Monitoraggio del Consorzio di bonifica degli invasi dopo il maltempo, Diga di Mignano e Molato piene

Il gelicidio colpisce il territorio di Piacenza e il Consorzio di Bonifica monitora la situazione del nostro territorio.

DIGA DEL MOLATO E DI MIGNANO

In una settimana la Diga di Mignano, nel comune di Vernasca, è passata da una percentuale di invaso di circa il 4% al 48,7% raggiungendo un volume di 4 milioni e 800 mila metri cubi. Complessivamente sono caduti 6 centimetri di neve e 58,4 millimetri di pioggia.

La Diga del Molato a Nibbiano è cresciuta di circa il 16,6% da venerdì ad oggi, arrivando al 68,3% del proprio invaso. Il volume è ora superiore ai 4 milioni e 300 mila metri cubi. Complessivamente sono caduti 10 centimetri di neve e circa 57,5 millimetri di pioggia.

MONTAGNA

Non c’erano frazioni completamente isolate ma il transito era difficoltoso e in alcuni casi ostruito da rami e piante pericolanti. Coli, Farini, Morfasso, Gropparello, Ferriere e Cerignale sono i comuni più colpiti.
Tanti gli interventi coordinati dai tecnici del Consorzio di Bonifica in costante contatto con il territorio e gli amministratori.
Alle 19 e 30 di sabato sera tutte le strade consortili segnalate erano transitabili.

La messa in sicurezza è poi continuata da lunedì: risultano già completamente sgombre le strade di Vezzera (Coli), la Villanova-Aglio-Pradovera (Coli, Farini, Bettola) e le Rocconi e Rocca (Ferriere). Entro venerdì saranno libere anche la strada di Cassimoreno (Ferriere), la Santa Franca (Morfasso) e la Stomboli (Farini).

IMPIANTI IDROVORI

Nella notte tra venerdì e sabato (ore 1.30) si era chiusa la paratoia di Armalunga e si erano accese le pompe per sollevare le acque delle zone suburbane di Piacenza vicino a Mortizza.

Pompe che hanno funzionato fino alle ore 11 di lunedì 4 febbraio sollevando complessivamente circa 160 mila metri cubi di acqua. Nel fine settimana anche l’impianto di Zerbio aveva intensificato il sollevamento di acqua del reticolo sotteso all’impianto e limitrofo al comune di Caorso.

Già da martedì l’impianto di Zerbio ha diminuito la portata di acqua sollevata portandosi il linea con il funzionamento antecedente alle piogge degli ultimi giorni. 

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Sforza Fogliani (Confedilizia): “Proteste coi trattori contro i consorzi di bonifica, ma la politica non vede”

Il Presidente del Centro studi Confedilizia, Corrado Sforza Fogliani, si è espresso in merito alle proteste in Puglia contro i Consorzi di Bonifica.

“Continuano in Puglia su larga scala le proteste contro i Consorzi di bonifica. I cortei di trattori dilagano. Nel mirino, le cartelle esattoriali immediatamente esecutive per servizi e manutenzioni non eseguiti, cioè il sistema di esazione abrogato dal taglialeggi Calderoli (per opporsi, bisogna fare una vera e propria causa in Commissione tributaria), ma che i Consorzi continuano – contro la volontà chiaramente espressa dal Parlamento – ad applicare col pretesto che la norma sia ancora applicabile, contro il parere già espresso in plurime sentenze. La politica, comunque, non vuole (o non può) accorgersene. Ultimamente, e dopo che il vicepremier Di Maio aveva dichiarato che si tratta di carrozzoni politici da eliminare, un emendamento 5stelle che ribadiva l’abrogazione della norma in parola è stato paradossalmente, e per misteriose ragioni, bocciato in Commissione Bilancio del Senato su conforme parere di un sottosegretario 5stelle e del relatore, dello stesso movimento. E’ ora che le forze di maggioranza (con particolare riferimento ai 5stelle oltre che alla Lega) e di opposizione (con particolare riferimento a Forza Italia e ai Fratelli d’Italia) non prioritariamente a favore dei Consorzi, assumano urgentemente una posizione precisa e coerente, che subentri alla denegata giustizia attuale, ciò che fa aumentare anche la disaffezione al voto. Tutto questo quando i Comuni reclamano fondi da utilizzare sotto il controllo politico elettorale ed i Consorzi negano invece, come il Pd ha ieri imposto in Emilia, il voto telematico, proprio per impedire che i contribuenti possano esprimersi col voto invece che solo con continue proteste”. 

