Ramacci (Legacoop): “cooperative spurie un fenomeno grave e deleterio”

Fabrizio Ramacci, vicepresidente Legacoop Emilia Ovest, interviene sull’operazione della Guardia di Finanza

“Il fenomeno grave e deleterio delle cooperative spurie torna sulle prime pagine della cronaca. Il fatto emerso con le indagini della Guardia di Finanza sulla maxi evasione perpetrata dalla cooperativa protagonista della cronaca di questi giorni fa emergere nuovamente e prepotentemente il danno causato da chi abusa della forma cooperativa all’economia, al fisco, ai lavoratori, alla comunità e alla buona cooperazione che si sviluppa nei territori e nei mercati, rispettando le regole e portando benessere.

Siamo di nuovo a ribadire il nostro impegno al fianco delle istituzioni e delle forze dell’ordine nel trovare le migliori soluzioni per arginare questa piaga.

Legacoop si è fatta promotrice insieme ad Alleanza delle cooperative della campagna contro le false cooperative, raccogliendo oltre 100.000 firme e  deponendo in Parlamento la proposta di legge di iniziativa popolare.

Oltre alla gravità di questi episodi illegali e criminali, la Cooperazione sana paga uno dei prezzi più alti, in quanto viene ingiustamente danneggiata a livello reputazionale.”




La Finanza scopre evasione milionaria. La cooperativa non versava i contributi dei dipendenti

Secondo l’accusa si inventavano crediti nei confronti del fisco, in realtà inesistenti, e li compensavano, in occasione della dichiarazione periodica con l’F24, evitando così di pagare i contributi ai propri dipendenti. Un trucchetto che non solo ha comportato un minore introito per le casse dello Stato (pari a 977 mila euro) ma soprattutto si traduce con il mancato versamento di quote pensionistiche ai 135 dipendenti della cooperativa MM Soluzioni, impresa ora in liquidazione.

La coop, operativa nel settore della logistica, forniva manodopera a varie aziende del milanese e formalmente aveva sede a Besenzone, in provincia di Piacenza. Nessuno stabilimento però e neppure un ufficio; si trattava della residenza di F.G. 43 anni, originario del lodigiano, pluripregiudicato, legalmente il liquidatore della cooperativa ma, nei fatti, prestanome del vero titolare M.M. 51 anni, residente a piacenza e nato a Salerno.

A scoprire la maxi evasione sono stati i militari della Guardia di Finanza della tenenza di Fiorenzuola al comando del luogotenente Giorgio Botti.

La cooperativa aveva omesso di presentare le dovute dichiarazioni (Iva e IRPEG) nel 2015. Nel 2017 questa “dimenticanza” ha fatto squillre un campanello d’allarme e le Fiamme Gialle hanno avviato delle verifiche rese difficili dal fatto che l’azienda aveva fatto sparire tutti i documenti. Inizialmente i finanzieri hanno pensato di trovarsi davanti ad un giro di false fatturazioni.

La cooperativa – hanno poi scoperto – invece forniva davvero manodopera nel ramo logistico ed emetteva regolari fatture. Guadagni che però venivano occultati al fisco per un’evasione totale pari a 1 milione e 365 mila euro che sommata alle compensazioni inesistenti porta il totale ad oltre 2 milioni e trecento mila euro.

Un’indagine lunga e difficile, coordinata dal p.m. Antonio Colonna, che ha portato agli arresti domiciliari M.M. oltre ad un secondo amministratore “testa di legno” il milanese 56enne C.A. mentre il liquidatore è stato sottoposto ad obbligo di firma.

Contestualmente la guardia di finanza ha provveduto a sequestrare quattro immobili, numerosi conti correnti e quattro autovetture, fra cui una sportiva Mercedes Classe A 200, al 51enne artefice dell’evasione fiscale ed al complice lombardo il tutto per un importo di 2.343.474 Euro. Si sta ancora indagando su alcuni conti esteri.

Beni grazie ai quali, se le accuse saranno confermate, si spera che potranno essere – almeno in parte – pagati i contributi degli ex dipendenti.

Alla conferenza stampa hanno partecipato il pm Antonio Colonna, il tenente colonnello Luca Elidoro ed il luogotenente Giorgio Botti.




