Nell’emergenza Covid riparte l’assistenza scolastica agli alunni diversamente abili

Riprende l’assistenza scolastica per gli alunni disabili, nonostante la chiusura delle scuole a causa dell’emergenza Covid-19, grazie a progetti di sostegno alla qualificazione del sistema scolastico condotti dal Comune di Piacenza in coprogettazione con le cooperative sociali Unicoop, Aurora Domus ed Eureka. In particolare, i Servizi Educativi comunali e le tre realtà che intervengono nel servizio di integrazione scolastica per alunni con disabilità hanno concordato di garantire le relative prestazioni mediante un progetto di assistenza educativa e didattica a distanza, con il coinvolgimento di oltre 60 operatori e ben 241 alunni, assicurandone,  in accordo con le scuole e le famiglie, lo svolgimento a domicilio o, dove non ve ne  fosse la possibilità, a distanza, nello scrupoloso rispetto delle procedure di prevenzione e sicurezza sanitaria.

“Siamo pronti – commenta Stefano Borotti, direttore di Unicoop – a riprendere il nostro servizio agli alunni con disabilità dopo aver condiviso con il Comune di Piacenza un nuovo progetto imposto dall’emergenza Covid. Siamo molto sereni e convinti che si potrà fare bene ed essere d’aiuto”.

“La scelta adottata fin da subito dall’Amministrazione – sottolinea l’assessore alle politiche scolastiche ed educative, Jonathan Papamarenghi – è stata quella di privilegiare la sicurezza sanitaria, convinti che i sacrifici iniziali per il contenimento del contagio siano l’unica strada per superare e sconfiggere il virus. È di questi ultimi giorni un costruttivo confronto con le cooperative degli operatori ed educatori coinvolti nel progetto, che hanno mostrato una grande apertura in questa fase non semplice e che quindi ringrazio per la particolare disponibilità offerta anche in questa circostanza. Ritengo che poter offrire, come facciamo con questo intervento, il supporto di educatori professionali qualificati in grado di ricorrere a percorsi educativi psicologici mirati, servirà a ridare tranquillità ai ragazzi e a riattivarne la socializzazione, aspetto fondamentale per tutti i giovani in fase di formazione e ancora più per chi ha determinate disabilità, in quanto le limitazioni alle quali sono costretti dalla situazione attuale hanno per loro un peso maggiore rispetto ai coetanei. Inoltre – conclude l’assessore Papamarenghi – gli interventi assistenziali ed educativi proposti hanno anche la finalità di aiutare ad alleggerire le famiglie dal punto di vista emotivo e consentire ai ragazzi di avere una giornata più ricca di stimoli”.




Sostegno alla mobilità casa-lavoro per persone con disabilità, domande entro il 15 marzo

Sarà possibile fino a venerdì 15 marzo, presentare domanda per accedere ai contributi a sostegno della mobilità verso e dal luogo di lavoro, relativamente alle spese sostenute nel 2018 da lavoratori dipendenti e tirocinanti con disabilità, che abbiano necessità di trasporto personalizzato.
A richiedere il contributo potranno essere i cittadini residenti a Piacenza, con contratto a tempo indeterminato o determinato (o inserimento in tirocini formativi), in possesso della certificazione di handicap in base alla legge 104 del 1992 e/o della certificazione di invalidità ai fini del collocamento mirato in base alla legge 68 del 1999, il cui luogo di lavoro non sia raggiungibile con mezzi pubblici adeguati o compatibili con gli orari di attività.
Le domande – per cui il modulo necessario è reperibile sul sito www.comune.piacenza.it – devono essere presentate entro e non oltre le ore 13 di venerdì 15 marzo, indirizzandole ai Servizi Sociali del Comune di Piacenza in una delle seguenti modalità: consegna a mano presso l’InformaSociale di via XXIV Maggio 28; spedizione tramite servizio postale (raccomandata con ricevuta di ritorno), corrieri postali o agenzie di recapito autorizzate presso la sede del Servizio in via Taverna 39; tramite posta elettronica certificata alla casella protocollo.generale@cert.comune.piacenza.it ; in alternativa, con consegna a mano o con raccomandata a/r agli Sportelli Polifunzionali del Comune di Piacenza, in viale Beverora 57. Le richieste di contributo presentate dopo la scadenza del bando saranno escluse, mentre si intenderanno valide quelle spedite per posta, con data di partenza entro i termini risultante dal timbro postale.
Potranno essere rimborsate le spese documentate per servizi di trasporto personalizzati (ad esempio il taxi), nonché quelle sostenute da parenti o affini fino al terzo grado, anche non conviventi, associazioni di volontariato e colleghi di lavoro che accompagnino la persona con disabilità per gli spostamenti casa-lavoro (i riferimenti saranno la distanza percorsa e le tabelle Aci 2018 relative al costo chilometrico). L’ammontare del contributo sarà quantificato, in base alle risorse disponibili, in relazione al numero di domande ammissibili e alle distanze. Si procederà per garantire, anche in misura parziale, la copertura di tutte le richieste pervenute. Il contributo non potrà in ogni caso superare il limite di 3 mila euro per ciascuna domanda.
Per informazioni, ritiro della modulistica in formato e supporto nella compilazione delle domande è possibile rivolgersi all’InformaSociale – Polo disabilità / Caad di via XXIV Maggio 28, aperto al pubblico lunedì, mercoledì, giovedì e venerdì dalle 8.45 alle 13, lunedì e giovedì anche dalle 15.30 alle 17.30, contattabile ai seguenti recapiti: tel. 0523 492022, e-mail informahandicap@comune.piacenza.it .




