Allegro con Brio prosegue nel segno di Mozart domenica 4 marzo alle 17 alla Sala dei Teatini

La rassegna di musica da camera Allegro con brio, organizzata da Fondazione Teatri in collaborazione con Conservatorio Nicolini di Piacenza, prosegue domenica 4 marzo alle 17 alla Sala dei Teatini con i concerti di Mozart per pianoforte e orchestra K 271 e K 491, nella versione cameristica di Ignaz Lachner.

Protagonisti Maria Luisa Ugoni e Kaori Ogasawara (violini), Wim Janssen (viola), Giulia Lanati (violoncello), Walter Casali (contrabbasso) e Marco Alpi (pianoforte). Anche questo concerto, così come quello della scorsa settimana, sarà dedicato alla memoria di Annalisa Mannella, direttrice amministrativa del Conservatorio Nicolini recentemente scomparsa.

Mozart, nella storia del concerto per pianoforte e orchestra, giganteggia maestosamente. Si può infatti affermare che la sua produzione in questo campo, soprattutto con gli ultimi quattordici Concerti composti a Vienna fra il 1784 e il 1791, fa compiere al genere un salto qualitativo straordinario tale da creare un nuovo modello da lasciare in eredità alla generazione seguente.

Il Concerto in mi bemolle maggiore K 271 è un lavoro di grande importanza. Stimolato dalla momentanea presenza a Salisburgo di una giovane francese virtuosa della tastiera della quale conosciamo solo il cognome, Mademoiselle Jeunehomme, il ventunenne Mozart diede vita a un lavoro che viene universalmente considerato un’opera chiave. Secondo uno studioso autorevole come Stanley Sadie, si tratta addirittura di una «tra le composizioni più sottili e più elaborate di tutti i periodi creativi di Mozart, e soprattutto nell’ampio sviluppo dei rapporti tra solista e orchestra». Rapporti tra solista e orchestra che fin dalle prime battute dell’Allegro d’apertura sono improntati chiaramente all’integrazione piuttosto che al predominio o alla contrapposizione; mentre la ricchezza del materiale tematico, della scrittura orchestrale e l’impegno assegnato al solista, sono tratti destinati ad evolversi compiutamente nei concerti viennesi, collocando questo lavoro ben più avanti dei concerti contemporanei. Senza dubbio l’occasione di scrivere un concerto per un’interprete di levatura stuzzicò Mozart a creare qualcosa di sorprendente per il pubblico di Salisburgo: quasi una rivincita sulla piatta produzione galante cui era costretto dai gusti della Corte e della piccola nobiltà del principato ecclesiastico.

Mozart scrisse soltanto due Concerti per pianoforte in tonalità minore, tra cui appunto quello in do minore K 491 che il 24 marzo 1786 veniva aggiunto al catalogo dei lavori dell’autore e che verrà eseguito alla Sala dei Teatini. Il contrasto tra il mondo della natura, evocato dai temi pastorali e il carattere cromatico del virtuosismo solistico costituisce la forza espressiva del finale dove la scrittura pianistica, nei momenti più intensi si addensa fino a toccare in alcuni punti un contrappunto a quattro voci. Come nel Rondò del concerto precedente anch’esso nasconde una sorpresa e la sezione centrale è occupata da un lungo e lirico tema del pianoforte per poi chiudere virtuosisticamente nel ritorno al tema iniziale.

L’ingresso è libero. Info: www.teatripiacenza.it

 




Opera, nuovo appuntamento dedicato a La Cenerentola di Rossini

Prosegue In..canto d’Opera, la rassegna di incontri musicali della Fondazione Teatri di Piacenza in collaborazione con l’Associazione culturale Nel pozzo del giardino, per presentare le Opere della Stagione 2017/2018 del Teatro Municipale.

Domenica 11 febbraio alle ore 17 alla Sala dei Teatini l’appuntamento sarà dedicato a La Cenerentola di Gioachino Rossini, in cartellone il 16 e 18 febbraio al Municipale in occasione dei 150 anni dalla morte del grande compositore pesarese. Le più celebri arie dell’opera saranno interpretate dai giovani cantanti Pierluigi D’Aloia, tenore che vestirà i panni di Don Ramiro, dal baritono Lorenzo Malagola Barbieri che interpreterà Dandini, da Gabriele Bolletta, basso buffo nel ruolo di Don Magnifico, e dal mezzosoprano Marta Leung Kwing Chung in quello di Angelina. Direttore al pianoforte, come di consueto, sarà Marco Beretta. Gli approfondimenti sul contesto storico e sulla trama dell’opera saranno a cura di Maria Cristina Romanini. L’incontro è a ingresso libero.




