In Sant’Ilario” le canne” fanno una vittima: uccidono il dibattito

E’ davvero un peccato che Piacenza, nonostante le svariate vestigia romane presenti su territorio, non abbia un Amphitheatrum Flavium, un Colosseo. Sarebbe stato il luogo ideale dove far svolgere l’incontro di ieri sera intitolato “L’erba della morte: la cannabis”.

Perché – alla fine – quello che avrebbe dovuto essere un dibattito con approccio (più o meno) scientifico ad un tema già di per sé controverso, si è trasformato in nulla più di una bollente arena.

Già il luogo era poco indicato visto che – con buona pace dei progettisti –  l’impianto di condizionamento di Sant’Ilario storicamente non ha mai retto il peso dell’estate.

Ad essere poco adatti gli uni agli altri erano soprattutto platea ed oratori che si sono fronteggiati a suon di decibel.

Per chi ha qualche lustro sulle spalle sembrava di essere tornati ad assistere ad una puntata di “A boccaperta”, il programma condotto da Gianfranco Funari.

Ieri sera si urlava come si urla su Facebook, senza leggere (od ascoltare) l’altro ma alzando il tono per sovrastare il pensiero della conroparte.

Pressoché impossibile sentire cosa avessero da dire i relatori fra cui il senatore Simone Pillon, capogruppo della Commissione Giustizia, armato del numero 79 di Focus extra dal titolo: “Droga”.

L’esponente bresciano della Lega non ha potuto però dar fondo alle argomentazioni di questo “bignami scientifico” perché sovrastato da fischi ed insulti di un pubblico (in buona parte composto da esponenti di Controtendenza) lì convenuto non per ascoltare e semmai ribattere, ma per strillare.  Giovani che, probabilmente e legittimamente, della canna libera fanno un credo di vita, ma che gettavano “fumo acustico” sopra ogni cosa.

A farsi sentire, fra i pochi, l’on. Tommaso Foti, non per nulla cresciuto, dal suo padre politico putativo Carlo Tassi, a latte e comizi.

Foti ha fatto breccia – per qualche istante – fra le robuste ugole di Controtendenza ma alla fine non ha parlato di canne ed affini bensì ha sottolineato come in democrazia bisognerebbe non solo parlare ma anche ascoltare gli avversari perché altrimenti il confronto politico è morto.   Parole, anche queste andate subito in fumo ….

All’assalto del palco anche un reduce di tante battaglie politico-culturali come Alberto Esse che, a stento trattenuto dalla Digos, ha ripetutamente conquistato il microfono per inveire contro il capitalismo di cui la droga sarebbe frutto. «Per eliminare la droga bisogna eliminare il capitalismo» la sua ricetta.

Forse con un titolo diverso, meno forzato, le cose sarebbero andate altrimenti. Battezzare un convegno “L’erba della morte”, come hanno fatto i promotori della serata (l’assessore alle Politiche della Famiglia, Massimo Polledri e l’assessore alla Sicurezza urbana ed alle Politiche giovanili, Luca Zandonella oltre al Comune di Fiorenzuola) aveva già buone probabilità di portare alla morte del dibattito e così è stato.

Unico, grande assente in questa serata “al calor bianco” un bel calumet della pace con … un po’ di cannabis curativa e calmante per tutti!




Giardino (FI): “chi difende la democrazia non può violarne le regole”

Riceviamo e publichiamo un interveno del consigliere comunale di Forza Italia Michele Giardino sugli scontri di sabato pomeriggio fra manifestanti e forze dell’ordine.

La nostra Costituzione riconosce come inviolabili molte libertà, a cominciare da quella personale: la libertà della corrispondenza e di ogni forma di comunicazione, la libertà di circolazione, la libertà di associazione, la libertà religiosa, la libertà di manifestazione del pensiero con qualsiasi mezzo, la libertà di costituire partiti per concorrere a determinare la politica nazionale. Non ultima, la libertà di riunirsi pacificamente, senz’armi e senza preavviso, salvo che le adunanze avvengano in luogo pubblico: in questo caso deve essere data notizia alle autorità, che possono vietarle o limitarle per motivi di sicurezza o di incolumità pubblica.

