Premio Internazionale Luigi Illica a Castell’Arquato. Toscani: “Premi contribuiscono alla crescita collettiva”

In occasione del centenario della morte di Luigi Illica, avvenuta a Castell’Arquato (Piacenza) il 16 dicembre 1919, prende il via una nuova significativa collaborazione tra Comune e Pro Loco di Castell’Arquato e la Fondazione Teatri di Piacenza, con il sostegno di Fondazione di Piacenza e Vigevano, Regione Emilia-Romagna e Provincia di Piacenza.

All’illustre librettista e drammaturgo arquatese, che collaborò con i maggiori musicisti del suo tempo, quali Giacomo Puccini, Pietro Mascagni, Umberto Giordano, realizzando i più celebri titoli che hanno fatto la storia del melodramma da Tosca a La bohème, da Madama Butterfly a Andrea Chénier, sarà dedicato un Gala d’Opera, in programma sabato 27 luglio 2019 alle ore 21, nella splendida Piazza monumentale della “sua” Castell’Arquato.

Protagonista d’eccezione sarà Francesco Meli, numero uno dei tenori italiani che si esibisce nei più importanti teatri internazionali – in questi giorni impegnato ne l’Aida verdiana al Teatro La Fenice di Venezia – e recentemente applaudito al Teatro Municipale di Piacenza ne La Gioconda. Accanto a Meli, il talentuoso soprano Benedetta Torre, sensibile interprete pucciniana dalla carriera internazionale, finalista nel 2015 al concorso Flaviano Labò di Piacenza e applaudita al Municipale ne La Bohème con la regia di Cristina Mazzavillani Muti. Ad accompagnarli sarà l’Orchestra Filarmonica Italiana,

Nel corso della serata, presentata da Sabino Lenoci, noto critico musicale e direttore della rivista L’Opera, verrà consegnato il XXXI Premio internazionale Luigi Illica, prestigioso riconoscimento istituito nel 1961, a cura di Comune e Pro Loco di Castell’Arquato. Tra i grandi nomi premiati nelle passate edizioni, Franco Zeffirelli, Riccardo Muti, Luciano Pavarotti, Plácido Domingo e recentemente Leo Nucci.

Il direttore della Fondazione Massimo Toscani durante la conferenza stampa ha voluto fare una considerazione a proposito dei premi, definendoli uno stimolo. “Il fatto che ci sia un premio in palio fa si che tutti cerchino di fare del proprio meglio, in modo tale che ci sia una crescita collettiva. Per prendere un premio bisogna darsi da fare”.

QuotidianoPiacenzaOnline

Via Sant'Antonino, 20
Piacenza, Italia 29121
Italia
Email: redazione@quotidianopiacenza.online

 




La musica nata nei lager, canto dell’anima

La musica che dà voce all’anima, che è salvezza, alito e anelito di libertà, rivelazione più profonda di ogni saggezza e filosofia. Della potenza vitale e spirituale dell’arte massima si parlerà (e si ascolterà) nel concerto-racconto con cui il compositore e pianista Francesco Lotoro interverrà giovedì 4 aprile alla mostra-evento “Dis-chiusure”, la rassegna di musica, immagini e testimonianze portate all’attenzione del grande pubblico per riflettere sulle aperture e chiusure sociali e culturali del nostro tempo. Opera simbolo della rassegna culturale, organizzata da Opera Pia Alberoni, Svep e “La Ricerca onlus” in collaborazione con Casa dello Spirito e delle Arti di Milano e il sostegno della Fondazione di Piacenza e Vigevano, un capolavoro dell’arte contemporanea, il Violino con filo spinato che il grande Jannis Kounellis, padre dell’Arte Povera, realizzò dopo aver incontrato alcuni detenuti del carcere di Opera. E di musica scritta e vissuta in prigionia tratterà il racconto di Francesco Lotoro, massimo esperto al mondo di letteratura musicale concentrazionaria, nata cioè in campi di concentramento.

