Netto calo degli inquinanti nel Nord Italia e a Piacenza, ma altre emissioni pesano sulla qualità dell’aria

Abbiamo potuto apprendere in questi giorni come il Coronavirus abbia cambiato drasticamente le attività quotidiane e gli spostamenti, ridotti al lumicino. Questo può portare a pensare che questa riduzione degli spostamenti abbia portato benefici alla qualità dell’aria che respiriamo. In parte si, ma analizziamo la situazione nel dettaglio.

Come fa notare il Centro Meteo Emilia Romagna, è stata riscontrata anche una riduzione degli inquinanti.

I dati dello strumento Tropomi applicato sul satellite Copernicus Sentinel-5P dell’ESA mostrano un drastico calo degli inquinanti, specie al Nord Italia.
Analizzando la situazione dall’1 Gennaio 2020 all’11 Marzo notiamo un significativo calo a partire dalle date dell’inizio dei blocchi.
Si prende in considerazione la concentrazione di NO2 (biossido di Azoto) poiché uno dei più significativi prodotti del traffico cittadino e delle attività industriali, ma anche altri parametri sono variati come ad esempio il monossido di Carbonio, il PM10 e il PM 2,5.

Il Centro Meteo Emilia Romagna precisa che “le concentrazioni di biossido di Azoto variano a seconda delle condizioni atmosferiche specie il vento: in condizioni perturbate queste concentrazioni tendono a diminuire, mentre in condizioni di stabilità gli inquinanti tendono a ristagnare nei bassi strati dell’atmosfera aumentando le loro concentrazioni nell’aria con il passare dei giorni.
Inoltre il Nord Italia è un settore circoscritto ed è quindi difficile stabilire in che misura tali restrizioni abbiano influito. Certo, appare probabile che abbiano inciso almeno in parte, ma è un contesto comunque in fase di analisi.

Guardando l’animazione dell’ESA si evince come il drastico calo degli inquinanti si verifichi proprio a partire dalle date in cui il Governo italiano ha disposto misure restrittive per contenere il contagio da Covid-19″.  

IN EMILIA ROMAGNA

Situazione non facile da decifrare quella dell’Emilia-Romagna, che a differenza dei settori lombardi ha visto l’introduzione di restrizioni diffuse maggiormente in ritardo. Questo significa che l’azione delle perturbazioni transitate a inizio Marzo, ha inciso particolarmente sulla nostra regione, con un abbassamento dei livelli di inquinanti. A questo si è probabilmente unito, negli ultimi giorni, un contributo dovuto alla riduzione del traffico.

Tuttavia si nota una componente di inquinanti indipendente dal traffico, legata quindi alle altre emissioni(riscaldamenti, industrie…) che infatti favorisce l’aumento delle PM10 e PM2.5 nonostante la mobilità ridotta.  

A PIACENZA

I dati sopra riportati sono confermati dai dati Arpae locali della nostra città:

Nel report, di portata mensile e riferito al mese di febbraio, si nota come vi sia stato un crollo di PM10 e PM2.5 dal 25 febbraio, quando il Coronavirus ha cominciato a far sentire i propri effetti, ma un recupero successivo, dovuto, probabilmente, alle altre emissioni presenti nella zona. Il successivo report darà un quadro ancora più dettagliato sull’evoluzione della situazione.

Tuttavia, anche sulla base dei dati regionali, si può vedere una sostanziale abbassamento, con una tendenza però a raggiungere i livelli di guardia soprattutto in questi ultimi giorni: ad esempio il 12 marzo è stato registrato un livello di PM10 a Piacenza di 47, quando il limite è 50.