Cosa succede a Piacenza? Che CasaPound apre una propria sede in città e che ciò scatena la reazione delle sinistre, le quali, timorose di un ritorno del fascismo in Italia, decidono di scendere in piazza a contestare. Fin qui, però, tutto sarebbe avvenuto nell’alveo delle libertà costituzionali: CasaPound ha esercitato il diritto di organizzarsi in partito e di esprimere il proprio pensiero (ad oggi, fa testo una sentenza del Tribunale di Roma del 30 maggio 2016 che, chiudendo la controversia tra il movimento e la figlia di Ezra Pound per l’uso del cognome, statuisce che “l’associazione in quanto tale, opera in modo del tutto legittimo … né ha in alcun modo legittimato l’uso della violenza sotto il nome del poeta Pound”); le sinistre organizzano due distinte manifestazioni, una al mattino di sabato 10 febbraio e una al pomeriggio, per esercitare il legittimo diritto di protestare in strada contro il rigurgito neofascista. Quando l’ordine costituzionale viene violato? Nel momento in cui il corteo pomeridiano della sinistra antagonista (collettivo ControTendenza e Cobas), anziché sciogliersi in Sant’Antonino – piazza individuata dalle autorità di pubblica sicurezza come capolinea della manifestazione – decide di rompere il cordone dei Carabinieri a presidio del centro storico e di “conquistare” piazza Cavalli, percorrendo una serie di vie centrali sulle quali aveva il divieto di procedere. Attaccando i (pochi) Carabinieri – e assalendo brutalmente e vilmente uno di essi – i dimostranti hanno violato non solo l’ordinanza delle autorità, ma hanno aggredito l’intero impianto di garanzie costituzionali posto a tutela della civile e pacifica convivenza. Ecco il punto: chi manifesta contro presunti aggressori della democrazia, deve – in primis – rispettare le norme democratiche che pretende di difendere. Non c’è istanza politica che possa metterlo al di sopra della legge. Per questo motivo, gli autori dei tumulti di sabato pomeriggio vanno individuati e puniti. Non importa per quale causa abbiano agito in quel modo. Dovevano, come tutti, rispettare le regole. Per ora, loro non lo hanno fatto.  Michele Giardino – Consigliere comunale Forza Italia – Piacenza




Zerocalcare alla Cooperativa Infrangibile per ControTendenza (?!) il 23 febbraio

Un appuntamento a cui molti appassionati di fumetto sarebbero ben felici di partecipare. Sulla pagina Facebook del Collettivo ControTendenza è apparsa la notizia dell’arrivo di Zerocalcare, uno degli artisti più affermati di questo genere negli ultimi anni, per un evento speciale il 23 febbraio alla Cooperativa Infrangibile di Via Alessandria.

Un incontro unico che da una scossa alla citta’ e che parla direttamente al cuore dei giovani e meno giovani attraverso la presentazione dei suoi ultimi lavori: “macerie prime” e “questa non e’ una partita a bocce”,
(uscito sull’espresso).

Un’occasione per ribadire che costruire dal basso percorsi di resistenza sociale e’ anche e soprattutto aprire spazi di incontro e messa in circolo di cultura.

Questo è quello che si legge nella presentazione dell’evento.




Controtendenza: “nessuno di noi ha infierito sul carabiniere”

A conclusione di una giornata in cui si sono succedute decine di prese di posizione sui fatti di sabato pomeriggio e sulla degenerazione del corteo, interviene ControTendenza di Piacenza, ossia il gruppo che quella manifestazione l’aveva indetta ed organizzata. Lo fa con una nota che trovate qui di seguito.

Siamo soliti pubblicare integralmente i comunicati, tanto più se di matrice politica. In questo caso troverete però dei puntini che indicano chiaramente un omissis. Prima di prendere questa decisione ci siamo ampiamente confrontati, in redazione, ed alla fine abbiamo convenuto che le frasi rivolte da Controtendenza contro Casopound fossero nei toni e nei contenuti impubblicabili.

Anche le parole, come le manifestazioni, a volte sfuggono di mano.  

«Sabato a Piacenza 2.000 persone sono scese in piazza determinate per esprimere la rabbia dopo il primo attentato terroristico, per mano neofascista e leghista, a Macerata.
Per dire che covi incubatori di quel tipo di violenza terrorista non sono bene accetti nella città medaglia d’oro per la Resistenza.

…..

