Un futuro da imprenditori, gara di business plan in Cattolica

Pistacceria, Save The Date, MyBrella, Suggest, Weshare, sono solo alcune dei progetti di startup emersi durante un evento tenutosi ieri pomeriggio nelle aule di Economia dell’ Università Cattolica di Piacenza, una sorta di “competizione”, tra 19 idee d’impresa degli studenti della Laurea Magistrale in Gestione d’Azienda nell’ambito del Corso di Imprenditorialità del Prof. Fabio Antoldi. 6 min di presentazione per ciascun gruppo, con contraddittorio delle 3 commissioni valutatrici, di cui ciascun membro aveva a disposizione 50 mila euro virtuali da investire in più progetti. Dalla somma degli investimenti di ciascun membro delle commissioni risultavano i 3 vincitori. Abbiamo seguito alcune presentazioni.

LA PISTACCERIA

Il gruppo ha verificato un trend in crescita nel consumo di pistacchio, pertanto ha deciso di proporre un business plan basato su questa idea. Il loro target di riferimento sono persone dinamiche tra i 20 e i 40 anni. Puntano sulla materia prima di qualità (che fa tuttavia lievitare i costi) e sulla differenziazione. Chiedevano investimenti per 20 mila euro al fine di avviare la propria attività, che i componenti del gruppo hanno collocato (ipoteticamente) a Milano, un luogo trafficato. 36 mila euro in pubblicità, e 25 mila euro di capitale sociale.

E-SCAPE

Uno zaino con pannelli fotovoltaici inseriti all’interno, per un cliente dai 18 ai 55 anni, vendibile attraverso l’e-commerce. La pubblicità avverrebbe attraverso social network e influencer, richiesto un finanziamento di 250 mila euro e il punto di pareggio avverrebbe solo al terzo anno, con i primi due esercizi in perdita.

SAVE THE DATE

Ecco uno strumento che sicuramente potrebbe essere utilie: un dispositivo elettronico venduto a 29 euro che registra la data di scadenza dei prodotti che abbiamo in frigorifero, che manda una notifica quando stanno scadendo, due target diversi, 38 – 58 e 18 – 37. Vendita online e offline, pubblicità social e vendita su Amazon, richiesti 35 mila euro di investimenti per un capitale sociale di 50 mila euro. Primo anno in perdita, punto di pareggio il secondo anno.

MYBRELLA

MyBrella è un esempio di sharing economy dei giorni nostri. Si tratta di condividere gli ombrelli in questo caso, con punti specifici in zone strategiche della città.

WESHARE

Su questo stesso filone, l’idea di questi ragazzi è una piattaforma che metta in collegamento gli studenti fuori sede dell’Università in cerca di un coinquilino.  

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L’imprenditoria straniera a Piacenza in aumento rispetto a quella “autoctona”

Qual è la situazione del tessuto imprenditoriale piacentino? Uno studio dell’Università Cattolica di Piacenza può fornire qualche informazione in più per avere un quadro completo e sfatare qualche mito che resiste.

“Piacenza, Lavoro, Economia e Società”, datato luglio 2017, parte da un’analisi generale del quadro italiano per andare nello specifico. Alla fine del 2016 sono 29 mila 993 le imprese registrate in tutta la Provincia, di cui 26 mila risultano attive. Saldo negativo per quanto concerne il tasso iscrizioni/cessazioni: 1537 contro 1790, 253 unità in meno, dato che si riduce a 139 escludendo quelle chiuse d’ufficio. Saldo negativo anche in tutta la Regione, con 2 mila 666 imprese in meno (1459 escludendo quelle chiuse d’ufficio). Ma si sa, mal comune mezzo gaudio. Costruzioni, Commercio e Agricoltura le attività maggiormente colpite. Fiorenzuola eccezione che conferma la regola, con 23 imprese in più. Si distinguono Parma e Pavia, che a fronte di 46 mila imprese iscritte, vedono il loro saldo il leggero attivo.

IMPRENDITORIA STRANIERA

Ma il dato interessante risulta quello riguardante l’imprenditoria straniera. Le imprese Straniere registrate a Piacenza alla fine del 4° Trimestre 2016 sono 3.250, delle quali 2.980 risultano attive. Le dinamiche anagrafiche rilevate nel corso dell’anno evidenziano un flusso di 343 nuove iscrizioni a fronte di 255 cessazioni (delle quali 15 sono dovute a chiusure disposte d’ufficio) ed il saldo che ne consegue risulta positivo per 103 unità escludendo dal conteggio le cessazioni “non congiunturali”. Esaminando nel dettaglio le dinamiche anagrafiche delle imprese guidate da stranieri si può notare che i saldi fra iscrizioni e cessazioni -negli ultimi 5 anni- sono sempre risultati in campo positivo, mentre al contrario le imprese “autoctone” hanno registrato un andamento sistematicamente negativo. Anche negli ambiti territoriali di confronto si registrano movimentazioni anagrafiche tutte positive e l’incidenza delle Imprese Straniere risulta accresciuta ovunque. Un trend che risulta positivo in tutta la Regione.

IMPRENDITORIA FEMMINILE

Le imprese a trazione femminile sono 6463, di cui 5880 attive. 429 le iscrizioni e 467 le cessazioni, con un saldo negativo di 38 unità. Solo Parma in Regione registra flussi positivi di ben 65 unità, mentre Lodi addirittura 98 imprese in meno. Nel settore del Commercio e dell’Agricoltura si concentrano quasi la metà delle imprese femminili piacentine, ovvero 1.722 esercizi commerciali e 1.244 imprese agricole.

CONTRATTI

Ma quali sono i contratti maggiormente utilizzati? Su 51 mila 721 contratti di lavoro (escluso il lavoro nero quindi) si può vedere come ci sia stata un ‘impennata dei contratti a tempo indeterminato nel 2015 (11 mila 605 contro i 7 mila dell’anno precedente) frutto probabilmente del Jobs Act, e un calo drastico a 6 mila nel 2016. Nel 2015 sono diminuiti i contratti a tempo determinato (26 mila contro 28 mila nel 2014), mentre nel 2016 l’esplosione fino a 37 mila contratti di questa tipologia (circa il 71% del totale). Crollo del lavoro somministrato da 8 mila unità nel 2015 a 3530 del 2016.

Per dettagli consultare il rapporto QUI

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