Special Dream Team, la più grande polisportiva di disabilità integrata a Piacenza si presenta

Forse non saranno il Dream Team come quello di USA 92, con Michael Jordan e la sua famosa lingua di fuori, ma questi ragazzi sono un vero Dream Team.

Si è presentata questa mattina in Municipio la Special Dream Team, ASD nata dall’intuizione di Franco Paratici, delegato CIP di Piacenza e Claudia Cavenaghi, che oltre a essere giocatrice è allenatrice di basket titolare dell’ ASD MinisportLab. All’appuntamento odierno oltre a Paratici erano presenti Massimo Polledri, assessore allo Sport e Stefano Rossi, responsabile del settore basket della polisportiva.

“Abbiamo la fortuna – ha commentato Polledri -, di vivere in una città molto attenta allo sport. Nello spogliatoio si imparano tante regole di vita in comune, come il trainarsi vicendevolmente nei momenti di difficoltà. Come amministrazione crediamo molto nello sport paralimpico, che è ben praticato, certamente si può far meglio, ma c’è un senso di solidarietà di appartenenza alla comunità. Questi atleti ce la mettono tutta, spero possano essere contagiosi nei confronti dei loro amici con la passione che mostrano”. Il team conta oggi circa 36 atleti, nasce nel 2013 con soli 6 ragazzi, una squadra di basket integrato per ragazzi e ragazze con difficoltà cognitive e relazionali e ragazzi normodotati. Paratici ricorda gli inizi di questa avventura: “4/5 anni fa non c’era nulla, giravamo come dei pellegrini con questi ragazzi. Oggi il movimento piacentino conta circa 300 atleti. Un ragazzo disabile che vuole fare sport non può farlo, a meno che non ci sia una società sportiva alle spalle: per questo abbiamo creato una realtà che possa accogliere veramente tutti, a qualsiasi livello”. Paratici infine ringrazia l’amministrazione per il supporto dato: “Avevamo bisogno di aiuti, di appoggio istituzionale, abbiamo firmato un protocollo con l’assessore allo Sport e quello dei Servizi Sociali. A livello economico ci sarebbe molto da fare, ma questo non rientrava tra le nostre richieste“.

Attualmente la polisportiva partecipa coi suoi ragazzi a 2 campionati di calcetto, per un totale di circa 28 partite l’anno, 4 di basket, per un totale di 45 partite. “Siamo in espansione – aggiunge Stefano Rossi -, ci sono 20 ragazzi che giocano a basket e da settembre amplieremo le nostre attività, vogliamo aggiungere atletica, nuoto e danza sportiva “. 

