Conte: “Chiuse le attività commerciali e la vendita al dettaglio”. Aperte farmacie e supermercati

Conferenza stampa del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte per annunciare una nuova stretta che in sostanza accoglie buona parte delle richieste che erano venute dalla Lombardia e dal suo presidente Fontana.

“Ho fatto un patto con la mia coscienza: al primo posto c’è la salute degli italiani. Solo pochi giorni fa vi ho chiesto di cambiare le vostre abitudini di vita, di rimanere in casa. Ero consapevole che si trattava di un primo passo, e che non sarebbe stato l’ultimo. È ora di compiere un passo in più”.

“Questa sfida riguarda la salute dei cittadini ma anche la tenuta economica. Abbiamo tenuto conto di tutti gli interessi. Al primo posto c’è la salute. Vi ho chiesto stare a casa e uscire per lo stretto necessario. In un paese come il nostro bisogna procedere gradualmente. Ora è il momento di compiere un passo in più. Abbiamo deciso per la chiusura di tutti gli esercizi commerciali.(il decreto). Chiudiamo negozi, bar pub, centri estetici, parrucchieri, mense”.

“Restano aperte farmacie, parafarmacie, negozi di generi alimentari, edicole e tabaccherie”.

“Non è necessario fare nessuna corsa per acquistare il cibo – ha specificato Conte – i negozi di alimentari restano aperti”.

“Industrie e fabbriche continueranno le proprie attività a condizione che proteggano i lavoratori con protocolli di sicurezza”.

“Le attività produttive e quelle professionali possono restare aperte favorendo smart working e ferie anticipate”.

“Saranno garantite, nel rispetto della normativa igienico-sanitaria, le attività del settore agricolo, zootecnico, di trasformazione agroalimentare comprese le filiere che offrono beni e servizi rispetto a queste attività”.

“La regola madre rimane la stessa: dobbiamo limitare gli spostamenti, per motivi di necessità o per fare la spesa”.

Garantiti i servizi essenziali (trasporti, banche, assicurazioni).

“Per avere un riscontro effettivo” delle misure, ha detto Conte  “dovremo attendere un paio di settimane”.

“Se i numeri dovessero continuare a crescere, cosa nient’affatto improbabile, non significa che dovremo affrettarci a varare nuove misure – ha detto il premier. – Non dovremo fare una corsa cieca verso il baratro. Dovremo essere lucidi, responsabili”.

“A breve nominerò anche un commissario straordinario, con ampi poteri di deroga, che potrà potenziare la produzione di beni che occorrono” (ad esempio attrezzature mediche). Si tratta di Domenico Arcuri., presidente di Invitalia.

Il premier nel suo intervento ha ringraziato tutti i cittadini che stanno rispettando le disposizioni del Governo: “Tutto il mondo ci guarda. Diamo prova di grande rigore. Domani non solo ci guarderanno come esempio, un Paese che è riuscito a sconfiggere questa pandemia, stiamo reagendo con maggior forza, siamo un modello. […] Al primo posto per me ci sarà la salute degli italiani, la stragrande maggioranza di voi ha risposto in modo straordinario”.

Giuseppe Conte ha concluso dicendo ““Teniamoci distanti oggi, per abbracciarci più forte domani. Tutti insieme ce la faremo”.

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Nella notte il decreto anti Coronavirus. Conte: “Vincolo di entrata e uscita, spostamenti concessi per comprovati motivi”

Ufficiale il tanto atteso decreto del premier Conte per affrontare l’emergenza Coronavirus. Già qualche notizia era trapelata nella tarda serata, nella notte la conferma.

“Necessario chiarire quel che è successo – precisa Giuseppe Conte -, un Decreto del Premier, quello che stavamo formando per introdurre le nuove misure, lo stavamo leggendo sui giornali. La pubblicazione di una bozza ha creato incertezza e confusione”.

“Il decreto è definitivo: sono pervenute le osservazioni delle Regioni, abbiamo creato due aree del Paese, la Lombardia e alcune province interessate (già elencate nel precedente articolo, tra cui Piacenza), a questo territorio applichiamo un regime rigoroso, poi ci sarà un regime per il restante territorio italiano”.

Nel dettaglio, le province diventate “zona rossa” sono le seguenti: Modena, Parma, Piacenza, Reggio Emilia, Rimini, Pesaro e Urbino, Venezia, Padova, Treviso, Asti, Vercelli, Novara, Verbano Cusio Ossola e Alessandria. Tutte le nuove disposizioni sono valide da oggi marzo fino al 3 aprile.

Vi sarà il vincolo in entrata e in uscita per tutte le persone, anche all’interno dei territori stessi. Gli spostamenti concessi solo per comprovati motivi di lavoro, necessità e salute. E’ consentito il rientro per chi ne avesse necessità.  

