Slot Free, tre progetti selezionati dal Comune contro il gioco d’azzardo patologico

Il Comune di Piacenza da diversi anni figura tra le amministrazioni più attive negli interventi di prevenzione del gioco d’azzardo patologico, non solo attraverso la mappatura delle sale gioco rispetto ai cosiddetti “luoghi sensibili” (come indicato dalla normativa) ma anche attraverso molteplici iniziative di sensibilizzazione rivolte in particolare ai giovani.
In questo contesto il Comune ha anche aderito alla campagna regionale “Slot Free Emilia Romagna” che prevede il rilascio di un “marchio” agli esercizi che rinunciano all’installazione di macchinette per il gioco a soldi.

Proprio tramite il progetto regionale il Comune ha potuto ottenere un finanziamento da dedicare al sostegno di iniziative di sensibilizzazione, realizzate in collaborazione da gestori di esercizi slot free, associazioni culturali e altri soggetti attivi sul tema.

Tre progetti sono stati selezionati per il contributo:

“Tana libera tutti!”: due pomeriggi di giochi tradizionali, sport e spettacoli itineranti nel quartiere Roma, rivolti a bambini e famiglie. Soggetto promotore è il Bar “Ma Maison” di Via Roma insieme a associazione Libera, gruppo Scout Piacenza 1, organizzazione di volontariato Fabbriche e Nuvole, Matti da Galera, CONI

“Gran Casinò”, spettacolo teatrale e incontri informativi per giovani e adulti. Soggetto promotore il Circolo Acli “Don Zermani” di Gerbido con la compagnia teatrale ITINERARIA TEATRO

Teatro di improvvisazione sul tema: il gioco “sano”. Con rinfresco e talk informativo di un esperto. Soggetto promotore: Baciccia di via Dionigi Carli (Tom Tom Srl), insieme a Associazione culturale Diciottotrenta, associazione Libera, Associazione Le Vissole.

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Pasini (UDC): “gioco d’azzardo, una malattia silenziosa con effetti simili ad alcool e droga”

«La cosiddetta malattia silenziosa dei nostri tempi. È questo il gioco d’azzardo che rovina persone, famiglie, aziende perché coloro che lo praticano sono completamente assorbiti da un vizio altamente distruttivo che ha i medesimi effetti, a livello psicologico, dell’alcool e della droga». È netta la posizione di Andrea Pasini, segretario regionale UDC, capolista alla Camera dei Deputati nel collegio di Piacenza, Parma e Reggio Emilia per “Noi con l’Italia-Udc”.

«I dati sono molto preoccupanti: in media – calcolando anche chi non “azzarda mai” – ogni famiglia della provincia di Piacenza spende ogni anno in “giochi” 3.597 euro, cioè 299 al mese. Un fiume di denaro sottratto all’economia reale e intercettato spesso dalla criminalità che ha messo le mani sui meccanismi del gioco online che sfocia in riciclaggio e usura».

«Mi sono attivato in sede parlamentare – spiega Pasini – per promuovere misure più efficaci per sradicare un cancro che distrugge il tessuto sociale. Non bastano i provvedimenti che impediscono l’apertura di sale gioco vicino a istituzioni, scuole, ospedali, luoghi di culto. Occorre vietare le slot in ogni esercizio pubblico».

«A coloro che sottolineano la conseguente perdita di posti di lavoro – obietta Pasini – faccio presente che si tratta di un settore circoscritto e non rilevante. Discutibile anche il ruolo dello Stato che attraverso i monopoli favorisce la diffusione di una vera e propria piaga sociale che comprende anche lotterie nazionali. Sono invece preoccupanti i dati che indicano l’elevata partecipazione dei giovani e la distorsione della dipendenza dal gioco nel quadro inter-relazionale».

«Pertanto, se eletto, il mio impegno contro il gioco d’azzardo – promette Pasini – sarà tra le priorità del mio mandato. Una società malata e corrotta rende la nostra Italia un paese dei balocchi e non una Nazione basata sullo spirito di comunità e sui valori del vivere civile».




Mancioppi: “Stiamo portando a termine mappatura dei luoghi sensibili”.