Autore nonché interprete in qualità di pianista, organista e direttore d’orchestra dell’Enciclopedia in 24 CD–volumi KZ Musik (Musikstrasse – ILMC) contenente 407 opere scritte in cattività civile e militare durante la Seconda Guerra Mondiale, Lotoro intratterrà il pubblico piacentino nella serata di giovedì con un concerto racconto nell’Auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano narrando storie di musicisti che furono richiusi nei lager e facendo ascoltare alcuni loro brani di forte impatto emozionale. In mattinata incontrerà gli studenti nella Sala degli Arazzi del Collegio Alberoni proponendo un dialogo interattivo tra significato della musica ed esperienza di ricerca nella storia dell’Umanità. All’incontro, che avrà inizio alle 10, parteciperanno le scuole medie “Nicolini” e “Anna Frank”, il Liceo “Cassinari” e il “Tramello”, il Liceo “Colombini” e l’istituto tecnico “Romagnosi”.

Impegnato nella letteratura pianistica prodotta durante gli eventi più drammatici del Novecento, nel 1989 Lotoro ha intrapreso un progetto di archiviazione, esecuzione, registrazione discografica e promozione dell’intera produzione musicale nei campi di prigionia, internamento, transito, concentramento, sterminio, lavori forzati, penitenziari sotto occupazione militare, Stalag e Oflag, POW Camps e Gulag aperti dal 1933 al 1953 in Europa, Africa coloniale, Asia, Australia, USA, Canada e America Latina creata da musicisti uccisi o sopravvissuti provenienti da qualsiasi contesto nazionale, sociale e religioso e che subirono discriminazioni, persecuzioni, ingiusta detenzione o deportazione. Tale ricerca lo ha portato a recuperare 8.000 opere musicali e 12.000 documenti inerenti la letteratura musicale concentrazionaria, della quale è unanimemente considerato la massima autorità.

Cavaliere Ordine al Merito della Repubblica Italiana, è stato anche insignito del titolo di Chevalier de l’Ordine des Arts et des Lettres dal Ministero della Cultura francese, per aver “dedicato ai compositori francesi deportati nei lager notevoli sforzi di ricerca, salvando così le loro musiche”. Pianista di tecnica trascendentale, è l’unico musicista al mondo ad aver eseguito e registrato le monumentali partiture originali pianistiche della VIII Symphonie op.99 di Erwin Schulhoff (scritta nello Ilag XIII Wülzburg), del Don Quixote tanzt Fandango di Viktor Ullmann (scritta a Theresienstadt) e del Nonet di Rudolf Karel (scritta nel Vazební Věznice di Praha–Pankrác). Come compositore ha scritto l’opera in 2 atti Misha e i Lupi, Cantata ebraica per cantore, chitarra e orchestra da camera, Requiem Barletta 12.IX.1943 per soli, organo, pianoforte e orchestra e 12 Studi su un tema di Paganini per pianoforte; di J.S. Bach ha altresì trascritto per pianoforte solo la Musikalisches Opfer e per 2 pianoforti la Deutsche Messe e i 14 Canoni BWV1087.

Nel 2014, insieme alla moglie Grazia Tiritiello e ad altri soci, ha costituito la Fondazione Istituto internazionale di Letteratura Musicale Concentrazionaria con sede a Barletta, ente che cura l’archivio della musica concentrazionaria recuperata in trent’anni e a cui fa capo anche il progetto Cittadella della Musica Concentrazionaria, l’hub dedicato alla musica scritta nei lager, destinato a sorgere nella stessa città presso le rinnovate strutture dell’Ex Distilleria.

Percorso espositivo con filmati e strumenti musicali – La mostra-evento “Dis-chiusure”, ricordiamo, rimarrà allestita all’Alberoni attorno al capolavoro del Kounellis, sino al 9 maggio. Nel percorso espositivo sono inclusi due filmati: “Il rumore della memoria” di Marco Bechis, prodotto dal “Corriere della Sera” (narra il viaggio di Vera Vigevani, tra Auschwitz e l’Argentina, attraverso la sua biografia familiare segnata dal filo spinato) e “Atto unico di Jannis Kounellis” di Ermanno Olmi (Courtesy Fondazione Arnaldo Pomodoro) che svela il nascere e il prendere forma dell’espressione artistica di Kounellis. In esposizione anche una selezione di suggestive fotografie di Carlo Orsi e alcuni strumenti musicali costruiti nel ghetto di Terezín, dove ebrei boemi, tedeschi e danesi vennero rinchiusi in un grande progetto di propaganda nazista e poi deportati nei lager di sterminio.