L’assessore Passoni interviene sui tagli ai Teatri: “polemiche sterili, quando invece servirebbe coesione”

L’assessore al bilancio del comune di Piacenza, l’avvocato Paolo Passoni, ci ha abituato, in questi mesi a lavorare nel silenzio senza rilasciare molte dichiarazioni. Ma oggi interviene con un comunicato – che pubblichiamo qui sotto – sui tagli ai teatri che i consiglieri regionali PD Tarasconi e Molinari avevano definito intempestivi rispetto alla candidatura a Capitale della Cultura Italiana 2020.

«Con riferimento alle dichiarazioni dei consiglieri regionali, Katia Tarasconi e Gianluigi Molinari, apparse sui mezzi di informazione locale e relative all’incoerenza dei tagli alla Fondazione Teatri nel, momento in cui Piacenza si candida a Capitale della cultura, ritengo opportuno precisare che mi risulta davvero difficile comprendere il tempismo di questo intervento.

Difficile comprenderlo in primo luogo perché quando una comunità si presenta per un traguardo così importante la stessa, a partire dai suoi esponenti politici locali, regionali e nazionali, dovrebbe mostrarsi unita e coesa nella promozione della sua realtà e dimostrare la capacità di fare sistema invece di aprire infondate e sterili polemiche.

Infondato e sterile risulta quanto affermato se si considera che, diversamente da quanto dai consiglieri dichiarato, la diminuzione del contributo alla Fondazione Teatri non è stato un provvedimento imposto dall’attuale Amministrazione comunale (la mannaia inflitta da chi non crede nella cultura come paventano!) ma il frutto di un confronto con la stessa Fondazione Teatri al quale ha fatto poi seguito la adozione da parte della Giunta Comunale della delibera n. 406 del 4 dicembre 2017 (…i consiglieri regionali, con grande tempismo, solo oggi hanno deciso di scatenare la polemica!).

Confronto nel corso del quale, proprio al fine di non danneggiare l’ottimo lavoro in questi anni svolto dalla Fondazione Teatri per assicurare una proposta culturale in grado di attrarre sempre più pubblico, sono stati esaminati i dati gestionali, è stata favorevolmente valutata la sempre maggiore capacità della Fondazione di essere attrattiva per sponsorizzazioni private (ricordo del resto ai consiglieri regionali che l’indirizzo da anni espresso dal Governo è che la produzione culturale non debba essere espressione del solo intervento pubblico ma anche di quello privato) e sono state condivise possibili voci di risparmio nella gestione.

Infine tengo a precisare, per quanto occorrer possa, che la precedente Amministrazione (di cui ha fatto parte per un certo periodo la consigliera Tarasconi) aveva nel corso degli anni, ridotto sensibilmente il contributo alla Fondazione Teatri».  




La Bella e la Bestia, fiaba danzata su musiche di Čajkovskij domenica 28 gennaio al Teatro Municipale con il Malandain Ballet Biarritz

Danza da fiaba anche per il nuovo appuntamento della Stagione dedicata al balletto della Fondazione Teatri di Piacenza. Dopo il successo de Lo Schiacchianoci, arriva sul palcoscenico del Teatro Municipale domenica 28 gennaio alle ore 16 l’incanto di un’altra favola amatissima, sulle musiche di Čajkovskij: La Bella e la Bestia, creazione del Malandain Ballet Biarritz, con le coreografie di Thierry Malandain.

Lo spettacolo per 22 danzatori è stato presentato in anteprima al Teatro dell’Opera di Versailles e ha debuttato in prima mondiale alla Biennale della Danza di Lione nel 2016, ottenendo consensi unanimi: “una coreografia di toccante bellezza”, l’ha definito Le Figaro.

Come tutti i lavori di Thierry Malandain, il coreografo neoclassico più talentuoso di Francia che dà il nome alla compagnia di Biarritz, questa versione de La Bella e la Bestia è un raffinato balletto di chiara matrice neoclassica e si ispira alla versione surrealista del film del 1946 di Jean Cocteau.

