In Regione via libera all’aumento dei costi di costruzione voluto dal Pd. Confedilizia contro

Nella seduta dell’Assemblea legislativa della Regione Emilia Romagna tenutasi questa mattina a Bologna ha avuto luogo la votazione sulla proposta della Giunta regionale n. 6863 – fortemente contrastata dalla Confedilizia – di modifica della disciplina di calcolo del contributo di costruzione nel senso di fare riferimento ai valori Omi dell’Agenzia delle Entrate, variazione che si pone in assoluto contrasto con la normativa nazionale vigente (la quale prescrive l’adozione di tutt’altro criterio, uniforme su tutto il territorio nazionale) e che purtroppo – come ha più volte segnalato la stessa Confedilizia – causerà un considerevole aumento dei costi di costruzione e degli oneri di urbanizzazione.

La proposta della Giunta è passata con i voti favorevoli dei soli consiglieri del Pd (tra i quali hanno votato a favore anche i consiglieri piacentini Tarasconi e Molinari).
Hanno invece votato contro il provvedimento Fratelli d’Italia (rappresentata dal consigliere piacentino Tagliaferri), Lega (tra le cui fila era presente anche il consigliere piacentino Rancan), Forza Italia, Movimento 5 stelle e i consiglieri Sassi (Gruppo misto) e Facci (Gruppo misto – componente Movimento sovranista).
Astenuti Sinistra Italiana e la consigliera Prodi (Gruppo misto – componente Leu).
Assente L’Altra Emilia Romagna.  La legge di modifica introdotta dal Pd – come detto – si pone in conflitto con la attuale normativa nazionale, con evidenti conseguenze in termini di legittimità e porterà inevitabilmente ad un pesante aggravio dei costi di costruzione a beneficio degli enti pubblici interessati e a carico invece dei risparmiatori nell’edilizia.
La Confedilizia – che si riserva di agire presso le opportune sedi per far dichiarare l’illegittimità della nuova norma introdotta dalla Regione – ringrazia comunque tutti i consiglieri che hanno votato contro la proposta di modifica della Giunta e che hanno fatto quanto era possibile per contrastare un provvedimento che andrà sicuramente a penalizzare ulteriormente un settore – quello dell’edilizia – che, già profondamente in crisi, proprio non ne aveva bisogno.




Compravendite di negozi ed uffici a picco nell’ultimo anno

Secondo i dati dell’Agenzia delle entrate, nell’ultimo anno considerato – terzo trimestre 2018 rispetto a terzo trimestre 2017 – il numero di compravendite di immobili non abitativi è diminuito del 10,3%. Lo segnala Confedilizia, precisando che nelle otto principali città per dimensione demografica (Roma, Milano, Torino, Napoli, Genova, Bologna e Firenze), le compravendite di uffici e studi privati sono diminuite in media del 27,9%, con picchi del 59,8% a Firenze, del 52% a Roma, del 39,6% a Bologna e del 37,2% a Napoli. Per quanto riguarda negozi e laboratori, si evidenzia invece un – 22,9% a Genova, un – 15,5% a Milano e un – 3,5% a Torino.

Il presidente di Confedilizia, Giorgio Spaziani Testa, ha così commentato: “Sono numeri sconcertanti, che dimostrano quanto urgente sia intervenire attraverso riduzioni fiscali in questo comparto così importante dell’immobiliare. La prima occasione utile è data dal prossimo esame in Senato del disegno di legge di bilancio, dove il Governo ha previsto un avvio troppo timido di una misura – la cedolare secca sugli affitti – che, se introdotta in modo più coraggioso, consentirebbe di dare nuova vita ad un mercato in grave crisi”.




L’economia liberale. Saggi per Francesco Forte

E’ stato presentato oggi a Roma nella sede di Confedilizia il volume “L’economia liberale. Saggi per Francesco Forte”. Il libro prende le mosse da una riflessione sul pensiero economico di Luigi Einaudi, economista liberale ma non liberista e si sviluppa su una pluralità di temi su cui si è soffermata la vasta attività di ricerca di Francesco Forte. Edito da Franco Angeli è curato da Gian Cesare Romagnoli, professore di politica economica dell’Università degli studi Roma Tre. Erano presenti anche Corrado Sforza Fogliani, Presidente del Centro studi di Confedilizia, Francesco Forte, professore emerito dell Sapienza – Università di Roma; Silvia Fedeli, professore ordinario di scienze delle finanze della Sapienza e Flavio Felice, professore ordinario di storia delle dottrine politiche dell’Università del Molise.