QuotidianoPiacenzaOnline

Via Sant'Antonino, 20
Piacenza, Italia 29121
Italia
Email: redazione@quotidianopiacenza.online




Rientra l’allarme inquinamento da Pm10 (per ora), ripristinate le consuete restrizioni al traffico

A seguito del bollettino diffuso oggi da Arpae, rientra l’allerta inquinamento legata al superamento dei valori limite di Pm 10 e vengono quindi sospese, a partire da domani, venerdì 1 marzo, le misure emergenziali in vigore in questi giorni, tra cui l’estensione del divieto di circolazione ai mezzi diesel Euro 4 e l’abbassamento delle temperature negli ambienti domestici, non oltre i 19° C.
Da domani, pertanto, si ripristinano le consuete restrizioni al traffico previste dal Piano regionale integrato per l’aria sino al 31 marzo: stop per i veicoli a benzina pre Euro ed Euro 1, nonché per i diesel sino alla categoria Euro 3 inclusa, per i ciclomotori e motocicli a due tempi pre Euro, dal lunedì al venerdì dalle 8.30 alle 18.30. 

QuotidianoPiacenzaOnline

Via Sant'Antonino, 20
Piacenza, Italia 29121
Italia
Email: redazione@quotidianopiacenza.online

 




Restano in vigore fino a giovedì le misure emergenziali contro l’inquinamento atmosferico

Resteranno in vigore sino a giovedì 28 febbraio, data di emissione del prossimo bollettino Arpae, le misure emergenziali di contenimento dell’inquinamento atmosferico previste dal Piano regionale integrato per l’aria, già in vigore senza interruzioni da martedì 19.
Si ricorda, pertanto, che vale anche per i mezzi Diesel sino alla categoria Euro 4 compresa, il divieto di circolazione dalle 8.30 alle 18.30, nonché – per tutti i veicoli – il divieto di sosta con motore acceso.
Contestualmente, la temperatura media nelle abitazioni non potrà superare i 19°, mentre il limite massimo si assesterà a 17° negli spazi commerciali e ricreativi. Vietato l’utilizzo di biomasse destinate al riscaldamento domestico (in presenza di impianto alternativo), con classe energetica ed emissiva inferiore alle quattro stelle. Tra le misure emergenziali rientra infine il divieto di combustione all’aperto (dall’eliminazione di residui vegetali ai falò, dai barbecue ai fuochi d’artificio), nonché il divieto di spandimento dei liquami zootecnici con modalità non ecosostenibili. In questa fase saranno potenziati i controlli in tutti gli ambiti soggetti a restrizioni.

QuotidianoPiacenzaOnline

Via Sant'Antonino, 20
Piacenza, Italia 29121
Italia
Email: redazione@quotidianopiacenza.online




Rientra l’allerta smog, Pm10 sotto il limite

Rientra l’allarme inquinamento atmosferico e vengono sospese le conseguenti misure emergenziali, ripristinando da domani, martedì 11 dicembre incluso i consueti provvedimenti in vigore dal 1° ottobre al 31 marzo, previsti dal Piano regionale per la qualità dell’aria. Sono infatti tornati sotto i parametri massimi i valori di Pm10 rilevati in questi giorni, riportando a livello zero lo stato di allerta.
Ciò significa che da domani tornano in vigore le consuete limitazioni al traffico previste dal Piano regionale integrato per l’aria, dal lunedì al venerdì, dalle 8.30 alle 18.30, con il divieto di circolazione per i veicoli a benzina pre Euro ed Euro 1, nonché per i diesel sino alla categoria Euro 3 inclusa, i ciclomotori e motocicli a due tempi pre Euro. Sempre d’obbligo, come prevede la normativa, lo spegnimento del motore per i mezzi in sosta. 

QuotidianoPiacenzaOnline

Via Sant'Antonino, 20
Piacenza, Italia 29121
Italia
Email: redazione@quotidianopiacenza.online




Pm10.Per i 5 Stelle: in 18 mesi non una misura a favore dell’ambiente”

Si susseguono nel corso dei giorni nuovi sforamenti dei valori di Pm10, e da più parti si sente “aria” di indignazione. Come all’interno del MoVimento 5 Stelle piacentino, con un comunicato dei due esponenti in Consiglio comunale, Dagnino e Pugni.