La messa in scena è minimalista e rigorosa, permeata di un alto grado di simbolismo in cui la Bella incarna l’animo umano e le sue fragilità, mentre la Bestia rappresenta la forza vitale e gli istinti primordiali. Solo alla fine del confronto, potrà esserci una sintesi dei due opposti e naturalmente un lieto fine, come si conviene ad una fiaba.

“Nella nostra versione – racconta Malandain – la Bestia finalmente libera sposerà la Bella in una giornata di sole splendente, entrambi abbagliati dallo splendore del bello sulla ridente menzogna del caso”.

In questa visione tutta protesa sulla danza, Malandain ci accompagna dunque lungo un racconto iniziatico che ha per scopo quello di risolvere la dualità dell’essere. La coreografia è sottolineata dalle sinfonie di Čajkovskij, compositore fra i più amati dal coreografo francese: ad accompagnare i danzatori in scena saranno infatti le note della Sinfonia n.6 op74 Patetica, La Valse da Eugene Onegin, la Sinfonia n.5, e Hamlet overture-fantasia, Op. 67.

Thierry Malandain è autore di una sessantina di coreografie ormai entrate a far parte del repertorio di numerose compagnie, e anche le sue incursioni nel teatro lirico risultano importanti. Ha ottenuto molteplici riconoscimenti: nel 2009 è nominato ufficiale delle Arti e delle Lettere , nel 2012 riceve il Grand Prix – categoria danza – da parte del Syndicat de la Critique Théâtre, Musique et Danse . Nel 2013 debutta all’Opéra Royal de Versailles la sua rilettura di Cenerentola rispettando la partitura di Serge Prokofiev, produzione che gli permetterà di ricevere, nel 2014 a Berlino, il premio Taglioni European Ballet Award come miglior coreografia dell’anno.

Il Centre Chorégraphique National/Ballet Biarritz è stato inaugurato nel settembre del 1998, affidato a Thierry Malandain. Oltre alla missione creativa, di diffusione e sensibilizzazione, il Centre è aperto al lavoro di altri coreografi, accoglie compagnie in residenza e promuove scambi con i protagonisti della cultura. Il Ballet Biarritz è composto da 22 danzatori permanenti; è una compagnia i cui interpreti provengono tutti da una formazione accademica classica ma che le creazioni di Thierry Malandain rendono moderni.

Per informazioni e biglietti: Biglietteria del Teatro Municipale di Piacenza

tel. 0523.492251 biglietteria@teatripiacenza.it. – www.teatripiacenza.it




Allegro con brio, a tutto Jazz domenica 21 gennaio alle ore 17 alla Sala dei Teatini con il Quartetto Petrin-Succi-Fioravanti- Bagnoli

Sarà nel segno del Jazz il nuovo appuntamento di Allegro con brio, la rassegna di musica da camera alla Sala dei Teatini organizzata dalla Fondazione Teatri di Piacenza in collaborazione con il Conservatorio di Musica Nicolini. Domenica 21 gennaio alle 17, a ingresso libero, è in programma il concerto del Quartetto Jazz composto da Umberto Petrin (pianoforte), Achille Succi (clarinetti), Riccardo Fioravanti (basso elettrico) e Stefano Bagnoli (batteria).

Il programma prevede l’esecuzione di brani che Umberto Petrin ha elaborato dai frammenti tematici di alcuni Preludi per pianoforte di Debussy, ai quali verrà affiancato un tema di Thelonious Monk, musicista che ha sempre sfruttato scale simili a quelle del genio francese dell’impressionismo. Il concerto si inserisce sicuramente tra le prime celebrazioni del centenario della morte di Claude Debussy. Tuttavia, in questa occasione, la presenza di una formazione jazz rende la proposta insolita e curiosa.

Il quartetto è formato da quattro docenti del Dipartimento di musica jazz del Conservatorio Nicolini di Piacenza, che si esibiscono per la prima volta insieme: due musicisti che da sempre si muovono nei linguaggi più attuali della musica jazz (Succi e Petrin) affiancati ad una sezione ritmica solida (Fioravanti e Bagnoli) e di comprovata esperienza nell’ambito della tradizione e del linguaggio mainstream. Sarà molto interessante ascoltare come questi elementi sapranno assemblarsi per far riemergere sonorità che cambiarono le prospettive della musica europea, come quelle di Debussy, con rispetto pur nell’uso del linguaggio jazz e della conseguente tecnica improvvisativa che ne deriva.