«La vita di Forte ha attraversato e attraversa tutta la storia d’Italia, la sua vita è la storia d’Italia. Sono molto contento di essere qui, non solo per la vastità dei temi affrontati, ma anche perchè Forte è stato ispiratore della posizione di Confedilizia su tutto il problema immobiliare», ha affermato Corrado Sforza Fogliani, presidente del Centro studi di Confedilizia.

«Ci ha spiegato che la politica di colpire l’immobiliare non era dovuta alla necessità di trovare risorse per la spesa pubblica, ma tassare la proprietà immobiliare rispondeva al disegno di spostare gli investimenti italiani dal mattone alla finanza. Forte, infatti, documentò come questi investimenti sulla finanza fossero aumentati”, ha aggiunto.




Confedilizia: “risparmio immobiliare distrutto, urgente intervenire”

Si è tenuta oggi a Roma una conferenza stampa di Confedilizia. Il presidente nazionale Giorgio Spaziani Testa ha presentato dei dati sconfortanti sulla situazione del mercato immobiliare italiano, pressoché distrutto da anni di disinteresse politico ed anzi di vessazioni fiscali che hanno messo in ginocchio il comparto, allontanando i risparmiatori italiani da un classico bene rifugio. Per questo il  presidente di Confedilizia ha presentato una serie di documenti che vogliono soprattutto essere uno spunto ed una ispirazione ai parlamentari in vista dell’approvazione della legge di bilancio. Secondo Spaziani Testa «i dati del Notariato confermano che il risparmio immobiliare sta subendo un’erosione senza precedenti. Secondo il rapporto diffuso oggi, se il 2017 aveva fatto segnare un calo del 17% sui valori medi delle vendite di fabbricati, tale calo si accentua di un ulteriore 5% nel primo semestre 2018 rispetto ad analogo periodo dell’anno precedenti».

Il presidente di Confedilizia ha ricordato come Eurostat certifica periodicamente che il calo dura ormai da molti anni e distingue, in negativo, l’Italia rispetto al resto d’Europa. Senza parlare di tutti gli immobili che sono del tutto privi di mercato.

«Sono dati sconcertanti, che richiedono una risposta da parte della politica. Quello che servirebbe è uno shock fiscale uguale e contrario rispetto a quello avvenuto a fine 2011, che continua a devastare il settore immobiliare e tutta l’economia collegata. Cinquanta miliardi l’anno di tributi immobiliari, di cui quasi la metà di natura patrimoniale, non possono più essere sopportati dal sistema.

La legge di bilancio all’esame del Parlamento può essere ancora l’occasione per qualche intervento che sia tale da restituire fiducia a un comparto stremato. Nella nostra conferenza stampa di oggi sulla manovra abbiamo dato alcuni spunti al Parlamento e al Governo per agire con interventi mirati, in grado di dare almeno qualche segnale al settore. Ci aspettiamo risposte».




Codice del consumo e condominio

I condomini sono o no tutelati dal codice del consumo. Pubblichiamo un contributo sul tema dell’avv. Corrado Sforza Fogliani, presidente del Centro studi di Confedilizia.

Una questione di interesse in ambito condominiale è se siano o meno applicabili al condominio le tutele previste dal Codice del consumo (d.lgs. n. 206/’05) per i contratti conclusi tra professionista (intendendosi per tale – secondo il predetto Codice – la persona fisica o giuridica che agisce nell’esercizio della propria attività imprenditoriale, commerciale, artigianale o professionale, ovvero un suo intermediario) e consumatore.

Premesso che la questione non è di poco conto, dato che il Codice del consumo presume vessatorie (e quindi nulle), salvo prova contraria, tutta una serie di clausole che, in sostanza, determinano a carico del consumatore, un significativo squilibrio di diritti e obblighi, è da evidenziarsi che la giurisprudenza ha risposto positivamente al quesito che ci si è posti in apertura.