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Foti: “il Governo chiarisca che ai consorzi di bonifica non è consentita la riscossione coattiva”

«Si ponga fine all’esecrabile pratica dei consorzi di bonifica di operare la riscossione coattiva a danno dei contribuenti» è il giudizio tranchant di Tommaso Foti, deputato di Fratelli d’Italia, che in una interrogazione rivolta al Governo ha denunciato: «I consorzi stanno pretestuosamente ignorando il quadro normativo vigente, da cui discende una consolidata giurisprudenza, che già a partire dal 2009 esclude che gli stessi emettano cartelle esecutive a carico dei contribuenti». Il parlamentare del movimento politico di Giorgia Meloni vuole vederci chiaro: «Questa pratica contra legem – rimarca Foti – costringe i consorziati a difendersi nelle competenti commissioni tributarie per fare valere le proprie ragioni. Le conseguenze di questo modo d’agire dei Consorzi, errato quando non illegittimo, si riverberano quindi anche sulla funzionalità degli organi deputati a dirimere le controversie».

Per Foti la legge vigente non lascia spazio a dubbi: «La riscossione coattiva, per effetto della tacita abrogazione della normativa di riferimento non è – dunque – più in capo ai consorzi di bonifica».

«Seppure non stupisce – prosegue il deputato di Fratelli d’Italia – che furbescamente i consorzi proseguano nella vessazione del contribuente, lascia invece basiti l’inerzia del Governo su una materia che interessa direttamente i cittadini».

L’appello del parlamentare piacentino è netto: «Il Governo – tuona Foti nell’interrogazione – chiarisca in modo definitivo con una circolare che non è consentita la riscossione coattiva praticata dai consorzi. Tenere le proverbiali “fette di salame sugli occhi” – conclude il parlamentare di Fratelli d’Italia – non farà altro che arrecare grande nocumento tanto ai contribuenti come alla funzionalità della giustizia tributaria».




Lavori sul Trebbia: “non siano affidati al Consorzio di Bonifica”

I lavori per costruire il canale di collegamento fra il Trebbia ed il Rio Villano non siano affidati al Consorzio di Bonifica! E’ questa in estrema sintesi la richiesta che arriva da parte del Sindacato Provinciale della Proprietà Fondiaria, preoccupato del fatto che, se i lavori fossero eseguiti dal Consorzio, non tarderebbe ad arrivare l’ennesimo balzello da parte di questo ente già al centro di migliaia di ricorsi da parte di proprietari di immobili e terreni.

A spiegare la posizione dei proprietari fondiari è lo stesso presidente del sindacato, l’avvocato Renato Caminati, con un comunicato che pubblichiamo di seguito:

«Da mesi si discute sulla possibilità di realizzare una traversa, da posizionare sulle rive di Sant’Agata a Rivergaro, con la finalità di convogliare le acque del Trebbia nel Rio Villano. Comprensibili sono certamente le esigenze degli agricoltori che attingono acqua da tale Rio. Ma al di là del fatto che il convogliamento voluto dagli agricoltori lo si ottenga effettivamente con la realizzazione della summenzionata traversa o con altre soluzioni da alcuni giudicate meno invasive, il problema vero è costituito dal fatto che ad occuparsi dell’opera sembrerebbe dover essere il Consorzio di Bonifica (al quale si è permesso di intitolarsi la pratica) il quale poi si arrogherebbe – c’è da pensare – anche i diritti conseguenti.

Vi è quindi il rischio “reale”, che è praticamente una certezza, che alla fine saranno i proprietari fondiari a dover sopportare i costi e gli oneri contributivi che deriveranno dalla realizzazione dell’opera e dalla futura gestione del Consorzio. Senza considerare i contenziosi che certamente nasceranno tra i proprietari ed il Consorzio, con conseguenti ulteriori costi da sostenere.

Quindi se è necessario convogliare l’acqua del Trebbia nel Rio Villano, in qualunque modo poi si deciderà di farlo, non è detto che i lavori debbano essere affidati per forza al Consorzio di Bonifica. I lavori, come già accade per numerosi altri interventi fatti nei territori dei vari Comuni della nostra provincia, possono essere anche affidati ad altri.

Tutte le volte che i Comuni hanno chiesto al Consorzio di bonifica di effettuare opere nel proprio territorio hanno infatti finito poi per “legittimare” le pretese di quest’ultimo in termini di tassazione pregressa e futura.

Chiediamo quindi anche alle altre associazioni di categoria di occuparsi una volta per tutte di questo annoso e gravoso problema che è rappresentato dal Consorzio di Bonifica. E’ arrivato il momento per tutti – Istituzioni comprese – di svegliarsi e di pensare seriamente agli interessi dei cittadini, propri e dei propri figli.

