Confedilizia risponde al PD: “i rivi urbani non sono mai stati privati”

Ieri i consiglieri DS avevano diffuso un comunicato stampa in risposta al ringraziamento che Confedilizia Piacenza aveva rivolto ai consiglieri comunali piacentini dopo una mozione sui rivi urbani.

I democratici si erano “chiamati” fuori dalla decisione dei colleghi ed infatti non avevano aprtecipato alla relativa votazione.

Oggi Confedilizia controreplica e ripercorre la storia dei rivi urbani nella nostra città.

Ecco il comunicato integrale di Confedilizia.

«I rivi urbani non sono mai stati privati (lo insegnano la storia e il maggiore studioso della materia, il Della Cella). Fino al 1995 sono stati amministrati (solo amministrati) da un Consorzio di utenti degli stessi, che aveva come capoconsorte il Comune, proprio perché era (come è) il proprietario dei rivi. In quell’anno, in questa sua qualità, la Giunta di centro-sinistra Vaciago decise di sciogliere il Consorzio di utenti perché non vi erano più utenti, sostanzialmente, né a scopo di innaffio di giardini e terre  né a scopo molitorio.

Il Comune incassò la somma di cui il Consorzio (sciolto) disponeva in quel momento, espressamente demandando i compiti manutentivi dei canali (sempre usati da fognatura comunale fino alla costruzione, nel dopoguerra – Giunta centrista Montani –, di fognature vere e proprie) all’AMNU (municipalizzata), e questo con regolare delibera, mai impugnata o revocata da alcuno e tutt’ora valida ed efficace, solo da applicare sostituendo all’AMNU gli enti subentrati. Successivamente, amministrazioni e dirigenti omisero (e questo sì che potrebbe essere materia di Corte dei Conti, finora tenuta – e rimasta – fuori) di trasferire, quanto dovevano: da qui il problema che l’Assessore pidino Bisotti, oggi anche segretario Pd, cercò di trasferire sui privati (per rimediare, al solito, agli errori pubblici), provocando le proteste di Confedilizia, alla quale l’Assessore rispose – una tesi inedita, in più di 800 anni di esistenza dei rivi – che la proprietà degli stessi (non era più del Comune ma) era invece dei privati che su quei rivi – o sulle loro pertinenze – avevano nei secoli costruito, senza protesta alcuna da parte del Comune (che incassò subito e volentieri, come visto, i soldi consortili rimasti).

Questa è la verità: storia, in diritto e in fatto, ed incontrovertibile (su questo, Confedilizia accetta ogni forma di contraddittorio, anche pubblico). La delibera della Giunta Barbieri si è responsabilmente fatta carico di un problema creato dall’Assessore Bisotti e da lui lasciato confuso al suo cessare dalla carica di Assessore, perché la Giunta Dosi non sostenne, in quanto tale, la tesi pidina, solo limitandosi così a creare confusione per tirare innanzi, tant’è che mai tradusse in atto deliberativo quanto l’Assessore Bisotti sosteneva.

Avanti un atto deliberativo consiliare assunto dalla maggioranza attuale, recentemente il Pd ha emesso un curioso comunicato (da noi letto ieri) che, senza fondamento alcuno, provoca una nostra risposta diretta nei seguenti termini:

la delibera assunta tempo fa dall’attuale Consiglio non è una delibera che abbia innovato la situazione ma, come più volte detto e ridetto, è una delibera solo ricognitiva della situazione secolare in essere, come confermato anche dal Segretario generale dell’epoca;

la delibera in questione – senza scomodare l’on. Bassanini, che non c’entra niente – è stata assunta nelle forme di legge ed è divenuta esecutiva a tutti gli effetti, pienamente resistendo ad ogni controllo;

i pareri dirigenziali invocati dal Pd sono stati superati dal Consiglio comunale nelle forme di legge ed in ogni caso nessuno di essi sostiene la tesi Bisotti (a cominciare da un vecchio parere dell’Ufficio legale dell’amministrazione), tutti sollevando meri problemi attuativi, peraltro in via di superamento, come evidenziato dal competente assessorato all’Urbanistica;

la Confedilizia ha affermato che la delibera in parola è stata assunta all’unanimità perché dovrebbe essere noto a tutti che il riferimento, nell’enunciazione dei risultati di voto è sempre – secondo diritto – ai Consiglieri presenti (si precisa il riferimento agli assenti o assentatisi solo nelle votazioni che esigono la maggioranza qualificata relativa ai componenti di un determinato organo);