Ogni anno, a Piacenza arriviamo nel periodo invernale con un carico di giornate di sforamento da polveri sottili superiore al limite consentito. Le prime giornate invernali, coincidenti con l’accensione delle caldaie e il clima stagnante della pianura, ci portano a livelli di sforamento sia in termini di giornate complessive che di picchi giornalieri degni di alcuni paesi del terzo mondo. Ad oggi le giornate di sforamento per PM10 nella stazione di rilevamento di Via Giordani sono state 25 ma alcuni giorni la centralina non è stata in funzione tanto che nella stazione di Gerbido gli sforamenti sono stati 34. Anche quest’anno con molta probabilità andremo oltre il limite di legge consentito (35 giorni). Se aggiungiamo gli 80 giorni di sforamento del limite dell’ozono (il limite sarebbe di 18 giorni) abbiamo un quadro più chiaro dello stato di salute della nostra aria.

Siamo ormai abituati a leggere questo tipo di notizie ma siamo felicemente sorpresi dalle dichiarazioni propositive dell’assessore all’ambiente Mancioppi, membro di giunta di una amministrazione che nel campo ambientale non ha preso nessuna iniziativa. Per l’ennesima volta stanno elaborando una serie di azioni per provare a contrastare l’allarme smog: nuovi parcheggi scambiatori (quando?); pedonalizzazione del centro (ma non hanno ridotto l’orario della ztl?); tentativo di far decollare il car sharing (i progetti dove sono?).

Sostengono anche di voler migliorare la viabilità ciclabile…18 mesi di governo della città, (escludendo il mantenimento della ex Pertite a parco) non si è vista una misura a favore dell’ambiente. Non un intervento per modificare la viabilità, non un progetto di sistemazione delle ciclabili esistenti. Nessun progetto che riguardasse l’ambiente è arrivato in Consiglio comunale da parte della giunta. Del regolamento del verde, di cui si parla da mesi, nessuna traccia. In compenso, le nostre proposte, che impegnavano la giunta nella direzione del recepimento del PAIR (Piano Regionale dell’Aria), ovvero pedonalizzazione del centro e allargamento della ZTL (con rispetto della percentuale di verde per ogni abitante) sono state bocciate per ben due volte. Non intendiamo dire che sia semplice intervenire ma i tempi del faremo e dell’abbiamo intenzione di fare sono finiti. Il PUMS sarà operativo, se tutto andrà bene, non prima di un anno. I cittadini traggano le loro conclusioni

Gruppo consigliare Movimento 5 Stelle
Andrea Pugni
Sergio Dagnino




Esposto del Codacons per l’aria inquinata. Mancioppi: “per il Comune la salute pubblica è una priorità”

A seguito dell’annuncio del Codacons di un imminente esposto nei confronti dei Comuni – tra i quali è compresa Piacenza – che hanno superato i limiti di legge per la qualità dell’aria, l’assessore all’Ambiente Paolo Mancioppi precisa quanto segue.

“L’Amministrazione comunale è consapevole del fatto che l’inquinamento atmosferico sia il principale responsabile di effetti negativi sulla salute dei cittadini. Proprio per questo, la nostra attenzione in tal senso è massima e l’impegno rigoroso, ben oltre i provvedimenti che abbiamo assunto, nei mesi scorsi, in linea con il Piano regionale integrato e con il nuovo accordo di programma che Emilia Romagna, Lombardia, Piemonte e Veneto hanno sottoscritto con il Ministero dell’Ambiente nel giugno 2017”.