La mostra è visitabile venerdì, sabato, domenica dalle 15 alle 19.

Collaborano alla realizzazione del progetto “Dis-chiusure” – che ha il sostegno della Fondazione di Piacenza e Vigevano e di Sintic, e il patrocinio di Regione, Comune, Provincia e Diocesi di Piacenza, il Comune e la Provincia di Piacenza -, l’Università Cattolica, il Conservatorio G. Nicolini, la Caritas diocesana, la Biblioteca comunale Passerini Landi, l’associazione Velolento e Tep Arti Grafiche.

 




Educazione alla musica, spettacoli in cartellone al Municipale per le scuole secondarie e superiori

Nell’ambito del progetto Educazione alla Musica della Fondazione Teatri di Piacenza e delle proposte del cartellone di spettacoli Extra Municipale, venerdì 22 marzo alle ore 10.30 andrà in scena al Teatro Municipale lo spettacolo Tra verdi campi alla stagione novella – Feste e banchetti musicali tra Umanesimo e Rinascimento, con la direzione e la regia di Maddalena Scagnelli, alla guida dell’Ensemble strumentale Le Rose e Le Viole e del Gruppo Vocale Enerbia. Lo spettacolo è rivolto alle scuole secondarie di primo grado e superiori di Piacenza e provincia.

Le grandi feste e banchetti del Rinascimento italiano sono occasioni straordinarie in cui si manifesta un nuovo linguaggio poetico e musicale. Nascono infatti le forme del madrigale e della ballata, destinate ad una grande fortuna nei secoli successivi; gli scrittori narrano spesso i convivi nelle splendide corti italiane o nei giardini al riparo dagli scontri politici, le feste popolari e il Carnevale.

Nello spettacolo Tra verdi campi alla stagion novella saranno proposti alcuni dei testi poetici più belli di Boccaccio, Petrarca, Tasso, Michelangelo con le musiche appositamente scritte da Arcadelt, Monteverdi, Landini, Verdelot, Lorenzo da Firenze e altri meravigliosi musicisti-artisti. Nello spettacolo anche alcuni degli enigmi musicali di Leonardo da Vinci nell’anno delle celebrazioni del cinquecentesimo anniversario dalla morte.

Maddalena Scagnelli, musicista e polistrumentista piacentina, fa ritorno al Teatro Municipale dopo il successo degli spettacoli delle scorse stagioni, Se la musica fosse il cibo dell’amore e Serenata, sempre inseriti nel progetto Educazione alla Musica. Si dedica da anni con i gruppi Enerbia e Eudaimonia alla valorizzazione degli antichi repertori musicali italiani ed europei con particolare riferimento a quelli medievali e rinascimentali. Con lei in scena ci saranno Eugenia Del Bue e Andrea Groppi (voci recitanti), e Silvia Trebbi (mimo). 

QuotidianoPiacenzaOnline

Via Sant'Antonino, 20
Piacenza, Italia 29121
Italia
Email: redazione@quotidianopiacenza.online




Papamarenghi: “Nessun pressing, ma un auspicio di sinergie per il bene della Ricci Oddi e dell’Ex Enel”

Lunga lettera dell’assessore alla Cultura Jonathan Papamarenghi in merito all’annosa questione Palazzo Ex Enel – Ricci Oddi – Fondazione. Ieri in Consiglio comunale è stata approvata la risoluzione dei Liberali Piacentini, anche se è stato aggiustato il tiro. Verrà chiesto alla Fondazione (proprietaria della struttura dal 2002) di mettere a disposizione parte del Palazzo Ex Enel a favore della Galleria Ricci Oddi. Ecco il commento di Papamarenghi:

Nessun “pressing sulla Fondazione” di Piacenza e Vigevano, bensì la convinzione che possa essere utile e strategico per il rilancio di una galleria d’arte moderna, che oggi presenta delle sofferenze in termini di visitatori, poter promuovere sinergie con quanto all’interno del nuovo palazzo ex Enel potrà svilupparsi.

