Gloria Zanardi: “Serve una mappatura dei luoghi sensibili vicini a sale gioco”

La Consigliera comunale Gloria Zanardi ha sollevato qualche giorno fa a Palazzo Mercanti la questione del gioco d’azzardo patologico con una interpellanza a risposta urgente finalizzata a sapere lo stato attuale della situazione a Piacenza su un tema molto delicato.

Sono assolutamente importanti le azioni di contrasto al fenomeno, perchè danneggia singoli, ma l’intera collettività: si nota una correlazione con la criminalità organizzata, che fa grossi affari con i giochi leciti e non leciti. Inoltre chi si avvicina al gioco d’azzardo molto spesso cerca prestiti a tassi usurai che rovinano la famiglia”. Allo stesso tempo, tiene a precisare l’esponente di Liberi, “è giusto trovare delle misure che vadano a ottemperare anche le esigenze degli imprenditori che hanno aperto lecitamente degli esercizi. Una soluzione potrebbe essere quella di incentivi alla disinstallazione di questi apparecchi, come una diminuzione della tassazione IRAP (Imposta Regionale sulle Attività Produttive, ndr), che è già stata prevista in altre città”.

La delibera di applicazione della legge regionale (n.831 del 12 giugno 2017) dava tempo 6 mesi ad ogni Comune di fare la mappatura dei luoghi sensibili come chiese, scuole e di individuarne eventualmente altri, verificando che vi fosse una distanza di almeno 500 metri tra essi e sale gioco e scommesse. “Il Regolamento per la disciplina delle sale da giochi – continua Zanardi -, approvato nel 2016  dal Comune di Piacenza prevede già strumenti a livello urbanistico per controllare il fenomeno, la distanza fissata è di 800 metri e non c’è mappatura. Occorre chiarezza in merito, rivedendo il regolamento per creare maggiore omogeneità, alla luce del fatto che una normativa regionale è di livello superiore rispetto a una comunale. Quando Trespidi era Presidente della Provincia era stata anche creata una rete che coinvolgeva i soggetti interessati a contrastare il fenomeno. Spero che nei prossimi mesi venga fatta questa mappatura, consapevole delle problematiche a livello funzionale”. 

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Interrogazione della Zanardi (Gruppo Liberi) su pista ciclabile e parigine sul Corso

Gloria Zanardi, consigliere comunale Piacenza (Gruppo Liberi) interviene sulla questione di Corso Vittorio Emanuele e sui lavori che hanno smantellato il senso unico e la pista ciclabile voluta dalla precedente amministrazione. Qui di seguito il suo comunicato.

In merito alla necessità di modificare la viabilità nel tratto di Corso Vittorio Emanuele dalla rotonda di Piazzale Genova al “Dolmen”, a seguito delle variazioni operate dalla precedente amministrazione, non sorge alcun dubbio.

Il senso unico, in direzione centro, con il deflusso in Via Venturini e relativa pista ciclabile con cordolo è stata una scelta nefasta della precedente giunta, qualificata come “sperimentazione temporanea” che però ha causato pregiudizi irreparabili e disagi per un periodo troppo lungo (40% in meno di entrate per i commercianti, troppo traffico in Via Venturini con peggioramento della qualità della vita dei residenti).

Quindi positiva la scelta dell’attuale amministrazione di provvedere immediatamente.

Come da precedenti comunicazioni degli assessori competenti, non ci si è limitati a ripristinare la situazione ex ante, ma si è anche delineata una nuova pista ciclabile.

La pista ciclabile è stata tracciata nella parte attigua al marciapiede con il posizionamento, a fini delimitativi, delle “parigine”. I dehors dei locali rimangono esterni alla pista ciclabile, così come l’area riservata al carico e scarico e al parcheggio per i disabili.

Nel chiedere delucidazioni in merito a tale scelta agli assessori competenti, sollevo qualche perplessità: i ciclisti che percorreranno la pista ciclabile dovranno evitare sul loro percorso coloro che necessariamente dovranno attraversare la stessa per raggiungere i dehors (camerieri e clientela degli esercizi commerciali) ed i veicoli, nel caso di carico e scarico, con conseguente pericolo per tutti.

Le piste ciclabili, in teoria, dovrebbero avere la funzione di offrire al ciclista (così come i marciapiedi per i pedoni) una corsia dedicata, da percorrere con maggiore agilità e sicurezza. Al contrario, in questo caso, le insidie per il ciclista potrebbero anche essere superiori.

Inoltre, una tale disposizione potrebbe comportare, altresì, un pericolo più grande per coloro che stazionano nei dehors dei locali, essendo maggiormente esposti al passaggio dei veicoli, soprattutto in caso di sinistri.

Ritengo che, se le piste ciclabili, per le caratterizzazioni della strada, non riescono ad assolvere la funzione sopra indicata, potrebbe essere più opportuno consentire ai ciclisti di utilizzare la carreggiata, magari tracciando una corsia preferenziale a latere per gli stessi.

Un altro elemento di pericolo potrebbero essere le parigine di ferro. Era già stata sollevata la questione relativa ai disagi e danni che possono cagionare in caso di sinistro o caduta. Mi chiedo, in merito, se non fosse possibile utilizzare delle “parigine” di altro materiale, come quelle, ad esempio, posizionate in Via Palmerio.

Ho preferito esprimere ora le mie perplessità, affinché possano, nel caso, essere prese in considerazione previo avvio della nuova variazione viabilistica; per tale ragione, presenterò un’interrogazione in consiglio comunale in merito.