Diffondiamo il comunicato di AGIMEG (Agenzia Giornalistica sul Mercato del Gioco) che conferma l’interesse dell’amministrazione nel combattere le varie forme di gioco d’azzardo. Queste le parole di Paolo Mancioppi, assessore al Commercio del Comune di Piacenza: “Certo, le limitazioni regionali avranno un impatto significativo su alcune attività in città”. Ecco il comunicato:

Diffusi i dati sul gioco dei Monopoli per il 2016 a Piacenza e nell’Emilia-Romagna. “Parte di questo enorme flusso di denaro molto spesso viene ripulito dalle mafie proprio attraverso le VLT, Slot e giochi online, formalmente legali che però poi si scopre essere legate a società riconducibili alla ‘ndrangheta, alla camorra e alla mafia. Ecco perché diventa di fondamentale importanza cercare di mettere un freno a questa situazione. Per questo ogni Comune della provincia di Piacenza dovrebbe approvare e rendere subito operative le delibere no-slot-vlt per limitare orari e fissare distanze dai luoghi sensibili, così come sancito dalla legge regionale che il M5S ha fortemente voluto”, affermano Gianluca Sassi e Maria Edera Spadoni, rispettivamente consigliere regionale e portavoce alla Camera del Movimento 5 Stelle. La Regione Emilia-Romagna, con una delibera del 12 giugno scorso, ha dato un nuovo impulso alle norme sul contrasto alla dipendenza dal gioco d’azzardo patologico, definendo inammissibili le installazioni di nuovi impianti nel vicinanze dei luoghi ritenuti sensibili. Ai Comuni sono stati concessi sei mesi di tempo per mappare i luoghi sensibili del proprio territorio e individuare le sale giochi e le sale scommesse e tutti gli esercizi autorizzati che ospitano apparecchi da gioco situati a meno di 500 metri. “Stiamo portando a termine la mappatura dei luoghi sensibili e poi aggiorneremo il regolamento comunale mettendo in pratica la delibera regionale – conferma l’assessore al Commercio del Comune di Piacenza Paolo Mancioppi – Certo, le limitazioni regionali avranno un impatto significativo su alcune attività in città”. 

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Gloria Zanardi: “Serve una mappatura dei luoghi sensibili vicini a sale gioco”

La Consigliera comunale Gloria Zanardi ha sollevato qualche giorno fa a Palazzo Mercanti la questione del gioco d’azzardo patologico con una interpellanza a risposta urgente finalizzata a sapere lo stato attuale della situazione a Piacenza su un tema molto delicato.

Sono assolutamente importanti le azioni di contrasto al fenomeno, perchè danneggia singoli, ma l’intera collettività: si nota una correlazione con la criminalità organizzata, che fa grossi affari con i giochi leciti e non leciti. Inoltre chi si avvicina al gioco d’azzardo molto spesso cerca prestiti a tassi usurai che rovinano la famiglia”. Allo stesso tempo, tiene a precisare l’esponente di Liberi, “è giusto trovare delle misure che vadano a ottemperare anche le esigenze degli imprenditori che hanno aperto lecitamente degli esercizi. Una soluzione potrebbe essere quella di incentivi alla disinstallazione di questi apparecchi, come una diminuzione della tassazione IRAP (Imposta Regionale sulle Attività Produttive, ndr), che è già stata prevista in altre città”.

La delibera di applicazione della legge regionale (n.831 del 12 giugno 2017) dava tempo 6 mesi ad ogni Comune di fare la mappatura dei luoghi sensibili come chiese, scuole e di individuarne eventualmente altri, verificando che vi fosse una distanza di almeno 500 metri tra essi e sale gioco e scommesse. “Il Regolamento per la disciplina delle sale da giochi – continua Zanardi -, approvato nel 2016  dal Comune di Piacenza prevede già strumenti a livello urbanistico per controllare il fenomeno, la distanza fissata è di 800 metri e non c’è mappatura. Occorre chiarezza in merito, rivedendo il regolamento per creare maggiore omogeneità, alla luce del fatto che una normativa regionale è di livello superiore rispetto a una comunale. Quando Trespidi era Presidente della Provincia era stata anche creata una rete che coinvolgeva i soggetti interessati a contrastare il fenomeno. Spero che nei prossimi mesi venga fatta questa mappatura, consapevole delle problematiche a livello funzionale”. 

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Maurizio Avanzi: “Il gioco d’azzardo interessa tutto il nucleo famigliare”

Il problema del gioco d’azzardo patologico si sta diffondendo a macchia d’olio in tutta la Provincia di Piacenza. Sono emersi nelle ultime ore dati importanti che testimoniano un fenomeno in forte crescita: 466 milioni giocati nel solo 2016, di cui 245 nella sola città di Piacenza. Come agire in merito? E come si è potuti arrivare fino a qui? Abbiamo approfondito l’argomento grazie all’aiuto di Maurizio Avanzi, già Responsabile Aziendale per il gioco d’azzardo patologico per l’AUSL di Piacenza e membro della Commissione dell’Emilia Romagna che si occupa di Gambling.