Questo è quanto contenuto nella risoluzione approvata durante la seduta di consiglio comunale di lunedì, auspicando – come già fatto in aula – che si possa valutare di mettere a disposizione della Galleria Ricci Oddi e di altri soggetti interessati il Palazzo ex Enel non come un ampliamento permanente dell’edificio progettato da Giulio Ulisse Arata appositamente per custodire e valorizzare la collezione del Conte Ricci Oddi, bensì pensando a un centro delle arti contemporanee quali fotografia, teatro, musica, conferenze e molto altro che, con la propria attività, funga da volano e da incentivo a visitare l’unicum rappresentato dalla nostra importantissima Galleria.

La risoluzione approvata evidenzia l’auspicio di creare occasioni per promuovere iniziative, eventi e mostre temporanee pensando, magari, anche a un biglietto unico e cumulativo che possa permettere a chi viene in città per visitare le nuove proposte disponibili all’interno del palazzo ex Enel anche la visita della Galleria Ricci Oddi e viceversa. Resta fermo l’ambizioso progetto, che si sta concretizzando nei fatti, di vedere un vero e proprio polo delle arti e della creatività nella città di Piacenza, che sappia dare anche risposta a quelle esigenze che oggi faticano a trovare spazi, non solo strutturali, adeguati. Gli ampi spazi, recuperati con particolare attenzione in questi mesi, potranno rappresentare pertanto un’opportunità di rilancio indiretto attraverso le sinergie che la nuova struttura potrà promuovere assieme alla galleria d’arte moderna. D’altra parte, come ai tempi l’allora direttore Stefano Fugazza diceva, la Galleria si presenta con una compattezza inalterabile e delineata che potrà aprirsi verso nuove prospettive ed interessi anche grazie a mostre temporanee con lo scopo di approfondire una tematica, un autore, un aspetto, una particolare opera, trovando un percorso sinergico con l’apertura verso il contemporaneo, strada peraltro percorsa con grandi risultati da parecchie istituzioni italiani ed estere.

Un auspicio, quindi, quello deliberato ieri in Consiglio comunale che, come emerso anche dall’ampio dibattito, porta ad un dialogo sempre più saldo e positivo nell’interesse della città tra diverse istituzioni che in modo importante stanno promuovendo la cultura del nostro territorio.

Jonathan Papamarenghi, Assessore alla cultura 

QuotidianoPiacenzaOnline

Via Sant'Antonino, 20
Piacenza, Italia 29121
Italia
Email: redazione@quotidianopiacenza.online




Anteprima del Piacenza Jazz Fest con Ada Montellanico in Fondazione

Il Piacenza Jazz Fest è in arrivo, e come da tradizione gli organizzatori offrono ai suoi ascoltatori una bellissima anteprima, “aperitivo” di quanto avranno modo di sentire nelle settimane successive. Questo momento è affidato ad Ada Montellanico, autrice e cantante tra le più importanti e innovative della scena jazz italiana, che insieme al suo quartetto di ottimi musicisti, che presenterà il progetto intitolato “Tencology” nella serata del 23 gennaio alle 21 15 presso l’Auditorium della Fondazione Piacenza e Vigevano.