Il corteo di sabato ha saputo esprimere un grado di partecipazione, conflitto e coesione straordinari: un corteo di migliaia di persone che è rimasto compatto, unito e determinato dall’inizio alla fine, non cedendo ai divieti imposti ingiustamente dalla questura.
Siamo stati contentissimi di vedere tantissimi giovani, che da tempo non si vedevano, ma anche tanti genitori e persone anziane, che spronavano le file davanti, come Ugo, storico partigiano che ha avuto il coraggio di mettersi in prima fila proprio mentre la questura cercava di impedire il raggiungimento di piazza Cavalli. Nelle sue parole abbiamo trovato il coraggio per non fermarci, nel suo ringraziamento dopo aver preso la piazza la conferma di essere nel giusto.
Molto triste e scandalistica la stampa che ha voluto immortalare solo due dei mille momenti che hanno caratterizzato il corteo: nessuno spazio ai nostri contenuti, alle interviste che abbiamo rilasciato, alle foto di un corteo immenso e partecipato, variegato e vitale.
Strumentale e miope equiparare le forme di violenza.
C’è chi la utilizza per opprimere e smantellare diritti, chi per OPPORVISI.
Chi per impedire il passaggio di un corteo, chi si difende per avanzare.
La RESISTENZA NON E’ VIOLENZA.
Qual è la violenza? Quella di un corteo di migliaia di persone che volevano manifestare per le vie del centro o della polizia che si è opposta in tutti i modi, arrivando a manganellare ragazzi a volto scoperto?
Tra i manifestanti 6 persone hanno riportato ferite alla testa e di queste 3 affermano di essere state colpite con manganelli impugnati al contrario.
Nessuno di noi ha infierito sul carabiniere (anzi, alcuni lo hanno aiutato a evitare il linciaggio), ma sottolineiamo che è stata una naturale conseguenza della situazione, a quel punto incontrollabile.
Non accettiamo che la situazione sia capovolta: sarebbe ipocrita e falso.
Così com’è ipocrita parlare di “antifascismo”, continuando nel frattempo a legittimare e lasciare spazio a organizzazioni neofasciste.
Per questo sabato eravamo in piazza con lo stesso spirito di Macerata: lo spirito di chi vuol dire basta al fascismo, ma basta anche al suo sdoganamento operato da media e partiti e basta a chi ha reso il terreno fertile perché le idee razziste e fasciste attecchissero e si consolidassero.
Se fra cent’anni parleranno di quest’epoca infame, fatta di lager e di CIE, fatta di precarietà e manganelli, parleranno anche di noi, che ci ribellavamo. Basta minacce, basta intimidazioni, basta provocazioni: i piacentini si sono stancati. Contro Tendenza Piacenza»




Scontri al corteo di Controtendenza

Momenti di tensione poco fa durante il corteo intitolato “Casapound NOT Welcome!” organizzato dal gruppo extraparlamentare di sinistra “ControTendenza Piacenza” e partito dal piazzale della Stazione. All’improvviso all’altezza dello Stradone Farnese i manifestanti hanno deciso di deviare dal tragitto previsto, tagliando per via San Vincenzo. I circa 300 partecipanti sono stati subito fermati dalle forze dell’ordine che hanno attrezzato un posto di blocco con camionette della polizia e cassonetti rovesciati. (qui la cronaca aggiornata del pomeriggio)

Sono stati lanciati anche alcuni fumogeni ma non ci sono fortunatamente stati veri e propri scontri. Una squadra di agenti in tenuta antisommossa è subito arrivata a rinforzo degli agenti già presenti  ed il corteo è stato riportato sul percorso previsto.

Poco dopo però c’è stato il tentativo di forzare un altro blocco all’altezza di piazza Sant’Antonino e sarebbero anche stati lanciati alcuni sanpietrini contro gli agenti e ci sarebbero stati scontri fisici fra manifestanti e forze dell’ordine.

Un carabiniere sarebbe stato ferito ad una spalla durante i tafferugli mentre un giornalista di Parma sarebbe stato colpito da un cubetto di porfido.

 




Inaugura domani la sede piacentina di Casapound. Corteo di protesta organizzato da ControTendenza

Sarà inaugurata domani, sabato 3 febbraio, alle ore 18 in Via X Giugno 31/A la nuova sede di Piacenza di Casapound alla presenza del presidente dell’organizzazione Gianluca Iannone. In un comunicato Casapound scrive:

“La presenza del Presidente Iannone conferma la grande importanza che per Casapound  ha la nostra Regione, testimoniata anche dal fatto che capolista nel collegio plurinominale di Piacenza, Parma e Reggio Emilia sarà il Segretario nazionale Simone Di Stefano”. All’inaugurazione interverranno tra gli altri, l’onorevole Filippo Berselli, il coordinatore regionale Pierpaolo Mora ed il responsabile per Piacenza Pietro Pavesi.

Intanto su Facebook il gruppo extraparlamentare di sinistra “ControTendenza Piacenza” ha lanciato una manifestazione pubblica di protesta contro l’apertura della sede di Casapound. Un corteo partirà alle 15 dal piazzale della Stazione sotto lo slogan “Casapound NOT Welcome!”