preoccupa che il Pd dica e sostenga che “il problema è d’interesse dei singoli o dei pochi, ma non della collettività”: a) prima di tutto perché i rivi sono – come sa chi ha studiato la questione – più di 40 ed interessano pressoché tutta la città e tutti i proprietari di casa o di unità immobiliari in condominio; b) in secondo luogo perché, e quand’anche fosse vero ciò che il Pd ha sostenuto, nella materia dei diritti e degli obblighi non conta il numero degli interessati ma la debenza o meno di un esborso di somma, perché se anche un solo cittadino, per l’operato dell’Amministrazione pubblica o di suoi dirigenti, deve pagare una somma non dovuta, l’iniquità non per questo viene meno. In ogni caso una positività c’è: la presa di posizione del Pd in punto permette di distinguere chi crede nella democrazia liberale e nello stato di diritto da chi rimane colpevolmente adagiato in schemi vetusti, superati anche perché hanno solo seminato disastri ed ignominie fino a che non sono (finalmente, ma miseramente) crollati uno ad uno».




PD: “sui rivi urbani da sempre contrari”

Ieri, dopo il consiglio Communale di Piacenza, Confedilizia aveva diffuso un comunicato ringraziando i consiglieri che avevano presentato ed approvato un emendamento sulla questione dei rivi urbani, tema che sta molto a cuore all’associazione dei proprieari immobiliari. Oggi arriva la presa di posizione del gruppo consiliare Pd.

«Ci sembra doveroso rispondere al comunicato e alle dichiarazioni rilasciate da Confedilizia in merito al voto dell’emendamento, presentato dai consiglieri Trespidi e Monti, con all’oggetto i rivi urbani e, in particolare, la loro individuazione e la loro gestione, con relativi oneri, a carico del Comune di Piacenza.

Già quando la delibera dei rivi era arrivata in consiglio, ormai parecchio tempo fa, il gruppo consiliare del Partito Democratico si era fermamente opposto al provvedimento, che, è bene ricordarlo, fu assunto con il parere tecnico contrario di diversi uffici del Comune, in quanto ritenuto contrario all’interesse dell’ente e dei suoi cittadini.

Puntuale come il sorgere del sole, come ha spiegato ieri il consigliere Levoni, è arrivata la prima richiesta di risarcimento da parte di privati. I dirigenti, hanno correttamente diniegato tale domanda. Pare a questo punto doveroso ricordare che, circa una ventina d’anni fa, un “certo” Bassanini suddivise in modo chiaro le competenze e le funzioni dei dirigenti e dei tecnici da quelle dei politici e degli amministratori. Non si tratta, quindi, di “sollevare inutili eccezioni e di svolgere senza indugio il compito assegnato”, come scrive Confedilzia, bensì di amministrare la cosa pubblica nel rispetto dei ruoli e nel preminente interesse di Piacenza. Piaccia o non piaccia a qualcuno che, insistentemente e in sfregio, non solo ai dirigenti, ma anche all’interesse dei cittadini, continua a richiedere che l’amministrazione porti avanti provvedimenti che sono d’interesse dei singoli ma non certo d’interesse della collettività. Ieri come in passato ci siamo opposti e continueremo a farlo.

Non ci ringrazi, quindi, Confedilizia, anche ieri abbiamo espresso in modo forte e chiaro la nostra contrarietà. L’emendamento non è passato all’unanimità, al contrario. Dopo aver dichiarato la nostra posizione non abbiamo partecipato alla votazione, uscendo dall’aula. Non abbiamo ritenuto un voto contrario sufficiente a contrastare un così inopportuno provvedimento.

Abbiamo preferito non contribuire nemmeno a garantire il numero legale per la votazione. Come si dice in gergo “abbiamo estratto la tessera”, sarà qualcun altro, eventualmente, a dare sipiegazioni ai cittadini e alla Corte dei Conti.

Questa volta chi è tanto bravo con i numeri ha perso un colpo.




Spazio 4: slitta ad aprile l’apertura dell’area. Per il PD il centrodestra è incompetente

«Il disordinato smantellamento del centrodestra sembra non stia incontrando il parere favorevole di Piacenza». Il gruppo consigliare del Partito Democratico commenta la modifica alla scadenza del bando per la gestione di Spazio 4, l’area comunale situata in via Manzoni, che fino a pochi mesi fa «aveva garantito un presidio educativo, sociale e aggregativo ai tanti giovani del quartiere», sottolineano Cugini, Piroli, Fiazza e Buscarini. Il bando, infatti, avrebbe dovuto concludersi oggi, ma una determinazione dirigenziale ne ha decretato lo slittamento all’8 marzo. Inoltre, la cauzione definitiva per chi s’aggiudicherà l’appalto, che inizialmente ammontava a 20mila euro, è diventata pari all’importo di 2mila euro.