Ambulante della Val Tidone, pur avendo un ricco giro d’affari, non dichiarava nulla al fisco

Aveva una avviata attività di ambulante e vendeva sui mercati locali della Val Tidone ma si guardava bene dal dichiarare al fisco i propri guadagni. Un evasore totale che è stato scoperto dai militari del comando provinciale della guardia di finanza di Piacenza al termine di una verifica fiscale partita dai periodici controlli sulla regolare emissione di scontrini e ricevute fiscali.

L’attività ispettiva era incominciata lo scorso mese di dicembre, dopo un attento monitoraggio delle imprese operanti sul territorio ed è stata effettuata anche con l’utilizzo delle banche dati in uso al corpo.  nonche’ dai quotidiani

Il commerciante all’apparenza operava con scrupolo, emettendo lo scontrino fiscale e consegnandolo ai clienti così da sembrare in regola anche davanti ad eventuali controlli delle Fiamme Gialle. Peccato però che dal 2013 ad oggi l’uomo avesse omesso di presentare le dichiarazioni annuali ai fini delle imposte sui redditi, Iva ed Irap, il tutto a fronte di ricavi complessivi di circa 600 mila euro.

Non solo: l’ambulante non contento delle tasse evase aveva anche presentato una dichiarazione sostitutiva unica per prestazioni sociali agevolate.

Il tutto è stato segnalato alla locale Agenzia delle Entrate che ora busserà alla porta dell’evasore.




Un altro giovane pusher incastrato dal cane antidroga nel sottopasso della stazione

Ancora una volta, grazie al fiuto del cane antidroga, la Guardia di Finanza di Piacenza ha intercettato un cittadino di origine ivoriana, 22enne, con addosso circa 200 gr di hashish.

Come ricorderete sono passati solo pochi giorni dall’ultimo arresto di due senegalesi trovati in possesso di quasi 1,5 kg di marijuana, presso lo scalo ferroviario, proprio grazie all’infallibile contributo di un bel pastore tedesco. I due erano stati condannati ad un anno e sei mesi (e reimmessi in libertà).

Ma le Fiamme Gialle continuano la loro lotta contro i traffici illeciti e, sempre presso il sottopassaggio di piazzale Marconi, hanno individuato un giovane straniero che, alla vista dei militari, ha cercato di scappare.

Raggiunto dalla pattuglia, su richiesta dei finanzieri, ha consegnato mezzo grammo di hashish. Una mossa che non ha tratto in inganno il cane antidroga che continuava a segnalare presenza di ulteriori stupefacenti.  Il sospetto pusher è stato accompagnato presso i locali della polizia ferroviaria e perquisito.

Nascosti negli slip aveva due panetti di hashish. Il giovane è risultato essere regolare sul territorio italiano ma senza fissa dimora e senza alcuna fonte di reddito. Era inoltre già stato segnalato poiché trovato in possesso di modiche quantità di sostanza stupefacente.

Il THC presente nello stupefacente, a seguito degli accertamenti di laboratorio, è risultata avere una concentrazione pari al 16% circa, il che avrebbe permesso di ricavare quasi 1200 dosi, per un guadagno di 2000 €.

Il 22enne ivoriano è al momento detenuto presso la casa circondariale di Piacenza, in attesa della celebrazione del processo per direttissima.




Due senegalesi incastrati da cane antidroga, in stazione, con 1,5 kg. di marijuana

E’ stato il fiuto infallibile di un cane antidroga ad incastrare due corrieri della droga, entrambi di origine senegalese, nel sottopassaggio della stazione ferroviaria di Piacenza. A fermarli sono stati gli uomini della Guardia di Finanza impegnati, come spesso avviene, in controlli specifici. I due provenivano da Milano.

Uno dei due fermati, dietro la richiesta dei militari di consegnare la droga che aveva con sé, ha tirato fuori un pacchetto di sigarette con all’interno qualche grammo di marijuana. Ma l’esperto cane “non si è fatto fregare” anche perché dai bagagli dei due senegalesi proveniva un forte odore. I due fermati sono stati portati presso la stazione della locale polizia ferroviaria (che ha prestato pronta assistenza ai militari della Guardia di Finanza) e qui sono stati ispezionati i bagagli all’interno dei quali è stata rinvenuta una rilevante quantità di sostanza stupefacente, accuratamente sigillata in buste di plastica. In totale vi erano occultati un chilo e mezzo di droga (in gran parte marijuana più qualche grammo di hashish). Il valore sul mercato sarebbe stato di circa 15.000 euro.