Secondo la Cassazione, infatti, l’amministratore di condominio, quando conclude un contratto con un professionista (si pensi al contratto stipulato con una ditta per la manutenzione dell’ascensore) agisce nella veste di “mandatario con rappresentanza” dei vari condòmini, i quali, essendo “persone fisiche operanti per scopi estranei ad attività imprenditoriale o professionale”, sono, per questo, da considerarsi a tutti gli effetti “consumatori” (cfr., ex multis, ord. n. 10086 del 24.7.’01 e, più recentemente, ord. n. 452 del 12.1.’05).

Si tratta di una affermazione che comporta rilevanti effetti, come dicevamo, sulla valutazione delle pattuizioni inserite in un contratto in cui è parte il condominio e che è bene, pertanto, che condòmini e amministratori abbiano sempre presente. Come detto, la conclusione raggiunta pone infatti il condominio (e i condòmini) al riparo di ben specifiche tutele, che vieppiù peraltro qualificano la compagine condominiale come una comunità a sé stante, e ben organizzata, di consumatori e, per di più, dotata delle tutele anzidette. Se la riforma – come la Confedilizia ha sempre auspicato – avesse attribuito al condominio la capacità giuridica, la costituzione del nuovo condominio  sarebbe  perfetta. Ma tant’è, il legislatore non ha avuto il coraggio di  farlo. E così siamo rimasti indietro, ancora una volta, rispetto all’Europa e, financo, rispetto a molti Paesi ex comunisti dell’Unione europea.




La politica dia risposte sull’immobiliare

Confedilizia fa una richiesta molto chiara, a mezzo del suo Presidente Giorgio Spaziani Testa: che si inizi ad affrontare il tema del rilancio del settore immobiliare, uscendo dal circolo vizioso che porta molti a limitare l’attenzione al tema della tassazione sulla prima casa.

L’immobiliare non è solo la prima casa. L’immobiliare è un comparto dell’economia che – grazie al suo sterminato indotto – consente come nessun altro, se non è bloccato da vincoli normativi e fiscali, di favorire lo sviluppo e la crescita dell’intero Paese.

Il quadro non è positivo. L’edilizia solo in Italia non sta registrando segnali di ripresa. Eurostat, difatti, rileva che il nostro Paese è il solo in Europa in  cui  i  prezzi  delle abitazioni  (e  cioè  il valore dei risparmi  delle  famiglie)  continuano  a  scendere. Sull’immobiliare gravano 50 miliardi di euro annui di tributi, la metà dei quali di tipo patrimoniale (cioè, indipendentemente dal reddito che si percepisce, o non si percepisce). Quella fiscale è la prima emergenza da affrontare, con misure incisive. Bisogna perseguire il ritorno al livello di imposizione locale pre-Monti (dai 9 miliardi dell’Ici si è arrivati ai 21 di Imu e Tasi e sono ancora tassate molte “prime case”, quelle impropriamente definite di lusso), abbandonando il criterio patrimoniale. Va prevista la deducibilità dei tributi locali dall’imposta sul reddito, come avviene in molti Paesi. È necessario estendere la cedolare secca sugli affitti, il cui successo è stato certificato dal Def dello scorso anno, a tutti i contratti di locazione. Occorre stabilizzare la cedolare del 10% sugli affitti a canone calmierato e fissare un limite alla tassazione Imu-Tasi sulle case locate con questi contratti. Va eliminata l’assurda regola della tassazione dei canoni di locazione non percepiti e ripristinata la deduzione del 15% per i redditi da locazione (ridotta al 5% dal Governo Monti). Devono essere adottate misure specifiche per salvaguardare i grandi investitori dell’immobiliare, così come si impongono politiche nuove per la riqualificazione delle città.

È necessario liberalizzare i contratti di locazione di immobili non abitativi, ingessati da una legislazione vincolistica risalente a 40 anni fa (la legge sull’equo canone del ’78). Bisogna fornire maggiori garanzie ai proprietari ai fini del rientro in possesso dell’immobile in caso di finita locazione o morosità.




