“Guerra di parcheggi” al cimitero di San Lazzaro. Fiazza(PD): “creare un’area di rispetto”

I cimiteri dovrebbero essere luoghi di quiete ed invece sembra non esserci pace al cimitero di San Lazzaro dove i parenti in visita ai cari estinti troverebbero i posti auto occupati dagli studenti della vicina Università Cattolica. L0o sostiene il consigliere comunale PD Christian Fiazza che interviene sull’argomento con un comunicato:

Pochi giorni fa il consigliere comunale Christian Fiazza (Pd) ha effettuato un sopralluogo nel parcheggio del Cimitero di San Lazzaro. «Ho ricevuto diverse segnalazioni. I posti auto, durante i giorni della settimana, sono stracolmi. Anch’io ho notato che il posteggio è gremito disordinatamente dalle macchine degli studenti dell’Università Cattolica», analizza Fiazza.

«Si tratta di una situazione di ordinaria follia, un disagio che necessita assolutamente una risposta rapida. Chi va a trovare i propri cari al camposanto ha quantomeno il diritto di vivere in serenità questo momento, senza subire lo stress di andare alla disperata ricerca del parcheggio o di lasciare l’automezzo in viottoli disparati. L’Amministrazione comunale, come segno risolutivo di civiltà, dovrebbe creare una sorta di “area di rispetto” riservata a chi accede al cimitero. Inoltre», conclude Fiazza, «l’area andrebbe ripulita, eliminando i rifiuti sparsi sul perimetro e potando le erbacce secche».




Giardino: “governare cum grano salis in quest’epoca di casse semivuote”

Riceviamo e pubblichiamo un comunicato dal consigliere comunale Forza Italia Michele Giardino che interviene sulle linee di programma presentate nei giorni scorsi dal Sindaco di Piacenza e sullo “scontro” con Confindustria.

Nei sistemi liberali storici, lo Stato garantiva la concorrenza in ambito economico. Nel sistema globalizzato attuale, è invece l’economia a mettere in competizione gli Stati. E questo perché, nella penuria di risorse finanziarie di cui può disporre un ordinamento statale, riuscire ad attrarre nuovi investimenti, nuovi insediamenti industriali, nuovi progetti significa assicurare un incremento di ricchezza alla collettività di riferimento.
E’ naturale che la gara coinvolga anche le regioni, le province, le città: se i trasferimenti dal centro diventano sempre più esigui, ma tutte continuano ad avere spasmodico bisogno di soldi, è inesorabile che tutte finiscano per gareggiare tra loro (in ultima analisi, anche la sfida che diversi comuni si lanciano ogni anno per diventare Capitale della cultura ha finalità economiche).
A Piacenza si prova a invertire la rotta. Meglio: si prova a rimettere in sella la politica, per governare cum grano salis quest’epoca di casse semivuote. Nella convinzione che assecondare ciecamente i diktat economici – in questa assurda competizione tra soggetti pubblici – possa determinare un ribasso della qualità dell’azione amministrativa e, per tale causa, un suo sempre minore orientamento a soddisfare le esigenze della cittadinanza.
Gli italiani hanno capito che il tempo delle vacche grasse è terminato. I piacentini, pragmatici come pochi in Italia, lo hanno capito forse prima e meglio degli altri. Da qui la scelta di Patrizia Barbieri sindaco: una scelta di sobrietà, compostezza, realismo. E nelle linee programmatiche di mandato il sindaco non li ha delusi: li ha onorati, ha onorato le loro aspettative.
Non solo. Nel giorno in cui tali linee venivano presentate al Consiglio comunale (lunedì 13 novembre), su Libertà veniva pubblicata la risposta del sindaco ai vertici locali di Confindustria (che avevano puntato il dito contro le frenate della giunta su alcuni appalti precedentemente avviati: nuova piscina, piazza Cittadella). Si riporta il titolo eloquentissimo: “Rispondo ai piacentini, non a qualche imprenditore che mi tira la giacca”. Pochi soldi, da spendere bene, nell’esclusivo interesse dei cittadini, evitando nuovi debiti.
Si è trattato di un “uno-due” pugilistico difficile da non percepire. Solo le minoranze non l’hanno percepito, ma era previsto dal copione.




Interrogazione della Zanardi (Gruppo Liberi) su pista ciclabile e parigine sul Corso

Gloria Zanardi, consigliere comunale Piacenza (Gruppo Liberi) interviene sulla questione di Corso Vittorio Emanuele e sui lavori che hanno smantellato il senso unico e la pista ciclabile voluta dalla precedente amministrazione. Qui di seguito il suo comunicato.

In merito alla necessità di modificare la viabilità nel tratto di Corso Vittorio Emanuele dalla rotonda di Piazzale Genova al “Dolmen”, a seguito delle variazioni operate dalla precedente amministrazione, non sorge alcun dubbio.

Il senso unico, in direzione centro, con il deflusso in Via Venturini e relativa pista ciclabile con cordolo è stata una scelta nefasta della precedente giunta, qualificata come “sperimentazione temporanea” che però ha causato pregiudizi irreparabili e disagi per un periodo troppo lungo (40% in meno di entrate per i commercianti, troppo traffico in Via Venturini con peggioramento della qualità della vita dei residenti).

Quindi positiva la scelta dell’attuale amministrazione di provvedere immediatamente.

Come da precedenti comunicazioni degli assessori competenti, non ci si è limitati a ripristinare la situazione ex ante, ma si è anche delineata una nuova pista ciclabile.

La pista ciclabile è stata tracciata nella parte attigua al marciapiede con il posizionamento, a fini delimitativi, delle “parigine”. I dehors dei locali rimangono esterni alla pista ciclabile, così come l’area riservata al carico e scarico e al parcheggio per i disabili.

Nel chiedere delucidazioni in merito a tale scelta agli assessori competenti, sollevo qualche perplessità: i ciclisti che percorreranno la pista ciclabile dovranno evitare sul loro percorso coloro che necessariamente dovranno attraversare la stessa per raggiungere i dehors (camerieri e clientela degli esercizi commerciali) ed i veicoli, nel caso di carico e scarico, con conseguente pericolo per tutti.

Le piste ciclabili, in teoria, dovrebbero avere la funzione di offrire al ciclista (così come i marciapiedi per i pedoni) una corsia dedicata, da percorrere con maggiore agilità e sicurezza. Al contrario, in questo caso, le insidie per il ciclista potrebbero anche essere superiori.

Inoltre, una tale disposizione potrebbe comportare, altresì, un pericolo più grande per coloro che stazionano nei dehors dei locali, essendo maggiormente esposti al passaggio dei veicoli, soprattutto in caso di sinistri.

Ritengo che, se le piste ciclabili, per le caratterizzazioni della strada, non riescono ad assolvere la funzione sopra indicata, potrebbe essere più opportuno consentire ai ciclisti di utilizzare la carreggiata, magari tracciando una corsia preferenziale a latere per gli stessi.

Un altro elemento di pericolo potrebbero essere le parigine di ferro. Era già stata sollevata la questione relativa ai disagi e danni che possono cagionare in caso di sinistro o caduta. Mi chiedo, in merito, se non fosse possibile utilizzare delle “parigine” di altro materiale, come quelle, ad esempio, posizionate in Via Palmerio.

Ho preferito esprimere ora le mie perplessità, affinché possano, nel caso, essere prese in considerazione previo avvio della nuova variazione viabilistica; per tale ragione, presenterò un’interrogazione in consiglio comunale in merito.