In conclusione, facendo anche solo una riflessione di carattere generale, è opportuno evidenziare che, anche a volerla cercare a tutti i costi, l’utilità del Consorzio risulta comunque difficile da individuare: infatti paghiamo tutti un copioso contributo a questo ente, con il risultato che – come la storia ci insegna – quando non piove ci troviamo in seria difficoltà per la siccità e quando invece piove ci troviamo sempre sommersi dall’acqua.

Appare pertanto evidente che esiste un enorme problema di gestione dell’acqua.
Dove sta quindi l’utilità del Consorzio? Perchè dobbiamo continuare a pagare?

Inoltre, coloro che si arrogano il diritto di occuparsi della gestione dell’acqua si giustificano affermando di non essere in grado di prevedere tali eventi perchè – sostengono – trattasi di fenomeni straordinari improvvisi e incontrollabili.

E se anche ciò fosse vero, la cosa rafforzerebbe solo la tesi sull’inutilità oggi di enti come il Consorzio. Se non per spendere direttamente i soldi dei contribuenti e (indirettamente) quelli dei contribuenti che gli dà la Regione».




Secondo la Commissione Tributaria la Ricci Oddi non deve versare contributi alla Bonifica

Il Consorzio di bonifica di Piacenza è stato condannato a restituire alla Galleria Ricci Oddi i contributi pagati per gli anni successivi al 2011, relativi all’immobile di via S. Siro.
La Commissione tributaria provinciale di Piacenza ha dichiarato questi contributi  “illegittimamente richiesti” in una causa nella quale la Galleria d’arte moderna è stata assistita dall’avv. Giacinto Marchesi del foro di Piacenza.

La sentenza spiega che l’obbligo contributivo della Galleria non sussiste non avendo il Consorzio provato che lo svolgimento della attività svolta dalla Bonifica producesse nei confronti dei beni di proprietà della contribuente vantaggi diretti e specifici ed il conseguente incremento di valore patrimoniale degli stessi (gli artt. 21 e 59 rd n. 215/33 richiedono che gli immobili traggano un vantaggio dimostrato e singolarmente proporzionato).

In sostanza – ha motivato la Commissione – «in difetto di un comprovato assolvimento delle finalità istituzionali (ovvero irrigazione, razionale uso dell’acqua, tutela dello sviluppo e della valorizzazione del territorio) assegnati dalla legge (rd n. 215/33) al Consorzio è inibita la possibilità di chiedere alla ricorrente il pagamento di somme (in termini Cass. sent. n. 11801/13 “Il beneficio è il presupposto costitutivo dell’obbligo contributivo e se talune opere producono effetti positivi solo su una parte dei consorziati è su essi che debbono ricadere gli obblighi contributivi”, “L’imposizione della contribuzione è subordinata alla duplice condizione: inserimento dei beni immobili nel comprensorio consortile ed effettivi vantaggi a favore degli immobili in conseguenza diretta ed immediata dei lavori espletati”)».
Dopo aver rilevato che «il mero inserimento degli immobili nel comprensorio del Consorzio non costituisce una prova a vantaggio del Consorzio (CTR Napoli sent. n. 302/15), sempre tenuto a fornire la prova della particolare “utilitas” conseguita dall’immobile non costituendo il detto inserimento una prova neppure a livello indiziario», la Commissione – a proposito della consulenza prodotta dal Consorzio – ha riconosciuto «valore di semplice allegazione difensiva, e non di prova, al predetto elaborato (peraltro non asseverato dal consulente) dalla cui lettura non emerge con sicurezza che dall’esecuzione delle opere gli immobili della Galleria d’Arte Moderna Ricci Oddi abbiano a ricevere un incremento di valore direttamente riconducibile alle anzidette opere (Cass. sent. n. 4671/12, sent. n. 2241/15)».
Da ultimo, la Commissione ha dichiarato nulle le cartelle esecutive impugnate confermando una precedente decisione e ciò «per carenza del potere impositivo (a mezzo ruoli) a seguito dell’abrogazione (art. 14 c. 14 ter L. 246/05) dell’art. 21 rd 215/33, a far data dal 16.12.2010, sicché il Consorzio di Bonifica non aveva il potere di iscrivere a ruolo e di riscuotere i crediti a mezzo ruolo (in termini, CTP Piacenza sent. n. 131/17)». In particolare, i giudici tributari hanno specificato che «la presente fattispecie può essere regolamentata dall’art. 2041 c.c. (azione di arricchimento senza causa, in termini, Cass. sent. n. 18432/05) o dall’art. 2033 c.c. (azione di ripetizione di indebito)” e che “entrambe le disposizioni fissano il termine di prescrizione di 10 anni per potere agire in giudizio».