Il legame e il lavoro di ricerca e studio della Montellanico sul repertorio di Luigi Tenco parte da lontano, si può forse arrivare a dire che ha sempre fatto parte della sua storia musicale, in un rapporto che si è fatto via via più stretto. Tappa fondamentale della sua carriera è il 1996, quando incide per la Philology “L’altro Tenco” con Enrico Rava alla tromba. La profonda sensibilità con cui rilegge in chiave nuova il repertorio meno frequentato del cantautore piemontese, rivela una particolare capacità di far aderire il suo intimo mondo emotivo alle esigenze della narrazione. Da questo CD inizia la lunga ricerca su Luigi Tenco che vede nel 2005 l’incisione per Egea di “Danza di una ninfa” con Enrico Pieranunzi e la pubblicazione di un libro nel 2006 per Stampa Alternativa: “Quasi sera, una storia di Tenco”.
Nel corso di questo lavoro competente e appassionato, incontra la famiglia Tenco che per la prima volta le concede di musicare alcune poesie inedite di Luigi, riconoscendo nella Montellanico una capace e sensibile interprete e compositrice, fino ad oggi l’unica ad aver avuto questo privilegio.
Nel concerto “Tencology” saranno riproposte molte canzoni del repertorio tenchiano insieme ai brani inediti, in chiave completamente nuova. Ma il repertorio si allargherà anche ad altre perle della storia del cantautorato con brani di Fossati, Bersani e altri, nei quali forza poetica e melodica si intrecciano in un magnetico abbraccio. La dimensione intima ed elegante della performance e gli originali arrangiamenti trasversali e jazzistici daranno una luce nuova e metteranno ancora più in risalto alcune tra le più intense composizioni che appartengono al grande e variegato songbook della musica italiana.

Per maggiori informazioni si consiglia di visitare il sito www.piacenzajazzfest.it o visitare la pagina Facebook del festival www.facebook.it/piacenzajazzfest. Per contatti si può scrivere alla mail a biglietti@piacenzajazzclub.it oppure telefonare allo 0523.579034 – 366.5373201 

QuotidianoPiacenzaOnline

Via Sant'Antonino, 20
Piacenza, Italia 29121
Italia
Email: redazione@quotidianopiacenza.online




Qualche (confortante) dato sul 2018 della Fondazione Teatri di Piacenza

L’anno 2018 è stato per la Fondazione Teatri di Piacenza ricco di grandi soddisfazioni, per il sempre maggiore seguito che tutte le rappresentazioni teatrali proposte hanno avuto da parte del pubblico.

Una stagione di grande qualità: il pubblico, in continua crescita, e l’attenzione che gli organi di informazione (stampa, televisioni, radio, siti specializzati) confermano che la strada intrapresa è quella giusta.
Le troupe televisive di Rai e Mediaset hanno dedicato ampio spazio a Piacenza: il Municipale è stato il primo Teatro di Tradizione italiano ad approdare con una propria produzione operistica, “La Gioconda”, sugli schermi di Rai5, che continua proprio in queste ore a essere trasmessa su Rai Radio3.

I telegiornali Mediaset (Italia1 e Rete 4) hanno dedicato ampi servizi e interviste all’apertura della Stagione Lirica 2018/2019 con “La Traviata”.
Inoltre, la novità dell’anteprima de “La Traviata” aperta a tutti i diciottenni piacentini ha avuto ottimo riscontro, portando a teatro circa 700 giovani: per molti di loro è stato il “debutto” all’opera, facendo si che una nuova generazione di spettatori germogliasse.

Anche la critica specializzata ha supervisionato il lavoro della Fondazione Teatri: in questi giorni il critico de “L’Ape Musicale” ha eletto il Municipale di Piacenza “Teatro dell’anno 2018”.
Con soddisfazione i dati testimoniano poi che la scelta di riportare, nel rispetto delle tradizioni piacentine, l’apertura della Stagione Lirica a dicembre si è rivelata assolutamente vincente: “La Traviata” ha vista la presenza al Teatro Municipale, nelle due rappresentazioni proposte, di un pubblico davvero numeroso (1657 il totale delle presenze – 829 la sera di venerdì 21 dicembre e 828 nella rappresentazione proposta domenica 23 dicembre – con un introito di € 46.933,95) ed il concerto di Capodanno, in programma, come da tradizione, lunedì 31 dicembre alle ore 18,00, per la prima volta nella storia della Fondazione Teatri di Piacenza già da venerdì 28 dicembre ha registrato il sold out.