Dai successivi accertamenti, uno dei due senegalesi è risultato sprovvisto di regolare permesso di soggiorno.

Arrestati in flagranza per detenzione di sostanza stupefacente finalizzata allo spaccio, i due extracomunitari sono stati accompagnati presso gli uffici della Finanza di Piacenza e messi a disposizione dell’Autorità Giudiziaria. Processati per direttissima sono stati condannati ad un anno e sei mesi di prigione; è stata concessa loro la sospensione condizionale della pena e sono stati rimessi in libertà.

Il 28enne senegalese irregolare è stato, successivamente, accompagnato presso la locale Questura per la definizione della sua posizione sul territorio nazionale. E’ stato emesso il provvedimento di espulsione, a seguito del quale gli è stato ordinato di lasciare il territorio dello Stato entro 7 giorni.




Castel San Giovanni: parrucchiere cinese “allergico” alle ricevute si vede sospendere la licenza

La Guardia di Finanza di Piacenza, nei giorni scorsi, ha eseguito un provvedimento di sospensione dell’esercizio dell’attività, nei confronti di un negozio di parrucchiere per signora di Castel San Giovanni  gestito da un cittadino di etnia cinese con scarsa attitudine al rilascio delle ricevute fiscali.

Proseguono infatti le attività quotidiane di controllo, sul territorio di competenza, per accertare la regolare emissione degli scontrini e delle ricevute fiscali.

Il provvedimento di sospensione è stato emesso dalla direzione regionale dell’Emilia Romagna dell’Agenzia delle Entrate di Bologna a seguito della contestazione, da parte dei finanzieri piacentini, di 4 mancate emissioni della ricevuta fiscale, in tempi diversi, nell’arco di un periodo inferiore ai cinque anni.

La sospensione dell’attività, da un minimo di tre giorni ad un mese,  è una sanzione accessoria (prevista dall’art.12 del D.lgs n.471/1997) che si aggiunge alla sanzione principale che è pari al 100% dell’iva evasa, calcolata sul valore del bene o servizio ceduto, e comunque per un importo non inferiore a 516 euro per ogni ricevuta fiscale non rilasciata.

Alla fine dunque l’allergia al rilascio dello scontrino è costata cara al parrucchiere.




La Guardia di Finanza scopre un giro di evasori che ruotava attorno ad un commercialista piacentino

Un commercialista e sedici imprenditori piacentini sono stati denunciati dalla Guardia di Finanza per frode fiscale e false compensazioni iva per oltre quattro milioni di euro.  E’ questo  il risultato conseguito dalle Fiamme Gialle piacentine al termine di una lunga indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Piacenza.

Il commercialista, su disposizione dei propri clienti, e per alleggerire la propria posizione fiscale, provvedeva ad alterare la documentazioni contabile, in modo da evadere le imposte da versare all’erario attraverso false compensazioni ed inesistenti crediti iva.

Nel corso dell’indagine, condotta dai militari del nucleo polizia economico finanziaria, l’analisi della numerosa documentazione sequestrata e le testimonianze raccolte da oltre quaranta soggetti hanno confermato il modus operandi del professionista il quale, in occasione             della      presentazione delle dichiarazioni fiscali provvedeva a gonfiare i crediti iva in modo da ottenere una maggiore imposta da compensare l’anno successivo.

 Durante l’indagine è anche emerso che, tra i clienti del professionista, vi era una società edile che annotava costi fittizi, documentati da false fatture provenienti da una società poi rivelatasi evasore totale.

 Nel complesso, al termine delle attività investigative, sono stati individuati 61 soggetti economici sottoposti ad accertamenti fiscali per aver beneficiato illecitamente di false compensazioni iva. Diciassette di loro sono stati denunciati all’autorità giudiziaria per Iva evasa superiore a 2 milioni di euro, crediti iva inesistenti compensati per oltre 1,5 milioni di euro e costi non deducibili superiori a 600 mila euro.