“Negli ultimi decenni – sottolinea Mancioppi – pur con le variazioni da un anno all’altro legate all’effetto meteo, i dati relativi alla qualità dell’aria hanno peraltro registrato un modesto ma significativo miglioramento, che certo non sminuisce la gravità del fenomeno, ma dà atto delle iniziative assunte anche recentemente a livello locale. Piacenza ha attuato pienamente le misure previste dal programma regionale Pair 2020, che vedrà applicare nei prossimi anni limitazioni sempre più stringenti sui veicoli inquinanti. Ricordo che l’Amministrazione comunale non ha derogato neppure alle misure emergenziali aggiuntive nel caso di superamento prolungato del valore limite giornaliero di pm10. Lo stesso vale per l’ordinanza con cui, il 27 dicembre scorso, abbiamo regolato i consumi energetici del settore civile, limitando l’uso di combustibili solidi per il riscaldamento domestico negli impianti con efficienza inferiore al 75% e il funzionamento dei camini, e disciplinando l’obbligo dei negozi di mantenere chiusi i battenti degli accessi al pubblico quando l’impianto di riscaldamento o di raffrescamento è in funzione”.

Rimarca l’assessore Mancioppi: “Tra le osservazioni che il Comune di Piacenza aveva presentato al Pair vi era la richiesta di estendere le limitazioni alla circolazione ai mesi di giugno, luglio e agosto per ridurre i livelli dei precursori dell’ozono, inquinante critico del periodo estivo. Non dimentichiamo che il nostro territorio comunale è attraversato da due arterie autostradali che hanno un forte impatto emissivo, sul quale il Comune non ha potere alcuno: a breve promuoveremo un incontro con le due società concessionarie, proprio per definire misure di mitigazione e compensazione ambientale alle emissioni autostradali, in modo da ottenere risorse finanziarie da dedicare al miglioramento della qualità dell’aria, potenziando il trasporto pubblico locale e la mobilità ciclabile”.

“Da parte nostra – conclude l’assessore – non verrà certo meno l’impegno nel definire strategie concrete, d’intesa con gli enti e le associazioni del territorio, per fare fronte comune contro l’inquinamento. Non mancherà anche il confronto con le aziende di trasporto pubblico locale e con Trenitalia, per incentivare le agevolazioni tariffarie sugli abbonamenti e il rinnovo del parco mezzi. Credo tuttavia che in questa battaglia si debba stare tutti dalla stessa parte: amministrazioni pubbliche, cittadini e associazioni. Laddove ci sono inadempienze, posso comprendere la legittima presa di posizione, ma non è questo il caso del Comune di Piacenza, per il quale la tutela dell’ambiente e della salute pubblica è una priorità”.




Aria sempre più irrespirabile a Piacenza, città peggiore della regione insieme a Modena

Se l’emergenza smog è diventata sempre più cronica in Italia, Piacenza sembra purtroppo essere una delle città peggiori della Pianura Padana per qualità dell’aria. Il 2017 si è confermato in tutta la penisola da “codice rosso” a causa delle elevate concentrazioni delle polveri sottili e dell’ozono.

Una situazione sconfortante quella che emerge da Mal’aria 2018 – “L’Europa chiama, l’Italia risponde?”, il rapporto sull’inquinamento atmosferico nelle città italiane che Legambiente presenta oggi alla vigilia del vertice di Bruxelles sulla qualità dell’aria.

Purtroppo dai dati emerge ancora una volta come la Pianura Padana sia una delle aree più inquinate dell’intera penisola. In Emilia-Romagna sono 8 i capoluoghi di provincia con più di 35 giorni di sforamento, consentiti dalla legge, nel 2017. Il primo posto di questa poco invidiabile classifica va a Modena, Piacenza e Reggio Emilia, tutte con 83 giorni di PM10 oltre i limiti. Si salvano invece i cittadini di Forlì e Cesena, dove le giornate di superamento sono rimaste entro i limiti consentiti.

Anche nei primi 28 giorni del 2018 la situazione non è andata migliorando: Parma, Reggio, Modena e Rimini hanno già accumulato oltre 11 giorni di superamento dei limiti delle PM10.

Sommando poi i superamenti delle PM10 con quelli dell’Ozono la situazione si fa ancor più critica e Modena e Piacenza guidano questa triste classifica con ben 158 giorni di inquinamento rilevato, seguite da Reggio Emilia con 145 giorni e Parma con 143.

Anche a livello nazionale Piacenza è ai primi posti fra le città più inquinate (con gli 83 sforamenti della centralina Giordani – Farnese) per l’esattezza al sedicesimo.

