Melissa Toscani subentra a Stefania Bollati come segretaria alla Funzione Pubblica CGIL Piacenza

Ricambio all’interno della segreteria generale della Funzione Pubblica della CGIL piacentina. Melissa Toscani, 44 anni, dal 2011 in Cgil, dipendente del Comune di Gropparello ma nata a Fiorenzuola prende il posto di Stefania Bollati, al secondo e ultimo mandato. Questa mattina nella sala Nelson Mandela il sindacato dei lavoratori pubblici era a congresso su temi cruciali per la tenuta del sistema dei servizi pubblici.

La relazione di Bollati e i successivi interventi si sono concentrati su punti-chiave che travalicano le specificità del settore pubblico. La difesa della sanità pubblica e universale, il rilancio di un modello di welfare inclusivo da un lato e che prenda le mosse dai contratti integrativi aziendali dall’altro sono stati i temi al centro del dibattito.

“Il problema di questa fase sono le ‘chiacchiere’ attorno al Def: non fanno bene né al lavoro né alla stabilità del sistema, servono confronto e azioni – ha spiegato Bollati nella relazione a proposito di stabilizzazioni e ‘turn-over’ –. Un piano straordinario di occupazione parte da risorse certe, che oggi non vediamo. Mancano investimenti per l’innovazione della Pa in termini di efficienza e di valorizzazione delle professionalità”.

Secondo la Fp Cgil di Piacenza mancano all’appello risorse per rinnovare i contratti del triennio 2019/2021, mentre “stiamo ancora aspettando il rinnovo del contratto nazionale dei medici e dei dirigenti sanitari, unico contratto del comparto pubblico ancora vacante” ha spiegato Bollati. Sanità privata con il contratto scaduto da anni come la cooperazione sociale sono altri “punti dolenti” che dovrà affrontare, da qui in avanti, Melissa Toscani alla guida della Fp Cgil. Toscani, in Cgil dal 2011, ha seguito in questi anni in particolar modo gli Enti locali e le Funzioni centrali. “Rilanciare il ruolo del lavoro pubblico come servizio ai cittadini che rende esigibile i diritti costituzionali tramite la contrattazione, strumento che permette di tenere insieme l’interesse dei cittadini – rendendo i servizi sempre più rispondenti ai bisogni – la valorizzazione della professionalità dei lavoratori e la tutela della loro salute e sicurezza nei luoghi di lavoro” ha spiegato Toscani all’Assemblea generale che, da statuto, l’ha designata segretaria per i prossimi quattro anni. 

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Renzi si dimette da segretario del PD. Farò il senatore semplice

Matteo Renzi si dimette da segretario del PD. Dimissioni che però saranno operative quando sarà insediato il nuovo governo. Renzi esclude un reggente e punta ad un nuovo congresso. Ma le sue parole, a tratti molto dure, fanno capire che la guerra all’interno del PD è ufficialmente aperta. La prima reazione è stata quella del presidente uscente dei senatori del Pd Luigi Zanda che sottolinea come le dimissioni posticipate non abbiano senso e che Bersani si dimise subito. “La decisione di Matteo Renzi di dimettersi e contemporaneamente rinviare la data delle dimissioni non è comprensibile. Serve solo a prendere ancora tempo”.

“Le dimissioni di un leader – ha sottolineato Zanda – sono una cosa seria, o si danno o non si danno. E quando si decide di darle, si danno senza manovre. In un momento in cui al Pd servirebbe il massimo di quella collegialità che è l’esatto opposto dei cosiddetti caminetti, annunciare le dimissioni e insieme rinviarne l’operatività per continuare a gestire il partito e i passaggi istituzionali delle prossime settimane è impossibile da spiegare. Quando Veltroni e Bersani si sono dimessi – ha ricordato Zanda – lo hanno fatto e basta. Un minuto dopo non erano più segretari”.

Questi alcuni degli stralci del discorso di Renzi. “Il nostro posto è all’opposizione – ha detto Matteo Renzi – non diventeremo la stampella delle forze antisistema. Saremo responsabili. Staremo all’opposizione. Cosa farò io? Ho ricevuto migliaia di email. Terminata la fase del governo farò il senatore semplice, di Scandicci, di Firenze. Restituiamo le chiavi di una casa chè è meglio di quando l’abbiamo presa. Noi non insulteremo gli avversari sui social. Faremo politica fuori dai recinti dei palazzi. Grazie a tutti i candidati che non ce l’hanno fatta per qualche centinaio di voti. Diremo si a tutto quello che farà bene al paese. Diremo tre no:  No ad inciuci. No ai caminetti ristretti. No ad estremismi. Faremo il tifo per l’Italia ma saremo responsabili. Sapremo dire dei si ma anche dei no”.