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“Amici giocando”, modello sportivo di inclusione per bambini diversamente abili

Il calcio come veicolo per l’integrazione. Questa è la filosofia alla base di “Amici giocando”, progetto presentato questa mattina nella Sala Consigliare di Palazzo Mercanti che vede il Piacenza Calcio in attacco per l’inclusione di bambini e ragazzi diversamente abili all’interno della propria squadra Pulcini e Scuola Calcio, grazie alla collaborazione col Comune e il Comitato Italiano Paralimpico di Piacenza. Saranno predisposte anche 10 iscrizioni gratuite per bambini con famiglie in difficoltà economica, grazie al contributo e le segnalazioni giunte a Caritas Diocesana e Associazione Famiglie Numerose. A presentare il progetto il coordinatore Alessandro Ricordi coadiuvato da Marco Scianò, dirigente della squadra biancorossa, da Franco Paratici, delegato provinciale del Comitato Paralimpico, Giuseppe Chiodaroli di Caritas, Lidia Fumi, presidente della Football Academy Piacenza, il referente ASP Brunello Buonocore e Mario Scuderi, presidente dell’Associazione Famiglie Numerose di Piacenza. Presente anche l’Assessore allo Sport Massimo Polledri.

“Non pensiamo di risolvere i problemi di integrazione con questo progetto – ha chiarito Scianò -, ma vogliamo dare il nostro contributo per evitare che ci siano discriminazioni. La disabilità deve essere affrontata come una cosa normale, con spensieratezza e maturità. L’integrazione passa anche da un discorso economico, per questo abbiamo chiesto l’aiuto a Caritas”.

Abbiamo famiglie che devono decidere tra la luce in casa e il cibo per i propri figli – ha evidenziato Chiodaroli -, dare un’opportunità di vivere lo sport è un’occasione per tutta la collettività di fare un passo avanti e dare un calcio alla povertà”.

Sarà inoltre sviluppata una squadra di calcio integrato a 5 per diversamente abili over 18 grazie al contributo di ASP. “E’ molto facile pensare allo sport come qualcosa che seleziona, nel nostro progetto vogliamo fare l’esatto opposto. L’obiettivo è moltiplicare le possibilità di partecipazione. L’attività sportiva è benefica tanto quanto le terapie farmacologiche”.

Paratici ha voluto rimarcare questo concetto, sottolineando che normodotati e diversamente abili, accomunati dalla passione per il calcio possono giocare insieme e imparare gli uni dagli altri. Ha aggiunto che “sarebbe importante per i Comitato Paralimpico diventare Federazione, solo in questo modo potremmo investire tesserando i ragazzi disabili“.

L’inclusione di soggetti diversamente abili avverrebbe con personale specializzato attento alle nuove possibilità pedagogiche e adeguati adattamenti metodologici/didattici. Saranno sempre presenti uno psicologo e un educatore. Al fine di suggellare la volontà di intenti è stato firmato un protocollo d’intesa tra tutte le realtà partecipanti al progetto

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Gruppo di sostegno per familiari di persone disabili

Al via un gruppo di sostegno per familiari di persone disabili promosso dalla Fondazione Pia Pozzoli – Dopo di Noi. Ogni genitore sa bene quali sentimenti contrastanti susciti l’indipendenza dei propri figli. Orgoglio, sicuramente, ma anche timore e insicurezza.

Sensazioni ancora più accentuate quando si parla di persone adulte con disabilità, con il risultato di spingere i famigliari a rinunciare all’idea di un percorso di vita indipendente.

Proprio per sostenere queste famiglie inizieranno, nei prossimi giorni, gli incontri di un gruppo di sostegno rivolto a familiari di persone adulte con disabilità grave, intenzionati a riflettere sul distacco e su una emancipazione del proprio congiunto.

L’iniziativa è promossa dalla Fondazione Pia Pozzoli – Dopo di Noi, e rientra nelle attività finanziate dalla legge 112 dedicata, appunto, al “Dopo di Noi”.

Nei mesi scorsi, in collaborazione con il servizio Disabilità Adulta del Comune di Piacenza, sono stati contattati i soggetti potenzialmente interessati, proponendo la partecipazione a un gruppo di sostegno, condotto da Ilaria Fontana, psicologa della Fondazione.

Dopo un colloquio preliminare, una decina di familiari ha accettato di partecipare agli incontri, che si terranno a partire dal 7 marzo ogni 15 giorni, presso la “Casetta delle autonomie” in Cantone del Cristo.

“Questo progetto rappresenta un’opportunità di crescita positiva per tutta la famiglia –  spiega la dottoressa Fontana. – Il gruppo di sostegno garantisce uno spazio libero e protetto in cui potersi esprimere, senza avere timore di essere giudicati perché gli interlocutori condividono lo stesso vissuto”.

Attraverso il confronto di esperienze, di paure ma anche di soluzioni, le famiglie riusciranno a mettere a frutto le risorse necessarie per incoraggiare e sostenere il proprio caro in un percorso di emancipazione possibile.