Lo stesso Giuseppe Conte Conte precisa che sarà concesso alle Forze dell’Ordine di vigilare che tali disposizioni vengano seguite, chiedendo il perchè di qualsivoglia spostamento.

I soggetti con sintomatologia è raccomandato di evitare contatti sociali, e devono contattare il medico curante. Divieto assoluto di spostamento per i soggetti sottoposti a quarantena.

Saranno consentiti solo quegli eventi sportivi, a cui partecipano atleti professionisti, ma o a porte chiuse, o all’aperto senza pubblico. Annullati eventi di carattere ludico, culturale, religioso e fieristico. Sono sospese eventi nei cinema, pub, sale giochi, discoteche e locali assimilati. “Non possiamo più permetterci – afferma Conte – aggregazioni di persone”.

Sospese le attività didattiche salvo quelle a distanza. Consentita l’attività di culto, salvo alcune precauzioni. Sono consentite le attività di ristorazione e bar dalle 6 alle 18, “con obbligo per il gestore di predisporre le condizioni che garantiscano la distanza di almeno un metro tra le persone, con sanzione della sospensione dell’attività in caso di violazione”.

Sospesi riunioni, meeting, congressi, in ogni luogo pubblico e privato. Sospesi viaggi di istruzione. “Stiamo affrontando un’emergenza nazionale, senza sottovalutarla, utilizzando il criterio della trasparenza. Abbiamo due obiettivi: evitare il contagio ed evitare il sovraccarico per le strutture ospedaliere. Non possiamo scegliere solo una modalità”. “Non aveva senso – prosegue il premier – tenere confinata l’area del lodigiano quando il contagio si stava diffondendo in modo più vasto nell’intera Lombardia e in altre province”.

Previsto anche un “vincolo obbligatorio di solidarietà interregionale”, che consentirà l’interscambio di pazienti tra Regioni per una migliore cura. Sono state potenziate le apparecchiature per terapia intensiva, 320 circa, e ci saranno 500 nuove apparecchiature di terapia intensiva al mese.

Conte annuncia infine un nuovo decreto di carattere economico.

QUI IL TESTO DEL DECRETO 




Pd contro il Governo, manifestazione in Piazza Cavalli il 2 febbraio

Il Partito Democratico piacentino ha fatto sapere che il 2 febbraio scenderà in piazza assieme ad altri comuni italiani per ribadire il proprio dissenso rispetto alle politiche messe in atto dal Governo Conte.

La disastrosa e oltretutto inefficace politica attuata dal Ministro degli Interni Salvini, evidentemente condivisa da tutto il Governo a partire dal Presidente Conte, sta portando il nostro Paese in un baratro di insicurezza per tutti e a misure inumane che nulla hanno a che fare con politiche migratorie adeguate.

A partire dal Decreto Sicurezza, per continuare con la chiusura del Cara di Castelnuovo di Porto, e la vicenda di queste ore della Sea Watch dimostrano tutto l’affanno provocato da scelte operate unicamente in chiave di strumentalizzazione politica. Ne è triste esempio quanto pubblicato dalla leghista piacentina Silvia Pantano a commento di un post di Enrico Mentana, scatenando una bufera di reazioni. La verità è che non sono né scorciatoie né semplificazioni a risolvere problemi complessi. Le bussole che vanno invece perseguite sono combattere l’illegalità, costruire canali legali e fare tutto ciò tenendo insieme sicurezza e umanità.

La presenza di parlamentari di diversi schieramenti politici nei luoghi diventati simbolo del fallimento del Governo dimostra il capolinea di una politica incapace di governare nell’ interesse del Paese.

Per queste ragioni il Pd di Piacenza aderisce all’autoconvocazione spontanea di cittadini e associazioni alla manifestazione promossa in tutto il Paese per il 2 febbraio alla quale hanno aderito Comitati di molte città fra cui Torino, Palermo, Livorno, Imperia, Bologna, solo per citarne solo alcune e che vedrà dar vita a catene umane intorno ai Municipi a partire dalle ore 14 di sabato 2 febbraio. Noi ci saremo. 

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Lettera dei pensionati Cisl a Giuseppe Conte: “Avete preso dai pensionati italiani i soldi”

Eccola lettera giunta in redazione rivolta al presidente del Consiglio a nome del segretario generale Pensionati Cisl (Fnp) Emilia Romagna, Loris Cavalletti.

