Confcooperative, salgono fatturato e occupati, ma preoccupano le previsioni funeste sull’economia 2019

Agroalimentare, lavoro e servizi, sociale: sono questi i settori produttivi che nel 2018 hanno trainato la crescita del sistema Confcooperative Emilia Romagna, consentendo di confermare i trend positivi dell’ultimo decennio. A partire dal fatturato aggregato delle cooperative aderenti in regione, che ha registrato tra il 2017 e il 2018 un incremento del 4,9% superiore a quello dell’anno scorso (3%), arrivando così a sfiorare i 14,3 miliardi di euro complessivi, grazie a 670 milioni di euro di volume d’affari sviluppato in più negli ultimi 12 mesi. Sulla stessa linea l’aumento degli occupati, che raggiungono un record storico: per la prima volta nella storia, gli addetti del sistema Confcooperative Emilia Romagna superano infatti la soglia degli 80.000, attestandosi a 81.277 (+3% sul 2017, ossia 2.390 posti di lavoro in più). Stabile il numero dei soci di cooperative, pari a 230.459 (+0,2%, 528 soci), mentre dopo il lieve aumento dell’anno scorso, riprende il trend di calo nel numero delle cooperative, scese a 1.600 (-2%, saldo negativo di 32 cooperative), un dato dovuto perlopiù ai processi di aggregazione avviati in vari settori.

«Registriamo nel 2018 un importante aumento di fatturato grazie soprattutto alle ottime performance delle nostre cooperative agroalimentari che, nonostante alcune situazioni di difficoltà, hanno incrementato il loro volume d’affari del 6,3% portandolo a 9,76 miliardi di euro – sottolinea Francesco Milza, presidente di Confcooperative Emilia Romagna -. Più di due terzi dei nuovi occupati arrivano invece dalle cooperative di lavoro e servizi, dove nel 2018 sono stati impiegati 1.819 lavoratori in più con un aumento del 5,1%. Continua poi, anche se in maniera meno marcata, la crescita delle cooperative sociali, che in 10 anni hanno visto aumentare gli addetti del 40%, arrivando a 22.249 (+1,4% sul 2017)».

Tuttavia, i risultati positivi dell’anno scorso devono fare i conti con le meno rosee prospettive del 2019. L’ultima edizione degli Scenari per le economie locali di Prometeia, analizzati da Unioncamere Emilia-Romagna, prevede un sensibile rallentamento della crescita del PIL in regione: dal +1,4% del 2018, dovrebbe scendere al +0,7%,

«Queste previsioni ci preoccupano anche perché non mancano segnali di sofferenza dalle nostre cooperative – continua Milza -. Da una recente analisi dell’Ufficio studi e ricerche di Confcooperative, emerge un 2019 carico di incertezze con un peggioramento della liquidità, un allungamento dei tempi di pagamento sia della Pubblica amministrazione che dei privati e un irrigidimento di accesso al credito. Da parte nostra, auspichiamo un rinnovato e proficuo dialogo tra le Istituzioni a tutti i livelli, in primis tra Regione e Governo, sottolineando l’importanza di procedere in maniera decisa e concreta nella realizzazione delle infrastrutture necessarie e nel percorso strategico di autonomia ai sensi dell’art. 116 della Costituzione, che l’Emilia-Romagna per prima ha deciso di intraprendere».

«Dal 2007, quando hanno iniziato a manifestarsi i primi segnali di crisi economica, fino al 2018, il nostro sistema è progressivamente cresciuto, creando in regione 25.494 nuovi posti di lavoro – – dichiara Pierlorenzo Rossi, direttore generale di Confcooperative Emilia Romagna -. Seppure in un difficile contesto economico, politico e sociale, il movimento cooperativo si è quindi dimostrato capace di affrontare le sfide del cambiamento riuscendo a dare risposta ai nuovi bisogni delle comunità. Ne sono un chiaro esempio le 36 cooperative di workers buyout nate all’interno del nostro sistema negli ultimi 4 anni; rappresentano uno strumento importante per salvaguardare occupazione e reddito rendendo protagonisti i lavoratori, che diventano soci e imprenditori attivi rilevando aziende in crisi o senza futuro. Oppure le cooperative di comunità, nuova frontiera dell’imprenditoria comunitaria a tutela dei territori, per le quali chiediamo un sostegno anche da parte della Regione. L’anno scorso Fondosviluppo, il fondo mutualistico di Confcooperative, ha finanziato 7 cooperative di comunità in Emilia-Romagna, di cui 5 nate nell’ultimo anno, mentre sono numerosi i progetti in corso nelle varie province».

«Per quanto riguarda le banche di credito cooperativo – conclude Rossi -, dopo la riforma del Governo e la costituzione dei Gruppi bancari, si è vissuta una fase di assestamento con fusioni e incorporazioni per adeguarsi ai requisiti richiesti dalle Istituzioni nazionali e internazionali. Attualmente le BCC in regione sono 11, diffuse in tutti i territori, salvaguardando così la capillarità del sistema; inoltre, nel 2018 hanno aumentato del 2,3% il numero di soci (129.062) e del 2,5% gli occupati, confermando anche la raccolta diretta (+0,03%) che per l’87% è stata investita negli impieghi a favore del territorio. Possiamo quindi affermare che questo fondamentale patrimonio della nostra economia locale, quali sono le banche di credito cooperativo, sta riuscendo a superare una complessa fase di cambiamento, dimostrando la sua capacità di innovazione e resilienza». 

