovani e per i turisti, deve essere una priorità, sfruttando la collocazione geografica di vantaggio e la nuova dimensione che permette di essere davvero un polo attrattivo sotto molti punti di vista”.

Il comitato Alta Valtidone, insieme per crescere è attivo con una mail dedicata (altavaltidone.insiemexcrescere@gmail.com) e una pagina Facebook (Alta Valtidone, insieme per crescere), dove verranno postati idee, progetti e appuntamenti e, tramite la quale, si potranno inviare suggerimenti e proposte, oltre che prendere contatti per partecipare all’attività del comitato stesso. Entro la fine di gennaio è programmato un primo evento pubblico, nel corso del quale saranno presentate le linee guida e le prime proposte per il territorio.

Il comitato ha approvato anche il proprio logo che simboleggia lo stare insieme in un unico flusso che vuole esprimere il concetto della crescita. Ricorre l’elemento numerico del 3, con i tre pallini che individuano simbolicamente i 3 comuni che si uniscono, mentre il colore verde vuole esprimere sia la freschezza sia l’attenzione all’ambiente, alla natura e alle risorse del territorio.