Umberto Petrin è considerato tra i maggiori pianisti italiani a livello internazionale. Diplomato in pianoforte, si è sempre dedicato attivamente anche alla poesia, vincendo concorsi e pubblicando su riviste letterarie. Oltre all’attività prettamente in ambito Jazz, da molto tempo è impegnato in vari progetti di sincretismo tra musica d’improvvisazione ed altre arti, poesia, videoart, performance.

Innumerevoli le collaborazioni, sia in concerto che su disco, tra cui quelle con Steve Lacy, Lee Konitz, Anthony Braxton, Lester Bowie, Dewey Redman, Enrico Rava, Italian Instabile Orchestra.

Risulta più volte tra i migliori musicisti italiani nelle varie edizioni del Top Jazz, ed è l’unico ad aver realizzato un duo di pianoforti con il leggendario Cecil Taylor, del quale esegue anche composizioni originali in concerto. Dal 1999 inizia un sodalizio artistico con lo scrittore Stefano Benni. Dal 2000 suona costantemente con Gianluigi Trovesi. Nel 2011 pubblica in solo A dawn will come che ottiene un notevole successo di critica e risulta tra i 20 migliori album dell’anno nel sondaggio U.S.A. Culture Catch – unico album di musicista italiano presente in classifica.

Il nuovo album in Piano Solo, Traces and Ghosts, inciso per l’etichetta inglese Leo Records, ha ottenuto il prestigioso riconoscimento “Disco CHOC” per la rivista Jazz Magazine-Jazzman, la più autorevole in Francia. Grazie a questo CD è stato invitato in Piano Solo al Festival Jazz di Lisbona (luglio 2014) e successivamente al prestigioso Spectrum di New York per due concerti in Solo. E’ uscito nel 2017 il CD Twelve Colours and Synesthetic Cells, inciso in duo con Gianluigi Trovesi.

Achille Succi, saxofonista, clarinettista e compositore è stato definito dalla critica uno dei musicisti europei da seguire nei prossimi dieci anni e un genio del Jazz Italiano.
Fra i molti artisti italiani e stranieri con cui ha collaborato ci sono Uri Caine, Ralph Alessi, Silvie Courvoisier, Steve Swell, Louis Sclavis, Ernst Reijseger, Pierre Dorge, David Liebman, Franco DʼAndrea, Giorgio Gaslini; con molti di questi ha anche preso parte alla realizzazione di numerose incisioni discografiche. Ha fondato con Fabrizio Puglisi e Alberto Capelli il gruppo Atman con cui ha realizzato due lavori discografici. Succi è molto attivo anche nel campo dell’alta formazione musicale sin dal 2006.

Riccardo Fioravanti inizia a suonare il basso elettrico nel 1973 ed entra nella classe di contrabbasso al Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano. La sua carriera si sviluppa su piani paralleli: il senso artistico, la grande versatilità e le alte capacità professionali lo portano a lavorare in ambito jazzistico con Giorgio Gaslini, Franco Cerri, Gianni Basso, Renato Sellani, Enrico Rava, Paolo Fresu, Fabrizio Bosso, Stefano Bollani e molti altri mentre, nel mondo del pop, le sue collaborazioni sono innumerevoli, da Mina a Ennio Morricone, Mia Martini, Enzo Jannacci, Antonella Ruggiero, Fabio Concato. Ha collaborato con musicisti quali Tom Harrell, Bob Mintzer, Phil Woods, Lee Konitz, Clark Terry, Toots Thielemans, Charlie Mariano, Barney Kessel e moltissimi altri, e ha partecipato a concerti di Ray Charles, Chico Buarque De Hollanda, Gino Vannelli, Dee Dee Bridgewater , Elio e Le Storie Tese e Stevie Wonder. Insegna Jazz all’Accademia del Suono di Milano e al Conservatorio di Piacenza, dove presiede la cattedra di Basso Elettrico Jazz.