Come imparare l’economia con “I promessi Sposi”

“Anche nelle piú grandi strettezze, i denari del pubblico si trovano sempre, per impiegarli a sproposito” (A. Manzoni, I Promessi Sposi, Cap. XXVIII).

Questa frase di Manzoni ha tenuto banco l’altra sera a Palazzo Galli dove Mino Manni e Marta Ossoli (accompagnati da Silvia Mangiarotti al violino e Francesca Ruffilli al violoncello) hanno dato vita ad un reading teatrale – curato dalla Banca di Piacenza unitamente alla Confedilizia – su uno dei capitoli della trilogia economica dei Promessi Sposi, quello sulle conseguenze della rivolta di San Martino. L’anno scorso, sempre in collaborazione con la Confedilizia, la Banca di Piacenza con Manni ed Ossoli aveva presentato il primo dei capitoli economici dei Promessi Sposi, quello sulla rivolta del pane e l’illusione di vincere le leggi di mercato con prezzi stabiliti dall’autorità governativa.

L’anno prossimo, nella stessa occasione, è in programma la lettura dell’ultimo capitolo della trilogia, dedicato alle “gravezze” (per il Manzoni, le imposte e tasse) che uccidono la produzione.

Nel capitolo letto l’altra sera sono state sottolineate le conseguenze dei vari provvedimenti di blocco dei prezzi varati a Milano nel 1628: “ognuno era una conseguenza inevitabile dell’antecedente, e tutti del primo, che fissava al pane un prezzo così lontano dal prezzo reale, da quello cioè che sarebbe risultato naturalmente dalla proporzione tra il bisogno e la quantità”.

Alla lettura di questi passi dei Promessi Sposi (come è noto Luigi Einaudi ha detto del romanzo storico di Manzoni che si tratta di “Uno dei migliori trattati di economica politica che siano mai stati scritti”) ha assistito il Prefetto dott. Falco con il Questore dott. Ostuni e il Comandante del nucleo investigativo dei Carabinieri ten. Iannucci.

Al termine della serata il Presidente Sforza Fogliani ha ringraziato la compagnia teatrale nonché i presenti, sottolineando che Manzoni scrisse le sue opere ispirandosi al “Saggio sui grani” del piacentino Melchiorre Gioia e che non a caso lo stesso autore visitò Piacenza e a Piacenza venne stampata la prima edizione dei Promessi Sposi già nel 1828 e cioè un anno dopo la definizione finale del romanzo.

 

 

 




In arrivo la cedolare secca anche per i negozi

Soddisfazione da parte del presidente nazionale di Confedilizia Giorgio Spaziani Testa sulla possibile introduzione della cedolare secca anche per le attività commerciali: “La conferma dell’impegno del Governo a prevedere nella manovra il varo della cedolare secca sugli affitti commerciali – ha detto Spaziani Testa – ci consente di confidare che sia finalmente giunto il momento di quel cambio di passo che il settore immobiliare attende da molti anni. Le cose da fare in questo comparto sono tante e tutte consentirebbero all’economia di ripartire. Iniziare con la cedolare per le locazioni commerciali è la scelta giusta”.

 




Legali da tutta Italia al convegno di Confedilizia per discutere di locazioni e nuovo condominio

Torna domani a Piacenza, con il patrocinio della Banca di Piacenza, il convegno del Coordinamento legali Confedilizia, giunto alla sua 28° edizione. Si svolgerà dalle 9,30 alle 13 e dalle 15 alle 18,30 nella sala convegni dell’istituto di credito in via I Maggio 37.

Durante la mattinata, dopo i saluti del presidente di Confedilizia, avv. Giorgio Spaziani Testa, e delle Autorità presenti, si affronterà il tema “40 anni di locazioni ad uso diverso tra timide riforme ed evoluzioni interpretative” con la relazione di base a cura del prof. avv. Vincenzo Cuffaro, alla quale seguiranno gli interventi del prof. avv. Vittorio Angiolini, dell’avv. Daniela Barigazzi, dell’avv. Claudia Barina, dell’avv. Domenico Capra, dell’avv. Michele Cella, dell’avv. Carlo del Torre, dell’avv. Riccardo Mazza, dell’avv. Vincenzo Nasini, dell’avv. Renzo Rossi, dell’avv. Gabriele Spremolla e dell’avv. Francesco Massimo Tiscornia.