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Un italiano su tre ricicla i regali di Natale

10 miliardi di euro la spesa complessiva degli italiani per le festivita’ di Natale, con un importo pro-capite comprensivo di regali, addobbi per la casa, alimentari e quant’altro pari a 166 euro, in salita del 2% rispetto al 2016. Lo afferma il Codacons, che diffonde i dati definitivi sui consumi natalizi. In particolare alimentari, l’elettronica, l’hi-tech e l’e-commerce registrano volumi elevati, con vendite in aumento fino al +10% rispetto allo scorso anno. Boom degli acquisti online, con 1 regalo su 3 scelto quest’anno sul web, mentre la spesa per l’albero di Natale e per gli addobbi per la casa si e’ ridotta del 3% . In crescita anche il settore viaggi, con un budget di spesa per chi parte in incremento del +7% rispetto al 2016. Non tutti i settori pero’ hanno registrato numeri positivi: se ad esempio ha retto il comparto dei giocattoli, meno bene e’ andata per abbigliamento, calzature, accessori, arredamento, settori dove le vendite non sono decollate.
“Per il Natale 2017 gli italiani hanno abbellito meno le proprie case ma hanno portato piu’ cibo in tavola – spiega il presidente Carlo Rienzi – spendendo di piu’ per i viaggi ma tenendo controllata la spesa per i regali; hanno riciclato presepe, albero e palline dello scorso anno ma hanno acquistato online il nuovo smartphone. Tuttavia la differenza di spesa rispetto al periodo pre-crisi e’ ancora molto elevata: nel 2007 ‘l’effetto Natale’ e’ stato pari a 18 miliardi di euro contro i 10 miliardi del 2017. Cio’ significa che in 10 anni sono stati persi ben 8 miliardi di euro di consumi natalizi”.
Al tempo stesso, secondo una ricerca del Centro Studi di Confcooperative, più di un italiano su tre sarà pronto a riciclare i regali scartati sotto l`albero, con un risparmio da 3,1 miliardi di euro per i riciclatori seriali che sono in netto aumento rispetto allo scorso anno. 20 milioni di persone rientrano in questa categoria, in aumento di 2 milioni di unità rispetto all’anno scorso, un italiano su 3. Gran parte delle tredicesime è stata concentrata per spese personali e per rimpinguare i risparmi.
Il riciclo – spiega Confcooperative – ha forme e modalità diverse. Tre quelle principali: 5 su 10 quanti ricicleranno in forma diretta regalando ad altri i doni ricevuti (69% donne e 31% uomini); 3 su 10 quanti scambieranno i doni in buoni da spendere nei negozi di acquisto (62% donne – 38% uomini) , infine, 2 su 10 proveranno a rivendere i regali sui canali online. L`identikit vede 9 “riciclatori” online su 10 under 30 a dimostrazione della diffusione delle varie dimensioni del 4.0 tra i più giovani (65% uomini – 35% donne).
Tra i regali più riciclati i generi alimentari con il 40% (vino, spumante e dolci, tra questi, in primis, panettone, pandoro e torrone); al 24% vestiario invernale (sciarpe, guanti e cappelli), al 23% smartbox e libri chiudono al 13% addobbi natalizi e cosmetica.




“BE CONCRETE! MAKE YOUR OWN BAR” Nuova iniziativa di Spazio 2

da Confcooperative:

L’autunno porta una nuova serie di laboratori a Spazio2. Il primo in rampa di lancio si chiama “Be concrete! Make your own bar” e andrà a dare vita ad un vero e proprio bar mobile in cemento. Un workshop completamente gratuito ed aperto a tutti, lungo 7 incontri a partire dal 4 fino 26 novembre, coordinato e gestito da una nuova realtà da poco atterrata a Spazio2: Diathema.

Un lavoro che ha un obiettivo preciso, ossia quello di trasportare capacità, idee e conoscenze, dal livello teorico a quello pratico dando vita ad un oggetto “vendibile” nel panorama degli arredi su misura e del design, in questo caso un bar mobile in cemento, potenzialmente utilizzabile in tantissime situazioni diverse.

Il bar mobile, che ultimati i lavori andrà ad arricchire i locali di Spazio2, è solo un pretesto e un’occasione per dimostrare come con i pochi strumenti che ognuno ha nel suo garage, si possa dare vita ad un prodotto di qualità. Tutto questo assimilando strumenti teorici e pratici, utilizzando materiali come cemento e legno di recupero, nella logica della sostenibilità ambientale e dell’economia circolare. Per le iscrizioni si può chiamare il numero 0523.498751, oppure scrivendo a spazio2piacenza@gmail.com

Tutti i sabati e le domeniche dal 4 al 26 novembre, Spazio2, via XXIV Maggio 51, Piacenza