Il Teatro Municipale, pur essendo saldamente radicato al territorio, grazie alle proprie capacità produttive che esporta non solo a livello regionale ma anche internazionale, è ormai importante volano dell’immagine di Piacenza.

Tutto merito del pubblico e dei soci Fondatori: Comune di Piacenza, Fondazione di Piacenza e Vigevano, Iren Spa e Confindustria Piacenza, di tutti gli sponsor che hanno deciso di credere nell’attività della Fondazione Teatri e a tutto il personale che ogni giorno con competenza e grande professionalità svolge la propria attività per permettere al Teatro Municipale di essere un’eccellenza tra i Teatri di Tradizione. Non resta che ricominciare il 2019 con “La Forza del destino”.




Stipulato protocollo d’intesa per iniziative culturali tra Fondazione, Curia e Comune. Già idee in cantiere

E’ stato siglato questa mattina un protocollo d’intesa importante che mette insieme Comune, Curia vescovile, Fondazione e Camera di Commercio. Un team vincente ed affiatato grazie all’esperienza della candidatura della nostra città a Capitale Italiana della Cultura 2020.

“Oggi con questo tipo di programma che intendiamo intraprendere, – ha iniziato la sindaca Barbieri – vogliamo creare iniziative che si estendono nell’arco di due secoli. Dai tesori nascosti della chiesa di San Sisto, La natura morta tra 17esimo e 18esimo secolo e i simboli della città, ovvero i gruppi equestri del Farnese”. L’idea è quella di un protocollo aperto a tutte le realtà interessate a partecipare (è stata ventilata l’ipotesi di gruppi bancari). Trattandosi di un protocollo d’intesa, ancora nulla di concreto sul piatto, solo una serie di intenzioni comuni che devono trovare riscontro.

Il presidente della Fondazione Massimo Toscani ha voluto rimarcare l’importanza della continuità progettuale. “I risultati si possono vedere non solo nel campo della cultura, ma anche nel welfare. Non è un protocollo vuoto, abbiamo già delle idee. Il nostro scopo è calare la storia nella contemporaneità, in modo che possa essere utile, vogliamo che La natura morta possa essere viva, attraverso l’agroalimentare piacentino”. Altro aspetto importante di questo protocollo sono i cavalli, “ma non focalizzandosi esclusivamente sul Mochi”. “Stiamo pensando a una esposizione che vada a indagare l’utilizzo dei cavalli nei secoli, da Farnese a Bottero, ma si tratta ad oggi di un’ipotesi, per far muovere la gente in città. La cosa bella sarebbe se alcuni di questi progetti si svolgano simultaneamente, in modo che i turisti stiano il più possibile a Piacenza”.

“La cosa importante sarà coinvolgere tutta la comunità – ha sottolineato il vescovo -, tutti siamo chiamati a lavorare e cooperare, perchè ciò che abbiamo di buono e di bello possa creare un senso di appartenenza senza il quale la vita diventa divisa e lacerata, come stiamo sperimentando in molti campi, anche nel nostro Paese, sperimentiamo un incattivirsi che fa male”. La chiusura del protocollo è prevista per il 31 dicembre 2020, fatta salva la facoltà dei sottoscrittori di prorogarne la validità di altri 12 mesi. L’obiettivo rimane comunque quello di ragionare su area vasta, includendo ovvero anche la zona di Parma, e concordare progetti che possano essere territorialmente trasversali. 

QuotidianoPiacenzaOnline

Via Sant'Antonino, 20
Piacenza, Italia 29121
Italia
Email: redazione@quotidianopiacenza.online




Prime note di OSPEDarte oggi al Guglielmo da Saliceto

Per portare un pianoforte in un Ospedale ci vogliono sicuramente mani forti e braccia robuste, ma serve anche cuore e generosità, come quella dimostrata dagli oltre 300 sostenitori che sulla piattaforma Ginger hanno donato, chi più chi meno affinchè il sogno di AVO Piacenza, Fondazione Piacenza e Vigevano, AUSL di Piacenza e tante altre realtà divenisse possibile. Perchè oggi “OSPEDarte” non è più solo un progetto, sono state suonate le prime note del pianoforte in Ospedale grazie al maestro Corrado Casati e al coro del Conservatorio Nicolini che ha intonato “La Traviata: Libiamo ne’lieti calici (Brindisi)” e il “Va pensiero” tratto dal Nabucco di Giuseppe Verdi.