Stefano Bagnoli inizia la sua attività nel 1978 appena quindicenne, sviluppando sino ad oggi un curriculum artistico invidiabile sia per le innumerevoli collaborazioni che per la monumentale discografia. Tra i tanti artisti internazionali citiamo le collaborazioni con Clark Terry, Harry Sweet Edison, Buddy De Franco, Johnny Griffin, Tom Harrell, Miroslav Vitous, Joe Lovano, Bob Mintzer, Randy Brecker, Uri Caine e Gil Goldstein. Suona stabilmente da anni nei gruppi di Paolo Fresu, Paolo Jannacci, Dado Moroni, Franco Cerri, Franco Ambrosetti e al gruppo All Stars di Massimo Ranieri Malìa con Enrico Rava, Stefano Di Battista, Rita Marcotulli e Riccardo Fioravanti. Talent scout e leader di un proprio trio (Stefano Bagnoli We Kids Trio), da anni porta avanti un notevole impegno didattico.

Comunicato di Ufficio Stampa Teatro Municipale Piacenza 

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Giochi d’ombra per lo schiaccianoci al Municipale

Il balletto “Lo Schiaccianoci”, che a Piacenza il 14 gennaio 2018 inaugurerà la Stagione di Danza 2017/2018 della Fondazione Teatri, porta il segno di Teatro Gioco Vita ed è una delle testimonianze più significative della proficua collaborazione del centro di produzione diretto da Diego Maj con Lele Luzzati.

Attualmente prodotto da Daniele Cipriani Entertainment, “Lo Schiaccianoci”, balletto in due atti di Pëtr Il’ič Čajkovskij da un racconto di E.T.A. Hoffman, con la regia e la coreografia di Amedeo Amodio, vede accanto a scene, costumi e sagome di Lele Luzzati le ombre ideate da Teatro Gioco Vita.

La nascita risale al 1989 come produzione Aterballetto, di cui in quel periodo Amodio era direttore (il coreografo rimase alla guida della compagnia di danza dal 1979 al 1996). Fu Luzzati a chiedere la collaborazione di Teatro Gioco Vita per l’ideazione e l’animazione delle ombre. Con la Compagnia piacentina infatti aveva in corso dal 1978 una proficua collaborazione, avviata con lo spettacolo “Il Barone di Münchausen” e proseguita con altre produzioni e il coinvolgimento di Teatro Gioco Vita per interventi di ombre in progetti produttivi di teatri di prosa ed enti lirici.

Creazioni di Teatro Gioco Vita con Luzzati sono “Il mostro turchino” (1980), “I tre grassoni” (1981), “Gilgamesh” (1982), “Odissea” (1983) e “La boîte à joujoux” (1986, spettacolo realizzato per il Teatro alla Scala). Numerosi gli altri momenti di collaborazione artistica in progetti di cui Luzzati ha curato le scene e Teatro Gioco Vita le ombre: “Pinocchio in ombra”, fantasia d’ombre multi visuale in “Pinocchio Bazar cielo e in terra” di Tonino Conte e Lele Luzzati (1981, Comitato per le Manifestazioni del Centenario di Pinocchio); “L’epopea di Gilgamesh”, testi e regia di Tonino Conte (1982, in “È arrivato un bastimento, tenzone teatrale tra cristiani e saraceni); “Il cavaliere della rosa” da Hugo von Hofmannsthal, regia di Egisto Marcucci, con Valeria Moriconi e Virginio Gazzolo (1983, produzione Ater/Ert); “Gargantua”, opera lirica di Azio Corghi in prima esecuzione mondiale, regia di Gianfranco De Bosio (1984, produzione Teatro Regio di Torino); “Una burla riuscita” di Tullio Kezich da Italo Svevo, regia di Egisto Marcucci, con Corrado Pani e Dario Cantarelli (1985, produzione Ater/Ert).

E ancora, dopo “Lo Schiaccianoci”, “Ecuba”, opera lirica di Nicola Antonio Manfroce, regia di Filippo Crivelli (1990, Opera Giocosa di Savona); “Oh Lear, lear, Lear!” dal “Re Lear” di William Shakespeare, libero adattamento, traduzione e interpretazione di Giorgio Albertazzi, regia di Armand Delcampe (1992, Cooperativa Kaos di Catania); con l’Arena di Verona le opere liriche “Axur re d’Ormus” di Antonio Salieri, regia di Giusi Attendoli e Gianfranco De Bosio, e “Tamerlano” di Antonio Vivaldi, regia di Elisabetta Courir ed Egisto Marcucci (1994). Infine con La Fenice di Venezia “L’Enfant et les sortilèges”, fantasia lirica in due parti di Colette, musica di Maurice Ravel, con la regia di Maurizioo Scaparro (1996, con una ripresa nel 1999).