Numeri che si traducono in problemi di salute, costi per il sistema sanitario e impatti rilevanti sugli ecosistemi: le morti premature attribuibili all’inquinamento atmosferico nel nostro Paese sono oltre 60mila l’anno, come riportato annualmente nei report dell’Agenzia Ambientale europea (EEA). Senza contare che in Italia i costi collegati alla salute derivanti dall’inquinamento dell’aria si stimano fra i 47 e i 142 miliardi di euro (stima al 2010). Dati che descrivono ancor di più l’urgenza di politiche concrete di miglioramento della qualità dell’aria.

La Commissiona Europea  in questi giorni ha lanciato anche un ultimatum al nostro paese, chiedendo al ministro dell’ambiente Galletti aggiornamenti sulle misure pianificate dall’Italia in materia di inquinamento atmosferico. In mancanza di misure concrete ci sarà il rinvio alla Corte di giustizia europea con inevitabili e salatissime multe per l’Italia.

Intanto, come si diceva, la qualità dell’aria della Penisola lascia a desiderare: dal report Mal’aria emerge che, nel 2017 in ben 39 capoluoghi di provincia italiani è stato superato, almeno in una stazione ufficiale di monitoraggio di tipo urbano, il limite annuale di 35 giorni per le polveri sottili con una media giornaliera superiore a 50 microgrammi/metro cubo. Le prime posizioni della classifica sono tutte appannaggio delle città del nord, a causa delle condizioni climatiche che hanno riacutizzato l’emergenza nelle città dell’area del bacino padano.

Situazione critica specialmente nelle zone della pianura padana: in 31 dei 36 capoluoghi di provincia delle quattro regioni del nord (Piemonte Lombardia Veneto ed Emilia Romagna) è stato sforato il limite annuo giornaliero; in questi stessi Comuni l’85% delle centraline urbane ha rilevato concentrazioni oltre il consentito, a dimostrazione di un problema diffuso in tutta la città e non solo in determinate zone.

“Come ribadiamo da anni – sottolinea Legambiente – non servono misure sporadiche, ma è urgente mettere in atto interventi strutturali e azioni ad hoc sia a livello nazionale che locale. Occorre ripartire da un diverso modo di pianificare gli interventi nelle aree urbane, con investimenti nella mobilità collettiva, partendo da quella per i pendolari, nella riconversione sostenibile dell’autotrazione e dell’industria, nella riqualificazione edilizia, nel riscaldamento coi sistemi innovativi, e nel verde urbano”.

Legambiente ricorda, inoltre, che l’Italia è il Paese in cui si vendono ancora più auto diesel (56% del venduto tra gennaio e ottobre 2017 contro una media europea del 45%), e dove circolano auto e soprattutto camion tra più vecchi d’Europa (quasi 20 anni di età media). Per l’associazione occorre, invece, sostenere ed accelerare il processo di potenziamento del trasporto pubblico locale, per renderlo sempre più efficace e affidabile e la sua trasformazione verso un parco circolante completamente elettrico, come varato dal piano del comune di Milano da qui al 2030 o come cominciato a fare dall’azienda del trasporto pubblico torinese su alcune linee. Ancora occorre limitare l’accesso nelle aree urbane in maniera stringente e costante ai veicoli più inquinanti, spingendosi, come fatto dal comune di Torino, al blocco dei mezzi euro 5 diesel e a Roma, dove si è arrivati recentemente a bloccare anche le Euro 6. Per incentivare questa trasformazione serve, però, potenziare le infrastrutture di ricarica dell’elettrico e, soprattutto, implementare nelle aree urbane infrastrutture per la mobilità ciclo-pedonale. Senza tralasciare la riqualificazione degli edifici pubblici e privati che dovrebbero riscaldare senza inquinare; il rafforzamento dei controlli sulle emissioni di auto, caldaie ed edifici; intervenire specificatamente sulle aree industriali e portuali. Da ultimo, ma non meno importante, ridisegnare strade, piazze e spazi pubblici delle città aumentando il verde urbano.

