“Women in White Album” scalda il cuore in Fondazione, riportando al 1968

Una serata per ricordare una delle band che hanno cambiato il corso musicale di un secolo. E un anno in particolare, il 1968, è stato attentamente esaminato, grazie alle voci di Alberto Dosi, Stefano Pareti ed Edoardo Leccardi. “L’anno della grande offensiva dei Vietcong, l’anno della fame nel Biafra, dell’assassinio di Martin Luther King e di Robert Kennedy”.

Quest’ultimo a Città del Capo un paio d’anni prima, mentre parlava con gli studenti universitari produsse uno dei discorsi entrati nell’immaginario di milioni di persone. “La strada è piena di pericoli[…]Il primo è quello dell’inutilità; credere che non ci sia nulla che un uomo o una donna possano fare contro l’immensa schiera dei mali del mondo. Eppure, ogni volta che un uomo si batte per un ideale o si dà da fare per migliorare la sorte degli altri, genera una minuscola onda di speranza, e queste onde, provenienti da un milione di centri di energia e di coraggio diversi, creano incontrandosi una corrente capace di abbattere le più possenti mura dell’oppressione e della resistenza”. I Beatles hanno rappresentato al meglio questa “onda”, grazie ai messaggi lanciati nelle loro canzoni.

Ma è l’anno delle enciclica Humanae Vitae di Papa Paolo VI, del terremoto in Sicilia, della contestazione studentesca a Roma, che coinvolse 3000 giovani, poi seguirono Milano, Torino e Palermo. Nel maggio è la volta della Francia.

“I Beatles nel 1968 sono in una fase discendente della loro carriera come gruppo – afferma Alberto Dosi – in quell’anno muore la persona che li aveva tenuti coesi, Brian Epstein. Senza questa guida si scioglieranno nel giro di un anno e mezzo circa, prendendo direzioni diversi. Proveranno con la meditazione trascendentale in India, ma questa terapia non sortirà gli effetti sperati. Produrranno un bel nucleo di canzoni, che una volta a Londra registreranno non più come gruppo, ma separati. Il White Album è esteticamente semplicissimo, in forte contrapposizione con Sgt. Peppers, pieno di colori e di immagini. E’ il primo e unico album doppio del gruppo, per quello che vuole essere un testamento musicale, in cui tutti i generi sono rappresentati, perciò non è classificabile. C’è la prima canzone composta da Ringo Starr (Don’t pass me By, cui ne seguirà solo un’altra) ed è la prima volta che appare una voce femminile, quella di Yoko Ono”.

Una componente, quella femminile che trova il suo spazio anche nelle canzoni, come Dear Prudence, Martha my dear, Julia e Sexy Sadie. Il testo di quest’ultima è stato reinterpretato come monologo da Letizia Bravi. Durante la serata sono stati proiettati alcuni video prodotti da artisti piacentini come Roberto Dassoni, Paolo Guglielmetti, Fausto Mazza, Francesco Paladino e Daniele Signaroldi, cui si sono aggiunte le performance di Carolina Migli e Silvia Rastelli. 

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17esimo ConCorto Film Festival, Bardoni: “Passione e contenuti di spessore”

Il Corto è ad oggi un comparto tutto fuorchè marginale: oltre 200 Festival lungo tutto lo Stivale, rassegne che prendono sempre più corpo e sedimentano nel tessuto culturale delle città in cui vengono ospitati. Lo stesso vale per ConCorto, appuntamento fisso dal 2002 per tutti gli appassionati di cinema e di ogni forma d’arte. Dal 18 al 25 agosto Parco Raggio a Pontenure regalerà emozioni grazie a prime visioni e alla Palma d’oro a Cannes 2018: All These Creatures del giovane regista australiano Charles Williams. Questa mattina in Fondazione la presentazione con Roberto Modenesi, assessore alla Cultura di Pontenure, Alberto Dosi, coordinatore della Commissione Arte e Cultura dello stesso ente, Claudia Praolini e Simone Bardoni di ConCorto e Angela Marinetti, caposervizio Cultura e Spettacoli del quotidiano Libertà, che darà ampio spazio all’evento nelle sue pagine.

“Siamo molto contenti di aver messo insieme arti di vario genere partendo dal basso – enfatizza Bardoni -, grazie al lavoro di circa 50 volontari che con passione rendono possibile la realizzazione di questo Festival che porta contenuti di spessore. Il corto è una forma espressiva ben delineata, con un proprio circuito di cui siamo fieri di far parte”. Il lavoro di selezione è stato lungo. “Circa 3000 corti visionati, da cui la scelta della rosa dei 40 prescelti. Abbiamo la Palma d’oro a Cannes 2018, 14 prime italiane, 21 le nazionalità rappresentate. Si passa da fiction a documentari, ma c’è spazio anche per cinema di ricerca e sperimentazione”.  Sia Bardoni che Praolini curano la direzione artistica.

PRAOLINI: “GIAPPONE DALLE MILLE CONTRADDIZIONI, AFRICA UNA RISORSA”

A questo si aggiungeranno anche alcuni focus su zone particolari del mondo, come Giappone e l’Africa tutta, con titoli fuori concorso. “Il Giappone è un Paese immerso in tante contraddizioni della modernità – sottolinea Claudia Praolini -, che forse noi occidentali difficilmente riusciamo  a comprendere a pieno. L’Africa è una risorsa, cercheremo di osservarne il lato positivo, purtroppo nell’immaginario collettivo è vista soprattutto come fonte di problemi, vogliamo offrire uno sguardo diverso”.

Altre rassegne cui prestare attenzione Deep Night, il cinema di mezzanotte che nella Serra di Parco Raggio offrirà spettacoli tra l’horror e il surreale, Ubik, Mirrors, un focus sull’identità di genere che gli organizzatori hanno tenuto a mettere in cartellone. “Questi film riguardano persone – aggiunge Praolini – che cercano il proprio posto nel mondo”. 

EVENTI COLLATERALI

Molto interessanti anche gli eventi collaterali che vedranno protagonisti Paolo Spaccamonti e Ramon Moro il 24 agosto. Chitarra, sinth, tromba ed effetti per musica “Vampyr”, di Carl Theodor, mentre il 18 ci sarà un omaggio al Giappone con Umberto Petrin al pianoforte.

Dal 19 al 25 agosto invece Palazzo Ghizzoni Nasalli ospiterà Anima Mundi, mostra di DEM, artista visivo di fama internazionale che spazia dalla pittura all’incisione, al disegno a china e a colori.

“E’ un evento che aiuta a comprendere l’evoluzione veloce del presente, spiega Dosi -, anche a Pontenure ci sono amministratori illuminati”. “Per il nostro paese – rimarca Roberto Modenesi, assessore alla Cultura di Pontenure -, è un onore ospitare il Festival, è un impegno da parte di tutti per offrire, oltre a uno spettacolo di livello, la possibilità di un confronto e l’abbattimento di qualche barriera”. 

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