Nel pomeriggio sarà la volta del tema “Parti comuni, innovazioni e proprietà esclusive nel nuovo condominio” con relazione di base a cura dall’avv. Paolo Scalettaris, alla quale seguiranno gli interventi dell’avv. Pier Paolo Bosso, dell’avv. Paola Castellazzi, dell’avv. Antonino Coppolino, dell’avv. Barbara Gambini, del dott. Antonio Nucera, del magistrato Giacomo Rota, dell’avv. Ascanio Sforza Fogliani, dell’avv. Angelo Sollazzo, dell’avv. Paola Tamanti e dell’avv. Annamaria Terenziani.

Il convegno, che rappresenta un importante appuntamento per approfondire temi giuridici legati al mondo dell’immobiliare e che richiama centinaia di legali da tutta Italia, sarà diretto dall’avv. Cesare Rosselli, responsabile del Coordinamento legali Confedilizia.




Quando una tassa (Imu) riesce a distruggere un mercato (quello immobiliare)

Non esiste forse nessuna tassa al mondo che può contendere all’IMU il primato assoluto di aver praticamente distrutto un mercato (quello immobiliare), mettendo in ginocchio al contempo un intero settore economico, quello dell’edilizia.

E’ bene ricordare che l’IMU, così come la conosciamo oggi, è stata introdotta dal governo Monti sostituendola alla precedente ICI.

C’è chi pensa sia stato uno dei provvedimenti più miopi mai varati da un governo italiano, utile a far cassetta nell’immediato ma che ha, di fatto, contribuito ad impoverire la classe media italiana, asse portante di questo paese. La casa vissuta storicamente come bene rifugio da tutti gli italiani è diventata improvvisamente una iattura che si mangia larga fetta delle risorse famigliari. Così nessuno ha più il coraggio di comprare, nessuno riesce a vendere, gli affitti sono inghiottiti dalle tasse e l’Italia si trova ad essere immobile nella crisi, unica in Europa. Per fortuna, vien da dire che Monti era un economista perchè … fosse stato un chirurgo … ci sarebbe andata forse anche peggio.

Tutto ciò è dimostrato dai dati resi noti da Confedilizia nazionale.

Aumentano anche nel 2017 le cosiddette “unità collabenti”, vale a dire gli immobili ridotti in ruderi a causa del loro accentuato livello di degrado. Lo segnala Confedilizia, che ha elaborato i dati forniti dall’Agenzia delle entrate sullo stato del patrimonio immobiliare italiano.

Nel 2017, il numero di questi immobili – inquadrati nella categoria catastale F2 – è cresciuto del 9,8% rispetto al 2016. Ma il dato più significativo è quello che mette a confronto il periodo pre e post IMU: rispetto al 2011, gli immobili ridotti alla condizione di ruderi sono quasi raddoppiati, essendo aumentati dell’87,2%: da 278.121 a 520.591 (+242.470).

“La settimana che si sta per chiudere – dichiara il presidente di Confedilizia, Giorgio Spaziani Testa – regala un’altra perla al settore immobiliare. Dopo i numeri di Istat ed Eurostat, che hanno certificato come il nostro mercato della casa sia l’unico in crisi in tutta Europa, con valori in caduta ormai da anni, è l’Agenzia delle entrate a comunicarci un altro dato drammatico: il raddoppio in poco tempo degli immobili ridotti in ruderi. La causa è presto detta. Si tratta di immobili – appartenenti per lo più a persone fisiche – per i quali i proprietari non sono in grado di far fronte alle spese di mantenimento e alla abnorme tassazione patrimoniale IMU-TASI, e che raggiungono condizioni di fatiscenza per il semplice trascorrere del tempo o, addirittura, a causa di atti concreti dei proprietari, che mirano così a liberarsi almeno degli oneri che comportano. È necessario fare qualcosa per salvare il patrimonio immobiliare italiano, restituendogli una minima capacità reddituale. Le strade possibili sono molteplici, l’unica da non percorrere è quella dell’inerzia”.