Le immagini d’ombra all’interno del balletto “Lo Schiaccianoci”, ideate a suo tempo da Fabrizio Montecchi, Roberto Neulichedl e Paolo Valli, sono ottenute con figure nere e luci colorate proiettate davanti e dietro gli schermi. All’interno dello spazio scenografico sono collocati gli schermi per le ombre: in alcuni casi si integrano con la scena, in altri casi la cancellano. I grandi schermi (dai 5 ai 12 metri di larghezza), di garza, fodera, cotone e seta, sono posizionati in diversi punti dello spazio e sono fissati solo sul lato superiore per permettere animazioni e movimenti durante la proiezione delle ombre. Alcuni schermi sono portati a mano dagli animatori, altri sono piccoli teatrini d’ombre.

Lo spazio dell’animazione non è fisso, esso si crea di volta in volta con l’accendersi di una luce o l’alzarsi di uno schermo. Le sagome sono di dimensioni variabili (tra i 70 e i 100 centimetri). Le tecniche di animazione sono verticali e orizzontali e i movimenti (braccia, gambe, busto, testa) sono controllati da bacchette di metallo. Altre animazioni prevedono un uso non tradizionale della sagoma e sono utilizzate anche le tecniche dell’ombra corporea.

“Lo Schiacchianoci” dopo il debutto avvenuto nel gennaio 1989 al Teatro Municipale “Romolo Valli” di Reggio Emilia, viene distribuito da Aterballetto fino al 1994.

Viene poi ripreso all’Opera di Roma dal 1997 al 1999, riallestito nel 2013 al Teatro Massimo di Palermo e nel 2014 ancora all’Opera di Roma.

Tra i teatri in cui è andato in scena, il Petruzzelli di Bari, il Comunale di Firenze, il Comunale di Modena e il Rasi di Ravenna, oltre al Liceu di Barcellona.

Nel catalogo, pubblicato nel 1994, della mostra/spettacolo di Teatro Gioco Vita “Un mondo di figure d’ombra”, che raccoglie e fa rivivere i materiali frutto della collaborazione con Lele Luzzati, è riportata un’interessante conversazione a cura di Diego Maj, Fabrizio Montecchi e Paolo Valli con il grande scenografo e illustratore: “Noi, Lele e Lui (Il Teatro d’ombre)”. A proposito de “Lo Schiaccianoci”, Luzzati dice: «…la presenza vostra (di Teatro Gioco Vita, ndr) è stata davvero determinante per il successo dello spettacolo. Di “Schiaccianoci” credo che nel mondo ne siano stati fatti milioni, è uno dei balletti più fatti e rifatti. Ma questo ha avuto un particolare successo soprattutto per le vostre ombre».

 




Concerto di Capodanno al Municipale con Sesto Quatrini

Tradizione ormai consolidata e amatissima dal pubblico, il Concerto di San Silvestro fa ritorno anche quest’anno al Municipale di Piacenza e porta sul podio della Filarmonica Toscanini uno dei giovani direttori d’orchestra più apprezzati nei principali Teatri internazionali, dal Metropolitan di New York al Bolshoi di Mosca: Sesto Quatrini.

Domenica 31 dicembre alle ore 17, nell’ambito della Stagione dei Concerti 2017/2018 della Fondazione Teatri di Piacenza, un festoso programma musicale celebrerà il passaggio al nuovo anno sulle note dei maggiori compositori. Si partirà dall’omaggio a Gioachino Rossini, per avviare le celebrazioni per i 150 anni dalla morte del grande pesarese, sulle note dell’ouverture de La gazza ladra, per proseguire con l’ouverture da Orphée aux enfers di Jacques Offenbach e Le Cid – Ballet Suite di Jules Massenet. Ritmi trascinanti in crescendo dalle ouverture di Franz von Suppé fino ai celebri valzer e polke di Johann Strauss figlio, all’insegna della più amata tradizione natalizia.