Ozono ti tengo d’occhio – Legambiente riporta anche la classifica dei superamenti di Ozono dell’anno appena concluso. L’importanza di questo inquinante viene spesso sottovalutata, nonostante le stime dell’Agenzia Ambientale Europea (EEA) riportino 13.600 morti premature riconducibili all’ozono in Europa nel 2015, di cui 2.900 solo in Italia.

Il dossier di Legambiente “Mal’aria 2018” è disponibile su: https://www.legambiente.it/contenuti/dossier/malaria-2018




Interrogazione di Fiazza(PD) su camini e stufe inquinanti

«Come sta agendo l’Amministrazione Barbieri per mettere in pratica il Piano Aria Integrato Regionale e contrastare l’inquinamento dei camini?». Lo chiede alla Giunta, con qualche dubbio nei confronti dell’operato, il consigliere comunale del Pd Christian Fiazza. «Recentemente è stato sancito un accordo condiviso da più regioni che prevede misure incisive contro lo smog, riconoscendo anche nel riscaldamento a biomassa una delle principali cause. A tale documento, la Giunta si è adeguata con un’ordinanza che vieta dall’1 gennaio al 31 marzo 2018 l’impiego del riscaldamento a biomassa negli impianti con efficienza energetica inferiore al 75% e nei caminetti aperti, siti in unità immobiliari dotate di sistema multi-combustibile nei comuni a quota altimetrica inferiore ai 300 metri. Dalla carta, però – incalza l’esponente del Pd -, non si è ancora passati ai fatti: c’è in gioco il benessere dei cittadini. Occorre quanto prima una forte opera comunicativa di sensibilizzazione e prevenzione a tappeto, nonché un censimento degli impianti a biomassa». Fiazza ha presentato un’interrogazione insieme alla consigliera Giulia Piroli.

«Le stufe a legna e pellets, se non entro certi canoni di efficienza, sono altamente nocive per la nostra salute. La Regione, non a caso, ha introdotto una classificazione ambientale dei generatori di calore a legno, basata su cinque classi (da 1 a 5 stelle) in funzione di emissioni e rendimenti. Numerosi studi hanno evidenziato il contributo dell’utilizzo della biomassa all’aumento di agenti inquinanti nell’aria, soprattutto in città durante la stagione invernale. Le biomasse che vengono usate come combustibile provocano l’immissione nell’ambiente di quantità importanti di polveri con effetti potenzialmente dannosi, tossici e cancerogeni per le persone. Ecco perché – conclude Fiazza – intendo sapere che tipo di controlli voglia mettere in atto il Comune, auspicando una presa di coscienza della problematica da parte delle istituzioni».




Zanardi: “per l’emergenza aria incentivare le auto elettriche”

Il consigliere Comunale di PiacenzaGloria Zanardi, del gruppo Liberi, interviene sul tema dell’inquinamento in città e lancia la proposta di inventivare auto elettriche ed ibride.

“Da tempo la qualità dell’aria a Piacenza costituisce un’emergenza che si ripresenta ogni anno. A pochi giorni dall’inizio del 2018 si sono già registrati i primi sforamenti del livello delle polveri sottili.

Occorrono politiche ad ampio raggio che possano arginare questo problema, con l’amara consapevolezza che Piacenza è già penalizzata per questo fenomeno per plurime ragioni, naturali e non.

Nessuna azione possibile deve essere sottovalutata. Un primo passo è attivarsi con strumenti di agevolazione all’utilizzo della auto elettriche ed ibride.

Dal punto di vista ambientale tali tipologie di auto sono considerate ecologiche per le minori emissioni inquinanti nell’atmosfera (e anche per il minore rumore, per quanto concerne l’aspetto dell’inquinamento acustico).

Il Comune cosa sta facendo in questa direzione?