Erano necessari 4 mila euro per acquistare il pianoforte, ne sono stati ricavati 5 mila 104, per un progetto importante per Piacenza sicuramente ma prima di tutto per i pazienti, come ha sottolineato lo stesso Luca Baldino. “L’arte può essere non solo un conforto per i pazienti, ma proprio un supporto alla terapia stessa”.

“Quando abbiamo iniziato a discutere di questo progetto – afferma la presidente di AVO Marisa Monticelli -, per noi era un grandissimo sogno, mancavano però le gambe e un simbolo in un luogo di cura per dare il via a questo progetto. Noi quotidianamente etriamo in corsia e vediamo persone che stanno male, ma soprattutto che hanno tempi vuoti in cui la testa comincia a fare pensieri di preoccupazione e ansia. Ma sappiamo come un libro, musica o film possono essere di aiuto”.

Attorno al pianoforte verrà allestita una zona ad hoc insonorizzata, che verrà utilizzata per eventi già predisposti per circa due mesi. Troviamo infatti film famosi e realtà locali di teatro e musica (Stagnotte, Traattori) cui si aggiunge anche un laboratorio artistico coi ragazzi di Fuori Serie e alcuni concerti di Piacenza Jazz Club, tra le anime dell’iniziativa, da confermare.

Piacenza Jazz Club a partire dal 2016 porta avanti iniziative legata all’Ospedale, portando musicisti anche di fama internazionale in corsia realizzando performance per i degenti. In questo progetto non è mancato inoltre il supporto della Fondazione Piacenza e Vigevano, che ha voluto dare una mano affinchè i pazienti potessero superare lo stress da ospedalizzazione, ma anche Coop Alleanza 3.0. 

QuotidianoPiacenzaOnline

Via Sant'Antonino, 20
Piacenza, Italia 29121
Italia
Email: redazione@quotidianopiacenza.online




Annibale, Arti e Pensieri si occuperà della didattica museale per bambini (e non solo)

Si è inaugurata oggi la mostra “Annibale, un mito mediterraneo”, che grazie ad innovative tecniche visive, permetterà al pubblico di emozionarsi e approfondire al medesimo tempo la vita avventurosa di uno dei più grandi condottieri del suo tempo lasciando la sua impronta anche su Piacenza. Ma tutto questo è stato reso possibile grazie a un valido lavoro di squadra, che ha visto protagonista tra gli altri Arti e Pensieri, associazione piacentina che dal 2004 si occupa di archeologia, didattica museale ed eventi culturali.

“Ci siamo occupati della sala piacentina  – racconta Mariarosa Lommi, che con Micaela Bertuzzi e Caterina Foppiani sono l’anima dell’associazione -, quella che approfondisce il contesto di Piacenza quando Annibale arriva nel nostro territorio e prepara la battaglia della Trebbia. Abbiamo diviso la sala in 4 argomenti, genti commerci, culti e la guerra. Possiamo rendere conto degli eserciti che Annibale incontra e che vengono assorbiti, come i Celti, che con Liguri ed Etruschi continuano a tornare nella narrazione e nei ritrovamenti, nella vita materiale di tutti i giorni, ma anche le monete, le dracme padane con cui venivano pagati gli eserciti, e le ghiande missili che sono i proiettili usati dall’esercito romano. I nostri sono leggermente più tardi rispetto all’epoca di Annibale, però sappiamo che lui aveva i frombolieri delle Baleari, utilizzati nella battaglia della Trebbia sia dall’uno che dall’altro schieramento”.