Successo per il Coro Tyrtarion ai Teatini

La scenografica Sala dei Teatini ha fatto da cornice, ieri sera, all’applauditissimo concerto del Coro Tyrtarion dell’Accademia Vivarium Novum, organizzato dalla Banca di Piacenza con la collaborazione della Fondazione Teatri e dell’Associazione “Amici del Gioia”.

Presentato da Robert Gionelli – che ha sottolineato come il Coro Tyrtarion, per la particolarità del proprio repertorio, sia diventato negli anni un autentico punto di riferimento mondiale per lo studio, la ricerca e la didattica sull’abbinamento alla poesia antica di musica contemporanea di tradizione rinascimentale – il concerto è stato introdotto dal fondatore dell’Accademia Vivarium Novum, prof. Luigi Miraglia.

“La nostra Accademia – ha sottolineato il prof. Miraglia – accoglie gratuitamente studenti in situazioni di disagio economico provenienti da ogni Paese del mondo, giovani menti talentuose che aiutiamo ad approfondire lo studio del latino, del greco, della filosofia e dei grandi poeti e narratori classici. La nostra è una grande famiglia in cui non esistono barriere e dove le diversità culturali, storiche e linguistiche si configurano, anzi, come un valore aggiunto. La musica coltivata attraverso il Coro Tyrtarion rappresenta un ulteriore momento di studio e di accrescimento culturale per i nostri studenti, che grazie ai concerti come quello organizzato dalla Banca di Piacenza possono anche conoscere e confrontarsi con nuove realtà”.

Sul palcoscenico sono quindi saliti gli oltre quaranta coristi e musicisti del Tyrtarion – tutti studenti dell’Accademia Vivarium Novum, autentica eccellenza internazionale nell’ambito dello studio delle discipline umanistiche e delle lingue classiche rappresentanti ciascuno un Paese appartenente – insieme agli altri – ad ogni continente del mondo che, diretti e accompagnati al flauto dal maestro Eusebio Áron Tóth, si sono esibiti in un repertorio di brani poetici tratti da Orazio, Ovidio, Catullo, Saffo, Alceo, Anacreonte, Archiloco e Teognide, armonizzati da soavi melodie rinascimentali (piano, percussioni, contrabbasso, chitarra, tromba, violino e mandolino). Un repertorio molto apprezzato dal numeroso pubblico presente, che ha potuto seguire l’intero programma del concerto grazie anche ai libretti di sala corredati dei testi originali dei brani e della relativa traduzione in italiano.

Ad applaudire l’esibizione del Coro Tyrtarion, in una serata non certo favorita dalle condizioni climatiche, anche tante autorità, accolte alla Sala dei Teatini dal Presidente esecutivo del popolare Istituto di credito di via Mazzini, avv. Sforza Fogliani, e dal Direttore generale dott. Crosta: presenti, tra gli altri, il Vescovo della Diocesi mons. Ambrosio, il Direttore generale del Demanio Reggi (al quale sono andati i particolari ringraziamenti dell’Accademia per aver concesso alla stessa l’utilizzo della prestigiosa villa Falconieri, una delle ville tuscolane), il Comandante provinciale dei Carabinieri col. Scattaretico, il Comandante dell’aeroporto di San Damiano col. Fuochi, il Comandante del 2° Reggimento Genio Pontieri col. També.

Quello andato in scena ieri sera alla Sala dei Teatini fa parte di un trittico di concerti del Coro Tyrtarion nel cuore della Pianura Padana, tutti organizzati dalla Banca di Piacenza: il primo si è svolto ieri mattinata presso l’Aula magna del Dipartimento di Musicologia di Cremona, mentre il terzo e conclusivo concerto – dopo quello piacentino nell’ex chiesa di San Vincenzo – è in programma per questa sera al Tempio Civico dell’Incoronata di Lodi (ore 21).

Robert Gionelli ha concluso la serata ringraziando anche le autorità (in particolare, il Prefetto e il Sindaco di Piacenza) che hanno  comunicato la loro impossibilità ad intervenire in ragione dei servizi predisposti per affrontare il contemporaneo maltempo imperversante sul territorio piacentino ed augurandosi – a nome della Banca – che i piacentini possano assistere ad una nuova esibizione del coro in occasione degli eventi collaterali che si susseguiranno in Santa Maria di campagna in occasione della salita al Pordenone che partirà ad inizio dell’anno prossimo.