Presidente del Consiglio Giuseppe Conte,

Lei ha detto che il suo è il Governo del cambiamento, ma sulle pensioni avete fatto come i politici precedenti. Le vostre e le loro azioni rimangono sempre quelle: quando bisogna trovare soldi si mettono le MANI IN TASCA AI PENSIONATI!
“PRIMA GLI ITALIANI”, Lei e i suoi due vice ripetete spesso e stavolta l’avete fatto davvero. Avete preso dai pensionati italiani i soldi. E’ la cosa più facile: ci sono subito. Si possono prendere dall’evasione fiscale, contributiva, dal mancato recupero dell’IVA. Si può chiederlo a chi in questi anni si è arricchito con mega stipendi e le operazioni di borsa. Oppure tagliando gli sprechi. Invece, niente viene fatto in questo senso, solo ai pensionati si chiede di contribuire, dicendo anzi a chi si lamenta che sono avari, trattandosi di pochi soldi. Presidente Conte non è cosi.
Lei chiede soldi a pensionati che percepiscono assegni superiori a tre volte il minimo: a partire cioè da 1522 euro lordi al mese, corrispondenti a 1200 euro netti al mese e dopo avere lavorato una vita. A persone che da anni non vedono aumenti tali da garantire la difesa del potere d’acquisto.
Sono anni che i pensionati protestano e chiedono sia finalmente riconosciuto ai trattamenti pensionistici un meccanismo di rivalutazione rispondente ai loro reali bisogni, così da non ridurre sempre più il loro potere di acquisto.
Per questi obiettivi i pensionati sono scesi in piazza a Roma nel 2016 e con l’ultimo governo Gentiloni avevano realizzato l’obiettivo di dare la rivalutazione a tutti.
Le scelte del Suo Governo, Presidente, aumentano il rancore e la sfiducia nei pensionati. Si sente poco parlare di lotta alla corruzione, alle varie mafie e di contrasto ai loro traffici.
Cresce la rabbia perché al contrario si assiste a nuovi provvedimenti di “PACE TOMBALE”, saldi e stralci, in faccia ai pensionati che pagano insieme ai lavoratori il 90% delle tasse, oltre a pagare DUE VOLTE LE TASSE, prima sui salari e poi sulle pensioni. I pensionati italiani sono i più tartassati in EUROPA.
Ancora, la copertura finanziaria per ‘quota 100’ sulle pensioni e ‘reddito di cittadinanza’ il governo la mette a debito, ossia la scarica su chi già paga le tasse. Inoltre, attribuire il reddito di cittadinanza sulla base dei parametri Isee esibiti, quando questi sono oltre il 30% non veritieri, significa, ancora una volta, dare soldi a chi non ne ha bisogno.
Pertanto, la protesta dei pensionati chiede anche una vera riforma fiscale che, salvaguardando la progressività abbassi le tasse a chi le paga e recuperi le risorse dalla lotta alle mafie ed ai loro tesoretti scandalosi. Perseguire efficacemente i disonesti, è quanto deve fare un ‘governo del cambiamento’.
Con la mobilitazione il 9 febbraio a Roma i pensionati ribadiranno con forza la richiesta di una legge sulla non autosufficienza: una piaga inaccettabile che colpisce anziani, giovani e famiglie.
I pensionati non sono gli avari di Moliere, signor Presidente, ma lavoratori che ieri come oggi lottano per avere: una società più giusta, un lavoro dignitoso nel salario come nei diritti, una sanità universale che garantisca assistenza adeguata, servizi universalistici degni dell’Europa.
Presidente Conte i pensionati sono responsabili e rifiutano la violenza come arma di lotta, ma questo non deve essere visto come rassegnazione e debolezza. I pensionati saranno in piazza nei prossimi giorni per avere risposte adeguate, partendo dalla separazione della previdenza dall’assistenza, come sancito da una legge dello stato nel 2016.




Confindustria Piacenza, bilancio di fine anno del presidente Rota: “In crescita, ma servono infrastrutture”

Consueto incontro per gli auguri di Natale in Confindustria a Piacenza, ottimo pretesto per fare il punto sull’economia del nostro territorio. 

“25.000 addetti, otto miliardi di fatturato, occupazione in crescita tra lo 0,8 e l’1%, con le aziende che hanno investito moltissimo nella formazione – ha considerato il presidente Rota -, la crescita del settore metalmeccanico supera il 10%, con punte anche sull’estero del 30 per le macchine utensili. Non male l’anno per l’Oil and Gas, sul quale grava ora la diminuzione del prezzo del petrolio; bene il settore alimentare con una crescita quasi dell’8 per cento, così come la logistica. Lieve ripresa dopo anni molto duri, per il settore costruzioni e materiali edili, con il secondo semestre che ha avuto un freno e che è sempre oberato da un eccesso di burocrazia”. Il punto su cui però Rota sottolinea mancanze sono le infrastrutture “Attendiamo che sul territorio sia rilanciata la costruzione e realizzazione di ponti, e si completino strade e tutte quelle infrastrutture di cui abbiamo bisogno”. L’Emilia Romagna su questo punto ha chiesto un incontro con il premier Conte e il ministro dei Trasporti Toninelli.  

Meno ottimistiche le previsioni per il 2019. “E’ necessario ridurre il cuneo fiscale, essere competitivi con la tecnologia ed avere una diminuzione del costo del lavoro”.