Altro pezzo da novanta della collezione è il fegato etrusco. “Gli etruschi erano presenti dal sesto/quinto secolo a.C. Su queste popolazioni si impiantano poi i romani, e la città di Piacenza nasce da questo melting pot di culture differenti. C’è un Ara di età romana che nomina però le matrone che sono celtiche, a testimonianza che i Celti sono rimasti nel tessuto sociale. E infine delle antefisse di via Benedettine che facevano parte di un tempio etrusco italico, un tipo di culto che proviene dall’oriente ma che viene portato dai romani”.

In particolare Arti e Pensieri si occuperà di far divertire giovani e meno giovani nelle attività per famiglie predisposte nei weekend. Si potrà modellare un a personalizzata ghianda missile in argilla e incidere sulla superficie le proprie iniziali, scoprire i segreti delle armi di allora e quale evoluzione abbiano subito nel corso dei secoli. Oppure si potrà esaminare le tecniche militari degli eserciti dall’età repubblicana al tardo impero, anche grazie alla ricostruzione a grandezza naturale di un soldato romano. 

QuotidianoPiacenzaOnline

Via Sant'Antonino, 20
Piacenza, Italia 29121
Italia
Email: redazione@quotidianopiacenza.online




Annibale, dal 16 dicembre alla scoperta di un altro tesoro piacentino a Palazzo Farnese

Dopo la “Salita al Pordenone”, la Fondazione Piacenza e Vigevano questa volta fa scendere l’affezionato pubblico piacentino nei sotterranei di Palazzo Farnese, recentemente restaurati e pronti per accogliere grandi e piccini in una esperienza immersiva “Annibale, un mito mediterraneo”, mostra che approfondisce dettagli e curiosità del leggendario condottiero cartaginese attraverso modalità anche innovative di facile presa su una fetta di cittadinanza giovane: “Purtroppo la storia oggi è poco studiata, serve coinvolgere i ragazzi con un linguaggio adatto – così sottolinea Massimo Toscani l’idea di fondo della mostra -, Annibale è un personaggio che gira tutto il Mediterraneo, facendone a suo modo crocevia storico importantissimo”.

La mostra, visitabile dal 16 dicembre, è stata curata da Giovanni Brizzi, professore ordinario di Storia romana presso l’Università di Bologna dal 1986. “Annibale è quanto di più simile ad Alessandro Magno. In un suo sogno – racconta – supera le Alpi grazie all’incontro con un semidio. Dopo il 218 a.C, quando ci fu la Battaglia della Trebbia, nel 188 a.C ci fu la distruzione del Regno di Siria per mano dei Romani, e contemporaneamente nel 187 viene costruita la Via Emilia, Piacenza diviene non più punta di diamaneìte ma terminale di un limes. Annibale nella sua vita ha avuto molti fallimenti, ma è stato al contempo grande fattore di mutamento, di lui restano le sue straordinarie intuizioni”.

All’anteprima ha partecipato anche Marco Podini della Soprintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio delle Province di Parma e Piacenza. “Vorrei subito sottolineare la rilevanza scientifica – ha sottolineato -, non è una mostra legata alla cultura materiale, ma si serve di essa per raccontare una storia. Annibale rappresenta solo una premessa per l’aatività futura, che prevede nel 2020 la collezione romana dei Musei di Piacenza”. Un inizio dunque, anche a livello culturale per tutta la città, che ha visto recentemente un ricambio all’assessorato alla Cultura, passato a Jonathan Papamarenghi, il quale ha voluto rimarcare l’importanza e il contributo “dato dalla Diocesi”.

Ovviamente per un progetto importante come quello presentato quest’oggi servivano sponsor di peso, come lo è Maurizio Crepaldi, Direttore Territoriale Piacenza Pavia di Cariparma Crédit Agricole. “Importante far conoscere Piacenza, città che ha un elevato potenziale, soprattutto a livello culturale”. L’attesa è tanta per una mostra che dopo i numeri di Guercino, Pordenone e Misteri della Cattedrale (130 mila visitatori) è pronta a far scoprire un altro pezzetto del grande mosaico storico piacentino.