Tre incontri al Municipale dedicati a Schubert

S’inaugura sabato 18 novembre alle ore 17 il Ciclo Schubert, organizzato dalla Fondazione Teatri di Piacenza nell’ambito del progetto Educazione alla Musica, in collaborazione con il Centro Culturale Italo Tedesco di Piacenza. Tre incontri, dedicati al grande compositore austriaco, a cura del musicologo piacentino Nicola Montenz, in programma al Ridotto del Teatro Municipale a ingresso libero.

Il primo appuntamento sarà dedicato all’approfondimento su “Schubert e il contesto europeo”.
Secondo appuntamento sabato 25 novembre, sempre alle ore 17, con “Il viaggio d’inverno (Winterreise)”, che vedrà la partecipazione del soprano Tania Bussi. A conclusione della rassegna, sabato 2 dicembre alle 17, è in programma “Schubert, il fortepiano e gli archi”.
Il ciclo ha lo scopo di presentare agli appassionati di musica un ritratto a tutto tondo di Schubert, autore spesso citato, ma – in Italia – conosciuto solo parzialmente e non sempre considerato nelle programmazioni delle istituzioni musicali. Il percorso si articola in tre momenti: il primo sarà di presentazione, incentrato sulla biografia di Schubert e sulla sua produzione, in particolare quella meno nota, e, attraverso ascolti ed esemplificazioni, si procederà a porre un primo punto fermo sulla sua collocazione nell’ambito della cultura musicale europea contemporanea.
Nel secondo incontro sarà approfondita un’opera, di ascolto non sempre facile in Italia, il ciclo liederistico Winterreise, attraverso l’alternarsi di spiegazioni e di ascolti musicali dal vivo, con la collaborazione del soprano Tania Bussi: dell’opera si proporrà l’esecuzione storicamente informata, pur su strumento moderno, di una vasta scelta di brani tratti dalla versione originale per voce acuta, senza trasposizioni e con il recupero delle tonalità dell’autografo per alcuni Lieder, trasportati dall’editore già nella prima edizione a stampa.

Infine, nel terzo incontro si approfondirà il rapporto tra Schubert e il fortepiano, analizzandone la produzione solistica e cameristica, mostrandone gli aspetti più rivoluzionari e le permanenze del passato; anche in questo caso, spiegazione e ascolti saranno intercalati.

PROGRAMMA
CICLO SCHUBERT
Ridotto del Teatro Municipale
Sabato 18 novembre ore 17
“Schubert e il contesto europeo”
Sabato 25 novembre ore 17
“Il viaggio d’inverno (Winterreise)”
Tania Bussi, soprano
Sabato 2 dicembre ore 17
“Schubert, il fortepiano e gli archi”




Più finanziamenti per il Teatro Municipale di Piacenza

Nel 2017, grazie alle sempre più numerose attività svolte nell’ambito di lirica, concertistica e danza, il Teatro Municipale di Piacenza riceverà dal FUS (Fondo Unico per lo Spettacolo) un contributo pari a € 604.223, aggiudicandosi il 7% in più rispetto alla cifra di € 564.695 stanziata nel 2016.

Il Ministero per i Beni e le Attività Culturali ha dunque stabilito di aumentare di quasi 40.000 euro il finanziamento destinato alla Fondazione Teatri. “Un incremento significativo nei contributi – sottolinea il sindaco Patrizia Barbieri, presidente della Fondazione piacentina – che premia ulteriormente, come è già avvenuto nel 2016, il processo di miglioramento avviato dall’attuale direzione artistica, anche attraverso la crescita delle produzioni liriche del Teatro Municipale”.

Il riconoscimento ministeriale si aggiunge a quello arrivato dalla Regione Emilia Romagna, che ha valorizzato il primo posto ottenuto da Piacenza per numero di recite e coproduzioni tra i Teatri di Tradizione emiliani.

Complessivamente, dalla stagione 2011-2012 al 2016-2017, il numero di spettatori ha registrato un incremento del 40%, pari al 35% per gli abbonamenti sottoscritti nello stesso periodo. “Anche in questi dati – conclude Patrizia Barbieri – si evidenzia l’apprezzamento per il lavoro svolto dalla Fondazione Teatri, confermato dagli abbonamenti e dai biglietti venduti per il 2017-2018, che attestano l’interesse e l’entusiasmo del pubblico piacentino per la nuova Stagione di cui è imminente l’apertura”.