«Dopo la desertificazione del bando per il canile municipale, che ha visto la riconferma del gestore uscente in assenza di altri soggetti proponenti, oggi è stato nuovamente evidenziato lo scarso tatto della Giunta verso la comunità cittadina. Se da una parte l’assessore Zandonella annunciava un futuro brillante per “Spazio 4.0” (così ridenominato nel nuovo bando), dall’altra il rinvio della scadenza del bando lascia presagire la carenza di nuove realtà progettuali in gara. Spazio 4, com’era stato concepito dal centrosinistra, funzionava correttamente e coinvolgeva tanti adolescenti. Tuttavia, per una precisa scelta politica, è stato annullato. Finora, l’inquieta smania di cancellare le buone azioni amministrative del passato non si è dimostrata una scelta saggia».

«In più, l’apertura del centro è slittata dal 1° marzo al 3 aprile 2018, nonostante l’assessore avesse garantito la riattivazione di Spazio 4 proprio tra una settimana. Ci risulta che i ragazzi e le ragazze che frequentavano Spazio 4 ora siano a casa, privi di un punto di riferimento formativo a causa dell’incompetenza del centrodestra. La Giunta non avrebbe favorito – come promesso in varie occasioni – la loro interazione con gli altri centri aggregativi di Piacenza, per esempio con spazio Belleville. È triste constatare che», conclude il Pd, «oltre alla “politica del carciofo”, non ci sia una visione programmatica e stabile per la città».

Gruppo consiliare PD




Gruppo Pd: “Giunta immobile anche sulla manifestazione di sabato”

Riceviamo e pubblichiamo il comunicato del gruppo consigliare PD di Piacenza sul corteo e sugli scontri di ieri fra manifestanti e polizia.

“Quando nel settembre 2016 venne preannunciata una manifestazione nel centro cittadino a seguito della tragica morte di Abd Elsalam Ahmed Eldane, operaio della logistica, il sindaco chiese al Prefetto di attribuire un alto grado di rischio al corteo e di stabilire con tutti i vertici preposti alla sicurezza le modalità perché tutto potesse svolgersi regolarmente garantendo l’incolumità di ciascuno. Fu concordata ed emessa un’ordinanza sindacale (per la redazione della quale stante l’urgenza sindaco, assessore al commercio e dirigenti operarono anche in orari notturni) che di fatto blindava il centro città. Venne disposta la rimozione dei dehors e furono sospese le occupazioni di suolo pubblico. Fu chiuso il Farnese e furono controllati gli accessi al campo Daturi. Vennero modificati i percorsi degli autobus, fatti rimuovere i cassonetti lungo il percorso e le vie limitrofe, invitati i cittadini a non lasciare auto in sosta e contattate le associazioni di categoria per consigliare ai negozianti di abbassare le serrande. Sindaco e assessori, costantemente in contatto con il Comandante della Polizia municipale e la Questura, seguirono l’evento minuto per minuto dalle sedi comunali. Fortunatamente tutto si svolse senza incidenti e con disagi limitati per la popolazione, grazie anche all’attività di prevenzione messa in campo.

E’ tuttavia ancora possibile leggere, sui siti di informazione locale, le accuse di procurato allarme e le dichiarazioni, ad esempio, del consigliere regionale leghista Rancan che riteneva “vergognoso” l’invito alla prudenza rivolto dal sindaco a cittadini ed esercenti per il “timore di una guerriglia urbana”, con esplicito invito postumo a revocare l’autorizzazione a scendere in piazza, perché, “ Piacenza è dei Piacentini, a loro deve restare e non può essere consegnata nelle mani di chi intende metterla a ferro e fuoco”.  A Rancan faceva eco l’attuale candidato al Parlamento, Pisani, sostenendo che “un amministratore capace affronta la quotidianità in modo fermo e deciso senza incutere il panico nella popolazione”.