E’ stata anche richiesta all’autorità giudiziaria(che si dovrà esprimere al riguardo) l’applicazione della misura cautelare reale patrimoniale nei confronti dei soggetti indagati.




La Finanza scova 15 tonnellate di pneumatici in un deposito non autorizzato a Borgonovo

Oltre 15 tonnellate di pneumatici fuori uso sequestrati. E’ questo il risultato dell’operazione in materia di polizia ambientale, eseguita dalla Guardia di Finanza Piacenza e dalla Tenenza di Castel San Giovanni, che ha permesso di scoprire lo stoccaggio di pneumatici, presso una ditta di Borgonovo Val Tidone  specializzata ne deposito e vendita on line di pneumatici usati, ma priva di qualsiasi autorizzazione al riguardo. Sul luogo i finanzieri hanno trovato tonnellate di pneumatici in evidente stato di usura ed in condizioni di conservazione pessime, ricoperti da erbacce, polvere e terriccio, alcuni dei quali addirittura all’interno di un canale irriguo in disuso.

E’ stato sequestrato un intero silos all’interno del quale sono stati concentrati i pneumatici fuori uso, classificati come rifiuti speciali non pericolosi. Il titolare della ditta è stato deferito all’Autorità Giudiziaria per il reato di “Attività di gestione di rifiuti non autorizzata” previsto dall’art. 256 del Testo Unico dell’ambiente.

Oltre al sequestro penale, i militari della Guardia di Finanza hanno proceduto ad avviare mirati controlli al fine di accertare la posizione fiscale del titolare della ditta ed  accertare la provenienza dei pneumatici risalendo la catena di distribuzione.




La Finanza di Piacenza scopre società “cartiera”. Fatture false per 34 milioni di euro

Le Fiamme   Gialle   piacentine hanno scoperto una cosiddetta “cartiera” ossia una società fittizia, con sede legale in Lituania ed operatività dichiarata a Piacenza, creata appositamente al solo scopo di emettere fatture false. La società era operativa nel settore del commercio dei  materiali  ferrosi.

La complessa attività investigativa, eseguita dal Gruppo di Piacenza, anche attraverso l’attivazione dei canali  di  collaborazione internazionale con paesi esteri ed al ricorso alle   indagini finanziarie, ha permesso di scoprire la sottrazione, al fisco italiano, di una base imponibile di circa 20 milioni di euro ed di Iva per circa un milione  di  euro oltre all’emissione di fatture false per 34milioni  e 700mila euro ed Iva per circa 2milioni e mezzo di euro.

Gli amministratori della società, succedutisi  nel  tempo, sono  stati denunciati all’autorità giudiziaria per    il    reato    di    infedele dichiarazione  ed  emissione  di  fatture  per  operazioni  inesistenti – finalizzate  all’evasione  delle  imposte  sui  redditi  e  dell’Iva con contestuale   proposta di   sequestro di beni per un importo equivalente alle imposte evase.




CE.SVI.P – Foti (Fdi): situazione nota da anni alla Regione

L’on. Tommaso Foto interviene con un comunicato sulla vicenda della cooperativa di formazione al centro di una indagine della Guardia di Finanza.

“Senza volere entrare nel merito e tanto meno interferire con le indagini in corso, non posso esimermi dal rilevare che già tre anni fa ebbi a denunciare in una dettagliata interrogazione alla Giunta Regionale, la preoccupante situazione del CE.SVI.P e, in particolare, le anomalie gestionali che ne avevano caratterizzato e ne caratterizzavano l’azione”, sostiene il parlamentare piacentino di Fratelli d’Italia.
“In quell’occasione – continua la nota – la risposta resami cercava di mettere un pezza sulla vicenda, probabilmente per i noti rapporti dell’ente di formazione con la Lega delle Cooperative. Ma all’evidenza i noti stanno venendo al pettine e, con essi, mi auguro venga accertata l’esistenza o meno di favoritismi in ambito regionale”
“Una cosa è e resta certa: la formazione professionale in Emilia-Romagna – conclude Foti – spesso e volentieri più che essere d’aiuto a chi frequenta i corsi serve a chi li organizza. E dicendo ciò so bene che quella del CE.SVI.P. non è l’unica anomalia nel settore”.