“Siamo arrivati a questo punto – specifica Avanzi -, perché dalla metà degli anni 90 è stato sdoganato il gioco d’azzardo, che fino a quel momento era stato limitato a luoghi dedicati come i casinò, come Sanremo, Saint Vincent, Campione d’Italia e Venezia, oppure era possibile giocare al Lotto, Totocalcio o Totip, con una frequenza diversa rispetto a quella attuale. L’esito dei giochi era conosciuto dopo giorni. In seguito la situazione è drasticamente cambiata, per motivi prettamente fiscali prima, (ovvero come introito per l’erario), e con l’ingresso dello Stato nella promozione del gioco d’azzardo e la sua concessione poi”. I primi Gratta e Vinci risalgono al 1994, e l’Italia costituisce ancora oggi l’acquirente principale in tutto il globo: circa un quinto dei biglietti che circolano sono nel nostro territorio. “Dal 2003 l’offerta è stata più varia e il giocatore poteva conoscere l’esito della sua scommessa istantaneamente; questo ha fatto si che si potesse giocare compulsivamente, fino a spendere stipendi e cifre esorbitanti”.

Un problema che coinvolge molto spesso non solo il singolo giocatore, ma tutta la cerchia famigliare, che oltre a essere devastata economicamente, subisce ripercussioni psicologiche che durano molto tempo. “Se una persona gioca 100 mila euro – sottolinea Avanzi -, può essere che la sua famiglia sia in ginocchio per molti anni. E si tratta di persone che non hanno condiviso le scelte e le difficoltà del giocatore, ne subiscono solo i danni, finché non prendono consapevolezza”. Non solo loro sono danneggiati dal gioco, ma anche gli stessi commercianti non legati a questa industria, “perchè spendendo soldi in un senso non è più possibile fare altri tipi di acquisti”.

Il gioco online potrebbe rappresentare il futuro. “Nonostante i numeri siano ancora bassi sostanzialmente, è evidente che non ci sono limiti, si può giocare H24, spendere quanto si vuole su tutti i giochi offerti. Fortunatamente gli italiani sono ancora poco inclini a usare Internet per questo genere di cose, questo spiega i numeri limitati. È un piccolo presidio che per ora ci tutela, ma è questione di tempo prima che ci siano molte più persone esperte. I giovani sono ancora controllati perché non possono usare carte di credito, indispensabili per giocare, ma il fatto che continuino a fare scommesse sportive non giova alla situazione”.

I dati ESPADItalia del 2016 dicono che circa il 40% dei ragazzi tra i 15 e i 19 anni giochino d’azzardo. Ma questa percentuale è in calo rispetto al passato, quando arrivava al 47%. Il settore che di sicuro desta più preoccupazione è quello del gioco d’azzardo online, fatto in solitudine, via web e senza il controllo degli adulti: questo riguarda infatti il 20% dei giocatori. Video lottery terminal, casinò online, poker texano: questi i giochi considerati più rischiosi. Ma la prevenzione funziona, dice il Consiglio Nazionale Ricerche, con un calo del 7% rispetto al 2015.

Anche Piacenza partecipa alla ricerca su gioco d’azzardo

Anche il Comune di Piacenza partecipa all’indagine nazionale “Il gioco d’azzardo in Italia: ricerca, formazione e informazione”, promossa dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli e la cui realizzazione è stata affidata al Centro Nazionale Dipendenze e Doping dell’Istituto Superiore di Sanità. Lo studio condotto dal Centro avrà lo scopo, in particolare, di acquisire conoscenze sulla dimensione del gioco d’azzardo in Italia per stimare l’impatto di questo fenomeno sulla salute pubblica.
La ricerca epidemiologica interesserà 218 comuni italiani per la raccolta delle informazioni attraverso la realizzazione di interviste a un campione di 12 mila residenti maggiorenni su tutto il territorio nazionale. Per quanto riguarda il Comune di Piacenza, le interviste coinvolgeranno nei prossimi mesi un campione di 22 residenti di 18 anni e più. I cittadini selezionati riceveranno una lettera di invito a partecipare al progetto, con sufficiente anticipo in modo da poter realizzare l’intervista al proprio domicilio da parte di personale accreditato e specificamente formato. Al fine di una maggior tutela dei cittadini coinvolti nello studio, il nominativo dell’operatore deputato alla rilevazione verrà comunicato al Comando di Polizia Municipale.
Il rapporto conclusivo dell’indagine sarà disponibile entro il mese di marzo 2018 e una sintesi dei risultati verrà pubblicata sul sito dell’Istituto Superiore di Sanità (www.iss.it/ofad).