Avendo espresso come PD nell’immediatezza dei fatti una dura condanna per quanto accaduto sabato pomeriggio nel centro cittadino oltre a sincera e non di circostanza solidarietà ai militari coinvolti negli scontri, lavoratori in divisa vittime di una inaccettabile violenza mentre stavano adempiendo correttamente alle proprie funzioni, non abbiamo difficoltà a condividere e ad associarci alle parole del giorno dopo pronunciate dal sindaco di Piacenza. Così come non possiamo esimerci dal domandare quali parole ed azioni il sindaco e l’assessore con delega alla sicurezza abbiano messo in campo nei giorni precedenti ai fatti, in cui si erano già avute pericolose avvisaglie, per prevenire quanto purtroppo accaduto. La responsabilità della sicurezza dei cittadini compete a Sindaco, Prefetto e Questore ma in primo luogo al sindaco tanto più dopo il decreto del vituperato ministro Minniti che ai sindaci attribuisce un ruolo ancor più incisivo.

Forse “per non incutere il panico nella popolazione”, come sosteneva nel 2016 il consigliere Rancan, non si sono preventivamente avvertite famiglie, mamme con bambini ed anziani costretti a mettersi al riparo terrorizzati? Per quali ragioni non sono stati assunti provvedimenti a tutela della città e dei cittadini come fu fatto nel 2016? Il sindaco aveva chiesto la convocazione del Comitato per l’ordine e la sicurezza? Se si, quali misure erano state concordate? A queste ed altre domande il gruppo consiliare del PD chiamerà il sindaco a fornire risposte con una interrogazione. Questa non vuole essere in alcun modo una polemica elettorale, bensì vogliamo esprimere la nostra preoccupazione per un evidente immobilismo della giunta, che non è venuto meno neanche in questa situazione.

Nel frattempo tra risse, accoltellamenti e manifestazioni violente non si può che esprimere sconcerto per la latitanza di una Amministrazione che della sicurezza aveva fatto il proprio vessillo, che a distanza di mesi dall’insediamento non si è ancora dotata delle competenze tecniche di un Comandante di Polizia municipale che nella circostanza, in materia di sicurezza, ben avrebbe saputo leggere la situazione e potuto supplire al dilettantismo degli attuali amministratori”. 

 




Pd: «Il centrodestra taglia sui giovani, ma spende per i collaboratori del sindaco»

Come scriviamo in un altro articolo oggi è stato pubblicato il bando del Comune di Piacenza relativo a Spazio 4.0. Le risorse saranno di 20 mila euro (più la copertura delle utenze. Sull’argomento intervengono con un comunicato i consiglieri comunali del PD.
«Quella che prima del voto chiamavano a suon di slogan “aria nuova”, si sta dimostrando un sistema vecchio e dannoso per i piacentini». È un dettaglio del piano assunzioni del Comune di Piacenza per il 2018 a indignare il gruppo consigliare del Partito Democratico.

«Da alcuni mesi, anche sui banchi di Palazzo Mercanti, sentiamo ripetere ininterrottamente la solita filastrocca: “Non ci sono soldi” oppure “le risorse sono risicate”. Ma evidentemente, per ciò che si vuole, i fondi si trovano. Dipende dalla volontà politica che un’amministrazione comunale antepone al suo operato», esordiscono gli esponenti del Pd.

«Su Spazio 4, per esempio, si è deciso di tagliare drasticamente i finanziamenti, ventilando addirittura un auto-sostentamento futuro. Il centrosinistra garantiva 60mila euro annui ai gestori della struttura, essenziale per l’aggregazione giovanile nel quartiere, in grado di dare un presidio di educazione e cultura in una zona difficile della città. Questa Giunta, invece, ha deciso di tagliare sull’area giovanile di via Manzoni – oltre a snaturarne la destinazione d’uso e prevedere la diminuzione delle ore d’apertura -, garantendo solo 20mila euro annui e il pagamento delle spese di acqua, luce e gas, che corrisponderebbero a circa 10mila euro».

«Nel contempo, tuttavia, viene stimata una spesa di 70mila euro per assumere un “portavoce” e un “collaboratore staff del sindaco” su incarico fiduciario, cioè legati indissolubilmente al mandato politico del primo cittadino», proseguono Cugini, Fiazza, Piroli e Buscarini. «Due figure che, secondo le indiscrezioni giornalistiche, avrebbero il merito d’aver affiancato la Barbieri in campagna elettorale. Non è vero che “tutti i settori sono chiamati a fare la propria parte”, come si giustificano sempre gli assessori. Il centrodestra abbia l’onestà intellettuale d’ammettere che, per appagare determinati appetiti, è disposto a mettere mano al portafoglio e dirottare le risorse».Gruppo