Negli anni passati, con la precedente amministrazione, l’ente aveva sottoscritto protocolli d’intesa con la Regione Emilia Romagna, ed anche con Enel, sul tema della mobilità elettrica, ma non pare abbiano sortito esiti di livello.

Occorrono azioni più concrete. Occorre incentivare l’utilizzo di tale tipologie di auto, concedendo dei benefici agli utilizzatori – come, tra l’altro, avviene in molte città di Italia e dell’Emilia Romagna, a cui, ogni tanto, bisognerebbe rivolgere lo sguardo.

Innanzi tutto necessiterebbe un potenziamento delle colonnine di ricarica delle auto elettriche, ora dislocate in pochi punti della città.

Inoltre, sarebbe opportuno consentire un accesso più facilitato alla ztl (almeno in alcune fasce orarie): estendendo l’esonero del pass per il transito anche alle auto ibride e prevedendo la possibilità di una sosta per una durata massima di 30 minuti con esposizione del disco orario in tale aree.

Infine sarebbe opportuno prevedere per le auto elettriche e ibride degli spazi di sosta gratuiti nelle strisce blu dei parcheggi pubblici.

Piccole iniziative che però, da un lato, possono portare un giovamento all’aria piacentina, dall’altra, danno un segnale in una giusta direzione e aiutano a sensibilizzare l’opinione pubblica sugli importantissimi temi ambientali.

Al fine di sottoporre all’attenzione del consiglio tale questione e sollecitare la giunta ad attivarsi presenterò in consiglio comunale una mozione sul tema”.

 




Sandro Spezia: “Il pericolo inquinamento è sottovalutato”

Nell’ultimo periodo si è spesso parlato di inquinamento sui vari siti d’informazione piacentina, creando una certa preoccupazione nei lettori. Abbiamo voluto verificare, avvalendoci dell’esperienza di Sandro Spezia, chimico dal 1996 presso vari laboratori, se c’ è qualcosa di fondato o meno, osservando dati concreti, su Rutenio106 e Pm10 (e Pm2,5). Con risultati interessanti.

Innanzitutto precisa in merito a questo ultimo punto che “ l’allarmismo presente non solo è giustificato, ma anzi, è sottovalutato. Ci sono studi americani dell’EPA (Enviromental Protection Agency) risalenti al ’97 che dimostrano la tossicità delle Pm10 e Pm2,5. A ogni incremento di 10 grammi per metro cubo della concentrazione delle polveri fini (le Pm2,5) corrisponde un aumento del rischio di mortalità del 6% per malattie cardiopolmonari e dell’8% per cancro al polmone”.

La situazione piacentina non è felice. “I dati Arpae rilevati dalla stazione del Parco Montecucco e da quella di Via Giordani/Stradone Farnese sono ampiamente oltre i limiti previsti dalla legge. Dal 22 al 25 novembre ad esempio la concentrazione oscilla tra i 69 e i 106, quando il limite è di 50, con moltissimi sforamenti oltre il massimo consentito (35) e soprattutto si nota come la maggior parte di queste Pm10 è composta da Pm2,5, ovvero le polveri finissime. Significa che penetra nei polmoni in profondità, e tutti gli agenti patologici che sono dentro, come i vari metalli, vanno ad agire pesantemente nell’organismo”. A chi implicare una situazione simile? Ma soprattutto, cosa possiamo fare per migliorarla? “Vanno sfatati alcuni miti – precisa Spezia -, innanzitutto spesso ci si lamenta delle grandi industrie, imputando loro gran parte del demerito se c’è una situazione ambientale difficile. In realtà queste sono iper controllate, sia esternamente che internamente, perciò i dati sono perfetti. Non significa che l’industria non inquina, ma che è l’unica sotto controllo”. Purtroppo non sono controllate le emissioni delle auto e delle caldaie di casa. “I dati Arpae 2010 delineano questi due fattori come sorgenti principali di Pm10 (trasporti per il 34% e riscaldamento civile/terziario per il 40%). RUTENIO106: A PIACENZA SOLO UNA FUGA, NESSUN PERICOLO